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Autore Discussione
anaclerio
Inviato il: 29/7/2007 17:37
Registrato: 19/6/2007
Da:
Messaggi: 192
Re: Qualche riflessione

X Salvatore

Basta vedere il sondaggio fatto sul sito della Valchiavenna, il 60% dei votanti è contro il "porta a porta".

http://www.vaol.it/home.jsp?proc=sondris&idrub=32096

Ognuno lamenta problemi di igiene e pulizia.

Oppure basta vedere anche le condizioni della Superstrada 36, dove si sono formate discariche abusive:

http://www.wineandmore.vaol.it/home.jsp?idrub=55081

ANACLERIO

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michfabi
Inviato il: 29/7/2007 20:16
Registrato: 17/1/2006
Da: c.r.c.s. lestrella - largo J. Peri, 64
Messaggi: 235
Re: Qualche riflessione

Ho voluto esplorare questo topic: trovo difficoltà a recuperare le puntate precedenti - siamo prossimi a 20 pagine - e si è detto tanto. Vi ricordate da dove siamo partiti?

By the way, mi sono piaciute le ultime riflessioni di Giulio (giucap) e di Salvatore.

Farei una fugace annotazione - da statistico: i sondaggi sul web, come quello che richiama ABDA (Anaclerio) non hanno alcuna validità e significatività. Non possono pertanto essere richiamati per rafforzare un concetto, una posizione o un pensiero personale.

Porto invece la mia esperienza professionale, in particolare sul tema dei rifiuti: ogni sistema di gestione della raccolta va sempre "calato" sulla cittadinanza direttamente interessata - con tecniche di ascolto dell'amministrazione e partecipazione diretta dei cittadini. Altrimenti, qualsiasi metodo - pur scientificamente impeccabile - rischia inevitabilmente di fallire non appena prevalgono atteggiamenti o comportamenti concreti dettati puramente da convenienza o interesse personale, non della collettività interessata.

I cosiddetti processi "Agenda 21" favoriscono spesso il raggiungimento di obiettivi condivisi di interesse comune (registro la fase recente nel comune di Latina, molto più interessante rispetto alle fasi iniziali, ad esempio: http://www.comune.latina.it/layout.php"2">).

Non guarderei sempre con occhio pessimista tutto quello che avviene intorno a noi. Eppoi passatemi una battuta consolante (sicuramente provocante per ABDA): la Giovannoli continua ad essere il più bel sindaco della nostra provincia, come fare a volerle così male...!

Michele            

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Freddy
Inviato il: 31/7/2007 22:15
Direttore
Registrato: 25/7/2005
Da: Latina
Messaggi: 2542
Re: Qualche riflessione

Un sondaggio sulla questione raccolta differenziata credo sarebbe auspicabile.

In Settembre, avendo l'esperto in casa (!!) , ne prepareremo uno ad hoc ?

giusto Michele ?

 

freddy

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Anonimo
Inviato il: 3/8/2007 16:21
Re: Qualche riflessione
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Freddy
Inviato il: 4/8/2007 9:02
Direttore
Registrato: 25/7/2005
Da: Latina
Messaggi: 2542
Re: Qualche riflessione

Antonella, il link non funziona !

puoi fare un copia incolla dell'articolo ?

ciao freddy

[Entra]
Vincenzo
Inviato il: 4/8/2007 11:15
Staff
Registrato: 26/12/2005
Da:
Messaggi: 3870
Re: Qualche riflessione

Balneazione non sicura per mancanza di servizio di salvataggio. Ma a sinistra nella foto c'è tanto di bagnino con torretta di avvistamento .....

Allegato: 04082007120.jpg


----------------
Qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicitā. Ma la felicitā č qui.
Orazio Flacco

[Entra]
Anonimo
Inviato il: 4/8/2007 12:19
Re: Qualche riflessione
 
Freddy ha scritto:

Antonella, il link non funziona !

puoi fare un copia incolla dell'articolo ?

ciao freddy

 

Fatto!! 

In un articolo sul quotidiano GB una giornalista promuove i nostri ospedali
Racconta il ricovero del fratello: medici zelanti, esami immediati, igiene accurata

Il Times elogia la sanità italiana
"Un esempio per la Gran Bretagna"

"Gli italiani considerano i loro servizi pubblici inferiori a qualunque altro"

LONDRA - La sanità italiana rappresenta tutto quello che quella inglese dovrebbe essere ma purtroppo non è. A pensarla così non è il ministro Turco, né un dirigente dei nostri ospedali né i sempre più insoddisfatti pazienti del sistema sanitario nazionale. Ma una giornalista del Times, Rosemary Rughter, che afferma senza mezzi termini, di aver ricevuto una lezione di stile dalla sanità italiana.

