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Latina: esplosione al quartiere Nicolosi, danneggiata palazzina

Da Latina24 ore:

http://www.latina24ore.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2915:esplosione-al-quartiere-nicolosi-crolla-una-palazzina-quattro-feriti&catid=13:latina&Itemid=73

Vigili del fuoco in azione

Sono stati trasportati in elicottero nel Centro grandi ustionati di Pisa i due immigrati, cittadini romeni, rimasti gravemente feriti nell'esplosione avvenuta stamani in uno stabile di tre piani tra via Grassi e via Emanuele Filiberto nel centro di Latina, nel quartiere Nicolosi. I due, in gravi condizioni con ustioni su tutto il corpo, in un primo momento dovevano essere portati presso l'ospedale Sant' Eugenio di Roma ma per mancanza di posti letto sono stati trasferiti in Toscana. Un terzo cittadino romeno, coinquilino dei due, è stato invece trasferito al Centro specializzato dell'ospedale Cardarelli di Napoli. Una ragazza di 18 anni, anche lei romena, è ricoverata nel reparto di chirurgia dell'ospedale Goretti di Latina e le sue condizioni non sono gravi.

 

Una fuga di gas da una bombola è con ogni probabilità la causa dell'esplosione che ha fatto crollare parte della palazzina. Secondo una prima ricostruzione fatta dai vigili del fuoco, l'ambiente era saturo di gas e quando, intorno alle 5,30, è stata accesa la luce lo deflagrazione è stata inevitabile. Sul posto stanno operando squadre dei Vigili del fuoco.

Il Prefetto. «La situazione è sotto controllo e la fronteggeremo cercando alloggi e sistemazione di emergenza per le famiglie che si sono

La palazzina parzialmente crollata

ritrovare senza casa». È la dichiarazione del prefetto di Latina, Bruno Frattasi, dopo il suo arrivo nel quartiere Nicolosi. «Il dato positivo è che non c'è stata nessuna vittima al momento e nessun disperso – ha proseguito il prefetto – i soccorsi sono stati celeri».

 

La palazzina parzialmente crollataLa palazzina, ex popolare, è composta di tre piani e 12 appartamenti, abitati in gran parte da persone anziane e da qualche cittadino straniero. La polizia municipale sta lavorando al censimento delle famiglie che abitano nell'edificio e sono intervenuti anche carabinieri e polizia. Attivati gli operatori dei servizi sociali della Protezione civile, che hanno portato agli inquilini viveri e beni di prima necessità. Diverse squadre dei vigili del fuoco continuano a scavare nelle macerie del palazzo.

Il sindaco. «Subito una task force per trovare immediatamente una sistemazione d'emergenza alle famiglie che abitavano l'edificio. Stiamo già lavorando con i servizi sociali e la Croce rossa». Lo ha assicurato il sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, che si è recato sul luogo dell' esplosione, nel quartiere Nicolosi. «Latina ha dimostrato anche in altre occasioni un gran cuore – ha continuato Zaccheo – lo farà anche questa volta». Secondo un primo censimento dello stabile, effettuato dalla polizia municipale, sono complessivamente 21 le persone residenti nell'edificio, di cui 12 cittadini stranieri, fra i quali ci sono i 4 feriti che vivevano nell'appartamento dove si è verificata l'esplosione

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Nessuna risposta

  1. davide ha detto:

    Oggi pomeriggio son passato in zona, ho visto Via Emanuele Filiberto chiusa, e in lontanza una ruspa che stava demolendo. Pensavo che stavano buttando giù l'intero edificio.

    Invece da quel che ho visto poi su Teleetere e su Skytg24, hanno demolito solo le parti pericolanti per mettere in sicurezza l'edificio.

    Ancora non si sà se verrà demolito interamente o se sarà parzialmente ricostruito, anche perchè l'edificio fà parte di un complesso ad U.

