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Sermoneta: i lavoratori vogliono la confisca dello stabilimento della Bristol

http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/04/sermoneta-bristol-un-paradiso-diventato.html

martedì 6 aprile 2010

SERMONETA – Bristol, un paradiso diventato inferno

Teresa Faticoni:
Sembrava il paradiso dell’industria pontina, si stanno invece aprendo le porte sull’inferno Bristol. In occasione della vendita dello stabilimento di Sermoneta Scalo alla Corden Pharma arriva lo sfogo diretto di un gruppo di lavoratori contro il disagio vissuto negli anni. E sempre taciuto. Non si capisce perché. Fino a ieri. Quando si sono aperte le dighe della contestazione. Una lettera aperta denuncia tutti i mali di via del Murillo. Ferisce la delocalizzazione delle produzioni laddove il lavoro non costa nulla, ma i costi collaterali sono altissimi. «Purtroppo non importa se i lavoratori, con tanto sacrificio hanno contribuito a far diventare grande questa azienda, se hanno lavorato in condizioni penose per il bene dell’azienda, anche facendo finta di non vedere le pecche dei sistemi di sicurezza; lavorando con puzze di solventi cancerogeni, polveri leggere, mettendo a repentaglio la propria integrità fisica. Nessuno ha mai parlato del fatto che nel reparto chimico sono morte molte persone a causa di tumori e altre ancora stanno combattendo», si legge nella durissima missiva. Quello che brucia è l’addio senza tener in nessun conto i lavoratori, una vita spesa in quello stabilimento che viene messa sul mercato. Il tutto lasciando inquinamento e desolazione. «Ha sfruttato il territorio inquinando. Usufruendo della Cassa del mezzogiorno, dei fondi provinciali, regionali, statali ed europei e ora? Vende! Cosa vende? La struttura non è della Bristol. È nostra! Vogliamo che lo Stato intervenga procedendo con la confisca del sito perche questi “signori” ci hanno stancato», dicono i lavoratori. Un altro punto debole sono le assunzioni, effettuate nei periodi in cui erano state aperte procedure di mobilità dicono i dipendenti della Bristol, e l’ultima alle risorse umane lunedì scorso. Per non parlare dell’uso spregiudicato fatto dei contratti a tempo determinato. «Invitiamo il Comune di Latina e di Sermoneta, il presidente della Provincia, il Prefetto, il presidente della Regione (peraltro ex segretaria confederale), il Ministro del Lavoro, il Presidente del Senato, della Camera dei deputati, il Presidente Berlusconi e il Presidente della Repubblica: non ci abbandonate in questo delicato momento, facciamo emergere i valori della Costituzione contro l’economia di mercato che “manda a casa” la gente onesta». Sulla vertenza anche il segretario di Rifondazione comunista di Maenza Alessandro Pucci che invita alla creazione di un tavolo permanente di mobilitazione:
«Senza indugi dobbiamo tutti mobilitarci e tenera desta l’attenzione per le vicende societarie che stanno interessando la multinazionali che da tanti anni opera nel territorio di Sermoneta».
DAVIDE

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Nessuna risposta

  1. davide ha detto:

    http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/04/sermoneta-bristol-i-sindacati-fanno.html

    Teresa Faticoni
    «Pur comprendendo le reazioni di chi vede a rischio il suo posto di lavoro, non sono giustificabili calunnia e diffamazione in un momento così delicato quando una multinazionale lascia il territorio». Dario D’Arcangelis, segretario generale della Filctem Cgil di Latina respinge al mittente le accuse lanciate da un gruppo anonimo di lavoratori della Bristol all’indomani dell’annuncio della vendita del sito di Sermoneta Scalo. «Tutti adesso scoprono che c’era un problema – prosegue amaro il segretario – ma noi cinque anni fa presentammo una denuncia, poi archiviata, presso la Procura della Repubblica in merito alle malattie registrate in alcuni reparti». Due giorni fa un gruppo di dipendenti della multinazionale avevano lamentato inquinamento e cattiva gestione del personale, lasciando intuire complicità del sindacato. «Se dovessero essere rivolti a noi respingiamo categoricamente attacchi del genere – prosegue D’Arcangelis -, ritengo che in questa fase le grandi dichiarazioni che non aiutino nessuno. Non è possibile confiscare una proprietà privata». Il riferimento è alla richiesta di confisca del sito, possibile in Italia solo nel caso di beni appartenenti alla mafia. «Misuriamoci come sempre avvenuto sui problemi da affrontare per dare certezze e sicurezze ai lavoratori», conclude il segretario che invita tutti alla collaborazione per superare la fase difficile. 
  2. davide ha detto:

