Archivio Giornaliero: Novembre 22, 2005

Nella Sezione “Caritas Diocesana” il link al sito www.povertaerisorse.org

Raccogliamo volentieri l’appello del sig. Pietro Gava che ci invia l’indirizzo del “sito dell’osservatorio delle povertà e delle risorse della
Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno”: www.povertaerisorse.org.
A tal proposito pubblichiamo sulla Home page del portale www.q4-q5.it nella sezione “La Chiesa e la Caritas Diocesana” il link a questo sito.
Di seguito il testo dell’indagine sulla percezione delle povertà e dei servizi che ha interessato anche il territorio
della II circoscrizione Latina Ovest (nella quale insistono i quartieri Nascosa e Nuova Latina) .
Per qualsiasi informazione sull’attività e sui lavori dell’osservatorio si può contattare il sig. Pietro Gava al numero 349 3215130

Il direttore del Portale
Ferdinando Cedrone

DIOCESI DI LATINA-TERRACINA-SEZZE-PRIVERNO
CARITAS

OSSERVATORIO
DELLE POVERTA’ E DELLE RISORSE

Indagine sulla percezione
delle povertà e dei servizi a Latina-città

Latina 2005
Dio non fa graduatorie.
Non sempre si lascia incantare da chi sa parlare
meglio. Non sempre, rispetto ai sospiri dignitosi
del povero, dà la precedenza al canto gregoriano
che risuona nelle chiese. Non sempre si fa sedurre
dal profumo dell’incenso, più di quanto non si
accorga del tanfo che sale dai sotterranei della storia.

don Tonino Bello, vescovo

PRESENTAZIONE

PARTIRE DAI POVERI PER COSTRUIRE COMUNITÀ

L’OSSERVATORIO

L’osservatorio delle povertà e delle risorse è uno strumento a disposizione della Chiesa locale, per aiutare la comunità cristiana a rilevare sistematicamente le situazioni di povertà, di disagio ed emarginazione presenti sul territorio e le loro dinamiche di sviluppo, comunicando e rivolgendosi alla società civile e alla comunità ecclesiale, favorendo la messa in rete ed il coinvolgimento dei diversi attori sociali impegnati sul territorio. L’osservatorio inoltre verifica ed approfondisce l’utilizzo delle risorse e suggerisce eventuali proposte di intervento.
L’indagine sulla percezione delle povertà e dei servizi nasce dal desiderio di contribuire a portare l’attenzione sulle persone più deboli nella nostra città.
«Non possiamo essere navigatori solitari nelle nostre parrocchie e nei nostri gruppi: la comunità è dono, legame, è luogo in cui l’altro mi fa da specchio. È nella comunità che conosco la mia ricchezza ed imparo a spenderla per l’altro. Guai se i nostri gruppi sono impegnati solo verso i poveri: bisogna, infatti, produrre cultura per i più fortunati. Allora si agirà su più fronti: il servizio, ma anche la denuncia, frutto del diritto alla rabbia». Così il 22 febbraio scorso, durante il convegno della Caritas Diocesana di Latina, don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e presidente di Libera – associazione contro tutte le mafie – ha invitato i presenti a partire dai poveri per costruire comunità.
«Oggi i meccanismi di socialità e la qualità delle relazioni sono messi in forse da diversi fattori. I fenomeni di urbanizzazione, i tempi della vita delle città, i crescenti ritmi lavorativi, il senso di insicurezza rendono sempre meno scontata l’esistenza di comunità locali coese e solidali» – ha scritto nel gennaio 2004 don Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana. «La solitudine urbana, la parcellizzazione sociale e la difficoltà di incontrarsi nelle città ci interrogano. In realtà solo un territorio accogliente è un territorio sicuro, anzitutto su un piano sociale, perché non lascia fuori i soggetti deboli, sa esercitare un accompagnamento di tutte le condizioni a rischio di devianza, non crea ghetti. Non è una politica sana quella che nasconde un sistema economico che strutturalmente produce insicurezza individuale e di gruppo». L’osservatorio nasce anche per sviluppare e promuovere politiche di coesione e di solidarietà. Il coinvolgimento ampio di tutti gli attori che svolgono una funzione significativa di lotta alle povertà e di crescita della carità nell’ambito di un determinato territorio rappresenta un’importante risorsa per l’intera comunità locale. Giorgio La Pira, un esempio per gli amministratori pubblici, di fronte alle trasformazioni di 50 anni fa nelle sua Firenze, affermava: «Si fa chiaro che in una Città un posto deve esserci per tutti». Gli autori di questo lavoro pensano che quelle parole siano non solo attuali, ma costituiscano un principio irrinunciabile.

