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Il Gran Casino Italia

La benzina è come il buco d’una prostituta nel casino: c’inzuppano un po’ tutti. I petrolieri alla cassa, lo Stato e le Regioni a prendere la fetta, i clienti a pagare la tariffa.

Esempio classico di concertazione sociale, quel tipo di concertazione che manda avanti tutto il Gran Casino Italia.

Come con lo Stato-Mafia, esemplificazione madre dell’an-dazzo generale. La Mafia ad incassare, lo Stato a prender voti ed accordi vari, e gl’italiani a pagare il conto.

E le industrie dei veleni, per esemplificare ancora un po’. Caso più eclatante e recente l’Ilva di Taranto, con decenni e decenni di criminale inquinamento favorito da complicità e corruzioni varie: i signori dell’acciaio a far miliardi, lo Stato a chiudere occhi e orecchi, gli operai e la gente a morir di cancro e d’avvelenamenti vari.

E se qualche giudice ci mette infine il naso, come avvenuto ora, la gente esulta ma gli operai si posson ricattare col lavoro o la salute, ed il lavoro è più forte anche delle inchieste.

E sai quanti altri esempi si posson fare, del Gran Casino Italia. Dove comunque a reggere le fila è la corruzione. Quella economica e politica, dove l’economia foraggia i partiti e la politica supporta lo “sviluppo”, con l’organizzazione mafiosa a modello base. E la corruzione d’anime e di menti, quelle della gente rimbecillita di televisioni e d’acchiapparelli informatici sempre più invasivi, moderna “pubblica opinione” rintontita dai media di sistema, narcotizzata dall’eterno bla bla degli eterni profittatori di partito, atterrita di spread e di borse e di mercati, sollevata infine con i gratta e vinci e tant’altri giochi e giochini per sperarci la svolta della vita, vinco un milione e vi vo in #CENSURA# a tutti.

O sennò mi consolo magari con un po’ di sano tifo nello sport, e accidenti a lui chi rovina anche quello col calcioscommesse e col doping in qualunque gara, non ci si capisce più nulla in tutta questa confusione.

Ma appena qualcuno alza la testa a chiedersi il perché di quella confusione, per ricercare qualcosa che qualcuno chiama ancora “verità”, il Gran Casino Italia non appare più così confusionario. Si compatta, invece, e ricomincia a suonare le trombe della lesa maestà se qualcuno vuol metter il naso che so, in certe telefonate di massimo livello intercettate in indagini sui rapporti Stato-Mafia (o Mafia-Stato, essendo a volte indifferente la precedenza nominale in una sostanziale identità), e capita a fagiolo l’occasione per risuonar sirene contro il pericolo estremo delle intercettazioni, insopportabile mezzo d’indagine contro i potenti e contro la Costituzione.

Oppure si chiamano a raccolta perfino i sindacati, a comunque difendere le fabbriche produttrici di cancro, pena l’altra morte per disoccupazione.

Né si manca di risuonare a stormo le campane a difesa di partiti e di religione, al solo voler mettere in discussione i sempiterni dogmi e privilegi di caste politiche e sacerdotali, civili e militari.

Che poi non sono caste. Sono la forma intrinseca del potere in questa nostra società. Sono la sustanziazione e la perpetuità dal Gran Casino Italia.

Mario Cardinali

 

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