In un lungo articolo pubblicato oggi sul quotidiano inglese, la cronista racconta il ricovero nell'ospedale di Todi del fratello, colto da un malore mentre si trovava in vacanza in Umbria. La racconta in un articolo-testimonianza che elogia a più non posso la sanità italiana e distrugge il mito dell'impeccabilità dei servizi pubblici inglesi.

Anche la giornalista del Times partiva da un'iniziale diffidenza. "Dentro di me - racconta - speravo piuttosto stupidamente che lo dimettessero subito. Poi per fortuna, la prudenza ha prevalso sull'istinto. Provvidenzialmente perché l'ospedale di Todi si è dimostrato tutto quello che il servizio nazionale inglese dovrebbe essere e non è". Una premessa surreale.

"Dieci secondi dopo aver bussato al Pronto soccorso, mio fratello era sottoposto a un elettrocardiogramma da due medici veloci, entrambi gentili mentre un terzo compilava la storia clinica di mio fratello". Una scena che contrasta con i racconti di molti pazienti costretti a sopportare lunghe attese fuori dai pronto soccorso di tutta Italia. E ancora: "Entro poco più di un'ora era stato sottoposto a raggi X, ultrasuoni, controlli del sangue. Era stato visto da un radiologo che aveva richiesto il consulto di un cardiologo. Gli era stata diagnosticata un'infiammazione acuta pericardiale e lo avevano sistemato in un stanza fresca e immacolata, con sue letti di cui uno vuoto, e con una splendida vista sulla città".

E infatti dopo un colloquio un medico a cui racconta che "negli ospedali di Londra non si trovava questa velocità di squadra, questa efficienza, questa accuratezza e questo buon umore", la giornalista resta meravigliata. "Gli italiani - dice - pensano automaticamente che i loro servizi pubblici sono peggiori di qualunque altro, senza parlare della sanità. L'ospedale di Todi, poi, è a costante rischio di chiusura". E dopo le note vicende del Policlinico di Roma chi crederebbe al seguito della storia: "Non c'è neanche un grammo di sporcizia nelle stanze, nei corridoi o nei bagni. L'igiene è presa così seriamente che quando viene distribuito il cibo nessuno paziente o visitatore è ammesso nel corridoio". Una dovizia e una accuratezza negli esami ("la sua cartella clinica era spessa un pollice") che fanno concludere alla giornalista del Times: "L'uomo che ho riavuto non era soltanto sopravvissuto alla sua infezione, ma era stato rassicurato sul suo stato". Soltanto un caso fortunato oppure i tanti pregiudizi sulla sanità pubblica sono un abbaglio collettivo? Se ne discuterà. Intanto gli ospedali italiani tirano un piccolo sospiro di sollievo. Oltremanica c'è chi sta peggio.

(3 agosto 2007)


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Anonimo
Inviato il: 6/8/2007 15:30
Re: Qualche riflessione

Che ne dite di questa lettura di Eugenio Scalfari degli italici comportamenti?

Dal quotidiano "la Repubblica"

  

Ahi Costantin
di quanto mal fu madre

di EUGENIO SCALFARI


Tra le tante questioni che affliggono il nostro paese, insolute da molti anni e alcune risalenti addirittura alla fondazione dello Stato unitario, c'è anche quella cattolica. Probabilmente la più difficile da risolvere.
Personalmente penso anzi che resterà per lungo tempo aperta, almeno per l'arco di anni che riguardano le tre o quattro generazioni a venire. Roma e l'Italia sono luoghi di residenza millenaria della Sede apostolica e perciò si trovano in una situazione anomala rispetto a tutte le altre democrazie occidentali. Se guardiamo agli spazi mediatici che la Santa Sede, il Papa, la Conferenza episcopale hanno nelle televisioni e nei giornali ci rendiamo conto a prima vista che niente di simile accade in Francia, in Germania, in Gran Bretagna, in Olanda, in Scandinavia e neppure nelle cattolicissime Spagna e Portogallo per non parlare degli Usa, del Canada e dell'America Latina dove pure la popolazione cattolica ha raggiunto il livello di maggiore densità.

