Archivio Giornaliero: Agosto 3, 2006

Un appello per il “Locatelli”

Ora che il sito sembra aver superato i problemi tecnici dei giorni scorsi, colgo l’occasione per scusarmi con Francesca Suale, per la pessima figura che abbiamo fatto a causa di un errore, certamente in assoluta buona fede, dei giornalisti del Territorio, che hanno impaginato male gli ultimi articoli da noi scritti e che soprattutto hanno accreditato a me ed a Paolo Ferretti, un articolo magistralmente e totalmente scritto da Francesca Suale.
Per rimediare, anche solo in minima parte, pubblico qui di seguito lo stesso articolo, affimchè almeno i frequentatori del nostro sito lo possano apprezzare nei dettagli.
Freddy

[i][color=0000FF]Per il parco giardino di via Locatelli un appello di giovani cittadini.

Il tanto atteso “Parco Giardino” di via Locatelli è stato finalmente aperto al pubblico con grande soddisfazione di tutti, in particolare di alcuni bambini che già da qualche tempo scavalcavano la recinzione di tela verde, con il pallone sotto il braccio, desiderosi di fruire di uno spazio da gioco ampio e decisamente ben curato. Gli aspetti positivi sono sicuramente molti tra quelli illustrati dall’assessore Guercio, in primis le attrezzature in plastica ottenuta dal riciclo e le lampade a basso consumo di cui i lampioni sono stati dotati, e poi naturalmente il fatto che questo giardino sia fornito di pozzo autonomo grazie al quale potranno essere irrigati sia il prato che le varie specie arboree messe a dimora che, non ci stancheremo mai di ricordarlo, richiedono maggior cura nei primi anni di vita. Sarebbe però opportuno dotare questo parco di una recinzione che assolverebbe la funzione di una maggior sicurezza per i bambini che, come mi hanno fatto notare alcuni genitori presenti, giocando finiscono spesso per mandare il pallone sulla strada e si precipitano in maniera rischiosa all’inseguimento.
I primi e maggiori estimatori del parco sono proprio quei vivaci e simpatici ragazzini che vediamo sciamare attorno ad un pallone, o giocare a rincorrersi, o ancora intrattenersi nello spazio giochi sull’erba, e sono proprio alcuni di loro che vogliono farsi promotori di alcune istanze da rivolgere sia ai cittadini che all’Amministrazione, affinché il parco venga mantenuto nel miglior modo possibile e non sia poi abbandonato all’incuria, come purtroppo si è verificato per altri giardini presenti nel quartiere, e ancora affinché nessuno distrugga o imbratti quanto è stato realizzato. Un appello è rivolto anche ai padroni dei cani, perché si muniscano di apposito sacchetto e paletta, lasciando il prato pulito, con rispetto per chi vuole giocare all’aria aperta ma anche e soprattutto nel rispetto degli stessi cani, i quali finiscono per essere colpevolizzati ingiustamente per responsabilità che sono invece ascrivibili ai soli proprietari; vorrei aggiungere che ciò non si addice affatto ai veri amanti degli animali, quali invece si riconoscono la scrivente e gli stessi bambini interpellati. Siamo certi perciò, nel reciproco interesse, che questo appello non resti inascoltato, anzi dovremmo essere orgogliosi che dei giovani cittadini tanto responsabili abitino i nostri quartieri, perciò intendiamo unirci all’invito dell’assessore perché ciascuno segua questo esempio e voglia custodire e vigilare sull’opera appena consegnata, che è stata realizzata con il contributo economico di ciascuno di noi, basterebbe fare questa banale e altrettanto logica riflessione per sentirci i legittimi comproprietari e, in quanto tali, i veri responsabili, assieme all’Amministrazione, di un bene comune che, torno a sottolineare, deve assolutamente essere mantenuto così come lo vediamo oggi, trattato con il dovuto rispetto da chi ne usufruisce e da parte dell’Amministrazione che ha il dovere di effettuare gli opportuni interventi di manutenzione ordinaria e programmata, sui quali il sito www.q4q5 , grazie alle segnalazioni dei numerosi iscritti, ha intenzione di continuare a porre la massima attenzione, in collaborazione con le Istituzioni, nel rispetto dei ruoli e dei rispettivi doveri, e soprattutto con l’auspicio di una sempre migliore cooperazione futura.