    Sarebbe ora che il Sindaco di Latina ZACCHEO, il Sindaco di Sermoneta GIOVANNOLI, il presidente della provincia CUSANI, il presidente del Consorzio Industriale Roma-Latina (su cui insiste lo stabilimento) TORELLI, il Prefetto di Latina D'ACUNTO e le organizzazioni Sindacali GCIL, CISL, UIL e UGL si mettessero intorno ad un tavolo con BRISTOL MYERS-SQUIBB e CORDEN PHARMA innanzitutto per capire:

    1) Perchè la Bristol negli ultimi 10 anni non ha fatto alcun investimento produttivo nè di efficienza energetica di rilievo nel sito di Sermoneta. I lavoratori sono passati da 1400 a 850, mentre nell' altra stabilimento di Anagni (FR) la stessa multinazionale ha incrementato l'occupazione, l'export e nel 2008 ha anche inaugurato un impianto fotovoltaico che fornisce parte dell'energia consumata dallo stabilimento. In teoria Anagni era lo stabilimento secondario della Bristol, ed invece è stato rafforzato, a scapito di quello di Sermoneta dove hanno chiuso il reparto delle penicilline orali;

    2) Se non sono stati investimenti perchè eventualmente quelli fatti in passato hanno richiesto tempi burocratici lunghi e dunque hanno scoraggiato l'azienda nel farne di nuovi (se cosi fosse allora ci sarebbero responsabilità anche da parte degli Enti locali, oltre che di Regioni e Ministeri vari)

    3) Chiedere al nuovo acquirente Corden Pharma se ha intenzione di fare investimenti produttivi nel medio termine, ed in caso di risposta affermativa, concordare fin da ora procedure burocratiche e tempi certi per effetturarli.

    Tutto il resto sono parole al vento. Cmq la Bristol dopo 40 anni avrebbe almeno potuto ringranziare i lavoratori pontini per il lavoro svolto e lo Stato Italiano che l'hà fatta insediare ai tempi della Cassa del Mezzogiorno.

    DAVIDE

  3. davide ha detto:

    Infatti ecco cosa si diceva un anno fà dello stabilimento di Anagni:

    ANAGNI – La Bristol-Myers fiore all'occhiello del territorio

    venerdì 30 gennaio 2009

     

    ANAGNI – "Realta' produttive come quella di Bristol-Myers Squibb di Anagni rappresentano un motivo orgoglio per il nostro Paese. In controtendenza nel particolare momento di crisi economica che purtroppo colpisce in maniera indiscriminata tutti i settori, e' un'esperienza unica poter osservare uno stabilimento non solo in costante crescita nelle esportazioni, ma anche in grado di porre particolare attenzione alla qualita', alla sicurezza, all'innovazione e alla salvaguardia ambientale. Qui si realizza il miglior made in Italy". Con queste parole il senatore Cesare Cursi (Pdl), presidente della Commissione Industria, commercio e turismo del Senato e dell'Osservatorio sanita' e salute, e' intervenuto oggi nel corso della visita allo stabilimento di Anagni, come riferisce una nota Bms. "La visita del senatore Cursi al nostro sito di Anagni – ha commentato Pierluigi Antonelli, presidente e amministratore delegato di Bms Italia – ci onora e ci offre un'importante occasione per poter condividere con il presidente della Commissione Industria una realta' industriale che rappresenta un fiore all'occhiello per Bms"

    http://www.bms.it/index.php?option=com_content&task=view&id=22&Itemid=49

    Nell' ampio articolo tra l'altro si può leggere:

    Collaudo di energie alternative
    Nello stabilimento produttivo di Bristol-Myers Squibb ad Anagni (FR), i pannelli solari
    producono circa 37.500 kilowatt-ore all’anno di energia elettrica, il che equivale
    a una riduzione di gas serra pari a 15.000 kg all’anno. Nel mese di marzo 2007
    lo stabilimento ha installato un sistema fotovoltaico che fornisce elettricità agli uffici.
    La seconda serie di pannelli, più ampia, è stata installata a dicembre 2008 per
    alimentare l’impianto di depurazione delle acque dello stabilimento. L’energia
    prodotta complessivamente dai due sistemi rappresenta una percentuale presumibilmente
    non significativa dell'energia utilizzata dallo stabilimento nel
    2008, ma si tratta solo del primo dei nostri progetti di sostenibilità dell’energia
    alternativa.