Da noi le reti ammiraglie di Rai e di Mediaset trasmettono sistematicamente ogni intervento del Papa e dei Vescovi. L'"Angelus" è un appuntamento fisso. Le iniziative e le dichiarazioni dei cattolici politicamente impegnati ingombrano i giornali, il presidente della Repubblica, appena nominato, sente il bisogno di inviare un messaggio di "presentazione" al Pontefice, cui segue a breve distanza la visita ufficiale.
Tutto ciò va evidentemente al di là d'una normale regola di rispetto e dipende dal fatto che in Italia il Vaticano è una potenza politica oltre che religiosa. Ciò spiega anche la dimensione dei finanziamenti e dei privilegi fiscali dei quali gode il Vaticano, la Santa Sede e gli enti ecclesiastici; anche questi senza riscontro alcuno negli altri paesi.

Infine il rapporto di magistero che la gerarchia ecclesiastica esercita sulle istituzioni ovunque vi sia una rappresentanza di cattolici militanti e la funzione di guida politica che di fatto orienta i partiti di ispirazione cattolica e quindi cospicui settori del Parlamento.

La questione cattolica è dunque quella che spiega più d'ogni altra la diversità italiana. Spiega perché noi non saremo mai un "paese normale". Perché una parte rilevante dell'opinione pubblica, della classe politica, dei mezzi di comunicazione, delle stesse istituzioni rappresentative, sono etero-diretti, fanno capo cioè e sono profondamente influenzati da un potere "altro". Quello è il vero potere forte che perdura anche in tempi in cui la secolarizzazione dei costumi ha ridotto i cattolici praticanti ad una minoranza.
"Ahi Costantin, di quanto mal fu madre...".

La questione cattolica ha attraversato varie fasi che non è questa la sede per ripercorrere. Basti dire che si sono alternate fasi di latenza durante le quali sembrava sopita, e di vivace ed aspra riacutizzazione.

Il mezzo secolo della Prima Repubblica, politicamente dominato dalla Democrazia cristiana, fu paradossalmente una fase di latenza. La maggioranza era etero-diretta dal Vaticano e dagli Stati Uniti, il Pci era etero-diretto dall'Unione Sovietica. Entrambi i protagonisti accettavano questo stato di cose, insultandosi sulle piazze e dai pulpiti, ma assicurando, ciascuno per la sua parte, un sostanziale equilibrio. Quando qualcuno sgarrava, veniva prontamente corretto.

Ma la fase attuale non è affatto tranquilla, la questione cattolica si è riacutizzata per varie ragioni, la prima delle quali è l'emergere sulla scena politica dei temi bioetici con tutto ciò che comportano.

La seconda ragione deriva dalla linea assunta da Benedetto XVI che ritiene di spingere il più avanti possibile le forme di protettorato politico-religioso che il Vaticano esercita in Italia, per farne la base di una "reconquista" in altri paesi a cominciare dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Baviera, dall'Austria e da alcuni paesi cattolici dell'America meridionale. Le capacità finanziarie dell'episcopato italiano forniscono munizioni non trascurabili per sostenere questo disegno che ha come obiettivo l'esportazione del modello italiano laddove ne esistano le condizioni di partenza.

A fronte di quest'offensiva le "difese laiche" appaiono deboli e soprattutto scoordinate. Si va da forme d'intransigenza che sfiorano l'anticlericalismo ad aperture dialoganti ma a volte eccessivamente permissive verso i diritti accampati dalla "gerarchia". Infine permane il sostanziale disinteresse della sinistra radicale, che conserva verso il laicismo l'antica diffidenza di togliattiana memoria.

Si direbbe che il solo dato positivo, dal punto di vista laico, sia una più acuta sensibilità autonomistica che ha conquistato una parte dei cattolici impegnati nel centrosinistra. Ma si tratta di autonomia a corrente variabile, oggi rimesso in discussione dalla nascita del Partito democratico e dai vari posizionamenti che essa comporta per i cattolici che ne fanno parte. Con un'avvertenza di non trascurabile peso: secondo recenti sondaggi nell'ultimo decennio i cattolici schierati nel centrosinistra sarebbero discesi dal 42 al 26 per cento. Fenomeno spiegabile poiché gran parte dell'elettorato ex Dc si trasferì fin dal 1994 su Forza Italia; ma che certamente negli ultimi tempi ha accelerato la sua tendenza.

