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Responsabilità politiche per SAPEI

La questione della realizzazione dell’elettrodotto nel sito della centrale nucleare potrebbe avere tutti gli elementi di una commedia teatrale se non fosse che ci troviamo dinanzi all’ennesima dimostrazione di noncuranza amministrativa con la conseguenza che il nostro territorio subirà l’ennesima servitù in spregio ai bisogni dei cittadini.

Ci troviamo di fronte ad una responsabilità politico amministrativa chiara ed indiscutibile. Tutta la fase preliminare del progetto di realizzazione dell’opera e la stessa conferenza dei servizi è stata condotta direttamente dal Sindaco e da suoi fidati dirigenti mantenendo all’oscuro i cittadini ed il Consiglio Comunale. Da parte del Comune di Latina, quando era il tempo, non sono state avanzate sul progetto di realizzazione dell’elettrodotto prescrizioni di alcun tipo od osservazioni limitandosi a rilasciare, a firma diretta del Sindaco e del suo dirigente, Ing. Le Donne, un parere favorevole alla realizzazione dell’opera. Questo di fatto impedisce qualsiasi ruolo del Comune sull’iter per la realizzazione di questa grande servitù.

Così come dichiarato dai dirigenti della società Terna, una delle motivazioni principali su cui è stata basata l’individuazione del sito di Borgo Sabotino per la realizzazione dell’opera vi è quella della perfetta coincidenza dell’uso che si vuole fare dell’area con quanto previsto nell’attuale Piano Regolatore Generale che identifica la zona come Zona Servizi definita “ET – Elettrica e Termonucleare”.

A tal proposito possono essere fatte alcune ovvie osservazioni: si è profuso grande impegno in concorsi di idee per la marina, in esigenze di spostamento per i camping del lungomare, in deliberazioni di varianti urbanistiche le più disparate e di interesse specifico e poi, invece, sul versante delle risposte ai bisogni reali abbiamo assistito ad un fermo totale della riqualificazione della marina ed a una voluta incapacità di adozione di un piano regolatore generale o quantomeno di strumenti urbanistici che avrebbero dovuto dare destinazione diversa a terreni, quale quelli dei siti limitrofi alla centrale nucleare. A tal proposito prendiamo atto che i terreni del sito nucleare del Garigliano, nel comune di Sessa Aurunca, hanno destinazione agricola e quindi lì non sarebbe stato possibile realizzare alcunché e, molto probabilmente, una volta risolto il problema del decommissioning, quelle aree torneranno realmente ad essere “prato verde”.

Oggi ci troviamo dinanzi ad una servitù di elettrodotto che determinerà immediatamente un impatto altamente vincolante per un vero sviluppo turistico della zona e, nel tempo, l’esistenza dei presupposti per la creazione di ulteriori servitù future quale quella di una centrale di produzione elettrica a ciclo combinato. Peraltro non era stato proprio il nostro sindaco a dire che una centrale di questo tipo non è impattante ? Non era stato proprio lui ad organizzare la famosa gita con visita alla centrale a ciclo combinato di Terni ?

E’ il momento di smetterla di nascondersi dietro il “noi non sapevamo nulla” , “non eravamo stati pienamente informati”. O non si è in grado di amministrare o vi è complicità; in entrambi i casi il prezzo che sta pagando la nostra città è troppo alto !

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