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Ci siamo anche noi alpini di Latina

Storia delle nostre sezioni.

DI MASSIMO MATTISI
Non è possibile procedere alla narrazione storica della sezione di Latina, senza fare un riferimento a ciò che i primi alpini (molti furono i primi coloni) trovarono al momento dell’insediamento dal loro paese di origine, nel territorio allora denominato “paludi
pontine”. Chi oggi percorre la rete stradale pontina, ai lati della quale pulsa un’agricoltura tra le più progredite, stenta a credere di trovarsi nel posto che molti chiamavano “Africa Equatoriale”, trapiantata alle porte di Roma.
Il territorio, posto fra la provincia di Roma ed il fiume Garigliano, flagellato dalla malaria, dal brigantaggio ed amministrato nei secoli dai Papi, dalla nobiltà romana, dagli aragonesi, dagli spagnoli, dagli angioini, dai francesi e dai Borboni, ha subìto, in questo ultimo secolo, profonde e rapide trasformazioni economiche e sociali. La provincia di Littoria (questo il
nome originario), venne istituita con Regio Decreto il 12 ottobre 1934 e fu inaugurata il 18 dicembre dello stesso anno: essa confina a nord, ovest, e nord-ovest con le province di Roma e Frosinone ed ad Est con quella di Caserta. Orograficamente è così suddivisa: montagna: 13%; collina: 15%; pianura ed isole: 72%. Le montagne che la circondano,
verso il lato nord-est, fanno parte delle catene dei Lepini, Ausoni ed Aurunci; isolato, ma non meno importante, il promontorio del Circeo, mentre nell’ambito del territorio, si distinguono la “Selva marittima di Terracina”, il “Parco Nazionale del Circeo” e “l’Oasi di Ninfa”: sono
queste vere isole di naturalismo protetto e conservato.

PERCHÉ GLI ALPINI A LATINA
Là, dove le avversità contrastano la tranquillità del lavoro umano, gli alpini sono sempre in prima linea. I lavori di bonifica, vennero iniziati nel 1923 dal Consorzio di Bonificazione Pontina e continuati nel 1927 dal Consorzio di Piscinara, ma l’accelerazione
avvenne nel 1931, quando l’Opera Nazionale per i Combattenti intervenne per la  trasformazione fondiaria mediante l’appoderamento prima ed il successivo reperimento di manodopera tra i reduci della guerra per la costruzione di n° 2.953 poderi in 150.000 ettari bonificati.
L’assegnazione dei poderi ebbe luogo ripartendo le superfici in funzione delle zone di provenienza delle famiglie che avrebbero composto i nuclei lavorativi e che vennero
chiamate dalle varie parti d’Italia, specialmente dal Triveneto. Per effetto della “transumanza” l’Agro bonificato si popolò inoltre di un notevole gruppo di famiglie di pastori abruzzesi per le quali l’educazione alla montagna, era una vera e propria tradizione.
II 5 aprile 1932 venne deciso di costruire un capoluogo ed il 18 dicembre dello stesso anno, si inaugurò Littoria; di seguito si inaugurarono Sabaudia nel 1934, Pontinia nel 1935, Aprilia nel 1936 e Pomezia nel 1939. Intorno alle città nacquero le borgate che, nel rispetto della memoria dei combattenti della Grande Guerra, si chiamarono: Hermada, Faiti, Carso, Podgora, Montello, Piave, Isonzo, Montenero, San Michele, San Donato, Sabotino.
Ma il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra ed i richiamati dell’Agro Pontino non si fecero scrupolo a chiedere di tornare nei reparti dove i loro padri avevano combattuto. Le persone erano ormai affiatate tra di loro, molti essendo veneti, parlavano lo stesso dialetto, avevano
le stesse tradizioni familiari e montanare e sembravano essere state sempre insieme. Andando nei reparti al Nord avrebbero potuto incontrare familiari provenienti dalle province di origine e quindi dovendo andare in fanteria, preferirono andare nel corpo di loro migliore gradimento e senza problemi in quanto, nella zona, pochi volevano andarci perché ritenuto il più faticoso
e disagevole: il Corpo degli Alpini.
Nel maggio 1944 le prime truppe dell’armata americana entrarono in Littoria, trovandola semideserta; i bombardamenti, le devastazioni ed i progetti di ritirata tedesca per ritardare
l’avanzata americana, avevano procurato gravi danni all’impianto di smaltimento delle acque
stagnanti, allagando circa 5.000 ettari e facendo ritornare, come un tempo incontrastata regina, la “malaria”. 

