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Il passo del gambero

9 settembre 1012

Onestamente, c'è qualcuno che può dirsi pregiudizialmente contrario alla realizzazione a Latina di un aeroporto, di una linea metropolitana o di un porto turistico? E' come proporre ad una persona una cinquina sicura: chi direbbe di no? L'amara realtà è che nessuno dei numeri è stato estratto.

Ma non è questo il punto. La verità è che nel nostro territorio da decenni non vengono realizzate opere significative, mentre tutto il settore produttivo è arretrato paurosamente e il trend negativo è nato ben prima dell'attuale crisi economica. La verità è che l'attuale situazione non è un accidente caduto dal cielo, ma la conseguenza dell'assoluta mancanza di una programmazione politico economica sul territorio fondata su un serio esame delle condizioni e delle risorse esistenti.

La capacità di immaginazione della classe politica pontina si ferma alle suggestioni degli annunci che, nel migliore dei casi, hanno prodotto comunicati stampa o elucubrazioni faraoniche, talvolta sterili concorsi di idee, ma, più spesso, sono state foriere di vere e proprie ipoteche sul futuro del territorio. Come altro chiamare l'indebitamento che grava sui cittadini per Terme di Fogliano, Metrotranvia, Fondazione Teatro, ex Rossi Sud o Società Logistica Merci?

Da noi è successo che mentre qualcuno si illudeva di poter avere nel capoluogo una sede della Corte d'Appello, vengono cancellate le sezioni distaccate di Gaeta e Terracina. A Latina per mesi si è parlato della pedonalizzazione del centro, ma per tutta l'estate la città è rimasta un deserto.

Mi chiedo allora qual'è l'antipolitica, se non quella di amministratori che sembrano guardare avanti ma portano ad un drammatico arretramento del sistema sociale, economico, occupazionale ed istituzionale.
Bisogna cambiar passo, magari limitandosi ad usare il buon senso, quello del “buon padre di famiglia” che di fronte alle difficoltà cerca di riordinare le idee, di discutere e confrontarsi con i propri familiari, di individuare le risorse disponibili e far leva sulle capacità, di sfruttare le vocazioni. In sintesi di progettare i successivi passi partendo da quel che si ha, avendone cura e utilizzandole al meglio.

Il nostro territorio senza dubbio ha risorse, vocazioni e intelligenze, mancano i buoni padri di famiglia!

(Giuseppe Pannone)

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