I VALORI DI RIFERIMENTO DELL’OSSERVATORIO

Alla base di qualunque attività o azione espressa da una realtà organizzata sono sempre identificabili dei valori che motivano o danno senso all’azione, aiutano nella definizione di determinate scelte strategiche, consentono di individuare meglio le finalità che si intendono raggiungere.
Nel caso dell’osservatorio, l’attività di costruzione di una simile organizzazione parte necessariamente dall’individuazione di un quadro valoriale di riferimento che possiamo considerare come il fondamento che guida e ispira l’attività di osservazione della realtà. Sono identificabili almeno quattro valori: Carità, Comunità, Discernimento, Solidarietà.

1.Carità: attenzione agli ‘ultimi’, alla luce della Parola

L’osservatorio è espressione di una Chiesa locale che pone l’attenzione agli ‘ultimi’ come criterio di discernimento pastorale nella vita della Chiesa. In questo senso l’osservatorio può aiutare la Chiesa locale a rafforzare la propria capacità profetica e indicare come la comunità ecclesiale viva l’attenzione al povero e il senso sacramentale del povero come visita di Dio alla sua Chiesa.

2.Comunità: l’osservatorio nella pastorale globale

L’osservatorio non dovrebbe rimanere confinato nell’ambito della Caritas diocesana. Essendo in rapporto a tutto il cammino della Chiesa, l’osservatorio non ha solo il compito di cogliere le varie espressioni di povertà, del disagio, dell’emarginazione, ma anche di verificare il posto che hanno i poveri in tutti gli aspetti della pastorale: dalla catechesi alla liturgia, dalla vita delle associazioni all’organizzazione dell’oratorio, dalla pastorale giovanile a quella del lavoro, ecc.

3.Discernimento: una Chiesa che pensa prima di agire

L’osservatorio non serve solo a migliorare il servizio ai poveri a livello organizzativo, ma a promuovere cultura e partecipazione, cambiare modalità e stili di vita all’interno della comunità ecclesiale e dell’opinione pubblica. Laddove si registra una crescente preoccupazione delle parrocchie rivolta alla dimensione operativa, le informazioni fornite dall’ osservatorio, assieme ad altri dati utili provenienti da altri tipi di fonti, istituzionali e private, possono servire alla Chiesa locale per ripensare il proprio agire e per riflettere su se stessa.

4.Solidarietà: dare voce agli emarginati

In un contesto sociale e culturale segnato da una progressiva perdita dei valori di solidarietà, l’osservatorio si pone come strumento per rinnovare l’attenzione agli ‘ultimi’ e agli emarginati.

RIFORMA DEL WELFARE E RUOLO DELL’OSSERVATORIO

Lo Stato Sociale italiano sta cambiando. Si tratta di un processo che ha accelerato i suoi passi con la legge 328/2000, legge quadro per la realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali, e la riforma della Costituzione del 2001. Le nuove politiche di welfare hanno determinato un nuovo assetto di poteri e relazioni, sia all’interno delle istituzioni sia nei rapporti tra esse e gli altri soggetti che partecipano alla progettazione degli interventi e concorrono alla gestione dei servizi.
L’osservatorio si propone come uno strumento utile a sostenere gli sforzi dei Comuni e della Provincia di Latina per favorire lo sviluppo locale e fornire elementi significativi alla linee di programmazione elaborate a livello regionale. Il territorio della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno rappresenta una parte importante della Provincia di Latina. Far nascere un osservatorio diocesano è un cammino che richiede impegno. L’indagine sulla percezione delle povertà e dei servizi a Latina-città è solo il primo tassello di un progetto più ampio che interesserà l’intero territorio diocesano.

L’INDAGINE SULLA PERCEZIONE DELLE POVERTÀ

L’indagine è dedicata a don Lorenzo, salesiano della comunità di San Marco scomparso lo scorso dicembre, un uomo venuto dalla Birmania, che pur non sapendo usare le vocali sapeva arrivare al cuore, di tutti, poveri e fortunati.

Progetto e gruppo di studio

Il progetto di indagine esplorativa sulle povertà e i servizi a Latina-città è stato steso nell’ottobre del 2004. Lo sviluppo del lavoro è stato concordato con l’équipe della Caritas Diocesana. Il gruppo di studio è formato da quattro giovani laureati, cittadini di Latina:

Diliberto Paolodottore in lettere
Gava Pietrodottore in sociologia
Polli Robertodottore in matematica
Razzino Gennarodottore in scienze politiche

Obiettivi generali:

•Promuovere l’attenzione verso gli ultimi;
•Aiutare a formulare ipotesi di itinerari pastorali sui temi legati alla povertà;
•Alimentare la cultura della partecipazione e della solidarietà.

