Il Portale dei quartieri di Latina Nascosa e Nuova Latina

Demolizioni Immobili abusivi

By: davide

davide - Fri 03/11/2006 or 16:32

Ho letto che il viceprefetto Reppucci, è stato commissario anche a Sperlonga, Terracina e Gaeta..
In questi comuni come si è comportato? Ha fatto demolire gli abusi edilizi?
Spero che Reppucci faccia demolire gli 88 immobili che Schintu e Mignacca non hanno demolito e i tanti altri che infestano Sabaudia e il Parco..
Spero specialmente che faccia demolire tutte le ville lungo la duna costiera. Bisogna abbatterle, a costo di mettersi contro i poteri romani che ne hanno sempre impedito la demolizione!
Abbiamo aspettato 40 anni, ora basta!!!! [:17:] [:17:]

DAVIDE


davide - Mon 06/11/2006 or 18:03

Il Tribunale, nella causa che và avanti da 40 anni tra Comune di Sabaudia, Comune di Terracina e famiglia Scarfati, il 31 Ottobre scorso ha stabilito che l'area dei Tumuleti di Paola, cioè la zona dunale dove negli anni 60 sono state costruite molte ville, è del Comune di Sabaudia...

Il Comune di Terracina allora alienò quei terreni, circa 192 ettari alla società Domiziana Immobiliare di Milano, che costruì quelle ville.... Il Comune di Sabaudia all'epoca si oppose alla vendita, inutilmente....

Ora come è possibile che il Comune di Terracina abbia venduto terreni non suoi e rilasciate licenze edilizie in zona vincolata, visto che si tratta di Parco Nazionale del Circeo? All'epoca non esisteva ancora la legge Galasso, dunque con la licenza si poteva costruire anche dinanzi al mare.

Il vincolo dei 300 metri dalla costa è diventato legge negli anni 80....

 

DAVIDE


davide - Mon 06/11/2006 or 18:09

Fonte: http://www.ilmessaggero.it/

 

Tumuleti, la lunga lotta vinta da Sabaudia
 
Per il Tribunale civile il Comune di San Felice non avrebbe potuto vendere i lotti

di EBE PIERINI

E’ stato un po’ come cercare di vendere il Colosseo. E il Tribunale civile di Latina ha dato ragione al comune di Sabaudia: Terracina non era legittimata a vendere i Tumuleti di Paola. Era stato il comune di Sabaudia nel 1962 ad intentare una causa contro la città limitrofa per la vendita da questa effettuata dei Tumuleti di Paola alla società Domiziana srl che alienò poi a terzi i lotti in questione. La sentenza riconosce a Sabaudia la proprietà sui terreni e sui frutti maturati e ne ordina la restituzione salvi gli effetti delle intervenute usucapioni. Il comune di Sabaudia aveva chiesto l’annullamento delle vendite. Il tribunale ha giudicato nullo l’atto di vendita risalente al 17 novembre 1952 con il quale Terracina alienò i terreni siti nel circondario di Sabaudia, nelle zone Ponte, Pantanelli di Paola e Tumuleti di Paola per un totale di 194 ettari. Nella vicenda si erano inseriti anche gli eredi Scalfati che rivendicavano la proprietà di quei terreni. Il giudice ha però rigettato la domanda di rivendica per difetto di legittimazione sostanziale. Il comune di Sabaudia incassa così una duplice vittoria: su Terracina e sugli Scalfati. Quando lo scorso anno, a novembre, si trattò di decidere se proseguire in un giudizio che si trascinava dal 1962 l’allora sindaco Salvatore Schintu decise di andare avanti al fine di tutelare fino in fondo il patrimonio ed i diritti del comune di Sabaudia. Una scelta premiata dalla sentenza che spiana la strada alla possibilità per il comune pontino di chiedere a Terracina un rimborso per la vendita illegittima di beni appartenente a Sabaudia in quanto i successivi proprietari, terzi in buona fede, non possono essere privati del bene anche perché con gli anni è maturato il diritto di usucapione. Il che per le casse dell’ente significa un introito di diversi milioni di euro se si pensa che il valore dei terreni andrà di fatto rivalutato tenendo conto dell’oltre mezzo secolo trascorso dalla vendita.
I giudici hanno ritenuto quindi che, in base all’art. 7 della legge istitutiva del comune di Sabaudia del 1934, i terreni necessari alla creazione della nuova città e sottratti ai territori dei comuni vicini fossero assegnati al neonato ente senza che fosse necessaria una compensazione in quanto già prevista a seguito di altre ripartizioni. Questa sentenza crea ora un precedente giudiziario di non poco conto. Tra i comuni di Sabaudia e San Felice Circeo è infatti in corso un contenzioso relativo alla proprietà dei terreni di Molella, Palazzo e Mezzomonte. Sabaudia potrebbe quindi uscire vittoriosa anche dalla diatriba con San Felice Circeo





davide - Mon 06/11/2006 or 18:31

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1070242&Sectionid=8&Editionid=3

Sabaudia
L’area dei tumuleti è di proprietà comunaleSentenza «shock» del Tribunale di Latina. Schintu chiede il risarcimento dei danni a Terracina
di ROMANO TRIPODI SABAUDIA — E’ destinata ad avere effetti dirompenti la sentenza con la quale il Tribunale civile di Latina, ponendo fine ad un contenzioso che si trascinava dal 1962, ha assegnato al comune di Sabaudia la proprietà dell’area dei Tumuleti, che intercorre fra Torre Paola e Caterattino e sulla quale sorgono oltre 200 ville. La sentenza pronunviata dal Giudice onorario aggregato, avvocato Vincenzo Valente, pubblicata solo il 31 ottobre, vedeva come parti in causa l’amministrazione comunale di Sabaudia, rappresentata dal suo sindaco, Salvatore Schintu; l’Immobiliare Snia, della persona del suo legale rappresentante domiciliato a Milano, quale incorporante della Società Domiziana srl; il comune di Terracina e l’avvocato Giulio Scalfati che aveva rivendicato la piena titolarità dei Tumuleti in quanto parte del lago di Paola. Il Giudice Valente ha rigettato le eccezioni proposte, dichiarando anche la nullità e l’inefifcacia dell’atto di compravendita con il quale il 17 novembre 1952, il comune di Terracina alienò alla società Domiziana i terreni siti nel circondario del comune di Sabaudia, in località Pantenelli di Paola e Tumuleti del lago di Paola. In pratica Terracina vendette alla Domiziana, terreni che non erano assolutamente di sua proprietà. Questi terreni (194 ettari per 5-6 km di costa) che sono poi le dune, divennero bersaglio di una lottizzazione esasperata che ha finito per compromettere la tenuta della duna e violentare pesantemente il paesaggio. Ma la sentenza va anche oltre. Ordina infatti che i terreni in questione, che salvo per una piccola zona, sono oggi tutti edificati, vengano restituiti al comune di Sabaudia, salvo gli effetti delle intervenute usucapioni. La sentenza rigetta allo stesso modo, la domanda di rivendica dei Tumuleti, avanzata dall’avv.Giulio Scalfati per difetto di legittimazione sostanziale. «Si tratta di un evento storico -ha dichiarato il sindaco uscente Salvatore Schintu- festeggio questo successo, voluto fortemente dalla mia amministrazione e domani (oggi ndr) mi recherà dal commissario prefettizio per discutere della richiesta di risarcimento danni milionaria nei confronti del comune di Terracina».

 Lo scandalo di questa cosa è che sono passati 40 anni, e nel frattempo le dune sono state devastate...

E' ora che il Comune sani la situazione, con l'unico metedo possibile: Le ruspe!

Vogliamo la demolizione delle ville di Sabaudia, come stanno facendo a Fondi! 

DAVIDE





davide - Tue 07/11/2006 or 16:52

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1070838&Sectionid=8&Editionid=3

Non si bloccherà la macchina amministrativa
di ROMANO TRIPODI SABAUDIA — Impedire che la macchina amministrativa si arresti; garantire alla cittadinanza tutti i servizi essenziali; non rimandare a domani quello che si potrebbe fare oggi, a partire dal dramma dell’erosione. Ha le idee chiare e tantavoglia di fare il vice Prefetto Antonio Reppucci che sino alla primavera del 2007 sostituirà a Palazzo il sindaco Nino Schintu, sfiduciato da undici dei venti consiglieri comunali. E non è un caso che a pochi giorni dal suo insediamento il Commissario prefettizio, profondo conoscitore delle problematiche di Sabaudia ed in generale della Provincia pontina, abbia voluto incontrare, in un aula consiliare stracolma, tutti i dipendenti del Comune, dirigenti, tecnici, impiegati ed operai. A tutti ha chiesto massima disponibilità e collaborazione che ripagherà con egual moneta. Al giornalista che lo ha intervistato dopo l’assemblea ha escluso che nel suo programma vi siano ipotesi di licenziamento. «Il compito del Commissario non è certamente quello di licenziare; semmai egli deve fare in modo che la macchina amministrativa non abbia a risentire minimamente del vuoto istituzionale che la caduta del sindaco e lo scioglimento del Consiglio hanno determinato. Peraltro nel corso del mio mandato mi confronterò con tutte le forze politiche; con i rappresentanti del mondo sindacale e dell’associazionismo, che sono parte integrante ed attiva della collettività. Dobbiamo cercare soluzioni appropriate e condivise,migliorando, laddove è possibile, quello che è stato già fatto», spiega Reppucci- E parlando di servizi il primo pensiero va al problema della raccolta differenziata dei rifiuti. «So che i dati che riguardano Sabaudia, almeno quelli ufficiali, sono abbastanza confortanti.Ma so anche che esiste qualche resistenza a collaborare concretamente perchè i rifiuti non vadano ad alimentare discariche abusive che in un territorio vasto come quello di Sabaudianon è facile individuare. Laddove non riuscissimo con la persuasione cominceremo a fare contravvenzioni. Ritengo comunque che la repressione debba costituire sempre e comunque la "estrema ratio"» prosegue il Commissario prefettizio. Reppucci sa bene di avere avuto dal Prefetto di Latina Alfonso Pironti un mandato non facile. Che sulla città hanno pesato e continuato a pesare negativamente, anche in termini di immagine e non soltanto di sviluppo, le inchieste aperte dalla magistratura su "Il Villaggio del Parco"; la palazzina di via Biancamano ed ancor prima sul Giardino Anelli,ma tuttociò non deve costituire un alibi per alimentare la paralisi.Quando si parla di urbanistica rientra in gioco il capitolo delle demolizioni. «So che il Comune avrebbe dovuto fornire al Parco un elenco aggiornato, con relativi capitolati di spesa, dei manufatti da demolire. Per quanto mi riguarda farò in modo che non si perda altro tempo chiedendo all’Amministrazione di scegliere la ditta cui affidare le demolizioni già indicate dal Procuratore capo Giuseppe Mancini e non più rinviabili». Ma a preoccupare oggi Reppucci è il problema dell’erosione. «Dobbiamo concordare un piano di intervento immediato con la Regione altrimenti rischiamo di giocarci la prossima stagione estiva. E per gli operatori sarebbe una tragedia».


Kla - Sun 04/02/2007 or 21:01
Davide, a distanza di tre mesi sai come si sta procedendo a riguardo ?

davide - Sun 04/02/2007 or 22:00

Allora, prima della caduta della giunta Schintu a Sabaudia, si disse che bisognava fare almeno le demolizioni nel Parco entro Dicembre 2006, altrimenti i 300 mila euro stanziati dal Ministero dell'Ambiente sarebbero andati persi. Verso il 23-24 Dicembre uscì la notizia che il Commissario del Parco Salvatore Bellassai e il Commissario Reppucci avevano stretto un accordo per dare inizio al più presto possibile alle demolizioni all'interno dell'area protetta, che se non ricordo male sono circa 20. In totale oltre a quelle dentro il Parco a Sabaudia bisogna fare 82 demolizioni.

Riguardo Fondi, invece, stasera al Tg Lazio è stato detto che a giorni partirà la fase delle demolizioni lungo la duna di Tumulito, per circa un km.

A Settembre sono stati abbattuti circa 30 tra ville e altre costruzioni entro gli 80 m dal mare, ora bisognerà abbatterne 100 entro i 200 m. La terza fase consisterà infine nella demolizione dei manufatti fino ai 300 m dal mare, fascia che secondo la legge Galasso è inedificabile.

Nel frattempo, sulla duna dove c'è stata la fase 1, continuano i lavori di asportazione dei detriti e calcinacci, deposito di nuova sabbia e rinaturalizzazione della duna, ad opera di una ditta di Potenza. In tutto quando i lavori saranno conclusi un tratto di costa lungo 1 km e profondo 300 m tornerà completamente allo stato naturale.

Un lavoro simile andrebbe fatto sul Lido di Latina, se si vuol cominciare ad attrarre un pò di turismo

DAVIDE


davide - Thu 22/02/2007 or 21:40

Era il 2003, quando Zaccheo fece demolire delle baracche abusive in Via Egadi, sul Lido di Latina... Oggi sotto elezioni, dopo 4 anni, si ricorda di completare la bonifica e far partire i lavori per il risanamento ambientale! Complimenti!!!

Ma quando partiranno i B52 da Aviano per scaricare tonnellate di bombe, per radere al suolo tutta la Marina di Latina? La gente se lo chiede, visto che Zaccheo vuole demolire tutto e ricostruire la duna litoranea lungo i 6 km tra Capoportiere e Foceverde... Abbiamo aspettato 40 anni, ora basta!!

http://parvapolis.panservice.it/index.php"viewtopic14f4.html">

Latina. Abusivismo al Lido, le ruspe in via Egadi

Nell’ambito di interventi di prevenzione e repressione del fenomeno dell’abusivismo edilizio, volti non solo a ripristinare la legalità violata, ma anche a garantire un recupero urbanistico e ambientale di aree particolarmente degradate, si inserisce un finanziamento chiesto e concesso dalla Regione Lazio (unico nella sua specie per l’intera provincia di Latina) di 120.000,00 Euro a copertura di un progetto di demolizione di immobili abusivi acquisiti al patrimonio del Comune, assistenza a cittadini extracomunitari occupatori abusivi di detti immobili e recupero ambientale e paesaggistico dell’intera area, in Loc. Marina di Latina – Via Egadi. Tale progetto avviato tra l’anno 2002 e l’anno 2003 con la demolizione di una decina di manufatti abusivi, sarà ripreso e portato a conclusione con ulteriori demolizioni dei manufatti ancora in essere, il cui avvio dei lavori è stato fissato per domani venerdì 23 c.m. con sistemazione a verde dell’intera area. Tale intervento in via Egadi, è stato avviato nell’ambito dei programmi dell’Amministrazione Comunale riguardanti la riqualificazione dell’intera Marina di Latina. Programmi avviati appunto all’indomani dell’insediamento del sindaco Zaccheo attraverso un certosino lavoro di indagine eseguita dall’ufficio antiabusivismo, volta ad accertare la posizione tecnico giuridica e amministrativa delle costruzioni realizzate nella fascia marina che va dalla località Foce Verde alla località Rio Martino. Tale indagine ha consentito di individuare tutta una serie di realtà abusive, come appunto quelle ubicate in via Egadi, che comportano anche problematiche di natura sociale, igienica nonché di pubblica sicurezza (si consideri che detti immobili acquisiti al patrimonio comunale, a seguito di indagini svolte congiuntamente al Comando di P.M. sono risultati occupati abusivamente da persone per le quali l’Amministrazione ha già provveduto e sta provvedendo, a trovare idonea sistemazione). La conclusione del progetto finanziato dalla Regione Lazio, in ogni caso non sancisce la fine dell’attività in campo di antiabusivismo edilizio. Infatti, l’ufficio competente di concerto con l’Ufficio Condono del Comune e con la Procura della Repubblica, ha posto, o sta ponendo in essere, ulteriori atti (reiezioni di istanze di condono, Ordinanze di Demolizione) relative ad altre zone della Marina di Latina, interessate da vincoli di natura ambientale.

Rita Bittarelli

DAVIDE


davide - Mon 26/02/2007 or 15:21

Ennesimo fallimento della giunta Zaccheo... Colui che voleva abbattere 300 mila metri cubi di fabbricati abusivi lungo il lido di Latina, ha abbattuto casette di poche decine di metri quadri.... Che vergogna!

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php"2">

DAVIDE


Salvatore - Mon 05/03/2007 or 12:58

Bandita oggi la gara di appalto per riqualificare il pontile di Capoportiere. Sul sito del Comune la notizia completa: http://www.comune.latina.it/news.php


davide - Tue 06/03/2007 or 22:31

Salvatore, qui si parla di demolizioni di immobili abusivi non di opere che Zaccheo che si dovevano fare già tre anni. Quì si parla delle bugie di Zaccheo che non ha demolito nessun immobile abusivo, ma anzi ne ha permesso la nascita di nuovi.

DAVIDE


Salvatore - Tue 06/03/2007 or 23:13
davide ha scritto:

Salvatore, qui si parla di demolizioni di immobili abusivi non di opere che Zaccheo che si dovevano fare già tre anni. Quì si parla delle bugie di Zaccheo che non ha demolito nessun immobile abusivo, ma anzi ne ha permesso la nascita di nuovi.

DAVIDE

 

Volevo mettere la notizia nel forum "Riqualificazione Passo Genovesi e Piazzale di Capoportiere. Quando partono i lavori?" ma evidentemente ho sbagliato pulsante;

Chiedo scusa a tutti.

Salvatore


fabiolino - Fri 23/03/2007 or 12:02

 

cari ragazzi, mi dispiace informarvi che...non tutte le ville sulle dune sono abusive, così come non lo sono tutte le ville al'interno del parco. Se vi informaste bene, trovereste di sicuro le copie delle licenze edilizie amanate negli anni 60/70 riguardanti il territorio delle dune, dell baia d'argento...ed altri comprensori vari. Non credo comunque che avrebbe molto senso demolire delle ville ( anche se alcune sono orribile ed andrebbero rase al suolo ) , bisognerebbe fare i conti anche con le spese di esecuzione e ripristino ambientale, ad oggi non sestenibile, ne dai privati ( che hanno comprato ville regolarmente concessionate ) ne dal comune.

Inoltre in merito alla tanto discussa causa che vede il comune di sabaudia legittimo proprietario delle zona in oggetto, vi informo :

1) che, a tale causa , si sta già presentando un ricorso nei termini di legge prestabiliti,   

2) che noi proprietari ( addiruttura dal 60 ) abbiamo sempre pagato le varie tasse al comune di Sabaudia e quindi per noi è sempre stato Sabaudia il referente

3) che il terreno in questione è stato acquistato in  base ad atti legali, visionabili in conservatoria, e che le stipule sono sempre avvenute con nulla osta , e continuano ad avvenire senza alcuna trascrizione.

4) che noi proprietare abbiamo ormai usocapito i beni e che siamo comunque " terzi in buona fede "

5 ) che non ci  interessa assolutamente questa disputa tra i comuni di Sabaudia e Terracina

6) che alla fine abbiamo avuto regolari licenze edilizie ( ormai risalenti ad oltre ventanni orsono) concesseci dal comune controfirmate dal sindato , rappresentante  dello STATO.

7) che alla fine ribadisco che la zona è bellissima e bisognerebbe valorizzarla così come avvenuto in altri posti del mondo , demolendo le ultime cose abusive e sgradevoli alla vista, ma consentendo di poter abbellire l'intera duna e l'intero parco conn uove realizzazioni.

...si potrebbe scrivere un libro su questo argomento , ma limitiamoci tutti a non sparare sentenze...e poi chi vivrà vedrà.

saluti a tutti

Fabio


stefano - Fri 23/03/2007 or 13:40

C'è qualcosa che non capisco.

Se ci sono regolari licenze edilizie risalenti agli anni 60/70, come mai al punto 6 si ribadisce che:

fabiolino ha scritto:

6) che alla fine abbiamo avuto regolari licenze edilizie ( ormai risalenti ad oltre ventanni orsono) concesseci dal comune controfirmate dal sindato , rappresentante  dello STATO.

Forse le prime non erano regolari?

Poi, se non erro, la magistratura ha definito quei terreni del comune di  Sabaudia,  e non credo si possa parlare di uso capione sulla proprietà pubblica.

Per quanto riguarda il punto 7 su come abbellire la duna ognuno ha le sue opinioni.  

PS. Comunque contesto ai proprietari delle ville la loro ostruzione ad aprire gli accessi alla spiaggia in totale opposizione alle disposizioni di legge e alle varie ordinanze in merito. In più qualche anno fa mi ricordo ci fu un movimento di questi proprietari a chiudere al traffico tutta zona dei Tumuleti così da creare una enorme complesso privato sulle dune con tanto di spiaggia.

Vorrei essere smentito e invito chiunque, anche Fabiolino, a fare una dichiarazione in cui si impegna ad aprire i varchi di sua competenza e ad invitare i vicini a fare lo stesso e quindi consentire a tutti di fruire delle spiagge, come da disposizioni di legge.

Saluti

Stefano 

 


davide - Fri 23/03/2007 or 14:18

Caro Fabiolino,

secondo me è incocepibile che una duna, che è del demanio, sia occupata da ville di vip e non vip. Tutto ciò nasce da un atto illeggittimo, quello del Comune di Terracina che vendette terreni che non erano suoi, ma del Comune di Sabaudia alla società Domiziana Immobiliare srl, che poi li lottizzò.

Riguardo il punto dell'usucapione non ne starei così sicuro, anche sulla duna di Fondi dicevano che dopo tanti anni erano diventati proprietari di terreno di che era demanio civico. Vai a vedere cosa ne è rimato, circa 100 costruzioni ridotte in macerie pochi mesi fà. Ed ad Aprile ce ne saranno delle altre.

Cmq sia anche se la proprietà fosse stata del Comune di Terracina, quelle licenze sono illeggittime visto che la duna rientra nel perimetro del parco del Circeo. Se avete effettivamente costruito dentro un parco nazionale, non c'è licenza che tenga. Che poi abbiate in mano il pezzo di carta non significa niente, anche il Villaggio del Parco a Sabaudia e l'isola dei Ciurli a Fondi avevano le licenze, ma sono risultate essere lottizzazioni abusive.

Sai le risate che mi faccio se domani esce fuori che le vostre ville sono abusive, non sanabili e vanno demolite? Giustizia verrebbe fatta!

DAVIDE


fabiolino - Fri 23/03/2007 or 14:45

 

premetto che amo Sabaudia in tutti i suoi posti, dal mare al lago...non sono uno speculatore ed ho a Sabaudia i più bei ricordi ed appunto per questo vorrei che tale posto fossi valorizzato e diventasse bello almeno quanto tutti quei posti di mare, (Californria ed Australia )che siamo abituati a vedere in TV.

per rispondere a Stefano, ho semplicemente ribadito che le concessioni edilizie date sul lungo mare ( 1960/1970..che tra l'altro sono le UNICHE ) sono regolarissime ....ribadivo per rinforzare la tesi non per affermare che le prime non erano regolari...ovviamente sono stati commessi fino ad oggi molti abusi che devono essere sanati in vari modi, dalla demolizione per le costruzioni oscene...alla regolarizzazione fiscale per quelle che meritano e bene si immettono nel contesto mediterraneo della duna.

 

per quanto riguarda i varchi di accesso al mare, hai ragione quelli previsti vanno mantenuti fruibili,in effetti il piano spiaggia prevedeva nella zona compresa tra tra torre paola ed il molo dopo  l'oasi di kufra 8 varchi, ora come ora...agibili ce ne saranno oltre i quindici ( saporetti , lillandà , carbonelli, tony , ultima spiaggia, spiaggia, dune , capannina...poi quello di fronte l'aragosta...ed altri di cui ignoro il nome ma in effetti presenti).

( ovviamente in comune troverai le planimetrie con le quali si sta procedendo al nuovo piano spiaggia che comprendono anche le vecchie infrastrutture)

riguardo la privatizzazione dei tumuleti...ovviamente il bene deve essere fruibile da tutti, e chiudere i varchi spiaggia e rendere privata la strada sarebbe un abuso gravissimo ma quello che volevamo fare era differente ed ora ti spiego meglio.

come hai avuto modo di vedere la sezione stradale della lungomare è fuori normativa, nel senso che, se fosse una semplice strada provinciale discorrimento, la sezione da 3 m per corsia sarebbe piu che sufficiente, ma ahimè, durante l'estate sono previsti parcheggi a raso che riducono notevolmente la carreggiata rendendo impossibile il regolare deflusso delle auto. inoltre la sosta dei veicoli se fosse uniforme lungo la riga blu , bhè sarebbe quasi accettabile, ma come hai avuto modo di vedere, la sosta avviene in modo abusivo , nonostante le salatissime multe , anche sul lato mare della strada , e la circolazione dei mezzi, soprattutto quelli di soccorso è rallentata a livelli molto pericolsi per fronteggiare un emergenza. Inoltre la presenza dei cancelli privati lungo quei 5 km di strada rende il tutto peggiore, ci parcheggiano davanti, e i residenti sono costretti ad intralciare ancor più il deflusso del traffico. per non parlare poi del fatto ILLUMINAZIONE, che rende quasi a rischio vita l'uscita dalle proprietà private durante  le ore serali.

detto ciò, nell'ottica di rendere tale lungomare un bene pregiato , bello, e soprattutto pulito e sicuro si era pensato di NON RENDERLO INTERDETTO AI NON RESIDENTI...assolutamente, ma semplicemente di far si che la circolazione avvenisse o mediante navette e taxy o motocicli, o di consentire mediante appositi posti di accesso , l'ingresso ai soli mezzi che realmente e GEOMETRICAMENTE possano entrare all'interno della striscia blu, il tutto nell'ottica di evitare che gli autoveicoli finscano di distruggere la duna. ( ma ciò tra l'altro avverrebbe solo il sbato e la domenica e la settimana di agosto...per il resto non cambierebbe nulla)

per capirci, partendo dal presupposto che in prima analisi, gli utenti del fine settimana tendono a cercare parcheggio nella zona che va dall'albergo le Dune a Torre Paola e solo quando insoddisfatti non lo trovano deviano verso nord (intralciando ancora di piu il traffico e salendo sulle dune per le manovre) e che tale zona di 5,5 km rappresenta  praticamente un quinto dell'intero lungomare dalla torre a Capo Portiere , e che dato che la lunghezza media di un posto auto è di 5 metri e 5,5 km consentono la sosta tra un accesso e l'altro circa solo a  900, sarebbe carino che qualcuno impedisse l'accesso ai veicoli in più che volessero accedere a quel tratto di lungo mare....esattamente come accade in tutti i moderni parcheggi pubblici e gestiti del mondo.

Nessuno vuole sottrarre la Lungomare ed i Tumuleti alla popolazione, a me risulta che Sunset Bulevard a L.A. sia fruibile a tutti...

io da parte mia non  ho nessuno dei 15 varchi succitati passante nella mia proprietà, e vedo che coloro i quali ne avevano ( relativamente agli 8 stabiliti neglianni 60 ) hanno mantenuto e garantito l'accesso alal spiaggia creando un apposito corridoio. ( vedi La Spiaggia )

saluti

fabio

 


fabiolino - Fri 23/03/2007 or 15:52

 

ciao davide,

il fatto è che, la duna NON è del demanio, e ciò è avvalorato da una causa vinta in secondo grado ed in cassazione relativamente agli usi civici che furono levati addirittura nell'atto costitutivo di Sabaudia neglianni 30.

l'atto è legittimo ,anche se storicamente ci sono molte incongruenze.

Partiamo dal fatto che nel ventennio fascista i terreni del parco vennero donati all' ONC di Terracina. Inoltre quando fu venduto il tutto, gli atti erano come lo sono adesso, non coperti da segreto di stato, e per cui  visionabili, impugnabili e contestabili. Sabaudia poteva farsi uscire il fiato prima per capirci.

la società Domiziana che vendette e lottizzò per mezzo della società Gisa di Milano , ha acquisito l'area con REGOLARE ATTO. Inoltre all'epoca ( 1958 ) i confini del parco non erano netti e stabiliti come oggi. Ovviamente si, la duna appartiene al Parco , oggi!!! ma la ricerca che si sta portanto avanti insede di giudizio è quella di capire il prima prima ( 17-11-1952 )!!! alla fine il problema non riguarda noi proprietari dei tumuleti, del pantano dell'inferno e della baia ( perchè la faccenda non è circoscritta solo alle dune vedi bene ) , il problema ORA riguarda i due comuni, se la vedono tra di loro, e si risarcisconoa vicenda, noi siamo in BUONA FEDE e la legge ci vede fuori dai lori battibecchi.

noi come proprietari per far chiudere prima la vicenda avevamo deciso anche di atuotassarci in base alla grandezza dei nostro lotti.

da parte mia ti dico che ho sempre pagato a Sabaudia le varie tasse, per cui per me la duna è tutta di  SABAUDIA

Comunque la faccenda della proprietà dei tumuleti è disgiunta dalal faccenda ABUSI EDILIZI.

la sentenza dice che : si deve disporre la restituzione dei terreni e dei frutti maturati salvo gli effetti delle intervenute usocapioni hai sensi dell'art 1159 del codice civile...e non dice altro , specifica inotre che la NS proprietà è stat acquistata legittimamente ..."CON ATTI PUBBLICI REGOLARMENTE TRASCRITTI CHE NE HANNO QUINDI ACQUSTATO LEGGITIMAMENTE LA PROPRIETA'"

addirittura si parla anche di usocapione ridotto...10 anni a fronte dei 20 standard...

la faccenda di fondi è differente, è un po quello che è avvenuto loscorso anno a sabaudia verso la mediana...li la lottizzazione odierna è stata data abusivamente in base ad interpretazioni e a bustarelle alla giunta comunale, scavalcando le licenze reali per decorrenza dei termini...per cui...giustamente li si è intervento.

Noi a Sabaudia abbiamo delle licenze rilasciate da Sabaudia per costruire sul terrendo del comune di Sabaudia ( 1960/70 ), poi se ora vengono fuori problemi di proprietà...e viene fuori che è tutto di sabaudia, per noi, va ancora meglio, in quanto è sabaudia che ci ha rilasciato il tutto, e non corriamo il rischio di dover pagare qualche cosa a Terracina. Non se se segui il mio discorso..immedesimati nella mente di uno che si è comprato una casa...e si trova in mezzo a questi casini...se è tutto di sabaudia,non vuol dire che dobbiamo demolire...

quasi tutte le ville quindi non sono abusive, e non andranno demolite, gli abusi che ci sono in effetti,  andranno sanati in un modo o nell'altro ( demolizioni o no ) .

la lottizzazione fu regolare, al massimo si puo dire che l'ente che l'ha fatta non era regolare, ma comunque essa ha rispettato i temini di legge previsti ( atti di compravendita, separazioni urbaistiche...ecc )...per cui, nessuno demolirà le ville regolari.

a presto

ps: scusami se scrivo in maniera sconnessa ma sto utilizzando il palmere

 

 


stefano - Fri 23/03/2007 or 18:32

Con tutto il rispetto la tua spiegazione sulla disciplina del traffico non mi convince per niente. Dire che le auto in manovra possano danneggiare la duna da parte di chi ci ha messo sopra una villa appare un po' spregiudicato.
Se le ville non ci fossero non ci sarebbe il problema della sosta davanti ai cancelli, e nemmeno quello della scarsa illuminazione.
Poi limitare l'accesso ai non residenti obbligandoli a prendere le navette saebbe anche giusto. Ma i residenti sarebbero disposti anche loro a rinunciare alle Mercedes, ai Suv, alle Rover... Oppure per questa gente il trattamento sarebbe diverso? Se volete godere della villa sul mare, qualche disagio dovreste pure accettalo. Oppure no?
Le licenze, col benificio del dubbio, possono anche essere regolari. Ma eticamente è comunque un sopruso verso gli altri cittadini aver costruito in un posto che dovrebbe essere a disposizione della collettività solo perchè le leggi di allora lo permettevano.

Quindi, per favore, non venire a dire a noi che giusto così, perchè non è vero! Abbi la compiacenza almeno di non cercare di convincerci. 


davide - Fri 23/03/2007 or 20:25

Ma tu guarda che faccia tosta! Costoro hanno costruito sopra la duna, mettendone a rischio la stabilità, e poi mi vengono a parlare che sono gli automolisti che la rovinano, che tra l'altro pagano 5 euro di parcheggio. Dovrebbero fare una legge, che permettesse la confisca di tutta questa zona, da riqualificare poi attraverso le demolizioni. Certo per me rimane uno scandalo che hanno costruito sulla duna, impedendo la vista del mare ai normali cittadini.

E poi dite l'Italia. Eppoi che c'entra Los Angeles? Mica su Sunset Boulevard c'è un parco nazionale..... Speriamo si riesca a dimostrare, che esca fuori qualche carta, che quella zona era parco del Circeo anche prima del 52 e che vi devono demolire tutto. Sarei proprio contento!

DAVIDE 


davide - Fri 23/03/2007 or 21:29

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1161262&Sectionid=8&Editionid=3 

Il «Grottino a mare» non sarà demolito

TI@%@SAN FELICE CIRCEO — Il «Grottino a mare», rinomato ristorante realizzato all’inizio di viale Europa, accanto alla «Bussola», non sarà, almeno per ora, demolito. Il Tar di Latina ha infatti accolto il ricorso presentato dal gestore del locale, pronunciandosi, come è prassi abituale, per la «sospensiva» nei confronti dell’ordinanza di abbattimento firmata dal sindaco di San Felice Circeo, Giuseppe Schiboni. In base all’ordinanza comunale le ruspe sarebbero dovute entrare in azione, trascorsi i 60 giorni di preavviso, proprio l’altro ieri. Nel ricorso il gestore del «Grottino a mare» aveva contestato l’accusa di aver costruito abusivamente il ristorante facendo presente i gravi danni che il relativo abbattimento gli avrebbe procurato non solo per la rinuncia alla abituale clientela ma anche a tutta una serie di prenotazioni in occasione di cresime e comunioni. La paventata demolizione del locale non rientra peraltro fra quelle disposte dal procuratore capo di Latina, Giuseppe Mancini.

DAVIDE


fabiolino - Sat 24/03/2007 or 14:25

ciao stefano e davide

sulla  osservazione fatta da stefano delle vostre critiche riguardo la isciplina del traffico da me esposta potrei anche darvi ragione, però RIBADISCO  che le ville sono state regolamente autorizzate con licenza emessa dal massimo rappresentante in carica ( all'epoca ovviamente ) e tali licenze, quando furono emesse rispecchiavano l'assetto urbanistico a cui il luogo era stato preposto. Per cui, a parte alcuni abusi che vi sono, e convengo con te che ce ne sono , il 90% delle ville è regolare.