  4. davide ha detto:

    Ecco come viene presentato lo stabilimento di Sermoneta:

    http://www.bms.it/index.php?option=com_content&task=view&id=22&Itemid=30

    320.000 metri quadri nel rispetto dell’ambiente. E’ il sito produttivo Bristol-Myers
    Squibb di Sermoneta, che rappresenta il perfetto esempio di equilibrio tra capacità
    imprenditoriale e tutela territoriale. Le necessità aziendali infatti camminano di pari
    passo con il rispetto della vasta area alle pendici di Sermoneta, che dal 1970 ospita
    lo stabilimento. Si configura in questo modo un vero e proprio “parco industriale
    integrato” dove, partendo dalle materie prime, si producono le confezioni
    di medicinali da commercializzare nelle farmacie e negli ospedali, rifornendo
    clienti in oltre 70 paesi dei cinque continenti.

    Nello specifico nell‘Active Pharmaceutical Ingredients Business Unit (l’area
    chimico-farmaceutica) si producono i principi attivi e intermedi, cioè circa 700
    tonnellate l’anno di antibiotici (penicilline e cefalosporine orali e sterili e non
    betalattamici). Il principio attivo viene poi miscelato agli eccipienti, compresso
    (o incapsulato, o posto in fiale) e infine confezionato nella Drug Product Business
    Unit (l’area farmaceutica), la quale affianca la produzione oncologica a quella
    antibiotica, raggiungendo complessivamente ogni anno circa 150 milioni
    di confezioni di compresse, fiale, capsule, sospensioni orali e liofilizzati.

    A supporto delle due Business Unit vi è una vasta gamma di utilities:
    termocombustore per liquidi e vapori; 12 colonne di distillazione ed un parco
    solventi con ampi serbatoi; un impianto di trattamento delle acque reflue
    di grande capacità e tecnologia. Il tutto perfettamente integrato nella piana
    che li ospita, e in conformità ai più alti standard qualitativi farmaceutici
    (AIFA, FDA, ministero giapponese) e certificati ISO 14001 ed OSHAS 18001.

    Il sito di Sermoneta comprende anche un’area impianto pilota per effettuare lotti
    di prova e validazioni, ampi magazzini di stoccaggio merce e laboratori chimico,
    microbiologico e di sviluppo, e aree tecniche e amministrative, quali la
    Manutenzione, la Supply Chain, la Qualità, l’Ingegneria e i Servizi Tecnici,
    il Manufacturing Technology, l’area Enviroment, Health & Safety, gli Acquisti
    e le Human Resources, il Finance e il Legal, oltre che l’Information Management.

    Il sito produttivo di Sermoneta è totalmente orientato alla soddisfazione
    dei propri clienti, con sfide aggiuntive legate alla produttività e ai costi, in una
    ricerca continua di innovazione dei processi di manifattura industriale.
    Per la quarantennale produzione manufatturiera e per il relativo indotto, oltre che per
    le iniziative e le attività atte alla sostenibilità sociale ed ambientale,
    il sito di Sermoneta rappresenta la realtà industriale più importante del territorio.

     

    E' interessante notare che qualche anno fà il sito della BMS riportava 1100 occupati per lo stabilimento di Sermoneta e 450 per quello di Anagni.

    Mentre oggi il sito riporta 971 dipendenti per Anagni e 688 per Anagni…. In pratica uno si è rafforzato e l'altro non è neanche rimasto stabile, ma è addirittura diminuito…

  5. davide ha detto:

    e quello di Anagni:

    http://www.bms.it/index.php?option=com_content&task=view&id=22&Itemid=29

    Un’attenzione particolare alla sicurezza sul lavoro e alla qualità del ciclo produttivo
    fanno dello stabilimento Bristol-Myers Squibb di Anagni un punto di riferimento
    per la realtà della Valle del Sacco con un significativo impatto in termini
    occupazionali per il comprensorio della Ciociaria tutta.

    Ad Anagni sono attualmente occupate circa 700 persone, oltre la metà impegnata
    nella produzione e oltre cento alla qualità. Non sono un caso allora i numerosi
    certificati di qualità ottenuti, tra cui ISO 14001, OHSAS 18001.

    Da sempre orientato alla soddisfazione dei propri clienti, con sfide aggiuntive
    legate alla produttività e ai costi, in una ricerca continua di innovazione dei
    processi di manifattura industriale, il sito di Anagni mostra una forte attenzione
    alla sicurezza dei lavoratori, indipendentemente dalla specificità della mansione, nel
    quadro di una tutela a 360 gradi, tanto da vincere nel 2001 il “Safety Leadership
    Award” per l’assenza di incidenti.

