La disperazione di un padre
Cari amici, parenti, colleghi, cittadini, onorevoli,
scrivo questa lettera per fare conoscere la mia assurda storia processuale.
Ho subito nel gennaio del 2007 una sottrazione internazionale dei miei figli da parte della mia ex compagna, una cittadina danese-americana, e nel marzo 2011 la stessa mi ha accusato di abuso sessuale nei confronti del piccolo Daniel, mio figlio! La sottrazione e le accuse contro di me sono state effettuate da quella stessa persona che dovrebbe provare lo stesso amore che provo io per i miei figli, invece li ha condizionati alienando la figura paterna, violentandoli psicologicamente e distruggendo la loro salute mentale.
L'Ambasciata degli Stati Uniti d’America si è intromessa nel procedimento in corso, cercando di influenzare (ed evidentemente riuscendoci) i giudici italiani, ma sia il CSM che il Ministero degli Esteri hanno declinato la propria responsabilità, comunicandomi che non è di loro competenza tutelare i miei due bambini, che pure sono due cittadini italiani. Nel maggio del 2013, dopo due anni e due mesi di indagini preliminari, sono stato rinviato a giudizio senza alcuna prova e addirittura dopo che il Pubblico Ministero (l’accusa) aveva disposto l’archiviazione per mancanza di elementi nel proseguire il giudizio.
Giudici, psicologi, assistenti sociali, in tutti questi anni hanno sempre di fatto tutelato la posizione della madre senza proteggere i bambini.
In passato mi sono rivolto a esponenti politici, giornalisti della carta stampata e della televisione per urlare la mia disperazione e la mia rabbia, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta ad eccezione del programma di Mattina Cinque alla cui puntata del 29 ottobre 2012 ho preso parte per 25’: evidentemente l’argomento dei bambini che soffrono interessa ai mass media solo quando si può fare spettacolo su di esso, dopo atti di violenza o omicidi; invece la violenza psicologica che i miei figli hanno subito e stanno subendo, che farà di loro degli adulti malati, non è visibile esternamente, non è adatta a farne uno spettacolo che attira audience. Eppure è crudele e spietata come le altre.
Ho scritto a sua Santità Papa Francesco I e al Presidente del Parlamento Europeo M. Schulz per denunciare la sofferenza di bambini innocenti e indifesi che avviene in Italia solo per generare un maggior profitto a vantaggio di quelle persone che si definiscono “esperti”: avvocati, psicologi, consulenti di tribunali, periti, assistenti sociali; e ho chiesto loro di infondere la speranza che il diritto sia garantito a tutti i cittadini europei in egual misura secondo giustizia.
Scrivo a Voi tutti nella speranza che oltre a leggere la mia sofferta e incredibile storia, la invierete a vostra volta ai vostri contatti mail affinché tutti conoscano e prendano coscienza. Oltre a questo modo civile di comunicare, non so più cosa fare per dare voce alla mia figura inascoltata di padre che difende il diritto dei suoi figli ad avere un papà.
Vi ringrazio
Giuseppe D’Alconzo
È brutale la modalità con cui la giustizia italiana tutela il genitore femminile a discapito di quello maschile che viene troppo spesso allontanato dalle gioie più grandi della vita, cioè i figli e poi umiliato, privato della dignità e gettato, come ben racconta il titolo del post, nella disperazione, perché proprio di questo si tratta. Litigi, incomprensioni e ricatti tra adulti che lascieranno segni indelebili nell'animo di innocenti creature che la magistratura italiana non ha ancora imparato a tutelare come dovrebbe.
Nei gioni scorsi il mio amico è stato sospeso dal lavoro senza stipendio, poichè l'autorità aeronautica italiana (su imput della magistratura, immagino) non gli rilasciava il certificato di membro di equipaggio (una specie di passaporto indispensabile per passare i controlli di sicurezza dai varchi aeroportuali dedicati agli equipaggi). Per fortuna l'emergenza pare sia rientrata, l'autorità ha rilasciato il documento e il mio amico può lavorare. Almeno questo!
Questa storia e' allucinante. Non e' pero' l'unica. Mi sono fatto l'idea che in questi casi basti una denuncia senza prove per rovinarti la vita. Non solo al genitore denunciato ma anche ai figli. Non e' pero' pensabile che dopo tali ripercussioni non solo su adulti ma soprattutto sui bambini chi e' stato causa consapevole di tutto cio' rimanga impunito.