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L’intervista del direttore del portale su Il Giornale di Latina

da Il Giornale di Latina del 27 Agosto 2015:

C’è l’ufficio postale, la chiesa, il parco e i negozi. Ma occorrono altri
servizi e impianti. Un portale di denuncia
Q4 e Q5, ventimila persone in esilio forzato
L’erbaccia e il degrado dell’area verde quest’anno hanno impedito lo
svolgimento di una manifestazione
Circa 20 mila abitanti senza servizi. Sono i residenti dei quartieri Nascosa (Q4) e Nuova
Latina (Q5), “dormitori” popolati da famiglie e giovani provenienti da realtà limitrofe,
orfani di uffici pubblici, parchi, impianti sportivi, centri ricreativi. Stiamo parlando di poco
più di dieci anni fa, quando i residenti dei quartieri e quelli che vi esercitavano la loro
attività professionale, commerciale, economica, politica ed istituzionale iniziavano ad
incontrarsi nella piazza virtuale dei quartieri connessi Q4/Q5. Il portale, presieduto da
Salvatore Antoci, non schierato politicamente e senza fini di lucro, nasce con lo scopo di
promuovere il senso civico, la legalità, la solidarietà, il rispetto per l’ambiente, nonché
incoraggiare la sinergia tra cittadini ed istituzioni al fine di migliorare la qualità della vita
della comunità. Risultati ondivaghi hanno fatto si che oggi i residenti possano contare
sull’ufficio postale, la chiesa, l’oasi verde con annesso il chiosco e diversi esercizi
commerciali. Del resto, rispetto agli sforzi profusi da residenti e comitato, i passi in avanti
sono stati piccoli e faticosi. “Proporre iniziative per il bene collettivo – lamenta Ferdinando
Cedrone, direttore responsabile del portale – significa scontrarsi con il muro di gomma delle
amministrazioni, sorde riguardo ai problemi di una zona nuova che, seppur potenzialmente
ricca di risorse, fa fatica a decollare”.
Le strade dissestate, i marciapiedi distrutti, le buche in ogni dove, i tombini pericolanti, la
discutibile manutenzione del verde pubblico e il fallimento della raccolta differenziata fanno
da cornice ad una zona che di sviluppo proprio non ne vuole sapere. A fare la voce grossa
nei quartieri di Nascosa e Nuova Latina, il degrado incontrastato, così prepotente da
impedire persino lo start della settima edizione di “Vola in alto civiltà”. La consueta
manifestazione, promossa dall’associazione Quartieri connessi, volta a trasmettere,
soprattutto ai giovani, i valori del senso civico e del bene comune, è sfumata nell’incuria del
parco, ricoperto da erbaccia altissima e insetti, zecche comprese, che ha costretto gli
organizzatori a desistere per non esporre a rischio gli studenti. “L’ennesima vittoria
dell’inciviltà e del degrado – spiega Cedrone – che contrasta gli sforzi delle persone di
buona volontà, volti a difendere i valori fondanti di una società civile. Una pagina nera per i
quartieri che manda in fumo la possibilità, o meglio il diritto, dei cittadini di voler crescere
in un luogo sano e vivibile”.
Il passaggio di proprietà dai privati al Comune, non sembra aver scosso lo stato di
abbandono dei quartieri Q4 e Q5, in bilico tra la mancanza di senso civico e l’inadempienza
da parte delle amministrazioni di un progetto costante di valorizzazione della zona. A
peggiorare la vivibilità del quartiere, poi, la mancanza di garanzie di sicurezza. Da anni, ladri e vandali agiscono indisturbati nelle case e nelle poche strutture pubbliche presenti nei quartieri. “Il posto dei vigili urbani, aperto di giorno, ha chiuso – lamenta il proprietario di un esercizio commerciale – mentre lo stabile destinato ai carabinieri, volto a garantire sicurezza nelle aree urbane con maggior indice di criminalità, poiché non era stato comprato prima di essere utilizzato, ha chiuso dopo l’inaugurazione”.
Linee soppresse per scarso utilizzo, mezzi in deposito
Gli autobus abbandonati
La Volsini invece considerata di troppo dall’Atral
Di pari passo con il degrado ambientale, il problema della vivibilità: la mancanza di un centro sociale, di un impianto sportivo o di un qualsiasi altro punto di ritrovo, non consente ai quartieri di affermare la propria indipendenza rispetto al centro della città, faticosamente raggiungibile causa la scadenza dei trasporti pubblici. Risale a giugno la soppressione della linea Volsini che univa i quartieri Q4 e Q5 con il centro di Latina. L’autobus che dal centro Lestrella arrivava alla circonvallazione percorrendo Viale XXI Aprile, Viale Michelangelo, Via Botticelli, Via Don Torello, Via Dei Cappuccini, Via Dei Boi per arrivare in Via Volsini e tornare indietro, è stato considerato di troppo per l’Atral che garantiva la presenza di molte altre linee per raggiungere il centro ( la G, la G/, la linea E1 e la Q4Q5 Express), senza tener conto del fatto che nessuna di queste era collegata direttamente con l’ospedale Santa Maria Goretti. Dunque, un grande disagio per anziani e persone sole bisognose di cure, senza patente o accompagnatori, costrette ad arrivare alle autolinee in attesa di un secondo autobus da prendere, il più delle volte in ritardo o non pervenuto.