    Dalla metà degli anni sessanta, i 34 ettari del sito rappresentano la realtà
    industriale più importante del territorio, che si è arricchita nel tempo di
    numerosissimi tipi di forme farmaceutiche, antidolorifici, biologici, oncologici,
    cardiovascolari, antinfettivi, antinfiammatori e relativi al sistema nervoso centrale.
    In pratica un portafoglio produttivo che va dai liquidi ai prodotti solidi (compresse)
    a quelli sterili.

    Tra questi ultimi gioca un ruolo da protagonista il primo paracetamolo per
    endovena. Il farmaco, destinato al mercato europeo (20 Paesi) e anche al Messico
    e al Sud Africa, viene realizzato nella forma iniettabile, grazie allo sviluppo
    di nuove tecnologie, che hanno permesso di ottenere una soluzione stabile.
    Una sfida, questa, vinta attraverso un processo di produzione brevettato,
    controllando i parametri critici che provocano la degradazione della molecola.

    Nel complesso lo stabilimento di Anagni, dove sono impiegati due impianti fotovoltaici
    come Progetto di Sostenibilità, serve numerosi mercati soprattutto nel Continente
    (47% Europa Occidentale; 37% Europa Orientale) con una non trascurabile quota (10%)
    riservata agli USA. Il tutto con investimenti che superano diverse decine di milioni di euro.

  6. davide ha detto:

    X Antonella

    Ci si strappa le vesti perchè altre alternative occupazionali non ce ne sono…. I discorsi di peculiarità dell'agricoltura e del turismo li fanno da anni i politici locali e non, ma di posti di lavoro creati neanche mezzo!

    Non capisco da parte di molti (a questo punto anche da parte tua) questo mettere i vari settori uno contro l'altro, turismo ed agricoltura contro industria e commercio.

    Non capisco perchè i vari settori non debbano coesistere insieme, ma uno debba andare a discapito degli altri…

    Ogni società forte ed economicamente avanzata si basa su più settori, che costituisce la base per una crescita duratura nel tempo (la crisi di un settore viene compensata dall'espansione di un altro e viceversa).

    Cmq ti informo che tutta l'Italia negli anni 50 aveva come peculiarità agricoltura e potenzialmente il turismo (visto che le zone costiere non erano ancora state massacrate dal cemento).

    Vallo a dire agli operai della Bristol che c'è l'agricoltura ed il turismo…. ti manderebbero a quel paese seduta stante…

    Cmq se vuoi accomodati, a Latina e dintorni c'è nè di terra incolta da coltivare, ed i terreni agricoli alle aste fallimentari non mancano di certo…

    DAVIDE

  7. davide ha detto:

    Nulla di fatto nell'incontro di ieri tra Bristol, Corden Pharma e sindacati… La nuova proprietà ha detto solo che è previsto un grande piano di rilancio, ma non ha specificato nulla più:

    http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/13_04_2010/pag07latina.pdf

    DAVIDE

  8. Tatto ha detto:

    X Davide

    Complimenti per la qualità e la quantità di informazioni raccolte e ben argomentate.

    Volevo portare un piccolo contributo sull'argomento, facendo delle piccole considerazioni.

    Mentre l'azienda decide di abbandonare a suo modo il territorio; i lavoratori, le organizzazioni sindacali, e i pochi politici coinvolti, pensano a fare politica, e come sempre il popolo si divide ed il padrone impera. I rappresentanti dell'azienda si chiudono in un estenuante silenzio, rimanendo a guardare, ad osservare e ad evitare le masse. Tutto ciò fa intravedere un ben architettato progetto, con modi e tempistiche già da loro stabilite.

    Pare da indiscrezioni giunte, che non vogliano neanche partecipare all'incontro indetto questa settimana alla Provincia.

    La vera realtà chiaramente non è ancora evidente. Chi è pratico di queste cose (I Sindacati, ma non tutte le confederazioni) dicono che non bisogna alzare i toni che è necessario attendere, ma attendere cosa!!!!!!!!!! non è necessario sapere.

    Da lavoratore Bristol- Myers Squibb, affezionato alla propria azienda dove ancora lavoro (ma non per molto), posso dire, che sono amareggiato e chiaramente preoccupato per il mio futuro. Credo che questa vicenda, come le altre situazioni simili alla nostra, debbano essere affrontate in modo strutturale, con dei proggetti territoriali e regionali.

    La realtà industriale presente nel nostro territorio stà degenerando anno per anno e nulla si stà facendo per fermare o rallentare questo processo.

