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Autore Discussione
Anonimo
Inviato il: 30/1/2009 7:45
Re: Qualche riflessione

Visto la testata che scrive (ricordate Mauro Cascio ed i SUV) credo che questo pezzo sia stato commissionato e ci si è voluto fermare solo alla pagina iniziale non si è approfondito non si è cercato di andare oltre, ci si è fermati al solo pezzo di presentazione iniziale

http://www.facebook.com/home.php"justify">magari molti non sapevano nemmeno che esisteva questo gruppo in facebook e questa pubblicazione avrà senz'altro l'effetto di far arrivare a 3000 le iscrizioni. Sono anche io in facebook che come i tutti i social network hai suoi pregi e difetti e sono iscritto a diversi gruppi, il mio scopo principale era quello di rintracciare (come è stato) miei vecchi compagni di scuola dell'ITC Vittorio Veneto e girando trovai questo gruppo di Latina a cui per cusiosità e voglia di lettura mi sono iscritto, per quell'insanabile desiderio di sapere, conoscere, confrontare che mi appartiene e come tutte le cose che si leggono si possono condividere o non condividere, si può discutere, litigare, infervorarsi e rimanere della propria idea o cambiarla ma sempre rispettarla e soprattutto cercare di capire perchè 1500 persone hanno questa voglia e questo desiderio di far sentire la propria voce altrimenti depressa, reclusa, tarpata.

In questo momento non ho con me una cosa che ho scritto  nel 1982 è una lunga poesia su quella che era la vita di noi ragazzi ventenni perennemente parcheggiati davanti al Formaggiaro l'inverno e ai giardini al semaforo verso l'ospedale d'estate, a prescindere dalle considerazioni su quelli che sono ora i figli di quella generazione analizzo cosa avevamo allora, cosa offriva allora la città e cosa offre adesso mi rendo conto che pur con il progresso e lo sviluppo immobiliare non è cambiato nulla non offre nulla, è rimasta una città dell'apparire e non dell'essere e rifiutare la discussione su ciò che è questa città pensando che se non se ne parla i problemi NON ESISTONO è fare la parte dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia ma il corpo è fuori in balia dei predatori.

 



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Anonimo
Inviato il: 2/2/2009 8:41
Re: Qualche riflessione

VIOLENZA  

 

Guidonia una violenza efferata e gratuita, premettendo che a mio parere i colpevoli dovrebbero avere la “garrota” o perlomeno una pena certa lunga e possibilmente dura, ho notato una strana campagna xenofoba che nulla ha a che vedere con il problema principale. Ho letto e sentito opinioni e pareri di cittadini, istituzioni ma sembra che il tutto fosse collegato al fatto che degli stranieri e per di più dell’est hanno usato violenza ad una italiana. Ed invece il problema principale è proprio LA VIOLENZA SULLE DONNE non ha avuto ad esempio lo stesso spazio la vicenda di una ragazza rumena violentata da tre Maghrebini e di una cilena violentata dall’ex convivente italiano, un po’ più di attenzione ha avuto l’italiana violentata a capodanno da un altro italiano ma più per la polemica politica sulla giustizia visto che questo è il caso politico del momento.

Ogni donna che viene violentata approfondisce la ferita che è aperta e sanguinante e non si tratta di offesa alla comunità ma il tentativo di affermare con la violenza e l'umiliazione una sorta di antica prerogativa di supremazia basata solo sulla forza fisica, ma guardiamo i numeri la realtà nuda e cruda secondo alcuni dati del novembre 2007

(La Repubblica) in Italia più di 6 milioni e mezzo di donne ha subito una volta nella vita una forma di violenza fisica o sessuale, ci dicono i dati Istat e del Viminale che riportano un altro dato avvilente. Le vittime - soprattutto tra i 25 e i 40 anni - sono in numero maggiore donne laureate e diplomate, dirigenti e imprenditrici, donne che hanno pagato con un sopruso la loro emancipazione culturale, economica, la loro autonomia e libertà. Da noi la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni. Più del cancro. Più degli incidenti stradali. Una piaga sociale, come le morti sul lavoro e la mafia. Ogni giorno, da Bolzano a Catania, sette donne sono prese a botte, oppure sono oggetto di ingiurie o subiscono abusi...........................

 

E per fortuna ora anche lo stalking (molestie insistenti) sta per diventare un reato da perseguire con pene da uno a quattro anni. Questa campagna che leggo contro lo straniero non sta portando a combattere ed isolare quelle frange violente e delinquenziali ma concede una inconscia legittimazione e pretesto ad aggredire la parte più integrata ed a volte più debole come alcuni negozi di stranieri  danneggiati ed il nuovo “sport” del picchiare e dare fuoco al barbone è una piaga sociale gravissima.