Però appare anche chiaro che, le macchine circolanti, e non si puo dire di no, daneggiano la banchina, costutita da DUNA e che se i posti auto fossero uguali al numero di auto che affluiscono in quel tratto di certo non si troverebbero macchine parcheggiate in maniera atroce in mezzo i cespugli. E poi, chi vuole limitare l'accesso ai non residenti? tutti possono accedervi, ma chi prima arriva, potrà parcheggiare l'auto, i secondi, parcheggiano a sabaudia e utlizzano le navette, che problema c'è in questo? scusa...a Roma, chi arriva prima di un certo orario in una ZTL può arrivare in auto, successivamente prende l'autobus o i taxy..ed ilprobela è uguale a quello del lungomare..cioè , snellimento del traffico!! tale cosa è incriticabile dai. in ultima analisi, i residenti, hanno il parcheggio privato, per cui non interferiscono con il traffico causato dalle auto insosta selvaggia.

sempre riguardo alle osservazioni d Stefano e in particolare sull'ultima, che comunque comprendo e apprezzo in quanto si vede che tieni a quel posto, cosi come ci tengo io, ripeto che le leggi di allora lo permettevano, oggi non più, però ovviamente, si deve intervenire per gli scenari futuri impedendo nuove costruzioni, NON demolendo le vecchie e regolari... 

infine non è un sopruso verso nessuno aver costruito se si era autorizzati a farlo, e tale posto rimane e rimarrà sempre a disposizione della collettività...infatti non mi sembra che la spiaggia sia privata, e la duna a parte i 5 km con lotti privati, per gli altri 20 è a disposizione di tutti, seppur conmolte restizioni di tutela giustissime.

riguardo alle osservazioni d Davide , che dire, scandalo o nonscandalo, come ho detto sopra, il tutto è stato autorizzato da oltre ventanni per cui, così lo teniamo, la zona in quei 5 km è riconosciuta NON DEMANIALE  e dunque... le leggi che si faranno di certo tuteleranno il parco...ma non consentiranno la demolizione delle costruzioni REGOLARI...le altre ovviamente...saranno soggette a rasamento al suolo!

e comunque, pensavo che, anche se si dimostrasse che era parco nazionale perima del 1952...ciò non imedisce a tale area di essere privata, le zone tutelate possono essere private...intendiamoci bene su questo. pertanto cioò che avverrà in fine, qualora uno dei due comuni fosse ritenuto in deficit verso n altro...sarà ilpagamento di una mora...e tutto sarà risolto, e poi dal 1952 ad oggi, la prescrizione su alcune lacune legali è bella che scattata...

staremo a vedere

buon fine settimana...

 


davide - Sat 24/03/2007 or 20:25

Insomma, 5 kilometri su 25 di fatto privatizzati, non mi sembra poco. Cmq sia, intanto cominciamo a vedere di demolire quel 10% di costruzioni non condonabili, per le altre aspetteremo che esca qualche novità. Cmq mi sembra che l'estate scorsa sul lungomare hanno demolito una casetta sulla duna. Era difficile accedervi con le ruspe, che l'hanno demolita a mano. Ci sono voluti diversi giorni. Tu Fabiolino ne sai qualcosa in più di questa demolizione?

Per il fatto che le aree ricadenti nel Parco possono essere private ciò è fuor di dubbio, ma è anche vero che anche se sono private sono totalmente inedificabili.

Tutto stà a vedere se effettivamente i vostri lotti erano all'interno del Parco prima del '52. Se ciò fosse vero, e voi siete terzi al di fuori, al limite il Comune potrebbe demolire senza accollarvi le spese di demolizione. Per quanto riguarda i soldi, non c'è problema, se c'è la volontà politica di Comune e Regione i soldi saltano fuori, come a Fondi.

DAVIDE


fabiolino - Mon 26/03/2007 or 08:09

per il 10% di realizzazioni abusive ho visto che sono stati fatti molti sequestri, anche a pochi metri dalla mia abitazione, so che prima della scorsa estate hanno fatto demolire alcuni capanni abusivi realizzati in cemento armato ( cosa abberrante in una zona così ). La forestale è comunque molto attenta...anche se secondo me dovrebbe prestare molta più attenzione agli abusi commessi daglistabilimenti balneari e dai ristoratori...inutile fare i nomi tanto i maggiori abusivisti sono sempre i soliti 3  T, S, LS....( diciamo le iniziali soltanto per capirci )....

Oggi le aree ricadenti nel parco sono INEDIFICABILI, e anche se il testo unico per l'edilizia da poco emanato prevede che per talune realizzazioni non vi sia bisogno di preventiva realizzazione, ( pedane, altane, tettoie in legno...) so che il disciplinare del parco , non accetta tali dispositivi di legge e può legiferare in deroga a proprio piacimento ( giustamente ). Il fatto che è che comunque, neglianni 50/60 le leggi sui parchi erano differenti così come tutta l'impostazione nazionale, dunque sono state emesse autorizzazioni che oggi possono sembrare assurde...ma comunque,,,,sono state emesse!

il parco è comunque stato istituito nel 1934 a quanto ho potuto leggere, ed il suo teritorio è comunque molto vasto e comprendente al suo interno molti quartieri di sabaudia, san felice, per dirti...anche la via litoranea vi appartiene, per cui se la legge è uguale per tutti....

riguardo la leggittimità dell'atto iniziale 1952...le demolizioni non credo che saranno un punto di arrivo,  anzi,  credo fermamente che il comune non abbia alcun interesse nel far demolire un fiore all'occhiello che lo caratterizza dagli anni 60! io credo che se le varie faccende legali doverrero riconoscere qualche iniquità nella vendita iniziale anni 50 si percorrerebbe una via di risarcimenti alla quale senz'altro prenderebbero parte anche i proprietari delle abitazioni della lungomare, pantando del diavolo e baia d'argento.

mentre invece   nel caso di recenti abusi edilizi dal 90 ad oggi, ritengo che qualora le costruzioni e ce ne sono davevro tante  fossero totalmente fuori dal contesto ambientale e la loro riqualificazione verso un aspetto più "piacevole" fosse impossibile  si debba senz'altro procedere al ripristino iniziale dell'area mediante demolizione.

ps:  da ingegnere civile ti dico che in media la demolizione di 1 mc di muratura costa, compreso trasporto , mano d'opera etc tra i 500 e gli 800 €...fatti il conto dei mc di roba da demolire ...poi calcola anche la bonifica delle fogne, la bonifica daglii mpianti vari ( gas eletticità )edil ripristino ambientale...viene fuori una cifra che nemmeno due finanziarie di governo potrebbero trovare...

 


fabiolino - Tue 27/03/2007 or 07:28

 

ma siete spariti tutti....?


renatosd - Tue 27/03/2007 or 11:32

Non ti devi meravigliare ... come si diceva in altre discussioni capita che a un certo punto la cosa sembra morire la poi un giorno o l'altro qualcuno risponde .... oppure no ...

Quel che posso dirti è che sono stato tecnico della procura per le indagini sulle ville dei vip tra il 2000 e il 2001 ... la situazione è molto complessa ed in parte già descritta ...aggiungo che su molte ville nate regolarmente agli inizi degli anni '60 per via dell'assurda perimetrazione in cui consentirono l'edificazione, pendono reiterate istanze di sanatoria tutte bloccate in attesa del parere sui vincoli ambientali ... il giorno che dovessero arrivare negativi succede il finimondo.

Non credo che quelle indagini abbiano sortito molti effetti ... erano ristrette all'ambito penale e salvo pochi casi di abusi recenti (all'epoca) per cui si è proceduto, gli altri sono stati stralciati o per prescrizione del reato o in attesa degli esiti di sanatorie pendenti ... il tutto non ha innescato gli auspicati provvedimenti amministrativi.

renato malinconico


davide - Tue 27/03/2007 or 17:56

Renato, se fosse vero ciò, allora quelle ville sono abusive, visto che sono in attesa di sanatoria. Potresti spiegarti meglio? Speriamo che l'Ente Parco dia al più presto parere negativo e respinga le richieste di sanatoria. Vanno demolite, non c'è santo che tenga!

DAVIDE


renatosd - Tue 27/03/2007 or 18:20

Io sto parlando delle ville che vanno da torre paola al caterattino ... il vincolo è quello paesistico ambientale ex L.431/85 e resta la disputa sull'applicabilità del vincolo in retroattività  per chi ha costruito prima del 07.09.85, anche se le ultime sentenze propendono per l'applicazione. Vi sono anche altri vincoli ma per rifare il quadro della situazione dovrei riprendere le pratiche ... ora è tardi domani se ho tempo le ricerco in archivio ...

buona serata a tutti

renato


fabiolino - Wed 28/03/2007 or 08:02

 

ciao renato, ti prego di farmi sapere qualora te avessi notizie , da proprietare la faccenda mi sta molto a cuore.

concordo nel dire che la situazione è molto complessa, so anche io di sanatorie, fatte tra l 85 e l'86 riguardanti bene presenti sui tumuleti ma nonriportati nelle piante catastali. "Mia nonna venne citata in giudizio dal tribunale di latina nell' 85 in merito ad una , secondo loro, realizzazione abusiva di un capanno di legno. il tutto si è risolto dopo due anni, con il ritiro da parte della procura della accusa in quanto, il capanno, così come molti altri capanni, era presente sulla duna da prima degli anni 50 ed era usato come ricovero per i contadini che andavano sulle dune a recuperare legname e a cacciare selvaggina. "

A parte questa narrazione , per altri immobili palesemente " nuovi all'epoca " pendono delle istanze di sanatoria , inviate al comune, talune mai verbalizzate. per quelle andate a buon fine però posso assicurare che il comune ha addirittura aggiornato ( all'epoca ) gli estratti catastali e ad un controllo risulta chiaramente che quelle " le nuove realizzazioni " fanno parte del  tessuto urbanistico dei tumuleti.

ovviamente, legalmente parlando, dall' 85 ad oggi son passati 22 anni, senza che il comune facesse sapere nulla, nemmeno una lettera...dunque si potrebbe invocare , anche se con riserva, il silenzio assenso ....o addirittura valutare una prescrizione del reato , qualora si fosse proceduto in sede di giudizio.

vorrei dunque rispondere a Davide dicendo che il fatto che ci si sia impantanati nel valutare la situazione pre o post 52 , pre o post parco, pre o post 85, non vuol dire che le ville sono abusive ( ovviamente non tutte come già dicevamo ) , ma solo che per alcuni immobili realizzati inun certo periodo va valutata la possibilità di sanatoria se esse ricadono in alcune considerazioni di legge. Renato ha ragione, la situazione è complessa, moltissimo, e la soluzione non sarà per tutte le ville univoca qualora si dovesse arrivare ad un accordo NON  economico, qualcuno demolirà, qualcuno riprisinerà, qualcuno non dovrà muovere una virgola.

la retroattività viene applicata in casi di palese discrepanza tra situazione all'epoca e condizioni ambientali odierne. Colui che nel 70 aveva un bungalow e non ne ha alterato la sostanza, rispettando un ottica ambientale, verrà lasciato in pace, colui invece che aveva un bungalow ed ha realizzato un albergo...bhè....siamo tutti daccordo credo!

concludo dicendo sempre a davide che l'ente parco da pareri...ma poi è al tribunale che spetta la sentenza....e poi ricordo che per le demolizioni , in genere, e sopratutto in un'area protetta richiedono una Valutazione di Impatto Ambientale, seguite da uno Studio di Impatto ambientale, corredate da una Relazione di Impatto ambientale, il tutto deve essere VAlutato dall'ufficio preposto della regione lazio....oltre che dall'ufficio del tesoro della regione che prende ordini dall'ALTO.... dunque, rileggi il passo in cui stimavo i costi di una demolizione e valuta te...

a dopo, buona giornata a tutti.,..

ps: renato fammi sapere


renatosd - Wed 28/03/2007 or 08:31

oops doppio inserimento


renatosd - Wed 28/03/2007 or 08:32

Qualche dato aggiornato al 2001 quindi premetto che non sono a conoscenza degli sviluppi successivi, se sono stati emessi pareri in un senso o nell’altro o se quanti e quali dei provvedimenti di cui appresso sono stati eventualmente modificati:

- Legge istitutiva del Parco Nazionale del Circeo - R.D. 285/1934

Il Regolamento edilizio è del 30.01.51

La Delimitazione degli arenili di Sabaudia, a seguito di Verbale di delimitazione, è del 10.03.59.

Il P.R.G. vigente al 2001 è quello adottato con delibera del Consiglio Comunale n.2 del 02.01.1972 ed approvato con D.G.R. n. 3729 in data 02.08.1977.

- buona parte dei terreni tra torre Paola e il caterattino erano inclusi in una lottizzazione approvata dal Comune di Sabaudia, in anni antecedenti il 19.03.1959, e denominata G.I.S.A., (ma non è stata rinvenuta la delibera d’approvazione) su cui era stato espresso parere favorevole anche da parte della Soprintendenza ai Monumenti per il Lazio. In tale lottizzazione erano indicati alcuni indici urbanistici da rispettare ed in particolare: superficie coperta dell’immobile non superiore ad un ventesimo della superficie del lotto di proprietà Sc=1/20 Sl; Altezza massima dell’edificio H=ml.7,50; l’immobile doveva presentarsi con il punto di massima altezza al di sotto della quota della Strada Lungomare di Sabaudia. Tali indici urbanistici furono riconfermati dal Comune di Sabaudia con l’adozione in data 19.03.1959 con delibera di Consiglio n.20 di un programma di fabbricazione ed annesso regolamento edilizio con alcune modifiche e aggiunte ed in particolare: 1)  Indice di fabbricazione massimo If=0,35 mc/mq..

2)  Superficie minima del lotto Sm= mq.2000.

3)   Area massima coperta Ac = 1/20 della superficie del lotto (non debbono essere calcolati nel ventesimo di superficie coperta i porticati, i cortili chiusi e le autorimesse, solo quando restino nei limiti di un sesto della superficie coperta).

4) La superficie coperta Ac non deve superare i 300 mq..

5) Altezza massima – eventuale seminterrato che nasca da eventuali dislivelli del terreno, un piano terreno non più alto di quattro metri compresa la sopraelevazione sul terreno e il solaio di copertura, una sopraelevazione che copra non più di un terzo dell’area del piano terreno e non più alta di tre metri compreso il solaio di copertura - in totale le costruzioni non potranno avere un’altezza maggiore di ml, 7,00 da essere computata a partire dalla quota media dell’area coperta dalla costruzione. Ad ogni modo le costruzioni stesse non debbono superare il dislivello del piano stradale ad evitare che ostruiscano la vista. Solamente (nei punti) in cui le dune e la vegetazione rialzata nascondano le visuali sarà permesso, dietro tali ripari, che la copertura delle costruzioni superi il piano stradale.

6)  Distanza dai confini ml. 4,00.

7)  Distanza dal filo stradale attuale ml. 6,00.

- Il regolamento edilizio con l’annesso programma di fabbricazione per le zone “F” parte II, III, IV, V, VI, come sopra deliberato fu successivamente modificato, per tener conto delle osservazioni del Ministero dei Lavori Pubblici e della Soprintendenza ai monumenti per il Lazio, e definitivamente adottato con deliberazione del Consiglio Comunale di Sabaudia in data 27.06.1966 con deliberazione n.70 che riportò l’approvazione della Giunta Provinciale Amministrativa nella seduta del 28.11.1966. Il regolamento edilizio con annesso programma di fabbricazione, come sopra adottato, non venne mai approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici a cui il Comune l’aveva inviato per le proprie determinazioni.

- L’area ricade in zona O/b del Piano Territoriale Paesistico Regionale dove secondo l’art.31 è previsto: “Nelle zone O/b. La tutela è orientata anzitutto alla protezione della duna. Sono pertanto vietati gli incrementi edificatori e la rete viaria deve assumere carattere locale. E’ consentita l’installazione di piccoli impianti balneari e di parcheggio di carattere precario e stagionale. Occorre inoltre salvaguardare le essenze tipiche quali: vilfa pungente, agropiro, ammofila, camomilla marina, ginepro, lentisco ecc. Gli attraversamenti della duna debbono essere realizzati con passerelle in legno o simili.”

-    l’area è soggetta a vincolo paesistico di cui alle leggi n.1497/1939 e n.431/1985 (detta Legge Galasso che prevede fascia di inedificabilità entro i 300 metri dalla battigia) ed in zona sottoposta al vincolo del Parco Nazionale del Circeo di cui al R.D. 285/1934.

-    zona definita dal P.R.G., vigente al 2001 (adottato con delibera del Consiglio Comunale n.2 del 02.01.1972 ed approvato con D.G.R. n.3729 in data 02.08.1977), del Comune di Sabaudia“ ZONA VERDE PRIVATO VINCOLATO” dove secondo l’art.22 delle norme tecniche di attuazione, è previsto: “In detta zona sono consentite opere di restauro e risanamento e ripristino degli edifici esistenti indipendentemente dalla loro attuale consistenza volumetrica. Nel caso che le aree libere ad essi asservite superano la superficie di mq.1000, è consentito, nella parte eccedente, un indice di utilizzazione fondiaria non superiore allo 0,03 mc/mq; così come analogo indice è consentito sui lotti liberi e su quelli che dovessero rendersi tali a seguito delle demolizioni degli attuali manufatti. Nella zona di verde privato ricadente lungo la fascia costiera o sui laghi, oppure nei versanti vallivi o golenali, sono consentite le stesse opere innanzi indicate, ma in esse, nella parte eccedente i 1000 mq di asservimento alle costruzioni esistenti, nei lotti liberi ed in quelli che dovessero rendersi liberi per eventuali demolizioni, l'utilizzazione fondiaria è ridotta allo 0,01 mc/mq.”.

-    Molti lotti sono gravati di uso civico a favore del Comune di Terracina e della sua popolazione per diritto di pascolo.

-    legge Regionale n. 52 del 25.10.1976 – salvaguardia delle coste marine e dei laghi.

-    vincolo idrogeologico  R.D. n. 3267 del 30.12.1923.

Molti edifici risultano edificati con regolare nulla-osta (licenza) rilasciata dal Comune di Sabaudia, previo parere favorevole della Soprintendenza ai monumenti per il Lazio mentre spesso non è stato richiesto il parere del Parco Nazionale del Circeo.

Circa le diverse domande di sanatorie, per ampliamenti, costruzioni accessorie o anche per alcuni edifici totalmente abusivi spesso non risulta siano mai stata corredate dai pareri e nulla-osta obbligatori né che gli stessi siano mai stati richiesti. In particolare non risultano richiesti il parere al Parco Nazionale del Circeo, a norma della legge istitutiva del Parco R.D.285/1934, né quello della Soprintendenza ai Monumenti per il Lazio a norma delle leggi 1497/1939 e 431/1985. In tali casi (sempre per quanto riferito alla data del 2001) non risulta che l’Amministrazione Comunale e/o i tecnici responsabili del Comune abbiano mai dato risposta definitiva o che abbiano mai richiesto alcuna precisazione in merito alle domande, alla integrazione degli elaborati grafici (spesso assenti del tutto) e circa i vari pareri sul vincolo. Anche quando il comune ha richiesto integrazione, nei casi esaminati, non risultano presentate.

Nei casi da me rilevati in cui tali pareri sono stati richiesti ai diversi enti interessati, a corredo delle Istanze di Sanatoria, non mi è mai capitato di vederne uno, ne di approvazione ne di rifiuto.

Ovviamente sono vincolato al segreto professionale ed al rispetto della Privacy rispetto ai singoli casi quindi riferisco solo i dati generali senza specifico riferimento ai lotti in questione.

 

renato malinconico

 

PS leggo solo ora fabiolino e aggiungo due cose:

- Il tribunale decide solo in merito al reato di abusivismo, che per altro si prescrive rapidamente, mentre i provvedimenti di Nulla Osta/ concessione in sanatoria/ diniego fino all’eventuale demolizione sono di esclusiva competenza amministrativa.

- per quanto riguarda la retroattività il dubbio è se si può applicare l’inedificabilità ante legge, ovvero se io ho costruito abusivamente ed ho richiesto sanatoria prima che subentrasse un vincolo inedificatorio senza che la pratica sia giunta al termine dell’iter è legittimo estendere a questi casi il vincolo imposto successivamente? Il Ministero e varie sentenze sembrano propendere per questa tesi in virtù del principio di conformità per la tutela delle aree protette avocando a se le decisioni circa il principio di legittimità. In pratica la tendenza è quella di negare il parere quando le opere siano in contrasto con la vocazione dell’area e ciò è certamente vero per tutte le pratica di cui le ultime due sanatorie mentre restano discordanze circa la L.47/85 o anche per quella del ’94 quando è accertata la realizzazione ante ’85, sebbene si va sempre più verso una restrizione dei casi di rilascio di NO positivo.

 


davide - Wed 28/03/2007 or 13:45

Allora mi pare di aver capito:

1) Se il Comune o il privato demolisce una costruzione, ha diritto a ricostruirla però con un indice di 0,03 o di 0,01 (a seconda della zona), al posto dei 0,35 della lottizzazione GISA. Questa cosa vale anche per eventi accidentali? Nel senso se un terremoto o una tromba d'aria abbattono una costruzione, si ha diritto a ricostruire secondo i 0,03 mc/mq o si può ricostruire la stessa cubatura di prima?

2) I condoni del 94 e del 2003 sono successivi alla Legge Galasso 431 del 85, dunque quelle opere abusive sicuramente non possono essere accolte. Ci sono problemi per il condono del 85, che mi sembra sia avvenuto prima della Legge Galasso. Per quelle costruzioni, quale legge vince? Condono o vincolo?

3) Mi pare che le richieste in sanatoria non siano corredate dell'obbligatorio parere dell'Ente Parco (che per quelle dopo l'85 in molti casi darà pare negativo). Dunque le pratiche restano bloccate, solo perchè l'Ente Parco non è stato chiamato a pronunciarsi e c'è gente che si gode un bene, che l'Ente Parco considera abusivo? Insomma se l'Ente Parco non si pronuncia, queste costruzioni abusive rimangono sulla duna vita natural durante?

4) Anche le lottizzazioni che hanno avuto la licenza edilizia, al tempo non hanno avuto il parere del Parco. Domanda: anche allora il parere era obbligatorio? Se si, allora quelle licenze non sono valide?

DAVIDE


renatosd - Wed 28/03/2007 or 14:10

risposte:

1) in qualsiasi momento costruisci devi rifarti alla volumetria consentita dagli strumenti in quel preciso istante, nel caso specifico per il vincolo di inedificabilità se una tromba d'aria abbattesse le costruzioni dubito che potrebbero ricostruire .... ma siamo in "lepinia" quindi non ci metterei la mano sul fuoco.

2) Il problema non è la data di emanazione delle leggi in sanatoria ma l'epoca in cui si è costruito, ovvero se ho realizzato quando non vi era vincolo in teoria potrei condonare con la 724/94 ma l'orientamento del Ministero prevalente è che invece va considerata la data dell'eventuale rilascio del permesso di costruire, per cui se oggi quella costruzione non è compatibile con i vincoli non si deve condonare e va abbattuta. Per il condono 2003 il problema non si pone perchè sono escluse dal principio le costruzioni che ricadono in area vincolata (piuttosto qualcuno solleva la questione per vincoli minori, ovvero se debba considerarsi il caso di costruzioni che pur ricadenti in tali aree   sono però compatibili con il vincolo e pertanto suscettibili di parere positivo come nel caso di nuove costruzioni regolari).

3) Il vincolo L.435/85 non c'entra con l'ente parco. Sono due cose distinte, anzi per meglio dire vi sono una serie di vincoli tutti dipendenti da enti diversi:

 -Idrogeologico

-Ambientale (Piano Paesistico e vincoli distanze corsi d'acqua ex L.431/85)

- Parco

e possiamo aggiungerci anche un po' impropriamente gli usi civici e le norme di Piano. Comunque sia, se le cose restano cosi le case resteranno ancora in questa specie di limbo per molti molti anni.

4) interpretazione ragionevole che condivido in buona parte ... ma condivido pure tutte le osservazioni di Fabiolino sull'impatto delle demolizioni ... credo che nessuno si prenderà la briga di sciogliere questo nodo ... ci vorrebbero amministratori con gli attributi e la corazza .... non mi sembra che sia il caso nostro. Ci vorrebbe anche uno snellimento corposo per l'unificazione dei vincoli di tutela prevedendo un unico soggetto amministrativo e un' unica carta dei vincoli ... anche l'Ente Parco in questo caso è un dinosauro fossilizzato.

Al confronto il nostro problema dei consorzi sembra una barzelletta ma tant'è non si risolve questo figurati quella rogna che metterebbe in crisi chiunque.

 Il problema è dato dall'anomalia tutta italiana delle sanatorie reiterate che ha fatto scempio del territorio in cambio di voti, non so quanti anni ci vorranno per metterci una pezza ma intanto si è fatta largo l'opinione diffusa che ogni 10 anni ce ne sarà una e molti si stanno già preparando per la prossima calata dei barbari ... tanto che gli frega basta che si riesce ad ampliare un po' casa ... e poi le regole sono fatte per trasgredirle ... e allora quasi quasi fa bene zaccheo lui le regole non le vuole proprio ... va avanti per stralci e deroghe figurati se vuole mettersi dei limiti o peggio ancora programmare nel lungo periodo .... e se domani mattina riceve in sogno l'ennesima trovata geniale poi come fa?

renato malinconico

 


davide - Wed 28/03/2007 or 14:32

2) Fammi capire, in pratica l'orientamento è di lasciare solo le costruzioni costruite prima della Legge del condono L47/85 e che hanno ottenuto il permesso in sanatoria prima della legge 431/85 (legge Galasso). Solo le costruzioni che hanno avuto la sanataria in quel breve lasso di tempo sarebbero "legalizzate". In pratica si contano sulle dite di una mano. Tutte quelle fatte prima dell'85, ma che devono ancora avere risposta, tale risposta non potrà essere che diniego e successiva demolizione. A meno che non si forniscano mai i pareri degli altri enti e l'iter della pratica resta bloccato. Insomma se la situazione di sblocca in Italia andrebbero demolite un mucchio di costruzioni sulle coste, e forse sarebbe anche a giusto.

DAVIDE


renatosd - Wed 28/03/2007 or 15:00

Allora ... capisco la confusione anche se non è colpa mia ma dello stato dei fatti ... provo a chiarire :

Era tecnicamente impossibile completare l'iter della sanatoria 47/85 prima della legge galasso ... infatti i termini di presentazione sono scaduti dopo.

Molte costruzioni ante 85 sono state comunque sanate in questi anni, per cui si è aperta una condizione discriminatoria ... di fatto fino a ieri salvo casi di abusi sull'argine dei fiumi o assimilabili ad eco-mostri (non senza molta discrezionalità) si sono concessi i N.O. sia per edificazioni ante Legge 431/85 ma anche in altre aree vincolate in quanto le Norme tecniche definitive del Piano paesistico sono state pubblicate in GU solo nel 1999. Finora si procedeva derogando per questi casi ... ultimamente però a seguito di alcune sentenze capita più spesso di vedere dinieghi anche per opere ante ... gli sviluppi sono ancora tutti da definire. Una novità è data dall'inserimento nelle pratiche di NO della redazione della Relazione paesaggistica (da luglio 2006); con questo documento, in modo molto complesso, si deve dimostrare comunque di non violare i vincoli e  la compatibilità ambientale dell'intervento, per cui sta diventando sempre più difficile percorrere la via della sanatoria in area vincolata .... Termini precisi non esistono e vige ancora molta discrezionalità per discernere i piccoli abusi dai grandi e considerare caso per caso, anche a seconda del luogo. Una cosa è certa è quasi impossibile avere sanatorie in aree ora inedificabili col condono L724/94 è assolutamente impossibile con l'ultimo.

NB Io sto parlando dei vincoli ambientali paesistici di competenza del Ministero, non sono a conoscenza dell'orientamento dell'ente Parco nel caso specifico di Sabaudia ... so solo per sentito dire che chi richiese il parere ebbe il diniego per cui si diffuse la voce e nessuno lo chiese più .... ma ora entriamo nella legenda ...

renato malinconico

 


davide - Wed 28/03/2007 or 15:32

Insomma mi pare di capire che i problemi sono per le costruzioni ante 85, anche se da quello che hai detto sempre più i giudici in terzo grado tendono a ritenerle illeggittime ed ad ordinarne la demolizione. Con la presentazione obbligaoria della relazione paesistica è sempre più difficile ottenere la sanatoria delle costruzioni ante 85. Per quanto riguarda le costruzioni tra il 94 e il 2003 dovrebbe essere impossibile ottenere la sanatoria, ma nonostante tutto vediamo poche demolizioni in provincia. Pare che il procuratore Mancini si consentra sopratutto sulle sentenze passate in giudicato di demolizione tra il 94 e il 2003, e gli immobili da abbattere in tutta la provincia sono 1300. Solo circa un centanaio ne sono stati abbattuti. Perchè se ci sono sentenze definitive? Questi immobili vanno demoliti al più presto. Il problema da noi è che ci sono un mucchio di pratiche di sanatorie, ed è difficile smaltirle. Solo sulla Marina di Latina pare ci siano 4000 richieste, e pare che solo il 30% avranno esito positivo. Il fatto è che anche una volta che c'è il diniego, l'abusivo ricorre ai tre gradi di giudizio, ed i tempi diventano bibilici. Dopo la sentenza definitiva, l'abusivo ricorre ancora al Tar e i tempi si allungano ulteriormente. Insomma il problema è molto nella lentezza dei giudici....

DAVIDE


renatosd - Wed 28/03/2007 or 15:54

Sono gli organi che rilasciano i pareri sui vincoli a brancolare nell'incertezza al momento del rilascio del nulla osta ... quando è negativo si ricorre al TAR e poi tutto può succedere.

Di norma il provvedimento di demolizione è un atto dell'ente comunale di competenza e contro di esso si ricorre al tar.

La sovrapposizione di vincoli diversi, competenze diverse, enti diversi, la lentezza nell'aver trascritto solo di recente le Norme Tecniche del piano paesaggistico previsto già dal D.M. 07/01/1971, la successione delle sanatorie sono la prima causa del problema ... la lentezza della giustizia può contribuire ... anzi molto spesso gli interessati giocano in tribunale per far si che le cose vadano diluite il più possibile nel tempo driblando nei codici ... se sono bravi anche quando subiscono un processo penale riescono ad arrivare a prescrizione .... di circa 50 procedimenti in cui ho testimoniato come consulente del PM per reati di abusivismo ne ho visti condannare davvero pochissimi e spesso i casi meno gravi, delle persone più ingenue e meno in grado di procurarsi avvocati esperti nell'arte della ricerca della prescrizione.

Vuoi un esempio limite? ho realizzato abusivamente e ho un ordinanza di demolizione ... faccio un bel po' di debiti in banca ... la banca mi fa contro esecuzione immobiliare ... l'immobile viene posto all'asta me lo ricompro per quattro soldi e ho la possibilita di sanarlo il tutto con i soldi che ho fregato alla banca ... passano un po' di anni ma mi ritrovo casa regolare ... sempre che qualcuno non mi freghi sull'asta.

Ma per quanto riguarda la giustizia e la magistratura devo ancora raccogliere le forze per dire quello che volevo dire in passato ... per cui mi fermo qui.

renato malinconico


fabiolino - Mon 02/04/2007 or 13:59

ciao renato, scusa se rientro ora nel forum e grazie per aver esposto bene la vicenda,

resta chiaro, e credo  concorderai con me, che in tutta questa storia vi è una confusione immensa e  il tutto può facilemte essere impugnato da avvocati più o meno " importanti" i queli si orienteranno sul " silenzio assenso" sulla prescrizione, sulla lacuna legale, e su una cattiva ed errata impostazione a monte (1950) di tutta la faccenda.

io, essendo proprietario da ormai anni, lo erano i miei nonni...posso solo dire che ho un bene , autorizzato ( giustamente o no )  che mantengo da 30 anni ed oltre, verso  il quale per 30 anni nessuno ha mai opposto nulla, ho un bene che nel mio caso si sposa con la vocazione naturalstica del posto ( a differenza di altri ) e in cui la duna è rimasta inalterata. Ho un bene acquistato con regolare atto firmato dal notaio, in cui non sono presenti trascrizioni o altro, e come me altri 300 almeno si battono per la mia stessa causa.

io amo questo posto. e spero che si tenda sempre a migliorarlo, limitando gli abusi e non distruggendo quello che in tanti anni si è tentato di fare.

l'errore è stato compiuto probabilmente ( se lo è stato) ormai troppi anni fa, è interventua la buona fede, il silenzio dei comuni, ...ed altre faccende legali, se c'è da pagare qualcosa noi priprietari nei limiti della fondatezza delle richieste siamo tutto d'accordo... ma spero che il comune e chiunque altro non ci venga mai a dare dei ladri.

per il resto concordo con molti ....ci sono delle costruzioni sulle dune chea ndrebbereo rase al suolo...ed i proprietari colpevoli di abuso messi alla gogna in piazza...la duna è creata dalla natura armonicamente...di profilo sembra matematicamente parlando un onda armonica...ed in tale armonia si deve agire nella realizzazione di qualunque cosa che vi si pensi di posare sopra...

ora torno a lavoro

ps: fammi sapere le eventuali novità


davide - Mon 02/04/2007 or 14:21

X Fabiolino

Licenza o no, costruire una casa sulla duna ha un suo impatto ambientale. Non è che la tua casa essendo legale (se lo è), non deturpa l'ambiente. Le sue fondamenta affondano nel cuore della duna. Cmq per lasciarci giudicare, potresti pubblicare la foto della tua costruzione.

E' notizia di oggi che il procuratore Mancini farà demolire 5 costruzioni abusive nella zona di Sabaudia:

http://www.ilmessaggero.it/viewsearch.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Lunedì 02 Aprile 2007 Chiudi chiudi finestra
di MARCO CUSUMANO

E’ pronta una nuova tranche di demolizioni di immobili abusivi. Le ruspe delle ditte private, incaricate dalla Procura della Repubblica, scaldano i motori per abbattere cinque costruzioni abusive realizzate nella zona di Sabaudia, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Il procuratore capo Giuseppe Mancini, che si occupa personalmente delle delicate questioni legate agli abbattimenti degli immobili abusivi, sta ultimando gli ultimi passaggi per organizzare le demolizioni. Probabilmente le ruspre entraranno in azione dopo Pasqua, forse già la prossima settimana.
La lotta all’abusivismo in provincia è da sempre una delle priorità della Procura di Latina, tanto che Mancini è più volte intervenuto pubblicamente facendo appelli agli abusivi affinché provvedessero autonomamente alle demolizioni evitando così conseguenze peggiori legate all’intervento della magistratura. «In molti hanno ascoltato il nostro consiglio - spiega Mancini - e devo dire che anche diversi Comuni si sono finalmente mossi occupandosi dei casi di competenza».
La Procura può intervenire con gli abbattimenti solo ed esclusivamente quando ha in mano una condanna definitiva con una sentenza di demolizione. La maggior parte degli abusi si trovano quindi al di fuori della possibilità di demolizione proprio perché non esiste una sentenza passata in giudicato. Visti i tempi della giustizia italiana, molte costruzioni si trovano da anni nel bel mezzo di un iter giudiziario che sembra infinito. Senza parlare dei condoni, spesso criticati dai magistrati, che aprono grosse possibilità di “scappatoia” bloccando di fatto il complesso iter di demolizione.
Gli abusi sono molto differenti tra loro. La maggior parte sono di lieve entità: piccoli lavori di ampliamento, chiusure non autorizzate, garage, portici o vani ricavati in vario modo. Ma ci sono anche gli abusi più rilevanti: ville, villette, appartamenti o addirittura intere lottizzazioni e palazzine. Come nel caso del “Villaggio del Parco”, un complesso di 285 miniappartamenti realizzati a pochi passi dal parco del Circeo. La Procura di Latina ha sequestrato l’intera struttura sostenendo che dietro la convenzione che ha permesso la costruzione del complesso, c’è stato un abuso d’ufficio. Il complesso era nato come residenza per anziani ma, secondo l’accusa, la normativa è stata aggirata aprendo le porte alla vendita al pubblico delle residenze. Un altro caso clamoroso riguarda il sequestro di 12 abitazioni realizzate in via Biancamano, a ridosso di una delle principali vie di accesso al centro di Sabaudia.
Tutti casi apertissimi, altroché ruspe. Quale sarà il “degno” erede dell’Isola dei Ciurli?