    Colgo l'occasione per ringraziarVi per l'apertura di questo forum che dà, la chiara evidenza che c'è ancora voglia di parlare dei problemi della gente.

    Saluti

     

  9. davide ha detto:

    X Tatto

    Da parte mia esprimo vicinanza a tutti i lavoratori Bristol. Un' azienda questa che da cittadino comune mi ha sempre suscitato un certo orgoglio ogni volta che ci passo davanti. Un azienda mastodondica ed arrivata a questi livelli di grandezza grazie agli sforzi delle genti lepine e pontine.

    In generale sono quasi 4 anni che seguo le vicende delle aziende pontine, aprendo un post in cui aggiornavo la situazione delle principali crisi industriali, chiusure, reindustrializzazioni ed investimenti.

    http://www.q4q5.it/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=137&forum=16&viewmode=flat&order=ASC&start=0

    Ma per l'importanza della Bristol ho ritenuto fare una news apposta per tenere altra l'attenzione, visto che si tratta insieme all'Abbott della maggiore azienda chimico-farmaceutica presente sul nostro territorio.

    Credo che a questo punto bisogna fare un unico tavolo ministeriale con regione, provincia, comuni, aziende e sindacati. Dividersi in tavoli provinciali ed altro non credo sia positivo..

    Vedrete che dinanzi ad un tavolo ministeriale la Bristol verrà inchiodata alle proprie responsabilità…. Anche Alcoa qualche mese fà faceva la voce grossa, mentre adesso sembra che la situazione sia in via di definizione.

    DAVIDE

  10. davide ha detto:

    x Tatto

    Tra l'altro si dice che i sindacati sapevano già da alcuni anni che lo stabilimento rischiava la chiusura. A questo punto già da molti anni dovevano tutti i giorni tenere viva la faccenda sui giornali locali e contemporaneamente tramite le istituzioni vedere quali erano i problemi e cosa era possibile fare.

    Invece i giornali hanno trattato la vicenda Bristol negli ultimi anni solo nel 2007 e nel 2009, in concomitanza dell'apertura di mobilità per qualche centinaio di dipendenti. Tra l'altro tra il 2002 (quando vi era già stata un'altra ristrutturazione) ed il 2007 della Bristol non si è parlato quasi mai in modo costante ed approfondito.

    Qualche occasionale articolo quà e là, qualche trafiletto ben nascosto…

    Insomma la colpa di non aver tenuto in allerta il mondo politico ed i cittadini è stato anche dei giornali e dei giornalisti.

    DAVIDE

  11. Tatto ha detto:

    Un Aggiornamento sulla vicenda,

    Dopo l'incontro tenutosi alla provincia, (voluto praticamente dai lavoratori deliberando 16 ore di sciopero) dove chiaramente sono emerse le differenze politiche e sindacali, si è riusciti ad ottenere un incontro al ministero. Mercoledì 21 quindi il tavolo di "CRISI" mai chiaramente dichiarato, si sposta nei tavoli ministeriali.

    Detto francamente ci sentiamo più tutelati, e chiaramente siamo anche piacevolmente sorpresi dell'incontro. Non sò come vanno in genere queste cose, ma certo non ci aspettavamo una convocazione così immediata, forse perchè il CEO della Bristol si chiama Andreotti???? ed i toni della protesta si iniziano a scaldare????.

    Il 22 secondo il programma Bristol, si firmerà l'accordo della cessione del ramo di azienda con la nuova società Corden Pharma Latina. In tutti noi c'è accesa la speranza che il ministero possa garantirci nel programma industriale e negli eventuali esuberi, che ancora oggi non sono stati dichiarati.

    X Davide

    Sul trascorso ci sarebbe da scrivere tanto, ma come dico sempre in questi giorni ai miei colleghi e alle delegazioni sindacali, non dobbiamo dimenticare che è Bristol, che ha voluto far diminuire le attività produttive e rallentare la produzione, questa è cosa certa, come se avesse voluto prepararsi a questa occasione.

    Credo personalmente di dover spostare le polemiche al dopo. Noi adesso vogliamo essere concentrati sul nostro prossimo futuro e all'impatto sociale che può avere questa vicenda.

    La preoccupazione delle persone è molto alta, e i toni sono elevati. In questi giorno ho personalmente parlato con molta gente che ha attività commerciali nei dintorni ed è preoccupata quanto i lavoratori della Bristol, la solidarietà delle persone c'è, ed è chiaro a tutti, che non è solo una vicenda che riguarda i lavoratori Bristol, ma all'intero territorio. A riprova di ciò infatti alla riunione in Provincia, erano presenti svariati sindaci della zona, con a capofila il sindaco di Sermoneta che ha promesso la convocazione di una seduta straordinaria per organizzarsi sulle vicenda.