    Se quell'ala verrà demolita, dovranno ricostruirla tale e quale all'originale, visto che sia che il PRG che il PTPR (piano paesistico regionale) hanno messo un vincolo sull'intero quartiere Nicolosi..

    Una domanda per Renato, se quell'edificio è stato venduto con la cartolarizzazione chi pagherà l'eventuale ricostruzione? Tutti i proprietari degli appartamenti in quota parte, o solo il proprietario dell'appartamento in cui alloggiavano i rumeni?

    Spero solo che non passino gli anni come ad Aprilia, dove un edificio dichiarato pericolante dai Vigili del Fuoco nel 2003 è stato demolito solo a Gennaio 2008…

    DAVIDE

  2. davide ha detto:

    Su Latina24ore.it sono presenti 5 foto dell'ala danneggiata. Da quanto si legge, l'edificio a forma di U era il primo lotto delle case popolari progettate e realizzate da Nicolosi nel 1935.

    Spero solo che se decideranno di demolire interamente il lotto, lo facciano subito, senza aspettare anni. Il rischio è quella zona, giù degradata, diventi ancora più luogo di degrado…

    Dalle foto pare di notare che l'eplosione ha raso al suolo anche delle vecchie bancarelle in lamiera che si trovavano sul marciapiede…

    Forse sbaglio, ma controllo subito con Visual Earth.

    DAVIDE

  3. davide ha detto:

    Allora, ho toppato alla grande! L'edificio all'angolo tra Via Emanuele Filiberto e Via Grassi ha una forma ad L.

    Quelle bancarelle in lamiera invece non sono state danneggiate, trovandosi sì sul marciapiede, ma di fronte all'altro edificio ad L, attiguo a quello danneggiato.

  4. renatosd ha detto:

    Credo che le bancarelle siano state rimosse da tempo su tutta via Grassi …

    per quanto riguarda la ricostruzione e i danni, in teoria dovrebbe esserci l'assicurazione sul fabbricato, anche perchè i proprietari sono per lo più italiani che hanno riscattato le case ed ora le affittano … spesso ad extra comunitari, rumeni ecc. .

    Davide pone una questione molto importante bisognerà vigilare e tenere gli occhi ben aperti per capire come si intenderà affrontare la ricostruzione e per assurdo una tragedia simile potrebbe riaprire seriamente il dibattito sul recupero dell'intero quartiere. 

    Come casa dell'Architettura partecipammo ai contratti di quartiere esponendo quale priorità il tema del recupero dell'omogeneità del complesso nicolosi, dell'eliminazione delle superfetazioni, del colore degli edifici e della ristrutturazione necessaria per via della particolare tecnologia di costruzione "povera" (le case inizialmente erano pensate come temporanee per i lavoratori della città nascente); purtroppo si capì presto che non era quello l'ambito per chiedere il recupero dei manufatti. I contratti di quartiere infatti possono intervenire solo su aree pubbliche non sui fabbricati – ormai  – privati.

    La questione andrà seguita con attenzione e noi confidiamo molto nel mastino davide …

    Una nota di colore, stando sul posto mi incuriosiva un dialogo tra signore che si preoccupavano di sapere se c'erano stati feriti "italiani" no perchè siccome due rumeni erano in fin di vita, oltre ai due meno gravi, il problema non era sapere se fossero vivi ma se qualche italiano fosse coinvolto …. mi chiedevo se fosse importante sapere la nazionalità dei feriti e nel caso in cui ci fossero stati italiani quanto andava considerato più grave l'episodio … 

    confido però nella buona fede delle signore per la legittima preoccupazione di sapere se fosse coinvolto qualche vicino di casa intentendo per italiano un vicino di casa, un amico … qualcuno conosciuto insomma.

    renato

    ps allego due foto

    Allegato: 271020081028.jpg

    Allegato: 271020081027.jpg

  5. Kla ha detto:

    Riporto di seguito all'attualità quanto evidenziava Luigi Gallo il 7 luglio 2008 a proposito del quartiere Nicolosi nei commenti alla notizia "Abitazioni locate in nero a extracomunitari" link: http://www.q4q5.it/modules/news/article.php?storyid=2829

    "Ciao a tutti,

    Sono stato molto contento di questo decreto emesso dal governo nel pacchetto sicurezza, anche io con il mio gruppo abbiamo segnalato al prefetto numerose abitazione da controllare nell'ottica di questo decreto.

