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Aeroporto

http://iltempo.ilsole24ore.com/frosinone/2008/08/02/909632-aeroporto_ecco_come_sara.shtml

 

Spero anche a Latina si riesca a fare un gioco di squadra che porti alla realizzazione dell'aeroporto, c'è da ammirare la classe politica ciociara che sull'aeroporto sta dimostrando una volontà unica, che qui a Latina a quanto pare non si vede.

 Matteo

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Nessuna risposta

  1. Giovanni ha detto:

    purtroppo a Latina manca una classe politica di quel genere, i nostri politici continuano a sognare, a fare promesse, a fare grandi progetti…

    Noi siamo rimasti con il cerino in mano e gli altri vanno avanti con i fatti.

  2. Vincenzo ha detto:

    Devo dire molto spassionatamente che non mi entusiasma affatto l'idea di fornite la città di Latina di uno scalo aeroportuale.

    Penso all'inquinamento ambientale ed acustico e tra l'altro ritengo che lo scalo di Fiumicino e Ciampino non siano affatto così lontani dalla nostra città  (dista a 30 minuti dalla stazione termini e a 60 minuti da Latina).

    Secondo il mio parere la costruzione di un nuovo aeroporto nella nostra città non credo sia una priorità assoluta come lo sono altri aspetti (lavoro, sicurezza, ecc.ecc.)

    Vincenzo

     

     

  3. Matteo ha detto:

    L'infrastruttura aeroportuale porterebbe insieme all'afflusso di nuovi investimenti sul territorio pontino, anche la costruzione di tutte quelle infrastrutture accessorie all'aeroporto (come ad esempio casello autostradale, messa in sicurezza della pontina e potenziamento dell'asse ferroviario), che farebbero uscire la provincia di Latina da quell'isolamento viario che oggi ci penalizza ed è uno dei fattori per cui il polo chimico-farmaceutico si sta dissolvendo. Inoltre a questi benefici l'aeroporto, sia tra necessità interna che dell'indotto, comporterebbe la creazione di centinaia di posti di lavoro, e infine le volevo far notare riguardo l'inquinamento ambientale e acustico che queste infrastrutture sono sottoposte a rigorose valutazione d'impatto ambientale tale da scongiurare un disastro ambientale.

  4. Vincenzo ha detto:

    Messa in sicurezza della Pontina, casello autostradale, ferrovia, miglioramento della viabilità in genere sono indipendenti dalla costruzione o meno dell'infrastruttura aeroportuale.

    Non credo comunque che l'eventuale aeroporto di Latina sarà un volano per la nostra economia ma bensì sarà considerato semplicemente il terzo scalo romano.

    Vincenzo

     

     

  5. Matteo ha detto:

    Non è importante sapere che è considerato uno scalo romano o meno, importante sono i riflessi occupazionali, infrastrutturali e attrattivi che può generare per la nostra città.

  6. Giovanni ha detto:

    PER L'ECONOMIA DI QUESTA CITTà BASTA METTERE MANI ALLA MARINA PER RISOLVERE TUTTI I PROBLEMI

  7. Matteo ha detto:

    Il binomio aeroporto-marina penso possa creare delle sinergie molto positive per il territorio. 

  8. Vincenzo ha detto:

    Latina, purtroppo non è una città "appetibile" sotto il punto di vista turistico.

    Pertanto un'eventuale scalo aeroportuale sarà ad esclusivo vantaggio di Roma e delle realtà turistiche limitrofe (Sabaudia, San Felice Circeo, Terracina) che molto meglio di noi riescono a sfruttare tale opportunità.

    Secondo il mio parere l'aeroporto di Latina sarà uno scalo di transito e non di permanenza per il turismo.

    Quanto alle opportunità di Lavoro, ritengo che lo scalo sarà gestito dagli Aeroporti di Roma e al residente della nostra città sarà riservata solo qualche briciola.  

    Ovviamente queste sopra riportate sono mie personali considerazioni.

    Vincenzo

     

  9. Matteo ha detto:

    L'aeroporto è uno strumento per aumentare la visibilità di Latina non è la soluzione a tutto, certo se riuscissimo a coniugare aeroporto e riqualificazione della marina penso che ci saranno benefici per tutti. Per quanto riguarda la gestione dell'aeroporto sarà affidata sicuramente ad Aeroporti di Roma la quale ha come azionisti anche enti locali come Regione Lazio, Comune di Roma e di Fiumicino e suppongo che se sarà realizzato anche quello di Latina ci sarà anche il nostro comune.