Gli alpini di Latina oggi
“Molte età si incontrano alle pendici della montagna ed essa,  paziente, educa tutti alla sopportazione del disagio e della fatica, a non ignorare la paura, anzi ad affrontarla senza che il coraggio vada inutilmente disperso in una vana impresa, ma opportunamente adoperato, con sagge e misurate dosi. I vecchi insegnano ai giovani e questi agli adolescenti e insieme si fondono in un armonioso canto di vita che non ha mai fine.”
Ma tornarono anche i reduci alpini e, come di costume, si rimboccarono le maniche e procedettero ad un novello lavoro comune per risanare ciò che era stato distrutto; nacque
una nuova fratellanza anche perché, sullo stesso territorio, si ritrovarono insieme commilitoni dello stesso corpo. Si risvegliò allora, su un territorio totalmente atipico, quello spirito di
corpo che ha sempre contraddistinto le truppe alpine e quindi, se pur mescolate per evidenti esigenze belliche con persone provenienti da altre regioni non tradizionalmente alpine, si istituì il primo gruppo che cominciò a partecipare a raduni e manifestazioni pubbliche. Strano a dirsi, ma uno dei promotori e precursori della fondazione della sezione di Latina fu un alpino
napoletano (proprio vero, “pochi, ma buoni!”) il magg. Ernesto Minetti, che insieme ad altri amici tra cui l’alpino Palla ed il cap. Borani (un fiumano decorato con medaglia di Bronzo nella conquista di Fiume e Zara, che sarà Medaglia d’Argento nella guerra di Spagna, e medaglia d’Oro alla memoria per la battaglia sull’Amba Aradàm) cominciarono, già sul perdurare degli eventi bellici, a vedersi ed a frequentarsi fino a formare un “battaglione” sin dal 1934 ed a tramutarsi in sezione al termine della guerra. La scomparsa del capitano Borani non frenò lo spirito associativo dei componenti il gruppo: l’opera di Borani continuò con Cecchi e con il cap. Rossi. La sezione venne allora divisa in quattro gruppi nei borghi
di Montello, Bainsizza, Carso, Sabotino, e ne presero le redini gli alpini col. Angelo (farmacista di Terracina) e Mizzon.
Primo presidente venne eletto il magg. Ernesto Minetti (alla cui memoria è intitolata la sezione) che, al termine degli eventi bellici, rassegnò le dimissioni passando l’incarico al col. Aldo Zanetti, cavaliere di Vittorio Veneto.
Il col. Zanetti tenne l’incarico fino alla sua scomparsa (avvenuta nel 1985) profondendo nella sezione umanità, spirito ed animosità, partecipando nonostante l’età avanzata, fin quasi alla fine dei suoi giorni alle Adunate nazionali, spesso con poche persone al seguito ma con tanta animosità e ascendente tra i suoi alpini. La sezione conserva sempre vivo il ricordo di questo
grande alpino. Fondò, sensibilizzando i responsabili, vari gruppi residenti nei borghi limitrofi a Latina, nacquero così, aggiungendosi agli altri già esistenti, gli attuali gruppi di Aprilia,  Cisterna, Borgo Montello, Borgo Bainsizza, Borgo Sabotino, Borgo S. Donato, Sabaudia, Borgo Hermada, Borgo Montenero, Latina centro, Latina scalo, Sud Pontino (Formia-
Gaeta).
Alla sua scomparsa venne eletto alla presidenza il maggiore Ugo Schiappelli di Formia (altro alpino del sud) che cercò di dare alla sezione un diverso indirizzo prendendo contatti e cercando la collaborazione delle Sezioni più vicine, cercò inoltre di meglio sensibilizzare i
nuovi iscritti nel frattempo pervenuti tramite il servizio di leva. Sensibilizzò il Molise, che aggregò alla sezione di Latina finché i soci molisani, ritrovato novello spirito, non ebbero forza ed animosità per fondare la propria autonoma sezione. Tale fatto mise un po’ in difficoltà la sezione di Latina in quanto essere assegnati nelle truppe alpine per i cittadini di Latina (leva di mare) era, nel frattempo, divenuta una difficoltà e coloro che ci riuscivano dovevano ricorrere agli espedienti più svariati: iscrizione al C.A.I., volontari forestali, vendita della vacca (raccomandazione).
