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Apprezziamo il tentativo

Tempo fa, un mio amico, invitò i suoi fratelli a cena per mangiare le "famose melanzane a scarpone"…

Unico piccolo problema, non cucinò la loro madre (come sempre accadeva), ma sua moglie…

Tutto bene, finché la moglie del mio amico, fece la fatidica domanda:  "come sono?"

… i due fratelli si guardarono in faccia e, pur di non offenderla, dissero:

"apprezziamo il tentativo"

Bene, questa mattina, percorrendo con l'auto viale Paganini, in Q4, ho notato i soliti lavori in corso per riparare le buche. A quel punto, ho chiamato il mio amico Salvatore Antoci (con il quale da tempo monitoriamo la qualità di questo genere di lavori) per andare a riprendere qualche immagine.

Senza particolari protezioni per deviare il traffico veicolare (se non con uno degli stessi operai a fare da scudo umano), gli operai procedevano nel lavoro non curanti della nostra presenza e questo già faceva intuire un certo miglioramento rispetto ad altre occasioni nelle quali, altri operai ci avevano addirittura minacciati per aver fatto qualche fotografia… Inoltre, osservando bene, abbiamo notato un altro particolare: gli operai non sbattevano l'asfalto a terra con la pala (come in tante altre occasioni) piuttosto usavano un compattatore automatico (credo sia questo il nome esatto) e soprattutto delineavano bene le coperture ricostruendo delle figure geometriche abbastanza precise. In altri termini facevano un lavoro decisamente meno sciatto del solito.

Ma è proprio a quel punto che, io e Salvatore, ci siamo guardati in faccia ed abbiamo esclamato le stessa frase di prima. e cioè:…"apprezziamo il tentativo"

E proprio così, purtroppo, pur apprezzando un certo miglioramento nella qualità del lavoro, è sembrato ad entrambi del tutto evidente che quello straterello di asfalto, per quanto compattato, ai primi passaggi di autoveicoli pesanti e/o alle prime piogge autunnali (se non prima), si sgretolerà come una foglia secca.

Ciò che è mancato, infatti, è il lavoro di preparazione dello strato sottostante secondo le classiche procedure standard che però, a Latina, non vengono mai neanche prese in considerazione…

E noi, cittadini sempre poco attenti a queste cose, quando quella leccatina di asfalto si sgretolerà, nel migliore dei casi diremo: "non c'è niente da fare, in questa città piove e l'asfalto non regge!"

Questo, come direbbe qualcuno, è quel che passa il convento, il retaggio di un modo di amministrare una città (con appalti e subappalti senza controlli e senza che mai nessuna abbia mai pagato un centesimo di tasca propria per la scarsissima qualità dei lavori eseguiti) che fa acqua da tutte le parti. E se un “rattoppo” ben delimitato è sempre meglio di un “rattoppo” senza forma, vale a dire che anche per noi, cari amici, la frase che sorge spontanea è sempre la stessa:

 “apprezziamo il tentativo”…

Ferdinando Cedrone

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Nessuna risposta

  1. Job ha detto:

    Buongiorno.

    grazue per l'aggiornamento e 

    concordo sull'apprezzamento. 

     mi devo però chiedere: ci sarà pure un modo tecnico, scritto , per rattoppare  

    le nostre strade e farlo in sicurezza. Perché inventare ?

    Succede in altre città e credo possa accadere anche a LT,

    soprattutto sotto la guida della nuova giunta.

    Inoltre, Fare da scudi umani oggi , nel 2026, É veramente incomprensibile.. Capisco che sia una mancanza 

    culturale , ma per questo esistono i controllori (preposti, ecc) . Sarebbe davvero un peccato che un  

    Operaio si facesse del male solo per sua superficialità e mancanza di controllo di altri.

     

    job 

  2. Freddy ha detto:

    Salve, scusi ma ero fuori con scarsa connessione ad internet.

    Si che c'è un sistema per fare le strade in maniera tale che resistano per anni… esiste in tutto il mondo civile.

    Ma il problema non è la tecnica da usare (basterebbe copiare altri, anche se sono sicuro che i nostri tecnici saprebbero fare anche mglio, se volessero)…

    Il problema non è tecnico, è politico.

    Ci vuole la volontà politica per far bene le cose, cosi come ci vuole volontà politica per farle appositamente male.

    Nel primo caso si lavora per il bene comune, nel secondo (quello usato in questa città negli ultimi decenni) si lavora per le proprie tasche.

    Per il resto, rientra tutto nello stesso ambito, questione sicurezza inclusa.

    Saluti