L"ultimo lavoro di Tremonti, è stato in questi ultimi mesi al centro dell'attenzione critica degli analisti economici, che hanno accolto il saggio (in questi giorni di crisi finanziaria ed economica mondiale ritornato alla ribalta) con evidente curiosità intellettuale, esaltandone le novità speculative e apprezzandone, benchè talvolta non pienamente condivise, le parti descrittive ed esemplificative, valutate come echi e sviluppi di sue precedenti,geniali,e in alcuni casi,profetiche riflessioni, riproposte in modo sistematico e più coerente con l'evoluzione della sua personale filosofia economico-politica.
Sono pure rilevabili spunti comuni con le più recenti ricerche dello Stiglizt e della Klein;ciò denota,ove ve ne fosse bisogno,l'attualità delle riflessioni tremontiane e la puntualità nell'osservare, con occhio indagatore ,scrupoloso e rigoroso le turbolenze economiche e finanziarie che investono, con effetti perversi, la realtà dei nostri travagliati giorni e che , se non tempestivamente controllate, possono fatalmente degenerare in crisi epocali ,come dimostrano ora gli esiti di operazioni finanziarie e speculative non adeguatamente ponderate e ispirate soltanto al cinico guadagno immediato a danno di ignari risparmiatori.
Il saggio, di cui si riprende la discussione a beneficio di quanti finora non hanno avuto l'opportunità di leggerlo,ha avuto , al suo esordio in libreria,una vasta eco,anche in settori dell'opinione pubblica poco o punto interessati alle riflessioni teoretiche di carattere finanziario-economico,perseguendo in poche settimane notevole successo e ampi e motivati consensi, conquistando i vertici delle periodiche classifiche di vendita.
Tale clamoroso e meritato successo lo si deve attribuire certamente alla chiarezza espositiva, alla stringente e documentata analisi delle vicende economico/mercantili,all'evocazione di fatti e prospettive non certo allettanti e tranquillizzanti,alle puntuali descrizioni dei fenomeni demografici,culturali narrati con linguaggio forbito e ricco di aneddoti,di massime e di esempi chiarificatori dei passi più complessi ,rendendo il testo un esempio emblematico e stimolante di "autentico saggio", da compulsare periodicamente con la sicurezza di trarne sempre profonda soddisfazione intellettuale e l'opportunità, non certo secondaria, di sussumere e gustare analisi scientifiche utili per meglio comprendere la complessa realtà economica e politica,ora al centro dell'attenzione e preoccupazione generale!
Viviamo,infatti,una fase storica particolarmente critica, che suscita mancanza di fiducia nelle istituzioni e pessimismo per il futuro dei nostri giovani,disorientamento intellettuale così tragicamente intense da offuscare le menti ,turbare i cuori e provocare,spesso, reazioni istintive,non adeguatamente ponderate, non sempre condivisibili, con gli effetti negativi per l'economia in generale e per il benessere sociale non indifferenti.Gli eventi epocali ora di grande e grave attualità sono viva e drammatica testimonianza della fragilità dei controlli ,della smisurata ingordigia di alcuni istituti bancari, del flebile governo dei processi di globalizzazione,che richiedono politiche in grado di esaltarne gli aspetti positivi pur in essa impliciti e di valorizzare le spinte al sano rinnovamento delle leggi che devono
governare,democraticamente,i l "villaggio globale"!
Occorre attivare, mi pare suggerisca l'autore, politiche fondate su previsioni scientifiche dei fenomeni macro-economici,non condizionate dalle ideologie(la politica non può rinunciare a guidare il mercato!!!) e da teorie che hanno ormai fatto il loro tempo,porle responsabilmente al vaglio preventivo della più stringente critica prima di essere assunte come bussole per l'orientamento politico,economico dei vari Paesi.
Inoltre,appare urgente e inderogabile anche una calibrata e misurata deburocratizzazione dei processi amministrativi, che determini , gradualmente , la riduzione del superfluo di regole,dei lacci e lacciuoli che imbrigliano le energie vitali in una ragnatela di operazioni, spesso ripetitive e generanti fatalmentre la crescita esponenziale dei costi,privilegiando linee essenziali orientative vincolanti,regolative dei processi economici nella prospettiva della rigorosa tutela dell'interesse generale,accompagnate da una politica finanziaria ed economica coordinata,-almeno a livello Europeo- ,che interessi e coinvolga responsabilmente ,nella stessa misura,tutti i Paesi,nessuno escluso.D'ora in avanti ,si spera, non saranno più tollerate avventure finanziarie dagli effetti tragici ;si adotteranno politiche di coordinamento e di controllo preventivo che faranno argine rispetto al bieco cinismo degli speculatori senza anima ,e alla furbizia di banchieri senza scrupoli morali.
