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Davanti ai soldi “me ne frego”

Sembra che questo modello di imprenditoria sia stato esportato anche nelle aziende della nostra città dove la formula è più o meno la stessa.

Paolo Finestra è il proprietario di un centro fitness con piscina, dove organizza le diverse attività e servizi, tra cui i corsi di nuoto, le lezioni private, la riabilitazione, l’acqua gym, il nuoto libero ecc… ecc..

Succede però, che grazie ad una politica aziendale, una di queste attività, cioè l’acqua gym, sembra avere molto seguito, e di donne desiderose di vedere il proprio corpo tonico ed asciutto ce ne sia un numero sempre maggiore.

é chiaro che ad un imprenditore questo non può che far piacere, anche perché tutto è traducibile in “profitto”!

Ed è proprio in questo momento che scatta la molla del meccanismo “Minore spesa – Maggior profitto”. E il servizio? “Me ne frego!” (non ricordo bene chi avesse coniato questa frase).

Per farla breve: cinquanta clienti a maggio acquistano un abbonamento annuale, pagandolo circa 300 euro, per praticare il nuoto libero, recandosi in piscina secondo l’orario prestabilito. A distanza di qualche mese il sig. Paolo Finestra, visto che aumentavano le richieste per l’acqua gym, cambia le carte in tavola e rosicchia due delle sei corsie, già particolarmente affollate dai clienti nuotatori, per infilarci un altro corso di Acqua gym… Ed i diritti del cliente a cui è stato “sub-affittato” lo spazio? “La risposta avuta, quando gli è stato detto che ciò avrebbe provocato una “bomba” è stata: “me ne frego”!

Spero che il sig. Paolo Finestra, faccia un passo indietro con tanto di scuse, altrimenti ci sono (fortunatamente) rimaste ancora molte persone, che si sono rese disponibili ad impugnare l’arma della difesa del consumatore e della legalità.

Un abbraccio

Bruno Mucci

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