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Anonimo
Inviato il: 5/2/2009 9:40
Re: Qualche riflessione

Mi sono imbattuta in questi pensieri di Alan Turing, e in questo momento particolare, in cui è difficile leggere quello che succede e quello che accadrà, mi hanno colpita particolarmente.....

“La vita è una piccola avventura, fatta di piccole liti, d’impressioni e di noie appena accennate, fatta di cieli ridotti, gratificazioni minime, piccoli legami, amori inattesi, improvvisi e improvvidi, affetti circoscritti, piccole anime di colori, stracci di bandiere, piccoli drappi con brividi di passaggio, orizzonti impegnativi e propizi; la vita è una piccola fanciulla, non è una favola, nella sua piccolezza non c’è alcuna oscurità, una piccola luce fugace, un granello risplendente, un modo per appartarsi, un angolo, un piccolo angolo; la vita è tascabile, trattenuta nel fondo della sacca, stretta in mano, protetta; la vita è l’identificazione e la riduzione, è l’invisibile che schiacciamo ad ogni nostro passo, l’impercettibile offesa e il rozzo insulto, l’impropria eloquenza, l’obbligo quotidiano, il volgare accomodamento del vile, le debolezze insuperabili, l’ingenuità pagata, la propria impotenza e l’arguzia, l’astuzia rincorsa, l’abbandono, il veleno e la rinuncia, tutto ciò che non sappiamo riconoscere o che crediamo opportuno trascurare… …perché questa vita nascosta, celata nella normalità, mistificata ed in questo modo salvata dal potere, dall’imponente e protervio potere, dal gigantismo, questa vita è una piccola cosa.”

 

 



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Baol
Inviato il: 7/2/2009 14:33
Staff
Registrato: 14/12/2005
Da: Q4
Messaggi: 1069
Re: Qualche riflessione

Eluana Englaro... questo nome oggi è sulla bocca di tutti, niente rispettoso silenzio, solo facilità di parole... ne riporto alcune, le ultime di oggi, supponenti... l'ennesimo slogan elettoral popolare;  in questa circostanza grave, indossata l'espressione grave di circostanza, il Presidente del Consiglio ha dichiarato su tutti i tg "noi siamo per la cultura della libertà che è a favore della vita, gli altri per quella dello statalismo e per la morte"...  un commento al rifiuto di firmare il decreto da parte del Presidente della Repubblica. 

Francesca



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Anonimo
Inviato il: 7/2/2009 18:14
Re: Qualche riflessione
Eluana solo Eluana ma quante Eluane ci sono negli ospedali italiani da anni senza alcuna possibilità di tornare a vivere e a quanti dopo un incidente i medici stessi effettuata una tac o una risonanza decidono di tenerli soltanto in rianimazione, senza infierire ulteriormente, senza allungare e provocare una sofferenza infinita a chi ormai sta su un taxi che ha il tassametro sempre in funzione e che non porta da nessuna parte vagando nel vuoto, come una macchina. Politici di destra, sinistra, centro rispettate l'infinito dolore che da 17 anni sta distruggendo una famiglia con una figlia, non figlia con un qualcosa con cui non puoi parlare, che non ti può rispondere, che non ha più sentimenti, sensazioni, ricordi nulla. Eluana in Lombardia ha avuto sempre assistenza ma tutte le altre Eluane che sono in Italia hanno avuto o stanno avendo lo stesso supporto o e famiglie sono quasi abbandonate a loro stesse. Adesso si sta con procedimento di urgenza varando una norma che impedisce ai medici di sospendere l'alimentazione a chi è in quelle condizioni, prima l'emendamento della Lega che obbliga i medici a denunciare chi è senza permesso di soggiorno  gli extracomunitari non si faranno più curare , ed il federalismo fiscale che nelle regioni più povere porterà al pagamento di tutte le prestazioni sanitarie perchè gli enti locali non avranno fondi per la sanità e non saranno sorretti dallo Stato ecco tutte le Eluane di queste regioni moriranno nel silenzio e nell'indifferenza e come eluane intendo non tanto quelle persone che ormai non hanno più nessuna possibilità di riprendere una vita autonoma mai cerebrolesi ed quelli in coma vigile.
Sento commenti io come padre, io come zio, io come nonno farei, io sarei, a tutti questi non gli auguro di trovarsi nella stessa situazione  per 17 anni, non c'è alcuna civiltà e non c'è alcun rispetto nella violenza mediatica, sociale, politica e personale che sto riscontrando.
Io cosa vorrei per me? Che lasciassero che il mio taxi abbia la sua destinazione e che al suo arrivo ci siano mio padre, i miei zii, i miei nonni ed un mio ricordo per chi resta integro fisicamente felice e sorridente.


