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Addio Nino Baglieri!

Oggi pomeriggio, appena sono arrivato a casa, l’ho presa tra le mani e l’ho riletta con un misto di emozione e vergogna. Quella lettera era la tua risposta ad un mio biglietto natalizio, scritto al computer senza fatica e inviato, identico, a decine di persone.  Quanta fatica deve esserti invece costata quella pagina scritta con la bocca. Quanta sofferenza, eppure quanta gioia hai saputo esprimere con le tue semplici parole.  

Eri completamente paralizzato dal 6 maggio 1968, quando a 17 anni un ponteggio cedette sotto i tuoi piedi e volasti dal 4° piano di una palazzina dove facevi il manovale. La tua vita è stata da allora un vero calvario. Al pronto-soccorso ti diedero per morto, ma tu non morivi. Poi, quando fu chiaro cosa sarebbe stata la tua vita in caso di sopravvivenza (frattura della quinta, sesta e settima cervicale),  persino i tuoi cari pregarono per la tua morte, ma tu non sei morto. Dopo le vane speranze di una riabilitazione impossibile subentrò in te una totale, cupa, nera disperazione. Bestemmiavi giorno e notte, maledivi Dio e te stesso per essere sopravvissuto. Poi, improvvisa, radiosa, è giunta la tua conversione. Da quel giorno le tue sofferenze rimasero intatte ma il tuo spirito volò libero e felice. Riuscivi ad infondere coraggio agli altri: tu immobile nel tuo letto, incapace persino di muovere un dito rincuoravi gli altri!

Hai scritto libri, hai viaggiato, sei andato dal Papa, hai parlato alla radio, ti hanno intervistato e hai parlato al mondo intero. L’ultimo viaggio terreno lo hai fatto dal 18 al 20 gennaio scorso. Sei andato a Roma, ospite del Rettore Maggiore dei Salesiani. Hai parlato al mondo intero del dono della vita, hai parlato della tua gioia e del grande dono che hai ricevuto da Dio.

Stamattina a Modica ci saranno state decine di migliaia di persone al tuo funerale. Il tuo corpo paralizzato ha smesso di soffrire ma il tuo spirito è adesso completamente libero.

 

Grazie Nino

 

Salvatore Antoci

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