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Rischio chiusura per la Nexans (ex Fulgorcavi) di Borgo Piave

La storica fabbrica che fu della Fulgorcavi rischia la chiusura e 200 dipendenti a spasso…

Sono anni che in questa azienda non si fanno che cassaintegrazioni e nessun investimento… I politici locali e regionali non si sono mai interessati al caso, sempre impegnati nelle loro lotte personali…

Anche i sindacati ci hanno messo del loro, firmando qualche anno fà (2006) un documento che permetteva lo spostamento di alcune produzioni a Battipaglia..

http://www.filcemcgil.it/upload/rte/2007/ACCORDI/GOMMA-PLASTICA/061215%20Nexans%20Accordo%20Quadro%20pdf.pdf

Insomma lo stabilimento di Latina, sede principale del gruppo Nexans in Italia non è stato in grado di ottenere forti investimenti…

A questo punto il prefetto di Latina D'ACUNTO convochi il commissario di Latina NARDONE, l'azienda e le organizzazioni sindacali provinciali e le RSU, e mettano l'azienda di fronte ai suoi impegni non rispettati.

Cerchino di strappare un piano industriale credibile.

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/cronaca_locale/latina/2010/05/16/1159308-nexans_consulenze_mirino.shtml?refresh_ce

«Nexans», consulenze nel mirino

Croci in legno sul prato davanti allo stabilimento di Borgo Piave.

Sono quelle piantate ieri mattina dai lavoratori della Nexans, da venerdì in assemblea permanente, per denunciare «la morte del sito produttivo locale». Una battaglia serrata, la loro, per evitare la chiusura della sede di Latina dove trovano occupazione 300 persone. Domani sono previste otto ore di sciopero. «È una situazione destabilizzante – sostiene Armando Valiani (Ugl) – La specializzazione del sito, avviata nel 2006, non è mai stata completata. Tra una settimana termineranno le commesse e il 31 maggio è prevista la scadenza dei contratti dei 30 interinali. Ci sono forse nuovi acquirenti per lo stabilimento?». Rumors parlano di un interessamento della Cosmari di Cisterna (consorzio smaltimento rifiuti) e di un'altra azienda che invece si occupa della lavorazione del vetro. «La società ha siglato dei contratti di consulenza con almeno 5 persone che sono in pensione da un mese – gridano i lavoratori – e alle quali hanno dato anche dei pc. Il tutto mentre noi, con contratti part-time, siamo qui a lottare per portare a casa lo stipendio». «Per il momento non c'è una comunicazione ufficiale sulla vendita del sito – sottolinea Roberto Cecere (Femca-Cisl) – e comunque ribadiamo il nostro "no" a progetti alternativi. Ricordiamoci che il Ministero del Tesoro è l'azionista di controllo di Enel, principale cliente di Nexans. I politici non possono venire qui solo in campagna elettorale». «Con la chiusura della Nexans – afferma il segretario cittadino del Pd di Latina Giorgio De Marchis – non si assiste solo alla cessazione del sito produttivo, ma anche alla fine delle possibilità di rilancio della provincia di Latina, che non riesce ad evitare alcun evento negativo. Il fatto drammatico, in questo caso, è che non si tratta dello spostamento all'estero degli impianti, ma di far ripartire la produzione nello stabilimento di Battipaglia. Nella provincia pontina si rileva quindi un dato territoriale che non funziona: all'interno della crisi generale, osserviamo uno stato di crisi particolarmente accentuato nel nostro territorio, che non riesce a scongiurare eventi di questo genere e a dare risposte al settore imprenditoriale e occupazionale».

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Alessia Freda

16/05/2010

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Nessuna risposta

  1. davide ha detto:

    Il fatto è che in Italia la rete di trasmissione ad altissima tensione (380 KV) non è più dell'ENEL, ma da qualche anno è della TERNA, società quotata in borsa e di cui l'ENEL controlla un misero 5%.
    Gli ultimi 1200 Km di rete a 380 Kv che ENEL aveva li ha venduti a TERNA nel 2009. Di fatto questa controlla il 95% di tutta la rete a 380 KV italiana.
    Questa società a differenza dell'ENEL non ha come azionista il governo che non può fare più di tanto pressione. Anche perchè i fondi per la costruzione di nuovi elettrodotti non sono statali, ma sono fondi aziendali e prestiti bancari, e danno gli appalti a chi vogliono.
    All'ENEL oltre la rete a bassa tensione, è rimasta solo la rete a media tensione e quella ad alta tensione fino a 150 KV.
    Non sò se la Nexans di Latina aveva gli impianti necessari, ma tanto per dire il cavo sottomarino del progetto SAPEI (che collega la centrale nucleare di Borgo Sabotino alla Sardegna i cui lavori sono iniziati nel 2008) è stato appaltato per un costo di diverse centinaia di milioni di euro alla Prismian (ex Pirelli Cavi).

    DAVIDE 

  2. davide ha detto:

    Ma perchè Antonio Pennacchi non fà un suo articolo su questa azienda, visto che ci ha lavorato quando ancora si chiamava Fulgorcavi?

  3. Ricki ha detto:

    Ecco un classico esempio del perchè non si dovrebbero MAI "liberalizzare"/privatizzare settori di questa importanza, che sono strategici nell'economia di un Paese!  Lo stesso dicasi per le Ferrovie, per l'acqua, etc…

    Ma è tollerabile che in settore così delicato si ceda tutto ad una società privata, la cui attività diventa così non più "frenabile"?  In questo caso poi rischiano di pagare anche soprattutto i lavoratori e le loro famiglie: è inaccettabile!

    Riccardo

  4. davide ha detto:

    x Ricky

    L'Italia ha seguito l'esempio inglese, cioè separazione proprietaria tra chi produce energia elettrica e chi la trasmette. Mantenere la trasmissione sotto il controllo dell'ENEL avrebbe potuto determinare abusi da parte dell'ex monopolista a danno degli altri produttori di energia elettrica.

    DAVIDE 

  5. davide ha detto:

    Non si capisce come mai visto che lo stabilimento è la sede centrale e commerciale della Nexans in Italia non si siano concentrate e consolidate le produzioni, ma anzi si sono trasderiti i cavi a bassa tensione a Battipaglia.

    Latina oggi mette sul piatto della bilancia un altra faccenda… quella del campanilismo territoriale, visto che i manager sono campani.

    Questo è un' altro problema degli stabilimenti di Latina. Molte multinazionali hanno manager e dirigenti romani o napoletani.

    E' ora di dire basta a questo stato di cose… E' ora che i lavoratori chiedano la rimozione di costoro e che vengano poste a capo delle aziende persone nate e cresciute nella nostra provincia, e che hanno avuto una crescita professionale interna all'azienda stessa.

    Sarà un caso che molte aziende che hanno delocalizzato o venduto erano gestite da napoletani?

    http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/18_05_2010/pag11latina.pdf 

    DAVIDE

  6. davide ha detto:

    NEXANS, i lavoratori: «E mo' che famo?»