Francesca Suale [/color][/i]

e la chiamano Down !

Io non mi sento diversa da nessun altro

Io sono Cristina Acquistapace, una ragazza di 25 anni con la Sindrome di Down.

Sono nata e vivo in Italia in un luogo chiamato Valtellina. La mia famiglia è formata da 5 componenti: oltre a me, vi sono mia madre, mio padre, una sorella più giovane di un anno e mio fratello che ha 11 anni.

Io sono nata nel 1972; a quel tempo, non vi erano le Associazioni che esistono ora: con me, c’erano solo mia madre e mio padre e intorno a noi, c’era l’ignoranza umana. Questa, comunque, non ha avuto influenze realmente negative.

Io ho proceduto nella frequenza della scuola; dalla scuola materna a quella elementare, da questa alla Scuola Media Inferiore e da lì alla Scuola superiore. Grazie a mamma e papà che non mi hanno segregato in casa o inviato in un istituto ma, al contrario, mi hanno messo in contatto con la gente, in breve tempo mi sono fatta molti amici e mi sono anche innamorata, imparando molte cose importanti. Grazie a loro, ho potuto andare a trovare e vedere mia zia che è suora Missionaria in Kenya (Africa) dove ho potuto vivere la mia reale “storia infinita”. Di fronte a una così grande povertà, mi sono ritrovata e sentita fortunata e felice. E’ stato così bello!

Un’esperienza che non vorrei cambiare con nessun riconoscimento, ma è impossibile renderla solo attraverso le parole; voi dovete vedere con i vostri occhi, proprio come ho fatto io.

La Sindrome di Down, anche se ha costituito talvolta per me un peso, nel mio modo di pensare non ha mai costituito una maledizione bensì una benedizione (grazia); forse è stata una prova per vedere se, nonostante tutto, io possa vivere una vita piena, una vita come tutti gli altri. Io sono convinta che vi sia stato anche un incentivo per me stessa, nel dimostrare che sono come chiunque altro, una specie di sfida, dopotutto. Una sfida che io ho accettato e che mi stimola a fare del mio meglio e a impegnarmi profondamente per ottenere quanto il mio cuore desidera.

Non ho mai preso in considerazione la mia diversità in quanto non mi sento diversa da nessuno. Mi sono sempre considerata come gli altri in quanto, come tutti, io sogno, spero e desidero, provo dei sentimenti, gioco. In una sola parola, io vivo.

Le persone con Sindrome di Down hanno i medesimi diritti e doveri degli altri: forse non possono fare alcune cose, ma sono in grado di farne altre. Io, per esempio, non mi metto in testa di guidare l’automobile in quanto, per i miei problemi di vista, non sarei in grado di farlo ma persevero nel sostenere di essere idonea a prestare aiuto agli altri in quanto so che sono in grado di farlo.

Le persone danno prova di intelligenza nel momento in cui accettano i loro limiti e investono le loro energie e capacità in quanto sono in grado di fare.

Nel mio futuro, vi sono molte aspirazioni; una di queste, è quella di prendere i voti e dedicarmi interamente alla scelta religiosa. Anzitutto, perché sento di essere stata chiamata e in secondo luogo, perché c’è troppa povertà nel mondo: povertà spirituale, soprattutto, e la Chiesa ha bisogno di me, delle mie preghiere e della mia dedizione incondizionata.

Ho sempre desiderato offrire il mio cuore a Dio e agli altri; non voglio essere felice io sola; devo dare il mio amore a tutti e non solo a mio marito e ai miei figli, per esempio, perché io sono in grado di farlo.

Cristina Acquistapace – Cosio Valtellino (Sondrio)

Dicono di lei:

http://www.oltrelebarriere.net/notizie.phtml/id/447/

http://www.korazym.org/news1.asp?Id=16978

http://associazioni.provincia.so.it/ANFFAS/x_06.htm

http://www.vaol.it/DetRub.jsp?idrub=18128

http://www.agenziasir.it/pls/sir/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=1379

Edicola Q5

L’edicola della Q5, a Largo Cesti, lungo Viale Da Palestrina, rimarrà aperta [b]TUTTI I GIORNI[/b] del mese di Agosto dalle 6:30 alle 13:30.

Saluti.
Alex