La storia del colibrì

Un giorno come tanti, in una foresta africana, per l’eccessiva calura scoppia, all’ improvviso, un incendio.

E tutti gli abitanti,terrorizzati come non mai prima, leone in testa, che  pomposamente si fregia del titolo di “re”, si danno subito alla fuga,  pur di non  correre il rischio di morire arrostiti tra  le fiamme.

L’unico a non fuggire è un piccolo colibrì che in volo, con una goccia d’acqua nel suo becco, non solo non si allontana ma penetra all’interno della fitta vegetazione con l’intento di riuscire, se ce la fa, a spegnere il fuoco che divampa.

Il leone allora che, di lontano, intanto osserva  la scena,   si rivolge con sarcasmo baldanzoso all’uccello e gli dice :

“Ma cosa credi di fare? Non vedi che la foresta sta bruciando ?”.

E il colibrì serissimo ,di rimando, risponde :”Faccio la mia parte”.

 

è il mio motto da anni.. dalla prima volta che ho sentito questa storia raccontata da don Luigi Ciotti.. "fare come il colibrì". 

è una strategia fatta di piccoli passi, di comportamenti e di scelte, che oggi sono importanti perché domani saranno il nostro futuro

è anche la scelta di chi sa di non poter risolvere problemi enormi e quindi non si misura con l'enormità del problema ma con una semplice domanda, ovvero: cosa posso fare io? quale può e deve essere la mia goccia?

quindi è la scelta di chi non sceglie di arrendersi, cedendo al pessimismo, ritenendo che il problema sia enorme e non possiamo affrontarlo, perché lo devono fare altri, i grandi i potenti chi ha i mezzi.. questo non è vero, questo è rinunciare .. 

e poi, soprattutto credo che per stare in pace con noi stessi dobbiamo sentire che la nostra goccia è stata portata a destinazione.. e che viaggerà insieme alle altre verso il Futuro..  

Con l'augurio che si propaghino tanti colibrì in questa città e in questo nostro Paese.. ed infinite gocce.. .  

Francesca