     

  10. Giovanni ha detto:

    Purtroppo chi amministra questa città non le vuole bene, fa male sentire che a 10 kilometri di distanza esiste il turismo e noi rimaniamo a guardare. Non pensiamo a fare prima  la sella e poi il cavallo

  11. Banzai ha detto:

     

    Guarda questo video del TG3: 

    http://it.youtube.com/watch?v=mbm-WAWZ9Nc

     

    Caro Vincenzo,

    quasi sempre chi ha delle idee impopolari corre il rischio di essere etichettato come qualunquista.

    Mentre nella nostra RIDENTE città (nel senso che fa ridere per la quantità di strafalcioni che vengono emanati sotto forma di "dichiarazioni" politiche)

    C'è gente che crede ancora che l'aeroporto civile ci salverà dal collasso economico, Ciampino si mobilita per far chiudere il suo…

    Allora penso. La gente di Latina si è mai chiesta perché a Ciampino, gli abitanti col Sindaco in testa stanno facendo una rivoluzione

    per spostare tutti i voli civili a Fiumicino? Saranno scemi? Non credo allo sviluppo economico del loro territotio?

    No, caro Vincenzo, sulla loro cittadina, ogni giorno, vengono scaricate tonnellate di VELENO, le malattie respiratorie sono aumentate del 12 per cento!

    Secondo me, nella nostra città ci sono un sacco di persone che non hanno ancora capito che il futuro è legato

    ad uno SVILUPPO SOSTENIBILE, dove al PRIMO POSTO c'è la qualità della vita della gente!!!

    Abbiamo il mare, le dune, i laghi, il parco, l'oasi di ninfa, fogliano, un tesoro NATURALE che merita di essere valorizzato e "SFRUTTATO" 

    Abbiamo bisogno di percorsi pedonali, piste ciclabili, itinerari turistici, organizzazioni per la promozione turistica che funzionino!

    A che serve un aeroporto che per il 99% verrà utilizzato come scalo ROMANO???

    E' PAZZESCO! QUESTO E' IL PROGRESSO INUTILE, CHE RIEMPIE LE TASCHE DI POCHI E DANNEGGIA I POLMONI DI TUTTI!

    Perchè non abbiamo degli amministratori INTELLIGENTI?

    Perché non sappiamo far tesoro delle esperienze buone o cattive che già hanno passato altre città?

    E' mai possibile che dobbiamo fare la fine dei pecoroni, che seguono tutti il capo branco?

    APRIAMO GLI OCCHI! QUESTA E' LA NOSTRA CITTA'!

    DOBBIAMO AVERNE CURA E CONSEGNARLA AI NOSTRI FIGLI E NIPOTI MEGLIO DI COME I

    NOSTRI PADRI CE L'HANNO CONSEGNATA, A VOLTE PROFANANDO

    IL LAVORO DEI GRANDI PIONIERI CHE CI HANNO LASCIATO LA PELLE

    DURANTE LA BONIFICA E LA COSTRUZIONE DI CITTà MODELLO

    CHE VENGONO STUDIATE IN TUTTO IL MONDO. 

    Adesso siamo in mano ad un gruppo di mercenari che costruiscono ovunque

    nel nome del  dio denaro, porti aeroporti, finte metropolitane,

    e nel frattempo sulle nostre "strade" prive di segnalazioni e 

    senza manutenzione, muoiono decine e decine di persone.

    TOGLIAMO QUELLE FETTE DI PROSCIUTTO DAVANTI GLI OCCHI

    E COMINCIAMO A PENSARE AL FUTURO…

    UN FUTURO SOSTENIBILE!

     

    Un abbraccio

     

    Bruno 

  12. Giovanni ha detto:

    Questo ci meritiamo  il peggio e sempre per noi

  13. Banzai ha detto:

    C'è già… ma forse non tutti lo sanno…

     

    Cotral

    Collegamento Latina – Fiumicino Aeroporto

    Dal 9 Giugno 2008 è operativo il collegamento.