    Un Saluto

  12. davide ha detto:

    http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/04/latina-vergogna-bristol.html

     LATINA – Vergogna Bristol

    Teresa Faticoni

    Una mobilitazione senza precedenti, ma la Bristol decide di dire di no. Ieri presso il ministero dello sviluppo economico sembrava dovesse essere il giorno ics per capire quale sarà il futuro del sito di via del Murillo a Sermoneta Scalo dopo la vendita a Corden Pharma. E invece la multinazionale americana ha comunicato al funzionario del ministero Giampietro Castano che avendo in piedi una procedura di cessione di ramo d’azienda non aveva intenzione di aprire un tavolo di confronto per altro. Un’atmosfera cupa a quel punto è scesa su Roma, sulla vertenza e sull’economia pontina. Un nulla di fatto cui hanno assistito il sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli, l’assessore alle attività produttive della provincia Silvio D’Arco, il capo di gabinetto della Prefettura di Latina Andrea Polichetti. Per le parti sociali c’erano Roberto Cecere, segretario della Femca Cisl con il segretario nazionale della categoria, Dario D’Arcangelis della Filctem Cgil, Luigi Cavallo della Uilcem Uil, Armando Valiani della Ugl chimici. Assente ingiustificata Renata Polverini: la neopresidente della Regione Lazio, seppur invitata, ha scelto di non inviare nemmeno un suo rappresentante. Sul tavolo degli imputati ieri c’era solo la Bristol. «L’azienda si nasconde dietro una procedura formale ed elude il confronto sindacale», tuona Cecere. Non si capisce davvero perché una multinazionale che ha fatto la storia di questo territorio decida a un certo punto di chiudere tutte le porte. Nonostante anni di relazioni industriali e sindacali avanzatissime. «Bristol sta barando perché ha disertato tutti i tavoli istituzionali alla faccia delle istituzioni di questo paese». La società, infatti, sebbene abbia venduto lo stabilimento pontino, mantiene quelli di Roma e Anagni. «La Bristol non abbandona l’Italia – gli fa eco Valiani – quindi deve applicare il principio di responsabilità sociale sul sito di Sermoneta». Perché aprire una frattura così importante? Lo stesso Castano si sarebbe lasciato sfuggire anche un passaggio sulla dirigenza attuale («la peggiore mai avuta in questo territorio» dice amaro Cecere), che dovrebbe frequentare qualche corso di formazione per la gestione delle situazioni di crisi. La Bristol, infatti, eluendo un confronto aperto lascia troppi interrogativi che ieri sono stati enucleati di nuovo nell’assemblea sindacale che al ritorno da Roma i rappresentanti dei lavoratori hanno tenuto in via del Murillo. Una riunione in cui è stato difficile spiegare le troppe assenze e i troppi silenzi che si registrano in questa vertenza. «Siamo comunque soddisfatti dell’apertura delle istituzioni che chiedono con forza un piano industriale», prova a essere ottimista Valiani. Il riferimento è alla riunione che lo stesso ministero ha convocato per la prossima settimana, il 29 aprile, quando al tavolo di confronto dovranno sedersi sia la cedente Bristol sia la cessionaria Corden Pharma. Intanto è confermato lo sciopero di questa mattina quando in Confindustria i sindacalisti torneranno a chiedere chiarezza sul futuro occupazionale degli oltre 800 dipendenti e sul mantenimento del sito produttivo. «Unica cosa positiva – conclude Cecere – è che ancora non siamo in un vicolo cieco». Ci sono due date di discussione, ma la tensione comincia a essere molto alta in vie del Murillo. e domani i lavoratori metteranno a ferro e fuoco via Montesanto. Perché il futuro passa di qui.

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    http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/04/la-formica-rossa-renata-polverini-e-le.html

    mercoledì 21 aprile 2010

    LA FORMICA ROSSA – Renata Polverini e le origini dimenticate

    Teresa Faticoni

    Se questa è l’alba di un’altra stagione di abbandono e oblio, cominciamo ad aver paura. Non parte con il piede giusto la Polverini, ex segretaria della Ugl e ora presidente della Regione Lazio. Diserta l’incontro Bristol quando un presidente che si rispetti doveva incatenarsi davanti ai cancelli di via del Murillo per dire «Io sto con voi». E invece l’abbiamo vista a cavalcioni delle cancellate dell’Olimpico a tifare Lazio. Bruttissima figura per Renata. Una volta che uno assurge al soglio della Pisana dimentica Un prodromo cattivo di un pessimo futuro.