Le considerazione tremontiane,ora poste alla prova dei fenomeni di turbolenza finanziaria ed economica del tempo presente, anche se meritevoli di ulteriori e integrative riflessioni , appaiono di notevole peso speculativo, il cui carattere prevalentemente antropologico-culturale ha attirato la nostra attenzione , e le cui linee argomentative danno al saggio una sottile venatura di " nuovo umanesimo", con la sottesa convinzione che l'economia da sola " non ha senso", non ci porta da nessuna parte;l'autore, a scanso di equivoci, responsabilmente ribadisce che "la politica senza realtà è vuota, così come l'economia senza la politica( senza controlli sociali) è cieca,e aggiungo ,senza l'etica non appare rispondente agli effettivi bisogni dei popoli, agli ideali della nostra civiltà fondati primariamente sulla giustizia sociale e sulla solidarietà.Non a caso,proprio in questi giorni,il ministro Tremonti ripropone una nuova e rinnovata Bretton Woods, la cui formula costitutiva dovrebbe prevedere un negoziato generale sui cambi;la selezione collegiale di regole condivise circa le politiche sociali e,soprattutto,ambientali e un nuovo potenziato rigore legislativo:poche norme, ma aventi valore cogente per tutti.In ciò consiste ,ad avviso di chi scrive,la sana e profonda deburocratizzazione e moralizzazione a cui si fa riferimento poco sopra.
Altra avvertenza rilevante dell'autore è quella relativa alla irresponsabile creazione di una nuova tipologia umana;di un uomo,cioè, che " pensa come consuma,e consuma come pensa";consumo,dunque sono!!!quale differenza speculativa con il ben noto "cogito ergo sum",poi evoluto attraverso lo sviluppo ulteriore del pensierio filosofico in alcune correnti di pensiero in "cogitor ergo sum" ,sono pensato dunque sono!!! Riflessioni queste che fanno pensare al degrado intellettuale e morale dell'uomo dei nostri giorni definito da Tremonti, con espressioni colorite ed efficaci " uomo a taglia unica", "uomo scheggia del PIL", costruito solo per consumare, facendogli credere di essere l'unico artefice del suo destino!Pia illusione che inganna cittadini ignari delle forze diaboliche che pensano solo e soltanto al loro ..particulare… E' il dio mercato senza freni, che genera mostri, che stimola e attiva trasformazioni antropologiche alquanto disumanizzanti.Il consumismo esasperato,aggiunge l'autore, provoca processi di mercificazione livellanti, omologanti, alienanti. Si formano così abitudini comportamentali routinarie, condizionate dall'esterno, che provocano ,di solito, un certo disagio esistenziale.Si intuisce,però,leggendo tra le righe,una significativa tensione morale, che tende a riscoprire l'uomo nella sua originaria natura sacra,inviolabile nella sua intrinseca dignità,complesso ventaglio di dimensioni(sociale,economica,religiosa,affettiva,emotiva ecc.ecc.) tutte meritevoli di adeguate stimolazioni e considerazioni e di opportune tutele, allo scopo di favorire il suo sviluppo armonico,ponderato e integrato;un uomo,cioè, stimato non come individuo o monade a se stante, o ancora " come solitario essere nella folla metropolitana",bensì come" persona" vocata a "strutturarsi/completarsi/realizzarsi" nella comunità familiare prima, sociale poi e ad avere con la natura un equilibtato rapporto di reciprocità, che salvaguardi,al contempo, l'esistenza umana e le bellezze naturalistiche della nostra incantevole Europa!
Un essere per gli altri,che avverte la gravità del suo compito nel mondo,e che realizza la sua missione quale saggio e prudente "homo viator", alla continua e appassionata ricerca del BENE GENERALE;un uomo consapevole del fatto che la verità non la si può imporre,pena l'allontanamento dalla Verità stessa;si può e si deve,infatti,essere veri (verum facere se ipsum) e testimoniare così umilmente l'ESSERE per dialogare produttivamente con gli altri ESSERI!Non a caso l'autore si sofferma sull'aspetto "comunitario" dell'organizzazione sociale,auspicando per IL TERZO SETTORE più congrui sostegni che si configurano come forme nobili di investimento(meno Stato e più volontariato, e più agevolazioni fiscali alle iniziative generate e attivate da spiriti forti e generosi in maniera affatto gratuita e senza lucro personale).