    In realtà già quando ero consigliere della 1° CIrcoscrizione denunciammo, sollecitato dai residenti esasperati del quartiere NICOLOSI, casi di immobili affittati a 10 -12 immigrati.

    Questo è quello che io definisco il nuovo razzismo… permettere che un proprietario di un immobile affitti a cifre che vanno dai 100 ai 200 € a testa immobili dove a modi caserma le persone sono costrette a vivere in condizioni igieniche non concepibili, è assolutamente vergognoso.

    Nel caso del Quartiere NICOLOSI questo avviene spesso e per di più dalle denuncie pervenute in circoscrizione, gli abitanti si lamentavano perchè quello che era il primo quartiere della città, stuudiato nelle universiatà di architettura di mezzo mondo, oggi stà diventando un bronx, dove gli italiani rimasti stanno andando via, dove nei giardini che gli architetti dell'epoca avevano realizzato perfar SOCIALIZZARE LE FAMIGLIE, gli immigrati vanno a fare i propri bisogni fisiologici.

    Dopo 4 anni di denunce sui giornali di lettere al prefetto e al questore, il risultato è che tutti SE NE FREGANO….

    Successivamente fuori dalle risposte ufficiali ci è stato detto che diversi immobili  dove ci sono questi immigrati in numero eccessivo, sono di prorpietà di un noto commerciante che proprio li ha la sua grande attività e che questo è amico del Sindaco quindi intoccabile….

    Che molte case che erano popolari in modi un pò strani sono state acquistate da personale della P.S……

    e addirittura che la questura è a conoscenza di questa situazione ma preferiscono che resti tale perchè se dovessero sgombrare quegli immobili loro non saprebbero più dove trovare gli immigrati senza casa, diversamente sanno che si trovano li.

    BEL RAGIONAMENTO……

    Intanto sono tre anni che nel quartiere NICOLOSI non arrivano più i pulman di studenti stranieri a studiare il quartiere, come avveniva da anni.

    e quei miserabili dei proprietari di casa continuano a spillare soldi a immigrati  costretti a vivere in condizioni inaccettabili e a pagare pure per vivere così….

    I nuovi consiglieri della 1° CIRCOSCRIZIONE non si sono più interessati del problema e i residenti cominciano a farsi giustizia da se… un bell'esempio di come far diventare un quartiere che la città poteva far diventare un museo a cielo aperto, in un bronx….. complimenti.

    LUIGI

  6. renatosd ha detto:

    I contratti di quartiere sono di fatti arredo urbano, non investono l'urbanistica nel senso che non intervengono sugli edifici e non prevedono particolari deroghe dagli strumenti urbanistici. Sono uno strumento bello per l'iter partecipato ma sostanzialmente inefficace a risolvere problemi sostanziali: è come il trucco sulle cicatrici … va via con la notte o con due gocce d'acqua…

    renato

  7. davide ha detto:

    Inoltre, Renato, c'è da dire che il contratto Nicolosi-Villaggio Trieste in realtà ha solo il nome di quella zona, ma in realtà interviene più su zone di Campo Boario, Via Milazzo e dintorni…

    Le ex case popolari di Nicolosi non rientrano proprio in quel contratto di quartiere, nè per quanto riguardo gli edifici, nè l'arredo urbano…

    Per il fatto che i contratti di quartieri non vanno ad incidere sugli edifici e sull'urbanistica di una zona avrei dei dubbi. Infatti sia quello di Latina Scalo che quello di Nicolosi-Villaggio Trieste prevedono la costruzione di nuovi edifici per fasce svantaggiate e residenze universitarie, spesso anche in deroga al PRG o ai PPE.

