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Verde pubblico: meglio, ma…

Con Zaccheo e Guercio il verde pubblico di Latina era a livello di disastro ambientale: erbacce alte 2 metri, incendi estivi, taglio del fieno (con relativo trituraggio della spazzatura) una o due volte l’anno, città in un perenne stato di degrado e di abbandono.

Con Di Giorgi e Cirilli le cose sono leggermente migliorate, bisogna riconoscerlo, ma siamo ancora ben lontani da una gestione decente del verde pubblico.

Se è vero che siamo ancora distanti anni luce da un verde pubblico degno di un paese civile, bisogna ammettere che, se non altro, si nota una certa buona volontà. Le erbacce vengono tagliate con una certa regolarità, tanto che chi non ha mai visto una città civile potrebbe persino pensare che Latina sia una di queste.

Per una gestione decente del verde pubblico manca la sistemazione iniziale del terreno che è pieno di buche e di asperità; servirebbe seminare il prato; servirebbe che quando fanno dei lavori sulle strade non scaraventassero i detriti nel terreno adiacente; servirebbe che gli incivili non buttassero la spazzatura tra il verde; servirebbe un minimo di professionalità da parte di chi cura il verde; e, infine, servirebbe un adeguato controllo da parte del Comune.

Per il momento ogni intervento di taglio è un evento fine a se stesso, indipendente dalle condizioni dell’erba e del clima, fatto da persone incompetenti che fanno il minimo indispensabile per prendere i soldi e scappare via. Basta vedere gli attrezzi e i metodi che usano. Trincia invece del tosaerba come se stessero disboscando la scarpata di un fiume, trattori enormi che spaccano tutto, decespugliatori che scorticano gli alberi…

Ma la cosa che più salta all’occhio è che nessuno raccoglie i rifiuti e i detriti che emergono dopo ogni taglio. Questi vengono semplicemente tritati insieme all’erba e rimangono lì, in attesa della prossima tritatura. Ci sono poi dei rifiuti e dei detriti che sono un sicuro impedimento al lavoro di taglio e un pericolo per chi si dovesse avventurare nel "prato"; ebbene, ogni volta questi detriti vengono aggirati o spostati, ma a nessuno passa per la testa di rimuoverli una volta per tutte.

Oggi a Via Cherubini non ce l’ho fatta, così mi sono armato di guanti e di un sacco e li ho raccolti io i rifiuti. Un lavoro di 10 minuti che ha cambiato l'aspetto della strada. Ma il resto della città?

Caro vicesindaco Cirilli, noi cittadini apprezziamo la maggiore frequenza con cui si taglia l’erba, però adesso vorremmo vedere un passo concreto verso un verde pubblico degno di tale nome e verso una città di cui non doversi vergognare.

Tempo fa avevo proposto ai poco rimpianti Guercio/Zaccheo il progetto “Adotta una Strada”. Un progetto (a costo zero per il Comune) col quale dei cittadini volontari avrebbero adottato una strada, una piazza, un parco, e avrebbero fatto quello che ho fatto io stamattina, gratuitamante, con la sola ricompensa morale di fare qualcosa di utile per la collettività.

Inutile dire che il progetto si perse nei meandri della "cortomiranza" politica. O forse – aggiungo io malignamente – il vero ostacolo fu quel "costo zero", cioè la mancanza di soldi da gestire e da rubare…

Se vuole possiamo riesumare il progetto “Adotta una Strada” e provare insieme a risollevare il decoro di questa nostra sfortunata città.

Salvatore Antoci

 

Sopra: spazzatura tritata e abbandonata tra le erbacce

 

Sopra: spazzatura raccolta oggi a Via Cherubini

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Nessuna risposta

  1. Salvatore ha detto:

    Ecco alcuni esempi di estrema sciatteria.

    Le foto seguenti sono state fatte stamattina nei pressi di Largo Tartini, Q4, ma di esempi anche peggiori è piena Latina.

    Sopra: una grossa pietra e una buca nel "prato" adiacente Largo Montemezzi

    Sopra e sotto: Vicino Largo Tartini un piccolo "colle" fatto di vari scarti di costruzione dei marciapiedi, tra cui pezzi di travertino, mattoni e pietre 

    Sopra: un grosso profilato di ferro arrugginito sporge pericolosamente nei pressi di un marciapiedi di Largo Tartini. Facile immaginare il disagio di chi deve tagliare l'erba, ma il ferro resta lì

    Sopra: un tondino, pietre e mattoni  affiorano vicino Largo Tartini

     

    Sopra: scarti inerti scaraventati nel prato durante i recenti lavori di riqualificazione della pista ciclabile dell'Oasi Verde

  2. Salvatore ha detto:

    Ecco alcuni esempi di verde pubblico.

    A parte il prato verde, si noti la mancanza di spazzatura, di detriti dell'edilizia, di fossi, di ferri affioranti, di voragini, di grossi dislivelli tra il marciapiedi e il prato…