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    http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/04/bristol-con-la-corden-al-collo.html

    giovedì 22 aprile 2010

    Bristol con la Corden al collo

    Teresa Faticoni
    Firmato l’accordo, adesso prepariamo la cessione. Ieri mattina è stato sottoscritto in Confindustria a Latina il documento ufficiale che rappresenta il primo passo del lungo percorso che porterà in via del Murillo la società tedesca al posto della multinazionale americana. C’erano centinaia di lavoratori in via Montesanto con i fischietti, con i cartelloni, con le bandiere attaccate sui cancelli del palazzo ex Usl. C’era la Digos, c’erano i poliziotti e i carabinieri che hanno scortato il management delle due società quando scendendo dal palazzo di Confindustria si sono recati nella sala riunioni nell’edificio di fronte. Non c’era davvero bisogno, si sono solo alzate le voci (gridavano «buffoni»). Poi è cominciata la trattativa. A un certo punto è uscito Roberto Cecere, segretario della Femca Cisl, a rassicurare tutti: la cosa si sta mettendo bene. E alla fine, infatti, si è messa meglio di quanto ci si poteva aspettare. La Bristol accorda inizialmente tre anni di produzioni alla Corden Pharma con il trasferimento di quasi tutti i brevetti in modo che nello stabilimento si potrà produrre anche farmaci generici usando le molecole della Bristol. Entro sessanta giorni dalla cessione firmata dal notaio la Corden Pharma presenterà il piano industriale. E soprattutto, per quello che riguarda la concertazione squisitamente sindacale, la Corden si è impegnata a rispettare i trattamenti in essere in casi di procedure di mobilità, che al momento non si possono escludere. In sostanza viene riconosciuto lo stato avanzatissimo delle relazioni industriali e sindacali che fino a oggi hanno caratterizzato il colosso chimico farmaceutico. Di più: in questi mesi in cui si completerà la cessione il management Bristol affiancherà la dirigenza Corden per il trasferimento del know how acquisito e implementato in 40 anni di presenza su questo territorio. Resta solo un punto interrogativo gigantesco: quante persone saranno mandate a casa in un eventuale piano di riorganizzazione aziendale? Su questo non si può anticipare nulla, perché i rumors dicevano 200 ma si trattava ancora di proporzioni calibrate sulle produzioni Bristol. Il futuro si chiama Corden Pharma, e non resta che aspettare che passi di qua.

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    http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/04/bristol-quello-strisciante-malessere.html

    Bristol, quello strisciante malessere

    Teresa Faticoni

    «Prendiamo atto dell’accordo», dice il sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli a proposito della firma del documento tra le parti sociali, la Bristol e la Corden Pharma Latina. Una dichiarazione laconica che apre lo squarcio su alcune perplessità emerse già dai primi minuti dopo la firma. «Finalmente si iniziano a intravedere spiragli di soluzioni concrete per la questione Bristol. Questo è stato il risultato di un insieme di azioni promosse in maniera sinergica dal consiglio comunale di Sermoneta, sostenute dai sindaci delle città limitrofe e dalla Provincia di Latina, che ha svolto un ruolo di mediazione con il governo nazionale, e naturalmente dai sindacati in maniera unitaria», aggiunge la Giovannoli. Qualche certezza è acquisita: Bristol cederà le sue molecole a Corden e anche le sue attuali produzioni; Bristol trasferirà a Corden il suo know how tecnologico, Corden presenterà il suo piano industriale entro sessanta giorni. Ecco, sta proprio qui la cambiale in bianco che lascia spazio a qualche tentennamento. Di quante persone avrà bisogno Corden per fare queste produzioni che sono assicurate da Bristol per tre anni almeno? La Giovannoli va infatti dritta al cuore della questione: «Dal nostro punto di vista restano aperte le questioni relative ai processi di riorganizzazione industriale e quanto ciò potrà giovare in termini di occupazione futura». Negli ultimi mesi, stanti le produzioni a regime a scartamento ridotto della Bristol, si parlava di un taglio di almeno 200 persone. «La Bristol ha garantito il trasferimento della forza lavoro, ma Corden Pharma ha dichiarato di essere a conoscenza delle normative italiane rispetto agli ammortizzatori sociali- sottolinea il sindaco -. Ciò significa che è interessata a utilizzare questi strumenti. Da qui, la necessità di cautela nell’esprimere giudizi più o meno positivi, in attesa di poter conoscere il piano industriale di Corden Pharma». I dipendenti attuali, considerato che alcuni dirigenti non hanno creduto nel progetto e si sono ricollocati (evidentemente in posti più sicuri) altrove, sono 795. La multinazionale americana viene da due procedure di ammortizzatori sociali. Tirando al massimo sarebbero una cinquantina le persone che possono eventualmente con la mobilità agganciarsi allo scivolo per la pensione. E gli altri? Abbiamo visto padri di famiglia, ragazzi, mamme con i bambini a seguito. Che fine faranno? La Giovannoli ha intenzione di convocare un incontro con la Corden Pharma, «per condividere ogni iniziativa che possa rivelarsi favorevole per il suo sviluppo industriale, anche attivando sinergie con le altre istituzioni e in particolar modo con la Regione Lazio, in quanto consapevoli della necessità di una riorganizzazione industriale del nostro territorio».