    Teresa Faticoni
    I primi a prendere la parola sono i rappresentanti sindacali unitari Nexans. Alessandra Crociara e Cristian Della Portella della Ugl, Salvatore Chiera della Cgil e Michele Astore della Confail guardano in faccia i loro colleghi e chiedono unità. Dicono no a mobilità o cassa integrazione, ma come sottolinea la Crociara, «anche con un salario ridotto noi vogliamo lavorare». Poi è il momento di Armando Valiani, segretario Ugl chimici (con lui il segretario generale Ugl Claudio Durigon), che parla con il cuore: «Questo stabilimento ha aiutato l’economia pontina, qui hanno lavorato i nostri padri. Noi non vogliamo parlare di ammortizzatori sociali, ma di Nexans aperta. Vogliamo che ci spieghino il piano industriale». Che al momento non c’è anche se il fatto che le produzioni siano state spostate nel sito di Battipaglia dal management, tutto campano, e che da mesi non arrivano materie prime fa presupporre futuri non produttivi. Di più: le macchine lavorano a regime ridotto. Dario D’Arcangelis, segretario della Filctem Cgil (con lui anche Walter Cassoni), si rivolge ai politici. «Dalla vertenza Nexans bisogna creare la vertenza Latina. Faccio appello alle istituzioni a tutti i livelli: le famiglie vanno tutelate e protette con un serio progetto di sviluppo del territorio». Anche Pietro Galassi, segretario Confail, parla ai politici presenti: «Non si salvaguardate, non c’entra il colore, la politica è assente». Roberto Cecere, segretario Femca Cisl, chiede ai politici di non dividere il fronte dei lavoratori. «Siamo solo al primo minuto di gioco, la partita sarà lunga». Cecere propone di spostare il tavolo del 24 da Confindustria al Ministero dello sviluppo economico. Alla fine si decide per un comitato di sostegno alla negoziazione che affianchi le rsu. «Non lasciamo mai sola questa azienda». Il presidio, dunque, continua in vista della lunga marcia su Roma.
  7. maui ha detto:

    COMUNICATO STAMPA

     “Latina Sostenibile”

    Associazione di promozione Sociale  

    Uno sviluppo sostenibile per salvare la Nexans

     Si potrebbero utilizzare i cavi e i sistemi di cablaggio prodotti dalla Nexans per poter gestire il flusso energetico delle fonti rinnovabili   

    Uscire dalla crisi con una giusta strategia per disegnare il futuro del nostro territorio e lanciarlo verso un nuovo sviluppo. È proprio questo il momento per un deciso e coraggioso cambio di paradigma, che comporti scelte radicali in favore dell’innovazione. È questo il caso della Nexans, azienda multinazionale nel campo delle trasmissioni via cavo intenzionata a chiudere lo stabilimento di Latina. La soluzione si potrebbe ricercare creando delle opportunità e condizioni favorevoli sul mercato locale. “La Nexans produce cavi e sistemi di cablaggio di vario genere, – afferma Maurizio Patarini, Presidente di Latina Sostenibile – per reti di distribuzione d'energia. Oggi per lo sviluppo delle fonti rinnovabili si rende necessario una riconversione del nostro sistema di distribuzione elettrico, creando delle smart grid locali connesse tra di loro con software intelligenti in grado di gestire il flusso energetico a secondo della disponibilità della fonte. Questa tecnologia – continua Maurizio Patarini – è disponibile nel know how della Nexans e di poche altre aziende del settore. Per tanto si può immaginare di creare queste condizioni a livello locale, riprendendo il tema lanciato da LatinaSostenibile nel trasformare il nostro territorio in un laboratorio della Sostenibilità”. La Pubblica Amministrazione, su questo tema, ha una responsabilità senza pari. Non può farlo da sola, ma insieme a tutti gli attori sociali ed associazione di categoria, imprese, università e cittadinanza. Latina Sostenibile vuole andare oltre la sola riflessione tematica, proponendo azioni concrete sul territorio, già a partire dal caso Nexans, in modo da creare quelle condizioni durature che siano d’incentivo al mercato ed alle aziende che vi operano con merito e competenze, piuttosto che erogare incentivi a pioggia che risolverebbero il problema solo temporaneamente. Latina Sostenibile già nei giorni scorsi ha inviato lettera aperta (allegato 1) a tutti gli attori sociali dove si poneva la necessità di mettere a sistema la sostenibilità come soluzione alla crisi economica del territorio pontino.
    Maurizio Patarini
    Presidente Latina Sostenibile

    Allegato: Allegato_1.doc

  8. davide ha detto:

    L'ARCINORMALE – La Fulgorcavi e il grattacielo

    Lidano Grassucci
    Sono piccoli gli operai della Fulgorcavi per quanto è grande il grattacielo di Bianconi, 150 metri il secondo, meno di due quegli omini che stanno sotto. 148 metri di differenza tra l’ardire di un uomo, quel Roberto Bianconi che ha osato fare questo edificio e il dramma di uomini che non hanno diritto a sperare nel loro futuro. Le cose, i simboli, contano.
    La Latina della Fulgorcavi aveva l’audacia di Bianconi moltiplicato per 70 mila (più o meno erano questi gli abitanti della città), la Latina della Fulgorcavi si pensava piena di giganti da 150 metri quanto la Latina di oggi si pensa piena di piccole disperazioni. Gli operai della Fulgorcavi erano una elite operaia, avevano accanto quelli delle Fonderie Genovesi e allora le fabbriche non chiudevano ma aprivano. Quando finiva il turno c’era l’ingorgo di macchine, oggi c’è l’ingorgo per andare al centro commerciale. Da produttori ci hanno trasformato in consumatori, pure tristi.
    Gli operai della Nexans vanno da Bianconi gli chiedono di salire sull’unico gigante che resta del sogno dei giganti (parafraso Antonio Pennacchi, spero non me ne voglia). Si sente il vento forte a 150 metri da terra, lo stesso che si sentiva da basso quando le case erano poche.
    Borgo Piave era un polo industriale, sembrava Lambrate che dava il nome agli scooter che osavano sfidare le Vespa della Piaggio. Ora le fanno in India le Lambrette, le Vespa in Vietnam e i fili? Boh, i cavi li faranno in Cina. Cosa resta a noi? Una idea di cosa potevamo fare e non abbiamo fatto, resta l’idea di un futuro del fare che ci è negato, contano i rating e non cosa fai, contano i numeri virtuali sui bilanci e non la quantità dei pezzi prodotti. Mi spiegarono, tempo, fa durante una riunione in Camera di Commercio a Latina che la “ricchezza futura sarà immateriale”, quelli del Mof, mi pare ci fosse Enzo Addessi, guardarono lo scienziato di turno perplessi: “e cosa ci mangiamo, l’immateriale?”.
    Forse qualcuno dirà agli operai della Nexans che domani e nei giorni a venire mangeranno “immateriale”, forse dovremmo ripensare questi luoghi comuni e tornare a lavorare: a Borgo Piave si faceva grano, poi ghisa e fili di rame, ora è deserto sotto al grattacielo. Il grattacielo guarda Borgo Piave come le statue dell’isola di Pasqua guardano il mare…
    I giganti son diventati piccoli uomini senza speranza, uomini soli.  

