Cirilli: niente speculazioni sul Nucleare
L’Altra Faccia della Politica per la Costituente di Centro
Dobbiamo fare in modo che, sulla questione del nucleare, la speculazione politica pre elettorale non prevalga sulle
azioni concrete da poter mettere in campo per contrastare concretamente l’eventuale scelta su Latina.
Nel ribadire al ferma contrarietà del sottoscritto al nucleare, in particolar modo a Latina, vorrei sottolineare
che, nel periodo del mio primo mandato in Regione richiesi ed ottenni la costituzione di una Commissione Regionale
di indagine, cosa mai fatta prima, di cui assunsi anche la presidenza per verificare ciò che accadeva all’interno della
centrale nella gestione del processo di dismissione. Già quella commissione accertò una grande criticità legata
all’’auroteferenzialità di Sogin rispetto ai controlli e quindi propose ed ottenne un provvedimento che inserì ARPA
Lazio come organo all’interno dei meccanismi di sicurezza.
Da lì nacque l’idea di proporre e far approvare uno studio epidemiologico volto ad accertare lo stato della presenza di
tumori sul territorio circostante la centrale, idea che divenne operativa mediante l’approvazione di una legge
regionale nel 2006 che diede l’avvio ad indagini sull’area della centrale nucleare attraverso l’osservatorio
epidemiologico (indagini allargate anche alle aree interessate al trattamento dei rifiuti in discarica, area nel nostro
caso adiacente a quella della centrale nucleare, grazie alla proposta di un nuovo art. di legge approvato in Regione
con la finanziaria del 2009). Ora, senza nulla togliere all’encomiabile lavoro svolto dall’Azienda Sanitaria Locale, ed
in particolar modo di chi, anche senza risorse e offrendo volontariamente il suo lavoro, si è impegnato nella
ricostruzione di un registro tumori certificato, c’è da chiedersi se c’è un motivo per cui, anche se siamo alla vigilia
della scelta dei siti da parte del governo e nonostante si sia già aperto il consecuenziale dibbattito politico, non si è
riusciti in quattro anni ad avere i risultati dello studio.
Ritengo che oggi la cosa più responsabile sia uscire dagli “ovvi proclami” e pretendere che lo studio venga
completato in tempi utili ad una riflessione totale (il sottoscritto, ha richiesto per ben due volte lo scorso anno
l’audizione in Commissione Sanità per capire i motivi dei ritardi dello studio). Forse se ciò fosse accaduto prima
Latina non sarebbe stata nemmeno tra i siti presi in considerazone ed il dibattito politico a cui stiamo assistendo non
ci sarebbe nemmeno stato. Questa ipotesi non sembra essere così assurda visto che già dai primi dati inerenti al
periodo 1996-2003 registrano complessivamente 538 tumori maligni della tiroide di cui l’81% donne, ed il 50% dei
pazienti è di età inferiore ai 48 anni e visto che, secondo i primi risultati degli studi, il tasso standardizzato di
incidenza per il tumore della tiroide risulta in costante aumento nel periodo in studio per entrambi i generi. Questi dati
di per sè rappresentano dunque già una considerevole anomalia rispetto alla norma.
Pertanto, con senso di responsabilità e senza voler suscitare inutili allarmismi, ritengo che sarebbe
opportuno uscire dalla demagogia che vede oggi tutti esprimere un diniego al nucleare, così come avviene
per la discarica, senza capire perchè, se tutti dicono no, queste cose si fanno lo stesso. Forse avere questi
dati definitivi sarebbe l’unico modo perchè una volta tanto si possa impedire l’imposizione di una servitù
che ipotecherebbe per sempre la vocazione turistica dlla città (altro che porto!), cercando di pretendere che
gli esiti di quei risultati siano presi in considerazione rispetto alle scelte del governo. Anche se il rischio è
che oramai sia già tardi.
Fabrizio Cirilli