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La fine di “Antenna Selvaggia”

Proprio così, nessuno poteva veramente immaginare quanta rabbia e senso di frustrazione, oltre che paura per la propria salute, avrebbe creato quel mostro col cappello, alla maggior parte dei cittadini dei nuovi quartieri ed in particolare a quelli del Nuova Latina. All’indomani della notizia, infatti che quel palo sarebbe servito in particolare a sorreggere un potente ripetitore di telefonia mobile, si scatenarono una serie di contestazioni che almeno in questo settore a Latina, non aveva mai avuto simili precedenti. Forse, chi ha gestito per anni la locazione dei ripetitori di telefonia mobile in questa città, non si era mai posto il problema semplicemente perché fino a quel momento aveva avuto a che fare con antenne decisamente meno impattanti e soprattutto meglio dislocate, non certamente nel bel mezzo di una piazza frequentatissima come quella in Q4. I gestori, dal canto loro, ovviamente, si preoccupano solo di coprire al meglio la rete affinché il segnale si senta forte e chiaro, sicuri di rispettare le normative alla quali sono sottoposte le emissioni di onde elettromagnetiche, ma senza badare più di tanto al contesto entro il quale si opera. Per questi motivi credo, gli stessi non hanno capito che in questa occasione hanno un tantino esagerato e creato un allarmismo tra la gente comune che di fatto si è tramutato nel più classico degli autogol.
Piazzare in l.go Peri, in così poche ore, sotto la pioggia, come addirittura qualcuno ricorda, e in un periodo di apparente calma, più lontano possibile insomma dagli sguardi della gente, quel bestione colorato di azzurro, ha reso ancora più grigia la giornata di molte mamme di famiglia, papà preoccupati ed intere famiglie sconfortate da cotanta stupidità. Non l’hanno mai digerita quell’ azione meschina di qualcuno che ha voluto prendersi gioco della buona fede della gente che ha creduto ingenuamente a quel cartello dei lavori posizionato lì da tempo, che riportava la scritta “faro per illuminazione pubblica” e niente che invece facesse pensare alla vera natura di quel bel “Regalo di Natale”. Come detto però, quello è stato un po’ l’inizio della fine della gestione quasi anarchica delle antenne di telefonia mobile e forse molto è dovuto proprio alla concomitante nascita del nostro portale proprio in questi quartieri. Per la prima volta infatti, molti cittadini hanno potuto inviare liberamente al sito internet loro dedicato, www.q4q5.it , tutta la loro amarezza e disappunto sulla questione sapendo di non rimanere inascoltati come forse lo sarebbero stati se ognuno avesse agito per proprio conto. Per noi dello staff del sito, che a quel tempo era numericamente costituito da un quinto delle persone che ne fanno parte oggi, è stato forse il primo vero momento per metterci alla prova e misurare le nostre potenzialità su un tema che stava a cuore a tutti i cittadini della zona. Per questo motivo, essendo noi stessi tutti residenti dei medesimi quartieri, ci sforzammo subito per capire quale sarebbe stata la maniera migliore per affrontare l’argomento, senza creare inutili ed inopportuni ulteriori allarmismi.
Pensammo così di realizzare una tavola rotonda per trattare nella maniera più seria e completa possibile l’argomento “Inquinamento Elettromagnetico” ed impatto ambientale-urbano dei ripetitori di telefonia mobile. La realizzammo l’11 marzo 2006. Dal punto di vista scientifico, invitammo a conferire sul tema il direttore del dipartimento di Onco-Ematologia della ASL di Latina e provincia, nonchè primario di Ematologia del Osp. Civ. S.M. Goretti di Latina, il prof Angelo De Blasio, il quale molto in sintesi, confermò che se pure oggi non vi sono ancora prove certe del potenziale rischio cancerogeno delle onde elettromagnetiche emesse da questa tipologia di emittenti, deve comunque prevalere il principio della cautela e quindi dell’attenzione in particolare ai siti cosiddetti sensibili, come scuole, ospedali, parchi e, appunto, piazze ! Per quanto riguarda invece gli aspetti politici , ambientali ed urbanistici, invitammo a parlare alcuni consiglieri comunali che già avevano mostrato interesse e competenza nei confronti di questo argomento, come il presidente della commissione ambiente Davide Corelli (di centro destra) ed il consigliere comunale Giorgio De Marchis (di centro sinistra).