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  9. davide ha detto:

    martedì 25 maggio 2010

    ALzata di scudi per la nexans

    Teresa Faticoni
    Il day after l’annuncio ufficiale della chiusura della Nexans è tutto un fiorire di dichiarazioni, di manifestazioni di solidarietà. Ieri mattina si è tenuta l’assemblea sindacale nel sito di Borgo Piave durante la quale le parti sociali hanno spiegato ai lavoratori gli esiti dell’incontro di lunedì pomeriggio al ministero del lavoro il quale ha sostanzialmente chiesto alla Nexans di ragionare a bocce ferme. Ma i lavoratori hanno deciso di mantenere il presidio davanti alla fabbrica per evitare che vengano portate via le produzioni che comunque vanno avanti fino a fine mese. Intanto il segretario nazionale della Femca Cisl, Colombini, che ieri era a Latina, ha coinvolto per il primo giugno, quando si terrà un nuovo incontro a Roma, tutti i lavoratori del gruppo in uno sciopero di otto ore. Quelli di Battipaglia, preoccupati anche essi per il proprio futuro, hanno già aderito. « Ho la sensazione che Nexans si stia giocando questa partita su due tavoli separati», dichiara Dario D’Arcangeli segretario Filctem Cgil in riferimento alla dichiarazione dell’ad Italia della multinazionale, Giuseppe Borrelli rispetto alla volontà, riconfermata anche ieri, di voler collaborare per ridurre al minimo l’impatto sociale. Può voler dire che il management ha un percorso già scritto, ma che rivelerà solo il primo giugno. Magari una riconversione del sito. «Noi abbiamo un know how importante e vogliamo continuare a produrre cavi», dice Armando Valiani, della Ugl chimici. E se fosse un ricorso agli ammortizzatori sociali? «Non si può fare la trattativa con la pistola puntata alla testa», tuona Roberto Cecere della Femca Cisl. Intanto i ragazzi di Casapound hanno indetto una manifestazione virtuale di protesta su facebook: chi vuole può mettere nel proprio avatar un logo “la Nexans di Latina non si tocca”. «Mi metto  a disposizione affinché anche la Regione incontri i sindacati», dice il consigliere regionale Giovanni Di Giorgi dopo che la Polverini sembra che si stia lavando le mani di questa vertenza. «Siamo nell’emergenza occupazionale ed emerge la debolezza del territorio pontino», commentano invece Giorgio de Marchis e Loreto Bevilacqua del Pd. La deputata Sesa Amici, come anche Di Pietro, si è impegnata a presentare una interrogazione parlamentare in merito.  Solidarietà e proposte sono arrivate anche da Alessandro Aielli, Alleanza per l’Italia, e Renato Malinconico di Sinistra e libertà.

    0 commenti

  10. davide ha detto:

    Ieri l'assemblea dei lavoratori con i segretari nazionali

    Chiusura «Nexans»: sciopero generale il primo giugno

    Sindacale Operai e sindacati sono pronti a protestare presso il quartier generale di Parigi

    Alessia Freda Sciopero generale di otto ore fissato per martedì primo giugno, in occasione del nuovo tavolo di confronto tra società e sindacati previsto al Ministero dello Sviluppo economico. È quanto hanno deciso ieri mattina i 180 operai della Nexans di Latina in accordo con i segretari nazionali di Ugl, Femca-Cisl e Filcem-Cgil e le rispettive segreterie locali alle quali si aggiunge pure la Confail. In ballo c'è il futuro occupazionale di 300 persone, tra dipendenti e indotto. Lunedì la multinazionale francese ha ufficializzato la decisione di voler chiudere lo stabilimento di Borgo Piave per trasferire la produzione dei cavi a Battipaglia, che gli operai pontini hanno definito «il capannone di Latina» considerate le sue dimensioni ridotte. La tensione cresce e i lavoratori sono pronti a manifestare davanti a Palazzo Chigi. «Lo stabilimento di Latina, nel 2008, era riuscito a chiudere il bilancio quasi in attivo contrariamente agli anni precedenti – affermano gli operai – Poi nel 2009 è arrivata la crisi mondiale che ha vanificato i progressi fatti. Il mercato nazionale e internazionale sta puntando sulle fonti di energia alternative e rinnovabili come l'eolico e il fotovoltaico. Quasi tutti i sistemi di sfruttamento delle fonti alternative necessitano di cavi di media tensione. Ora, visto che i cavi di media tensione sono sempre più richiesti sul mercato e Latina è specializzata nella loro costruzione, perché i vertici aziendali hanno deciso di chiudere Latina?». E inoltre: «L'azienda sostiene di aver investito su Latina 7 milioni di euro per la specializzazione del 2006: ma di cosa stanno parlando?». Il segretario nazionale dell'Ugl, Luigi Ulgiati sostenuto dai segretari locali Armando Valiani e Claudio Durigon: «Le multinazionali ormai ci hanno abituati a queste comunicazioni che gelano le speranze dei lavoratori. Vogliamo parlare con i responsabili di Parigi. Sono venuti qui nel 2006 per l'accordo sulla specializzazione del sito e ora devono tornare a Latina. Continua il presidio e la lotta dei lavoratori». Il segretario nazionale della Femca-Cisl Angelo Colombini affiancato dal segretario provinciale Roberto Cecere: «Questa è una vertenza lunga e difficile. I tempi sono stretti. Se i dirigenti francesi non vengono qui, allora andremo noi a Parigi». Il segretario nazionale della Filcem-Cgil Stefania Pomante, affiancata dai segretari locali Dario Darcangelis e Salvatore D'Incertopadre: «Il futuro di Battipaglia, senza Latina, non potrà essere lunghissimo. Finché la trattativa non è chiusa, non possiamo parlare di cassa integrazione o alternative. L'accordo del 2006 prevedeva il mantenimento ed il consolidamento dei siti industriali ed è quello che dobbiamo portare avanti anche adesso. No alla guerra tra poveri tra Latina e Battipaglia. La casa madre deve proporre un'alternativa alla chiusura dello stabilimento di Borgo Piave». Intanto continuano il presidio e le produzioni (una commessa dalla Romania, ndr) che però non usciranno dallo stabilimento di Borgo Piave. Il segretario dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha anche annunciato ai lavoratori che presenterà una interrogazione parlamentare sul caso.

    26/05/2010

  11. davide ha detto:

    Lettera aperta di Pennacchi a Fazzone sulla Nexans

    di ANTONIO PENNACCHI

    Egregio senatore Fazzone,

    oramai lo sanno tutti che a Latina non si muove foglia che Lei non voglia: lo so io, lo sa Lei e lo sa tutta Italia, a cui la stampa nazionale lo ha giustamente fatto sapere. Lei qui decreta quando e come vuole, decide la vita e la morte d’una giunta e d’un consiglio comunale, Lei li fa e poi li disfa, come si suole dire. “Andate dal notaio e dimettetevi!”. E quelli obbediscono all’istante. Non solo i suoi, ma pure quelli dell’opposizione, che mentre il capo loro, Bersani, a livello nazionale cercava la sponda con Fini e coi finiani, loro qua la sponda la facevano con Lei che è di Berlusconi e che i finiani li stava squartando (roba che davvero dal barbiere la gente si chiedeva in quei giorni: “Ma quanto gli avrà dato ai Pd, Fazzone?”). Ora – dopo averli tutti dimessi – ora i giornali dicono che Lei sarebbe giustamente indaffarato a ricercare per noi il nuovo sindaco di Latina. E’ difatti Lei che deciderà il nome del nostro primo cittadino. Senza la Sua benedizione, non lo potrebbe fare nemmeno Barak Obama. E allora tutti lì in processione da Lei a dirle: “Fammelo fare a me, che sarò il meglio servitore tuo”.