    Partenze da Latina
    08.00 – 16.00
    fermate intermedie: Aprilia (polizia stradale) – Pomezia (Hotel Selene)

    Partenze da Fiumicino Aeroporto
    10.30 – 20.00
    fermate intermedie: Pomezia (sottopasso Hotel Selene) – Aprilia (polizia stradale)

    Percorso: Latina-SS148 Pontina-Aprilia complanare per fermata-SS148-Pomezia complanare per fermata-Svincolo GRA direzione Fiumicino-Austostrada Roma/Fiumicino-Fiumicino Aeroporto Arrivi Internazionali

     

  14. Banzai ha detto:

    Dimenticavo il costo…

    Latina – Fiumicino Aeroporto T.T.9

    euro 4,50

    Penso che valga la pena prendere l'autobus! 

  15. Vincenzo ha detto:

    Inquinamento aereo di: Alessio MannucciUna stima per difetto paragona l'inquinamento di ogni aereo a quello di 500 auto non catalizzate. L'aeroporto di Malpensa, ad esempio, equivale a 250-300.000 auto al giorno, quello di Linate a 150.000 auto.

    In questi ultimi anni, i viaggi low cost hanno fatto lievitare drasticamente il traffico aereo e l'inquinamento correlato. Il traffico aereo è di gran lunga la fonte di emissioni di gas serra che cresce più in fretta; dunque, è tra le minacce più gravi al già disastrato ambiente globale, oltre che alle orecchie di chi abita vicino agli aeroporti, anch'essi sempre più numerosi.

    Ben Matthews, ingegnere ambientale e ricercatore all'Istituto di astronomia e geofisica dell'università belga di Louvain, scrive sul sito http://www.chooseclimate.org, ovvero “scegli il clima”: “Giri su Internet alla ricerca del volo più economico ? Vuoi andare in luoghi caldi in inverno ? Ti interessa una conferenza sul futuro del mondo ? Bene, scopri da te qual è il vero prezzo del viaggio aereo che vuoi fare. Scopri che è il modo più rapido per stare al caldo per sempre, e precludere un futuro all'umanità”. Due clic su una mappa, e un apposito modello di calcolo, il Java climate model, permette di scoprire all'istante il nostro contributo individuale, per il tragitto indicato, all'effetto serra. Basta qualche migliaio di chilometri sulle nuvole per produrre più anidride carbonica (CO2, il principale gas serra) di dieci contadini del Bangladesh in un anno di vita, considerati tutti i loro consumi. Il modello fornisce altre notizie: quanto kerosene occorre per ogni viaggiatore (dividendo per il numero dei passeggeri le decine di migliaia di litri necessari a un Jumbo); quanto costerebbe un biglietto se del prezzo facessero parte le tasse; quanta parte del totale delle nostre emissioni sostenibili di CO2 (cioè per riscaldarci, viaggiare, mangiare, consumare) ci giochiamo con un dato percorso aereo. In un tragitto Roma-Londra e ritorno, quasi esauriamo il nostro diritto alle emissioni per un intero anno.

    I velivoli vanno a kerosene, un carburante di origine fossile. Spiegano Guy Dauncey e Patrick Mazza: «Gli aerei commerciali generano 600 milioni di tonnellate di CO2 l'anno. Rilasciano ossidi di azoto direttamente nella troposfera (la parte inferiore dell'atmosfera, sede dei fenomeni meteorologici); qui si ossidano nell'ozono troposferico che, a quell'altezza, funziona come potente gas serra. Provocano scie dense di vapore acqueo che, portando alla formazione di cirri, bloccano il calore all'interno dell'atmosfera».

    Così, secondo i calcoli di Paul Wennberg del California Institute of Technology, il trasporto aereo arriva a incidere per un 10% sul totale dell'effetto serra. Volare inquina anche chi vive a terra: non solo con il monossido di carbonio e le polveri totali sospese, ma soprattutto con il rumore. Contro i voli notturni, in Gran Bretagna gruppi di cittadini protestano periodicamente in pigiama, incoraggiati dalla campagna “Green Skies” (Cieli Verdi). In Italia, è nota la battaglia di molti comuni piemontesi contro l'ingigantirsi di Malpensa. Esempio di quelle “grandi opere” che tanto piacciono ad alcuni governanti, gli aeroporti italiani crescono in numero e dimensione. Ne sono stati inaugurati uno a Olbia, uno a Crotone, a Fiumicino è stata aperta la Cargo City. Quale località non vuole uno scalo aereo, anche solo per questioni di prestigio ?