Sotto la presidenza del maggiore Ugo Schiappelli si inaugurò nel 1975 in Sabaudia il  monumento a Maria Plozner Mentil, portatrice carnica, mentre il piazzale circostante il monumento, porta a tutt’oggi il nome degli Alpini d’Italia.  Alla prematura scomparsa del
magg. Schiappelli (vittima di un incidente stradale nel 1985) l’Assemblea affidò la direzione  della Sezione ad un giovane e votò, quasi all’unanimità, l’allora s.ten. Nicola Corradetti, di Antrodoco (Rieti). Molte sono state da allora le iniziative che la Sezione ha intrapreso,
nello spirito dettato sia dall’entusiasmo giovanile del suo presidente che dalla consueta buona volontà e abnegazione dei componenti la sezione; di seguito si elencano alcune delle tappe più significative: 1991: formazione del gruppo di Volontari di Protezione civile, regolarmente
iscritto all’Albo Regionale e dotato di materiali e mezzi per il pronto intervento; ha un  organico di 35 persone specializzate e costantemente in attività; 1992: costruzione ed  inaugurazione della sede sociale, edificata su due piani con circa 1.500 metri quadrati di spazio utile recuperando e riadattando, con le sole proprie forze, un vecchio capannone industriale, abbandonato e semidistrutto, alla periferia di Latina. La sede è composta al primo piano da un grande salone per assemblee e riunioni conviviali, è attrezzata di capaci e moderne cucine, impianti e servizi adeguati alla grandezza del locale; al piano terra sono invece allocate rimesse per i mezzi della Protezione civile, una piccola officina, depositi ed uffici con sede insonorizzata per le prove serali del coro; 1993: costituzione del coro ANA di
Latina, forte di n° 35 elementi di provata esperienza. Esso viene invitato alle principali rassegne coristiche nazionali facendosi portatore, oltre che dello spirito alpino, delle tradizioni dell’Agro Pontino. Annualmente organizza una Rassegna Internazionale (siamo alla IX
edizione) alla quale partecipano, di solito, non meno di sei formazioni di gruppi coristici provenienti da tutta Europa. Il ricavato della Rassegna è interamente devoluto in beneficenza.
Ma la sezione di Latina si è distinta anche per la partecipazione ad iniziative benefiche promosse dall’ANA nazionale: i suoi alpini, infatti, unitamente a forze del 4° raggruppamento
hanno partecipato alla ristrutturazione edile, impiantistica ed idraulica del “Pronto Soccorso”
del reparto “Ematologia” del Policlinico “Umberto I” di Roma. Oggi la sezione, piccola nel confronto con altre di più spiccata vocazionalità, conta circa 350 iscritti: risente  dell’abolizione del servizio di leva, ma ha fiducia negli alpini a ferma breve provengono anche dal resto della Regione.
Forti del nostro passato, guardiamo al domani con fiducia perchè domani sarà nuova mattina, il sole porterà nuovo calore alla terra e nuova energia nei nostri cuori. Sappiamo che, soprattutto, porterà a noi, alpini di Latina, nuova voglia di fare, in costante competizione con
noi stessi, per vedere ed assimilare tutta l’energia della montagna che ci ha educato e che, per premiarci dell’amore che le offriamo, saprà sempre offrirci la possibilità di guardare avanti camminando e salendo, avendo sempre presente la misura di noi stessi, camminare e
salire sentendo di avere intorno, sincera, l’amicizia dei nostri compagni, camminare e salire così, nell’eterno costante ritmo della vita. Senza correre, proprio così… come gli alpini, passo dopo passo. 