    Ora però lei capisce – senatore Fazzone – che per il pur umile cittadino di una communitas di 120mila abitanti fondata dal nulla e dalle acque dai propri diretti genitori, è un po’ umiliante doversi sentire sotto il protettorato di qualcuno che abita in un altro paese e ben più piccolo. Non è bello – mi creda – doversi sobbarcare sulle spalle il peso d’un sindaco finto, che non sarà mai il sindaco vero che risponde alla comunità che lo ha eletto ma una specie di viceré o governatore, che per ogni piccola questione dovrà venire a chiedere il beneplacito a Lei in quel di Fondi. Abbia pazienza, senatore Fazzone, ma questa cosa nel XXI secolo è oscena sia per noi che per Lei.

    E allora a questo punto io avrei un’idea e una proposta: ma perché non si candida direttamente Lei a sindaco di Latina? Viene qua, prende i voti – magari ci si trasferisce pure, prende casa, magari solo dal lunedì al venerdì – però affronta le questioni e le decide in pieno imperium e soprattutto in piena competenza. Io sarò sempre oppositore suo, ma le prometto che sarò oppositore onesto e costruttivo. Pure a me conviene che Lei divenga sindaco effettivo e non m’imponga invece un imbecille per procura, un re travicello. Almeno verrò da Lei e le dirò: “Voglio più eucalypti sulle fasce frangivento, rivoglio la ciclabilità da e per Latina da ogni Borgo, voglio un nuovo Prg”, e Lei mi dirà “Questo sì e questo no”. Ma almeno saprò che quando ha detto sì o no, quella è la parola del sindaco di Latina e non d’un pupazzo di legno, che dovrà venirLa a cercare ogni volta, per poter decidere. Sempre poi come la trova quel giorno, e non sia mai che cambi pure idea quando quello è ripartito. Ma che si può fare questa storia – senato’ – che mentre quello magari già sta al Frasso, Lei lo richiama al telefonino: “No, ciò ripensato”? Si candidi Lei e finiamo la questione. Venga a fare di persona il sindaco a Latina e non ne parliamo più.

    Intanto però, senatore Fazzone, c’è un’urgenza che preme e che tutti quegli altri – è un ceto politico, il nostro, in cui purtroppo, come sa, non abbonda il Q.i. – non sembrano avere affrontato nel modo giusto, ed è la questione della Nexans.

    Lei dirà che è solo l’ultima delle decine e decine di fabbriche, con migliaia e migliaia di lavoratori, che negli anni questo ceto politico ha visto chiudere senza saperne difendere nessuna. Tutte le hanno lasciate morire. Battendosi il petto, facendo la faccia triste davanti ai lavoratori e sciacquandosi la bocca con gli “ammortizzatori sociali”. Ma senza riuscire a inventarsi un’idea sola per sapersene davvero difendere qualcuna. E così stanno facendo per la Nexans, l’ex Fulgorcavi di Latina-Borgo Piave, una delle prime fabbriche dell’Agro Pontino.

    Senatore Fazzone, la Nexans si può salvare. Non sta scritto da nessuna parte che deve morire per forza. Si può salvare solo se Lei lo vuole. Basta che Lei vada – se il livello dei suoi rapporti non sono solo millantazioni – basta che lei vada da Berlusconi e gli chieda di chiamare Sarkozy. E’ vero o non è vero – come dicono tutti i giornali – che il governo italiano, avendo appena deciso il ritorno al nucleare, ha deciso di farlo in partenariato con la Francia, firmando tanto d’accordi Berlusconi-Sarkozy? E in questo nucleare francese – in cui noi entriamo mettendo i soldi – non ci stanno tutti gli champions nazionali del capitalismo francese, a partire dall’Alcatel che è la stessa casa-madre della multinazionale Nexans che fa i cavi in tutto il mondo, compresi Battipaglia e Latina-Borgo Piave? Sono gli stessi. Sono sempre loro. E allora Berlusconi chiamasse Sarkozy e gli dicesse: “Ma che partenariato è? Io faccio insieme a te il nucleare, e intanto tu mi chiudi la Nexans a Borgo Piave? Le centrali nucleari servono per fare la corrente, ma i cavi servono per trasportarla. Valla a chiudere in tutto il mondo allora, valla a chiudere dove ti pare, ma Latina-Borgo Piave non si tocca”.

    Questo gli deve dire, senatore Fazzone, perché se lei è un guappo vero e non un guappo di cartone – buono solo a muoversi coi pupazzi nostri e con Striscia la notizia – lei ci deve salvare la Nexans. E’ un’operazione che si può fare, non è un’operazione impossibile (Lei pensi solo se fra tre anni ci tocca riciucciarci una nuova centrale nucleare, mentre intanto adesso gli lasciamo chiudere tranquillamente la fabbrica di cavi elettrici lì vicino, stesso padrone, stessi soldi misti, nostri e francesi: noi le spese – i disoccupati e le fabbriche chiuse – e loro i guadagni. Lei pensi che figura da baluba, da selvaggi che freghi con le collanine di vetro). Ed è un’operazione che solo Lei – verificata oramai la nullità di tutti gli altri zimbelli in campo – solo Lei può fare. La faccia, senatore Fazzone: salvi la Nexans e poi venga a fare il sindaco di Latina. Meglio il Diavolo in persona – in fin dei conti – che un suo sottoposto meschinetto e pasticcione. Ma intanto salvi la Nexans, se è davvero Quello che dicono.

    Se invece è solo di cartone e la Nexans muore, il Dio degli Eucalypti la strafulmini ogni volta che si impiccia di Latina: “Che t’impicci a fa’, se pure tu non conti un #CENSURA#?”.

     

  12. Ricki ha detto:

    In un mio modesto contributo del 14 u.s., nel settore "Argomenti vari", avevo scritto quanto segue:

    "Devo dire che pur abituato a tante bassezze e schifezze "scodellate" a me ed ai miei ex concittadini di Roma dai politici di Roma e provincia, ho capito, leggendo negli ultimi tempi qualche quotidiano di Latina, specie Latina Oggi, che il peggio non è mai morto… Dopo la caduta della giunta Zaccheo sto assistendo ad un festival di porcate, agguati, congiure, lecchinaggi da consumarsi la lingua in tre giorni, nuove correnti, scomuniche, e chi più ne ha più ne metta…su tutti, la medaglia del peggiore credo la meriti, e con distacco, CLAUDIO FAZZONE!   Credo di aver capito, già dai tempi del mancato scioglimento (da lui "vietato" del Consiglio comunale di Fondi, fortemente sospettato di infiltrazioni mafiose, che è un personaggio deleterio al massimo grado… forse abile, sicuramente spregiudicato e dotato di misteriosi poteri di convincimento, dato che, da quel che leggo, riesce sempre, prima o dopo, in un modo o nell'altro, a fare quel che vuole e soprattutto a "convincere" gli altri a fare quel che vuole lui… le vicende delle squallide e tristi manovre di corrente di questi giorni ne sono la prova… credo che in un paese civile questo individuo meriterebbe di essere "attenzionato" da parte del Ministero dell'Interno… e messo in condizione di non nuocere… Ho imparato a riconoscere i tipi che counque avranno sempre partita vinta… e credo che il futuro sindaco di Latina sarà un personaggio (il peggiore possibile, ovvio) imposto da FAZZONE…"

