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Una storia di ordinaria tracotante arroganza

Salve a tutti.

Abito in Q5 e per motivi di lavoro riesco ad andare in ufficio postale solo verso l’ora di pranzo.

Normalmente mi servo in un borgo vicino alla mia scuola (Podgora o Carso) e faccio in un attimo.

Sono due giorni che, alla stessa ora, trovo in ufficio dei tipi che in modo arrogante letteralmente occupano l'ufficio strillando ad alta voce, apostrofando le persone che ci lavorano in malo modo  e pretendendo che gli impiegati abbandonino lavoro e clienti per accettare i loro pacchetti di conti correnti.

Ieri sono andata via. Oggi non potevo e sono rimasta in fila.

Altre persone che erano con me mi hanno riferito che, da due-tre giorni, queste persone ripetono la stessa cosa in giro per altri uffici postali.

Oggi mi sono decisa a far capire con calma ed educazione ad uno di loro, anziano e che girava minaccioso con un cellulare in mano, che queste operazioni vanno prenotate, come fanno in altri uffici (anche nel nostro) o che bisogna almeno rispettare la regola di cedere il passo, a noi altri clienti in coda, ogni tot bollettini.

Niente da fare: io sono, io faccio, io denuncio.

Finalmente poi ho visto che le persone dell'ufficio hanno reagito a quest’atto di vile prepotenza.

Dopo alcuni minuti sono intervenuti dei carabinieri pazienti e gentili, che ringrazio, e dopo aver allontanato questi tizi, pian piano, la situazione è tornata normale.

Due sono le cose che mi hanno davvero sconcertato.

La prima è che ho visto il personale dell'ufficio alla mercè di un arrogante e che nulla ha potuto se non chiedere aiuto ai carabinieri. 

So che spesso questo avviene anche nell'ufficio del nostro quartiere ed è una cosa incomprensibile.

Certamente una carenza della dirigenza di poste nel dettare regole chiare e nel mettere in grado i dipendenti di farle rispettare,

Ma è noto che poste sono una società privata e nessuno può andare a casa di altri a dettare legge e, soprattutto, a prevaricare e danneggiare i diritti degli altri clienti.

La seconda cosa che mi ha amareggiato è che  ho saputo che i bollettini servivano a pagare le tessere di un partito politico (il PdL).

Dopo aver visto queste scene di tracotante arroganza, non li voterò mai più.

Queste due persone dovevano solo pagare dei bollettini per conto del loro partito ed hanno agito in modo così incivile.

Figuriamoci che sarebbero in grado di fare se avessero un pò di potere in mano.

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Nessuna risposta

  1. Freddy ha detto:

    Gent.ma Cheyenne, intanto benvenuta su q4q5.it…

    condivido ogni parola e mi auguro che qualcuno possa porre rimedio all'arroganza di qualche "protetto" affinchè la nostra città torni ad essere un luogo di diritto nel rispetto delle regole e del prossimo.

    Tra qualche giorno, per altri motivi, dovrei avere un incontro con il direttore di filiale di Poste Italiane, sede di Latina…

    Nell'occasione (se ci sarà) porrò alla sua attenzione anche questo caso…

    grazie davvero per averci inviato questa segnalazione.

    Ferdinando Cedrone

  2. Ricki ha detto:

    leggendo questa desolante testimonianza, "sgorgano" spontaneee nella mia mente alcune considerazioni:

    1)  Esistono ancora persone (specie uomini) con gli "attributi" in questo paese? Dico questo perchè quando la sollecitazione educata (come quella della si,ra Cheyenne) non basta bastava, mi sarei aspettato che qualche altro cliente in fila affrontasse lo spregevole figuro con la necessaria energia, se necessario "accompagnandolo" come minimo fuori dalla fila…(meglio ancora se fuori dall'ufficio postale…);  almeno, se fosse capitato a me sarebbe andata così…

    2) a mio modo di vedere, il Direttore e (in misura leggermente minore) gli impiegati postali sono colpevoli quasi quanto l'"animale protetto"…(ma purtroppo qui non si parla della foca monaca o dell'orso bruno..); è fin troppo scontato che sono tenuti a far rispettare i regolamenti…l'impiegato/i, tra l'altro, poteva semplicemente rifiutarsi di procedere oltre il quinto bollettino e chiamare gli altri numeri….ed a quel punto, se non il figuro non "smammava", il Direttore doveva uscire dal suo ufficio, entrare nella sala ed intimare al soggetto di uscire, ed all'ulteriore rigiuto chiamare subito i carabinieri;

    3) in alternativa, i clienti tutti (o quasi) e non solo Cheyenne, potevano ma direi DOVEVANO insorgere cacciando il figuro dalla sala…alla faccia di minacce ridicole di denunce, per le quali si può spaventare solo un ingenuo…queste persone che sparnao minacce di denunce di quà e di là… , lo fanno proprio perchè sanno che la gente ci casca facilmente…qui non si trattava di quei casi dove il parlamentare di turno, facendosi vigliaccamente scudo dell'"immunità", spara querele o minacce di querele con richieste di risarcimenti esorbitanti al povero cittadino o persino al giornalista che lo critica….ma di uno sfigato galoppino che si fa forte dei suoi "padrini" politici, contando sulla rassegnazione e/o dabbenaggine della gente. 

    4) non possiamo avere carabinieri o affini in tutti gli uffici postali o negli infiniti altri luoghi dove ci si può imbattere nei soprusi minacciati o realizzati da questi porci…(scusate suini..), perciò dobiamo capire che è ora di reagire, sempre, comunque, se possibile e se basta, come ha fatto Cheyenne, altrimenti in modo ancora più energico.

    Ovviamente questo concetto andrebbe "allargato" a tante altre situazioni, ben più pesanti, che dobbiamo subire e che ci stanno maassacrando come singoli e come popolo…a partire da quelle formalmente "legali" che ci impone questa oscena e fetida classe politica insieme ai suoi complici….per finire ad altre situazioni…tipo l'evasore incallito che arriva al nido comunale in Suv e rientra nella lista dei meno abbienti…scavalcando i veri poveri…(è solo uno dei tanti esempi possibili).

    Riccardo

    Io almeno mi regolo da tempo così…e mi trovo bene…