DAVIDE


fabiolino - Mon 02/04/2007 or 16:40

 

a parte che le fondaZIONI e non fondamenta....sulla duna essendo sabbia sono praticamente tutte realizzate mediante una platea di fondazione e dunque non affondano nella duna e non interferiscono con l'idrogeologia dell'ambiente....e comunque la legge che regola l'impatto ambientale( ambiente idrico, atmosferico, suolo ed antropico ), è stata recepita in italia nel 88 e dicerto prima vi era soltanto una sorta di tutela ambientale e paesaggistica che nulla ha a che fare com fondazioni , dune...ecc...

di certo se è vero che una cosa deturpa l'ambiente, ribadiso che, a meno di atrocità e abberrazioni , non si ha il diritto di procedere ad una demolizione invocando leggi o altri cavilli attuali. se vedi in italia , sono state effettuate delle demolizioni di cose che deturpano l'ambiente...ma erano cose assurde, si trattava di edifici immensi, nati abusivamente e " #CENSURA#tti nell'occhio"....non erano di certo villette carine e delicate!

certo a sabaudia si procede con le demolizioni, ma si tratta di costruzioni NEOABUSIVE, NEO non rispondenti a disposizioni urbanistiche paesaggistiche...ecc. io son daccordissimo con le demolizioni di quegli immobili, ma non son daccordo con una tendenza a sanare peccati vecchi di decenni invocando leggi non applicabili e sperando in sentenze ingiudicabili.

mettiti l'anima in pace:

1) per la questione della proprietà ( 1952 ) nessuno farà mai demolire un mattone

2) per abusi precedenti agli anni 80/85 nessuno farà mai demolire nulla

3) per gli abusi moderni son daccordo con te che serve una azione qualora essi fossero incontrasto con l'ambiente, ma finchè si tratterà di piccoli lavori di ampliamento, chiusure non autorizzate, garage, portici o vani ricavati in vario modo il demolire è più dannoso dei mantenere....credo + utile inasprire le multe

 

ps: vorrei poter mettere una foto ma per la privacy mia e della mia famiglia, evito obbligatoriamente.

 


davide - Wed 04/04/2007 or 13:23

E' notizia di oggi, che è stato scoperto un abuso edilizio a Ponza, fatto nientedimeno che dal Soprintendente del Lazio Affanni e da suo marito! E' uno scandalo!! Costoro che dovrebbero vigilare sui beni architettonici vanno a fare uno scempio edilizio a Ponza! Ma si vergognassero! Piuttosto spero che il procuratore Mancini la demolisca subito e il sopraintendente cacciato da pedate nel sedere da tutti gli uffici pubblici!

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Mercoledì 04 Aprile 2007 Chiudi chiudi finestra

di ALDO CEPPARULO

Abusivismo di lusso a Ponza. Nella grotta incastonata nella collina dei “Tre venti” sboccia un lussuoso loft. Una casa-villa che nella zona hanno ribattezzato la “Grotta del soprintendente”. Nome roboante? No visto che a realizzarla sono stati proprio la soprintendente per i beni architettonici e per il paesaggio del Lazio, architetto Anna Maria Affanni, con il marito (anche lui architetto) Alessandro De Falco. Ieri mattina il macroscopico caso di abusivismo è diventato un blitz che gli investigatori del Nipaf della Forestale hanno effettuato su mandato del procuratore capo di Latina, Giuseppe Mancini. I detective del Nucleo di polizia ambientale e forestale sono sbarcati sull’isola di buon’ora: subito si sono diretti in Comune dove hanno sequestrato decine di faldoni nell’ufficio Urbanistica. In pratica sono stati portati via tutti gli atti, le autorizzazioni, i progetti relativi alla grotta che l’architetto Affanni e il consorte acquistarono sul finire degli Anni 90. Poi il via a una serie di lavori che della grotta hanno lasciato un labile ricordo trasformandola il un delizioso appartamento con panorama mozzafiato. Un reato plateale commesso da chi, il soprintendente Affanni, il territorio dovrebbe salvaguardarlo e tutelarlo. Il 27 gennaio scorso, a seguito delle prime notizie sul grave scempio, la Uil-Beni e attività culturali, per bocca del segretario Gianfranco Cerasoli, chiese al ministro Francesco Rutelli la sospensione della soprintendente Affanni. Ieri l’ennesima conferma che la Procura della Repubblica sulla vicenda andrà a fondo: oltre ai fascicoli sequestrati, sono stati interrogati il sindaco Pompeo Porzio, l’assessore all’Urbanistica e molti degli impiegati che hanno protocollato atti e documenti. La “Grotta del soprintendente” vede indagate sei persone: oltre alla Affanni e al marito, anche i due figli ai quali è stata donata la villa, il costruttore e il direttore dei lavori, entrambi ponzesi. E siamo solo all’inizio.

DAVIDE


fabiolino - Thu 05/04/2007 or 07:19

su questo sono d'accordissimo con te.

la tutele delle isole pontine è risaputa in tutto ilmondo, così come molte delle isole sparse sul globo godono di tutele maggiori dap arte degli stati.

la non edificabilità di Ponza è nota a tutti, ed è sempre stato così anche per i residenti , dai tempi in cui gli imperatori ci andavano a fare il bagno. Su questo non ho nulla da dire, se non che la situazione è totalmente differente dal contesto di cui parliamo spesso ( tumuleti dune sabaudia....)


Stevejo - Sat 07/04/2007 or 12:37

Ciao a tutti,

 

tempo fa, sui giornali, avevo letto che era in corso una causa contro il palazzo in costruzione che hanno appiccicato al centro "l'estrella", in quanto si accusava la presunta irregolarità della costuzione, nel senso che non si doveva cotruire attaccato in quel modo, visto che compre le vetrine dei negozi.

 

Mi è venuto in mente xchè ieri ci sono passato vicino, e mi sono reso conto che dal centro l'estrella potresti saltare dentro il terrazzo dei futuri condomini al primo piano.

 

Ne sapete qualcosa? è vero quello che ho sentito?

 

un saluto a tutti,

stefano 


davide - Sat 07/04/2007 or 12:45

X Stevejo

Riguardo il palazzone Bianconi a 7 piani, effettivamente pare ci siano ricorsi al Tar... E' un mostro quel palazzo....

Cmq eccovi il depuratore di Foceverde con passo Genovesi come è oggi:

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davide - Wed 09/05/2007 or 15:18

In questi giorni la giunta Zaccheo è impegnata ad inaugurare un parco a Via Egadi, su un'area di 2 ettari, dove fino a poco tempo fà vi erano costruzioni abusive. Bisogna andare avanti con le demolizioni, ad esempio sempre alla marina di Latina ci sono delle sentenze del Tar, che respingono il ricorso contro il comune, ritenendo giusto l'ordine di demolizione di alcuni manufatti, emesso dal comune nel 2000, e che non poteva rientrare nella sanatoria del 1994... Facciamo rispettare queste sentenze. Eccone 2 esempi:

http://www.ambientediritto.it/sentenze/2003/TAR/Tar%20Latina%20-%202003%20n.675.html"margin: 0px 40px" class="MsoNormal" align="center">T.A.R. LAZIO Sez. di Latina del 29 luglio 2003, (Ud. 6 giugno 2003) Sentenza n. 675

 

 

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

 

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio Anno 2003 Sezione staccata di Latina, composto dai seguenti magistrati:

DOTT. FRANCO BIANCHI PRESIDENTE  DOTT. SALVATORE RAPONI CONSIGLIERE DOTT. SANDRO AURELI CONSIGLIERE
 

ha pronunciato la seguente
 

SENTENZA
 

sul ricorso n. 795 del 2001 proposto dai Sigg.ri Anna Giovanna Volpe e Fabio Pettirossi, rappresentati e difesi dall’avv. Giuseppe Cosentino e dall’avv. Luigi Lana, successivamente, con procura speciale anche, dagli avv.ti Giampiero Amorelli e Lucia Camporeale ed elettivamente domiciliati in Latina, via Umberto I°, n. 100 presso lo studio dell’avv. G. Colletta;
contro
il Comune di Latina, in persona del Sindaco in carica, rappresentato e difeso dall’avv. Cesare Manchisi ed elettivamente domiciliato in Latina, via Farini n. 2, presso l’Avvocatura Comunale;
per l'annullamento
-del provvedimento n.2000.45 del 28 novembre 2000, del Dirigente del Servizio Condono Edilizio del Comune di Latina, concernente reiezione domanda di condono edilizio n.A3049-A;
-dell’ordinanza di demolizione opere abusive del Dirigente del Servizio Condono Edilizio del Comune di Latina, n.13298/2891 del 14 dicembre 2000;
-verbale d’accertamento dell’inottemperanza ad ingiunzione di demolizione del Comune di Latina datato 10 aprile 2001;
-verbale d’immissione in possesso ed acquisizione immobile n.13598/2891 del 25 febbraio 2002;
-del nuovo rigetto della domanda di condono edilizio di cui all’atto del 17 marzo 2003 prot. n. 25440, adottato dal Comune di Latina.
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visto l’atto di costituzione in giudizio del Sindaco del Comune di Latina;
Viste le memorie depositate dalle parti in causa;
Visti gli atti di causa;
Relatore alla pubblica udienza del 6 giugno 2003 il Consigliere Sandro Aureli;
Uditi, altresì, l'avv. G. Amorelli e L. Camporeale per i ricorrenti, e l’avv. C. Manchisi per l’Amministrazione resistente;
Ritenuto e considerato in fatto ed in diritto quanto segue.


FATTO


Con ricorso notificato al Comune di Latina in data 12 febbraio 2001 e depositato il successivo giorno 13 marzo, e con i successivi motivi aggiunti i sigg. Volpe Anna Giovanna e Pettirossi Fabio hanno chiesto l’annullamento dei provvedimenti edilizi riportati in epigrafe, relativi e conseguenti all’impugnata reiezione della domanda di condono edilizio presentata per la realizzazione di opere abusive in data 4 marzo 1995.


Al riguardo parte ricorrente ha dedotto l’illegittimità dei provvedimenti impugnati, oltre che con il ricorso principale anche con motivi aggiunti, sotto vari profili di violazione di legge ed in relazione a molteplici figure di eccesso di potere, tutti tesi a dimostrare, anche attraverso consulenza tecnica, l’avvenuta realizzazione dell’opera oggetto di essi in epoca antecedente al 31 dicembre 1993, ovvero la mancanza di dimostrazione da parte del Comune di Latina del contrario, di quanto dagli stessi ricorrenti ritualmente dichiarato al riguardo.


Quest’ultimo con l’atto di costituzione e con le successive memorie illustrative e di replica si è opposto all’accoglimento del ricorso e dei motivi aggiunti anche sulla base della documentazione depositata.


Parte ricorrente a sua volta ha depositato memorie e documenti; in particolare la perizia stragiudiziale a firma dell’ing. Giuseppino Federico Fredda del 28 ottobre 2002 tesa a dar conto dell’esistenza delle opere abusive investite dai provvedimenti impugnati, all’epoca dell’aerofotogrammetrie effettuate nel dicembre 1994.


Parte ricorrente con i primi motivi aggiunti ha impugnato il verbale d’accertamento di inottemperanza ad ingiunzione a demolire del Comune di Latina datata il 10 aprile 2001.


Con successivi motivi aggiunti notificati il 26 aprile 2003 ha chiesto l’annullamento dell’atto del 17 marzo 2003 prot. n. 25440, con il quale, a seguito della sentenza istruttoria di questa Sezione n.37 del 18 gennaio 2002 con cui veniva disposto il riesame della domanda di condono dei ricorrenti alla luce di ulteriore lettura dei documenti già prodotti nonché di quelli di possibile successiva acquisizione, ha nuovamente rigettato la domanda di condono dei ricorrenti stessi.


All’udienza odierna le parti hanno ribadito le rispettive posizioni chiedendone l’accoglimento al Collegio, che si è riservato di decidere.


DIRITTO


I coniugi Anna Giovanna Volpe e Fabio Pettorossi hanno realizzato in via Isolabella n. 23 Località Marina di Latina, su un lotto di terreno esteso per mq. 965, acquistato il 21 ottobre 1993, catastalmente distinto al fg. 247, mappale 257 (ora per effetto di variazione di particella n.841) urbanisticamente insistente nella Sottozona A/31 del P.T.P. n.10 normato dall’art. 27 delle NTA dove è vietata ogni nuova costruzione anche a carattere precario, sottoposto ai vincoli di cui all’art. 32 della legge n. 47 del 1985 ed in particolare dell’art.139 e segg. del D. Lgs. 490 del 1999 “T.U. in materia di Beni Culturali e Ambientali”, in vigenza del D.M. 25 febbraio 1974 e del D.M. 21 settembre 1984 ex art. 1 della legge n.1497 del 1939, opere abusive consistenti in:


a) fabbricato per civile abitazione, della superficie totale di mq. 76,2;
b) locale annesso adibito a ripostiglio della superficie di mq. 4,41;
c) struttura (gazebo) con telaio metallico, infissa al suolo e coperta con una tenda parasole di plastica vinilica, della superficie di mq. 25,40.


In data 4 marzo 1995, la sig.ra Volpe Anna Giovanna presentava al Comune di Latina istanza di condono ex art. 39 della legge n. 724 del 1994, per ottenere la concessione in sanatoria del manufatto per civile abitazione.


In seguito presentava la documentazione integrativa e la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà ove affermava di aver ultimato le opere entro la data del 31 dicembre 1993.


Sulla base dell’accertamento della P.M. di Latina del 10 marzo 1997 da cui risultava che le opere erano di recente realizzazione e dell’esame dell’ulteriore verifica della documentazione che i ricorrenti erano stati invitati a produrre dal Comune, quest’ultimo respingeva l’istanza di condono con il provvedimento di reiezione n. 2000.45 prot. n.104262 del 28 novembre 2000, avendo ritenuto la documentazione prodotta in origine e successivamente non sufficiente a confermare che l’opera fosse stata realizzata entro il termine di legge del 31 dicembre 1994.


Di qui seguivano i provvedimenti sanzionatori del Comune di Latina; l’ordinanza di demolizione delle opere edilizie abusivamente eseguite n.13298/2891, prot. n. 109808, impugnata con ricorso originario; l’accertamento del Comando di P.M. in data 10 aprile 2001, dell’inottemperanza all’ordinanza di demolizione, impugnato con i primi motivi aggiunti dinanzi alla sede di Roma di questo T.A.R.; l’immissione in possesso e l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale delle opere abusive.


Ad esito dell’udienza di merito del 22 novembre 2002 questo Collegio alla luce dei documenti in atti pronunciava la sentenza n. 37 del 2003 disponendo che il Dirigente del Servizio Condono Edilizio del Comune di Latina procedesse al riesame dell’istanza di concessione a sanatoria n. A73049 presentata dai ricorrenti, in contraddittorio con gli stessi, fissando alla data odierna la nuova udienza di discussione nel merito.


Il Comune ritenendo che nel corso nel contraddittorio con la parte ricorrente non erano emersi fatti diversi da quelli già conosciuti e che quindi essa parte non era stata in grado di dimostrare la realizzazione delle opere prima del 31 dicembre 1993 adottava la comunicazione prot. n. 25440 del 17 marzo 2003 rivolta alla sig.ra Volpe, impugnata con i secondi motivi aggiunti.


Emerge da quanto precede che il profilo giuridico con rilievo preminente ai fini del decidere, concerne la prova circa l’ultimazione dei lavori abusivi alla data del 31 dicembre 1993, dei quali l’interessato, sulla base della dichiarazione sostitutiva, abbia richiesto la sanatoria ai sensi dell’art.39 della legge n.724 del 1994.


Sul punto due sono gli orientamenti della giurisprudenza amministrativa dai quali il Collegio non ritiene che nella fattispecie ci si possa discostare.


Per il primo: “Il richiedente la sanatoria di abusi edilizi ai sensi dell'art. 31 L. 28 febbraio 1985 n. 47 (ovvero art.39 della legge n.724 del 1994) deve fornire un principio di prova in ordine alla preesistenza del manufatto al 1 ottobre 1983 (ovvero 31 dicembre 1994), restando a carico dell'Amministrazione di controllare l'attendibilità dei dati forniti ed eventualmente di contrapporre le risultanze di proprie verifiche; pertanto, qualora non risulti alcun univoco ed oggettivo elemento da cui possa evincersi che le opere abusive sono state ultimate entro la data predetta, l'Amministrazione deve respingere la domanda di concessione in sanatoria e reprimere l'abuso. (Cons. Stato Sez.V n.748 - 10 febbraio 2000).


Per il secondo: “….. In sede d'esame di un'istanza di condono edilizio, è inidonea ……… la dichiarazione sostitutiva di notorietà resa dal ricorrente a corredo dell'istanza stessa, non precludendo essa la possibilità di raccogliere nel corso del procedimento elementi in contrario e pervenire, quindi, a risultanze diverse, ………”. (T.A.R. Toscana Firenze n.819 - 10 maggio 2001).


Se dunque l’interessato in sede di presentazione della domanda di condono può a tenore dell’art. 39 della legge n. 724 del 1994, limitarsi alla dichiarazione sostitutiva circa la data di ultimazione delle opere abusive, ciò non di meno tale facilitazione procedimentale, rispetto a quanto previsto dall’art. 35 della legge n. 47 del 1985, non implica alcun passaggio al Comune dell’onere di fornire la prova dell’ultimazione dei lavori, in ipotesi in data successiva, a quella dichiarata dall’interessato.


Ad avviso del Collegio, la piena lettura dell’art. 31 e segg. della legge n. 47 del 1985 non ammette invero soluzione diversa da quella che porta a ritenere che l’Amministrazione ha soltanto il compito di verificare la veridicità dell’affermazione dell’interessato circa l’epoca di ultimazione dei lavori, avvalendosi delle circostanze di fatto già autonomamente accertate ovvero dell’insieme degli elementi emergenti dalla stessa domanda dell’interessato.


Ciò, essendo la data del 31 dicembre 1994, quella entro la quale le opere debbono essere ultimate, nonché quella che l’interessato stesso ha il dovere di dichiarare perché esse siano ex lege ammesse a sanatoria.


Vale a dire che essendo l’indicazione di detta data contenuto necessario e qualificante della domanda, come si ricava del resto dalla definizione di ultimazione delle opere accolta dalla stessa norma in esame (esecuzione del rustico e completamento della copertura in caso di opere abitabili), non può, in base al generale principio che chi afferma deve provare, che ricadere sull’interessato, e non sull’Amministrazione, l’onere di provare tale circostanza, al dì là di quanto soltanto dichiarato, ove insorga contestazione su di essa da parte dell’Amministrazione stessa.


A tal riguardo l’insussistenza del presupposto per conseguire la sanatoria non sembra contestabile sulla base degli atti prodotti da parte ricorrente.


Ed invero:

-la fattura n.65/1993 emessa il 4 dicembre 1993 dalla S.C.A. srl Sistemi Controlli Automazioni – di Isola del Liri, (doc. n.4a della memoria del Comune del 28.marzo 2001) non suffragata da altri elementi fiscali (bolle di accompagnamento, modalità di pagamento, etc…) non contiene indicazione alcuna né del tipo di materiali forniti, né dei servizi resi e se gli stessi siano stati effettivamente forniti ed eseguiti presso il manufatto abusivo in questione.


Oltretutto per la visura Camerale prodotta dal Comune (doc. del 15.05.2003) tale ditta è risultata avere un oggetto sociale senz’altro incompatibile con l’attività edilizia residenziale:
-Relazione tecnica a firma del geom. Mario Gatto pervenuta al Comune di Latina il 17 febbraio 2000, (doc. n. 6 memoria di costituzione del Comune), senza data, nulla indica circa l’epoca di realizzazione dei lavori abusivi;
-Relazione stragiudiziale dell’ing. Federico Giuseppino Fredda (doc. n. 1 depositato in data 30 ottobre 2002) dimostra la corrispondenza della particella catastale n. 841 con la soppressa particella n. 257, ove è situato l’immobile di cui trattasi e sussistenza del fabbricato oggetto della domanda di condono alla data dell’aerofotogrammetria n. 63 effettuata dalla S.A.R.A. Nistri s.r.l. il 27 dicembre 1994.


Ad avviso del Collegio detti descritti atti sia che li si consideri singolarmente che nel loro insieme, non dimostrano in alcun modo che l’abuso sia stato effettivamente compiuto entro la data del 31 dicembre 2003.


E non è senza rilievo aggiungere che l’atto pubblico d’acquisto del lotto di terreno di mq. 965, è stato redatto il 21 ottobre 1993, vale a dire solo due mesi prima del termine utile per condonare e non reca l’individuazione di alcuna struttura sulla predetta particella 841 (ex 257), né parte ricorrente ha minimamente documentato circostanze utili a dimostrare lo svolgimento di effettiva e confacente attività edilizia diretta all’innalzamento della struttura entro tale data, salvo quanto emerge dalla predetta fattura della cui inutilizzabilità s’è detto.


Né apporta un cambiamento al quadro sopra delineato il “ritrovamento” di una aerofotogrammetria in data ottobre del 1994, dalla quale si ricava la presenza di un manufatto sulla particella n. 841 del foglio 247, poiché al di là della considerazione del ruolo che il Comune di Latina avrebbe svolto al riguardo, l’aver provato che la struttura esistesse quasi dieci mesi dopo la data del 31 dicembre 1994, non può certo confermarne l’esistenza in tale ultima ed ampiamente anteriore, data.


Nessuna delle censure proposte con il ricorso ovvero con i motivi aggiunti merita quindi d’essere condivisa.


Il ricorso deve essere quindi respinto.


Sussistono tuttavia giusti motivi per compensare le spese del giudizio.


P.Q.M.


Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione staccata di Latina, Respinge ricorso in epigrafe.


Spese compensate.
Così deciso in Latina, in Camera di Consiglio, il 6 giugno 2003.

IL CONSIGLIERE EST.
-Dr. Sandro AURELI-
IL PRESIDENTE
-Dr. Franco BIANCHI-
Il Segretario


drmp
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
IL 29/07/2003
(art. 55, L. 27.4.82 n. 186)
IL DIRETTORE DI SEGRETERIA

 

M A S S I M E

 

Sentenza per esteso

 

1) Territorio – Edilizia e urbanistica - Sanatoria di abusi edilizi - Preesistenza del manufatto - Principio di prova ed elementi probatori – Incertezza sulla data di ultimazione delle opere - L’Amministrazione deve respingere la domanda di concessione in sanatoria e reprimere l'abuso. Il richiedente la sanatoria di abusi edilizi ai sensi dell'art. 31 L. 28 febbraio 1985 n. 47 (ovvero art.39 della legge n.724 del 1994) deve fornire un principio di prova in ordine alla preesistenza del manufatto al 1 ottobre 1983 (ovvero 31 dicembre 1994), restando a carico dell'Amministrazione di controllare l'attendibilità dei dati forniti ed eventualmente di contrapporre le risultanze di proprie verifiche; pertanto, qualora non risulti alcun univoco ed oggettivo elemento da cui possa evincersi che le opere abusive sono state ultimate entro la data predetta, l'Amministrazione deve respingere la domanda di concessione in sanatoria e reprimere l'abuso. (Cons. Stato Sez.V n.748 - 10 febbraio 2000). (In specie non sono state ritenute probatorie ai fini dell'accertamento della data di ultimazione delle opere, la fattura non suffragata da altri elementi fiscali (bolle di accompagnamento, modalità di pagamento, etc…), la relazione tecnica a firma del geom. M.G. pervenuta al Comune di Latina il 17 febbraio 2000, senza data, e nulla indicando circa l’epoca di realizzazione dei lavori abusivi ecc.). Pres. BIANCHI - Est. AURELI – Volpe e altri (avv.ti Cosentino e Lana) c. Comune di Latina (avv. Manchisi).T.A.R. LAZIO Sezione Staccata di Latina del 29 luglio 2003, (Ud. 6 giugno 2003) Sentenza n. 675.

2) Edilizia e urbanistica - Istanza di condono edilizio - Inidoneità della dichiarazione sostitutiva di notorietà resa dal ricorrente a corredo dell'istanza – Elementi in contrario risultanti da verifiche dell’Amministrazione – Diniego - Legittimità. In sede d'esame di un'istanza di condono edilizio, è inidonea la dichiarazione sostitutiva di notorietà stessa, non precludendo essa la possibilità di raccogliere nel corso del procedimento elementi in contrario e pervenire, quindi, a risultanze diverse. (T.A.R. Toscana Firenze n.819 - 10 maggio 2001). Pres. BIANCHI - Est. AURELI – Volpe e altri (avv.ti Cosentino e Lana) c. Comune di Latina (avv. Manchisi).T.A.R. LAZIO Sezione Staccata di Latina del 29 luglio 2003, (Ud. 6 giugno 2003) Sentenza n. 675.

DAVIDE


davide - Wed 09/05/2007 or 15:28

T.A.R. LAZIO Sez. di Latina del 10 luglio 2003, (Ud. 23 maggio 2003) Sentenza n. 655.

 

 

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

 

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio Anno 2003 Sezione staccata di Latina, composto dai seguenti magistrati:

DOTT. FRANCO BIANCHI PRESIDENTE  DOTT. SALVATORE RAPONI CONSIGLIERE DOTT. SANDRO AURELI CONSIGLIERE
 

ha pronunciato la seguente
 

SENTENZA
 

sui ricorsi n. 6 del 2001 e n. 426 del 2002 proposti dal Sig. Verrelli Sante, rappresentato e difeso dall’avv. Dandolo Ceci ed elettivamente domiciliato presso di lui in Latina, via Sezze, n. 10 (studio avv. A. Coletta);
contro
il Comune di Latina, in persona del Sindaco in carica, rappresentato e difeso dall’avv. Franco Di Leginio e con lo stesso elettivamente domiciliato in Latina, via Farini, n. 2, presso l’Avvocatura Comunale;
per l' annullamento
a) ric. n. 6/2001: del provvedimento del Dirigente del Settore Urbanistico –Servizio Condono Edilizio del Comune di Latina, prot. n. 77845, concernente rigetto domanda di condono edilizio;
b) ric. n. 426/2002: dell’ordinanza di demolizione n.13613 del 14 marzo 2002, prot.n.27065, concernente ordine di demolizione di opere abusive.
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio del Sindaco del Comune di Latina;
Viste le memorie prodotte dalle parti a sostegno delle rispettive difese;
Visti gli atti tutti della causa;
Relatore alla pubblica udienza del 23 maggio 2003 il Consigliere Sandro Aureli;
Uditi, altresì, l'avv.to Dandolo Ceci per il ricorrente, l’avv. Francesco Di Leginio per l’Amministrazione resistente;
Ritenuto in fatto e in diritto quanto segue:


FATTO


Con ricorso notificato il 9 dicembre 2000 e depositato il successivo 4 gennaio il sig. Verrelli Sante ha chiesto l’annullamento della determinazione dirigenziale prot.77845 del 12 luglio 2000, con la quale l’Amministrazione Comunale ha disposto il rigetto della istanza di condono edilizio A/3795 del 3 marzo 1995 presentata dal medesimo per opere edilizie realizzate in assenza di concessione edilizie, in Latina, via Casilina Sud, ed acquisita al protocollo comunale n.30681 del 14 aprile 1995.


Al riguardo si deduce violazione e falsa applicazione dell’art.39 della legge n.724 del 1994, nonché eccesso di potere per difetto di motivazione, carenza e falsità dei presupposti, sviamento ed errata ricostruzione dei fatti.


Insieme al ricorso sono stati depositati documenti.


Il Comune si è costituito in giudizio per chiedere il rigetto del ricorso anche sulla base della documentazione prodotta.


Con successivo ricorso notificato il 5 aprile 2002 e depositato il successivo giorno 10 il sig. Verrelli ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza n.13613 del 14 marzo 2002 con la quale l’Amministrazione Comunale ha disposto la demolizione al medesimo, in qualità di esecutore delle opere edilizie e comproprietario, unitamente alla sig.ra Tinterri Tomassina, di un lotto di terreno, di opere edilizie abusivamente realizzate in Latina, via Casilina Sud, su lotto di terreno di mq.1.000 circa, distinto in catasto al foglio n.248 particella n. 846, e alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi abusivamente alterato.


Al riguardo parte ricorrente deduce la violazione degli artt.4 e 7 terzo comma e 40 primo comma legge 28 febbraio 1985 n.47; eccesso di potere per difetto di motivazione e per carenza istruttoria e di presupposti.


Insieme al ricorso sono stati depositati documenti.


Il Comune di Latina si è costituito in giudizio per chiedere il rigetto del ricorso sulla base della documentazione depositata.


All’udienza odierna i ricorsi sono stati chiamati insieme, ed il Collegio sulla richiesta delle parti si è riservato di decidere.


DIRITTO


I due ricorsi in epigrafe possono essere riuniti ai fini di una decisione unica essendo palesemente connessi sia soggettivamente che oggettivamente.


Il Dirigente del Servizio Condono edilizio –Settore Urbanistica – del Comune di Latina ha rigettato con il provvedimento impugnato con il ricorso n.2 del 2001, la detta istanza di condono edilizio avente ad oggetto un fabbricato per civile abitazione con copertura a tetto presentata dal ricorrente perché “le opere sono state compiute dopo la data del 31/ 12/ 93”, e dunque oltre il termine di cui all’art.39 ,1° co, legge 724/94.


Onde trattasi di istanza “dolosamente infedele” nonostante l’allegata dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, a firma del ricorrente.


L’accertamento che l’epoca di costruzione dell’opera è posteriore al 31 dicembre 1993 è stato dal Comune basato su quattro elementi:
a) sul verbale della P.M. del 27 aprile 1995, attestante –che alla data del 6 aprile 1995 la costruzione dell’abitazione era in corso;
b) sulla dichiarazione in pari data del custode giudiziario, sig. Gratis Giuseppe, secondo cui i lavori inerenti la casa erano stati iniziati “da pochi giorni”;
c) sul contenuto dell’atto notarile d’acquisto del terreno stipulato davanti al Notaio Angelo salvi di Anagni con Rogito Rep.n.32076 del 12 gennaio 1995, in cui si da atto dell’acquisto del solo terreno con destinazione urbanistica a verde pubblico, sul quale nessun immobile risultava realizzato;
d) sulle “foto aree disponibili” (volo effettuato in data 12 ottobre 1994) da cui si evince che a tale data non esisteva alcun manufatto sul sito in esame.


Il ricorrente a ciò replica che sin dall’ottobre del 1993 sull’area era stata realizzata, completa di copertura, una struttura, senza infissi e senza tramezzature esterne.


Nell’anno gennaio primi di febbraio del 1995 tale struttura nel frattempo (1994) abbattuta dagli agenti atmosferici è stata fedelmente ricostruita in muratura.


La costruzione in muratura quindi deve essere considerata un tutt’uno con la precedente identica costruzione in legno del 1993 e quindi sanabile ex lege 724 del 1994.Senonchè il ricorrente non fornisce alcuna prova che non solo sia in grado di confutare gli elementi acquisiti dal Comune, ma neppure di collocare in maniera non inequivocabile le opere edilizie de quo entro la data del 31 dicembre 1993.


Al riguardo non può non essere qui richiamato, atteso il suo preminente valore probatorio, l’accertamento emergente dalla sentenza del giudice penale d’Appello investito del reato di costruzione abusiva ascritto al ricorrente (sentenza in atti 7826/2001).


Il giudice penale ribadisce quanto accertato in primo grado, vale a dire che “le due dichiarazioni sostitutive di notorietà con le quali attestava agli uffici comunali di avere realizzato l’opera abusiva prima del 31.12.1993 sono attestazione mendace in quanto contrastante con i rilievi aereofotogrammetrici della zona relativi all’anno 1994, rilievi che escludono anche la presenza di un manufatto in legno preesistente, e con le dichiarazioni contraddittorie rese dai testi dell’appellante (il ricorrente) esaminati nel giudizio di primo grado,…. dalle dichiarazioni ammissive rese da Verdelli Sante il quale ha riconosciuto di aver realizzato l’opera in muratura nel 1995 e …..dall’atto pubblico di compravendita (stipulato dal notaio A. Salvi di Anagni nel rogito stilato il 12 .1.1995) del predetto terreno su cui si sarebbe edificata l’opera abusiva da parte dell’appellante senza che si faccia menzione dell’esistenza del manufatto che si assume all’epoca fosse stato realizzato ;infine sul rilievo che la denuncia di furto di materiale edile dal cantiere dell’appellante presentata l’11.7.1995 è avvenuta successivamente all’accertamento dell’asportazione del materiale edile sottoposto a sequestro verificato dai verbalizzanti in data 2.6.1995 e come evidenziato dai testi dell’appellante esaminati nel corso del giudizio di primo grado”.


Alla luce di quanto precede al Collegio non resta che ribadire che “il richiedente il condono edilizi ha “l’onere di fornire un principio di prova in ordine alla preesistenza delle opere alla data del 31.12.1993 (Cons. Stato , Sez. IV, 10.01.2000 n.100), restando a carico dell’Amministrazione il controllo sull’attendibilità dei dati forniti ed eventualmente la contrapposizione delle risultanze di proprie verifiche (Cons. Stato Sez.V 12 10.1999).
Nella specie non solo il ricorrente non ha fornito neppure un principio di prova non mendace in ordine alla preesistenza delle opere alla data del 31.12.1993, ma le verifiche effettuate al riguardo autonomamente dall’Amministrazione Comunale hanno ricevuto l’avallo dell’accertamento effettuato in sede penale.


Il ricorso n.6 del 2001 deve essere quindi respinto.


Stessa sorte deve esser e riservata al ricorso n.426 del 2002.


Ivi il ricorrente riprende le censure già sviluppate nel ricorso proposto per l’annullamento dell’esaminato rigetto della domanda di condono edilizio , dolendosi del fatto che l’amministrazione ha adottato il provvedimento sanzionatorio della demolizione nonostante all’epoca fosse sub judice, sia in sede amministrativa che penale, il presupposto della sanzione stessa.


Sennonché quanto argomentato in ordina al ricorso n.6 del 2001, rende del tutto inconsistente tale doglianza.


Resta solo da aggiungere che l’assegnazione del termine di 15 giorni per effettuare la demolizione non viola neppure l’art.7 della legge n.47 del 1985 dove è stabilito il diverso e più ampio termine di novanta giorni.


Tale ultimo termine invero è stabilito per l’interessato al fine di evitare gli oneri derivanti dalla demolizione d’ufficio nonché l’acquisizione gratuita del sedime su cui l’abuso è stato realizzato oltre alle c.d. pertinenze urbanistiche.


Ma è anche rivolto all’Amministrazione fungendo da sbarramento a che detti effetti maturino prima dei novanta giorni stabiliti, con i conseguenti oneri a carico dell’interessato.


Onde attesa la dispiegata funzione, non può che ritenersi irrilevante l’indicazione nel provvedimento demolitorio di un termine inferiore ai novanta giorni, se in concreto esso, come nella fattispecie, è stato osservato essendo certo che ad oggi l’Amministrazione comunale non ha né proceduto alla demolizione d’ufficio, né acquisito formalmente l’area e le sue pertinenze.


Entrambi i ricorsi qui riuniti debbo quindi essere respinti.


Sussistono tuttavia giusti motivi per compensare le spese del giudizio.
 

P.Q.M.


Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione Staccata di Latina, Riunisce e respinge i ricorsi in epigrafe.
Spese compensate.


Così deciso in Latina, alla Camera di Consiglio, il 23 maggio 2003.
IL CONSIGLIERE EST.
-Dr. Sandro AURELI-
IL PRESIDENTE
-Dr. Franco BIANCHI-


DEPOSITATA IN SEGRETERIA
IL 10/07/2003
(art. 55, L. 27.4.82 n. 186)
IL DIRETTORE DI SEGRETERIA


 

M A S S I M E

 

Sentenza per esteso

 

1) Urbanistica - Condono edilizio - Istanza “dolosamente infedele” – Diniego - Controllo dell’Amministrazione sull’attendibilità dei dati forniti – Obbligo. Il richiedente il condono edilizio ha “l’onere di fornire un principio di prova in ordine alla preesistenza delle opere alla data utile al condono (Cons. Stato , Sez. IV, 10.01.2000 n.100), restando a carico dell’Amministrazione il controllo sull’attendibilità dei dati forniti ed eventualmente la contrapposizione delle risultanze di proprie verifiche (Cons. Stato Sez.V 12 10.1999). Pres. BIANCHI - Est. AURELI – Verrelli (avv. Ceci) c. Comune di Latina (avv. Di Leginio).T.A.R. LAZIO Sezione Staccata di Latina del 10 luglio 2003, (Ud. 23 maggio 2003) Sentenza n. 655.