* * *

Un fenomeno degno di interesse è quello del recente associazionismo delle famiglie. Non nuovo, ma fortemente rilanciato e unificato dal "forum" che scelse come organizzatore politico e portavoce Savino Pezzotta, da poco reduce dalla lunga leadership della Cisl e riportato alla ribalta nazionale dal "Family Day" che promosse qualche mese fa in piazza San Giovanni il raduno delle famiglie cattoliche.

Da allora Pezzotta sta lavorando per trasformare il "forum" in un movimento politico. "Non un partito" ha precisato in una recente intervista "ma un quasi-partito; insomma un movimento autonomo che potrà eventualmente appoggiare qualche partito di ispirazione cristiana che si batta per realizzare gli obiettivi delle famiglie. Sia nei valori che sono ad esse intrinseci sia per i concreti sostegni necessari a realizzare quei valori".

L'obiettivo è ambizioso e fa gola ai partiti di impronta cattolica, ma Pezzotta amministra con molta prudenza la sigla di cui è diventato titolare. Dico sigla perché al momento non sappiamo quale sia la sua realtà organizzativa e la sua effettiva spendibilità politica.

Sembra difficile che il nascituro movimento delle famiglie possa praticare una sorta di collateralismo rispetto ai settori cattolici militanti nel Partito democratico: la piazza di San Giovanni non sembrava molto riformista, le voci che l'hanno interpretata battevano soprattutto su rivendicazioni economiche ma non basterà riconoscergliele per acquistarne il consenso e il voto. A torto o a ragione le famiglie e le sigle che le rappresentano ritengono che quanto chiedono sia loro dovuto. Il voto elettorale è un'altra cosa e non sarà Pezzotta a guidarlo. Ancor meno i vari Bindi, Binetti, Bobba nelle loro differenze. Voteranno come a loro piacerà, seguendo altre motivazioni e inclinazioni, influenzate soprattutto dai luoghi in cui vivono e dai ceti sociali e professionali ai quali appartengono.

* * *

Un elemento decisivo della questione cattolica e dell'anomalia che essa rappresenta è costituito dalla dimensione degli interessi economici della Santa Sede e degli enti ecclesiastici, del loro "status" giuridico e addirittura costituzionale (il Trattato del Laterano è stato recepito in blocco con l'articolo 7 della nostra Costituzione) e dei privilegi fiscali, sovvenzioni, immunità che fanno nel loro insieme un sistema di fatto inattaccabile. Basti pensare che la Santa Sede rappresenta il vertice di un'organizzazione religiosa mondiale e fruisce ovviamente d'un insediamento altrettanto mondiale attraverso la presenza dei Vescovi, delle parrocchie, degli Ordini religiosi, delle Missioni. Ma, intrecciata ad essa c'è uno Stato - sia pure in miniatura - che gode d'un tipo di immunità e di poteri propri di uno Stato e quindi di una soggettività diplomatica gestita attraverso i "nunzi" regolarmente accreditati presso tutti gli altri Stati e presso le organizzazioni internazionali.

Questa doppia elica non esiste in nessun'altra delle Chiese cristiane ed è la conseguenza della struttura piramidale di quella cattolica e della base territoriale da cui trasse origine lo Stato vaticano e il potere temporale dei Papi. Non scomoderemo Machiavelli e Guicciardini, Paolo Sarpi e Pietro Giannone per ricordare quali problemi ha sempre creato il potere temporale nella storia della nazione italiana, nell'impossibilità di realizzare l'unità nazionale quando gli altri paesi europei avevano già da secoli raggiunto la loro ed infine lo scarso senso dello Stato che gli italiani hanno avuto da sempre e continuano abbondantemente a dimostrare. Sarebbe storicamente scorretto attribuire unicamente al potere temporale dei Papi questo deficit di maturità civile degli italiani, ma certo esso ne costituisce uno dei principali elementi.

Purtroppo il temporalismo è una tentazione sempre risorgente all'interno della Chiesa; sotto forme diverse assistiamo oggi ad un tentativo di resuscitarlo che si esprime attraverso la presenza politica diretta dell'episcopato nelle materie "sensibili" il cui ventaglio si sta progressivamente ampliando.