    Leggendo ora la lettera aperta di Antonio Pennacchi a Claudio FAZZONE che Davide ci segnala (grazie) devo concludere che le mie impressioni non erano evidentemente sbagliate…

    Allo stesso modo, mi vengono rafforzate le mie impressioni, fortemente negative, oltre che sui partiti di c.d., anche sul  P.D., che mi pare proceda qui a Latina come a livello nazionale, alternando reazioni tremebonde a complicità col "nemico" più o meno manifeste…; dei partiti a sinistra del P.D. non parlo perchè sono scomparsi dai media e non solo, quindi non posso nemmeno giudicarli…

    La proposta di Pennacchi (che non conosco), mi pare abbia paradossalmente una sua logica, sia pure perversa…., della serie:  meglio vedere e lottare col nemico (in questo caso senza virgolette) guardandolo in faccia che essere presi per i fondelli da un venduto testa di legno qualsiasi, mentre gli "amici" ti pugnalano alle spalle…

    Riccardo

     

  13. Ricki ha detto:

    Quanto alla proposta di sfruttare il credito di Fazzone per far telefonare Berlusconi a Sarkozy e barattare il si per il nucleare col salvataggio per la Nexans… ovviamente non sono d'accordo!   Vogliamo, per evitare un male, beccarcene uno peggiore? Tanto non c'è bisogno……lui  (Berlusconi) dice di avere un tale carisma, fascino e amicizia che il suo amichetto Sarkozy lo accontenterà "a gratis"….senza contropartite……..o no?

    Riccardo

  14. davide ha detto:

    Totalmente d'accordo con Pennacchi. Purtropo a Latina i politici sono una massa di quacquaraquà senza palle…

    http://www.latina24ore.it/altre-notizie/6833-pennacchi-i-beccamorti-la-nexans-e-il-nucleare.html

    Domenica 06 Giugno 2010 19:06

    http://www.latina24ore.it/altre-notizie/6833-pennacchi-i-beccamorti-la-nexans-e-il-nucleare.html', 'PENNACCHI: I BECCAMORTI, LA NEXANS E IL NUCLEARE'); " onmouseout="addthis_close();"> 

    di ANTONIO PENNACCHI

    Io adesso non lo so se sia vero o meno che i lavoratori della Nexans di Latina (ex Fulgorcavi) abbiano menato i loro dirigenti aziendali. Se è vero – e a parte il fatto che magari quei dirigenti se lo fossero pure meritato – è un fatto che va severamente condannato: in primo luogo perché sennò mi denunciano anche a me per apologia di reato, e in secondo luogo perché i primi da menare, eventualmente, erano i politici di Latina, soprattutto i consiglieri “dimissionari” che con la loro furbizia che manco il callido Ulisse (penso soprattutto a quelli di sinistra) hanno di fatto privato i lavoratori della Nexans anche d’uno straccio di sindaco che ne potesse a pieno titolo assumere le difese e la rappresentanza. Mo’ da chi vai: dal commissario? Dal commissario di pubblica sicurezza ti manderei io.

    Ma non è tutto. Questo intero ceto politico-sindacal-imprenditoriale che ci è capitato in sorte, come si sta movendo sulla crisi Nexans? Si sta movendo come tutte le altre volte – in tutti questi anni – in cui una ad una si sono sgranate le decine e decine di altre fabbriche che pure avevamo. Si sono sempre mossi da becchini d’antan che – registrato il decesso – si limitavano a seppellire i morti, consolare in qualche modo i feriti e spartirsi le spoglie dei defunti. E così pure per la Nexans adesso già si sente il coro di chi pensa a dividere o scorporare lo stabilimento – “In questo capannone ci possiamo fare questo, in questo ci faremo quest’altro” – o a chiedere a Nexans un obolo in più per la liquidazione o per ricollocare i lavoratori (“A te ci penso io, a quell’altro ci pensa il sindacato suo”) o addirittura a fare di tutto il sito una centrale di compostaggio, un bel deposito per la monnezza. Tu pensa che geni. Per loro la Nexans è già chiusa e stanno solo pensando a come mettere un po’ di vaselina ai lavoratori.

    Ce ne fosse uno che giochi all’offensiva e che dica: “No, la Nexans non si chiude perché il suo pane può ancora guadagnarselo benissimo facendo cavi. Anzi, deve reinvestire e mettere macchine nuove e fare nuove assunzioni, perché se a Latina tu devi rifare la nuova centrale nucleare, è giusto che a Latina tu faccia pure i cavi elettrici per trasportare la corrente. Perché li devi andare fare in Germania o a Battipaglia?” (per inciso, il management di Nexans Italia – quello che ha deciso di chiudere Latina e trasferire ogni cosa a Battipaglia – è tutto casualmente d’area campana. Poi dice perché quelli di Latina gli hanno menato. La centrale però la faranno da noi, mica a Battipaglia).

    Il dramma vero è che anche sulla centrale nucleare il nostro ceto politico-sindacal-imprenditoriale latinese sembra sapersi comportare solo come un ceto di beccamorti. Il nucleare difatti può piacere o non piacere, ma oramai pure i bambini sanno che se vuoi restare un paese sviluppato, tu puoi pure riempire tutte le montagne d’Italia con l’eolico e tutti i campi agricoli con il solare, ma più del 6 o 7 per cento del fabbisogno energetico nazionale non potrai mai soddisfare. La pietra filosofale, come si sa, non esiste, e tolto l’idroelettrico ed il geotermico (che più di tanto non possono più crescere) l’85 per cento del tuo fabbisogno energetico – che è peraltro destinato ad aumentare – dovrai sempre andarlo a prendere da qualche altra parte: carbone, petrolio, gas o nucleare. Scegli tu. Ed è per questo che ogni volta che sento una povera bestia o un ciarlatano parlare di green economy o di energia pulita, io non posso non pensare che sia pagato dalla lobby dei petrolieri o quanto meno che sia un interista. Quello cià i giocatori da paga’, e solo Moratti e gli amici suoi ci possono guadagnare da un nuovo stop al nucleare. Noi no. Noi cittadini la corrente la pagheremmo di meno.

    Comunque e in ogni caso – piaccia o non piaccia il nucleare – l’Italia ha ufficialmente deciso il ritorno a questa tecnologia. Berlsuconi ha già firmato con Sarkozy. Torneremo al nucleare insieme ai francesi. Dandogli ovviamente dei soldi. E nel nucleare francese – in cui noi adesso andiamo a mettere i soldi – c’è Alcatel, che è guarda caso padrona di Nexans. A Latina però non c’è un solo beccamorto – parlo dei politici ac similia – che si dichiari favorevole o quano meno disponibile al nucleare. Tutti contrari. E tutti giurano e spergiurano che non consentiranno mai al governo o a chicchessia di rifare una nuova centrale nucleare a Latina-Borgo Sabotino: “Manco ai cani!”. E giù gli applausi della gente.