    Proseguendo su questa strada, l'effetto serra da aviazione civile potrebbe triplicarsi entro il 2050 rispetto ai dati del 1990: la maggiore efficienza energetica degli aerei moderni e i passi avanti della tecnologia verranno annullati dalla crescita dei voli.

    Se i biglietti aerei costano poco, incoraggiando le ali anziché le rotaie, è a causa di due anomalie inquietanti. La prima: mentre la benzina è pesantemente tassata, il kerosene è esentasse ovunque nel mondo. Le regole poste dall'Organizzazione Internazionale per l'Aviazione Civile (ICAO), organismo dell'ONU finalizzato a promuovere il trasporto aereo, impediscono ai singoli Paesi di cambiare la situazione. Questo dà un vantaggio ingiusto all'aereo rispetto ad altri mezzi, per esempio il treno.

    «Grazie all'assenza di una tassa sul carburante aereo o di qualunque prelievo basato sulle emissioni, le compagnie aeree possono tenere i prezzi dei biglietti artificialmente bassi. In questo modo, però, il costo dell'inquinamento grava sull'intera società anziché sul solo passeggero», spiegava anni fa la Campagna internazionale per un giusto prezzo del trasporto aereo (fu avviata da Friends of the Earth. Ora è stata sostituita da Green Skies, molto più moderata: si limita a contestare i voli notturni).

    L'esentasse è una pacchia per gli aerei, che richiedono soprattutto carburante, rispetto ai treni, dove è necessario invece più personale. Del resto, si stima che, in Europa, il settore dell'aviazione riceva 42 milioni di dollari l'anno fra sovvenzioni dirette o indirette, quasi fosse la Croce Rossa.

    L'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), organismo tecnico dell'ONU che si occupa di effetto serra, dedicò nel 1999 il suo primo studio di settore proprio all'impatto dell'aviazione civile. Scatenando le ire del business aereo e petrolifero, il rapporto suggerì di “adottare politiche di sostituzione con altri mezzi di trasporto” e “disincentivare l'uso disinvolto del trasporto aereo con tasse o prelievi ambientali e con il commercio dei diritti di emissione”. Non se ne fece nulla.

    Ed ecco la seconda anomalia: la fonte di emissioni di gas serra più veloce del mondo è paradossalmente rimasta fuori del Protocollo di Kyoto (1997) sulle riduzioni obbligatorie dei gas. La comunità internazionale non si è accordata su dove allocare il rilascio di CO2 per i voli internazionali: Paese di partenza, Paese di arrivo o Paese che ha venduto il kerosene ?

    Con in favoritismi di cui gode, secondo la Commissione Ambientale d'Inchiesta (EAC) della House of Commons britannica, nel 2050, il solo settore dell'aviazione rappresenterà ben il 66% delle emissioni del Paese. Il governo inglese, unico in Europa, si è dato (“Libro Bianco sull'Energia”), entro il 2050, l'obiettivo di ridurre del 60% rispetto al 1990 le emissioni, per rispondere all'obiettivo di “salvezza climatica” indicato dall'IPCCC.

    “Ma perché mai gli altri settori economici dovrebbero accettare un costoso taglio di emissioni, mentre il comparto aereo avrebbe il permesso di triplicare il contributo al cambiamento climatico fra il 1990 e il 2050 ? Non includere gli aerei significa non poter raggiungere questo obiettivo di riduzione globale”. Con questa critica, contenuta in un rapporto del giugno 2004, la Sustainable Development Commission (SDC) nominata dal governo britannico si è opposta al Dipartimento Governativo del Trasporto Aereo che, nel dicembre 2003, ha pubblicato il “Libro Bianco sul Futuro degli Aerei” (ATWP). Per la verità, il rapporto ufficiale auspica l'inclusione entro il 2008 del settore aereo nello Schema europeo di obiettivi per la riduzione delle emissioni (EUETS: European Union Emissions Target Scheme) e, in prospettiva, in un sistema globale di controllo. Se il settore aereo fosse costretto a comprare sul mercato un'enorme quantità dei diritti di emissione (poiché non riesce a ridurle), allora i prezzi dei voli crescerebbero, e la domanda scenderebbe. La SDC e i gruppi ambientalisti britannici, riuniti nell'Aviation Environment Federation (AEF), chiedono di imporre anche all'aviazione nazionale e internazionale l'obiettivo riduzione entro il 2050. Ma non si fidano del governo, e temono che l'inserimento slitterà almeno al 2013.