Si ipotizza e si auspica ,alfine , una persona ,ora più di ieri, consapevole dei limiti del "MERCATISMO",che genera fatalmente le ben note tendenze comportamentali, spesso criticabili nelle loro frequenti esasperazioni,(pop,rap,jeans ,reality,ecc.ecc.) in grado, altresì, di sfuggire alla persistente e invasiva azione di plagio che il mercato senza controlli genera automaticamente,e di essere autentico e libero;libertà che si conquista giornalmente con atteggiamenti originali, che prescindono dalle mode effimere, e con costanti richiami alla nostra tradizione.Guardare al passato è lecito, ed anche opportuno, solo se da esso si attingono valori consolidati,che hanno resistito alle dure prove della storia,superando,ancorchè con costi umani immensi, il secolo delle "Idee assassine",come argutamente definisce il "900" lo storico Robert Conquest!!
Un uomo,dunque,allo stesso tempo "nuovo e antico" idoneo a sviluppare …naturaliter … amore genuino di sè come simpatia nei confrionti di se stesso e degli altri, evitando di cadere nella trappola dell'amor proprio, che lo disumanizza e lo aliena dal contesto sociale.Infine,ma non per ultimo, si richiamano le considerazioni severamente critiche dell'autore nei confronti degli estensori della "CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA";non aver inserito nel testo il doveroso richiamo alle comuni "RADICI GIUDAICO-CRISTIANE",generalmente considerate validi e indispensabili strumenti di orientamento e di guida per i cittadini europei,oltremodo necessari per la piena ,puntuale e progressiva realizzazione della propria dimensione spirituale e materiale,rappresenta,secondo Tremonti, un significativo indice di relativismo , della ossessione del "politicamente corretto",della paura, come avvertiva con forte tensione etica la Fallaci,di rappresentare con obiettività e con coraggio di testimoni la nostra interessante e preziosa tradizione.
Conclusivamente: questo recente lavoro del Ministro Tremonti,riconosciuto unanimemente come prova letteraria di un autorevole saggista di razza, si legge tutto d'un fiato;si tratta di un'opera che amplia gli orizzonti culturali del lettore attento e avvertito, e aiuta a meglio comprendere alcuni ambigui fenomeni economico-finanziari dell'epoca presente, la cui scaturigine e le cui subdole intenzioni di solito sfuggono al comune e frettoloso osservatore;ad avviso di chi scrive,"LA PAURA E LA SPERANZA" deve essere considerato preludio saggistico di un'altra prova letteraria, il cui titolo provvisorio potrebbe essere "LA SPERANZA CHE SI REALIZZA"; se è vero che "l'espoir c'est un desespoir surmontè (….che la speranza è una disperazione superata….)la paura,a cui allude Tremonti, non ha ragioni per prevalere.E,come anticipa il sottotitolo(Europa:la crisi globale che si avvicina e la via per superarla)che attenua alquanto la vena pessimistica apparentemente caratterizzante l'intero testo, incombe su quanti avranno in Europa responsabilità di governo l'imperativo politico e morale di tradurre le sue tesi in atti e provvedimenti finalizzati a ripristinare,rinvigorendoli,i valori fondanti la nostra civiltà mediterranea:famiglia,identità,autorità/autorevole,responsabilità,sensibilità ecologica,federalismo ponderato.Non solo, ma occorrerà anche frenare e contenere il vorticoso procedere della globalizzazione, che ,nei suoi aspetti non pienamente condivisibili,mal si concilia con la generale esigenza di tutela delle nuove generazioni,dell'ambiente,(vedi le discussioni aspre di questi giorni) e del patrimonio culturale della " contrada europea" che il mondo intero ci invidia!Tale politica di contenimento e controllo del "mercatismo" dovrà essere sviluppata senza preclusioni di sorta per i Paesi emergenti(Cina/India e continente africano) con cui fatalmente si dovrà scendere a patti,possibilmente paritari,in spirito di convivenza civile e nella prospettuiva della pace mondiale!.
Saro Borgia