Negli scorsi giorni l'atmosfera si è ulteriormente riscaldata a causa di una frase di Prodi che esortava i sacerdoti a sostenere la campagna del governo contro le evasioni fiscali e lamentava lo scarso contributo della Chiesa ad un tema così rilevante.

Credo che Prodi, da buon cattolico, abbia pronunciato quella frase in perfetta buonafede ma, mi permetto di dire, con una dose di sprovveduta ingenuità. Lo Stato non rappresenta un tema importante per i sacerdoti e per la Chiesa. Ancorché i preti e i Vescovi siano cittadini italiani a tutti gli effetti e con tutti i diritti e i doveri dei cittadini italiani, essi sentono di far parte di quel sistema politico-religioso che a causa della sua struttura è totalizzante. La cittadinanza diventa così un fatto marginale e puramente anagrafico; salvo eccezioni individuali, il clero si sente e di fatto risulta una comunità extraterritoriale. Pensare che una delle preoccupazioni di una siffatta comunità sia quella di esortare gli italiani a pagare le tasse è un pensiero peregrino. Li esorta - questo sì - a mettere la barra nella casella che destina l'otto per mille del reddito alla Chiesa. Un miliardo di euro ha fruttato all'episcopato italiano quell'otto per mille nel 2006. Ma esso, come sappiamo, è solo una parte del sostegno dello Stato alla gerarchia, alle diocesi, alle scuole, alle opere di assistenza.

* * *

Come si vede la pressione cattolica sullo Stato "laico" italiano è crescente, si vale di molti mezzi, si manifesta in una pluralità di modi assai difficili da controllare e da arginare.

Le difese laiche - si è già detto - sono deboli e poco efficaci: affidate a posizioni individuali o di gruppi minoritari ed elitari contro i quali si ergono "lobbies" agguerrite e perfettamente coordinate da una strategia pensata altrove e capillarmente ramificata.
Quanto al grosso dell'opinione pubblica, essa è sostanzialmente indifferente. La questione cattolica non fa parte delle sue priorità. La gente ne ha altre, di priorità. È genericamente religiosa per tradizione battesimale; la grande maggioranza non pratica o pratica distrattamente; i precetti morali della predicazione vengono seguiti se non entrano in conflitto con i propri interessi e con la propria "felicità". In quel caso vengono deposti senza traumi particolari.

Perciò sperare che la democrazia possa diventare l'"habitus" degli italiani è arduo. Gli italiani non sono cristiani, sono cattolici anche se irreligiosi. Questo fa la differenza.


(5 agosto 2007)


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Kla
Inviato il: 7/9/2007 14:30
Utente
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Messaggi: 1672
Re: Qualche riflessione
Antonella ha scritto:

Che ne dite di questa lettura di Eugenio Scalfari degli italici comportamenti?

Dal quotidiano "la Repubblica"

  

".....Perciò sperare che la democrazia possa diventare l'"habitus" degli italiani è arduo. Gli italiani non sono cristiani, sono cattolici anche se irreligiosi. Questo fa la differenza."


(5 agosto 2007)

 

Agganciandomi all'ultima frase di E. Scalfari... :

Che dire poi di alcuni frequentanti la chiesa (non e' necessario che siano cattolici) "moralisti" a tutti i costi (della domenica) che andando a vedere bene il loro operato nella societa' si scopre siano in realta' assurdi ipocriti. Molti di questi cercano di fare i buoni in tutti i modi (senza esserlo) diventando "buonisti" all'apparenza, ma fanno fatica a nascondendere la vera indole cattiva e intollerante.

Rileggendo cio' che ho scritto:  Sono troppo severo? Non so, forse si ma ho scritto di getto e mi va bene cosi, ai posteri...

Salutoni 

Nota:

L'esternazione di questi giorni del Card. Ruini con relativa richiesta di modifica della legge 194 sull'aborto non e' che una piccola conferma di quanto affermato i primi di Agosto da Eugenio Scalfari sulle ingerenze della chiesa perpetuate in prevalenza nel nostro Paese. Attenzione non sto dicendo che non si possa cambiare una legge. Ma dobbiamo proprio aspettare l'imbeccata della chiesa per accorgecene o deve essere il Parlamento dello Stato con i tanti (forse troppi) rappresentanti che abbiamo ad occuparsene?