2) Urbanistica - Condono edilizio – Ordine di demolizione – Termine – Disciplina - Demolizione d’ufficio - Acquisizione gratuita del sedime. L’assegnazione del termine di 15 giorni per effettuare la demolizione non viola neppure l’art.7 della legge n.47 del 1985 dove è stabilito il diverso e più ampio termine di novanta giorni. Tale ultimo termine invero è stabilito per l’interessato al fine di evitare gli oneri derivanti dalla demolizione d’ufficio nonché l’acquisizione gratuita del sedime su cui l’abuso è stato realizzato oltre alle c.d. pertinenze urbanistiche. Ma è anche rivolto all’Amministrazione fungendo da sbarramento a che detti effetti maturino prima dei novanta giorni stabiliti, con i conseguenti oneri a carico dell’interessato. Onde attesa la dispiegata funzione, non può che ritenersi irrilevante l’indicazione nel provvedimento demolitorio di un termine inferiore ai novanta giorni, se in concreto esso, come nella fattispecie, è stato osservato essendo certo che ad oggi l’Amministrazione comunale non ha né proceduto alla demolizione d’ufficio, né acquisito formalmente l’area e le sue pertinenze. Pres. BIANCHI - Est. AURELI – Verrelli (avv. Ceci) c. Comune di Latina (avv. Di Leginio).T.A.R. LAZIO Sezione Staccata di Latina del 10 luglio 2003, (Ud. 23 maggio 2003) Sentenza n. 655.

DAVIDE


davide - Thu 10/05/2007 or 20:06

Finalmente dopo 30 anni viene posta la parola fine ad uno dei maggiori scandali edilizi della provincia di Latina. La lottizazzione abusiva dell'Isola dei Ciurli a Fondi, è stata definitivamente confiscata, come ha stabilito la Corte di Cassazione. Nel 2004 in appello il Tribunale di Terracina aveva condannato il costruttore a pagare 40.000 mila euro. Ora vanno al più presto demoliti quei 21 scheletri di cemento armato. Tra l'altro l'Isola dei Ciruli è uno degli eco-mostri nazionali messi nella lista di Legambiente, che vanno assolutamente buttati giù. Grazie procuratore Mancini per la sua lotta contro l'abusivismo. Ma ora si inizi finalmente a demolire gli abusi a Latina, Sabaudia, Monte S.Biagio, Terracina e Minturno. Faccia sparire quei 1000 immobili che hanno sentenza definitiva di demolizione.

http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=12591

Definitiva la confisca dell'Isola dei Ciurli

immagine notizia Fondi (10/05/2007) - E' definitiva la confisca della lottizzazione abusiva nota come "Isola dei Ciurli" sul litorale di Fondi, nel sud della provincia di Latina.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione rigettando il ricorso dei proprietari contro la sentenza di appello che già confermato la correttezza del provvedimento della Procura di Latina.
La vicenda "Isola dei Ciurli", iniziata nel 1968 e oggetto di una convenzione con il Comune del 1999 che di fatto
"sanava" l'abuso commesso con la realizzazione di 21 immobili, vede così la parola fine.
Di recente, prima Legambiente, quindi la Regione Lazio, hanno sollecitato di procedere comunque con l'abbattimento degli scheletri di cemento nella piana di Fondi.
La Regione stessa a ottobre dello scorso anno ha chiesto di annullare la convenzione e di procedere alla demolizione di quella che si ritiene "una lottizzazione materiale, attuata con esecuzione di opere edilizie assentite da un piano di lottizzazione palesemente illegittimo"

DAVIDE


davide - Tue 15/05/2007 or 15:39

BASTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!! BASTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E' DI OGGI LA NOTIZIA CHE HANNO SEQUESTRATO 3 MANUFATTI DENTRO IL PARCO DEL CIRCEO! UN CAPANNONE DI 90 MQ A MOLELLA, E 2 MANUFATTI DENTRO UN BOSCO!

MANNAGGIA LA PUPAZZA! PROCURATORE MANCINI E COMMISSARIO REPPUCCI VI VOLETE SVEGLIARE? QUANDO FATE DEMOLIRE QUESTI ED ALTRI ABUSI? CHE SI ASPETTA A RADERE AL SUOLO I NUCLEI ABUSIVI DI PALAZZO E MOLELLA? ALTRO CHE VARIANTE DI RECUPERO!

QUANTO SI ESPROPRIERANNO I TERRENI PRIVATI CHE RIENTRANO NEL PERIMETRO DEL PARCO, UNA VOLTA PER TUTTE, PER EVITARE PER SEMPRE QUESTI SCEMPI?

DAVIDE


davide - Wed 16/05/2007 or 14:31

http://www.ilmessaggero.it/view.php"http://www.ilmessaggero.it/home_page.php">



Mercoledì 16 Maggio 2007 Chiudi chiudi finestra

di ALDO CEPPARULO

Sequestrata, sigillata e finanche perquisita dagli investigatori della Forestale. E’ guerra totale al più macroscopico caso di abusivismo di lusso a Ponza. Una grotta incastonata nella collina dei “Tre venti” nella quale è sbocciato un lussuoso loft. La casa-villa che nella zona hanno ribattezzato la “Grotta del soprintendente” ieri mattina è stata sigillata dagli investigatori del Nipaf della Forestale. Perché “Grotta del soprintendente”? Perché a realizzarla sono stati proprio la soprintendente per i beni architettonici e per il paesaggio del Lazio, architetto Anna Maria Affanni, con il marito (anche lui architetto) Alessandro De Falco. I sigilli scaturiscono dall’ordinanza del gip, Claudia Dentato, che ha accolto la richiesta dal procuratore capo di Latina, Giuseppe Mancini. Con il Nipaf anche militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Formia. In casa sequestrata anche documentazione definita “interessante” che si aggiunge alle decine di faldoni requisiti mesi fa nell'ufficio Urbanistica del Comune: si trattava di atti, autorizzazioni, progetti relativi alla grotta che l'architetto Affanni e il consorte acquistarono sul finire degli Anni 90. Poi il via a una serie di lavori che della grotta hanno lasciato solo un labile ricordo trasformandola il un delizioso appartamento con panorama mozzafiato. Un reato plateale commesso da chi, la soprintendente Affanni, il territorio dovrebbe salvaguardarlo e tutelarlo. Il 27 gennaio scorso, a seguito delle prime notizie sul grave scempio, la Uil-Beni e attività culturali, per bocca del segretario Gianfranco Cerasoli, chiese al ministro Rutelli la sospensione della soprintendente Affanni. L’inchiesta sulla “Grotta del soprintendente” vede indagate sei persone: oltre alla Affanni e al marito, anche i due figli (Leonardo e Gianlorenzo, 28 e 25 anni) ai quali è stata donata la villa, il costruttore e il direttore dei lavori, entrambi ponzesi

DAVIDE


davide - Wed 16/05/2007 or 14:35

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Mercoledì 16 Maggio 2007 Chiudi chiudi finestra
di GAETANO CARNEVALE

L’assessore all’urbanistica della Regione Massimo Pompili, le associazioni ambientaliste come Legambiente e Wwf sono stati chiarissimi: abbattere subito. Stesso discorso da parte dei non pochi cittadini onesti che si sono battuti fin dal suo nascere contro la prepotente illegalità dell’agglomerato di cemento noto come “Isola dei Ciurli”, i quali chiedono l’immediato abbattimento dell’ecomostro, che si trova sulla via Flacca ormai da quasi quarant’anni. L’amministrazione comunale di centrodestra di Fondi, invece, sembra voglia ritardare, se non superare, la sentenza della terza sezione della Cassazione che, giorni fa, ha disposto «la confisca definitiva dei 21 villini della lottizzazione abusiva». I governanti di Palazzo San Francesco dovrebbero dar seguito alla sentenza con i provvedimenti di acquisizione e di registrazione della proprietà al Comune di Fondi, quindi procedere con la demolizione. I segnali di contrarietà alla sentenza della Cassazione, però, sono tanti e nemmeno troppo velati da parte dell’amministrazione. Intanto c’è da registrare una dichiarazione del sindaco Luigi Parisella il quale afferma che prima di eseguire la sentenza della Cassazione vuole «leggerne le motivazioni».
Sembra un modo come un altro, a dire il vero, per trovare qualche italico appiglio per vanificare un dettame fin troppo chiaro e definitivo. Non ci saranno altri appelli, la Cassazione ha confermato la correttezza delle procedure adottate finora dalla magistratura e occorre procedere con l’abbattimento.
La notizia della sentenza, comunque, ha gettato nel panico il partito dominante della città, Forza Italia. Nessuno parla apertamente, ma i mugugni sono fin troppo sonori. E più che un mugugno potrebbero essere le dimissioni da presidente della commissione comunale dell’urbanistica, Luigi Matteoli. Nella convocazione di giovedì 10 scorso all’ordine del giorno figuravano due punti: l’elezione del nuovo presidente e la questione proprio dell’“Isola dei Ciurli”.
Il consigliere dell’Ulivo Massimo Di Fazio afferma che «la commissione urbanistica intendeva procedere alla perimetrazione del nucleo abusivo ricorrendo ad una legge degli anni ‘80». Ovviamente nella cartella distribuita ai membri della commissione urbanistica «non si è trovata traccia di alcun documento per l’eventuale discussione». L’arrivo della sentenza della Cassazione ha determinato anche il rinvio a nuova data della seduta. Dall’ex presidente, nonché, consigliere provinciale da due legislature, Luigi Matteoli non viene alcuna spiegazione alle sue dimissioni. Solo qualche sfogo personale con qualche “amico” consigliere. Sfoghi che vengono redarguiti severamente dall’alto, come è successo in questi giorni ad un altro esponente forzista della maggioranza amministrativa.

DAVIDE


davide - Thu 24/05/2007 or 18:33

Latina Oggi ci informa che il 14 Giugno prenderà il via la demolizione di alcune costruzioni abusiva a Minturno, nella zona costiera di Pantano Arenile, dove c'è un abusivismo da far paura... Cmq che #CENSURA#, quanto è lenta la giustizia italiana...

Procuratore capo si sbrighi, cominci a demolire a Cisterna, Doganella, Cori, dove l'abusivimo è ormani imperante.... Faccia sentire a questi delinquenti la forza delle ruspe!!!

Pensate gli italiani stanno aiutando gli afgani a riformare la loro giustizia.. Ma vi rendete conto? Degli asini come noi che dicono agli afgani come fare per non avere giustizia. Loro erano tanto abituati alla efficiente legge del taglione, e noi andiamo ad insegnargli l'impunità, ma che schifo!

DAVIDE

P.S. Vedo che molti leggono questo post, ma non commentono... Tutti abusivi siete? State tutti tremando che possa toccare la vostra ora??


davide - Thu 31/05/2007 or 18:34
Questa mattina sono andato a fare un sopralluogo in Via Egadi, al lido di Latina, per vedere il tanto decantato parco Verde Onda, inauugurato l'8 Maggio. C'è il cartellone dei lavori, con le immagini della demolizione delle catapecchie effettuate nel 2003 e nel febbraio 2007. Tralasciamo il fatto che come vi avevo anticipato, Guercio e compagni lo stanno mandando a mignotte, infatti al posto dell'erba, già stanno crescendo le canne... Tralasciamo il fatto che non si capisce perchè altre catapecchie abusive che affacciano su Via Egadi siano ancora in piedi.... Il fatto grave è che dal ponticello di Via Egadi che scavalca il canale Colmata, guardando in direzione di Via del Lido, si nota una grossa discarica, sulle sponde del canale stesso. Questa discarica è proprio davanti la recinzione (che dà sul canale) di un campeggio. Vi sono ammassati pezzi di plastica, buste, polistirolo, piccoli frigoriferi, pezzi di ferro, probabilmente derivanti dalla demolizione che la forestale ha imposto l'anno scorso ai proprietari dei campeggi. In particolare il proprietario di questo campeggio, ha pensato bene di demolire gli abusi edilizi, e di mettere la monnezza sulle sponde del Colmata... Senza poi tralasciare resti di calcinacci nel tratto di canale che confina con il parco Verde Onda..... Chiedo agli agenti della forestale di andare a verificare e di applicare le dovute sanzioni nei confronti di questo campeggio. DAVIDE P.S. Freddy, lascia questo messaggio in bella vista nell'home page, è importante. Grazie

davide - Thu 31/05/2007 or 18:34
Questa mattina sono andato a fare un sopralluogo in Via Egadi, al lido di Latina, per vedere il tanto decantato parco Verde Onda, inauugurato l'8 Maggio. C'è il cartellone dei lavori, con le immagini della demolizione delle catapecchie effettuate nel 2003 e nel febbraio 2007. Tralasciamo il fatto che come vi avevo anticipato, Guercio e compagni lo stanno mandando a mignotte, infatti al posto dell'erba, già stanno crescendo le canne... Tralasciamo il fatto che non si capisce perchè altre catapecchie abusive che affacciano su Via Egadi siano ancora in piedi.... Il fatto grave è che dal ponticello di Via Egadi che scavalca il canale Colmata, guardando in direzione di Via del Lido, si nota una grossa discarica, sulle sponde del canale stesso. Questa discarica è proprio davanti la recinzione (che dà sul canale) di un campeggio. Vi sono ammassati pezzi di plastica, buste, polistirolo, piccoli frigoriferi, pezzi di ferro, probabilmente derivanti dalla demolizione che la forestale ha imposto l'anno scorso ai proprietari dei campeggi. In particolare il proprietario di questo campeggio, ha pensato bene di demolire gli abusi edilizi, e di mettere la monnezza sulle sponde del Colmata... Senza poi tralasciare resti di calcinacci nel tratto di canale che confina con il parco Verde Onda..... Chiedo agli agenti della forestale di andare a verificare e di applicare le dovute sanzioni nei confronti di questo campeggio. DAVIDE P.S. Freddy, lascia questo messaggio in bella vista nell'home page, è importante. Grazie

davide - Thu 31/05/2007 or 18:43
Ora veniamo al tanto decantato parco Verde Onda di 3 ettari al lido di LAtina. Il cartellone dei lavori riporta degli articoli di giornale del 2003. Ebbene di dice chiaramente che il comune ha 250 ordinanze di demolizione al lido di Latina, e 57 immobili già acquisiti a patrimonio comunale. Ebbene cari tecnici dell'ufficio antiabusivismo, che aspettate a fare queste demolizioni? Come mai in via Egadi ci sono ancora delle catapecchie abusive? Come mai nel parco, mista alla terra ci sono resti di cocci, calcinacci e pezzi di tufo? Non è che gnente gnente una parte dei calcinacci non li avete portati in discarica, ma avete preferirli spargerli sul terreno? DAVIDE

davide - Thu 07/06/2007 or 23:21

Ieri su Latina Oggi è comparso un articolo sul degrado di Via Egadi a firma di Francesca Fusco. Si evince chiaramente il degrado in cui stà tornando quella zona dopo la riqualificazione. Però Latina Oggi aggiorni le foto. La foto grossa è quella dell'inaugurazione, oggi il parco è infestato da erba alta, e canne che stanno spuntando un pò dappertutto....

Ecco il link della notizia

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php


davide - Tue 12/06/2007 or 20:49

Su questo articolo del Corriere, si parla delle dune di Fondi, devastate dagli anni 60 in poi..

http://www.corriere.it/speciali/bruttaitalia/fondi/fondi.shtml"2">

Ad oggi la situazione è leggermente cambiata. Innanzitutto sulla duna di Tumulito, lunga un km, si stanno effettuando le demolizioni e la ricostruzione della duna. Sono state demolite tutte le costruzioni fino a 70 m dal mare. La seconda fase consisterà nella demolizione delle costruzioni fino a 200 m dal mare, mentre la terza fino ai 300 m, limite segnato dalla Legge Galasso.
E' di circa un mese fà la notizia che finalmente la Corte di Cassazione ha ritenuto abusiva l'Isola dei Ciurli, che dunque dovrà essere al più presto acquisita dal Comune di Fondi e poi demolita.
Il procuratore Mancini ha assicurato che si adopererà affinchè il Comune trascriva al più presto la proprietà al catasto.
Riguardo invece la zona dei prefetti, in questi anni anni non si è mai parlato di demolizioni, anche se moltissimi cittadini dicono che visto le demolizioni sono state avviate, ora bisogna andare fino in fondo... e demolire tutto.

 

DAVIDE


anaclerio - Tue 19/06/2007 or 15:13

Sono state portate a termine ieri, le demolizioni di 5 costruzioni abusive a Minturno. Mi sarei aspettato grosse demolizioni, invece hanno demolito delle catapecchie allo stato grezzo, che i giornali si ostinano a chiamare "ville". Ma questi giornalisti l' hanno mai vista una villa? O vivono anche loro in catapecchie del genere?

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Martedì 19 Giugno 2007 Chiudi chiudi finestra

Ruspe in azione ieri mattina in località Pantano Arenile a Marina di Minturno, per l’abbattimento di manufatti abusivi costruiti in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico che l’ufficio tecnico del Comune di Minturno ha ritenuto insanabili. Le demolizioni annunciate recentemente dal sindaco Giuseppe Sardelli e dal delegato all’Urbanistica Maurizio Faticoni, hanno interessato, in un primo momento, solo cinque immobili, tutti di piccola dimensione, appartenenti ad un unico proprietario. E solo nei prossimi giorni la stessa sorte toccherà ad altri cinque manufatti ubicati nelle vicinanze. Pertanto, ieri, via ai primi lavori di demolizione che si sono svolti senza alcun problema sotto la supervisione degli uomini della Guardia di Finanza, della Polizia, dei Carabinieri e dei Vigili Urbani. Le costruzioni realizzate in uno spazio ridottissimo di terreno, sotto l’ombra di alcuni pini, a pochi metri dalla foce del Garigliano, si sono sgretolate, fino a diventare un cumulo di macerie, sotto i colpi della pala meccanica. Gli edifici sequestrati nel 2005 erano privi del tetto, ma con le pareti già completate. L’iniziativa di ieri, oltre all’azione di controllo delle forze dell’ordine in un territorio vessato da anni dal “mattone selvaggio”, si inserisce a pieno titolo nella lotta agli abusivisti edilizi sempre pronti in qualsiasi stagione dell’anno a portare a termine manufatti illegali. E’ indispensabile una maggiore sensibilizzazione verso le tematiche ambientali ma anche la promozione del principio di legalità.
A.Cuo.

Ecco una foto della ruspa in azione:

http://www.ilmessaggero.it/view.php"http://www.ilmessaggero.it/20070619/foto/1784.jpg" alt="" width="600" height="531" align="center" />

ANACLERIO


anaclerio - Tue 19/06/2007 or 15:19

CMQ SIA ci aspettiamo dalla procura di Latina ben altre demolizioni, di ben altra volumetria

ANACLERIO


anaclerio - Thu 21/06/2007 or 23:27

Evvai, un altro sequestro a Ponza. Hanno sequestrato un manufatto di 300 m quadri, che è stato raddoppiato rispetto alla originale volumetria. Ma la domanda sorge spontanea: i vigili urbani dov'erano? Alla processione con Marrazzo, il sindaco di Ponza e Ventotene, a festeggiare il patrono di Ponza? Perchè si è permesso che si terminassero i lavori? Perchè si è dovuto attendere la Guardi di Finanza?

Procuratore Mancini faccia di questo caso un caso esemplare, come la Villa della sopraintente Affanni, sempre a Ponza. Faccia demolire immediatamente questi scempi!!

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Giovedì 21 Giugno 2007 Chiudi chiudi finestra
di GIOVANNI DEL GIACCIO

I primi clienti erano attesi per il fine settimana. Tutto esaurito, da qui a settembre, per una struttura che sarebbe stata fra le più moderne dell’isola in località “Montagnella”, con un panorama mozzafiato su Cala Feola. Peccato che il residence in fase di ultimazione a Ponza fosse abusivo, al punto che è stato sequestrato l’intero immobile. Ad accorgersi dell’ampliamento quantomeno singolare rispetto al manufatto già esistente sono stati gli uomini della guardia di finanza della brigata di Ponza, comandati dal maresciallo Arturo Rinaldi e diretti dal comandante della compagnia di Formia, capitano Alessandro Lo Bello. Un’azione contro l’abusivismo edilizio che le fiamme gialle portano avanti da tempo e che in particolare sull’isola è stata intensificata alla vigilia della stagione estiva. Il residence con 15 miniappartamenti che avrebbero potuto ospitare quattro persone ciascuno è stato realizzato secondo gli investigatori contravvenendo alle norme urbanistiche e ambientali.
 Un permesso, per la verità, la titolare del residence, una donna di Ponza di 57 anni ufficialmente senza un lavoro, ce l’aveva. Gli alloggi, infatti, sono stati ricavati da un'unica struttura in cemento di circa 300 metri quadri ma con una volumetria risultata doppia rispetto a quella prevista per la ristrutturazione del manufatto preesistente che era stata, appunto, autorizzata. La donna è stata denunciata, insieme a lei anche il responsabile della ditta, un imprenditore di Formia di 62 anni, che stava eseguendo le opere e il direttore dei lavori, di Ponza, di 60 anni. Sono accusati tutti e tre di concorso in abusivismo edilizio.
 Al momento dell’intervento i finanzieri hanno sorpreso un gruppo di operai intenti a completare i lavori, gli ultimi ritocchi prima di ospitare i clienti. Sulla posizione degli operai saranno svolti ulteriori accertamenti per verificare se fossero in regola o meno. Con il sequestro dell’immobile, comunque, “salta” un giro d’affari di non poco conto. Affittare un miniappartamento per una settimana sarebbe costato 2.000 euro, mentre per un mese si arrivava a 6.000. Moltiplicare queste cifre per quindici e si arriva a somme ragguardevoli, di fronte alle quali si è tentato forse di “provare” la strada dell’abusivismo con vista. Lavori che sarebbero irregolari, però, e che non sono sfuggiti alla finanza. L'operazione, comunque, si inquadra in un più ampio filone investigativo  intrapreso sin dallo scorso anno sull’isola e che aveva portato già a numerosi sequestri legati all’abusivismo edilizio.

 

 ANACLERIO


anaclerio - Fri 29/06/2007 or 14:30
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di GAETANO CARNEVALE

Da circa quarant’anni Selva Vetere ha rappresentato la fortuna politica ed economica di tanti personaggi. Sui circa 400 ettari di terreno demaniale soggetto ad uso civico si sono imbastite decine di campagne elettorali e mirabolanti promesse di uno sviluppo turistico-balneare, che avrebbe rappresentato la nuova fonte di occupazione e di reddito, superiore a quella di un Centro Agroalimentare all’Ingrosso-Mof spesso annaspante in crisi di mercato. Le ultime demolizioni di case, ville e catapecchie sorte abusivamente sulla duna e sui terreni di Selva Vetere stanno suscitando polemiche e contestazioni sicuramente fuori luogo dal punto di vista giurisprudenziale. Alcuni occupatori abusivi, che si sono visti demolire un fabbricato, ricorrono ancora a tutte le istanze della magistratura tentando di far passare l’iniziativa demolitoria dell’amministrazione comunale come un vero e proprio abuso per il quale richiedono risarcimenti multimilionari in quanto si tenta di negare addirittura la natura demaniale di Selva Vetere. Una questione tanto semplice per la legge del 1927, insomma, viene ingarbugliata da fumose interpretazioni e da “grida” di manzoniana memoria. Il legale di fiducia in materia di uso civico del Comune di Fondi, Antonio Cardinale, ha emesso un comunicato stampa insieme con il sindaco Luigi Parisella per contrastare azioni, che creano tra l’altro “ingiuste aspettative nei responsabili degli abusi”. Intanto, “dalla decisione della Commissione feudale n. 56 del 1809 alla decisione n. 87 del 2005 – scrive l’avvocato Cardinale – è sempre stata affermata la natura di demanio di uso civico dei terreni di Selva Vetere”. E quand’anche “i terreni interessati dagli ordini di demolizione fossero dichiarati privati, anche se nessun atto di legittimazione o conciliazione risulta nel tempo, occorre ribadire che le demolizioni sono state eseguite per la violazione della normativa urbanistica, come Tar e Consiglio di Stato più volte investiti della questione hanno affermato”.

ANACLERIO


anaclerio - Fri 29/06/2007 or 14:36

Ma infatti non si capisce tutta questo astio degli occupatari, che non vogliono mettersi l'anima in pace, ma continuano a chiedere risarcimenti miliardari....

Se quelle case erano abusive e senza condono, andavano demolite, indipendentemente dal fatto che il terreno sul quale sono state costruite fosse privato o di uso civico... Anzi visto che in mano non hanno nessuna concessione in sanatoria, mi viene il forte dubbio che la domanda non gli è mai stata accolta dal Comune proprio perchè le case erano costruite su terreno di uso civico...

Renato tu che ne pensi?

E' possibile che anche a Sabaudia nelle zone di uso civico di Molella, Mezzomonte e Palazzo vengano demolite le case abusive, anzichè predisporre una variante di recupero?

ANACLERIO


anaclerio - Fri 29/06/2007 or 21:18

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Venerdì 29 Giugno 2007 Chiudi chiudi finestra
E’ arrivata la polizia ieri nell’hotel di Sperlonga del presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani. Gli agenti del commissariato di Gaeta hanno sequestrato su richiesta della Procura della Repubblica, il provvedimento è stato emesso dal gip Giuseppe Cario, due locali interrati dell’albergo di cui l’amministratore di Forza Italia è titolare in società con il suocero, Aldo Erasmo Chinappi. L’hotel “Grotta di Tiberio” è al centro di un’inchiesta della Procura di Repubblica di Latina avviata nel maggio del 2005 e che ieri ha portato all’apposizione dei sigilli nel magazzino e nella cella frigorifera che si trovano nei locali interrati dell’albergo. La richiesta di sequesto preventivo è stata firmata nei giorni scorsi del sostituto procuratore Raffaella De Pasquale che indaga, su delega del Procuratore capo Giuseppe Mancini, da quasi due anni.
Una vicenda che parte da lontano, l’indagine infatti è partita dall’esposto di un consigliere di opposizione al Comune di Sperlonga. Da allora si sono susseguiti esposti e denunce, anche Cusani ne ha presentate diverse, per violazione del segreto istruttorio.
Problemi di cubature, di vincoli, di distanze non rispettate secondo la minoranza di Sperlonga. Difformità ravvisate anche dalla Procura, tanto che ieri la polizia si è presentata all’hotel “Grotta di Tiberio” ed ha sequestrato i due locali per un totale di 150 metri quadrati su un’opera che complessivamente supera i mille metri. Dunque un sequestro che riguarda due locali tecnici, l’albergo infatti continua regolarmente a funzionare.
Cusani non ha voluto fare commenti, ma dal suo staff sottolineano che si tratta di una vicenda cominciata nel 2005 e che gli atti sono coperti da segreto istruttorio, ricordano inoltre che in proposito è stato chiesto anche l’intervento della Regione, tanto che l’area vigilanza ha effettuato nell’inverno scorso un’ispezione che però si è conclusa favorevolmente per la società titolare dell’albergo. Insomma una vicenda complicata, di indagini, politica, colpi di scena. Ora non resta che aspettare l’esito degli accertamenti in corso.
ANACLERIO

renatosd - Sat 30/06/2007 or 09:10
anaclerio ha scritto:

Se quelle case erano abusive e senza condono, andavano demolite, indipendentemente dal fatto che il terreno sul quale sono state costruite fosse privato o di uso civico... Anzi visto che in mano non hanno nessuna concessione in sanatoria, mi viene il forte dubbio che la domanda non gli è mai stata accolta dal Comune proprio perchè le case erano costruite su terreno di uso civico...

Renato tu che ne pensi?

E' il dramma insito nell'aspettativa delle sanatorie. Ovvero si è creato il convincimento che si potesse fare tutto dovunque senza titolo tanto con la sola presentazione della sanatoria si sarebbe acquisito il diritto.

In realtà è quasi impossibile da far capire che l'aver presentato sanatoria e quindi l'aver investito tutti i propri risparmi in un opera illegittima, non da automaticamente il Diritto ad avere la concessione. In molti ... troppi ... hanno fatto abusi ovunque con questo falso convincimento. L'equivoco sta nel non aver spiegato che resta la discrezionalità di rilascio per la verifica di Vincoli, usi civici e quant'altro. Ma è ovvio che dovendo speculare sull'illecito i governi passati non sono andati tanto per il sottile con duplice effetto:

- incassare anche da chi non avrebbe dovuto neanche presentare la sanatoria e senza obbligo di rimborso ... anzi con l'autodenuncia avrebbero potuto anche sanzionare ulteriormente i "poveri ignari".

- esercitare un ennesimo potere discrezionale tenendo per anni queste persone in sospeso sotto il ricatto che un cambio di amministrazione avrebbe potuto mettere in discussione quello che i proprietari ritenevano un loro diritto. In questo modo gli uffici sanatorie hanno esercitato ed esercitano tuttora un subdolo potere ricattatorio elettorale e di favore ..... un pasticciaccio brutto tutto italiano (e salvatore gongola alle mie affermazioni).

renato malinconico


anaclerio - Sun 01/07/2007 or 14:49

Ma infatti Renato, io non capisco come può uno investire tutti i suoi risparmi per farsi una casa abusiva, magari al mare sulla battigia e poi sperare di farla franca.... Perchè poi succede che gli abusi vengono demoliti, passano 30 anni, ma statene certi che vengono demoliti, soprattutto quando c'è un procuratore della repubblica scrupoloso che esige il rispetto della Legge da parte dei Comuni e dei cittadini....

Per me è da idioti buttare centinaia di milioni in costruzioni che hanno la spada di damocle di poter essere un domani demolite. Non riesco a comprendere come fà questa gente a dormire la notte. Invece di fare le cose nella legalità, mettendosi in una botte di ferro, per fare prima fanno gli abusi.

Ma poi non si vengano a lamentare, non si diano fuoco quando le ruspe arrivano sotto casa per fare il proprio dovere. Se la sono proprio cercata! Chi è causa del suo mal pianga se stesso...

Inoltre un abusivo, prima di fare un abuso è meglio che si studi a fondo tutte le leggi sull'urbanistica, deve sapere già prima che abusi fatti in zona vincolata sono incondonabili....

Ma spesso la gente è ignorante, e quando legge sui giornali che è stata approvato un condono, pensa che si possa fare di tutto, ovunque...

ANACLERIO


anaclerio - Sun 01/07/2007 or 14:55

Riguardo il potere subdolo e ricattatorio degli uffici preposti alla sanatoria, sono perfettamente d'accordo. E' per questo che secondo me la materia dei condoni deve essere tolta dalla giurisdizione dei comuni. Essendo l'abuso edilizio un reato penale, è la magistratura che in base alle leggi deve decidere chi è abusivo e può essere condonato, e chi è abusivo e a cui và demolita l'opera.

Nel primo caso la magistratura emetterà solo una sanzione penale o amministrativa, nel secondo caso sanzione + demolizione.

Le demolizioni dovranno essere fatte eseguire dal Tribunale o dalla procura della Repubblica, che si avvarrà dei mezzi del genio militare.

ANACLERIO


anaclerio - Mon 02/07/2007 or 12:36

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Lunedì 02 Luglio 2007 Chiudi chiudi finestra
Il piano regolatore era solo adottato ma non ancora approvato dalla Regione e quella variante per un agriturismo che in realtà celerebbe una vera e propria lottizzazione non poteva essere effettuata. E’ per questo che la Procura di Latina ha invitato a comparire il sindaco di Sonnino, Gino Cesare Gasbarrone, il suo vice ed ex primo cittadino nonché consigliere provinciale Roberto Migliori e il tecnico comunale Antonio Dei Giudici. Sono indagati in concorso tra loro per abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falso ideologico.
Saranno interrogati nei prossimi giorni. Secondo la Procura, il caso è seguito dal sostituto Giuseppe Miliano, lo stesso che si occupa del “Villaggio del Parco” di Sabaudia, dietro a quell’agriturismo si nasconde una lottizzazione abusiva per un valore da 20 milioni di euro. Nell’area in località “Capezzòli” doveva sorgere una struttura destinata a rilanciare le sorti economiche e turistiche del centro - queste almeno le intenzioni espresse quando la delibera venne approvata - ma il magistrato avrebbe trovato ben altro.
Dopo l’approvazione a luglio 2002 della delibera che, in variante al piano regolatore che ancora non c’era, consentiva il complesso agro-ricettivo ci sarebbero state delle irregolarità. La prima è legata alla strada che metteva in collegamento l’agriturismo con il paese. Era abusiva e fu “sanata”, c’era già un’indagine che adesso confluisce in questa. Il sostituto procuratore I contesta ai tre l’illegittimità della concessione in sanatoria della strada abusiva, poiché non è prevista dal piano regolatore, tantomeno dal progetto originario della struttura da costruire a Capezzòli. Ma soprattutto la strada è stata realizzata - secondo l’accusa - su suolo pubblico, quindi il Comune doveva ordinare la sospensione dei lavori e il ripristino dei luoghi, mentre emise la concessione in sanatoria.
Poi c’è il progetto vero e proprio: 18 villini da circa 100 metri quadrati, 38 mini-appartamenti, un ristorante-pizzeria da 1.600 metri quadrati, un centro commerciale, maneggio, piscina e bar. Peccato che sia in variante a un piano regolatore che era inesistente al momento del voto. L’approvazione del piano di Sonnino è recentissima ma la presunta lottizzazione era stata già deliberata. Nei prossimi giorni i vertici dell’amministrazione comunale e il tecnico dovranno presentarsi in Procura accompagnati da un avvocato e potranno esporre il loro punto di vista sulla questione.

ANACLERIO


anaclerio - Mon 02/07/2007 or 13:10

Ieri sulla prima pagina de IL TEMPO Cronaca di Latina, vi era scritto "Sanatorie al lido, il Tar respinge i ricorsi", Battistini a pag 30.

Ebbene sul sito de Il TEMPO non sono riuscito a trovare nessun articolo datato 1 Luglio, solo articoli del 30 Giugno, non trovando naturalmente l'articolo di Battistini.

Gli altri giornali invece non ne parlavano.

Ebbene qualcuno di voi ha letto l'edizione cartacea? Sono state respinti finalmente i ricorsi contro le demolizioni al lido di Latina? Se si, quante demolizioni dovranno essere effettuate?

