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Cronaca di una giornata sprecata

Ho parcheggiato su Corso della Repubblica e, alle 09:33, ho inserito 50 centesimi dentro un parchimetro che mi ha consegnato un tagliando valido fino alle 10:23. Poi sono andato alle Poste centrali dove alle 09:43 ho ritirato il biglietto numero A205 per pagare la rata di ottobre della mensa scolastica.
Ormai mi sono abituato all’assurdità di dover andare alle poste per pagare la mensa. All’inizio, appena arrivato dagli Stati Uniti, mi sembrava una cosa talmente assurda che avevo intrapreso una vana lotta contro i mulini a vento; poi la stanchezza, l’abitudine, l’attenzione dirottata su innumerevoli altre assurdità burocratiche che angustiano la nostra esistenza hanno fatto subentrare una mesta rassegnazione. Così, bollettino alla mano, ritiro il mio numerello e mi avvio nella sala principale. Mi accorgo subito che la sala è colma di gente, e ho la conferma quando vedo che stanno servendo il numero A91. Più di 100 persone davanti a me! Poi guardo meglio e vengono chiamati anche i numeri che iniziano con la C (i titolari di POSTAMAT) ai quali Poste Italiane S.p.A. da priorità. E già perché quelli sono correntisti, loro hanno pagato a gabella a Poste Italiane S.p.A, quindi hanno diritto ad un trattamento di favore. Mica sono semplici cittadini come me. Magari anche loro devono pagare il mio stesso bollettino, ma dato che sono titolari di POSTAMAT, hanno il diritto di pagarlo prima. Non intravedete in tutto questo una incongruenza? Un conflitto di interessi, una commistione (meglio un a confusione di ruoli) tra servizio pubblico (far pagare il bollettino) e interesse aziendale (prendersi cura, giustamente, dei propri clienti)????
Un conto è che Poste Italiane S.p.A. diversifica la sua attività e fa pure la banca, vende le magliette colorate e altri ninnoli vari, un altro conto è il servizio pubblico. Non accetto che quando devo pagare un bollettino qualcuno mi possa passare avanti perché ha il Postamat. Questa è discriminazione, questo significa aver diviso i cittadini in cittadini di serie A (quelli col Postamat) e di serie B, quelli senza. Una volta, a Brindisi, sono andato a protestare col dirigente per questo abuso che Poste Italiane pone in essere ogni giorno a discapito dei cittadini, ma come ho già detto non è più il tempo per donchisciotte.
Quindi… aspetto.
I numeri si susseguono sullo schermo con esasperante lentezza. Noto che appaiono pure dei numeri che iniziano con la H. Quando appare uno di questi numeri un vecchietto, a volte arzillo, altre macilento, raggiunge lo sportello assegnato! Nooo! Le pensioni no! Ma è mai possibile che ancora oggi nel 2006 l’ufficio postale debba essere paralizzato dal pagamento delle pensioni? Ma non potrebbero farselo accreditare sul conto corrente? Possibile che io per pagare uno stupido bollettino di € 10,33 debba vedermi sfilare davanti tutti i pensionati di Latina?
Pazienza, aspetto! Guardo l’orologio: sono già le 10:25, mi è scaduto il parcheggio e qui stanno ancora chiamando il numero A116. Allora esco, vado in auto, cerco degli spiccioli ma non li trovo. Allora monto in macchina alla ricerca di un parcheggio non a pagamento.
Dopo due o tre giri trovo posto a Piazza del Popolo. Bene, almeno la macchina è sistemata.
Torno alla Posta, stanno servendo il numero A128. In un angolino vedo una fiammante macchinetta tutta gialla, tipo Bancomat, con sopra scritto: Pagamento automatico bollettini. Eureka! Perché non l’ho vista prima? Leggo le istruzioni: I titolari di Postamat (∞)… e di Bancomat (alleluia!!!) possono pagare qui i bollettini di C/C.
Inserire il Bancomat… lo inserisco. Inserire il bollettino di C/C come mostrato… lo inserisco. Selezionare… seleziono. Digitare… digito. Selezionare… seleziono. Spiacenti l’operazione non è andata a buon fine, rivolgersi allo sportello. Rifaccio tutto dall’inizio… stesso risultato. Intanto alle mie spalle si è formato un piccolo capannello di curiosi: a loro uso e consumo provo per la terza volta, ma il risultato non cambia.
Intanto che rigiro tra le mani il bollettino leggo: “C/C n. 12835047 intestato a COMUNE LATINA-PAG. MENSA SCOL. SERV. TES. C/O BANCA MPS SPA CORSO DELLA REPUBBLICA 175 04100 LATINA.
Monte Paschi! La Tesoreria Comunale! Come ho fatto a non pensarci prima? Mentre il cartello annuncia A143 esco di gran carriera e vado alla tesoreria. Arrivo alle 11:00, c’è una piccola fila, ma niente di eccezionale se paragonata a quella della Posta. Quando è il mio turno, l’impiegato mi informa che il bollettino può essere pagato esclusivamente alla Posta. Fossero stati altri tempi mi sarei arrabbiato, gli avrei fatto notare che sul bollettino c’era scritto: “SERV. TES. C/O BANCA MPS SPA CORSO DELLA REPUBBLICA 175 04100 LATINA” e che io stavo proprio lì, a Corso della Repubblica 175. Invece rassegnato torno ala Posta. Stanno chiamando il numero A185. Mi metto in un angioletto e aspetto. Finalmente alle ore 11:25 sul tabellone appare il numero A205. pago i miei 10,33+1,00 euro e mi avvio verso la Don Milani per consegnare i bollettini. Arrivo verso le 11:45, ma lo sportello ha già chiuso alle 10:30. Deve tornare domani – mi informa la bidella!
Quando ero uscito di casa avevo una lunga lista di cose da fare, tra cui la revisione della mia autovettura; non sono riuscito a completarne nemmeno una. Ho perso mezza giornata per far mangiare mio figlio quattro (4) volte a scuola, e non ci sono nemmeno riuscito!