Obiettivi specifici:

•Connettere in rete le diverse realtà ecclesiali impegnate nei servizi alla persona e nella testimonianza della carità;
•Realizzare un’indagine complementare ai lavori svolti dalle istituzioni pubbliche;
•Creare in ambito ecclesiale e civile, attraverso la presentazione e la divulgazione dei risultati, occasioni di confronto sull’esclusione sociale.

Destinatari

•La Chiesa locale, in particolare gli Uffici Pastorali, gli operatori dei centri d’ascolto e dei gruppi Caritas parrocchiali, i vari interlocutori con i quali operano in rete;
•Le istituzioni pubbliche, nella consapevolezza del ruolo di attenzione, rappresentanza e difesa dei diritti dei più poveri a cui è chiamata la comunità cristiana;
•La società civile per promuovere una cultura dei diritti dei più poveri.

Obiettivo della ricerca

Realizzare una ‘mappa delle percezioni’ dei cittadini nel tentativo di individuare le situazioni di disagio maggiormente avvertite dalla popolazione. I dati, sebbene non possano avere rappresentatività statistica, possono risultare almeno indicativi delle povertà e dei servizi conosciuti sul territorio.

Obiettivo conoscitivo

Provare a mettere a fuoco le aree e i soggetti percepiti a rischio di esclusione sociale e gli attori sociali, sia pubblici sia privati, indicati come autori degli interventi per contrastare i disagi.

Campo di indagine

La cintura urbana del comune di Latina e due borghi, ormai quasi inglobati dalla città, Borgo Piave e Borgo Isonzo. Il campo di indagine è composto da 15 parrocchie e dai rispettivi territori parrocchiali.

Metodologia

L’indagine è di tipo descrittivo, intende evidenziare quali sono, nella percezione dei cittadini, le fasce di popolazione considerate a rischio di emarginazione, di quali aree sociali fanno parte e quali sono i maggiori problemi delle persone considerate disagiate. Il presente lavoro prova anche a descrivere quale sia la percezione dei servizi presenti sul territorio.
Per percezione si intende la presa di coscienza di un fenomeno mediante l’intuizione o una serie di sensazioni.
È stato somministrato un questionario a 150 persone, 75 impegnate in parrocchia (educatori, catechisti, membri dei consigli parrocchiali, persone impegnate nelle attività domenicali, ecc.) e 75 svolgenti attività lavorativa (liberi professionisti, artigiani, insegnanti, ecc.) o residenti nel campo di indagine. Il questionario utilizzato (in allegato) è composto da 7 domande, sei parzialmente strutturate a risposta multipla (tre sulle povertà e tre sui servizi) e una aperta (sintesi di un caso di povertà conosciuto). Sono state intervistate 5 persone in ogni parrocchia e 5 persone in ogni territorio parrocchiale. Le parrocchie e i territori parrocchiali interessati dall’indagine sono:

San Benedetto borgo Piave
San Carlo Borromeo Latina ovest
Santa Chiara Latina est
Sacro Cuore di Gesù Latina est
Santa Domitilla Latina ovest
San Francesco d’Assisi Latina est
Gesù Divin Lavoratore Latina est
ImmacolataLatina centro
San Luca Latina ovest
Madonna di Loreto Latina est
San Marco Latina centro
Santa Maria Goretti Latina centro
San Matteo apostolo Latina ovest
San Pio X borgo Isonzo
Santa Rita Latina ovest

Le persone impegnate in parrocchia sono state molto spesso indicate dai parroci; quelle con un’attività lavorativa o residenti sul territorio sono state scelte dai componenti del gruppo di studio sulla base del numero elevato di contatti dovuto al tipo di professione o della conoscenza derivata dal numero di anni di residenza-.
È stato preferito un campione di tipo non probabilistico, in primo luogo perché il gruppo di studio si è trovato nella condizione di dover utilizzare un campione ridotto, selezionato da un universo molto esteso e assai differenziato al suo interno; in secondo luogo perché il presente lavoro non si propone come una ricerca esaustiva, ma è un’indagine pilota utile per l’orientamento e la definizione di successive ricerche mirate.
Il questionario ha consentito di creare una situazione in cui, idealmente, tutti gli intervistati sono stati sottoposti uniformemente allo stesso stimolo (domanda).
La rilevazione è stata svolta da dicembre 2004 a giugno 2005. Evidenziamo che le fonti di distorsione nella rilevazione dei dati (nella misura in cui sono imputabili agli intervistatori) risultano meno ampie dato che gli intervistatori sono anche ricercatori, cioè persone che hanno preso parte all’intero progetto di ricerca, dalla sua ideazione fino all’analisi dei dati.