ANACLERIO

p.S. Se qualche giornalista de Il Tempo che segue i forum di www.q4q5.it facesse la cortesia di pubblicare questo articolo in questo forum, saremmo immensamente grati.


anaclerio - Thu 05/07/2007 or 14:41

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=447820&Sectionid=8 

Demolizioni mai eseguite e abusi, indagini a Rio Martino

di CLEMENTE PISTILLI



LATINA — L’area di Rio Martino si avvia verso la bonifica totale? Dopo il terremoto scaturito dai sequestri delle darsene compiuti dalla Procura è scoccata l’ora anche per le strutture presenti sul piazzale del molo? Lungo sopralluogo, ieri mattina, nel ristorante «L’Albatros».
Sono durati a lungo, ieri, gli accertamenti della polizia municipale e dei tecnici del Comune nel ristorante «L’Albatros», gestito dalla famiglia Muraro. Vicino al rudere di «Pesce d’oro», il locale oggetto del sopralluogo è l’unico ancora attivo a Rio Martino, sul grande piazzale costellato da buche simili a crateri, un’area presa spesso a simbolo del degrado del lungomare.
A Rio Martino si parla da tempo di riqualificazione e soprattutto della bonifica da tutti quegli abusi che, nel tempo, hanno imbruttito e deturpato uno degli angoli più interessanti e delicati del Parco Nazionale del Circeo. Dopo i sigilli alle darsene, il progetto del ricongiungimento delle aree umide di valore internazionale è apparso più vicino. Forti, però, le proteste sullo stato del piazzale del molo e sulle strutture lì presenti. Non è mancato chi ha fatto notare che, mentre per i pontili un intervento era stato compiuto, restava lo scandalo del «Pesce d’oro». Ma anche che, all’«Albatros», le demolizioni ordinate di diversi abusi edilizi non erano mai state eseguite.
A suscitare ora l’interesse della Municipale sarebbero stati anche altri abusi edilizi spuntati fuori nel locale. Ieri sarebbe stata valutata la consistenza dell’intero immobile, verificando quel che era stato tirato in piedi con la documentazione in mano ai tecnici del Comune.
Una fase di studio, in cui i vigili urbani stanno valutando eventuali provvedimenti da prendere.

martedì 13 gennaio 2004

ANACLERIO

PS.: Ancora un appello al procuratore. Faccia demolire gli abusi al più presto, sulle coste, in pianura e in montagna! Siamo stufi di questi furbi!


anaclerio - Sun 08/07/2007 or 21:49

Il Tar di Latina, ha respinto l'istanza di sospensiva presentata contro il diniego di condono del Comune di Terracina, per un fabbricato posto in area vincolata.

Fà piacere leggere queste sentenze, il Tar dia al più presto risposta a questa materia, augurando che vengano respinti il numero maggiore di ricorsi, ed effettuate le relative ordinanze di demolizione

http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Latina/Sezione%201/2007/200700544/Provvedimenti/200700462_05.XML

N. 00462/2007 REG.ORD.

N. 00544/2007 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

Sul ricorso numero di registro generale 544 del 2007, proposto da:
Francesco Ieva, rappresentato e difeso dall'avv. Vinicio Gavazzi, con domicilio eletto presso Vinicio Avv. Gavazzi in Latina, via G.B. Vico N. 46;

contro

Comune di Terracina, rappresentato e difeso dall'avv. Luigia Lazzaro, con domicilio eletto presso Daniela Avv. Gentile in Latina, piazza Mercato N. 11;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

PROVV.TO PROT.N.81412 DATATO 13.03.2007 DI DINIEGO ISTANZA DI CONDONO EDILIZIO..

 

 

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;

Visto l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Terracina;

Visti gli artt. 19 e 21, u.c., della legge 6 dicembre 1971, n. 1034;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 29/06/2007 il dott. Giuseppe Rotondo e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

 

 

Considerato che i motivi di ricorso appaiono destituiti di fumus di fondatezza ove si consideri la natura vincolata dell’area in cui ricadono le opere oggetto del denegato condono (art. 3, legge regionale Lazio n. 12/2004);

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione di Latina, respinge la suindicata domanda di sospensione.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 29/06/2007 con l'intervento dei signori:

 

Franco Bianchi, Presidente

Santino Scudeller, Consigliere

Giuseppe Rotondo, Primo Referendario, Estensore

Da Assegnare Magistrato, Consigliere

 

 

 

 

 
 
L'ESTENSOREIL PRESIDENTE
 
 
 
IL SEGRETARIO


anaclerio - Mon 09/07/2007 or 18:16

Emblematico il caso di alcune sentenze sfavorevoli al Comune di Terracina, pubblicate nei primi mesi del 2007. Vi sono varie sentenze tutte fotocopia che fanno riferimento a ricorsi al Tar nel 1998 (n. 871, n. 872, n. 996 ecc.) contro ordinanze di demolizione emanate dal Comune di Terracina nel 1998.

Ebbene queste ricorsi sono stati dichiarati irricevibili e le relative ordinanze di demolizione sospese, in quanto era stata presentata domanda di condono ai sensi dell'ultimo condono edilizio (legge 326/2003).

Ebbene si presume che il Comune di Terracina aveva emanato quelle ordinanze a seguito di rigetto di istanze di condono presentate ai sensi del primo condono edilizio (legge 45/1985) e del secondo (legge 724/1994).

Ora è altamente probabile, essendo l'ultimo condono più rigido degli altri 2, che quelle stesse opere abusive siano respinte un'altra volta, e riemessa un ulteriore ordinanza di demolizioni.

Insomma dove voglio arrivare. Si potevano evitare queste lungaggini, se solo il Tar avesse pronunciato le sentenze prima della legge 326/2003 e il comune avesse fatto le relative demolizioni.

In questo modo invece, a causa dell'intasamento del Tar, vi è di fatto una dilazione delle sanzioni emesse dal comune.

Cmq sia pare che di anno in anno, i ricorsi pendenti al Tar di Latina diminuiscano sempre più ed a fine 2006 ci sono 10800 ricorsi pendenti. Visto che ogni anno le sentenze superano i nuovi ricorsi, si prevede che nel giro di 7-8 anni il malloppo di arretrato sarà smaltito, e ci si potrà dedicare solamente ai ricorsi più recenti.

Ed allora per gli abusivi non ci sarà più scampo!!

Tu Renato che ne pensi?

ANACLERIO

PS: Renato ho visto che molti ricorsi sono contro il diniego di sanatoria ed altri contro il diniego di condono. Qual'è la differenza

 


anaclerio - Wed 11/07/2007 or 11:35

Bene, bene, ieri su ordine del procuratore Mancini, il Nipaf ha messo i sigilli a 5 camping al lido di Latina. Questi gestori non hanno rimosso gli abusi edilizi, eppure la procura di Latina e il Comune di Latina gli avevano dato tutto l'inverno per adeguarsi.

Certo se hanno la capoccia dura, peggio per loro!! Qualcuno si domanda come mai i sequestri li fanno in piena stagione estiva, con dentro i clienti..

E' normale, si fà così, così il danno per i campeggiatori è massimo e si dà l'esempio anche agli altri, che vogliono fare abusi. Se questi non li tocchi nelle tasche, se ne fregano delle leggi!

Se il sequestro lo avrebbero fatto in pieno inverno, senza nessun cliente, loro non avrebebro avuto nessun danno, e una volta dissequestrati avrebbero continuato come prima...

Bene procuratore avanti così, ora però vogliamo vedere un pò di ruspe al Lido abbattere le case abusive.

ANACLERIO


anaclerio - Wed 11/07/2007 or 13:20

http://parvapolis.panservice.it/index.php"justify">Continua la lotta all'abusivismo edilizio da parte dei Carabinieri di Latina. I militari su Via Gorgoglicino hanno accertato che in area già sottoposta a sequestro era stato costruito un manufatto di circa 40 mq per un valore di 30mila euro completo di scarico acque reflue, in totale assenza di concessione edilizia. Così, sono stati deferiti in stato di libertà per i reati di abusivismo edilizio, violazioni dei sigilli ed inquinamento ambientale D.R.A. 33 anni, D.R.A. 35enne, A.M. 36enne e S.E. 28enne.

Roberta Colazingari

ANACLERIO


anaclerio - Thu 12/07/2007 or 23:15

Se il Demanio Marittimo venisse esteso alle ville sorte attorno il lago di Sabaudia, vi sarebbe il concreto rischio che queste debbano essere demolite. E' quanto sostengono i legali di Scalfati

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1235623&Sectionid=8&EditionId=3

Due gru imbriglieranno la nuova ammiraglia dei Cantieri InRizzardi
TI@%@di ROMANO TRIPODI SABAUDIA — Nei prossimi giorni due gigantesche gru da 20 tonnellate ciascuna imbriglieranno la nuova "ammiraglia" dei Cantieri "InRizzardi" e la adageranno dolcemente sulla superfice del lago di Paola, a Porto del Bufalo. Da quel momento il "Technema 120", lungo 40 metri; alto 12 con due ponti e mezzo, sarà pronto per prendere il mare. Ma per farlo dovrà attendere che la Conferenza dei servizi, sollecitata ormai da tutte le parti politiche, anche se con alcuni distinguo, dia il nulla-osta alla costruzione di una nuova e moderna chiusa che, secondo quanto spiega Gianfranco Rizzardi e confermano i tecnici, non avrebbe alcun impatto sull’ambiente dal momento che nulla verrebbe modificato del lago sotto il profilo naturalistico. Ed a questo riguardo i Cantieri Rizzardi sollecitano una risposta chiara e definitiva da parte della Amministrazione comunale e del nuovo sindaco Sandro Maracchioni. In caso contrario il "Technema 120", il primo dei cinque commissionati da un armatore greco per un importo complessivo di quasi 50 milioni di euro, rimarrebbe a tempo indeterminato "prigioniero" del lago e nel lago. Questa la premessa di natura tecnica ma la sentenza con la quale, il 15 dicembre 2006, la terza sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, respingendo la richiesta di dissequestro dei pontili della Darsena di Scalfati, ha sancito la natura pubblica del lago e la sua appartenenza al Demanio Marittimo, ha innescato un precedente che potrebbe essere dirompente non soltanto per le imprese della famiglia Scalfati, di fatto bloccate, ma per tutti i proprietari di case, ville ed altri beni immobili che insistono sulle sponde del lago. Una precedente sentenza emessa il 19 marzo 1984 dalla stessa Corte di Cassazione, in sede civile, negava l’esistenza del demanio marittimo per due motivi: la presenza di chiuse, regolabili dalla proprietà e la mancata navigabilità del lago. La presenza della azienda vallicola era la naturale negazione al concetto di quel "libero transito" che caratterizza ogni area porto e dello stesso demanio marittimo. «Abbattere l’attuale chiusa, visto che le imprese Scalfati sono attualmente bloccate da un duplice sequestro, significherebbe far venir meno, d’un colpo solo, proprio quelle condizioni che avevano indotto nel 1984 la Corte di Cassazione a negare l’esistenza del demanio marittimo nel lago. In altre parole la demolizione degli impianti di pesca nonché della chiusa addetta alla regolazione dei flussi idrodinamici nonché del fondale del canale, modificherebbe stabilmente proprio gli assunti della suddetta sentenza estendendo il demanio marittimo sul lago di Paola a tutte le edificazioni ed a tutti gli immobili realizzati sino ad oggi, in ogni circostanza ed a qualsivoglia titolo sulle sue sponde con conseguente rischio di demolizione» spiega Alfredo Scalfati in base al parere espresso dai suoi legali. Un’ipotesi a dir poco drammatica che non avrebbe ragione d’essere qualora il lago diventasse di proprietà della Regione o del Comune. Enti che dovrebbero comunque inserire il problema Rizzardi in un più articolato progetto di fruibilità pubblica del lago di Paola e di bonifica della duna retrostante.

giovedì 12 luglio 2007

ANACLERIO

PS.. Potreste anche intervenire ogni tanto, anzichè leggere soltanto!


anaclerio - Sat 21/07/2007 or 16:49

Il Messaggero dice che l'Hotel Cusani è stato dissequestrato in quanto il Tribunale del Riesame non ha ravvisato l'urgenza del provvedimento di sequestro. Mi sembra che non sia entrati assolutamente nel merito, ma aspettiamo le motivazioni. Cmq pare che la faccenda rimanga aperta...

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Sabato 21 Luglio 2007 Chiudi chiudi finestra
Saranno tolti questa mattina i sigilli posti il 28 giugno scorso a due locali interrati dell’Hotel “Grotta di Tiberio” a Sperlonga perché ritenuti abusivi. Il Tribunale del Riesame ha infatti accolto ieri il ricorso presentato dall’avvocato Corrado de Simone per conto dei proprietari, il presidente della Provincia, Armando Cusani e il suocero Aldo Erasmo Chinappi. Bisognerà però attendere le motivazioni del provvedimento dei giudici Parasporo (presidente e relatore), Di Nicola e Chirico per avere il quadro più chiaro di una situazione che aveva sollevato polemiche e che aveva assunto risvolti politici, visto che proprio dall’esposto di un consigliere di opposizione al Comune di Sperlonga era nato il caso giudiziario.
Il sequestro (dei soli locali interrati adibiti a magazzino, 150 metri quadri su un totale di oltre mille dell’intera struttura) era scattato al termine di due anni di indagini e accertamenti. Un tempo esageratamente lungo per un presunto abuso urbanistico sul quale si erano anche espressi i tecnici della Regione che non avevano invece rilevato irregolarità.
La contestazione mossa subito dalla proprietà era relativa al fatto che, secondo loro, i locali interrati adibiti a magazzini non comportano un aumento dei carichi urbanistici e che quindi non necessitano di autorizzazioni. L’avvocato de Simone ha aggiunto, nella sua memoria difensiva presentata ieri in udienza, ulteriori elementi di valutazione, primo su tutti il fatto che per un problema di abusivismo grave tra la richiesta del pm e il provvedimento del gip sono trascorsi due mesi. Un tempo troppo lungo che non giustifica l’urgenza. Inoltre il legale ha anche insistito sul particolare, non certo irrilevante, che i tecnici degli uffici regionali competenti avevano effettuato, a febbraio del 2006, un sopralluogo nell’albergo e redatto una relazione di quattro pagine nella quale si sosteneva che la struttura era in regola con la normativa urbanistica regionale e nazionale.
E invece era arrivato il provvedimento di sequestro ma solo di due locali “tecnici” adibiti a magazzino.
Il presidente della Provincia, e contitolare dell’albergo grotta di Tiberio, Armando Cusani ha ritenuto di non dover fare commenti ora, così come quando aveva subito il provvedimento di sequestro.
Caso chiuso? Certamente no, poiché il procedimento resta aperto anche se il provvedimento del Riesame fa spostare l’ago della bilancia. Resta da vedere, in attesa delle motivazioni, quali saranno le reazioni politiche a questo fatto che, sulla base del clamore suscitato dal sequestro, assume il valore di un vero e proprio colpo di scena. Al contrario.
G.Cop.

ANACLERIO

P.S.: Certo che fate a botte per intervenire nella discussione... Me cojoni!!


anaclerio - Sun 19/08/2007 or 16:16
http://www.ilmessaggero.it/view.php Mercoledì 15 Agosto 2007 Chiudi Un abuso “coperto” da terra, canne e arbusti. Una sorta di bunker ancora ben nascosto e che sarebbe emerso a lavori ultimati, quando sulla via Panoramica, con una vista mozzafiato su Chiaia di Luna, sarebbe spuntato dal nulla un appartamento di circa cento metri quadrati. Magari ne avrebbero ricavato più stanze per un affare che l’estate prossima sarebbe stato di non poco conto trattandosi dell’isola lunata. Invece l’abuso edilizio è stato scoperto e ora moglie e marito, ottantenni, sono stati denunciati oltre che per abusivismo anche per violazioni di carattere ambientale. A scoprire il tutto sono stati gli uomini della Guardia di Finanza, i quali procedono gli accertamenti per verificare se in realtà gli anziani coniugi non fossero semplicemente dei prestanome per quell’abuso. I militari della stazione di Ponza, nel corso di specifici controlli predisposti dal comando provinciale di Latina e da quello della compagnia di Formia, sono stati insospettiti da un anomalo riversamento di terra e materiali inerti di scarto su un'area di circa mille metri quadrati. I materiali di risulta risultavano troppo ben distribuiti sul terreno tale da renderlo perfettamente pianeggiante. Strano per una zona che in realtà almeno qualche imperfezione doveva averla. E’ bastato approfondire meglio ed è emersa la “sorpresa”. Dopo aver individuato i proprietari del terreno i militari hanno proceduto ad un sopralluogo della zona e al di sotto del piano di calpestio è saltata fuori l'abitazione. C’era l’inmtera armatura di cemento, con le pareti esterne già tamponate, dentro la distribuzione degli impianti. Si doveva ancora lavorare molto in quel tratto incastonato nella roccia ma con quella copertura difficilmente qualcuno se ne sarebbe accorto. All’improvviso la casa sarebbe spuntata e il “gioco” riuscito. Ma è stato scoperto tutto. L'abuso ha comportato, tra l’altro, la distruzione di parte della macchia mediterranea della zona, che è stata sottoposta a sequestro. ANACLERIO

anaclerio - Sun 19/08/2007 or 16:19
http://www.ilmessaggero.it/view.php Mercoledì 15 Agosto 2007 Chiudi di GAETANO CARNEVALE Gli abusivi del demanio di Selva Vetere dovrebbero finalmente arrendersi e non impegnare ancora le casse comunali in tanti costosi ricorsi giudiziari. Anche la Corte d’Appello di Roma, infatti, con sentenza numero 11 del 15 giugno scorso, depositata solo qualche settimana fa, ha dichiarato inammissibile il ricorso degli occupatori dei terreni demaniali contro le decisioni prese dal commissario per gli usi civici del Lazio, Franco Carletti, nel dicembre 2005. Gli occupatori, che erano stati raggiunti da ordinanze di abbattimenti di costruzioni anche faraoniche perfino sulla duna, hanno giocato l’ultima carta contestando addirittura la natura demaniale dei terreni, scavando negli archivi di mezza Italia e producendo documenti, peraltro già ampiamente conosciuti, risalenti al 1809. La sentenza della Corte d’Appello ora certifica un’azione importante delle amministrazioni comunali di Fondi, che si sono battute nel tempo contro le illegalità e l’abusivismo edilizio nel demanio di Selva Vetere, che hanno degradato all’inverosimile la fascia demaniale del litorale fondano. In particolare, la sentenza permette all’amministrazione di Palazzo San Francesco di continuare l’opera di demolizione di altri manufatti fuori legge e «di attuare – come ribadisce il comunicato stampa del Comune - il progetto di ripristino della duna». Tra l’altro, gli occupatori ricorrenti, che avevano avanzato «anche minacciose richieste di risarcimento milionario – dice l’avvocato di Palazzo San Francesco, Antonio Cardinale – dovranno pagare le spese legali al Comune di Fondi e alla Regione, anch’essa chiamata in causa». L’amministrazione ribadisce, infine, che continuerà l’opera di demolizione forse già da settembre in tutta la zona costiera di Selva Vetere. ANACLERIO

anaclerio - Sun 26/08/2007 or 21:35

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1267490&editionId=3&SectionId=8

TI@%@di ORAZIO RUGGIERI FONDI — Riprenderanno nel mese di settembre le ruspe a "bonificare" ...
... la duna del litorale fondano. Il progetto che l'amministrazione comunale ha perseguito con tanta tenacia e che ha trovato dell'arch. Martino Di Marco il curatore tecnico che ha "istruito" l'iter specifico, ha aggiunto, al suo "arco" un'altra freccia: la sentenza n. 11 del 15 giugno scorso, depositata il 19 luglio. Nel testo, la Corte d’ Appello di Roma, Sezione specializzata per gli usi civici, ha respinto, dichiarandolo «inammissibile, l’appello proposto dagli occupatori dei terreni di Selva Vetere, fogli 87 e 88 contro la sentenza n. 87 emessa dal Commissario per gli usi civici del Lazio, dott. Franco Carletti, in data 15 dicembre 2005». Come si ricorderà, alcuni occupatori dei terreni gravati da uso civico proposero ricorso nel 2004 per contestare la natura demaniale ma il giudice adito confermò tale particolare natura, richiamando le sentenze e le verifiche effettuate nel corso degli anni, a partire dal 1809 e fino al 1997. In forza dell’ultima sentenza, che ha peraltro dichiarato l’inammissibilità di un provvedimento di sospensione delle ordinanze demolitorie emesse dal Comune di Fondi per l’attuazione del progetto di ripristino della duna, «viene posto un ulteriore tassello - ribadisce in questi giorni il primo cittadino Luigi Parisella - all’opera costante e coerente dell’amministrazione comunale tendente alla riqualificazione della zona di Selva Vetere posta sul lido di Fondi. Anche le minacciose richieste di risarcimento milionario, che a detta degli occupatori opponenti sarebbero state avanzate all’esito di un accoglimento del loro ricorso - ci tiene a ribadire il sindaco Parisella che "non vuole fare spendere soldi inutili alla gente" - cadono miseramente nel vuoto, dovendo invece gli stessi opponenti pagare le spese legali al Comune di Fondi, difeso dall’avv. Antonio Cardinale, e alla Regione Lazio, anch’essa chiamata in causa. Questa importante sentenza rafforza la volontà mia personale e dell’amministrazione comunale di completare l’opera iniziata con le demolizioni dello scorso anno e che hanno permesso di far fruire ai cittadini di Fondi di un lungo tratto di duna perfettamente ricostruita». Fin qui la decisa volontà dell'amministrazione e del responsabile dell'Ufficio Tecnico per il settore urbanistico, arch. Martino Di Marco, di andare avanti nel predisporre il terreno adatto per l'attuazione del progetto "Marina di Fondi" che, per il comune, deve "insistere" su un territorio bonificato dagli insediamenti che ne hanno trasformato l'iniziale assetto naturale. Dall'altra parte, invece, si levano voci che vorrebbero i titolari dei manufatti esistenti e qualcuno anche di quelli abbattuti tenacemente disposti ad usare la "carta da bollo" pur di vedere vinta la battaglia nella quale hanno creduto fino in fondo e che trovato nell'avv. Francesco Di Ciollo il consulente tecnicamente competente a seguire quelle vie legali che, secondo alcuni ricorrenti, dovrebbero, alla fine, premiare la costanza di chi è rimasto sempre convinto della bontà delle tesi portate avanti nelle aule giudiziarie. Questo, per ora, il quadro che emerge dalle dichiarazioni delle opposte parti. Resta da vedere se, con l'arrivo del mese di settembre le ruspe completeranno quel lavoro già ampiamente portato avanti nella fase iniziale, in un clima, comunque, di ostile ma di pacifica contrapposizione tra chi ha voluto il ripristino dello "status quo" e chi ha rivendicato come possesso acquisito ciò che l'anagrafe temporale dell'immobile avrebbe "ope legis" ratificato come proprietà di fatto di coloro che avevano realizzato il manufatto sulla duna.

sabato 25 agosto 2007

P.S.: Cmq sia tutti aspettiamo impanzientemente che anche Zaccheo faccia altrettanto sul martoriato lungomare di Latina...


anaclerio - Sun 09/09/2007 or 17:18

A quanto le prossime distruzioni? Sono mesi che non abbattano più niente, stò cominciando ad andare in crisi di astinenza da demolizioni...

ANACLERIO


MarmaLT - Sun 09/09/2007 or 19:43
Anche LATINA Oggi del 29 agosto 2007 di abusi freschi freschi, sulla Marina, ad opera dei genitori di un Consigliere Comunale dell' UDC. Quando mai,  si può pensare, il Sindaco Zaccheo farà un vera e seria politica di risanamento della Marina, se un consigliere che lo appoggia in Consiglio comunale ha i genitori con casa abusiva, come dice il quotidiano, "con vista sul mare?".

anaclerio - Sun 09/09/2007 or 21:43

Caro MarmaLT,

questa notizia mi era sfuggita! Chi è questo consigliere dell'UDC? Potresti riassumere o pubblicare l'articolo di Latina Oggi? Che cosa è stato fatto in particolare? Ampliamento o addirittura nuova costruzione?

ANACLERIO

Ecco l'articolo:

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php


anaclerio - Sun 09/09/2007 or 22:19

Vediamo la cosa positiva della faccenda. Sono stati scoperti e dovranno abbattere la sopraelevazione. Spero che Mancini intervenga al più presto, anche per fare l'esempio, che nonostante si sia genitori di un consigliere, non la si passa liscia!

ANACLERIO


anaclerio - Sun 09/09/2007 or 23:24

Oggi su Latina Oggi è stata pubblicata una intervista al nuovo presidente del Parco del Circeo, l'ex capo di gabinetto del Ministro Pecorario Scanio, Gaetano Benedetto:

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php


anaclerio - Mon 10/09/2007 or 15:02

http://www.latina24ore.it/index.php"0" class="contentpaneopen">

> redazione   
lunedì 10 settembre 2007
Può essere demolita la lottizzazione «Isola dei Ciurli» a Fondi, uno dei mostri
ambientali più evidenti in Italia, nel sud pontino. La sentenza che stabilisce la necessità di demolire l'abuso realizzato alla fine degli anni '70 e mai ultimato, per il quale negli anni si è cercato di ricorrere a diverse «sanatorie», è stata
trascritta.
Il Comune di Fondi ha inviato una lettera alla Procura di Latina dando la sua disponibilità a procedere ma manifestando anche la necessità di 750.000 euro, necessari per la demolizione. «Abbiamo ricevuto questa nota e chiesto
l'intervento del ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio e dell'assessore regionale all'urbanistica Pompili - ha detto il procuratore di Latina, Giuseppe Mancini - il nostro compito si è esaurito, ora occorre trovare i fondi e procedere». Il procuratore si è soffermato anche su altre vicende legate
all'abusivismo in provincia e sul fatto che molte iniziative sono state bloccate.

Sono sicuro che Pompili e Pecoraro Scanio non esiteranno a mettere a disposizione i soldi. D'altronde lo stesso Pompili lo scorso anno, prima che uscisce la sentenza della Cassazione, disse che il Comune doveva demolire, altrimenti ci avrebbe pensato la Regione, avvalendosi dei poteri sostitutivi...
Ora speriamo al più presto che partano le ruspe e l'area riqualificata ai fini ambientali, visto che è stata inserita nei nuovi confini del Monumento Naturale del Lago di Fondi, dunque in futuro non potrà essere più oggetto di speculazione, anche perchè con la sentenza, tutta l'area è entrata di diritto nella proprietà del Comune di Fondi.

ANACLERIO

anaclerio - Mon 10/09/2007 or 16:40

http://www.studio93.it/news/read_news.php"0" cellspacing="2" cellpadding="8" width="407" class="text">

FONDI - Maxi sequestro del complesso immobiliare denominato “Isola dei Ciurli”.

Maxi sequestro del complesso immobiliare denominato “Isola dei Ciurli”. Le fiamme gialle della Compagnia di Fondi, su delega della Procura di Latina, hanno posto i sigilli al complesso immobiliare situato nella zona di Salto di Fondi al termine di una complessa ed articolata vicenda che ha visto il coinvolgimento sia delle precedenti amministrazioni comunali sia del rappresentate legale della società proprietaria degli immobili. Le opere erano state realizzate in totale difformità rispetto al progetto autorizzato. Il definitivo provvedimento di confisca dell’intera struttura immobiliare, progettata su di un’area agricola di grande valore paesistico, si basa su 21 immobili di circa 300 metri quadri ciascuno, per un valore complessivo di circa 220 milioni di euro. Ora, gli immobili sequestrati verranno trasferiti al Comune di Fondi, che procederà alla definitiva demolizione di quello che è stato definito il più grande “ecomostro” esistente da oltre 37 anni nella regione Lazio.

ANACLERIO


anaclerio - Mon 10/09/2007 or 21:41

http://www.ilvelino.it/articolo.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="100%">

POL) Latina, Procura: Finanziamenti per abbattere Isola dei Ciurli
Roma, 10 set (Velino) - Il procuratore capo della Repubblica di Latina, Giuseppe Mancini, ha scritto oggi al ministero dell'Ambiente e alla Regione Lazio per richiedere finanziamenti per la demolizione dell'Isola dei Ciurli di Fondi. La sentenza relativa al sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza è stata trascritta e la proprietà degli scheletri delle 21 villette abusive di 300 metri quadri ciascuna, da decenni definite il più grande “ecomostro” della Regione, è definitivamente passata al Comune di Fondi. Il procuratore ha richiesto i finanziamenti per conto del Comune di Fondi, che intende procedere all'abbattimento della lottizzazione, ma che non ha disponibili i 700mila euro necessari. Secondo Mancini, il ministero dell'Ambiente potrebbe reperire la somma nei fondi comunitari europei, dato che l'Isola dei Ciurli ricade all'interno del monumento naturale del Lago di Fondi. Mancini ha inoltre precisato che per la Procura l'abbattimento costituirebbe un “segnale forte per comprimere di più il fenomeno dell'abusivismo, già abbastanza circoscritto”. Mancini ha annunciato la sua iniziativa durante una conferenza stampa in cui ha delineato il quadro dell'abusivismo edilizio e ambientale in provincia, affermando che il fenomeno è diminuito nel corso dell'ultimo anno: “Abbiamo avuto - ha dichiarato il procuratore - una contrazione delle denunce che ci giungono dai comandi delle Polizie municipali, del Corpo forestale dello Stato, dalla Guardia di finanza e dai Carabineri. Nello stesso periodo è anche aumentato il numero delle auto demolizioni, operate da chi aveva commesso l'abuso”. Mancini ha precisato che è in diminuzione anche il fenomeno delle costruzioni effettuate in base a permessi rilasciati dai Comuni in maniera abusiva, in quanto basati su norme abrogate o non più esistenti. Se da un lato c'è il plauso verso le amministrazioni che hanno bloccato le licenze edilizie, come Sabaudia, Minturno, Santi Cosma e Damiano, e San Felice Circeo, che ha da poco effettuato l'ultimo abbattimento previsto, dall'altro Mancini ha però affermato che ci sono ancora Comuni che collaborano poco con la Procura.

Delicate le situazioni nelle due isole maggiori della provincia: “A Ventotene abbiamo effettuato decine di sequestri, mentre non riusciamo a controllare Ponza, per l'elevato numero degli esposti che riceviamo giornalmente, molti dei quali anche ingiustificati, ma che dobbiamo controllare”. Proprio su Ponza, Mancini ha auspicato che la Regione Lazio non modifichi la disciplina inerente all'uso agricolo delle grotte: “Se le autorizzassero per usi residenziali, sarebbe la fine”. Una battuta a parte Mancini l'ha dedicata ad Aprilia, dove il Comune sta adottando i Piani di recupero: “Dobbiamo attendere le decisioni, ma entro ottobre abbiamo comunque in programma tra gli otto e i dieci abbattimenti”. Mancini ha affrontato anche il tema degli incendi, affermando che sono necessari due tipi di strategia: da un lato i Comuni devono predisporre i catasti delle aree incendiate, e dall'altro il codice penale dovrà prevedere un reato specifico, con pene severe, contro le costruzioni abusive od i pascoli abusivi nelle zone distrutte dal fuoco. Nel corso della conferenza stampa, cui erano presenti i vertici provinciali delle Forze dell'ordine, il comandante dei Carabinieri, colonnello Leonardo Rotondi, ha precisato che nei primi otto mesi dell'anno l'Arma ha sequestrato 52 immobili in provincia, per un valore di sei milioni e mezzo di euro, denunciando 116 persone.
(apa)10 set 16:42

Forse sarebbe il caso di nominare le amministrazioni che non collaborano, ma credo si sia capito che siano Latina, Aprilia e Terracina..

ANACLERIO

F


MarmaLT - Tue 11/09/2007 or 03:38

NON SAREBBE IL CASO DI CHIEDERE PUBBLICAMENTE I DATI AL COMUNE... POI DIRE SE IL COMUNE LI FORNISCE  O MENO?

COSA CHIEDERE? SEMPLICEMENTE DI FARCI SAPERE QUANTI SONO GLI ABUSI ACCERTATI E QUANTI HANNO IL PROVVEDIMENTO DEFINITIVO DI ABBATTIMENTO, CON L'ACCERTAMENTO DELLA INOTTEMPERANZA ALLA ESECUZIONE DA PARTE DELL'INTERESSATO?

DUE PICCOLE DOMANDE CHE RACCHIUDONO TUTTE LE RISPOSTE CHE SI CERCANO SUL TEMA DELL' ABUSIVISMO EDILIZIO. POI RAGIONIAMO.


anaclerio - Tue 11/09/2007 or 13:55

Caro MarmaLT,

credo che il procuratore Mancini abbia tali dati, riferiti ad ogni comune, e sappia quante sono le sentenze definitive, quanti gli abusi e quante le richieste di condono ferme negli uffici..

Mi domando piuttosto come mai non abbia divulgato ieri qualche diapositiva con tabellato comune per comune questi dati...

ANACLERIO


anaclerio - Tue 11/09/2007 or 15:24

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Martedì 11 Settembre 2007 Chiudi chiudi finestra
di MARCO CUSUMANO

La sentenza che rende possibile la demolizione dell’Isola dei Ciurli è stata trascritta. Ma per attivare le ruspe servono 700.000 euro che, neanche a dirlo, il Comune di Fondi non ha. Probabilmente nessuno avrebbe immaginato che, dopo aver aspettato quasi 40 anni per ottenere la confisca, la demolizione sarebbe stata ostacolata dalla mancanza del denaro necessario. Ma nell’Italia degli ecomostri succede anche questo.
Ora però qualcosa si sta muovendo visto che, per risolvere la questione, il procuratore capo Giuseppe Mancini ha preso carta e penna e ha inviato una lettera al ministro Pecoraro Scanio e all’assessore regionale Pompili. A loro chiede di trovare i soldi necessari per demolire il mostro.
«Con la sentenza di confisca - spiega Mancini - il compito dell’autorità giudiziaria è terminato. Ora spetta al Comune intervenire per abbattere gli scheletri di cemento. Il dirigente comunale mi ha già scritto una lettera con la quale ha espresso la volontà del Comune di demolire il complesso, tuttavia servono 700.000 euro che il Comune non ha a disposizione. Così ho deciso di scrivere al ministro e all’assessore regionale chiedendo un intervento per finanziare la demolizione. Con l’abbattimento degli scheletri crollerà anche il simbolo per eccellenza dell’illegalità in provincia di Latina». Mancini si dice “fiducioso” di un intervento economico da parte del ministero dell’Ambiente o della Regione che ha già manifestato più volte l’intenzione di abbattere l’ecomostro di Fondi. Difficile però prevederne i tempi.
«In ogni caso la Regione - continua Mancini - potrebbe esercitare i poteri sostitutivi provvedendo direttamente alla demolizione. Tuttavia per esercitare tali poteri è necessaria una legge attuativa che ancora non esiste».
L’Isola dei Ciurli è stata recentemente inserita nell’area del “monumento naturale Lago di Fondi”, il che contribuisce maggiormente alla necessità di una demolizione immediata, invocata da più parti. A Fondi, però, dopo la sentenza della Cassazione, si è sviluppata una polemica sulla volontà reale di demolire l’ecomostro e sui tempi di intervento. Intanto gli ambientalisti hanno proposto un “Demolition Day” che, a questo punto, potrebbe essere più vicino.
La vicenda iniziò nel 1968, quando la cooperativa “Isola dei Ciurli” ottenne dal Comune di Fondi il permesso per costruire 60 ville su un’area di circa 21 ettari. All’epoca Fondi non aveva un Prg: nel 1971 il commissario straordinario Barbato annullò le concessioni e, nel 1974, furono annullati per illegittimità i permessi a costruire per le prime 21 ville.
Si comprese che l’intervento edilizio stava diventando una vera e propria lottizzazione che aveva bisogno di un piano particolareggiato. Nel 1973 il nuovo Prg imponeva una serie di norme di salvaguardia, le concessioni furono annullate e il commissario dispose la demolizione degli scheletri.
Poi intervenne la nuova amministrazione che ripristinò le concessioni e la vicenda si trasformò in una complessa battaglia giudiziaria oltre che politica. Tutto fu congelato fino al luglio 2004 quando il Tribunale di Latina dispose la confisca dei terreni per lottizzazione abusiva. Oggi la sentenza è definitiva. Mancano solo le ruspe.