    Eppure sanno bene tutti quanti che se parte davvero il piano nucleare – come partirà poiché deciso, a meno che Moratti non s’inventi una nuclearopoli – la prima centrale te la becchi proprio tu qui a Latina, perché se già cinquant’anni fa l’Eni di Mattei (che era una cosa seria) ti individuò come il sito più adatto e più sicuro di tutta Italia, non si capisce perché adesso la dovrebbero andare a fare da un’altra parte, considerato che qui ci sono già pronti pure tutti gli elettrodotti. No, rivanno a fare da un’altra parte anche le linee dell’alta tensione per far piacere a te? Ma tu sei scemo.

    I nostri beccamorti ovviamente lo sanno benissimo – mica ci vuole per forza uno scrittore, lo capisce pure un ragazzino, appunto – ma che gliene frega a loro? Loro adesso hanno solo paura di quel che gli può dire la gente. E allora raccontano le #CENSURA#cce e dicono che non la faranno mai fare. Poi – quando invece si farà – diranno come sempre che gliel’hanno imposta: “E’ colpa del governo centrale, io ero contrario, non la volevo, ma che ci posso fare?”. E noi ce la beccheremo comunque e in ogni caso ai prezzi e alle condizioni che avranno deciso altrove – “Tu eri contrario!” – compresa la chiusura della Nexans. Ecco perché “beccamorti”: perché aspettano solo, per muoversi, di vedere il cadavere ben steso e freddo sulla tavola di marmo.

    Ma muoviti prima, benedett’Iddio! Parla chiaro alla gente, non dire le bugie, di’ la verità anche se sgradevole; ma poi vai a contrattare in anticipo, parti in contropiede, vai al contrattacco: “Vuoi fare la centrale? Va bene, siamo disponibili, eccoci qua: però tu ci devi fare anche il porto, l’aeroporto, ci devi rimettere altre industrie in zona e devi dare la corrente aggratis a tutti i cittadini di Latina. E soprattutto intanto non devi più chiudere la Nexans: va’ a chiudere a Battipaglia, va’ a chiudere dove ti pare, ma qua mi devi mettere altre macchine ed altre linee di produzione, mi devi fare pure nuove assunzioni, devi tornare ai mille dipendenti di quand’era ancora Fulgorcavi”. Questo è un politico che si rispetti, sennò sei beccamorto e basta. Andate a fare i picchetti sotto palazzo Grazioli coi lavoratori della Nexans, legatevi con le catene, fatevi menare dalla celere, ma non venite via da là – Fazzone e Moscardelli in testa – se prima Berlusconi non ha chiamato Sarkozy: “A Sarkozy, ma a che gioco giochiamo? Lo vuoi fare o no sto nucleare insieme a me? E allora di’ ad Alcatel che non stia più a rompere i coglioni alla Nexans di Latina”. Sennò andate a lavora’ al cimitero, ma non vi presentate più alle elezioni.

  15. Ricki ha detto:

    x Davide

    ho letto il tuo lungo ed energico  scritto con molto interesse….posso dire che condivido molte delle cose che hai scritto….ed apprezzo nella circostanza la passione civile che dimostri….. devo solo eccepire alcune affermazioni, quali ad es. questa:  "ogni volta che sento una povera bestia o un ciarlatano parlare di green economy o di energia pulita, io non posso non pensare che sia pagato dalla lobby dei petrolieri";  già in altre occasioni ho notato che hai la tendenza ad usare termini dispregiativi per chi non la pensa come te…te l'ho fatto notare con forza ed ho preferito per un po' non rispondere più ai tuoi interventi… E' solo un problema di troppa foga, che ti fa emettere certi vocaboli e pensieri, che magari a te non sembrano offensivi ma solo gergali?  Mi piacerebbe capirlo…perchè è un peccato…così danneggi la tua immagine mentre spesso scrivi cose interessanti, anche se non mi trovano sempre d'accordo, ma questo non importa…anzi, mi arricchisce e stimola di più parlare con chi non la pensa esattamente come me!   Tu sostieni che chi "abbraccia" e difende il nucleare è pagato dai petrolieri?  Beh…io lo faccio da un po' ma il mio C/C non è migliorato…anzi…sai che ti dico?  Visto che negli ultimi tempi le mie risorse si sono pericolosamente assottigliate, se c'è un PETROLIERE che vuole pagarmi                          il mio IBAN è il seguente:   IT 90 N 03002 05211 000011068207 EUR  (Petrolieri! scatenatevi con le offerte!…)

    Mi sembra strano che "anche riempendo i monti di pale eoliche ed invadendo tutti i campi di pannelli solari si produrrebbe al massimo il 7% del fabbisogno di energia".

    Concludo ripetendoti che per tutte le altre importanti argomentazioni che hai esposto sono TOTALMENTE d'accordo!

    saluti

    Riccardo

  16. michfabi ha detto:

    per Antonella e Riccardo: credo che sia un equivoco. Il link proposto dal famoso DAVIDE – http://www.latina24ore.it/altre-notizie/6833-pennacchi-i-beccamorti-la-nexans-e-il-nucleare.html – ha un testo che lo stesso DAVIDE ha riportato nel suo post. Le posizioni sono di Pennacchi, quindi!

  17. Ricki ha detto:

    Grazie per la precisazione…..

    Riccardo

  18. Ricki ha detto:

    ..nel mio penultimo intervento avevo scritto:    "Tu sostieni che chi "abbraccia" e difende il nucleare è pagato dai petrolieri?"  Beh, è stato un errore materiale, volevo scrivere:  "Tu sostieni che chi "abbraccia" e difende le energie alternative è pagato dai petrolieri?"

    Anche perchè io sono un sostenitore, da sempre delle energie alternative!

    Tanto per la precisione

    scusate

    Riccardo

  19. davide ha detto:

    http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/06/latina-saracinesche-abbassate-passa-il.html