LA SEZIONE IN CIFRE
IL PRESIDENTE
Nicola Corradetti, nato ad Antrodoco il 2 novembre 1942. Professione: insegnante. Servizio militare: corso AUC alla SMALP, poi nel btg. Cividale, in seguito al BAR Julia a L’Aquila.
Vice presidente: Francesco Totaro; segretario: Cleonte Scisciò; consiglieri: Romolo Reali, Artino Lucchetta, Giorgio Fachin, Achille Franzoni, Luciano Tonazzi, Adriano Lorenzetto, Antonio Gatto, Angelo D’Acunto, Adriano Sandon, Mario Previati, Luigi Musilli; responsabile organizzativo del coro: Maurizio Salvador; direttore artistico del coro: Francesco Milita; responsabile organizzativo del gruppo di Protezione civile: Roberto
Pellizzon.

LA SEZIONE
12 gruppi: Latina Capoluogo, Latina Scalo, Borgo Bainsizza, Cisterna, Borgo Montello, Borgo Montenero, Sud Pontino, Borgo Sabotino, Borgo San Donato, Aprilia, Sabaudia, Borgo Hermada. 118 soci e 136 aggregati.
Sede sociale: via Bassianese 2 05010 Borgo San Michele (LT) Tel. 0773/ 690600.

I PRESIDENTI DELLA SEZIONE DI LATINA
Ernesto Minetti
Aldo Zanetti
Ugo Schiappelli
Nicola Corradetti (dal 1985)

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Nessuna risposta

  1. luigigallo ha detto:

     

    Avevo in mente anche io questa cosa….

    Conoscevo bene Massimo Mattisi, e tante volte con lui e altri amici ci siamo arrampicati sulle vette di numerose montagne, condividendo fatiche, risate, bichieri di vino e tante esperienze….

    Pensavo anche io in questi giorni a come questa sarebbe stata anche e soprattutto la Sua festa… e conoscendolo avrebbe dato il 200% per far si che nulla andasse storto e che la sua città facesse bella figura di fronte ai Suoi compagni, ai suoi colleghi di camminate agli ALPINI.

    Essere alpini non è solo avere una penna sul cappello, e questo me lo hanno insegnato persone come Massimo… essere alpini è uno stile di vita, vuol dire rispetto, per se stessi, per gli altri e per il mondo che ci circonda, vuol dire mettersi al servizio degli altri… vuol dire umiltà… 

    Quando dopo ore di marcia con lo zaino in spalla si arriva in vetta ad una montagna, le sensazioni che si percepiscono sono molteplici e meravigliose, la gioia dopo la fatica, l'essere su vette altissime in mezzo alla natura ai suoi suoni, ai suoi colori…. è questo che ti fà capire il valore vero della vita, è questo che forma il cuore degli alpini, il cuore di persone come Massimo….

    Questa domenica tra tante penne nere sono sicuro che da lassù, ci sarai anche tu…  !!!!

    Luigi 

     

     

  2. Mario41 ha detto:

    Allegato: lazio_prostituzione.pdf

    Benvenuti Alpini 

    Dal sito Ana (Associazione Nazionale Alpini):

    ad un alpino bergamasco è arrivato l'allegato in alto che ha pubblicato.