    Infatti pare che il contratto Nicolosi-Villaggio Trieste abbia trovato difficoltà perchè in un'area vicino l'università e scelta per le residenze universitarie, negli anni 90 pare che era stato approvato un progetto di parcheggio multipiano…

    Insomma un vero e proprio casino…

    Per quanto riguarda le opere previste dovrebbe essere ancora presenti sul sito del Comune di Latina, i 2 contratti di quartiere…

    Altra contraddizione: a Settembre è stato aggiudicato un appalto per riqualificare il parco Berlinguer, con rifacimento del campo di calcetto, campo di bocce, nuovi alberi e giochi per bambini…

    Ebbene sapete qual'è il bello? Che il contratto Nicolosi-Villaggio Trieste prevede l'eliminazione del campo di calcetto, e la realizzazione al suo posto di un centro civico!

    DAVIDE

  8. davide ha detto:

    x Renato

    Ma in origine come erano i lotti di case popolari? Gialli o di altri colore? E' mai stata fatta un'analisi stratigrafica?

    Non vorrei che anche qui nel dopoguerra si fosse esagerato con il giallo, visto che anche altri edifici di fondazione (tipo l'ex Onc ora Museo della Terra Pontina in ristrutturazione in piazza del quadrato), hanno perso il loro colore rosso scuro originario..

    Non è che anche il Nicolosi in origine era rosso scuro?

    Cmq sia com'è la situazione in quella zona? Ci sono appartamenti in mano all'Ater ed altri venduti agli ex inquilini IACP?

    Da quel che ho visto cmq solo un edificio, e per la precisione la torre di 5 piani che affaccia su Via Corridoni negli ultimi anni è stata ristrutturata..

    Il resto niente.

    DAVIDE

  9. davide ha detto:

    Alcuni video su YouTube della parziale demolizione delle parti pericolanti:

    http://it.youtube.com/watch?v=G-nuI7Qy0-Y

    http://it.youtube.com/watch?v=2nK_w3f6gZQ

    DAVIDE

  10. davide ha detto:

    OT per RenatoSD

    Sento negli ultimi giorni parlare che l'ATER ha acquistato il palazzo Lamaro. Perdona la mia ignoranza: dove si trova esattamente questo palazzo?

    DAVIDE

  11. davide ha detto:

    http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20081028&ediz=05_LATINA&npag=34&file=D_2183.xml&type=STANDARD

    Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi chiudi finestra
    «Qui c’è uno che ha comprato tutto, ecco cosa succede ad averlo permesso». Ce l’hanno con affitti e subafitti i residenti del quartiere “Nicolosi”. Con i mancati controlli nei confronti di chi fa un contratto regolare e poi consente che nello stesso appartamento si stabiliscano più persone di quelle che potrebbero esserci. Era subafittata la casa al primo piano della palazzina N, civico 34, del I lotto Iacp. E’ intestata a un uomo di 86 anni di Latina, il quale l’ha riscattata dall’ex istituto case popolari, risulta locata a un romeno che però vive a Piacenza. A che titolo c’erano dentro i suoi connazionali? E perché gli impianti non sono a norma come dovrebbe essere quando si dà in affitto una casa? Sono domande che si sono posti e si porranno gli investigatori della squadra mobile della questura di Latina, diretti dal vice questore Fausto Lamparelli. Intanto risultano formalmente indagati i quattro feriti e l’uomo di 44 anni ufficialmente titolare del contratto. Nei loro confronti l’accusa è di disastro colposo. La palazzina è stata sequestrata. Secondo una prima ricostruzione dei vigili del fuoco, il sostituto procuratore Raffaella De Pasquale che coordina le indagini ha chiesto anche l’intervento degli specialisti antincendio, la cucina si è “saturata” con il gas di una delle bombole. Forse era attaccata a un ugello non conforme e il gpl ha riempito la stanza, è bastato accendere la luce, creare il contatto elettrico e si è verificata l’esplosione.
    Ma quante situazioni del genere ci sono nel quartiere “dei romeni” come ormai lo definiscono i residenti? Ufficialmente un affitto si aggira intorno ai 450-500 euro, ma se prende la casa uno regolare e poi la “gira” ai connazionali nessuno controlla. Certo, c’è chi è arrivato nelle case popolari e ha riscattato il suo appartamento continua a viverci ma altri avrebbero fiutato l’affare del “Nicolosi”. Si parla con insistenza di chi «ha comprato tutto» da quanti avevano pagato per anni l’affitto e poi si erano ritrovati la casa ma nel frattempo, magari, erano riusciti a trovare una sistemazione migliore o si erano trasferiti con i figli. E così dall’esplosione potrebbe aprirsi un filone diverso su quella che i residenti denunciano come «una giungla, qui oggi c’è una famiglia e domani arriva altra gente, non sai mai chi hai vicino, è uno scandalo e nessuno interviene». Intanto per evitare sciacallaggio è stato organizzato da ieri sera un servizio di vigilanza fissa interforze per il controllo dell’area.

