Giardini in festa – come sbagliare tutto prima di iniziare

La prima volta che organizzai un evento, memore dell’inciviltà dei candidati per la campagna elettorale e di alcuni commercianti, cercai di fare le cose in regola. Farlo è abbastanza semplice: si va dalla società incaricata (all’epoca la DOGRE, adesso è l’INPA) e si paga il dovuto. Dopodiché si affigge il manifesto negli spazi consentiti (nel nostro caso, ci ha pensato la DOGRE). Poi abbiamo anche fatto dei volantini che sono stati lasciati dentro i negozi e non affissi dove capitava.

Dopo i recenti cambi al vertice (parlo dell’amministrazione), mi aspettavo che tutti quelli che pretendono un cambiamento (dalla politica) avessero iniziato a cambiare, e qui per “cambiare” si intende “fare le cose come si deve”. Almeno stando nelle regole.

Ed invece mi sbagliavo. Apparentemente, dopo aver chiesto e scelto il “cambiamento”, qualcuno è rimasto con le vecchie abitudini: i manifesti selvaggi. Come possiamo pretendere che il mondo cambi se noi rimaniamo uguali a prima?

Per i dettagli, vi rimando al blog di Giuseppe Mancini, che ha un’ottima documentazione fotografica nel suo articolo: Le affissioni abusive dei “Giardini in festa”.

Un piccolo assaggio:

(foto di Giuseppe Mancini)

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