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Comunicato SEL- Latina: Un nuovo Piano Regolatore per Latina

Se vogliamo davvero cambiare Latina lo strumento fondamentale è la pianificazione … è un nuovo Piano Urbanistico.  A qualcuno potrà sembrare ovvio, ad altri potrà sembrare un tema lontano dalle esigenze strette dei cittadini, altri ancora vedono la via d’uscita nell’ennesimo pasticcino del piano casa, ma non è così. Un nuovo Piano Regolatore è necessario perché influisce direttamente sul quotidiano e, insieme a processi quali il bilancio partecipato e Agenda 21, coinvolge direttamente la popolazione nelle scelte politiche, economiche, energetiche, sociali .. in due parole è creare in modo condiviso e sostenibile le migliori condizioni per lavorare e vivere Latina. Sono troppi anni che questa città ha vivacchiato, adagiata sull’assenza totale di un progetto complessivo di ciò che voleva essere e di cosa voleva offrire ai suoi cittadini. Si è rifiutato sistematicamente questo approccio, ed in questo clima ognuno ha potuto inserire, all’ombra di un’inquietante centrale nucleare e sotto il puzzo di una discarica, le proprie visioni oniriche di magnificenti Porti e Aeroporti (ma c’è poi tutta questa gente da portare?); Terme ad acqua fredda e fatua; pseudometrofilobus a monorotaia su gomma, che solo a pronunciarla manca il fiato (oltre che la copertura finanziaria); Biblioteche Alessandrine (ora parcheggio a pagamento dopo una devastante ed inutile demolizione), un lungomare alla Copacabana (molto lungo, poco mare e tanta breccola criminale), Tribunali che manco Perry Mason ha mai bazzicato … e chi più ne aveva di più grosse ne ha sparate – a nostre spese, quelle si davvero faraoniche. Tutto questo frenetico inaugurare non ha prodotto nulla di nuovo o di buono, dimenticando però il quotidiano e la gestione dell’ordinario. Chi diceva di avere Latina nel Cuore -di fatto- l’ha brutalmente stuprata per anni e poi l’ha tradita puntualmente, dimenticando che il 90% del territorio comunale è ancora relegato ad un vasto campo indefinito di un vecchio PRG di quarant’anni fa. Ma tutto questo bianco stride fortemente con il caos ingestibile che si può facilmente leggere sulle foto aeree di google-map. Un comune immobilizzato nel nulla decisionale, per meglio derogare a livello clientelare. Si è lasciato che le falde acquifere si prosciugassero e diventassero salmastre sotto i campi, il nostro mare si è ridotto ad un enorme pantano marrone e maleodorante intriso di liquami di fogna e pesticidi; le aziende sono state lasciate sole a barcamenarsi tra i lacci e laccioli delle interpretazioni, da contrattare in stanze separate di poco solerti funzionari, senza mai un supporto, un’ambizione o un’aspirazione collettiva. Chi ha avuto la sfacciataggine e la possibilità di infrangere le regole ha condonato i propri abusi e soprusi o ha contrattato a suo piacimento i piccoli “strumentini” di zona in variante, tasselli di un assurdo puzzle che non si incastrerà mai in una visione leggibile e men che meno utile. Chi, invece, voleva costruire nella legalità il suo futuro luogo dell’abitare o il proprio luogo di lavoro, privato o collettivo che fosse, magari innovativo e non compreso nella discrezionale interpretazione del bianco, ha sbattuto la testa contro un enorme muro di gomma. Chi voleva competere con i propri mezzi e le proprie capacità si è trovato a soccombere ai tanti monopolisti “unti” dall’Amministrazione (e pure questo è ben strano). Oggi, pur avendo un patrimonio edilizio pari almeno al triplo del rapporto metro cubo abitante, ci troviamo nel paradosso di non avere accesso alla casa, se non passando in banca per l’indebitamento delle prossime tre generazioni (se e quando ciò è possibile); siamo sempre più senza lavoro e ormai dobbiamo pagare dazio e contro-dazio a tutti i mostri speculativi creati ad arte: da Latinambiente ad Acqualatina, da Metrolatina alla fantomatica società delle Terme … ed ora anche da morti dobbiamo un doppio obolo ai nuovi padroni del nostro Cimitero. Crediamo davvero che solo un nuovo progetto della Città, analizzata nella sua complessità, se attuato secondo le più avanzate teorie scientifiche e di conoscenza dell’esistente e nei suoi processi di trans-formazione, potrà avviare un processo di riqualificazione, ri-identificazione e sviluppo sostenibile del territorio. La priorità del nuovo Piano sarà inevitabilmente lo spazio dell’Edilizia Residenziale Pubblica quale fattore calmierante sui prezzi dell’abitare. Si dovrà puntare sul riuso, sull’adeguamento e sulle nuove tecnologie. Ma Latina non è racchiusa solo nelle cinta della circonvallazione anzi..  Occorre pensare e ripensare le periferie urbanizzate e tutto quel vasto territorio comunale lasciato nell’oblio. Come primo punto proponiamo che venga effettuata un’analisi Agronomica ed idro-geologica dei terreni, ora definiti indistintamente come agricoli, identificandoli per diverse capacità e potenzialità produttive. In parole povere: individuare i suoli dove produrre cibo (distretto agroindustria) e dove, invece, si può integrare e, se necessario, sostituire una produzione asfittica con il turismo tradizionale, l’ecoturismo e l’agro-turismo; quelli dove impiantare il fotovoltaico, dove procedere alla riforestazione, anche per avviare un indotto produttivo Vivaistico-Forestale che interessi ampie aree pianeggianti e dove, invece, procedere ad un rilancio dell’Allevamento e dei settori connessi quali il lattiero-caseario. Su questo schema si dovrà delineare il profilo della città del futuro, calibrarne le infrastrutture, indicare un piano del traffico e di trasporti pubblici puntuale e policentrico, i luoghi dell’abitare, del vivere sociale e civile -spazi questi che mancano del tutto o quasi. L’Amministrazione che verrà dovrà farsi carico di rilanciare da un lato l’Istituzione di nuove Facoltà Universitarie quali quella di Scienze Agrarie e Forestali, quella di Geologia e quella di Veterinaria/Zootecnia, anche in sinergia con i Parchi, e d’altro lato dovrà mettere in campo un patto sociale di operatori dei settori Pubblici e privati interessati, quali imprese agricole, imprese produzione e lavorazione del legno, industria cartiaria, aziende di produzione meccanica, imprese turistiche, ecc ecc. Il tema è molto complesso e di volta in volta renderemo pubbliche le elaborazioni di Sinistra Ecologia e Libertà, confidando sul concreto e qualificato apporto della società civile, delle teste pensanti, del cittadino comune che di questo stato di cose è comunque vittima e forse anche un po’ complice, più o meno consapevole, di destra o di sinistra che sia … E’ proprio l’ora di fare qualcosa e non solo di tifare inermi sugli spalti di una partita, altrimenti davvero persa in partenza.

Renato Malinconico

Sinistra Ecologia Libertà – Latina

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