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All’ombra dei nostri rifiuti

Carissimo Direttore,

da molti anni raccontiamo sulle pagine del tuo Portale la storia di una classe politica e amministrativa che non ci rappresenta, sempre più lontana dalle esigenze del cittadino.
Ultimamente mi capita spesso di vedere delle persone rovistare nei cassonetti dei rifiuti tra cui anche anziani nostri concittadini.
Come sai, non riesco ad essere indifferente davanti a questi episodi, penso sempre che quella persona potrebbe essere mio fratello, mio padre o mia madre… 
Allora penso alla nostra società, strutturata su un consumismo sfrenato e a tutte quelle cose inutili che acquistiamo, delle quali potremo farne sicuramente a meno.
Un amico tempo fa mi regalò un libro intitolato "Sobrietà" . Credo che proprio dietro questa parola si nasconde la soluzione a molti dei nostri quotidiani problemi, come i "rifiuti", l' inquinamento, il traffico, lo spreco delle risorse naturali, la delinquenza e la povertà.
Ecco, la "Sobrietà" potrebbe migliorare la qualità della nostra vita, perché solo chi vive Sobriamente, rispetta l'ambiente e sviluppa la sensibilità nei confronti delle categorie disagiate, di tutti coloro che vivono all'ombra di un finto benessere che produce povertà e differenza tra i diversi stati sociali.
Propongo di "adottare" per il futuro del Portale e della nostra città, questo slogan: "Sobrietà+ Sostenibilità = Futuro".
Allego alcune foto scattate sotto casa che testimoniano quanto detto.
Un abbraccio
Bruno

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Nessuna risposta

  1. Salvatore ha detto:

    Caro Bruno,

    la questione che tu poni è di importanza fondamentale; l'occidente vive ancora inebriato dal mito della crescita. Anche adesso, in piena crisi, sentiamo ripetere che "l'economia deve crescere per uscire dalla crisi", che "bisogna produrre più automobili", che "bisogna vendere più merce", che "bisogna riconquistare la fiducia dei consumatori", etc. etc.

    A parte il fatto che ho sempre aborrito il termine "consumatore" che trovo offensivo e degradante (io mi offendo seriamante quando qualcuno mi chiama "consumatore", poichè mi sento paragonato ad un vitello legato all'ingrasso il cui unico scopo è consumare – cioè distruggere.), trovo miope e suicida questa strategia di continuare ad invogliare la popolazione ad un maggiore consumo di risorse.

    E' mai possibile che c'è ancora chi non si rende conto che la crescita infinita non è sostenibile? Che il mondo è al limite del collasso? Che le risorse sono tremendamente scarse e in via di esaurimento? Che l'inquinamento ci sta uccidendo?

    Invitare ad un maggior consumo per risollevare l'economia equivale ad invitare un drogato ad aumentare la dose per stare meglio.

    Fallita malamente la via del comunismo e col capitalismo in rotta di autodistruzione,  possibile che non ci si rende conto che tocca trovare una terza via, quella della sobrietà, appunto, quella di una economia che sappia reggersi non sulla crestita infinita, ma sulla stabilità e/o persino sulla decrescita?

    Salvatore