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">Martedì 11 Settembre 2007 Chiudi chiudi finestra
Parlando dell’Isola dei Ciurli, il procuratore capo Giuseppe Mancini ha approfittato - durante una conferenza stampa - per fare il punto della situazione sulla lotta all’abusivismo edilizio.
«Ci battiamo da anni - ha detto Mancini - per contrastare il fenomeno e devo dire che siamo riusciti a raggiungere ottimi obiettivi, anche se c’è ancora molto da fare». Secondo Mancini il fenomeno è stato «circoscritto anche grazie alle autodemolizioni sempre più diffuse», tuttavia ci sono ancora alcuni comuni (come Aprilia) dove le demolizioni sono meno numerose e permangono situazioni di illegalità diffusa nel settore edilizio. Mancini ha parlato anche della delicata situazione delle isole pontine: «A Ventotene abbiamo effettuato numerosi sequestri anche perché l’isola è talmente piccola che non è possibile permettere la diffusione di illeciti edilizi che la distruggerebbero. Ben più grave la situazione di Ponza dove non riusciamo a tenere tutto sotto controllo: arrivano ogni giorno diverse denunce, non riusciamo a seguire ogni singolo caso anche perché spesso si tratta solo di malumori tra vicini e non di veri abusi. In altri casi, invece, gli abusi sono gravi ma si scoprono troppo tardi: serve più prevenzione e bisogna scoraggiare chi decide di edificare in maniera illegale».
Riferendosi a Ponza Mancini ha denunciato il pericolo dell’uso illegittimo delle grotte, augurandosi che l’isola possa tornare al più presto sui binari della legalità specialmente nel settore edilizio e urbanistico. Poi, parlando della procedura seguita per combattere gli abusi, ha detto che «è inutile concedere gli arresti domiciliari al proprietario nella stessa casa abusiva. Noi preferiamo disporre il sequestro dell’immobile e poi sgomberarlo, solo così si annullano i benefici di chi ha costruito abusivamente».
Resta poi da risolvere il problema dei proprietari deceduti. Secondo una recente sentenza della Cassazione le demolizioni vanno effettuate anche se il proprietario è morto. Tuttavia, in questo caso, le spese sarebbero a carico dello Stato e non degli eredi. Un passaggio troppo dispendioso per una Procura con sempre meno soldi a disposizione.
M.Cus.

ANACLERIO


anaclerio - Tue 11/09/2007 or 16:51

http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=15457

Isola dei Ciurli: abbattete!

immagine notizia Fondi (11/09/2007) - La vicenda della lottizzazione abusiva dell'Isola dei Ciurli segna un altro importante passo in avanti verso l'abbattimento dei 21 scheletri e la restituzione ai cittadini di Fondi di quell'area.
Il Procuratore della Repubblica Dott. Giuseppe Mancini ha dichiarato in conferenza stampa che con il deposito della Sentenza della Corte d'Appello di Roma si è messo definitivamente fine alla lunga vicenda giudiziaria. Ora tocca al Comune di Fondi di procedere senza indugio all'abbattimento dell'ecomostro.
E la Giunta di centro-destra guidata dal Sindaco Luigi Parisella, facendo buon viso a cattivo gioco si è premurata di far sapere che vorrebbe effettuare gli abbattimenti ma che il costo degli stessi, valutati in circa 720.000,00 ?uro, sono insostenibili dal solo Comune di Fondi e rimpalla chiedendo il sostegno del Ministero dell'Ambiente e dell'Assessorato regionale all'Urbanistica.
Ebbene, l'Assessore Regionale all'Urbanistica On.le Massimo Pompili fa sapere che non mancherà certamente il contributo economico della Regione Lazio e che si farà carico di sollecitare in tal senso anche il Ministro dell'Ambiente On.le Pecoraro Scanio.
Sicuramente Regione e Governo nazionale non potranno sostituirsi totalmente al Comune di Fondi che dovrà, comunque, garantire la sua quota.
Una cosa è certa: nessuna giustificazione sarà data al Sindaco Parisella per evitare di procedere alla rimozione definitiva dell'abuso più eclatante avvenuto sulla nostra costa.
Ricordiamo, inoltre, che la Regione Lazio ha inserito l'area dell'Isola dei Ciurli nel perimetro del Monumento naturale del Lago di Fondi e Monte San Biagio, ciò prefigura non solo una salvaguardia integrale di quel territorio, ma la possibilità che, considerata la sua collocazione, che in essa possa essere realizzato un vero Parco pubblico attrezzato.
Sarebbe un altro segnale importante dato a chi continua ad aggredire il nostro territorio a fini puramente speculativi.
In questa Italia martoriata dalla cementificazione delle coste, dagli incendi che distruggono migliaia di ettari di boschi e di verde, in cui troppe volte i Piani Regolatori dei Comuni divengono strumenti non di programmazione di un ordinato e razionale sviluppo urbanistico ma confezionati ad uso e consumo degli "amici"; la conclusione esemplare con l'abbattimento dell'ecomostro dell'Isola dei Ciurli, ridà speranza a continuare nella battaglia di salvaguardia dell'ambiente e per l'affermazione della legalità.


Democratici di Sinistra
Il Segretario - Bruno Fiore


_____________________________________________________________________
L'Assessore Pompili "A tale scopo la Regione Lazio si è attivata per individuare, sia tutte le possibilità di finanziamento dell'operazione, sia le forme di collaborazione interistituzionale per supportare il Comune di Fondi nel pieno ripristino della legalità sull'importante porzione di territorio".



"La trascrizione della sentenza della Cassazione pone la parola fine sullo scempio abusivo compiuto nell'area di Isola dei Ciurli e sull'accertamento delle responsabilità ad ogni livello nell'intera vicenda. I 21 scheletri di cemento che da 40 anni deturpano la bellezza del paesaggio della piana di Fondi devono essere demoliti. La Cassazione conferma l'esito dell'azione di vigilanza avviata due anni fa dagli uffici dell'Assessorato al cui termine la Regione ha già diffidato il Comune di Fondi a procedere all'annullamento del progetto di lottizzazione e di provvedere alla demolizione dei 21 edifici - Afferma Massimo Pompili, Assessore all'Urbanistica e Vicepresidente della Giunta - La Regione Lazio ribadisce la ferma volontà di arrivare al più presto alla demolizione dell'ecomostro e come richiesto nei giorni scorsi dalla Procura della Repubblica si è già attivata per individuare, sia tutte le possibilità di finanziamento della demolizione, sia le forme di collaborazione interistituzionale per supportare il Comune di Fondi nel pieno ripristino della legalità sull'importante porzione di territorio".


- Sat 15/09/2007 or 20:37

A proposito di abusivismo....qualcuno mi sa dire come mai nessuno si è accorto, nè si accorge, di quante case e casette sono spuntate fitte come funghi su via Gorgolicino, che è fuori dalle aree edificabili "urbane", per cui dovrebbero valere i parametri previsti per le zone agricole? Anche l'ultima...non proprio casetta...che sta venendo su all'angolo con via dell'Agora, non mi pare sia accompagnata da  alcun cartello con le informazioni dovute per legge....


anaclerio - Sat 15/09/2007 or 23:19

Poco tempo fà ho postato il caso di un'abitazione sequestrata proprio su Via Gorgolicino.. Caro MarmaLT, sarebbe ora che mandi a controllare i tuoi uomini....

Per Antonella, forse sarebbe meglio che posti qualche foto...

Intanto io vedrò di controllare se su Virtual Earth è presente qualche immagine in 3D della zona e se si provvederò immediatamente a postarle su questo forum.

Intanto a breve posterò le varie foto in 3D della zona di Piazzale Carturan e dei nuovi palazzi a 4 piani. Sono uno spettacolo!

Le posterò nel post "Zaccheo e l'urbanistica"...

ANACLERIO


Salvatore - Sun 16/09/2007 or 05:29

Cara Antonella,

in un contesto degradato e omertoso come il nostro, è difficile "accorgersi" delle cose. Pensa che qui persino le Istituzioni danno degli ottimi esempi di illegalità e abusivismo spicciolo. Vuoi un esempio? Via Respighi! è da un anno che si vocifera sulla sorte del palazzo giallo, con tanto di illazioni, ipotesi e altro. Ci sono stati sopralluogni di generali dei Carabinieri, hanno fatto dei lavoretti di sistemazione delle aree esterne, hanno installato un sistema antiintrusione. Adesso c'è un vero e proprio cantiere edile con tanto di ponteggi, operai e betoniere ma.... il tutto senza uno straccio di cartello esposto che ci informi di quello che sta succedendo. Al di la delle voci e delle speranze su una casema dei Carabinieri, quello su via Respighi potrebbe essere l'ennesimo cantiere abusivo. Così le Istituzioni ci addestrano all'illegalità.

Salvatore


MarmaLT - Sun 16/09/2007 or 06:16

Pazientemente, accolgo questo messaggio di Anaclerio e altri, vorrei che capiste, se la cosa non fosse chiara che il territorio è stato suddiviso in Circoscrizioni, ognuno ha competenza sul 'proprio territorio' (date senso a quel neretto e inclinazione). Purtroppo non ho competenza di disporre per quel territorio, anche se spesso invado per obbligo giuridico. A quel territorio è assegnato personele per la vigilanza, a loro ricorrete. Grazie.

p.s.Sono entrato da cittadino, non mi fate lavorare anche quando sono a casa... scherzo naturalmente. però quell'idea della bachega " HO SEGNALATO"  aiuterebbe in tal senso


- Sun 16/09/2007 or 07:51

Caro Salvatore, sono assolutamente d'accordo con i discutibili esempi delle Istituzioni ma, a proposito del palazzo giallo, non è che il cartello non l'hanno messo perchè in realtà, dopo "l'ammuina" preelettorale, non sta succedendo proprio nulla?.....In qualsiasi ora del giorno sia passata, non mi è mai capitato di vedere nessun movimento.....


Salvatore - Sun 16/09/2007 or 07:58

un cantiere c'è, con tanto di ponteggi. e dove c'è un cantiere edile la legge vuole che ci sia un cartello.

Salvatore


anaclerio - Sun 16/09/2007 or 13:48

Non riesco a capire! C'è o non c'è come compito primario dei Vigili Urbani quello di scovare e reprimere gli abusi edilizi? Se si, si intervenga, senza fare differenza di circoscrizione, visto che il Comando dei Vigili di Latina è uno, o uno soltanto...

Per cui chiedo di intervenire, e se non fosse fatto chiedo al procuratore Mancini di fare intervenire altri corpi (Carabinieri, Forestale, Finanza) e di appurare il perchè i Vigili Urbani non siano intervenuti..

Presto arriverà al procuratore una bella letterina..

ANACLERIO


anaclerio - Sat 22/09/2007 or 19:43

E' stata abbattuta una villa abusiva sul lungomare! Bravo procuratore, ora le butti giù tutte, sia quelle sulla duna di Sabaudia che sul lungomare di Latina!

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1284829&editionId=3&SectionId=8

Sabaudia
Villa abusiva sul lago, il proprietario la abbatteRuspe in azione sul lungomare dopo l’ultimatum inviato dal procuratore della Repubblica di Latina Mancini
 
TI@%@di ROMANO TRIPODI SABAUDIA — Doveva diventare parte di un residence, realizzato all’interno di una ampia villa del lungomare di Sabaudia, lato-lago, l’edificio di 200 metri quadri per circa 500 metri cubi, che le ruspe hanno iniziato ieri mattina ad abbattere, in base al progetto presentato al Comune ed all’Ente Parco del Circeo, dallo stesso proprietario che ha recepito una delle due soluzioni a suo tempo indicate dal Capo della Procura di Latina, Giuseppe Mancini, per tutti gli immobili soggetti a sequestro e non più sanabili. L’autodemolizione, seppur dolorosa per chi si vede costretto a compierla, è decisamente meno onerosa rispetto ad una demolizione pura e semplice effettuata dall’amministrazione comunale. Nel primo caso si abbatte una volta per sempre l’abuso; nel secondo l’amministrazione oltre a demolire l’immobile incriminato acquisisce al patrimonio pubblico anche l’area su cui era stato realizzato. Complessivamente le strutture abusive da demolire nei prossimi mesi sono, in base all’elenco aggiornato dai tecnici dell’Ente Parco del Circeo su indicazione del Procuratore Mancini e dello stesso presidente del Parco, Gaetano Benedetto, una settantina e si trovano in gran parte nel Comune di Sabaudia. L’eliminazione di immobili e strutture abusive sarà possibile grazie ai finanziamenti messi a disposizione, a partire dal 2004, dal Ministero dell’Ambiente per un impegno di spesa di circa seicentomila euro, che Sabaudia, a differenza di quanto è accaduto a San Felice Circeo, non ha mai utilizzato. Un’inerzia che l’allora Commissario straordinario dell’Ente Parco, generale Bellassai, in una lettera-esposto inviata al Prefetto di Latina, addebitò alla amministrazione comunale che avrebbe inviato al Parco l’elenco completo e definitivo delle opere da demolire, comprensivo dei dati relativi all’ubicazione degli immobili, al costo previsto per l’abbattimento ed al nominativo dell’impresa che avrebbe dovuto eseguire l’abbattimento, soltanto il 28 marzo 2007. Con la nomina di Gaetano Benedetto a presidente dell’Ente Parco e con quella del Consiglio direttivo, la lotta all’abusivismo al Circeo, dovrebbe conoscere un nuovo impulso. Secondo gli ultimi dati rilasciati da Goletta Verde Sabaudia e San Felice Circeo totalizzerebbero da sole il 14 per cento degli abusi commessi nei 24 centri costieri del Lazio. Manufatti costruiti in dispregio a tutte le norme di tutela in vigore nelle aree protette e che dovranno essere prima o dopo demoliti. 

venerdì 21 settembre 2007

Come GODOOOOOOOOOOOOOO!!!!

HAA HA H AAA HAA

ANACLERIO


anaclerio - Sat 22/09/2007 or 19:59

Certo Freddy che non intervieni mai su questo post... Anche tu hai qualche scheletro nell'armadio? Qualche villa abusiva al mare?

O non vuoi prendere posizione per metterti contro qualcuno dei tuoi sostenitori del Q4-Q5?

ANACLERIO


Salvatore - Sat 22/09/2007 or 20:53
ABDA, so per certo che Freddy possiede un intero villaggio abusivo in riva al mare. E per arruffianarsi i suoi "sostenitori" a volte costruisce un paio di casette abusive e gliele regala.

anaclerio - Sat 22/09/2007 or 20:55

Sentenza shock dal Tribunale di Terracina:

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php"Helvetica" size="2">

ANACLERIO


Kla - Sun 23/09/2007 or 11:55

venerdì 21 settembre 2007

Come GODOOOOOOOOOOOOOO!!!!

HAA HA H AAA HAA

ANACLERIO

Davide, riferito alla goduria : continua cosi'!

Salutoni 

 


anaclerio - Mon 24/09/2007 or 14:47

E bravo il sindaco Carturan.... Prima fanno demolire il vecchio consorzio agrario, poi ci realizzano un terrapieno sostenuto da muri in cemento armato e seminato a prato, ed oggi che fanno? Ci fanno fare un parcheggio interrato, con il mitico projcet financing...

E io pago... la cosa che mi fà più girare le scatole è che la giornalista è pure entusiasta della cosa!

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Lunedì 24 Settembre 2007 Chiudi chiudi finestra
di CLAUDIA PAOLETTI

Una enorme voragine, appropriatamente delimitata, è stata aperta nello spazio verde antistante il palazzo comunale di Cisterna. Stesso scavo nell’area a parcheggio dove anni fa si erigeva il Consorzio agrario, nel cuore urbano della città. Sono i lavori del programma integrato di intervento per la riqualificazione che daranno vita al Teatro comunale città di Cisterna e a un mega parcheggio interrato e servizi. «E’ iniziato il percorso dell’ultima quinta di piazza 19 Marzo - dice il sindaco Mauro Carturan - oltre all’importante valore di riqualificazione di uno spazio centrale, sia dal punto di vista urbanistico che sociale della città, e all’impulso economico e commerciale che l’opera potrà dare, ciò che più conta è la realizzazione del Cinema Teatro di Cisterna. Un percorso lungo, iniziò nel 1994, con l’amministrazione guidata da Tonino Del Giovine e di cui ero componente, e durata 13 anni soprattutto a causa del fallimento della società che aveva acquisito parte dell’area».
Il programma integrato di intervento si pone l’obbiettivo di riqualificare e riconsegnare alla comunità di Cisterna due spazi del centro della città, due luoghi unici per l’organizzazione dell’intera area centrale che vanno ad affiancarsi e ad integrarsi con la riqualificazione architettonica e funzionale delle piazze (XIX Marzo, Aurelio Saffi e Amedeo di Savoia) e con il progetto del “Chilometro” che ha ridisegnato corso della Repubblica.
Il progetto investe più aree del centro urbano e prevede la realizzazione di un edificio polivalente con all’interno un cinema-teatro con 420 posti a sedere, un foyer e l’ingresso su piazza 19 Marzo. Inoltre una galleria pubblica, ottenuta dalla copertura di via Goldoni, sulla quale affacceranno attività commerciali e un parcheggio interrato.
Nell’ex area verde di fronte al palazzo comunale è prevista la realizzazione di tre piani di parcheggio interrato, nuovi uffici comunali e alcuni locali commerciali. Inoltre il programma integrato prevede a carico del privato la realizzazione delle opere di urbanizzazione su via Carducci e via San Pasquale, con la realizzazione di una piazza dov’è attualmente il prato, l’unico manto erboso, recintato e lontano dalle auto dove i bambini giocavano senza timore di correre pericoli. Ora possono spostarsi nelle vicine ed ampie piazze ma dell’ex Campetto dei preti non rimane che il ricordo e la città che cambia non lascia spazio ai nostalgici. «E’ un’operazione complessa e molto ambiziosa - conclude Carturan - mi auguro che possa essere portata a termine nel più breve tempo possibile».

 

 


anaclerio - Mon 24/09/2007 or 14:55

Nel frattempo Carturan inaugura a Borgo Flora il monumento al bonificatore...  Se potesse parlare chissà cosa gli direbbe a lui e agli altri amministratori della provincia che negli anni hanno permesso lo scempio di canali, opere di bonifica, fasce frangivento e poderi... 

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Lunedì 24 Settembre 2007 Chiudi chiudi finestra
Circa mille persone erano presenti ieri mattina nell’assolata piazza Caduti per la Bonifica, in località Borgo Flora a Cisterna, per l’inaugurazione dell’imponente monumento nazionale “Il Bonificatore”. Tante le autorità presenti: dall’assessore della Regione Veneto Oscar De Bona, al Presidente della Provincia di Udine Marzio Strassoldo, i Senatori Riccardo Pedrizzi e Mario Toros, rappresentanze dei comuni di Cagliari, Alborea, Treviso, Montebelluna, Trevignano, Valdobbiadene, il presidente dell’associazione culturale campana, il presidente nazionale dell’associazione Trevisani nel mondo con ben 16 delegazioni da tutta Italia e due australiane (Melbourne e Snowy Mountains Monaro Jindabyne), oltre alle rappresentanze di vari comuni pontini, al vice presidente della Provincia Salvatore De Monaco, al sindaco Mauro Carturan, alle forze dell’ordine ed alle associazioni combattentistiche e d’Arma. Dopo l’esibizione della Banda Musicale e la Santa Messa celebrata in piazza da Don Renato Di Veroli e don Giordano Pisanelli, si è proceduto allo scoprimento del monumento “Il Bonificatore” accolto con fragorosi applausi e dai fuochi d’artificio. Dalle ore 9 alle 14 di domenica è stato attivo uno sportello postale per il rilascio di uno speciale annullo su mille cartoline dedicate al monumento “Il Bonificatore”.
C.Pao.


anaclerio - Wed 26/09/2007 or 13:58

Il Comune di Fondi ha annunciato la demolizione di un centinaio di immobili entro le prossime 2 settimane. Ma non si trovano i fondi per l'Isola dei Ciurli..

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Mercoledì 26 Settembre 2007 Chiudi chiudi finestra
di GAETANO CARNEVALE

Ritornano le ruspe sul litorale di Fondi. L’annuncio è dato dal dirigente dell’ufficio urbanistica Martino Di Marco che sta predisponendo tutti gli atti per iniziare gli abbattimenti di case, ville, recinzioni e baracche entro le prossime due settimane. Le ordinanze, che stanno per raggiungere gli abusivi, sono un centinaio.
La zona è sempre quella di Selva Vetere, dove le illegalità edilizie sono state tollerate e più di qualche volta permesse da almeno trenta anni. Per la precisione non tutta la fascia costiera della zona demaniale di Selva Vetere aspetterà l’arrivo della ruspa comunale. I manufatti da demolire insistono soprattutto nel tratto interessato dai lavori per la ricostruzione della duna, un progetto questo finanziato con i soldi della Unione europea. Impropriamente l’operazione di ripristino della duna costiera viene giustificata con la necessità di far nascere un “Lido di Fondi”. In realtà, il “Lido” riguarderebbe solo due chilometri dei quattordici, che costituiscono un litorale compreso tra il canale Canneto e il Lago Lungo. Un’iniziativa politica di liberalizzare anche i restanti dieci chilometri sarebbe auspicabile. Innanzitutto, nel tratto che va dal borgo di S. Anastasia ai confini con Terracina, dove da anni sono stati chiusi e privatizzati almeno tre accessi pubblici al mare. Le demolizioni di questi giorni non dovrebbero trovare ulteriori opposizioni da parte degli occupatari dei terreni demaniali di uso civico e di coloro che hanno costruito illegalmente. Questi, infatti, hanno prodotto ricorsi a tutti i gradi della magistratura pur di rallentare, se non di impedire, le demolizioni e l’acquisizione dei terreni al Comune, al quale avevano avanzato anche richieste milionarie di risarcimento. Saranno, quindi, operazioni relativamente tranquille quelle previste nei prossimi giorni.
Meno probabile, invece, sarà l’attuazione riguardante l’abbattimento dei 21 scheletri di cemento dell’“Isola dei Ciurli”, che da un quarantennio deturpano il paesaggio lungo la via Flacca. Anche per questi il Comune ha deciso l’intervento della ruspa «nei prossimi quindici giorni», afferma il dirigente all’urbanistica Di Marco. Il quale però aggiungendo immediatamente che «per tale operazione ci servono i soldi». Il Comune, insomma, vorrebbe. Ma non trova 700mila euro per far scomparire l’ecomostro, simbolo di un abusivismo sfrenato e selvaggio che sta devastando l’intera Piana di Fondi. Mentre, è riuscito a trovare in questi giorni circa 900mila euro per la costruzione di “un ponticello” tra l’ex convento di S. Francesco e il nuovo Municipio. L’intervento di ripristino della legalità, però, potrebbe arrivare dalla Regione.

 

 


anaclerio - Wed 26/09/2007 or 14:41

Per una volta la procura e gli inquirenti iniziano ad indagare quando ancora non è stata messa la prima pietra. Finalmente una deciso cambio di rotta, specie rispetto ad un andazzo consolidato nel tempo, in cui gli inquirenti intervenivano quando già gli immobili erano in fase di costruzione o quasi finiti, come il Villaggio del Parco a Sabaudia o Via Biancamano sempre nella stessa città.

Bravo procuratore Mancini, avanti tutta in questa direzione!

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1287890&Sectionid=8&EditionId=3

Sonnino
Lottizzazione, concessioni solo richieste ma la Procura indaga
di CLEMENTE PISTILLI SONNINO — Non è stata ancora rilasciata una concessione edilizia né è stato posizionato un solo mattone, ma la Procura della Repubblica di Latina ha deciso comunque di indagare su una lottizzazione che dovrebbe sorgere tra Capocroce e Sonnino. Il procuratore capo, Giuseppe Mancini, forse a seguito di un esposto, ha infatti aperto un’inchiesta e, ieri, ha inviato in paese i forestali del Nipaf ed un consulente tecnico, l’architetto romano Patrizia Capolino. La lottizzazione oggetto degli accertamenti della magistratura dovrebbe sorgere alle porte di Sonnino. Una serie di villini, per i quali nella zona sono stati posizionati dei cartelloni, con indicata la società che dovrebbe realizzarli. Il Comune non ha ancora rilasciato le relative concessioni edilizie. È stato semplicemente avviato l’iter per il rilascio delle stesse e si è riunita la commissione edilizia, che ha dato parere favorevole. Qualcosa, però, forse dopo un esposto, non sembra convincere il procuratore. Forse temendo che le concessioni in questione possano contrastare con il Piano regolatore vigente o per sciogliere altri dubbi, il capo degli inquirenti pontini ha deciso di aprire un’indagine. Ieri mattina i forestali del Nipaf ed il consulente tecnico, l’architetto Capolino, hanno quindi eseguito nella zona dove dovrebbe sorgere la lottizzazione un sopralluogo. Gli investigatori si sono poi recati presso l’ufficio tecnico comunale ed hanno acquisito tutti gli atti relativi alle richieste di permessi a costruire per i villini. Un’indagine appena iniziata. Forse solo uno scrupolo della Procura, che non sembra avere precedenti. In passato infatti interventi vi sono stati quando erano già state rilasciate delle concessioni edilizie o quando i lavori erano iniziati.

mercoledì 26 settembre 2007


anaclerio - Wed 03/10/2007 or 13:48

Come avevo preannunciato qualche mese fà, il Grottino a mare di San Felice, è stato finalmente demolito, nonostante i proprietari si erano opposti in tutti i modi, come riportato anche in un articolo del Tempo. Ora speriamo solo che le ruspe comincino a fare il loro lavoro a Sabaudia, a Rio Martino sull'ex ristorante "Il Pesce d'Oro", e soprattuto sull'ignobile ed inguardabile litorale di Latina, dove i 6 km tra Capoportiere e Foceverde vanno letteralmente polverizzati.

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1292184&editionId=3&SectionId=8

Le ruspe hanno abbattuto il ristorante di viale Europa
TI@%@di ROMANO TRIPODI SAN FELICE CIRCEO — Per il Grottino a mare, il rinomato ristorante realizzato all’inizio di viale Europa, accanto alla Bussola, lo storico stabilimento balneare del Circeo, è la fine. Ieri mattina le ruspe della impresa Epsilon 2000, protette da Carabinieri, Polizia, Vigili urbani, Corpo Forestale dello Stato e responsabili del Demanio marittimo, hanno iniziato a demolire impietosamente i circa 200 metri quadrati della struttura di cui non rimarrà traccia eccezion fatta per una piccola tettoia in legno. Si chiude così, dopo quasi venti anni, un lungo ed estenuante braccio di ferro fra la società D.Mar proprietaria del locale, il suo amministratore delegato, signora .M.D.C, da una parte; il Comune di San Felice Circeo, l’Ente Parco ed il Demanio Marittimo dall’altro. La sospensiva, concessa nel maggio scorso dal Tar di Latina ai proprietari del ristorante, ha costituito soltanto una breve parentesi. La conferenza dei servizi convocata il 16 gennaio 2007 aveva peraltro sancito che nessun condono e nessuna sanatoria poteva essere più concessa dal momento che il Grottino a mare era stato realizzato non solo sul Demanio marittimo ma anche in zona a tutela integrale dove gli abusi edilizi, quali che siano le loro dimensioni, non sono ammessi. E’ quanto ha sempre sostenuto in questi anni, nella sua veste di Commissario straordinario del Parco nazionale del Circeo, il generale Salvatore Bellassai che prima di consegnare il testimone al suo successore, il neo presidente dell’Ente Parco, Gaetano Benedetto, si è augurato che lo stesso metro di giudizio e valutazione possa valere anche per le tante piscine realizzate all’interno delle ville sul lungomare di Sabaudia e sulle quali la Procura di Latina effettuò oltre un anno fa una sorta di censimento. Ieri mattina, a vigilare sull’intervento di demolizione in quel di San Felice c’erano il vice questore Sparagna, dirigente il Commissariato di Terracina, con due suoi stretti collaboratori; il comandante della Polizia municipale di San Felice Circeo, tenente Bevilacqua; il dirigente del Demanio marittimo, Vito Izziosa; l’ispettore del Corpo Forestale dello Stato, Rossi; il comandante la Stazione Carabinieri di San Felice Circeo, maresciallo Mancini. Momenti di tensione non sono mancati ma tutto è rientrato nella norma e non si sono registrate violenze. Nata originariamente come semplice barbecue con vista mare la struttura di viale Europa si è via via adeguata alla crescente domanda della clientela. E’ diventata gazebo con pochi tavoli per poi trasformarsi, negli ultimi dieci anni, in vero e proprio ristorante con grandi vetrate e strutture in legno. E da quel momento è diventato oggetto di un estenuante contenzioso al quale ieri mattina le ruspe hanno posto fine. Nel maggio scorso il Tar di Latina aveva peraltro accolto il ricorso presentato dal gestore del locale, pronunciandosi, come è prassi abituale, per la sospensiva nei confronti dell’ordinanza di abbattimento firmata dall’allora sindaco di San Felice Circeo, Giuseppe Schiboni. Nel ricorso il gestore del Grottino a mare aveva contestato l’accusa di aver costruito abusivamente il ristorante facendo presente i gravi danni che il relativo abbattimento gli avrebbe procurato non solo per la rinuncia alla abituale clientela ma anche a tutta una serie di prenotazioni in occasione delle imminenti cresime e comunioni.


mercoledì 3 ottobre 2007

Ecco l'articolo del Marzo 2007

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1161262&Sectionid=8&Editionid=3 

Il «Grottino a mare» non sarà demolito

TI@%@SAN FELICE CIRCEO — Il «Grottino a mare», rinomato ristorante realizzato all’inizio di viale Europa, accanto alla «Bussola», non sarà, almeno per ora, demolito. Il Tar di Latina ha infatti accolto il ricorso presentato dal gestore del locale, pronunciandosi, come è prassi abituale, per la «sospensiva» nei confronti dell’ordinanza di abbattimento firmata dal sindaco di San Felice Circeo, Giuseppe Schiboni. In base all’ordinanza comunale le ruspe sarebbero dovute entrare in azione, trascorsi i 60 giorni di preavviso, proprio l’altro ieri. Nel ricorso il gestore del «Grottino a mare» aveva contestato l’accusa di aver costruito abusivamente il ristorante facendo presente i gravi danni che il relativo abbattimento gli avrebbe procurato non solo per la rinuncia alla abituale clientela ma anche a tutta una serie di prenotazioni in occasione di cresime e comunioni. La paventata demolizione del locale non rientra peraltro fra quelle disposte dal procuratore capo di Latina, Giuseppe Mancini.

 


- Sun 07/10/2007 or 13:47

Qualche post fa chiedevo come mai nessuno si fosse accorto delle costruzioni abusive sorte su via Gorgolicino...oggi ci voglio ritornare perchè mi sembra che l'abuso abbia avuto delle evoluzioni.....botaniche. Passo su questa strada abbastanza spesso per evitare l'incrocio a raso della Pontina, ed un paio di giorni fa ho visto che, davanti a queste nuove "case", stavano tagliando i rami degli grandi eucalipti della fascia frangivento: francamente ho pensare ad un normale intervento di manutenzione, soprattutto in previsione della brutta stagione, per evitare il rischio di caduta in caso di vento. Stamattina invece ho potuto constatare che gli eucalipti  sono stati abbattuti per intero!!!... Quelli davanti alle abitazioni in questione e quelli che confinano con il vivaio prima del sottopasso!! Degli alberi rimangono solo i grandi ceppi!!!  Sarebbe interessante sapere se sono stati autorizzati, da chi e perchè...visto che costituivano la fascia frangivento....o il punteruolo rosso ha attaccato anche gli eucalipti?


Stevejo - Mon 08/10/2007 or 07:02

Antonella, non è che sono caduti in seguito alla tromba d'aria di sabato 6 ottobre? Oppure che sono stati tagliati in quanto pericolosi perchè già parzialmente compromessi e quaindi pericolosi per la sicurezza degli automobilisti?

Lo chiedo perchè su quella via, ogni volta che viene una tromba d'aria, di alberi caduti ce ne sono parecchi.

saluti,

stefano 


- Mon 08/10/2007 or 09:34

No, erano già stati tagliati. E non credo che fossero  pericolanti  (forse, come succede sempre, qualche ramo..) perchè, al pari degli altri superstiti, erano alberi  grandi e solidi, come dimostrano i ceppi rimasti!


davide - Thu 18/10/2007 or 13:12

La notizia era stata riportata anche qualche giorno fà da Latina Oggi. I residenti della frazione Molella a Sabaudia, zona caratterizzata da un diffuso abusivismo e con varie ordinanze di demolizioni pendenti, chiedono niente popò di meno, che il consolidamento del costone roccioso, perchè le loro case stanno letteralmente sprofondando verso il Vallone.

E i cittadini di Sabaudia perchè dovrebbero pagare fior di quattrini per salvare delle case abusive, costruite in spregio a qualunque vincolo idrogeologico, ambientale e paesaggistico?

Credo che il Comune di Sabaudia farà ciò che è giusto. Sgomberà le case più a rischio e le butterà giù, o attenderà che queste sprofondino per conto loro verso valle...

Ma che razza di pretese che hanno questi abusivi.. a loro tutto gli è dovuto..

http://www.iltempo.it/latina/2007/10/18/63930-incubo_frane_rischio_trenta_case.shtml"colonna-articolo">


Kla - Thu 18/10/2007 or 23:50

Era già un pò che non venivano più inserite notizie interessanti su abusivismi demolizioni e affini.

Arkan, complimenti per lo stile del tutto simile ad un altro utente che si pregia di tanti nomi come per esempio Anaclerio, Davide, Bastiazzo etc.. e di cui da un pò mancavano interventi come questo.

Chissà che stimolato dall'intervento di Arkan non si inventi un altro nome e risponda da esperto ad Arkan o ad Anaclerio o a Bastianazzo o a Davide (a se stesso insomma) su argomenti come "le case di Molella che rischiano di sprofondare".

Salutoni 

 


davide - Fri 19/10/2007 or 15:16

Signor Giulio, non capisco perchè continua a chiamarmia con quell'acronimo. forse mi confonde con qualcun'altro. Le sarei grato se mi chiamasse con il mio pseudonimo.


TRS - Fri 19/10/2007 or 15:34

Beh, argomenti, stile ed errori di ortografia (niente di grave, chi non ne fa?) sono gli stessi, quindi siete quanto meno gemelli del world wide web.

Comunque a seconda dei casi o bentornato o benvenuto nel forum!
Stefano


Kla - Fri 19/10/2007 or 16:02

Adele, se mi cerca Anaclerio digli che sto per leggere un precedente post di Davide che rispondeva a Bastianazzo poi vedro' cosa propone Arkan.

Bentonati e benvenuti a tutti

Salutoni


davide - Fri 19/10/2007 or 16:34

Egregio Signor TRS grande ilarità! Ma lei nella vita giudica una persona dalle discussioni che legge, ed anzi pretende di carpirne l'identità da quest'ultime? Io mi sono iscritto e sono rimasto colpito da questa lunga discussione. Confesso che ho avuto difficoltà nel comprendere alcuni passaggi, riferimenti a leggi, decreti e quant'altro. Ma la discussione senza dubbio è interessante, a tratti veemente, ma sicuramente attuale e circostanziata, anche grazie all'uso degli articoli dei giornali.

Saluti a tutti

 


Vincenzo - Sat 20/10/2007 or 09:44
Anaclerio, che fine hai fatto ?

Salvatore - Sat 20/10/2007 or 11:45

Io (e non solo io!) sospetto che ABDA sia diventato ABDAA (© di Giulio). Solo che l'Anaclerio fatto Arkan si è dato un tocco di raffinatezza e adesso usa il Lei.