    Spiega Jonathan Porritt, che ha firmato il contro-rapporto SDC: “Il solo strumento di politica ambientale efficace sono le tasse ambientali e i permessi di emissione controllati. Poi ci vuole un'opera di sensibilizzazione pubblica sul fatto che il trasporto aereo non può crescere a questi ritmi, e politiche per limitarlo. Ma il Libro Bianco di tutto ciò non parla. Anzi, è favorevole a nuovi aeroporti, a causa della saturazione di quelli esistenti”.

    Le compagnie aeree si oppongono alla tassazione del kerosene con il pretesto che «i poveri dovranno pagare di più i biglietti». In realtà, un simile provvedimento introdurrebbe il “giusto prezzo” (maggiorato). Ma solo se fosse adottato internazionalmente: altrimenti gli aerei andrebbero ad approvvigionarsi esentasse nel più vicino paradiso fiscale del kerosene.

    Anni fa, i ministri delle Finanze dell'Ue discutevano di una tassa sui carburanti aerei entro i confini europei. Nulla, però, venne fatto, per l'opposizione di Spagna e Irlanda. Poi, l'Ue ha pensato a un supplemento sul biglietto, basato sulla distanza e sulle emissioni per km, con un sovrapprezzo per decollo e atterraggio che sono le fasi più energivore. Gli introiti sarebbero stati destinati agli Stati membri o a un fondo climatico internazionale, per mitigare (ma come ?) l'impatto della crescita degli oceani dovuta all'effetto serra. Anche in questo caso, non se ne parlò più.

    E così, a tutt'oggi, è la Norvegia l'unico Paese ad avere un prelievo basato sulle emissioni per i voli nazionali. E se si includessero i velivoli nel Protocollo di Kyoto ? Alle linee aeree sarebbe permesso un tot di emissioni di CO2, e per il sovrappiù dovrebbero acquistare sul mercato mondiale diritti di emissione, scaricandone i costi sui biglietti (con un duro colpo al low cost). Questa è anche la proposta del Global Commons Institute (GCI), l'Istituto per i Beni Comuni Globali.

    In sostanza, con l'eccezione della Gran Bretagna, politici e movimenti ambientalisti mantengono, in materia di insostenibilità aerea, un assordante silenzio. C'è chi si pronuncia, ma poi scivola sulla classica buccia di banana: una deputata verde tedesca, poco dopo aver pronunciato un discorso sull'inquinamento aereo, si imbarcò per una tratta che in treno avrebbe richiesto tre misere ore. Un dirigente ambientalista italiano, dovendosi recare da Roma a Verona (5 ore di treno), volò a Venezia dove lo aspettava un'auto. Il viaggio di ritorno si svolse in modo identico.

    Nel privilegiato Occidente, viaggia sulle nuvole ogni categoria, verdi e alternativi compresi, verso destinazioni vicinissime e lontanissime, prendendo a pretesto la mancanza di tempo ma in realtà rincorrendo le tariffe superscontate. Non sono senza peccato i partecipanti ai viaggi di turismo “sociosostenibile” (che non tiene mai conto del peso ambientale dell'aereo). Né gli attivisti ambientalisti o no global: hanno contribuito all'inquinamento ANCHE le masse dirette verso i Social Forums di Porto Alegre e Mumbai, il vertice sull'ambiente di Johannesburg (1992), l'incontro interplanetario indigeno, l'assemblea pacifista, il controvertice commerciale, ecc. ecc…

    Un discorso a parte meritano gli aerei militari. Nel 2003, durante il conflitto USA-Iraq, gli anarco-ciclisti della Critical Mass torinese, con gli scienziati della Società Meteorologica Italiana, hanno calcolato quanto contribuisce all'effetto serra una guerra aerea. Base per le stime è stata quella del Golfo del 1991. Si è partiti dalla considerazione che un aereo da caccia tipo F-15E Strike Eagle o F16 Falcon consuma circa 16200 litri/ora; un bombardiere B52, 12000 litri/ora; un elicottero da combattimento tipo AH64 Apache, 500 litri/ora. Su queste basi, si è calcolato che un mese di guerra soprattutto aerea porti l'emissione di 3,38 milioni di tonnellate di CO2: l'equivalente dell'effetto serra totale provocato in un anno da una città di 310 mila abitanti.    