    sabato 12 giugno 2010

    LATINA – Saracinesche abbassate, passa il corteo Nexans

    Teresa Faticoni
    Cominciamo dalla fine. Da quando Alessandra Crociara, rsu della Nexans, ha aperto il comizio sul palco allestito sotto la prefettura. «Lentamente muore…». Contro lo stillicidio del lavoro trasferito dove costa poco e rende moltissimo, ieri Latina si è stretta ai lavoratori della ex Fulgorcavi. L’appuntamento era alle 10 in piazza della Libertà, con la manifestazione Sos lavoro e occupazione. I ragazzi della Nexans, però, da molto prima urlano cori e slogan. «Nexans ascolta Latina non si tocca», «Sveglia, Latina sta morendo». Il corteo parte puntuale, in testa ci sono le istituzioni che hanno lanciato una risposta univoca. Tommaso Conti, sindaco di Cori; Sergio Mancini, sindaco di Norma; Giovabattista Onori, assessore di Bassiano; Eligio Tombolillo, sindaco di Pontinia; Dandolo Conti in rappresentanza del Comune di Nettuno; Massimo Treiani da Aprilia; il sindaco di Sezze Andrea Campoli; l’assessore Pecchia da Terracina; Biagio Coppa per il Comune di Fondi; l’assessore Silvio D’Arco con la fascia blu della Provincia di Latina; l’assessore Enrico Tiero; i consiglieri provinciali Silvano Spagnoli, Fausto Nuglio, Memmo Guidi, Enzo Eramo; i consiglieri regionali Claudio Moscardelli e Giovanni Di Giorgi; tanti esponenti di partiti politici (il Pd sfila con due striscioni quello del partito guidato dal segretario Giorgio De Marchis e quello dei giovani democratici) a dire che non si può portar via così il futuro di questo territorio. Il lungo corteo dei lavoratori, molti dei quali hanno con sé la famiglia e i bambini che partecipano a quella che sembra loro una bella festa, si apre con Cristian Della Portella, rsu di fabbrica che con un microfono incita i suoi colleghi alla contestazione, ed Eugenio Siracusa, che a Borgo Piave ci lavorava. Adesso è sindacalista, ma nel megafono urla e urla la rabbia di tanti suoi colleghi. Al passaggio del corteo i commercianti di latina abbassano le serrande dei negozi in segno di partecipazione. C’è tanta gente comune, venuta qui a portare la sua solidarietà a questi giovani (l’età media di coloro che stanno rischiando il posto di lavoro si aggira sui 40 anni), ci sono i padri e le madri di questi ragazzi con lo sguardo ombrato (molti hanno lavorato a Borgo Piave), le organizzazioni sindacali sono rappresentatissime; ci sono le ragazze della Playtex che intonano Bella ciao alternandola con Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte; i dipendenti della Shopping global center ex Dublo; quelli della ex Bristol ora Corden Pharma; qualche lavoratore ex Tetra pak, qualcuno licenziato da Janssen, qualche ex Gambro ora Scm; ci sono i ragazzi della Wyeth; quelli della Meccano; quelli della Selex; della ex Pettinicchio; una delegazione dei Comitati riuniti agricoli. Troppi “ex” a sfilare nelle vie del centro di Latina, a raccontare di un territorio la cui unica vocazione, checché ci vengano a raccontare, è quella industriale. E invece lo hanno trattato come una #CENSURA#, sfruttato e abbandonato. Senza nemmeno lasciare i soldi sul tavolino quando sono andati via. Le forze dell’ordine al gran completo vigilano sulla serenità di tutti. E infatti tutto scorre lento, ma non inesorabile. «La Nexans di Latina non deve chiudere», urlano dal palco i lavoratori che si alternano. La prima canzone è “L’isola che non c’è” di Bennato. Un applauso scioglie la tensione, qualche lacrima si mischia alla pioggia e al sudore. Un minuto di silenzio è il tributo ai morti sul cantiere di venerdì a Itri. «Antonio uno di noi», urlano i ragazzi della Nexans allo scrittore Antonio Pennacchi che sul palco parla da intellettuale. Alla fine qualcuno consegna al prefetto un documento. Si riparte da qui, da queste facce, da questa gente che chiede un diritto garantito dalla Costituzione.

  20. davide ha detto:

    http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/06/filologico-la-censura-degli-scellerati.html

    filoLogico – La censura degli scellerati


    Maria Corsetti
    A Latina è morta l’idea della libertà di pensiero. Della libertà di espressione. Del diritto di chi ascolta di stare a sentire. Anche se a qualcuno dà fastidio. Ieri alla manifestazione contro la chiusura della Nexans Antonio Pennacchi doveva essere il testimonial di eccezione. Pennacchi, uno dei massimi scrittori italiani, ex operaio Fulgorcavi, oggi Nexans. Sul palco Pennacchi interviene e dice che le fabbriche devono stare aperte, che le fabbriche sono necessarie per andare avanti. Il che per le orecchie dei dipendenti di una fabbrica che sta chiudendo va bene. Va un po’ meno bene per chi sogna  di vivere nell’eden perduto, dove la manna scende dal cielo (variando ogni giorno sul menù, mica vorrai sempre lo stesso sapore), mentre dalle fontane guizza champagne. Ma buon viso a cattiva sorte ha voluto che, sebbene a fatica, si ingoiasse il teorema della necessità delle fabbriche. Se il principio è di stare lì a difenderne una, che Pennacchi esageri pure. Poi l’orrore, Pennacchi osa parlare di centrali nucleari. Di Enrico Mattei che l’aveva fatta proprio qua, a Borgo Sabotino, dell’elettricità che produceva, del ritorno all’energia atomica. Che produce la Nexans? Cavi. A che servono i cavi? A portare l’elettricità. Se l’elettricità non c’è i cavi non servono. Giusto? Sbagliato? Condivisibile? Un’opinione, un punto di vista. Ma più di qualcuno stava friggendo, il malessere serpeggiava tra chi si era fiondato sul palco per farsi vedere meglio. Una ragazza tenta di prendere in mano la situazione: «Antonio sta per concludere il proprio discorso», rassicura. Effettivamente Antonio si avvia alla conclusione, ma ha ancora qualcosa da dire. La ragazza interviene di nuovo «Grazie Antonio». Come si fa con i relatori petulanti dopo tre quarti d’ora di intervento (Pennacchi parlava da una decina di minuti, con una dialettica che di certo non annoiava). Infine la soluzione drastica: qualcuno spegne l’audio del microfono. E lì è morta la libertà. L’ha uccisa la mano che ha escluso l’audio. Mentre tutta l’Italia si indigna per la questione delle intercettazioni telefoniche.
    Ps: ho sempre pensato che le centrali nucleari in Italia non avrebbero mai chiuso se i dipendenti avessero rischiato di rimanere senza lavoro. Che il referendum avrebbe avuto un esito diverso, e dubito anche che si sarebbe arrivati a un referendum, se a tutta quella gente fosse stato detto: «un annetto di mobilità, quindi la cassa integrazione e poi sono affari tuoi». 
  21. davide ha detto:

    http://www.latina24ore.it/altre-notizie/6925-nexans-e-pennacchi-fischi-controfischi-e-contestazioni.html

    NEXANS E PENNACCHI: FISCHI, CONTROFISCHI E CONTESTAZIONI PDF Stampa E-mail
    Lunedì 14 Giugno 2010 10:36

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    di ANTONIO PENNACCHI 

    Sul Territorio di oggi, 14/6/2010, in evidente riferimento alla manifestazione dei lavoratori della Nexans c’è scritto a un certo punto, a firma Fabrizio Bellini, di “alcune infrastrutture di base quali la Centrale nucleare, per la quale Pennacchi si è preso i fischi”.

    No, i fatti non stanno così e con tutto il rispetto per Bellini e per il suo giornale, ci sono già in giro su internet diverse registrazioni – a prova eventualmente di Strisce e Controstrisce – che dimostrano esattamente il contrario: il pubblico composto dalle migliaia di lavoratori e dei loro familiari ha accolto e inframmezzato il mio intervento con ripetuti applausi ed ovazioni, che si sono prolungate ben oltre la fine dell’intervento stesso e lo spegnimento “d’autorità” del microfono; spegnimento dovuto, secondo alcune fonti, alle pressanti richieste del mio purtroppo compagno di partito Pd Moscardelli (certi atti divengono “bavaglio” solo se li fa Berlusconi, se li fa certa sinistra di Latina vanno bene). Non un solissimo fischio s’è levato dalla piazza.