Parteciparono inoltre un altro consigliere comunale di centro destra (Angelo Tripodi) e un consigliere circoscrizionale di centro sinistra (Paolo Ferretti), più alcuni rappresentanti di altri comitati spontanei di cittadini, tra i quali Pasquale Parisi. Fu un momento importante, a mio parere, perché mai come quella volta si discusse così bene ed in maniera approfondita sull’argomento. I consiglieri in particolare, al termine dell’incontro, riportarono con loro tante informazioni di cui ne avrebbero fatto tesoro successivamente. Finita la riunione però, ad essere sinceri per alcuni rimase un clima di modesto ottimismo, per altri invece di marcato pessimismo, quall’antenna cioè da lì non sarebbe mai stata spostata. La questione non era di facile soluzione, perché il Comune di Latina, così emerse durante la riunione, non possedeva (e non possiede tutt’oggi) un regolamento adeguato ed un piano di localizzazione delle antenne, per poter garantire la corretta gestione delle vecchie e nuove istallazioni sul proprio territorio. Questa la nuda e cruda realtà con la quale ci dovemmo confrontare nei giorni a seguire. Cosa potevamo fare ancora, quindi, per puntare dritti al nostro primo obiettivo (la scomparsa del mostro) ?. Sinceramente la risposta non arrivò immediatamente ma solo dopo qualche tempo, quando venni a conoscenza dell’esistenza di una società di Albano Laziale, “CENTRO DI ECOLOGIA DELL’HABITAT” che forse poteva fare al caso nostro. Si trattava infatti di una società etica (che non aveva legami di alcun genere con i gestori di telefonia mobile) a carattere ecologista e con professionisti preparati per confrontarsi alla pari con queste potentissime aziende, e trattare l’intero argomento grazie alla conoscenza di ogni aspetto tecnico legale che avrebbe potuto effettivamente contribuire alla soluzione del problema. Tenendo conto che la loro sede è appunto Albano Laziale, zona vicina a Monte Cavo, località tra le più tartassate da questo punto di vista, l’esperienza di questa società non poteva che essere elevata.
In effetti, sondando su Internet, ci accorgemmo che la stessa operava già in altre città Italiane, come ad esempio la nostra vicina Frosinone, nelle quali, dai risultati che emergevano, si poteva notare subito una grande professionalità nell’affrontare la questione e la possibilità che ogni cittadino avesse poi avuto modo di controllarne l’operato, quasi in tempo reale. Mi incontrai quindi personalmente con i dirigenti ed i tecnici del C.E.H. (Centro di Ecologia dell’Habitat) i quali gentilmente mi illustrarono il loro modo di operare ed in particolare il loro progetto (P.R.A.E.E.T.), un piano di riassetto analitico delle emissioni elettromagnetiche territoriali. Da quel momento capii che quella sarebbe stata l’unica strada possibile per arrivare in tempi non troppo lunghi ad un risultato importante che forse non avrebbe riguardato solo l’antenna del q4 ma tutte quelle della città di Latina. C’era bisogno però di un mandato, di una approvazione cioè del Comune di Latina affinché detta società potesse operare sui nostri territori. Chiamai così i soliti Corelli e De Marchis, ai quali chiesi l’impegno, peraltro oggi assolutamente onorato, di portare avanti questa nostra istanza, per il bene di q4 e q5 ma anche per quello dell’intera città.. Il resto è storia dei giorni nostri, l’affidamento alla suddetta società, grazie proprio al costante impegno dei consiglieri appena citati, è stato dato pochi giorni fa ed ora si tratta (credo entro Gennaio) solo di iniziare i lavori per mappare tutte le antenne già istallate a Latina, misurare le emissioni di ognuna, e gestire poi l’intero territorio sulla base di un’azione programmata che potrà vedere anche la nascita di nuove antenne, ma non più certamente, in maniera selvaggia. Noi cittadini di q4 e q5 confidiamo anche e soprattutto nella rimozione, o meglio nella delocalizzazione, di alcune di quelle già presenti, tra le quali quella del Q4 alla quale va se non altro il merito di essere stata “la goccia che ha fatto traboccare il vaso” !

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