Salvatore 


davide - Sat 20/10/2007 or 19:58

http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=16412

Abusi edilizi, a Ponza sequestrato un manufatto

immagine notizia Ponza (20/10/2007) - Sequestrato nell'isola di Ponza, nella popolare spiaggia di Frontone, un manufatto abusivo. L'operazione è della guardia di finanza che ha sottoposto a
sequestro un immobile in via di ristrutturazione di circa 750 metri quadrati.
Gli uomini delle fiamme gialle avevano iniziato le indagini alcuni mesi fa, a seguito di controlli nel settore dell'economia sommersa. L'immobile, di proprietà di una società napoletana, é stato realizzato nel 1951 ma nel corso del tempo e senza alcuna autorizzazione la volumetria si è praticamente
quintuplicata, come riferiscono dalla Finanza. Attraverso una
"dichiarazione di inizio attività" e con l'autorizzazione che riguardava solo lavori di ordinaria manutenzione si era provveduto a realizzare coperture, solai e tramezzi in cemento armato nonché rifiniture esterne in muratura completamente nuove e difformi dalla originaria planimetria della struttura.
Il valore del complesso sottoposto a sequestro, costruito sul demanio a non più di 25 metri dalla battigia, è stato valutato in circa un milione di euro, considerato soprattutto la sua particolare posizione.
L'amministratore e il legale rappresentante della ditta appaltatrice sono stati denunciati alla Procura di Latina per il reato di abusivismo edilizio in zone soggette a vincolo paesaggistico ed ambientale

Ecco l'immobile sequestrato. E' un piccolo abuso edilizio, non trovate?


davide - Wed 24/10/2007 or 23:13

Ottobre volge al termine e nessuna ruspa si è vista a Fondi, nonostante il sindaco già ad agosto ha annunciato che presto le ruspe avrebbero schiacciato altre case abusive sulla duna... che tristezza!! 

Sigh!

 


davide - Thu 25/10/2007 or 16:53

In sardegna a breve sarà demolita la villetta abusiva di un assessore.. quando vedremo a Latina e provincia lo stesso?

http://www.unionesarda.it/DettaglioSardegna/?contentId=14840

Quartu: villetta da demolire, l'assessore resta senza casa
Nella capitale sarda dell'abusivismo edilizio, costruire senza licenze è una tradizione popolare. Tonio Pani, dei Ds, che alle Tradizioni popolari è assessore, non fa eccezione. Ora deve demolire la sua casa.
La villetta abusiva dell'assessore ha i giorni contati. Dagli uffici comunali dell'Edilizia privata è arrivato il primo colpo di ruspa, per ora metaforico, all'edificio di quasi ottanta metri quadri costruito nel 2003 in località Marcolino, nelle campagne di Flumini, da Tonio Pani: è l'assessore, in quota ai Ds, a Tradizioni popolari, Spettacoli e Lingua sarda nella Giunta Ruggeri. Nei giorni scorsi il dirigente ha firmato l'ordinanza di demolizione, dopo che la casa è risultata «insanabile». Le autorizzazioni le aveva, Pani, ma per realizzare un semplice vascone per l'acqua in un terreno agricolo circondato da ulivi. Ora deve radere al suolo l'edificio entro 90 giorni. 

BOCCIATURA. Secondo i tecnici del sesto piano, uno in meno rispetto a quello dell'ufficio dell'assessore, la richiesta di condono non poteva essere accolta. Una decisione che era nell'area già da diverso tempo, tant'è che il diretto interessato aveva proposto di ritirare la domanda di sanatoria. La casa risulterebbe terminata dopo un primo sopralluogo sia della Forestale sia del Nucleo di vigilanza edilizia della Polizia municipale, nell'ottobre del 2003. Entrambi constatarono la presenza di un edificio ancora allo stato grezzo: per ultimarla, quindi, sarebbero stati rimossi i sigilli. C'è poi la testimonianza del vicino di casa, il titolare dell'hotel S'Uliariu, che parlerebbe di lavori in corso intorno a Ferragosto di quell'anno: quindi, fuori tempo per sanare l'abuso con l'ultimo condono del governo Berlusconi. 

LA VICENDA. Una prima ingiunzione di demolizione era stata notificata alla fine del 2003. Nel marzo dell'anno successivo, però, Pani - che ancora non ricopriva alcun incarico politico - aveva presentato un'istanza di concessione edilizia in sanatoria. Non era certo l'unico, dato che per l'ultimo condono le domande erano oltre 3.500: un numero nettamente inferiore rispetto ai diecimila casi censiti con il precedente del '94, ma pur sempre tra i più alti d'Italia. Quartu si conferma capitale dell'abusivismo edilizio nell'Isola: ironia della sorte, il suo assessore alle Tradizione popolari è inciampato proprio su mattone selvaggio. 

LA CAUSA. Anche dal Tribunale di Cagliari era giunto l'ordine di demolire la casa abusiva ma poi il giudice, su richiesta della difesa, aveva concesso la sospensiva: un fatto che aveva acceso roventi polemiche in Municipio, dato che a “graziare” momentaneamente la villetta dell'assessore era stata una relazione dell'ufficio tecnico dell'Urbanistica, che paventava la possibilità di accoglimento dell'istanza di sanatoria. Un'ipotesi che nei giorni scorsi è stata definitivamente accantonata, con la pubblicazione all'albo pretorio del Municipio dell'ordinanza di demolizione. 

I TEMPI. Ora l'assessore avrà novanta giorni di tempo per abbattere in proprio l'edificio, che altrimenti sarà acquisito gratuitamente dal Comune. In questo caso sarà l'assemblea civica di via Eligio Porcu a stabilire se demolirlo oppure riutilizzarlo per uno scopo sociale. Per un verso o per l'altro, i tempi si preannunciano lunghissimi: ci sono pratiche relative al primo condono dell'85 che ancora attendono di essere portate a termine. Le case demolite si contano sulle dita di una mano e nessuno in Municipio ha memoria di costruzioni abusive divenute di proprietà comunale. Anche questa è una tradizione. Impopolare.
GIOVANNI MANCA DI NISSA
25/10/2007 10:24

davide - Thu 25/10/2007 or 23:30

E' di ieri la notizia che il Presidente del Tar Franco Bianchi ha richiesto al Comune di Latina le concenssioni in sanatoria rilasciate a Valmontorio.. L'articolo de Il Tempo ieri non era disponibile sul sito, per cui non ho avuto modo di leggerlo..

Però ho trovato su il sito de La Provincia un articolo del 20 Febbraio 2006, riferito al famoso concorso d'idee per la Marina. Nel lungo articolo:

http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=3129

c'è una parte interessante:

Negli ultimi 35 anni l'espansione edilizia ha riguardato prevalentemente il tratto nord della zona costiera e la zona fronte mare ha assunto l'attuale conformazione definitivamente compromessa, caratterizzata da una lottizzazione prevalentemente spontanea della fascia di terreno tra la via lungomare ed il canale della Colmata, e successivamente di alcune aree verso l'entroterra;
L'attuazione del PRG e del Piano attuativo della Marina di Latina è par-ziale: nella zona CapoPortiere-FoceVerde le residenze spontanee continua-no ad essere realizzate proprio nella zona destinata dal PPE a conservazione dei volumi, che include il tratto compreso nella fascia di 300 metri dall'arenile sottoposto a vincolo ex legge 431/85; il piano particolareggiato inoltre rimane in gran parte inattuato per quanto riguarda i servizi e le infrastrutture.
Nella zona Valmontorio, tra il fiume Astura ed il Fosso Mascarello, si conforma il fenomeno delle lottizzazioni abusive; caratterizzato dalla vendita di piccoli lotti su terreno destinato dal PRG a parco pubblico o agricolo, su cui una committenza non locale realizza la seconda casa, prevalentemente di valore modesto, prossima al mare; questa zona può considerarsi una estensione della speculazione edilizia abusiva avvenuta parallelamente sulla costa romana.
La zona a sud, tra la costa e la strada litoranea, comprensiva del lago di Fogliano , non subisce l'espansione edilizia del tratto nord, tranne alcuni nuclei abusivi lungo la via Litoranea, in zona agricola, e conserva nel tempo i suoi aspetti caratteristici grazie alle leggi di tutela e conservazione evolutesi nel tempo ed alla istituzione del Parco nazionale del Circeo.
Oggi il territorio comunale di Latina ha una estensione di circa 27.700 ha e comprende una popolazione di 120.000 abitanti.

Ora visto che la giunta Zaccheo ha giustamente demolite le case abusive di Via Egadi, visto che là il Piano Particolareggiato vigente prevedeva verde pubblico, non si capisce perchè lo stesso non sia stato fatto a Valmontorio, dove le zone lottizzate abusivamente dai romani erano destinate dal PRG a parco pubblico e verde agricolo..

Mi sembra che negli anni 99-2000 Finestra provò a mandare le ruspe in qualche lottizazione, ma alla fine non se ne fece più nulla, per le enormi proteste dei proprietari...

Caro Renato, potresti raccontarci la storia di queste lottizazioni abusive di Valmontorio?

ARKAN


davide - Fri 26/10/2007 or 12:54

Dopo il caso di qualche settimana di un privato che aveva demolito una villa abusiva, è di ieri la notizia di un'altra demolizione fatta dallo stesso autore dell'abuso:

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php


davide - Sun 28/10/2007 or 19:47

Come si ricorderà, Terracina, insieme a Latina ed Aprilia è una delle città della nostra provincia in cui ancora non si effettuano demolizioni passate in giudicato... a Terracina andrebbero demoliti oltre 100 costruzioni abusive.. senza contare quelle costruite dal 2003 in poi...

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Sabato 27 Ottobre 2007 Chiudi chiudi finestra
di FABIO COCCIA

Terracina città devastata. Lo dice l’assessore all’ambiente Mariano De Gregorio che non ne può più di ricevere ogni giorno sul suo tavolo segnalazioni di degrado ambientale in zone di pregio. Ieri ha preso carta e penna e ha scritto una nota in cui anticipa una serie di provvedimenti che si appresta a prendere insieme ai colleghi di giunta. «La devastazione del territorio di Terracina, in special modo nelle aree cosiddette di pregio, sta oramai raggiungendo limiti intollerabili per una città che vuole rilanciarsi in uno scenario turistico europeo – scrive De Gregorio – Le segnalazioni che pervengono a questo assessorato quotidianamente non si contano più. Dagli di abusi edilizi all’abbandono di rifiuti. È un continuo fronteggiare l’emergenza da parte degli uffici che con le esigue risorse stentano ad evadere il flusso». Secondo l’assessore si è creato nel tempo un senso di rassegnazione tra gli amministratori. «Nessuno si accorge che, ad esempio, non vengono eseguite demolizioni per abuso edilizio da anni nonostante siano previste da apposite sentenze del tribunale.  La situazione è divenuta talmente inaccettabile che è mia intenzione convocare a breve un vertice con i miei colleghi del Turismo e Belle Arti al fine di mettere a punto una strategia comune e magari ottenere una delega speciale dal sindaco per combattere il malcostume». Le idee per fermare questo degrado De Gregorio le ha e partono da una capillare informazione alle famiglie unitamente all’istituzione di una vera e propria forza di polizia ambientale. «È indubitabile che l’azione principale passi attraverso il controllo del territorio coinvolgendo le forze di polizia interna come le altre finanche ad istituire se necessario un’apposita squadra di Guardie Ambientali. Mi auguro di trovare un ambiente pronto ad accogliere queste mie istanze e a percepire la portata del problema».


davide - Sun 28/10/2007 or 19:50

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Sabato 27 Ottobre 2007 Chiudi chiudi finestra
di LAURA PESINO

«Complesse indagini che hanno interessato gravi fenomeni di criminalità organizzata presenti sul territorio», nelle quali la Procura di Latina ha dato prova di una «solida professionalità». E’ quanto resta scritto, nero su bianco, nella relazione conclusiva degli ispettori del ministero di Giustizia inviati negli uffici di via Ezio. Presa visione del numero di fascicoli e delle pendenze e analizzato il copioso lavoro della Procura, «contrassegnato – scrivono – da forti criticità e particolarmente carente sul piano della struttura organizzativa», gli ispettori concludono con un plauso rivolto ai magistrati e al procuratore capo Giuseppe Mancini, titolare dall’1 aprile del 2004.
Gli uffici di via Ezio, secondo gli ispettori, sono quindi avviati su un percorso di crescita ed efficienza di gestione. Servizi riorganizzati e pool di magistrati che lavorano a pieno ritmo, divisi per settori penali, hanno consentito di smaltire molti dei carichi pendenti da anni. Una particolare attenzione viene poi dedicata, dagli ispettori, proprio alla massiccia attività svolta dal settore delle esecuzioni penali e delle demolizioni.
La stretta della Procura contro l’abusivismo ha prodotto nell’arco degli ultimi anni risultati soddisfacenti. Decine risultano le demolizioni eseguite negli ultimi mesi, fra i casi di sentenze passate in giudicato, mentre in molti comuni si è proceduto attraverso auto- demolizioni. Ma una nuova ondata di provvedimenti, per tenere alta la guardia sul fenomeno dell’abusivismo edilizio in tutta la provincia, arriverà già nelle prossime settimane.
Prossimi provvedimenti in vista, un probabile ricorso in Cassazione sul caso sollevato nei mesi scorsi, all’indomani della campagna elettorale, che riguarda le apette pubblicitarie in sosta in molte zone della città. Ipotizzando il reato di occupazione abusiva del suolo pubblico la Procura ne aveva chiesto il sequestro, che non era stato accolto dal Gip del tribunale di Latina né dal tribunale del Riesame ma si tratta di una materia nuova e per questo si potrebbe chiedere l’interpretazione della suprema corte.


davide - Sun 28/10/2007 or 20:56

Ecco come Latina Oggi commenta la notizia dell'assessore di Terracina, che denuncia che non vengono fatte demolizioni di immobili abusivi:

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php"http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php">

E ieri nuovo sequestro a Gaeta, 10 costruzioni abusive realizzate a Sant'Agostino

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php"http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php">

 


davide - Wed 14/11/2007 or 16:25

Era fine settembre quando la Procura in una conferenza stampa sull'abusivismo, disse che ad Ottobre si sarebbe iniziati a demolire immobili nel Comune di Aprilia.

Ebbene, anche se con qualche settimana di ritardo, ieri è stata demolita una casa abusiva. Si tratta del primo di 77 immobili siti in quel Comune e colpiti da sentenza di demolizione passata in giudicato.

Era dal 2000 che ad Aprilia non si demolivano immobili abusivi. Allora si demolì una costruzione a Casalazzara...

http://www.iltempo.it/latina/2007/11/14/753745-abusivismo_demolisce.shtml"banner">

Le demolizioni in programma vennero tutte sospese. Ora ci si riprova dopo che, in sette anni, il territorio è stato letteralmente massacrato da costruzioni nate come funghi, soprattutto nelle periferie.
Le operazioni di demolizione avviate ieri mattina con l'intervento della Polizia Municipale, dei carabinieri, del nucleo della polizia giudiziaria presso la Procura e del commissariato di polizia di Cisterna, hanno impegnato la ditta per tutta la giornata.
Si è terminato con la chiusura del luogo alle 17. Il fabbricato era di 100 mq per quattro di altezza, per un totale di 400 metri cubi. Era presso al civico 27 di via Mascarello, una strada di campagna di periferia in località Campo di Carne.
Il fabbricato non era rifinito e a quanto pare era stato edificato più di qualche anno fa. La sentenza è del 1999.
«I miei clienti - ha commentato l'avvocato di parte Vincenzo Chiusolo - non avevano i soldi per pagare il condono, altrimenti questa demolizione non sarebbe avvenuta. Mi dispiace che il procuratore capo abbia voluto iniziare la campagna di demolizioni a scopo dimostrativo con coloro che hanno fatto tanti sacrifici per costruire una casa che, tra l'altro, non aveva vincoli ambientali o paesaggistici. I miei clienti inoltre mi hanno fatto notare come il fabbricato ricadesse nel piano di recupero che sta per essere approvato dalla Regione. Se questa è una campagna di demolizione per frenare il fenomeno dell'abusivismo, credo che si sia partiti con il piede sbagliato. Bisognava, a mio giudizio, iniziare con gli abusivi più allegri, quelli che in pratica hanno costruito in zona demaniale o con vincoli urbanistici. Vorrei sottolineare anche che se fosse stato approvato il piano di recupero, a quest'ora non sarebbero arrivate le ruspe. E' un monito ai nostri amministratori che sul problema finora hanno accumulato ritardi di natura strettamente politica».
Il fabbricato fungeva da abitazione. Infatti, prima di buttarlo giù, gli agenti hanno dovuto provvedere al trasloco dei mobili, frigoriferi e letti presenti all'interno e accatastati successivamente sul nudo terreno.

14/11/2007


davide - Wed 14/11/2007 or 17:49

Sono stati stanziati ed immediatamente disponibili i 750 mila euro necessari alla demolizione dell'isola dei ciurli! Il Comune di fondi deve provvedere entro 30 giorni!

Dopo 30 anni finalmente uno degli scempi della nostra provincia sarà raso al suolo, e l'area annessa all'area protetta del Monumento Naturale del Lago di Fondi.

Come godoooooooooooooooo!  Ah Ah Ah Ah Ah Ah

http://www.studio93.it/news/read_news.php"0" cellspacing="2" cellpadding="8" width="407" class="text">

La Regione finanzia la demolizione dell'Isola dei Ciurli a Fondi.
14-11-2007stampa invia pdf

L’assessorato all'Urbanistica, infatti, oggi ha emesso il provvedimento che mette immediatamente la somma a disposizione del Comune di Fondi per la completa demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi.


(foto : L'Isola dei Ciurli)
La Regione finanzia la demolizione dell

La Regione Lazio ha stanziato 750mila euro per la demolizione dell'ecomostro di Isola dei Ciurli, a Fondi, e il ripristino della pregiata area. L’assessorato all'Urbanistica, infatti, oggi ha emesso il provvedimento che mette immediatamente la somma a disposizione del Comune di Fondi per la completa demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi. A dare la notizia, è l’assessore regionale all’Urbanistica, Massimo Pompili. “Il Comune di Fondi ha ora 30 giorni per procedere alla demolizione – ha detto Pompili - In caso di inadempimento l'intera procedura sarà portata a termine dalla Regione Lazio”. Con il passaggio in giudicato della sentenza della Corte d'Appello di Roma, che ha posto la parola fine sullo scempio abusivo compiuto nell'area di Isola dei Ciurli e sull'accertamento delle responsabilità ad ogni livello nell'intera vicenda, la Regione procede così alla demolizione dei 21 scheletri di cemento che da 40 anni deturpano l’area naturale della Piana di Fondi.

“Occorre ripristinare la legalità in tutto il sud pontino” ha commentato Enrico Fontana, Capogruppo dei Verdi al Consiglio regionale. “Lo stanziamento di 750mila euro per l’isola dei Ciurli – ha detto - rappresenta il passo decisivo per avviare la demolizione dei 21 scheletri di cemento armato abusivi. Nel caso di ulteriori inadempienze del Comune di Fondi, – ha avvisato, però, Fontana - la Regione interverrà direttamente”.

“La definitiva cancellazione dell’ecomostro - spiega Fontana - è solo il primo passo per il recupero paesaggistico e ambientale dell’area, che è stata inserita nel perimetro del Monumento naturale del Lago di Fondi”. “L’iniziativa della Regione Lazio va nella giusta direzione - aggiunge - che è quella di esercitare i poteri sostitutivi per ripristinare la legalità dove le amministrazioni locali non agiscono. Questo metodo deve riguardare i territori del sud pontino e del litorale laziale, gravemente devastati in questi anni dall’abusivismo edilizio”.

“Non dobbiamo dimenticare che dal rapporto Ecomafia di Legambiente - spiega Fontana - il Lazio risulta al sesto posto in Italia per reati riconducibili all’attività edilizia illegale, con 546 infrazioni accertate, 623 persone denunciate, 237 sequestri”.

“Per avere un quadro dettagliato del fenomeno - conclude Fontana - serve un’indagine conoscitiva sull’intero ciclo illegale del cemento nel Lazio. Per questo ho chiesto alle commissioni regionali competenti di avviare quanto prima la discussione della proposta di legge presentata dai Verdi per l’istituzione di una Commissione di inchiesta sul fenomeno dell’abusivismo edilizio nel litorale laziale”.


davide - Wed 14/11/2007 or 18:26
Fondi, la Regione ferma in extremis l’abbattimento della struttura
Camping «Il Gabbiano», giallo sulla demolizione
di Giovanni Stravato
È GIALLO sulla demolizione del campeggio «Il Gabbiano», rinviata ancora una volta in extremis. Ieri pomeriggio, con un dietro front che lascia sconcertati, l’ufficio urbanistrica del Comune ha comunicato alla Questura e alla ditta incaricata che l’abbattimento delle strutture del campeggio di Tumulito è rinviato a data da destinarsi. Una decisione a sorpresa, dal momento che era già stato disposto il consueto spiegamento di forze dell’ordine che avrebbe visto impegnate le pattuglie della polizia di Stato, dei carabinieri, della guardia di finanza e dei vigili urbani. Ancora un rinvio all’ultimo momento, dunque, quando sembrava che la storia ormai trentennale del «Gabbiano» fosse arrivata al capolinea. Negli uffici di Palazzo San Francesco sono restii a dare spiegazioni, poi finalmente viene fuori la motivazione del rinvio: all’ultimo momento è stata recapitata al Comune una richiesta di incontro della Regione proprio per discutere dell’abbattimento del campeggio. «Per cui è parso opportuno - spiegano a Palazzo San Francesco - rinviare l’abbattimento per non mettere la Regione davanti al fatto compiuto». Una sorta di cortesia istituzionale che però, stando a quanto si apprende in Comune, non dovrebbe cambiare il destino del «Gabbiano» che dovrà essere abbattuto come gli altri manufatti nella zona di Tumulito interessata dall’intervento di «rinaturazione» della duna messo in cantiere dal Comune con un finanziamento stanziato proprio della Regione. Una storia che si è consumata tra carte bollate, ordinanze di sgombero e ricorsi quella del campeggio di Tumulito. Per trent’anni la struttura ricettiva ha costituito anche un problema politico per le amministrazioni che si sono succedute in Comune. E quando sembrava che la storia del campeggio fosse arrivata al capolinea è intervenuta la richiesta di incontro, fissato per domani mattina, da parte del Dirigente del Dipartimento per il territorio della Regione.
Già nel maggio scorsi il Comune era stato sul punto di dare il via alle ruspe, poi l’abbattimento era stato ancora una volta rinviato in quanto la struttura ricettiva aveva raccolto centinaia di prenotazioni per la stagione estiva. Passata l’estate, il Comune è tornato alla carica per eseguire l’ordinanza di abbattimento. All’ultimo momento, la richiesta della Regione che potrebbe mettere sul tavolo una soluzione alternativa all’abbattimento: l’acquisizione al patrimonio del Comune delle strutture del campeggio che sarebbero poi date in gestione attraverso un bando. Una soluzione ipotizzata in passato e poi venuta a cadere anche per l’asprezza del contenzioso che negli ultimi anni ha visto opposti i gestori del campeggio e l’amministrazione comunale

davide - Fri 16/11/2007 or 22:32

Il consiglio comunale di Monte S. Biagio in riunione straordinaria è riuscito a fermare le ruspe che si preparavano ad abbattere un immobili colpito da sentenza passata in giudicato, dopo che il giorno prima la procura aveva già fatto disattivare luce e gas.

Monte San Biagio tra l'altro è uno dei paesi con più sentenze definitive (circa 80), e qualche mese tutte quelle ordinanze andarono misteriosamente in fumo, dopo che erano accatastate su un tavolo del Comune, in piena notte. Fortunatamente alla procura avevano copia degli atti, ma ciò ha cmq fatto slittare gli abbattimenti.

Ecco la notizia di oggi di Latina Oggi su Monte San Biagio:

http://www.dagolab.it/public/LatinaOggi/Archivio/16_11_2007/pag30fondi.pdf

Tra l'altro nella stessa pagina si parla dell'abbattimento del campeggio di Fondi "Il Gabbiano" che avverrà tra una decina di giorni.

DAVIDE


davide - Thu 22/11/2007 or 16:43
Continua la lotta al mattone selvaggio da parte della Procura di Latina. Qualche giorno fà ad Aprilia è stata eseguita la seconda ordinanza di demolizione passata in giudicato.

A cadere sotto i colpi delle ruspe è stato un capannone di 500 metri quadri. Ora i proprietari rischiano di pagare 10 mila euro per la demolizione.

Bene, sarebbe però il caso che la Procura facesse demolire anche gli immobili abusivi scoperti più di recente, senza aspettare i giudizi del tribunale.

Ad esempio ad ottobre 2006 a Priverno si scoprì che un imprenditore stava realizzando una piscina abusiva..
Il procuratore Mancini impose all'autore dell'abuso la demolizione, e questo la mise in opera ad Aprile-Maggio 2007...

Bene, occorre che vi siano altri casi di demolizioni (spontanee o d'ufficio), fatte subito, senza far passare i decenni..

http://www.dagolab.it/public/LatinaOggi/Archivio/21_11_2007/pag18aprilia.pdf
ARKAN

davide - Fri 23/11/2007 or 23:40

Oggi ad Aprilia la terza demolizione messa in opera dalla Procura. E' stato demolita una piattaforma in cemento di 130 metri quadri, che avrebbe dovuto ospitare una costruzione abusiva...

Se si và avanti di questo passo, la Procura andrà a demolire tutti gli abusi edilizi compiuti negli ultimi 15 anni!

Bene, bene, avanti tutta su questa strada! Le ruspe benedette devono distruggere tutto quanto gli abusivi hanno realizzato nei nostri comuni, distruggendo il paesaggio della nostra provincia....

http://www.latina24ore.it/index.php"spnMessageText">ARKAN


davide - Sun 25/11/2007 or 19:46

Ecco le drammatiche cifre dell'abusivimo nella città di Aprilia...

E a Latina le pratiche di abusivimo riquardano 18.000 immobili, di cui 9000 purtroppo accolte e gli abusi sanati...

E volete fare turismo con un territorio degradato? Fate ridere i polli!!

http://www.ilmessaggero.it/view.php"2">

Domenica 25 Novembre 2007 Chiudi






di GIORGIO NARDINOCCHI

La Procura di Latina dichiara guerra all’abusivismo edilizio. E sceglie Aprilia come terreno per misurare l’efficacia della nuova linea di rigore verso chi continua a deturpare il territorio. Il procuratore Giuseppe Mancini nei giorni scorsi ha acquisito una copia della variante urbanistica per il recupero della sterminata periferia apriliana. E ha deciso di verificare se le costruzioni colpite da una sentenza di condanna penale con ordine di demolizione siano state fatte rientrare o no nelle previsioni di sanatoria adottate dal Comune di Aprilia e ora all’esame della Regione. Evidentemente se sono state inserite nei piani di recupero, non verranno più demolite. In caso contrario, ha annunciato il procuratore, si procederà alla loro demolizione. Esattamente come è stato fatto ieri allorché è stato dato inizio ai lavori di abbattimento di un basamento in cemento armato di circa 130 metri quadrati destinato alla costruzione di un edificio abitativo.
Questo lavoro di verifica e confronto con le mappe urbanistiche, ha annunciato il procuratore Mancini, durerà fino alla fine dell’anno. Poi si darà il via al programma di demolizioni. L’obiettivo della procura della repubblica di Latina è di riportare un minimo di legalità sul territorio che negli ultimi trent’anni è stato letteralmente violentato da una corsa al mattone selvaggio che nessuna istituzione è riuscita a fermare. E questo fenomeno ha avuto come massimo epicentro proprio Aprilia. Il poco invidiabile primato si ricava dai dati diffusi qualche anno fa da Legambiente Lazio che fotografò la situazione di cemento selvaggio nella regione.
Secondo Legambiente i costruttori spontanei hanno abbandonato le periferie romane per spostarsi nell’hinterland e nelle aree di particolare pregio come il litorale pontino e verso quelle collinari a nord-ovest di Roma. Si spiega così l’intensità del fenomeno ad Aprilia che funge da camera di compensazione dell’esodo demografico da Roma e l’exploit abusivo in città come Terracina e Gaeta, particolarmente appetibili sotto il profilo ambientale.
L’iniziativa della procura vuole mettere un argine all'abusivismo approfittando dell’approvazione della variante che in pratica ha sanato la gran parte degli abusi perpetrati in questi anni. Il rischio infatti è che questa ennesima sanatoria rigeneri nuovo abusivismo com’è sempre stato con tutti i condoni che si sono susseguiti nel tempo. Aprilia, infatti, da questo punto di vista è un laboratorio interessante che dimostra quanto siano controproducenti i ripetuti condoni edilizi, perché alimentano l’aspettativa di nuovi condoni.
Le cifre di Aprilia sono emblematiche. Con il primo condono, che ha sanato tutte le costruzioni realizzate fino al 1985, sono state istruite 10.314 pratiche. Con il condono Berlusconi, che ha sanato fino al 1993, ne sono state istruite 3.468. Nei tre anni seguenti sono stati accertati altri 4.066 casi. E altre migliaia di case sono spuntate dal nulla nel secondo condono Berlusconi e altre ancora ne sorgeranno ora dopo la variante del Comune se le istituzioni non si metteranno in testa di controllare il territorio metro per metro.

ARKAN


davide - Sat 01/12/2007 or 23:59

Ecco alcune delle ultime ordinanze dal Tar di Latina, che respinge i ricorsi di alcuni abusivi di Aprilia, Latina e Sperlonga:

http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Latina/Sezione%201/2007/200700995/Provvedimenti/200700829_05.XML

N. 00829/2007 REG.ORD.

N. 00995/2007 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

Sul ricorso numero di registro generale 995 del 2007, proposto da:
Giorgio De Carli, rappresentato e difeso dall'avv. Giorgio Maria Pompei, con domicilio eletto presso Sezione Di Latina Ex Lege Tar Lazio in Latina, via A. Doria 4;

contro

Comune di Aprilia;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

ORDINANZA N. 236 DEL 26.06.2007 DI SOSPENSIONE LAVORI E DEMOLIZIONE OPERE REALIZZATE.

 

 

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;

Visti gli artt. 19 e 21, u.c., della legge 6 dicembre 1971, n. 1034;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 23/11/2007 il dott. Giuseppe Rotondo e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

 

 

Considerato che l’ordinanza di demolizione appare resistere ai dedotti motivi di ricorso:

-palesandosi in re ipsa l’interesse pubblico alla sua adozione a fronte di opere realizzate senza titolo edilizio e per giunta in area vincolata;

-risultando apodittica l’affermazione sulla risalenza storica del manufatto;

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione di Latina, respinge, nei sensi in motivazione, la suindicata domanda di sospensione.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 23/11/2007 con l'intervento dei signori:

 

Santino Scudeller, Presidente FF

Davide Soricelli, Consigliere

Giuseppe Rotondo, Primo Referendario, Estensore

http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Latina/Sezione%201/2007/200700905/Provvedimenti/200700816_05.XML

N. 00816/2007 REG.ORD.

N. 00905/2007 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

Sul ricorso numero di registro generale 905 del 2007, proposto da:
Egidio Toselli, rappresentato e difeso dall'avv. Giuseppe Garofalo, con domicilio eletto presso Giuseppe Avv. Garofalo in Latina, via Papiniano N.3;

contro

Comune di Latina, rappresentato e difeso dall'avv. Francesco Di Leginio, con domicilio eletto presso Francesco Avv. Di Leginio in Latina, via Farini 2;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

DEL PROVVEDIMENTO N.76/06 DI REIEZIONE ISTANZA CONDONO EDILIZIO..

 


 

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;

Visto l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Latina;

Visti gli artt. 19 e 21, u.c., della legge 6 dicembre 1971, n. 1034;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 23/11/2007 il dott. Giuseppe Rotondo e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

 


 

Considerato che l’opera in questione – nonostante la decadenza del vincolo urbanistico di inedificabilità, comunque bisognevole di maggiori approfondimenti propri della fase di merito - risulta realizzata dopo l’imposizione del vincolo ambientale/paesistico di inedificabilità imposto con D.M. 25/2/1974;

Visto l’art. 33 della L. n. 47/85, come richiamato e fatto salvo dall’art. 32, c. 27, primo periodo della L. n. 326/2003;

P.Q.M.

 


 

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione di Latina, respinge, nei sensi in motivazione, la suindicata domanda di sospensione.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 23/11/2007 con l'intervento dei signori:

 

Santino Scudeller, Presidente FF

Davide Soricelli, Consigliere

Giuseppe Rotondo, Primo Referendario, Estensore

http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Latina/Sezione%201/2007/200700909/Provvedimenti/200700817_05.XML

N. 00817/2007 REG.ORD.

N. 00909/2007 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

Sul ricorso numero di registro generale 909 del 2007, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Nestore Elio Fortunato, rappresentato e difeso dall'avv. Giuseppe Addessi, con domicilio eletto presso Sezione Di Latina Ex Lege Tar Lazio in Latina, via A. Doria 4;

contro

Comune di Sperlonga;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

ORDINANZA N. 87 DEL 31.07.2007 DI DEMOLIZIONE OPERE REALIZZATE.

 


 

Visto il ricorso ed i motivi aggiunti, con i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;

Visti gli artt. 19 e 21, u.c., della legge 6 dicembre 1971, n. 1034;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 23/11/2007 il dott. Giuseppe Rotondo e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

 


 

Ritenuto che il provvedimento impugnato appare resistere alle articolate censure in considerazione della attuale validità ed efficacia degli atti presupposti sui quali si regge l’ordinanza di demolizione;

Considerato che la censura con la quale si prospetta la risalenza del manufatto ad un’epoca anteriore l’imposizione del vincolo stradale appare tardiva e carente di interesse poiché andava proposta, in via principale, avverso i provvedimenti di diniego del condono edilizio;

Considerato che i motivi aggiunti di ricorso appaiono destituiti di fumus trovando l’ordinanza di demolizione il proprio immediato e più vicino presupposto nel denegato condono edilizio;

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione di Latina, respinge, nei sensi in motivazione, la suindicata domanda di sospensione.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 23/11/2007 con l'intervento dei signori:

 

Santino Scudeller, Presidente FF

Davide Soricelli, Consigliere

Giuseppe Rotondo, Primo Referendario, Estensore

http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Latina/Sezione%201/2007/200700452/Provvedimenti/200700815_05.XML

N. 00815/2007 REG.ORD.

N. 00452/2007 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

Sul ricorso numero di registro generale 452 del 2007, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Carmine Tursi, rappresentato e difeso dall'avv. Francesco Di Ciollo, con domicilio eletto presso Francesco Avv. Di Ciollo in Latina, via Carducci N.7;

contro

Comune di Sperlonga, rappresentato e difeso dall'avv. Corrado De Simone, con domicilio eletto presso Corrado Avv. De Simone in Latina, viale dello Statuto 24; Astral S.p.A. -Azienda Stradale Lazio-, rappresentato e difeso dall'avv. Pietro De Angelis, con domicilio eletto presso Alfredo Avv. Soldera in Latina, corso della Repubblica,283; Regione Lazio;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

PROVV.TO PROT.N.2934 DEL 13.02.07 DI DINIEGO ISTANZE DI CONDONO EDILIZIO.

 


 

Visto il ricorso ed i motivi aggiunti, con i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;

Visto l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Sperlonga;

Visto l'atto di costituzione in giudizio del Astral S.p.A. -Azienda Stradale Lazio-;

Visti gli artt. 19 e 21, u.c., della legge 6 dicembre 1971, n. 1034;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 23/11/2007 il dott. Giuseppe Rotondo e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

 


 

Vista la dichiarazione a verbale con la quale l’avv. Di Ciollo ha limitato la sua istanza cautelare alla sola ordinanza di demolizione impugnata mediante motivi aggiunti;

Considerato che il suddetto provvedimento – alla luce del complesso fattuale e motivazionale che lo sorregge, della valenza degli atti presupposti (non oggetto di delibazione stante la rinuncia, in parte qua, alla tutela cautelare), della consistenza eminentemente formale dei vizi dedotti nonché della natura vincolata e dovuta dell’atto monitorio, siccome adottato in conseguenza del denegato condono edilizio delle opere abusive – appare sottrarsi alle articolate censure;

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione di Latina, respinge la suindicata domanda di sospensione.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 23/11/2007 con l'intervento dei signori:

 

Santino Scudeller, Presidente FF

Davide Soricelli, Consigliere

Giuseppe Rotondo, Primo Referendario, Estensore


davide - Sun 02/12/2007 or 21:11

Facciamo il punto di alcune demolizioni avvenute negli ultimi anni nel Comune di Latina, comune come ricorderete, in cui ci sono 250 ordinanze di demolizione passate in giudicato da eseguire:

http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php"http://parvapolis.panservice.it/index.php">http://parvapolis.panservice.it/index.php


davide - Tue 04/12/2007 or 20:39

Dopo il camping "Il Gabbiano", che sarebbe dovuto essere abbattuto la settimana scora, Latina Oggi ci informa che anche il camping "Orange" ha ricevuto da parte del Comune di Fondi, un ordinanza di demolizione:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/04_12_2007/pag30fondi.pdf

ARKAN


davide - Wed 05/12/2007 or 21:52

Ieri era giorno di demolizioni...