Ora a chi di voi è sempre vissuto in Italia e ha sempre sprecato giorni e giorni della sua vita appresso alla stupida burocrazia che sta lentamente ma inesorabilmente uccidendo l’Italia, questo potrebbe apparire solo come uno sfogo di chi ha perso mezza giornata per pagare un bollettino: ma non è così! Questo è il grido di dolore di chi vede le risorse del nostro Paese inutilmente sprecate, di chi assiste impotente all’agonia della nostra povera Italia.

La nostra povera Italia ha la metà della forza lavoro impiegata in attività che oltre a non produrre nulla di buono, sono solo d’intralcio.
La nostra burocrazia è una inutile macchina infernale che paralizza il Paese, un grosso tumore che reclama tutte le risorse, un vera piaga che non vuole guarire.

A costo di ripetermi e di apparire esterofilo, vi racconto come pagavo la mensa scolastica in America. Intanto la mensa funzionava ogni giorno, sin dal primo giorno di scuola, e si poteva scegliere di farvi pure colazione. La mensa poteva essere pagata in contante ogni giorno, direttamente dallo studente, oppure si poteva consegnare il buono pasto, acquistabile in segreteria senza fila, senza formalità, senza perdite di tempo, a qualsiasi ora dalle 8 alle 16. I buoni pasto si potevano acquistare singolarmente, a blocchetti di 10, 20, 50…) e si potevano pagare in contanti o con assegno. Con lo stesso buono pasto, in qualsiasi giorno, senza avvisare nessuno, i genitori potevano andare a mensa e mangiare coi figli.

Non vi sentite soffocati dalla nostra burocrazia, dalle nostre regole assurde, non vi viene da piangere pensando a quante energie produttive si libererebbero se diventassimo un Paese normale?

Invece siamo un Paese allo stremo, dove in 7 giorni il Comune di Latina non ha trovato le risorse per svitare 4 bulloni ed eliminare un gravissimo pericolo dai nostri quartieri. Un Comune con migliaia di dipendenti che fanno la spola con la macchinetta del caffè, ma dove a nessuno trova il tempo di rispondere ad una semplice richiesta, nessuno è capace in un tempo ragionevole (un’ora, due?) di svitare 4 viti, girare un segnale stradale e riavvitare quelle viti. Ovviamente sto parlando del segnale invertito della rotonda tra Q4 e Q5. Povera Italia.

Salvatore Antoci

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