 

 




----------------
Kla >))°> J

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Anonimo
Inviato il: 15/10/2007 14:55
Re: Qualche riflessione

Non c'è che dire! Latina è una città coerente: anche quest'anno abbiamo mantenuto il nostro solito posto in fondo alla classifica dei capoluoghi di provincia, secondo la qualità del loro ecosistema urbano!

CLASSIFICA FINALE ECOSISTEMA URBANO 2008
(dati 2006, elab. 2007)

-- Differenza posizioni edizioni 2007-2008 --
Pos
Città
2007
dif
Pos
Città
2007
dif
Pos
Città
2007
dif
1Belluno71,40%
13°
1236Potenza54,05
65°
2971Pescara47,49%
54°
-17
2Bergamo67,24%
22°
2037Rimini54,02%
28°
-972Sassari47,36%
90°
18
3Mantova65,94%
-138Pistoia53,61°
74°
3673Massa47,34%
37°
-36
4Livorno65,24%
539Aosta53,50%
66°
2774Torino47,31%
69°
-5
5Perugia65,19%
14°
940Arezzo53,47%
57°
1775Vicenza47,14%
42°
-33
6Siena65,07%
20°
1441Caserta53,34%
71°
3076L'Aquila46,94%
103°
27
7Trento64,87%
-242Novara53,12%
39°
-377Verona46,35%
58°
-19
8Parma64,58%
-443Asti52,96%
49°
678Reggio C.46,12%
86°
8
9Bolzano63,80%
-844Cremona52,93%
10°
-3479Taranto45,96%
102°
23
10Pavia62,23%
23°
1345Avellino52,83%
34°
-1180Pesaro45,77%
64°
-16
11Venezia61,27%
18°
746Piacenza52,66%
33°
-1381Foggia44,93%
55°
-26
12Pisa60,46%
-647Rieti52,63%
56°
982Bari44,87%
68°
14
13Genova60,29%
27°
1448Rovigo52,28%
48°
083Viterbo43,65%
78°
-5
14Savona60,23%
31°
1749Forlì52,05%
45°
-484Imperia42,88%
92°
8
15Reggio E.60,00%
24°
950Matera51,89%
43°
-785Teramo41,68%
84°
-1
16Verbania59,38%
-851Terni51,88%
15°
-3686Enna41,32%
80°
-6
17Firenze59,33%
40°
2352Cagliari51,83%
77°
2587Alessandria40,28%
83°
-4
18Campobasso59,27%
76°
5853Ancona51,63%
50°
-388Crotone39,79%
81°
-7
19Macerata59,19%
35°
1654Isernia51,37%
96°
4289Palermo39,23%
85°
-4
20Udine58,53%
11°
-955Roma51,32%
60°
590Vercelli37,11%
73°
-17
21Como58,34%
63°
4256Messina51,31%
91°
3591Napoli35,79%
67°
-24
22Prato58,08%
26°
457Vibo V.51,27%
82°
2592Nuoro35,22%
79°
-13
23Bologna57,93%
19°
-458Milano51,17%
62°
493Latina34,93%
93°
0
24Ascoli P.57,77%
59°
3559Trieste51,14%
53°
-694Catania32,97%
101°
7
25La Spezia57,65%
-2260Cuneo51,13%
29°
-3195Catanzaro32,86%
95°
0
26Gorizia57,55%
52°
2661Lodi50,94%
61°
096Trapani32,54%
99°
3
27Ferrara57,18°
-2062Sondrio50,83%
36°
-2697Agrigento32,36%
94°
-3
28Ravenna57,01%
17°
-1163Chieti50,79%
51°
-1298Siracusa32,15%
97°
-1
29Modena56,27%
12°
-1865Biella49,89%
25°
-4099Caltanissetta32,10%
89°
-10
30Lecco55,67%
41°
1264Salerno49,99%
21°
-43100Oristano30,87%
98°
.-2
31Lucca55,53%
38°
766Lecce49,77%
72°
6101Frosinone28,92%
88°
-13
32Varese55,52%
30°
-267Padova48,74%
70°
3102Benevento26,93%
87°
-15
33Cosenza55,24%
32°
-168Treviso48,63%
47°
-21103Ragusa26,84%
100°
-3
34Pordenone54,72%
44°
1069Brindisi48,45%
75°
6     
35Brescia54,71%
16°
-1970Grosseto48,29%
46°
24     
Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano 2008 (Comuni, dati 2006)
Elaborazione: Istituto di Ricerche Ambiente Italia



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