Del resto, basta tornare indietro negli anni per capire che la questione trasporti nei quartieri di Nascosa e Nuova Latina non solo si è rivelata decisamente ostica, ma anche soprattutto poco trasparente. A ricordarlo il direttore responsabile del portale Quartieri connessi Q4/Q5: “Due gli scandali riguardanti la faccenda dei trasporti pubblici della zona. Andiamo in ordine. Nel 2003 l’amministrazione comunale di Latina ha acquistato, grazie ad un finanziamento regionale pari a 1 milione e 800 mila euro, sei autobus ad alimentazione ibrida diesel-elettrica, inizialmente utilizzati sulla cosiddetta “linea shopping” durante le festività natalizie per poi passare sulle due “ecologiche” S e H. Nel giugno 2005 – spiega Cedrone – le due linee sono state soppresse, causa lo scarso utilizzo da parte dei cittadini dovuto, in gran parte, alla cattiva informazione da parte dell’amministrazione e del gestore del servizio pubblico del trasporto urbano: gli autobus, anziché essere adoperati su altre linee urbane della città, sono stati abbandonati nel deposito di via Ofanto. Nel 2006, l’amministrazione comunale ha indetto una gara d’appalto per l’acquisto di sette nuovi autobus in sostituzione dei sei vetusti, malgrado, avendo circolato per meno di un anno, fossero ancora nuovi. Dunque, per ragioni a me e a molti ignare, il Comune non solo ha bruciato milioni di euro ma ha preferito acquistare autobus nuovi, ad alimentazione classica
diesel, fortemente inquinanti. A braccetto con la storia dei bus ecologici abbandonati, poi, la farsa della metropolitana leggera in città. Il gioco della faraonica opera – continua Ferdinando Cedrone – non valeva la candela e, soprattutto, erano troppe le ombre all’interno del progetto. Complici le richieste avanzate dal comitato Metrobugia, che ha chiesto al Comune e alla Regione Lazio di entrare negli atti di un’opera tanto ambiziosa quanto costosa per capire dove si voleva andare a parare, la minaccia della linea metropolitana è stata sventata, almeno per adesso. Il progetto di trasporto pubblico finanziato dal Governo con 80 milioni di euro, dal valore complessivo di 139 milioni di euro, ha smosso l’interesse da parte della Procura di Latina di fare luce sull’infrastruttura “fantasma”, in quanto possibile causa del dissesto finanziario del capoluogo pontino. Dopo sette anni, i cantieri devono ancora aprire e il Comune rischia di dover pagare danni pari a 30 milioni di euro richiesti dalla società aggiudicataria del progetto in caso di mancato avvio ai lavori. Tra i nei da chiarire – conclude Cedrone – la realizzazione dei convogli, iniziati a costruire prima dell’approvazione definitiva dell’opera, la partecipazione della Regione che finora non ha confermato il suo impegno formale e l’anomalo contratto del progetto che prevedeva il rimborso, da parte dei cittadini, degli eventuali biglietti invenduti”.
Un’oasi di 13 ettari trascurata
Di fronte all’incuria sale la rabbia dei cittadini
Tredici ettari di parco ricoperti di erbaccia, quasi fieno, sotto la quale si nascondono telai di biciclette, cumuli di rifiuti vari, insetti e resti di cibarie di ogni tipo. Neanche un anno dalla fine dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione del parco pubblico “Oasi Verde” che l’area è scivolata di nuovo nel degrado. Eccezion fatta per qualche piccolo intervento da parte di volontari, è da tempo che nessuno mette mano sulle erbacce del parco, né si preoccupa di ristrutturare i viali ciclabili e pedonali, le staccionate, gli attraversamenti pedonali o gli impianti d’illuminazione. L’oasi che, seppur con fatica, era riuscita a trasformarsi da simbolo di speculazione a uno dei parchi più fruibili della città, torna a pagare il caro prezzo dell’abbandono. L’intervento da parte di volontari per il taglio dell’erba nella giungla del quartiere Nascosa ha riportato alla luce sporcizie di ogni genere, frutto del mancato senso civico e della sporadica manutenzione del parco da parte degli organi preposti. “Spesso mi recavo al parco con mio figlio – commenta un residente – per migrare dal caos cittadino verso un’oasi naturale. Del resto, fino a poco tempo fa l’area, abbandonata a se stessa, era inaccessibile a causa dell’erba troppo alta, delle buche presenti sulla pista ciclabile e pedonale e dei numerosi insetti che hanno trovato nei rifiuti la loro dimora. Vedere ettari di terra ridotti così, mi fa rabbia – conclude il signore – anziché trascurarli, andrebbero valorizzati con eventi, iniziative, manifestazioni, come si è fatto per un tempo troppo limitato”.

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