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giucap
Inviato il: 9/2/2009 13:57
Registrato: 13/1/2006
Da:
Messaggi: 827
Re: Qualche riflessione

Per una riflessione meno emotiva mi affido a Stefano Rodotà, tagliando l'ultimo dei punti in cui ha suddiviso il suo ragionamento pubblicato oggi online su Repubblica in quanto a mio avviso non strettamente attinente.

Giulio

Lo tsunami costituzionale

di STEFANO RODOTA'


1) La turbolegge. Berlusconi vuole imporre in tre giorni una norma che cancella ogni traccia di divisione dei poteri, per impedire l'attuazione di un provvedimento giudiziario passato in giudicato e inventando un nuovo circuito istituzionale, che affida a un Parlamento incatenato il compito d'essere il killer dei giudici. Ma la strada scelta è, tecnicamente, non percorribile.

Nella relazione che accompagna il disegno di legge del Governo si sostiene che non siamo di fronte ad una sentenza passata in giudicato, perché i giudici non hanno accertato un diritto, ma si sono limitati ad integrare la volontà di un privato, quella di Eluana Englaro, con un semplice provvedimento di"volontaria giurisdizione". Non è così.

Quando la Cassazione ha ammesso il ricorso straordinario contro il decreto della Corte d'appello, che autorizzava la procedura di interruzione dei trattamenti, lo ha potuto fare proprio in considerazione del fatto che si trattava di un provvedimento relativo a diritti, che assume i caratteri del giudicato e che, quindi, detta una disciplina immutabile del diritto considerato. Ed è principio indiscutibile in tutti gli ordinamenti che la legge sopravvenuta non può influire sul diritto sul quale il magistrato si è pronunciato con un provvedimento passato in giudicato.

Il Governo tenta una ennesima forzatura, pericolosa e inutile. Pericolosa, perché insiste su una soluzione che, con rigore tecnico, era stata ritenuta non percorribile dal Presidente della Repubblica: si vuole, dunque, mantenere aperto il conflitto con Napolitano. Inutile, perché non sarà possibile intervenire in modo legittimo per bloccare l'attività già avviata di interruzione dei trattamenti sulla base di una legge su questo punto chiaramente incostituzionale.

Quali altri atti di forza, allora, si escogiteranno per espropriare i cittadini della possibilità di condurre "la lotta per il diritto" - è questo il titolo d'un classico del liberalismo ottocentesco, del giurista Rudolf von Jhering, che Benedetto Croce volle fosse ripubblicato negli anni del fascismo - e per impedire che possano avere ancora "giudici a Berlino"? Questa era l'orgogliosa sfida del mugnaio di Sans-Souci in presenza di Federico il Grande. Mugnai e giudici stanno perdendo diritto di cittadinanza in Italia?

2) L'inammissibile libertà. Dice il cardinale Ruini: "Preferisco parlare di una legge sulla fine della vita. La parola testamento implica infatti che si disponga di un oggetto, ma la vita non è un oggetto". Il mutamento linguistico, dunque, rivela un capovolgimento concettuale e politico. Per quante perplessità il ricorso al termine "testamento" possa suscitare dal punto di vista tecnico-giuridico, esso esprime bene il fine che si vuol raggiungere. Testamento biologico, testament de vie, living will ci parlano di un "atto personalissimo", in cui è sovrana la volontà dell'interessato.

Certo, la vita non è un oggetto, ma appartiene sicuramente alla sfera più intima dell'interessato che, com'è ormai chiaro, giuridicamente può disporne e ne dispone. Quando, invece, si parla di una legge sulla fine della vita, il legislatore non si fa signore della morte, perché questo è un evento naturale sul quale nessuno può intervenire. Si impadronisce del morire, che è vicenda umana, alla quale si pretende di imporre regole autoritarie, incuranti delle ragioni della coscienza di ciascuno.

La coscienza, allora, che in politica compare soprattutto come diritto al dissenso. Diritto già negato dal Presidente del Consiglio ai suoi ministri, che avrebbero potuto manifestarlo in quest'ultima vicenda solo dando contestualmente le dimissioni. E che i tempi imposti e la minaccia della fiducia negano anche ai parlamentari della maggioranza, perché il dissenso non è solo dire un sì o un no, ma la possibilità di argomentare, di discutere in quel foro democratico che continuiamo a chiamare Parlamento.

Il fatto che il diktat berlusconiano non si estenda direttamente ai parlamentari dell'opposizione non esclude che anche nei loro confronti si commetta un sopruso. Ma bisogna guardare più a fondo. Quando le decisioni legislative incidono direttamente sull'autonomia delle persone nel governare la loro vita, la libertà di coscienza non è solo quella dei parlamentari. La libertà di coscienza da tutelare è, in primo luogo, quella della persona che deve compiere le scelte di vita. Il problema, allora, non riguarda la libertà di coscienza di chi deve stabilire le regole: investe la legittimità stessa dell'intervento legislativo in forme tali da cancellare, o condizionare in maniera determinante, quelle scelte. Altrimenti si determina una asimmetria pericolosa: quando si affrontano i temi eticamente sensibili la libertà di coscienza dei legislatori può divenire massima, quella dei destinatari della norma minima.

