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Andrea Stabile commenta le parole di C.A. Zaccheo

da: IL SETTIMANALE DI LATINA (uscita del 15/1/2011)

Articolo di Andrea Stabile

La prima domanda che mi sono posto è la stessa che si poneva sempre un simpaticissimo comico napoletano di Zelig: “Perché?”, anzi “Pecché?” In effetti, chi è Carlo Alberto Zaccheo per avere tutto questo spazio e parlare della città e del suo futuro? Non è mai stato sindaco, né assessore o consigliere al Comune di Latina o alla Provincia di Latina o alla Regione Lazio, non è mai stato deputato o senatore, non ha mai ricoperto alcun ruolo pubblico importante, ad esempio Presidente di un Ordine professionale o della Camera di Commercio. Nemmeno è presidente di un’associazione o di un movimento civico. Quindi, ripeto la domanda: “Perché?” La risposta l’ho avuta subito iniziando a leggere l’articolo, quando l’autore dell’intervista ha ricordato che “il nostro” aveva il prestigioso incarico di coordinatore per Alleanza Nazionale dell’area Latina-Pontinia-Sermoneta, vale a dire il collegio uninominale in cui si candidava alla Camera dei deputati un certo Vincenzo Zaccheo, di cui si sono perse le tracce da parecchi mesi. Appena venuto a conoscenza della straordinaria esperienza politica-amministrativa vissuta dal “nostro”, mi sono ancora più appassionato alla lettura dell’intervista e, devo dire, non ne sono rimasto affatto deluso. Ho apprezzato molto la schiettezza con cui ha fatto l’elenco di tutte quelli del PdL che in provincia hanno problemi, più o meno seri, con la giustizia e la fermezza con cui ha stigmatizzato il fatto che il suo partito (sì il suo, perché “il nostro” sta nel PdL) non prenda alcun provvedimento. L’elenco era talmente lungo che “il nostro” si è dimenticato proprio di quello di Latina, vale a dire Maurizio Galardo, che è stato vice-sindaco nella giunta di quel Vincenzo Zaccheo che ho citato prima e Presidente della Fondazione Teatro, nominato sempre dal predetto disperso personaggio. Il mio apprezzamento per il profondo ed acuto intervento dell’ex coordinatore di area della defunta A.N. è cresciuto enormemente quando ha affermato, in sintesi, che uno che vuole fare il sindaco dovrebbe essere uno che nella vita ha lavorato e non ha campato di politica. Ho pensato subito che se tale criterio fosse stato applicato nel maggio del 2002 ci saremmo risparmiati gli infausti e dannosi 8 anni di quel tal Vincenzo Zaccheo che ho citato prima. Come non essere d’accordo poi con lui quando ha attaccato quelli che non hanno mai aperto bocca su Acqualatina quando presidente era Fazzone. Anzi, io avrei anche aggiunto che non solo non aprivano bocca, ma si spartivano i posti nel Consiglio di Amministrazione e nel collegio sindacale. Visto che ci sono preciso anche che nei due organi citati furono messe persone molto vicine sempre a quel Vincenzo Zaccheo di cui non si sente più parlare. Ma quello che veramente mi ha esaltato è stato il suo auspicio per il futuro, che riporto testualmente perché è di altissimo profilo, proprio come “il nostro”, ed è assolutamente condivisibile: “Ci vuole qualcuno che dia alla città la speranza di risollevarsi da uno stato di avvilimento e di mortificazione”. Effettivamente, dopo 8 anni di quel Vincenzo Zaccheo siamo tutti molto provati ed abbiamo una grande voglia di discontinuità rispetto al passato. Ma soprattutto, e qui mi rivolgo direttamente all’illustre personaggio che ha rilasciato l’intervista, non sopportiamo più di essere presi in giro.

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