NOTA SULL’ANALISI DEI DATI

Domanda 1 – Fasce di emarginazione più presenti

Le fasce a rischio di emarginazione percepite come più presenti sul territorio sono :

1.IMMIGRATI ESTERI (55% ), soprattutto in alcune zone centrali e della parte est di Latina;
2.ANZIANI ISOLATI (43%), in particolar modo nelle zone centrali e nelle periferie;
3.TOSSICODIPENDENTI (30%), segnalati con maggiore frequenza nella parte ovest della città.

Fasce di disagio non trascurabili e indicate da un quinto del campione sono, inoltre, quelle dei NOMADI, dei VAGABONDI e dei DIVERSAMENTE ABILI. Poco meno di un quinto del campione segnala, infine, i MALATI MENTALI.

Domanda 2 – Aree sociali più soggette

Le aree sociali indicate come maggiormente coinvolte nei processi di emarginazione sono:

1.ANZIANI (44%)
2.GIOVANI (40,66%)
3.FAMIGLIE (40%)

Le persone considerate disagiate secondo gli intervistati sono ANZIANI (maschi e femmine con più di 60 anni) e GIOVANI (maschi e femmine tra i 18 e i 35 anni). Al terzo posto sono state segnalate le FAMIGLIE (nuclei di età diverse). In indagini di questo stesso tipo, svolte in altri territori negli anni scorsi, sono state altre le aree indicate con maggiore frequenza (minori, donne).
Il 63% delle persone che ha segnalato il disagio delle famiglie è impegnato in parrocchia.

Domanda 3 – Problemi maggiori delle fasce marginali

Gli intervistati ritengono che i principali problemi delle fasce a rischio di emarginazione siano:

1.DISOCCUPAZIONE (60,66%), Latina è considerata un territorio economicamente depresso, con scarse opportunità di trovare un lavoro stabile e in regola.
2.CARENZA DI SERVIZI (40,66%), dato che evidenzia una richiesta di maggiori servizi alla persona e alla famiglia.
3.ISOLAMENTO (40,66%), la percentuale risulta alta per una città di provincia, dal momento che, di solito, raggiunge valori così importanti nei piccoli centri e nei grandi capoluoghi.

Per un quinto del campione non sono irrilevanti L’INDIGENZA, i CONFLITTI FAMILIARI e le CARENZE ABITATIVE. Poco meno di un quinto del campione segnala la voce SEPARAZIONI-DIVORZI.

Domanda 4 – Enti pubblici o privati che intervengono e loro effetto

L’80,66% degli intervistati dichiara di non conoscere enti pubblici o privati che intervengono a favore delle fasce marginali. Poco più di un decimo del campione, sommando le risposte COMUNE – SERVIZI SOCIALI – ASSISTENTI SOCIALI, dichiara di essere a conoscenza di un intervento da parte del comune. 12 persone su 18 esprimono una valutazione positiva (6 buono e 6 discreto) sugli effetti degli interventi. Si potrebbe ipotizzare che la popolazione non è sufficientemente informata sui servizi e provare a verificare se ci siano state campagne di comunicazione adeguate.

Domanda 5 – Servizi di volontariato ecclesiale-parrocchiale e povertà seguite

Il 60% di tutti gli intervistati indica le Caritas-parrocchiali nei servizi di volontariato ecclesiale, secondo il 53% degli stessi l’area di emarginazione più seguita è quella degli immigrati esteri. Due terzi delle persone che segnalano le Caritas-parrocchiali sono impegnate in parrocchia. Considerando le sole persone impegnate in parrocchia, l’81,33% indica i gruppi Caritas, il 57% degli stessi segnala come area di emarginazione più seguita quella degli immigrati esteri.

Domanda 6 – Servizi di volontariato laico e povertà o bisogni seguiti

Più che organizzazioni strutturate percepite in modo significativo sono stati segnalati interventi di singoli.

Domanda 7 – Sintesi di un caso più grave conosciuto in zona (senza nomi)

Tra le storie raccolte si riscontrano in modo prevalente povertà considerate di tipo economico o legate a problemi di alcolismo.

All’indirizzo www.povertaerisorse.org il modulo del questionario INDAGINE ESPLORATIVA SULLE POVERTA’ E I SERVIZIAREA.