3) Un "pieno" di diritto. Si è detto, e si continua a ripetere, che una legge è comunque necessara, perché bisogna colmare un pericoloso vuoto legislativo. Per l'ennesima volta invito a leggere la sentenza della Corte di Cassazione dell'ottobre 2007, la decisione centrale per il caso Englaro, che mostra rigorosamente come il diritto al rifiuto di cure, anche per il futuro, sia solidamente fondato su norme costituzionali, su convenzioni internazionali ratificate dall'Italia (non quella sui disabili, abusivamente richiamata nell'atto di indirizzo del ministro Sacconi), su articoli della legge sul servizio sanitario (e del codice civile, come quelli sull'amministrazione di sostegno per gli incapaci).

Siamo di fronte a un "pieno" di diritto, che si vuole "svuotare" con una mossa restauratrice, invece di integrarlo con poche, semplici norme che rendano più agevole e sicuro l'esercizio di un diritto che, lo ripeto, già esiste, non è un'inaccettabile creazione giurisprudenziale.

L'argomento del far west lo conosciamo e ha sempre prodotto danni, come dimostra tra l'altro la pessima legge sulla procreazione assistita, che davvero ha prodotto un far west legato ad un "turismo procreativo", che nasce da un proibizionismo cieco e rende più difficile la vita delle persone, delegittimando ai loro occhi una legge che sono obbligati ad aggirare.

Se la turbolegge passerà, ponendo le premesse per una normativa proibizionista sulla fine della vita, si daranno incentivi al turismo "eutanasico", alle pratiche clandestine già tanto diffuse. Verrà così santificata la doppia morale - fate, ma senza clamore e scandalo. E saranno sconfitti tutti quelli che vogliono rimanere nel solco della legalità e dello Stato di diritto, come ha dolorosamente voluto Beppino Englaro, un eroe civile al quale nessuno dedicherà un film come ha fatto la civilissima America per le storie di Erin Brockovich e Harvey Mills.


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Salvatore
Inviato il: 9/2/2009 14:43
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Re: Qualche riflessione
Riporto il testo integrale della Sentenza della Cassazione.



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"Integrity is doing the right thing, even if nobody is watching."

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Anonimo
Inviato il: 9/2/2009 22:07
Re: Qualche riflessione
E adesso che scenda il silenzio sulla famiglia Englaro i silenzio dei portaporta vari sento i giudizi di qua e di la basta è ora di chiudere.

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giucap
Inviato il: 10/2/2009 9:11
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Da:
Messaggi: 827
Re: Qualche riflessione

Roccia, un pio desiderio il tuo, destinato ahinoi a rimanere inesaudito.

Nonostante le oscenità proclamate nei giorni passati, ho idea che ne sentiremo ancora delle brutte. Perché l'articolo tira, fa audience, il "mercato" richiede dettagli, scoop, testimonianze tarocche. A quando il plastico della clinica dal gran ciambellano?

E sull'onda emozionale si vuole legiferare sulla mia e sulla tua vita, sulla mia e sulla tua morte. Lì invece non bisognerà tacere, lì il silenzio significherebbe complicità.

Ci sono temi su cui non ha senso parlare di democrazia, non ha senso parlare di maggioranza o minoranza. Io credo che la mia vita sia nella mia disponibilità, non ho problemi ad accettare e rispettare convinzioni diverse ma pretendo pari rispetto. Fossi anche l'unica persona che la pensa così, rivendico il mio diritto al rispetto, chiedo che questa "stravaganza" venga tollerata in quanto non comporta alcun danno o pregiudizio, divieto o obbligo per chiunque la pensi diversamente. Credenti o non credenti, non dovrebbe fare alcuna differenza: nel paradiso terrestre ad Adamo ed Eva è stato consentito di cogliere la mela, ancorché proibita, con tutte le conseguenze del caso. E' il libero arbitrio. Non c'è virtù senza libertà. Rivendico il mio diritto di sbagliare (per chi è convinto che sia uno sbaglio), di cogliere la mela proibita. E nessuno potrà impedirmelo.

Giù le mani dalla mia vita!

Giulio

 



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Salvatore
Inviato il: 10/2/2009 9:22
Staff
Registrato: 25/11/2005
Da: Q4
Messaggi: 4672
Re: Qualche riflessione

Caro Giulio,

l'accostamento del tuo giusto libero arbitrio a quello di Adamo ed Eva mi sembra infelice, dato che stiamo ancora tutti pagando a caro prezzo le conseguenze della loro scelta 

Salvatore 




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