  16. massimo74 ha detto:

    L'articolo prodotto da Vincenzo è un ottimo articolo, ricco di dati, ma per me un pò troppo populista e demagogico.

    Mi pare che il finale lo sia ancor di più: sembra si vorrebbe un finale ad effetto, con scintillio di dati, ma in realtà rischia di dimostrare il contrario.

    A parte che, per tutto ciò che comporta una guerra, non è certo l'inquinamento aereo a preoccuparrmi.

    Si dice: >>> Un discorso a parte meritano gli aerei militari. Nel 2003, durante il conflitto USA-Iraq, gli anarco-ciclisti della Critical Mass torinese, con gli scienziati della Società Meteorologica Italiana, hanno calcolato quanto contribuisce all'effetto serra una guerra aerea. Base per le stime è stata quella del Golfo del 1991. Si è partiti dalla considerazione che un aereo da caccia tipo F-15E Strike Eagle o F16 Falcon consuma circa 16200 litri/ora; un bombardiere B52, 12000 litri/ora; un elicottero da combattimento tipo AH64 Apache, 500 litri/ora. Su queste basi, si è calcolato che un mese di guerra soprattutto aerea porti l'emissione di 3,38 milioni di tonnellate di CO2: l'equivalente dell'effetto serra totale provocato in un anno da una città di 310 mila abitanti.

    Comunque analizziamo i dati: la guerra succitata ha prodotto un quantitativo per l'effetto serra pari ad una città di 310.000 abitanti. Sembrerebbe assai, ma guardandolo secondo una difefrente prospettiva (secondo me meno forviante) è l'effetto serra di circa un ventimillesimo (1/20.000) di quanto si produce sulla terra in un anno. Quindi ci vorrebbero 20.000 guerre della stregua di quella del golfo per provocare l'inquinamento totale prodotto annualmente sulla terra. Il dato detto cos' non parrebbe così allarmante, al contrario.  O a dire, in un solo giorno produciamo sulla terra circa 55 volte di quanto prodotto dalla guerra in oggetto. O ancora, in poco più di 20 minuti, produciamo l'equivalente per l'effetto serra di quanto prodotto dalla guerra in oggetto.

    Se questa considerazione voleva servire a scoraggiare una guerra o anche solo a  diminuire l'inquinamento, forse, gli anarco – ciclisti avrebbero dovuto pensare a qualcosa di diverso…

    Massimo.

     

  17. mel ha detto:

    Vincenzo ha scritto:

    Latina, purtroppo non è una città "appetibile" sotto il punto di vista turistico.

     

     Vincenzo, questo non è affatto vero. Sapendole (o volendole?) sfruttare, avremmo più cose noi che altri centri italiani che di turismo vivono. Tanto per fare un esempio, sabato ero ad una festa per bambini a foce verde. Al di la della bella sorpresa di una spiaggia molto ampia (molto diversa da come me la ricordavo, con l'acqua a toccare gli esercizi commerciali) al tramonto c'era una vista del Circeo col faccione immerso in un alone rosso che sembrava un film. Per non parlare della duna, che secondo me è una delle più belle d'Italia – e non a caso ci hanno girato decine di film – il lago di Fogliano, i paesi della provincia, alcuni dei quali nati prima di Roma, etc. etc. Perfino l'architettura razionalista potrebbe essere sfruttata ai fini turistici.

    Invece di valorizzare quello che c'è, noi ci inventiamo improbabili terme (quanto ci sono costate alla fine dei conti?).

    Ripeto, città con molte meno risorse di noi vivono di turismo alla grande. Noi? Aspettiamo il porto…

    Mel