Patarini “sono tornato a casa”
Dopo un anno, ha deciso di togliersi la maglia della propria squadra e a partita in corso (cioè durante la consiliatura) ha deciso di indossare la maglia dell'altra squadra. A parte la semplificazione, l'esempio rende efficacemente quanto accaduto: il tradimento degli elettori. Non conosciamo quante siano le case praticate dal consigliere Patarini, ma la sua condotta umilia le istituzioni, la politica e il senso delle elezioni. Si dovrebbe avere il coraggio di dire prima di candidarsi che non si garantisce la permanenza nello schieramento di elezione, a meno che non si consegua la maggioranza. La lista Si per Latina si riunisce oggi insieme a Claudio Moscardelli con la convinzione di voler moltiplicare l'impegno per svolgere la funzione di proposta e di cambiamento per il bene di Latina che è a fondamento dell'impegno di ciascuno. La conferenza stampa di ieri è l'epilogo di una condotta di Patarini che è sempre stata ondeggiante ed ambigua già da tempo nelle istituzioni e schizofrenica nelle riunioni visto che ha ipotizzato l'adesione a formazioni politiche su campi opposti da una settimana all'altra. Nonostante l'impegno per cercare di assicurare la coerenza della Lista Si per Latina anche attraverso il consigliere Patarini, tutto è risultato vano e lascia una grande amarezza aver assistito poco tempo fa ad una sua conferenza stampa in cui aveva annunciato di non voler aderire alla maggioranza dopo giorni di voluta incertezza a fronte delle numerose indiscrezioni su sue future collocazioni. L'idea personalistica della rappresentanza politica ed istituzionale di Patarini non ci appartiene. In questa triste vicenda almeno c'è finalmente chiarezza.
Latina, 26 luglio 2012 Lista Si per Latina
Definire il comportamento di Patarini schizofrenico è un eufemismo. Semmai trattasi dell'ennesimo comportamento da individualista, furbetto, probabilmente non ha resistito al corteggiamento e alle lusinghe di una maggioranza che alle elezioni appoggiava Di Giorgi, con un programma diverso da quello che il Patarini ha sostenuto davanti ai suoi elettori. Abbiamo assistito al solito salto della quaglia, stile Scilipodi & C., tanto per citare un caso nazionale che è passato alla storia, ma anche qui a Latina abbiamo i casi nostri, e tutti insieme fanno della pessima politica. Non meravigliamoci se il livello è sempre più scadente. Le idee sono morte purtroppo, assistiamo al continuo assassinio delle idee, sono rimaste solo le opportunità (così le chiamano) a mascherare l'opportunismo. Poi dicono che il partito dell'astensionismo è quello più numeroso, secondo voi perché?
Condivido con voi questa riflessione amara sul consigliere Patarini.
L'ultima volta che mi è capitato di incontrarlo, ovviamente dopo le elezioni, era ai giardini pubblici la scorsa estate, c'era la festa del PD, ero insieme ad un paio di amici e ricordo che mi salutò e mi disse "ora ho bisogno del vostro aiuto, di voi di Rinascita, dei cittadini…", una frase di circostanza? mi chiesi.
Subito mi risposi che sarebbe dipeso dai fatti, una frase è una frase, poi sono i comportamenti che riempiono di significati le parole.
Chi è chiamato a ricoprire una ruolo istituzionale si assume un compito rispetto alla collettività, si impegna sulla base di un programma e sceglie prima da che parte stare, queste sono chiarezza e trasparenza, rappresentano la base di qualsiasi onesto ragionamento e proposta elettorale; la sostanza passa dal sostegno dei cittadini, dal mandato che si è ricevuto e dal conseguente senso di responsabilità, da un sano confronto con chi è impegnato nelle associazioni, dove coesistono persone limpide, trasparenti, motivate, persone che ha conosciuto. Ma di confronto da quando è stato eletto non ne ho mai visto, non ho letto una riga, non mi è capitato di vedere alcun segnale o ricerca di sostegno e di dialogo.
A dire il vero già la sua sortita sulla metro di pochi giorni fa mi lasciò di stucco, pensai ci volesse una notevole faccia tosta per dire il contrario di quello che si era sempre sostenuto. Chissà se avesse fatto queste dichiarazioni in campagna elettorale come sarebbe andata, evidentemente se ne è guardato bene.
Eppure è bastato poco più di un anno per non ricordarsi di tutti i dibattiti, gli studi a dimostrazione della insostenibilità dell'opera, portati avanti in primis dal comitato Metrobugia, argomentazioni riprese e sostenute poi dalla stessa Rinascita Civile che pure Patarini ha visto nascere… dov'è finita dunque la necessità di confronto con i cittadini? con le associazioni? Parole vuote.
Si può dire tutto e il contrario di tutto, negare l'evidenza, affermare che si può cambiare idea accontentandosi di ricorrere ad argomentazioni superficiali, non più alla sostanza.
Qualcuno sostiene che è la politica che corrompe gli uomini, io sostengo che sono gli uomini ad aver corrotto la politica…
in ogni caso gli auguro un buon proseguimento, anche se non avevamo certo bisogno di un altro consigliere rampante, ma tanto sicuramente siamo sempre noi quelli dalla parte del torto, perché i posti dalla parte della ragione sono già stati tutti occupati.
Francesca Suale
Alle riflessioni di Francesca (che condivido) vorrei aggiungere una considerazione.
Se uno cambia casacca (cosa non vietata dalla legge) significa che deve essersi reso conto che quella che indossa non gli calza più bene. E fin qui, vedendo la pochezza del PD e dintorni, ci vuole poco a condividere la decisione di Patarini.
Ma, tolta una casacca, se se ne indossa un’altra, nel cambio ci si dovrebbe guadagnare (in termini di inetresse publico, ovviamante)! La nuova casacca che si va ad indossare dovrebbe apparire migliore (sempre in temini di bene pubblico!). E qui francamante, vedendo l’assoluta inadeguatezza dell’amministrazione Di Giorgi, è davvero difficile capire le motivazioni di Patarini.
Cosa può essere apparso così attraente allo sguardo politico di Patarini da farlo accorrere nelle file di Di Giorgi? Forse che grazie all’amministrazione Di Giorgi Latina è migliorata punto? Forse che le strade sono adesso linde e pulite? Forse che l’amministrazione Di Giorgi ha risolto qualcuno dei tanti annosi problemi di Latina? Forse che Di Giorgi ha liberato la Città dalla jattura della metro leggera?
Macché, niente di tutto questo!
In questo desolato panorama di degrado materiale e morale, cos’è – di grazia – che potrebbe indurre qualcuno a vestire la casacca di Di Giorgi? Francamante non si capisce!
Forse per tentare di capire bisognerebbe andare ad esplorare il solito fitto, intricato e maleodorabnte sottobosco delle convenienze personali (che nulla hanno a che fare col bene pubblico), degli inciuci, dei favori, insomma tutte le delizie della della malamministrazione e della corruzione che hanno distrutto Latina e l’Italia. Ma nel suddetto sottobosco, preferiamo non addentrarci!
Salvatore