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Cappelletti: garantiamo l’architettura del mercato coperto

Un insieme di colori ed odori. Una luce diffusa intensa. Un vociferio continuo tra i banchi di verdura, di pesce, delle macellerie, degli alimentari. E’ il mercato annonario, meglio conosciuto come il mercato coperto di Latina. Una struttura, quella del mercato, costruita nel dopoguerra. Certo, di non grande pregio architettonico, ma che risulta avere degli elementi  estremamente moderni. Le finestre a nastro, superiore e inferiore, che lo circondano, illuminano il grande ambiente interno. Come struttura portante ci sono dodici pilastri a tronco di cono, rivestiti con un mosaio verde acqua e all’estremità superiore, la prima originaria illuminazione, composta da una raggiera di tubi neon. Sembrano elementi di arte moderna del novecento. Ma il mercato coperto è per Latina, ed in modo particolare per gli abitanti del centro, qualcosa di più di un mercato. E’ un luogo d’incontro, un’agorà  dove ogni giorno, esclusa la domenica, centinaia e centinaia di persone non solo fanno la spesa, ma si raccontano con gli operatori, e tra loro si perpetua da anni quell’abitudine a contrattare il prezzo della merce, a richiedere informazioni sulla provenienza del prodotto, a girare tra i banchi per trovare il piacere del palato. Bene, tutto questo rischia di scomparire. L’amministrazione comunale ha un progetto di finanza che prevede quattro piani, uffici e servizi vari.  Ben venga chi vuole “investire” nel mercato coperto, ma è compito dell’amministrazione verificare non solo l’intervento di finanza ma anche quello architettonico. Così come va bene la stessa formula di intervento per i parcheggi sotterranei, non va bene però prevederli in via Don Morosini, addirittura in piazza del Popolo e piazza del Quadrato. Vi è una contradizione da parte di chi , in amministrazione comunale, ipotizza per il centro una grande isola pedonale, e poi ci porta le macchine. Se proprio si vogliono dei  parcheggi sotteranei in centro, perchè allora non realizzare un unico grande parcheggio  nell’area più confaciente per estensione e logistica, ovvero il parco comunale Arnaldo Mussolini. Ottimale per la quantità di auto che potrebbe ricevere e per gli accessi (entrate e uscite) che si innescherebbero lungo la circonvalazione, senza creare grandi problemi di viabilità. In cinque minuti si raggiunge tutto il centro. Sul mercato coperto, quello che invece bisogna fare, è un “intervento conservativo” degli elementi architettonici principali. Vanno previsti nuovi box, più funzionali, meglio assortiti, nuovi servizi igenici, e il rifacimento completo del piano interrato dove vi sono le celle frigorifere. Il mercato coperto è una testimonianza forte della città. Pur non essendo un palazzo di fondazione, e quindi sotto tutela della Soprintendenza, ha un suo valore architettonico. Il lineare e semplice ingresso, che si richiama all’architettura razionalista, ne è una testimonianza. Bisogna quindi ripartire da quei segni tracciati da un’anonimo progettista nel dopoguerra, per avere un nuovo edificio che abbia un suo valore per l’intera città. E’ chiaro a tutti che un progetto di finanza prevede che il privato che investe nello stesso abbia un ritorno economico. In questo caso, con uno “sforzo creativo”, si possono coniugare le esigenze di “conservazione” del vecchio mercato, con quelle del profitto. Come? Innalzando un solo piano, che risulterebbe quindi meno invasivo dei quattro previsti, destinandolo ad uso culturale e commerciale. Vi si potrebbero collocare una biblioteca multimediale, uno spazio mostre e una serie di isole gastronomiche. Degli spazi, quest’ultimi, dove poter gustare i prodotti locali del mare, della campagna e della montagna. Gli stessi prodotti che si vendono al piano inferiore. La copertura andrebbe prevista a terrazzo, una sorta di roof garden, che servirebbe nel periodo estivo per incontri all’aperto con adeguati supporti di servizi. Un’ulteriore proposta. Perchè non ipotizzare che gli operatori del mercato mettano su una cooperativa, e insieme al soggetto finanziatore gestiscano l’intera struttura? Questa ipotesi progettuale consentirebbe anche di far rivivere il centro, rianimandolo. Non è azzardato dire che il mercato coperto rappresenta per Latina un elemento di storia della città. Ne tenga conto l’amministrazione comunale per la sua scelta finale.

Nando Cappelletti

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