    http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20081028&ediz=05_LATINA&npag=35&file=F_2197.xml&type=STANDARD

    Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi chiudi finestra
    Sono le prime case popolari di Latina. Costruite nel 1935 dall’Icp di Roma e poi “girate” a quello di Latina, rappresentano da sempre l’anima realmente popolare della città. Una zona conosciuta come “Quartiere Nicolosi” dal nome dell’architetto che ha realizzato quell’intervento. Lo stesso palazzo dove ieri si è verificata l’esplosione era stato colpito da una bomba nel ’44, durante la seconda guerra mondiale. La ricostruzione negli anni successivi. Le case del quartiere sono state poi “riscattate” dagli inquilini, vendute, affittate ad altri. Una zona ridotta male, con problemi relativi alle strutture ma anche con un forte degrado sociale dovuto, negli anni, all’insediamento senza regole di numerosi immigrati. Inserito nel contratto di quartiere “Nicolosi – Villaggio Trieste”, l’intervento non si è mai concretizzato. Era il 20 dicembre 2005 quando venne presentato il progetto pubblicamente, ma da allora non è cambiato nulla, al punto che un anno dopo i consiglieri della I circoscrizione, come ricorda Luigi Gallo, chiedevano «di porre in essere tutti gli strumenti a loro disposizione per poter recuperare dal degrado a cui è stato ridotto, il quartiere Nicolosi, dando priorità a riqualificazione immobili e coorti interne, messa in sicurezza delle scuole, eventuale riposizionamento del mercatino rionale, controllo sugli affitti, maggiore presenza delle forze dell’ordine, sistemazione e ampliamento parco giochi per bambini». Di quel progetto non s’è saputo più nulla. Intorno alle persone coinvolte nell’esplosione del palazzo ieri si sono radunati molti vicini, venuti a portare solidarietà, conforto, di prendere le sedie dal vicino bar. Il sindaco arriva tardi, tra i cittadini c’è chi ricorda «le innumerevoli promesse del Comune sulla riqualificazione di questa zona, ne parlano da anni ma li vediamo solo oggi che c’è stata questa disgrazia, mentre noi abbiamo problemi tutti i giorni».
  12. davide ha detto:

    X RenatoSD

    Leggo che il palazzo è stato colpito nel 44 da una bomba e ricostruito nel dopoguerra.. E' per questo che tra i calcinacci si intravedono dei pezzi di forato, che con tutta probabilità facevano parte delle tamponature esterne..

    Sbaglio o l'edificio originario come gli altri del Nicolosi e della città di fondazione sono in muratura portante? Dunque che c'azzeccano i forati?