    Le contestazioni – che pure ci sono state – si sono espresse solo e soltanto sul palco (fino ad arrivare appunto allo spegnimento forzoso del microfono), da parte di alcuni dei politici di professione che lo assiepavano ma che non gradivano, a differenza dei lavoratori, le tre o quattro cose che gli stavo dicendo sulle responsabilità e le crisi del nostro territorio, sulla vertenza Nexans e i suoi stretti legami con il rientro dell’Italia nel pool del nucleare.

    Questo solo per la precisione dell’informazione, perché se mi avessero davvero fischiato la classe operaia e il popolo lavoratore – a cui continuo come sempre ad appartenere, sia come uomo che come intellettuale – allora sì che mi sarebbe dispiaciuto. Ma essere contestato ed aggredito dai politici di professione a Latina di questi tempi, non può che costituire – sia per qualunque uomo che per qualunquissimo intellettuale – che un segno di grande onore di cui menare per sempre vanto. Io so’ io – diceva Alberto Sordi parafrasando il Belli – e loro so’ i politici de Latina.

  22. davide ha detto:

    "Parli dopo, non rompe lì cojoni!, impara l'educazione" così Pennacchi si rivolge a chi cerca di tagliarlo proprio sul più bello, quando tratta la questione del nucleare..

    Ecco il video dove Pennacchi affronta la questione del nucleare e quando gli viene tagliato l'audio:

    http://www.youtube.com/watch?v=LWMmboiUSbM&feature=related

    DAVIDE

  23. renatosd ha detto:

    che piglio… che arringatore, che rispetto per la platea … un vero Fascista – forse l'ultimo (e sarebbe pure ora)- ma magari per lui è un complimento a memoria di quando negli anni 60 entrava in consiglio comunale a braccio teso e gridava Viva il Duce …

    … io non l'ho fischiato, non ho ribatutto perchè non c'era contraddittorio e perchè era Off Topics .. io ho girato le spalle e me ne sono andato a prendere un caffè … c'è tanto di meglio da fare in giro

    renato

     

  24. Ricki ha detto:

    Io non ero presente, ma comunque, pur essendo totalmente contrario al nuclleare (ed i cavi servono anche per trasportare corrente dalle pale eoliche e dal fotovoltaico..) e pur lasciandomi perplesso il Sig. Pennacchi, soprattutto per lo "stile", credo che chiunque vada lasciato esprimere liberamente e fino in fondo il suo pensiero, a meno che non propagandi, ad es, la droga, il satanismo, il razzismo etc…

    Non attenersi a questa linea, oltre che essere antidemocratico, è assolutamente un boomerang….

    Molto più produttivo e utile a convincere la platea, eventualmente, di un orientamento diverso, sarebbe stato attendere che Pennacchi finisse di parlare e controbbattere con argomentazioni convincenti sulla bontà di una politica energetica diversa.

    Ma conosco i "polli" del mio campo…non sono all'altezza della situazione, ecco perchè la sinistra (sinistra?) è ridotta così….

    Riccardo

  25. renatosd ha detto:

    Il rispetto prevede la reciprocità … non ho condiviso lo stacco del microfono e fosse per me avrebbe potuto parlare per tre giorni, ma resta il fatto che l'arroganza è stata tutta di Pennacchi che è intervenuto in un contesto in cui operai, sindacati politici e tanta gente comune si era riunita per parlare, affrontare un problema enorme come quello del lavoro e per dare un segnale di solidarietà e vicinanza. Introdurre un tema strumentalmente, con arroganza e pretendere che tutti stessero li ad ascoltare all'infinito la lezioncina del professorino – neanche tanto interessante – quella si che è arroganza e comunque la poteva pure chiudere ad un certo punto o fino a quando doveva continuare a sclerare le sue banalità? avevamo capito le sue opinioni, ne avevamo preso atto ma ci è lasciato almeno il diritto di dissentire? o se dissentiamo dobbiamo prenderci i suoi stupidi insulti e restare li ore a dovercelo sorbire per forza? e saremmo noi gli antidemocratici?

    renato 

    PS ricordo ancora che non era un convegno sul nucleare

  26. Ricki ha detto:

    Renato,  ma guarda che nel merito sono assolutamente d'accordo con te, e del resto non è certo a te che mi riferivo….e credo che Pennacchi sia un demagogo da strapazzo…. Penso che il Pennacchi poteva essere stoppato in modo più intelligente….ma non so chi ha staccato l'audio e non è importante.   Mi suscita invece amarezza pensare che se certe forze politiche, penso soprattutto al P.D., svolgessero ancora un ruolo attivo e grintoso a sostegno dei lavoratori, come una volta faceva un certo PCI…., senza ridursi a rincorse affannose dell'ultimo minuto, dopo anni di politica consociativa con le destre, un Pennacchi che viene a recitare il compitino a Piazza del Popolo, facendo il Pancho Villa, come ha fatto sabato, sarebbe stato subissato di pernacchie!

    Ma questo purtroppo non dipende da te, nè dal tuo partito, nè da me…

    un caro saluto

    Riccardo

     

  27. renatosd ha detto:

    lo so … ma l'occasione era ghiotta per qualche domandina retorica …. e comunque per fare chiarezza il PD sta alla sinistra come il Papa sta a Karl Marx, vedi il caso Pomigliano d'arco …

    renato

  28. Ricki ha detto:

    Hai ragione, la tua proporzione non fa una piega….  quanto a  Pomigliano…certo, è una situazione preoccupantissima, da qualunque angolo la si guardi….speriamo non sia l'inizio della fine…mi sembra la classica situazione che comunque andrà a finire, finirà male..

    Riccardo

     

  29. davide ha detto:

    I lavoratori Nexans chiedono che ENEL acquisisca la fabbrica di Latina per farne un centro di ricerca e di produzione di cavi a media ed alta tensione.
    In tal modo l'azienda nazionale potrebbe abbattere i costi, e non fornirsi più da Nexans e Prismiam (ex Pirelli Cavi), che secondo i lavoratori pontini negli ultimi anni hanno fatto cartello:

    http://www.dagolab.eu/public/LatinaO…ag06latina.pdf

    Una cosa del genere diversificherebbe l'ENEL, che produrebbe in se ed anche per il mercato nazioanale ed europeo i cavi elettrici.
    Insomma l'ENEL potrebbe seguire la strada dell' americana GENERAL ELECTRIC, che realizza tutti gli apparati elettrici ed elettromeccanici del ciclo elettrico (dalle lampadine sino ai traformatori ed alle grandi turbine a gas ed a vapore delle centrali elettriche).

    Insomma l'ENEL potrebbe diventare una utility mondiale che oltre a vendere energia elettrica si produce in casa gli apparati di cui ha bisogno (partendo dai cavi elettrici ma in futuro si potrebbe allagare ad altri campi)

    DAVIDE