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  13. davide ha detto:

    http://ilnuovoterritorio.blogspot.com/2010/04/la-formica-rossa-lora-di-dare-i-numeri.html

    venerdì 23 aprile 2010

    LA FORMICA ROSSA – L'ORA DI DARE I NUMERI

    tieffe
    Dicono che tutto va bene. Dicono che l’accordo Birtsol è migliore di quello Pfizer. Dicono che il futuro sarà bellissimo. Dicono. Eppure chissà perchè dal primo istante in cui si è saputo cosa conteveva quel documento si avvertiva una specie di ovosodo «che non va né in su né in giù» come nel film di Virzì. Quanti lavoratori Bristol saranno licenziati? Questa è la domanda vera che non ha ancora avuto risposta e che rovina la festa celebrata ieri. A nulla serve dire che entro due mesi sapremo. Come fa un lavoratore ad alzarsi la mattina e ad andare a lavorare come se si giocasse il posto alla roulette russa? È il momento della verità: date i numeri per favore. 

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  14. davide ha detto:

    http://finanza.repubblica.it/News_Dettaglio.aspx?del=20100429&fonte=TLB&codnews=767

    Bristol-Myers utile in salita nel primo trimestre

    (Teleborsa) – Roma, 29 apr – Bristol-Myers Squibb ha annunciato oggi i conti del primo trimestre. Il colosso farmaceutico stanitense ha archiviato i primi tre mesi dell'anno con un utile netto a 743 milioni, 43 cents per azione, dai 638 milioni, 32 cents per azione dello stesso periodo di un anno fa. In salita anche l'utile adjusted che balza del 33% a 56 cents per azione.
    Le vendite sono salite a 4,8 miliardi dollari, dai 4,3 miliardi dollari dello stesso periodo dell'anno scorso. La società stima ora l'impatto negativo della riforma sanitaria rivedendo al ribasso la guidance per il 2010. L'utile per azione 2010 è previsto tra 1,84 /1,94 dollari per azione contro la precedente stima compresi in una forchetta tra gli 1,94/2,04 dollari. Intanto, a New york il titoilo di Bristol-Myers Squibb fa un balzo del 5,01%.

    29/04/2010 – 17:11
  15. davide ha detto:

    Una schiarita sul futuro della Bristol e dei lavoratori:

    BRISTOL, CORDEN PHARMA ASSUME 815 LAVORATORI      
    Venerdì 07 Maggio 2010 19:19

     

    «Saranno tutti assunti gli 815 lavoratori della Bristol Myers Squibb di Sermoneta, l'azienda farmaceutica americana che ha ceduto lo stabilimento in provincia di Latina al gruppo tedesco Corden Pharma. L'annuncio – afferma una nota – è stato dato oggi dall'azienda al ministero dello Sviluppo economico, nel corso dell'incontro con le parti sociali per far luce sul futuro dello stabilimento. La Corden Pharma ha confermato infatti che il piano industriale presentato prevede 'l'assunzione della totalità degli 815 dipendenti della BMS e lo sviluppo aziendale nel settore farmaceuticò. Corden Pharma – aggiunge la nota – è già presente in Italia con due stabilimenti e ha annunciato un ulteriore sviluppo della propria attività nel nostro Paese. Il piano industriale verrà anticipato al Ministero e presentato nelle prossime settimane alle parti sociali. Al tavolo della trattativa, insieme ai dirigenti del dicastero di via Veneto – conclude il comunicato – erano presenti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Femca Cisl, Filctem Cgil, Uilcem Uil, Ugl Chimici e Confail e i responsabili sia della vecchia che della nuova dirigenza».