    DAVIDE

  13. davide ha detto:

    Da quest'altro articolo del Messaggero, si capisce che nonostante l'immobile sia privato e coperto da assicurazione, Ater e Comune metteranno mano al portafoglio per risistemarlo…

    Ora tutta la mia solidarietà, ma è proprio necessario che vengano spesi soldi pubblici per un intervento su un immobile che di fatto non è più pubblico?

    http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20081028&ediz=05_LATINA&npag=35&file=C_2193.xml&type=STANDARD

    Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi chiudi finestra
    di MONICA FORLIVESI

    Uno sguardo smarrito, la donna è seduta sull’ambulanza della Croce rossa, davanti, tra l’autista e un’altra volontaria. Gabriel Tana e Giorgio Manes, i due feriti più gravi nello scoppio di via Grassi, sono rispettivamente suo figlio e suo fratello. Lei si è salvata da quell’inferno perché stava lavorando come badante, era a casa dell’anziano che assiste. Oggi raggiungerà i suoi cari al centro grandi ustionati di Pisa. Ha trascorso la notte al Park Hotel, insieme ad altre dieci persone costrette a lasciare la propria casa ormai inagibile.
    «Abbiamo sistemato tutti – dice in serata l’assessore ai Servizio sociali Stefano Galetto – 11 persone, nove rumeni e due italiani, sono alloggiate al Park Hotel che si è reso disponibile a un prezzo davvero sociale, tre persone in due diverse case di riposo, mentre quattro italiani hanno trovato ospitalità dai parenti». Croce rossa e Caritas hanno provveduto a fornire abiti e biancheria, gli sfollati infatti non hanno potuto prendere nulla dalle proprie case, hanno solo gli abiti con cui sono scappati di casa terrorizzati dallo scoppio. Non hanno documenti, denaro, medicine. Nulla.
    Gli operatori della Croce Rossa Italiana, coordinati dal presidente Remigio Recchiuti, e della Protezione civile, psicologi e assistenti sociali stanno garantendo oltre ai farmaci anche l’assistenza psicologica necessaria ad affrontare una situazione così traumatica. Nelle prossime ore si valuteranno i tempi necessari per poter ripristinare l’agibilità della palazzina, l’immobile è assicurato, l’amministratore ha già avviato le pratiche per ottenere il risarcimento. Per accelerare i lavori Comune e Ater, nonostante l’edificio sia di proprietà privata ormai, stanno lavorando insieme per intervenire nel più breve tempo possibile e ridare una casa a alle famiglie sfollate.
    Il sindaco Vincenzo Zaccheo, che si è recato in via Grassi poi in ospedale, ha dichiarato: «Latina, che ha dimostrato in altre occasioni un gran cuore, lo sta facendo anche ora». Le operazioni sono state coordinate dalla prefettura, il dottor Bruno Frattasi sottolinea: «La macchina amministrativa ha funzionato, i soccorsi sono stati veloci. Faremo di tutto per garantire la massima assistenza alle famiglie colpite».

    DAVIDE

  14. davide ha detto:

    Ecco il contesto e gli interventi previsti nel contratto di quartiere Nicolosi-Villaggio Trieste:

    http://www.comune.latina.it/CdQIILatina/NVT_contesto.htm

    http://www.comune.latina.it/CdQIILatina/NVT_interventi.htm

    DAVIDE

  15. davide ha detto:

    http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20081029&ediz=05_LATINA&npag=35&file=I_2141.xml&type=STANDARD

