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ARPA Lazio al collasso

Impossibile fare controlli ambientali – Dichiarato lo  stato di agitazione con sospensione  di ogni attività straordinaria

La salute dei quasi 6 milioni di cittadini del Lazio, è fortemente a rischio. ARPA Lazio non è più in grado di controllare e, di conseguenza, di garantire la qualità dell’aria e dell’acqua né, tantomeno, di monitorare gli agenti fisici sul territorio a causa della mancanza di risorse.

Le Segreterie Regionali di CGIL FP, CISL FP, UIL FPL unitamente alle Rappresentanze Sindacali Unitarie hanno proclamato lo Stato di Agitazione dei lavoratori a partire dal primo giugno. Il rischio di non avere controlli ambientali adeguati arriva in un momento particolarmente delicato per tutte le province laziali, a partire da quella di Roma dove si sta dibattendo sul collocamento della nuova discarica. Problemi che, però, non sembrano turbare la politica regionale.

Le limitate risorse economiche e umane dell’Agenzia, già ridotte all’osso dal patto di stabilità e dal blocco delle assunzioni, rischiano di non poter garantire ancora a lungo lo svolgimento degli ordinari compiti istituzionali come il monitoraggio della qualità dell’aria (centraline), i controlli sulla balneabilità delle acque marine e lacustri, i controlli sulle discariche, i controlli sugli agenti fisici (Campi Elettromagnetici, radiazioni ionizzanti, rumore, vibrazioni ecc.), le attività di laboratorio a supporto delle Aziende Sanitarie Locali sui campioni di Acqua destinata al consumo umano e  sugli alimenti.L’inerzia della Regione mette a dura prova l’operato dell’ente preposto ai controlli ambientali a tutela della salute dei cittadini del Lazio.

A fronte di un organico approvato dalla Regione Lazio di circa 750 unità di personale, l’Agenzia dispone oggi di meno di 400 lavoratori, che per un quarto sono impiegate a tempo determinato, 20 lavoratori precari a tempo determinato – che hanno garantito lo svolgimento dei compiti istituzionali di ARPA Lazio – sono stati d’improvviso licenziati ed altri circa 100 resteranno  a casa alla fine dell’anno.In queste condizioni, considerato anche l’irrisolto problema dello smaltimento dei rifiuti,  la Regione Lazio rischia di diventare una polveriera ecologica.

CGIL FP                                            CISL FP                                             UIL FPLC

Claudio Laurenti                           Marco Giobbi                                       Sandro Biserna

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