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Comunicato su Trasferimento di Medico Oncologo

Nonostante i nostri precedenti interventi sulla situazione del reparto di Oncologia dell’Ospedale S. Maria Goretti, ci troviamo di nuovo costretti a denunciare atti della AUSL che vanno contro l’interesse primario della salute degli abitanti della Provincia di Latina.  

È doveroso ricordare ciò che le cifre impietosamente dicono: una popolazione di almeno trecentomila abitanti gravita intorno al solo presidio ospedaliero di Latina, una popolazione con rischio di tumori ai vertici delle classifiche nazionali forse per via di presenze inquietanti come la Centrale Nucleare, le discariche mal gestite, l’inquinamento multiforme dovuto ad una realtà industriale spesso in abbandono e quindi sfuggita ad ogni forma di controllo nei confronti dell’ambiente, una provincia usata come discarica di veleni con ogni probabilità gestiti dalla camorra.

Ebbene a fronte di una situazione tanto drammatica, dopo aver assistito alla trasformazione delle stanze di degenza del vecchio reparto di Ematologia in uffici anziché destinare gli stessi ambienti all’accoglienza dei malati oncologici (già privi di ogni forma di comfort e di igiene nelle fatiscenti vecchie stanze), assistiamo ora ad una ulteriore umiliazione: Oncologia viene depauperata anche di un medico oncologo che sembrerebbe destinato ad essere trasferito presso un ambulatorio periferico della provincia, entro il termine del 9 dicembre prossimo.

Se la Mission aziendale della AUSL è quella di tutelare la salute dei cittadini e l’erogazione dei servizi sanitari, se è quella di garantire ai cittadini un’assistenza di qualità in continuo miglioramento, di aggiornare la tipologia delle prestazioni adeguandole “tempestivamente”, perché allora ci troviamo di fronte a decisioni così negative verso l’oncologia ospedaliera? A questo punto sarebbe lecito chiedersi se il vertice Ausl lavori per il bene del malato oncologico o per altri motivi non noti. Quale è la ragione di questo accanimento contro l’oncologia ospedaliera?

Qualunque sia l’origine di questo provvedimento, lascia sconcertati l’insensibilità che permea questa inaccettabile ulteriore decisione che va a discapito delle tasche e della salute dei cittadini. Tanto più perché viene da una AUSL già famosa alle cronache per assunzioni sospette, e che si muove chiedendo deroghe alle assunzioni in ambito amministrativo nonostante la vera emergenza sia nel settore sanitario, una AUSL dove la percentuale di personale amministrativo è ormai quasi superiore all’aliquota del personale sanitario, una AUSL così mal messa, si permette, senza indicare alternative credibili, di arrecare nocumento ad un presidio oncologico già insufficiente. O forse esiste un piano credibile da sottoporre ai cittadini che giustifichi un sacrificio del genere ? È noto alla Regione Lazio che nelle pieghe di bilanci che quadrano ci sono malati abbandonati al loro destino, troppo spesso tragico ?

Noi chiediamo che il reparto di Oncologia del S. Maria Goretti non venga privato di nessun medico oncologo ma al contrario venga potenziato nel personale sanitario, dotato di strutture adeguate al bacino di utenza che sopporta e che la AUSL cambi decisamente rotta. E se proprio devono esserci dei tagli, questi saranno dovuti nella pletora di servizi amministrativi, nelle pieghe di emolumenti a vario titolo non più sostenibili perché la AUSL non può degradarsi al ruolo di stipendificio, la AUSL esiste per assicurare efficienti servizi medico-sanitari. La salute non è un bene negoziabile, è un diritto assoluto

Cristina Rossi

VALORE COMUNE

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