    Mercoledì 29 Ottobre 2008 Chiudi chiudi finestra
    Si concentra sulla situazione dei subaffitti l’attenzione dei residenti nel quartiere “Nicolosi”. Il giorno dopo esce fuori da più di qualche residente il discorso degli stranieri, di chi «viene qui e non rispetta le regole». Poi ci sono tanti «che sono brave persone, abbiamo visto i figli crescere, sono ormai integrati ma il problema sono gli altri, il viavai in certe case, movimenti che non ci convincono». E situazioni inevitabilmente al limite della legalità, portate alla luce dall’esplosione dell’altra mattina. «Da tempo la circoscrizione aveva chiesto di mettere in sicurezza la zona e di effettuare le verifiche sugli affitti in nero – spiega Luigi Gallo, ex consigliere – ma nessuno ha mai ascoltato i nostri appelli. Se in una casa di 50 metri vivono in sette-otto e non hanno allaccio al metano perché non sono in regola con il contratto è chiaro che la situazione diventa molto più difficile di una normale».
    Ma intanto si cerca di capire anche che fine abbia fatto il “contratto di quartiere” presentato in pompa magna tre anni fa e mai partito. Si chiama “Nicolosi-Villaggio Trieste” ma concentra – o dovrebbe concentrare, visto che non è ancora avviato – il maggior numero degli interventi n realtà interviene su zone limitrofe come Via Milazzo, Campo Boario e Piazzale Berlinguer. In quest’ultimo l’unico appalto già bandito che riguarda la riqualificazione del piazzale stesso con la sistemazione del campo di calcetto, campo di bocce, piantumazione nuovi alberi e area giochi per bambini. Nel “contratto”, però, era previsto un centro civico a disposizione del quartiere. C’era, in ogni modo, anche la riqualificazione degli appartamenti delle prime case popolari di Latina che nel corso degli anni sono diventate pressoché tutte di proprietà perché “riscattate” dagli inquilini.

    PS: Avete notato la parte che ho sottilineato in grassetto? E' esattamente la stessa frase che ho espresso io qualche post più sopra. Quì c'è qualche giornalista de Il Messaggero che copia! Aiaiaiaiai….

  16. renatosd ha detto:

    Caro Davide

    ti rispondo ora perchè sono stato molto impegnato, anche con la casa dell'architettura proprio in merito all'accaduto.

    Stiamo inviando al sindaco al prefetto e all'Ater la nostra disponibilità a mettere a disposizione materiali, esecutivi originali e tutte le informazioni in nostro possesso. Seguirà un comunicato che sarà poi inviato alla stampa (e quindi anche a questo sito).

    Il caso vuole che stiamo preparando una pubblicazione proprio sul quartiere nicolosi con tutti gli edifici, i disegni e le ricostruzioni grafiche con le coloriture originarie (proprio come chiedevi). 

    A parte questo, come al solito mi fai un mucchio di domande e provo a risponderti

    L'ater è rimasto proprietario di sparuti appartamenti nel mucchio già alienato, ma sembrerebbe che non si sia tirato indietro in questa fase.

    Palazzo Lamaro dovrebbe essere sulla circonvallazione verso piazzale gorizia, ho incertezza se sia quello d'angolo  o il precedente ma poi mi informo.

    La tecnica costruttiva è molto particolare, ancora non abbiamo esaminato lo specifico (non tutti gli edifici sono stati fatti nel medesimo periodo e con le stesse identiche soluzioni) ma così ad occhio credo che i forati possano essere o le pignatte dei solai o alcuni tramezzi interni di divisione senza funzione portante, escluderei le murature perimetrali se non eventualmente per le velette sulle finestre ma è tutto da verificare con attenzione.

    renato

  17. davide ha detto:

    Grazie Renato per la disponibilità mostrata, come sempre, a rispondere alla mia morbosa curiosità.

    Riguardo i foratini, anch'io sospettato che erano quelli dei tramezzi.

    Per quanto riguarda la ricostruzione, pare che l'Ater metterà a disposizione i soldi, visto che dalle stime occorreranno 300 mila euro per sistemare, mentre l'assicurazione copre 200 milioni di vecchie lire (almeno così dice Il Messaggero)

    Pare che Zaccheo ha chiesto all'Ater alloggi per ospitare gli abitanti della palazzina. L'Ater ha risposto picche. Che faccia tosta! Prima non danno le aree per fare le case popolari, ma poi chiedono all'Ater degli alloggi!

    DAVIDE

     

  18. Vincenzo ha detto:

    Questa è l'immagine dello stato dei luoghi esattamente un'anno dopo l'eslosione.

    Allegato: 291020091711.jpg