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Memorie clandestine a Piana delle Orme

Si chiama Memorie Clandestine ed è l’ultima creazione di Piana delle Orme: un treno, la stazione Ostiense e sullo sfondo la porta per l’inferno, il cancello di Auschwitz. All’interno del “merci” uomini e nomi, a migliaia, stipati come bestie, disperati ma determinati.

E’ l’atto ultimo delle vicende di guerra che il Museo di Piana delle Orme narra con dovizia di particolari e ricercatezza storica, attraverso una miscellanea di virtuale e reale che scandaglia la memoria ed induce a riflessioni profonde su ciò che è stato e che non dovrà mai più essere.Virtuali sono gli “effetti speciali”; reali, autentici, i mezzi, il racconto che è filo conduttore della visita, le testimonianze, le immagini che il proiettore riporta in vita. Un capitolo nuovo, quindi; pagine “clandestine”, dimenticate dai libri, a volte per volere stesso dei protagonisti:

“Raccontare poco non era giusto, raccontare il vero non si era creduti, allora ho evitato di raccontare. Sono stato prigioniero e bon, dicevo." – ha raccontato un  internato in tv, pochi giorni fa.

L’inaugurazione ufficiale del Padiglione, in via di completamento, è prevista per il 16 Marzo, nel corso di una sorta di “open day” a Piana delle Orme, che prevede anche momenti di teatro con l’associazione Culturale A-Tensione e l’esposizione esterna dello Sherman M4, il  carro armato utilizzato da Benigni per la scena finale del Film premio Oscar “La Vita è bella”.

Si sottolinea che l’inaugurazione del padiglione e la rappresentazione teatrale sono il frutto di un unico progetto, firmato Piana delle Orme e Associazione Culturale A-Tensione. Ritenendo particolarmente importante fornire tutti gli strumenti necessari alla conoscenza dell’argomento, il Museo Piana delle Orme intende proporre infatti contestualmente alla sezione espositiva, la riduzione teatrale del libro scritto da Giovannino Guareschi, “Diario Clandestino”. Guareschi lo ricordiamo principalmente per aver dato i natali a “Don Camillo”, il robusto parroco che parla col Cristo dell'altare maggiore e discute col suo antagonista, il sindaco comunista  “Peppone”. Non tutti però ricordano una sua famosa opera “Diario Clandestino”, scritto appunto durante la sua prigionia nei campi di concentramento Tedeschi e Polacchi tra il ’43 e il ’45.

In "Diario Clandestino", egli si fa portavoce di tutto un coro d’internati nei Lager, che in lui, nella sua inesauribile vena umoristico/satirica, nella determinazione del suo motto “non muoio neanche se mi ammazzano”, diede un esempio di libertà in un luogo che della libertà era la negazione, di attaccamento alla vita nonostante tutto, di speranza per tutti.

Il nuovo ambizioso progetto del Museo storico “Piana delle Orme” prevede dunque che le storie raccontate dalle immagini suggestive dei padiglioni prendano vita e parlino direttamente al pubblico in uno spettacolo teatrale. Uno spettacolo teatrale che nasca dalla ventennale esperienza in materia e che abbia a disposizione l’ingente quantità di mezzi del museo, che restituisca dignità, memoria e verità a quanti la storia di quegli anni l’hanno scritta con il loro sangue.

Lo spettacolo è indirizzato agli studenti delle scuole medie e superiori inserendosi nel programma didattico che ripercorre gli eventi che hanno caratterizzato il controverso secolo del ‘900 e dei conflitti mondiali, a tutti quei genitori di oggi e a quelli di domani che vogliano ricordare ed insegnare a ricordare.

Latina, 25 gennaio 2013

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