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Un appello per le cooperative sociali

Al Prefetto di Latina
Al Vescovo della Diocesi di Latina
Al Presidente della Provincia di Latina
Al Presidente della Giunta Regionale
All’Assessore Regionale alle Politiche Sociali
All’Assessore Regionale al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili
Al Ministro per la Solidarietà Sociale
Al Ministro per i Diritti e Pari Opportunità

Loro Sedi

Con la presente rivolgo un appello alle SS.LL. affinché vi sia un intervento istituzionale, politico e/o morale nei confronti dell’Amministrazione Comunale della Città di Latina volto a ribadire che la cooperazione sociale, nel rispetto dei principi stabiliti dalla Costituzione Italiane, dalle Leggi nazionali e regionali, debba essere promossa, favorita e sostenuta riconoscendone il ruolo di promozione umana e di integrazione sociale con particolare riferimento alle persone svantaggiate.

La decisione dell’Amministrazione Comunale di promuovere un appalto per la gestione delle arre parcheggio a pagamento ha di fatto portato all’esclusione delle cooperative sociali che sino ad oggi e per molti anni avevano garantito il servizio con il coinvolgimento di oltre 50 ragazzi svantaggiati.

Il mio appello alle SS.LL. non intende prioritariamente prendere le difese delle singole cooperative coinvolte, bensì sottolineare come la decisione amministrativa e le motivazioni addotte a suo fondamento minano alla base il riconoscimento del ruolo istituzionale delle cooperative sociali nel settore del reinserimento.

Porre come motivazioni della decisione dell’amministrazione il fatto che:
• gli appalti in corso alle cooperative non potessero essere più prorogati perché la legge non lo consente;
• vi sia la necessità di sostituire ad una pluralità di gestori (le attuali cooperative sociali coinvolte) un unico gestore;
• le cooperative sociali hanno scopi diversi e variegati ma non quello di gestire attività economiche proprie di altri soggetti individuati dalla legge;
• il bando preveda una positiva valutazione delle società che impiegheranno soggetti svantaggiati con di conseguenza anche una maggiore garanzie, rispetto il passato, dal punto di vista contributivo e della precarietà del rapporto di lavoro;

non fa altro che sottolineare il contrasto della decisione dell’amministrazione ai principi della cooperazione sociale tutelati dalla Costituzione e dalle Leggi.

Sia la Legge 381/91, all’art. 5, sia la Legge Regionale 24/96 (artt. 9 e 13) sanciscono molteplici possibilità per la pubblica amministrazione di favorire, sostenere e sviluppare le cooperative sociali e pertanto nessun obbligo di legge può costituire motivazione su cui basare la decisione dell’Amministrazione Comunale di Latina.

Laddove la cooperazione sociale possa determinare precarietà, sia contrattuale che contributiva, della situazione lavorativa della persona svantaggiata, questa precarietà deve essere rimossa con interventi volti al controllo, sostegno e certezza del rispetto delle normative e non eliminando alla base la possibilità per la cooperazione sociale di svolgere il proprio ruolo istituzionale.

Ritengo che quando chiunque ponga in essere azioni discriminanti nei confronti dei cittadini più deboli e contrarie ai principi fondamentali, non si possa non assumere una posizione chiara e netta di contrasto. Quando queste azioni sono poste in essere da amministrazioni pubbliche ritengo che l’assumere un posizione di contrasto sia un dovere istituzionale.

Confidando nel recepimento della mio appello, si inviano cordiali saluti.

Consigliere Regionale
On. Fabrizio Cirilli

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