Mentre però nella vicina Ardea (RM) il Tribunale di Velletri faceva rispettare una sentenza di demolizione passata in giudicato, a San Felice le ruspe facevano dietro front, a causa di un ricorso tirato fuori all'ultimo minuto.

Questo fatto dei ricorsi tirati fuori all'ultimo momento comincia ad essere un pò fastidioso, visto che è già la terza volta (le altre 2 a Monte S. Biagio ed Aprilia) nell'ultimo mese, che le ruspe delle procura vengono fermate a causa di qualche carta.

Ma Santo Iddio, queste sentenze sono passate in giudicato ed irrevocabili! Perchè allora ci si ferma davanti alla prima cartuccella che uno presenta?

Ecco la demolizione di Ardea:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_12_2007/pag14ardea.pdf

ed ecco la mancata demolizione di San Felice:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_12_2007/pag23pontinia.pdf

E ieri, tanto per non farci mancare nulla, sequestro a Terracina di una villa abusiva:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_12_2007/pag25terracina.pdf

e vai col ballo del mattone... abusivo!
 

ARKAN


davide - Wed 05/12/2007 or 22:14

Che poi non si capisce. Il Tribunale di Terracina dice che entro 15 giorni dopo la sentenza non aveva ricevuto ricorsi, e dunque la sentenza andava considerata definitiva.

Mentre ora esce all'ultimo momento un ricorso..

Bha, speriamo almeno che le prossime demolizioni si facciano senza tanti tentennamenti.

ARKAN


davide - Thu 06/12/2007 or 00:50

Demolito il 30 Novembre ad Aprilia il quarto fabbricato. Mi era sfuggito!
Mi sembra che nessun giornale riportasse la notizia, che invece è presente nel sito della Procura di LAtina:

http://www.procuralatina.it/demolizioni3011.asp

30 novembre 2007 - La Procura prosegue nelle demolizioni

In data odierna la ditta incaricata dalla Procura ha proceduto, ancora nel comune di Aprilia, alla demolizione di un manufatto di circa 50 mq.

Oddio forse potevano scrivere qualche notizia in più.

Cmq ricapitolando ad Aprilia sono stati demoliti 4 immobili:

1) 13 Nov: casetta di 100 metri quadri a Campo di Carne;

2) 20 Nov: capannone di 500 metri quadri;

3) 24 Nov: piattaforma in cemento di 130 metri quadrati;

4) 30 Nov: costruzione di 50 metri quadri

Forza, avanti così! Ripulite dal cemento illegale la nostra martoriata provincia!

ARKAN

PS Non capisco perchè Salvatore,che tiene all'ordine ed alla pulizia non dica niente su questa faccenda degli abusi edilizi e non mi sostenga in questa battaglia. Caro Salvatore negli States le demolizioni di immobili abusivi le fanno? E se si, dopo quanto tempo dalla scoperta dell'abuso?


davide - Thu 06/12/2007 or 01:00

Ecco le statistiche delle demolizioni pendenti tratte dal sito della Procura:

http://www.procuralatina.it/datistat.asp

DEMOLIZIONI
Sospese per Condono o Sanatoria
Pendenti
Inizio Periodo
Pervenute
Definite
Pendenti fine periodo
799
1.221
70
106
1.185

 

 

 

 

Ora visto che ogni anno la Procura riceve circa 70 nuove sentenze di demolizione, significa che l'arretrato (799 + 1185 = 1984), si è accomulato nel corso di ben 28 anni!!!

E chissà quante altri caso di abusivismo di moltissimi anni fà sono fermi in Tribunale, o al TAR!!

Questo significa che se ogni procuratore capo che ha guidato la Procura negli ultimi 30 anni avesse avuto a cuore tale problema, si sarebbe potuti, smaltendo circa 100 pratiche all'anno (come avvenuto tra giugno 2006 e Luglio 2007), arrivare ad avere pochissime demolizioni ancora da definire.

Inoltre i tempi più celeri della giustizia avrebbero rappresentato un freno a nuovi casi di abusivismo, visto che non si sarebbe potuto dire, come capita frequente oggi:

hanno demolito quella casa là... se ne sò ricordati dopo 20 anni?

ARKAN


davide - Wed 12/12/2007 or 19:53

Sembra, da quanto dice Legambiente, in questo articolo del 2002, che esista una sentenza della Cassazione che impone l'abbattimento delle palafitte sulla duna..

Non sapevo di questa cosa!! Se è così chiedo alla magistratura, ed alla procura che venga al più presto fatta rispettare questa sentenza!

http://new.parvapolis.it/page.php"2">

05 Febbraio 2002Mauro Cascio

Latina. Dopo il sequestro del Litorale, Legambiente: «La Magistratura è oggi l’unico organismo istituzionale che ha a cuore le questioni ambientali»
Legambiente si trova in piena sintonia con l’azione della magistratura: si faccia chiarezza
su eventuali conformità alla legge di alcuni immobili e sulle autorizzazioni di cui sarebbero
in possesso i proprietari, ma ciò non diventi l’ennesimo ostacolo per vanificare la legalità
su un’area, come quella del litorale, da sempre oggetto di scambio tra amministrazioni
disattente e "nuovi" privilegi per "antichi" privilegiati.

«Esiste una sentenza definitiva della Corte di Cassazione datata di qualche anno, che imponeva
l’abbattimento delle "palafitte" sulla duna. Le procedure per l’abbattimento erano e sono
di competenza del Comune di Latina. La domanda è: le sentenze definitive della Cassazione sono
applicabili a discrezione dell’Ente locale? Giuridicamente parlando sembra proprio di no, ma
dalle nostre parti sembra proprio di sì.
Infatti nelle procedure di attuazione del PUA (Piano di Utilizzazione dell’Arenile) approvato
dal Comune di Latina due anni or sono, ai proprietari di quelle stesse "palafitte"
l’amministrazione concedeva una clausola molto vantaggiosa: in cambio dell’abbattimento si
concedeva il diritto di perequazione (la possibilità di costruire un po’ più in là a spese
della collettività), ipotesi non contemplata da nessuna norma dello stato di diritto attuale
del nostro paese.
Tra l’altro circa tre fa, il Consiglio comunale approvò 4 varianti al Piano Regolatore vigente
(mentre se ne discuteva la variante generale) che interessavano il litorale, al fine di
consentire l’ampliamento e la creazione di strutture ricettive in funzione del Giubileo del
2000; tra queste realizzazioni risultava l’approvazione ad innalzare di 4 piani un noto
albergo a Capoportiere (che ne realizza attualmente 3), in zona demaniale interessata da ampi
fenomeni di erosione. Il particolare curioso riguardava il fatto che questa e le altre
varianti furono approvate in sede "politica" malgrado il parere contrario degli uffici
comunali preposti all’istruttoria.
Legambiente condivide in pieno l’azione della Magistratura che pare essere l’unico organismo
istituzionale presente in Provincia che ha impresso una svolta sulle questioni ambientali:
quando ancora ci vorrà per vedere risultati concreti anche nella elaborazione e nella
programmazione politica che faccia della tutela e della valorizzazione del patrimonio
naturale una vera e propria risorsa economica?
All’azione della Magistratura che ha carattere puramente repressivo deve affiancarsi una
azione di indirizzo e di educazione che spetta decisamente agli enti locali».


http://new.parvapolis.it/page.php"2">

08 Febbraio 2002Mauro Cascio

Latina. Sequestri al Lido. Contestata l'iniziativa della Procura. «Così si fermano, penalizzandole, le attività economiche presenti sul lungomare»

«Vogliono riqualificare il Lido? Gli rendiamo il compito più facile», queste le
parole del Procuratore Antonio Gagliardi quando qualche giorno fa annunciò quella
ferita che, a distanza di poco meno di una settimana, brucia ancora.
Non si sono placate infatti le polemiche dopo il "sequestro" di 7 Km di litorale
tra stabilimenti e abitazioni abusive. I titolari delle attività commerciali
hanno già incontrato il presidente del Consiglio Salvatore De Monaco.
«Siamo molto stupiti dell'iniziativa della Procura di Latina» - ha detto
Fabrizio Fumagalli, presidente regionale di Assobalneari, l'associazione di categoria
che tutela i diritti degli operatori turistici.
«Riteniamo i provvedimenti una evidente forzatura. Siamo di fronte a strutture che sono
state debitamente autorizzate decenni di anni fa. Inoltre il sequestro viene ad assumere
un valore soprattutto politico. Si vuole dare la massima eco a quello che potrebbe essere
risolto con le armi procedurali in possesso di qualsiasi amministrazione comunale.
Se gli amministratori comunali vogliono liberare il litorale dalle costruzioni considerate
abusive possono farlo benissimo con l’arma dell’esproprio e non c’è affatto bisogno di
scomodare il codice della navigazione. E a proposito dello spirito del citato articolo
non c’è dubbio che se fossero state realizzate strutture e servizi nei 30 metri dalla
battigia e nella successiva "fascia di rispetto" la Capitaneria di Porto sarebbe
intervenuta prontamente. Il fatto che non l’abbia fatto significa che nessuno aveva
creato ostacoli alla navigazione.
L’obiettivo vero è quello di aprire un dibattito pubblico senza
tenere presente che è in gioco il futuro e la sopravvivenza di centinaia di famiglie
che rischiano di rimanere senza lavoro».

Solidale è anche il mondo politico. Se da un lato il presidente della Provincia Paride
Martella si è affrettato a dichiarare che lo stabilimento dell'Ente sarebbe stato
abbattuto comunque, prima o poi, dall'altro non nasconde una certa preoccupazione,
considerato che buona parte delle aziende interessate sono a conduzione familiare.
Non si può bloccare completamente l'attività e mandare centinaia di persone sul lastrico.

"Dura lex sed lex" è solo una frase per fare vedere che si sa un po' di latino. Ma per
sfoggiare la propria cultura, alle volte è più elegante ed indicato recitare Dante a memoria.

ARKAN

 


davide - Wed 12/12/2007 or 21:09

Nell'ultimo anno e mezzo il Comune di Cisterna si sgola con gli abusivi, chiedendo loro di mettersi in regola.. Questa faccenda và avanti dal 2001, quando alla Procura di Latina c'era Antonio Gagliardi...

Benedetto Iddio, se costoro non vogliono pagare gli oneri dovuti, vogliamo respingere le istanze di condono e cominciare a buttare giù tutto?

http://www.ilmessaggero.it/hermes/20010606/05_LATINA/LATINA/EE.html"0" width="100%">

Mercoledì 6 Giugno 2001
Cisterna/Il sindaco diffida 5.000 inadempienti dopo l’intervento della Procura
«Sanatorie, mettetevi in regola o demoliamo»

di CLAUDIA PAOLETTI

Cinquemila diffide saranno recapitate dal comune di Cisterna ai cittadini che non hanno ancora presentato tutta la documentazione necessaria per la definizione delle pratiche di sanatoria edilizia. Negli avvisi è specificato il termine ultimo di 90 giorni per mettersi in regola, altrimenti verrà dichiarata l'improcedibilità delle pratiche con il conseguente diniego della concessione. L'atto finale sarà la notifica della demolizione dell'immobile. L'aut-aut è stato imposto dal procuratore capo della Repubblica, Antonio Gagliardi, prima ancora ai responsabili degli uffici competenti del comune di Cisterna, l'architetto Rita Pausa, l'ingegnere Gianfranco Buttarelli e, per conoscenza, al sindaco di Cisterna, Mauro Carturan. La scorsa settimana il procuratore li ha convocati nel suo ufficio, invitandoli a lavorare per definire le pratiche di sanatoria edilizia, altrimenti saranno loro stessi penalmente responsabili. «I cittadini non possono disattendere a un loro dovere - ha commentato il sindaco di Cisterna - quello di obbedire alla legge. C'è il rischio che questa vicenda sfoci in un dramma per tante famiglie che con non pochi sacrifici si sono costruite una casa. Gagliardi fa osservare che non è più ipotizzabile che queste sanatorie rimangano indefinite, per questo invito ancora una volta i cittadini a presentare la documentazione mancante». Gli fa eco il vicesindaco Domenico Capitani, assessore alle grandi opere. «Il diniego della concessione - dice Capitani - è un atto propedeutico all'ordinanza di demolizione dell'abuso edilizio con gravi conseguenze economiche per l'intera collettività, per questo ribadiamo l'importanza di adempiere». «Probabilmente non ce la faremo ad evadere tutte le pratiche in tre mesi - aggiunge l'architetto Panusa - certo dovremmo dimostrare al procuratore che ce la stiamo mettendo tutta, altrimenti ci andremo di mezzo noi. L'abusivismo Cisterna è un fenomeno circoscritto, si tratta per lo più di costruzioni di prima necessità nelle zone di Castel Verde, Sant'Ilario, Franceschetti e Cerciabella».
Dal 1986 ad oggi su un numero totale di pratiche di sanatoria pari a 5.500 circa ne risultano concessionate solo il 25%. L'amministrazione, nel corso di tutti questi anni, ha più volte richiesto la documentazione integrativa necessaria alla definizione della pratica, nella maggior parte dei casi integrata solo parzialmente o addirittura mai prodotta. Dall'ultima sanatoria sono trascorsi 15 anni.

ARKAN


davide - Fri 14/12/2007 or 22:06

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/14_12_2007/pag27fondi.pdf

 

Venerdì 14 Dicembre 2007
Fondi, ieri mattina l’intervento sulla duna di Tumulito
Blitz al «Gabbiano», campeggio sgomberato
di Mirko Macaro
PARE che ormai la fine del camping «Il Gabbiano» sia vicina. Ieri, infatti, sono state effettuate le più volte paventate operazioni di sgombero: infrastrutture e prefabbricati sono stati smontati e rimossi dai dipendenti del campeggio, coadiuvati da alcuni operai comunali. Uno sgombero «soft», effettuato senza l’ausilio delle ruspe anche perchè il campeggio non ha mai fatto ricorso alla cementicazione selvaggia. Una storia travagliata che va avanti da circa un trentennio, quella della struttura ricettiva di Tumulito. «Il Gabbiano» è da sempre al centro di controversie legali legate al vincolo degli usi civici ed ai presunti abusi edilizi perpetrati dai titolari. Negli anni sono state a più riprese decretate ordinanze di sgombero ed abbattimento, che però ogni volta sono state puntualmente sospese all’ultimo minuto. Anche nelle scorse settimane il campeggio era stato estremamente vicino a chiudere i battenti. Le ruspe già scaldavano i motori, ma ancora una volta venne tutto rinviato: prima per l’intervento della Regione, che voleva avere alcuni chiarimenti a riguardo, poi per l’«intromissione» del Prefetto Bruno Frattasi, anch’egli intenzionato ad andare a fondo sulla vicenda. Pure gli abitanti del Salto di Fondi sono scesi in campo, manifestando la propria solidarietà sia nei confronti dei titolari de «Il Gabbiano», che dei dipendenti che da anni vi lavorano. Oltre ad una petizione con centinaia di adesioni, è stata anche inscenata una protesta simbolica: un lenzuolo bianco su balconi e recinzioni, in segno di indignazione per un provvedimento considerato ingiusto. Ma il Comune di Fondi, forte di una serie di sentenze divenute inappellabili, si è sempre sentito nel giusto. Le operazioni di sgombero ed abbattimento fanno parte del progetto di rinaturazione e recupero ambientale che, partendo dall’Holiday fino ad arrivare a Tumulito, interesserà un chilometro e mezzo di fascia costiera cittadina. A riguardo, da Palazzo San Francesco, hanno sempre parlato di «un intervento inevitabile» finalizzato al «ripristino della legalità». Ma i bene informati affermano che, su tutto il litorale, le illegalità e gli abusi delle varie strutture ricettive sono cosa diffusa. Se ciò corrispondesse al vero, il comportamento dell’amministrazione comunale sarebbe davvero preoccupante, oltre che decisamente censurabile: perchè effettuare solo interventi parziali per il «ripristino della legalità», penalizzando, magari, chi non ha i necessari «appigli» istituzionali? I titolari de «Il Gabbiano» sperano comunque di trovare nei prossimi giorni un qualche accordo con l’amministrazione comunale, un punto d’incontro atto almeno a preservare una parte delle strutture. E quindi anche gli stipendi dei lavoratori.

davide - Sun 16/12/2007 or 20:50

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Domenica 16 Dicembre 2007 Chiudi chiudi finestra
di EBE PIERINI

“Un piano trasparEnte”: un gioco di parole, un titolo emblematico quello scelto dall’Ente Parco per l’incontro che si è svolto ieri a Sabaudia tra i soggetti interessati dal piano del parco che dovrà essere redatto. Alla relazione del professor Carlo Blasi sull’unicità e la straordinarietà del Parco del Circeo è seguito l’intervento del dottor Pietro Oieni, coordinatore tecnico amministrativo dell’Ente Parco sul passaggio dal Corpo Forestale dello Stato all’Ente Parco. Di seguito la disquisizione dell’architetto Anna Maria Maggiore, responsabile del piano del parco che ha parlato della creazione di un ufficio di piano, del futuro sistema informativo territoriale e di un’aerofotogrammetria da predisporre con il Comune di Sabaudia. E’ stata poi la volta del presidente dell’Ente Parco, Gaetano Benedetto che ha riaffermato il principio di un «parco di tutti e per tutti». «Abbiamo il dovere di cercare nel concreto le soluzioni migliori per soddisfare le esigenze delle popolazioni locali e di far comprendere che l’attività di tutela che deve essere svolta mira a salvaguardare interessi e valori di ordine generale e collettivo che vanno ben oltre il contesto locale - ha sottolineato - Diminuire la pressione antropica sulle dune non significa diminuire i turisti ma dare loro servizi o una diversa organizzazione. Aumentare la fruizione significa creare poli e momenti di attrazione fuori dalla stagione balneare. Aumentare la tutela significa garantire che tutti rispettino le regole già fissate e individuare forme di compensazione ambientale per le attività a cui non possiamo rinunciare. E’ finita l’era del mattone e dell’abusivismo edilizio? Se si ha il coraggio di dire di sì allora si può finalmente aprire una nuova stagione basata sul consolidamento, la valorizzazione e il miglioramento dell’esistente. Se prevaranno logiche espansionistiche temo che molti problemi, non solo con l’ente parco ma anche con la regione e la soprintendenza ci saranno - ha poi aggiunto - Per risolvere casi come quello del lago di Paola, degli allevamenti dei bufali, delle strutture balneari sulla duna, delle serre, di una diversa mobilità estiva sul lungomare, occorre essere capaci di fare progetti complessivi che muovano dal recupero della qualità ambientale».
Sono poi seguiti gli interventi di rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni fra i quali Alessandro Schiano per la Comunità delle isole ponziane, l’assessore all’agricoltura del Comune di Sabaudia, Evio D’Ambrosio, Mario Ganci per il Coordinamento Attività Produttive, Aldo Nardi per l’associazione campeggiatori, Alfredo Scalfati, vice presidente dell’Ascom e Giancarlo Canciani per la Coldiretti.


davide - Mon 17/12/2007 or 20:11


http://www.latina24ore.it/index.php"2">

ABUSIVISMO: MARRAZZO, PRESTO ABBATTIMENTO ISOLA DEI CIURLI
> redazione
lunedì 17 dicembre 2007
Il presidente della Regione Piero Marrazzo, nel corso della visita al lago di Fondi, dichiarato «monumento naturale» dalla Regione, ha annunciato l'abbattimento della serie di costruzioni denominate «Isola dei Ciurli».

Si tratta di decine di ville in costruzione lungo la via Flacca. La Regione ha dato mandato al Comune di Fondi di procedere all'abbattimento. «Abbiamo inviato una lettera all'amministrazione - ha spiegato Marrazzo - Se il Comune non procederà nei tempi previsti provvederà la Regione». Per il presidente Marrazzo, l'abbattimento dei manufatti sarà un evento simbolico per
l'intera area del sud pontino e rappresenterà «la riaffermazione del diritto alla legalità e alla tutela dell' ambiente

Bene, presidente Marrazzo! Questa è un ottima notizia!
Dopo Fondi però venga a farsi un giro alla Marina di Latina, ed invii una bella letterina a Zaccheo...
Ci sono 250 ordinanze di demolizione passate in giudicato che attendono da anni di essere eseguite nel Comune di Latina.
Inoltre una sentenza della Corte di Cassazione (dunque inappellabile) di diversi anni fà impone al Comune di Latina di demolire le cosidette "palafitte" costruite sulla duna...
Dunque Presidente MArrazzo, mandi le ruspe nel Comune di Latina, e dia il via ai lavori di demolizione!

ARKAN


Enrico - Mon 17/12/2007 or 20:31

Vorrei fare una piccola precisazione di carattere tecnico: sarebbe buona norma "dividere" il testo della news dal commento personale (magari utilizzando le funzioni di corsivo/italico oppure il colore o il carattere). Inoltre i link andrebbero a fondo pagina e non per intero (cioè andrebbe creato un link tipo:

Link alla notizia su Latina24ore 

a "fondo" messaggio, così si riduce lo spazio occupato): si può fare cliccando sul bottone a forma di catena, dopo aver selezionato il testo. Inoltre bisognerebbe evitare di copiare "tutto" (ovvero immagini e cose varie) ma riportando solo la notizia (completa o solo la parte da evidenziare) e magari il titolo e la data.

Enrico 


davide - Mon 17/12/2007 or 20:53

Caro Enrico io copio ed incollo i testi oltre ai link per 2 motivi:

1) Il testo è subito disponibile per la lettura

2) I siti dei giornali (Tempo, Messaggero, Latina Oggi ecc.) hanno la pessima abitudine di aggiornare i siti, disattivando i vecchi link.. Dunque a distanza di mesi può benissimo accadere che un link non funzioni più, ed il lettore non può più ricostruire la cronologia degli eventi.

Solo Latina Oggi non copio ed incollo il testo, perchè la formattazione del testo verrebbe uno schifo.. lo faccio solo quando è possibile riprendere news dal sito www.fondani.it

Infatti guarda caso, nell'ultimo mese tutti i vecchi link di Latina Oggi non funzionano più.. Chi oggi leggerà quei post, come potrà farsi un' idea di come si è sviluppata la discussione?

ARKAN


davide - Wed 19/12/2007 or 15:49

NOTIZIA DELL' ULTIMA ORA

A Fondi stanno demolendo l'Isola dei Ciurli! Che gran regalo di Natale.
Tutto su fondani.it

http://www.fondani.it/forums/viewtopic.php"http://www.roma-citta.it/roma/news_10946-cronaca.html">http://www.roma-citta.it/roma/news_10946-cronaca.html


davide - Wed 19/12/2007 or 15:52

Ora speriamo che lo stesso si faccia a Latina, Sabaudia, San Felice, Aprilia, Monte San Biagio.. e se i comuni non ci sentono, via con i poteri sostitutivi da parte della Regione Lazio!

Presidente MArrazzo, ci aiuti a sconfiggere l'abusivismo! Faccia rispettare le sentenze dei tribunali e ripristini la legalità!

ARKAN


davide - Sat 22/12/2007 or 21:01

Guardate che spettacolo le immagini di demolizione dell'ecomostro...
Speriamo di poter assistere presto anche al Lido di Latina e su Via Nascosa a queste belle immagini...

http://www.ilmessaggero.it/view.php"http://www.ilmessaggero.it/view.php">http://www.ilmessaggero.it/view.php"http://www.ilmessaggero.it/view.php">http://www.ilmessaggero.it/view.php"http://www.ilmessaggero.it/20071220/foto/2080.jpg" alt="" width="600" height="519" align="center" />


davide - Sat 22/12/2007 or 21:04

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Venerdì 21 Dicembre 2007 Chiudi chiudi finestra
di GAETANO CARNEVALE

Al suo arrivo al Salto di Fondi, nell’area dove sorgevano gli scheletri delle palazzine dell’“Isola dei Ciurli” l’assessore all’urbanistica regionale Massimo Pompili si è trovato di fronte le ultime due costruzioni abusive, risparmiate mercoledì dalle ruspe, che avevano abbattute le altre 19. Ha chiesto delucidazioni al sindaco Luigi Parisella, che lo attendeva sul posto. Si è sentito rispondere che «l’idea è quella di destinare a servizi di interesse pubblico qualche palazzina di tale complesso edilizio: delegazione comunale, posto di polizia municipale e di Stato, centro socio-culturale per anziani, presidio sanitario, ufficio informazione turistica» e chi più ne ha più ne metta. Anzi, sui 17 ettari ormai di proprietà comunale lo stesso sindaco ha proposto «la realizzazione di parcheggi, aree di verde attrezzato, spazi da destinare ad attività sportive» ed ancora tanto altro. Praticamente il sindaco Parisella non ha ancora accettato che quell’area, che ha acquistato d’incanto un fascino paesaggistico particolare dopo la demolizione dell’ecomostro edilizio, è stata inserita nel perimetro del prossimo Parco Regionale dei Monti Ausoni ed è già parte integrante dell’istituito Monumento Naturale del Lago di Fondi. Di fronte alla «residua ritrosia» dell’amministrazione di centrodestra di Palazzo San Francesco, che ha tentato di salvare il salvabile dei 21 immobili illegali, sia l’assessore Pompili che il consigliere Claudio Moscardelli hanno ribadito che le due palazzine devono seguire la sorte delle altre. Sindaco ed ufficio tecnico comunale provvederanno a farle scomparire nei prossimi giorni insieme alle macerie da rimuovere, per le quali la giunta regionale stanzierà fondi appositi, come ha preannunciato l’assessore Pompili nella conferenza stampa seguita alla visita all’Isola dei Ciurli e in altri tratti del litorale marino di Fondi. Nell’incontro con i giornalisti l’esponente della giunta Marrazzo ha illustrato le prossime linee programmatiche, concordate anche con l’amministrazione locale, per la riqualificazione della pregevolissima zona ambientale fino a ieri deturpata per quaranta anni da un complesso edilizio tra i più mostruosi in Italia. «Bisognerà redigere – ha detto Pompili anche a nome dell’assessore all’Ambiente Filiberto Zaratti – progetti ambiziosi per l’area bonificata. Un progetto che rappresenti una porta d’accesso al monumento naturale del lago di Fondi» e che si abbini con la costa, sulla quale si dovranno programmare più accessi al mare, soprattutto nel tratto da Santa Anastasia a Canale Canneto. A parte Roma, il Lazio offre significative opportunità di crescita economica ed occupazionale per la presenza di straordinarie e diversificate realtà paesaggistiche, storiche ed artistiche delle altre province. La rinascita ambientale dell’Isola del Salto, come lo sviluppo di altre potenzialità territoriali «è, però, legata ad un processo partecipativo che va intavolato con le amministrazioni locali». Un appello, insomma, alla giunta di centrodestra fondana, che finora ha svolto solo il ruolo del bastian contrario.


davide - Sat 22/12/2007 or 21:10

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Sabato 22 Dicembre 2007 Chiudi chiudi finestra
Dei 21 scheletri di palazzine, che costituivano la lottizzazione abusiva dell’“Isola dei Ciurli” al Salto di Fondi, rimarrà ormai solo il ricordo di una brutta immagine, che ha caratterizzato il litorale di Fondi per quarant’anni. Ieri mattina, l’ufficio tecnico del Comune ha demolito le ultime due costruzioni, che la giunta di Palazzo San Francesco aveva tentato di salvare per adibirle a generici servizi pubblici, quasi ignorando che l’area sulla quale sorgeva l’ecomostro edilizio fa parte del Monumento del Lago di Fondi ed è inserita nel perimetro del costituendo Parco Naturale degli Ausoni. L’amministrazione di centrodestra, comunque, in un comunicato stampa tiene a sottolineare che «la demolizione di queste due restanti palazzine è avvenuta a seguito dell’accordo tra il sindaco Luigi Parisella e l’asessore regionale all’Urbanistica Massimo Pompili, alla presenza altresì dei consiglieri regionali Moscardelli e Di Resta». L’accordo a cui allude il comunicato di Palazzo San Francesco è stato ampiamente illustrato dall’assessore Massimo Pompili nella conferenza stampa di giovedì. L’esponente della giunta Marrazzo, dopo aver ricordato che è stata ristabilita una certa legalità sul territorio, ha illustrato le linee programmatiche da seguire per la riqualificazione di un’area ambientale di straordinaria bellezza e che rappresenterà “la Porta del Parco”. Serviranno, però, progetti condivisi anche dall’amministrazione comunale di Fondi.
G.Carn.

 


davide - Sat 22/12/2007 or 21:21

Le prossime mosse da fare contro gli abusivi sono:

1) Eseguire le 80 sentenze di demolizione nel Comune di Sabaudia;

2) Eseguire le 250 demolizioni sul lido di Latina, le 80 a Monte San Biagio, le 170 ad Aprilia e le 150 a Terracina, di cui 35 subito eseguibili..

3) Portare a termine al più presto i processi realativi alle lottizazioni "Villaggio del Parco" e "Via Biancamano" a Sabaudia, ed in caso di condanna, cominciare a buttare giù tutto..

4) A Fondi continuare ad eseguire le demolizioni sulla duna di Tumulito per una profondità di 300 metri, ed altre ordinanze nel territorio comunale passate in giudicato;

5) Iniziare ad operare nei comuni di Cisterna, Sperlonga, Ponza e Ventotene, dove vi sono migliaia di abusi che non aspettano altro che le sante ruspe...

Caro procuratore, si impegni a fondo in questa battaglia

ARKAN


davide - Sat 22/12/2007 or 23:11

http://www.legambiente.eu/globali/archivi/news.php"data">19/12/2007 12:46 Ecomostro dei Ciurli: è cominciata la demolizione ad opera del Comune di Fondi

E’ una grande vittoria di Legambiente, in difesa del paesaggio agrario del Lazio: 27.648 mc su 17 ettari, la lottizzazione dell’Isola dei Ciurli, il località Salto di Fondi, in Provincia di Latina è il più grande Ecomostro della Regione Lazio.

Dopo quasi quarant’anni, questa mattina le ruspe del Comune di Fondi hanno cominciato la demolizione del più grande Ecomostro abusivo della nostra Regione, la lottizzazione dell’Isola dei Ciurli, a Fondi, in Provincia di Latina, da sempre al centro delle mobilitazioni di Legambiente Lazio e del Circolo Legambiente di Fondi. Come è noto, dopo la definitiva sentenza della Magistratura nel processo di merito, recentemente la Regione Lazio aveva stanziato la cifra necessaria alla demolizione, mettendola a disposizione del Comune di Fondi, da sempre recalcitrante a provvedere alla demolizione. Insieme alla somma, la Regione Lazio aveva indicato in trenta giorni il tempo utile per provvedere alla demolizione: dopodichè, con l’esercizio dei poteri sostitutivi previsti dall’art. 32 della legge 47/85, in caso di ennesima “accidia amministrativa” del Comune di Fondi, sarebbe intervenuta la Regione Lazio. E’ utile ricordare che l’altro atto amministrativo decisivo per l’area di Salto di Fondi, è stato l’inserimento dei 17 ettari della lottizzazione all’interno del Monumento Naturale del lago di Fondi, recentemente istituito dalla Regione Lazio. “L’ottimismo della ragione ha ancora una volta trionfato sul pessimismo della volontà: dopo venti anni di mobilitazione della nostra Associazione e del nostro Circolo di Fondi, e dopo ripetuti esposti dell’Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio, finalmente arriva il momento delle ruspe, dopo una lunga battaglia che ha avuto inizio addirittura nel 1968 - ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, in merito alla demolizione dell’Isola dei Ciurli–. L’iniziativa della Regione Lazio in materia di esercizio dei poteri sostituitivi nei confronti del Comune di Fondi, ha dato i suoi frutti: questa mattina dopo decenni il Comune ha infatti iniziato a demolire le prime ville. La demolizione ha un chiaro sapore ambientale e di restauro di uno dei più significativi paesaggi agrari della nostra regione, recentemente inserito all’interno del nuovo Monumento Naturale del Lago di Fondi. La demolizione, un ottimo auspicio in vista della nuova importante legge regionale in materia di repressione dell’abusivismo edilizio, sia da monito per tutti quei Comuni spesso assenti da questo fronte, convincendoli ad abbandonare tutte le scuse.” Da parte sua , il Presidente del Circolo di Fondi, Luigi Di Biasio, ha dichiarato quanto segue: “E’ una grande vittoria per chi sul territorio da sempre, spesso in assoluta solitudine, si è battuto contro il più grande Ecomostro della nostra Regione. Ora questa demolizione deve avere due conseguenze: deve essere di monito per tutti gli altri abusi edilizi che si compiono in questi territori e deve anche essere funzionale al restauro paesaggistico della Piana di Fondi, che continua ad essere minacciata anche da scelte urbanistiche sbagliate.” Roma, 19 Dicembre 2007L’Ufficio Stampa


La cronistoriaLa vicenda della lottizzazione dell’Isola dei Ciurli, nel Comune di Fondi – LT – in località Salto di Fondi, ha inizio nel 1968, quando la Cooperativa Isola dei Ciurli ottenne dal Comune i permessi per costruire  60 ville su una area estesa per circa 21 ettari. All’epoca del rilascio dei permessi a costruire, il Comune di Fondi non era dotato di Prg. Già nel 1971, il Commissario Straordinario del Comune, Dott. Barbato, annullò tali concessioni edilizie.Nel 1974, ancora per iniziativa di un Commissario Straordinario ,Dott. Riondino, vennero annullati per illegittimità i permessi a costruire già rilasciati relativi alle prime 21 ville, dopo aver verificato che l’intervento edilizio in questione assumeva il profilo urbanistico della lottizzazione a scopo edilizio, e quindi necessitante, per le attuali leggi urbanistiche, di un Piano particolareggiato. Alla data dell’annullamento dei permessi a costruire, nel territorio comunale vigevano le norme di salvaguardia date dal Prg adottato nel 1973. Oltre all’annullamento delle concessioni, il provvedimento del Commissario contemplò anche la contestuale diffida alla demolizione di tutte le opere realizzate. A queste iniziative, si affiancò un ulteriore provvedimento, adottato dal Pretore di Fondi, che, ancora nel 1974, ordinava il sequestro del cantiere e una perizia tesa a stabilire il livello di avanzamento dei lavori finalizzati alla realizzazione delle prime 21 ville sulle 60 totalmente previste.Finita l’epoca del Commissariamento, si insedia la nuova Amministrazione Comunale. La Cooperativa Isola dei Ciurli, nella persona del suo Amministratore, ottiene il ripristino delle concessioni edilizie già soppresse. Tutto ciò nonostante la precedente condanna inflitta dal  Pretore di Fondi, Dott. Napolitano, nel luglio del 1973, nei confronti di un ex Sindaco di Fondi,  dell’ex Vice – Sindaco, e del costruttore/amministratore della Cooperativa Isola dei Ciurli, tutti condannati a due mesi di reclusione e alla interdizione dai pubblici servizi per un anno. La parte soccombente presentò però ricorso in appello presso il Tribunale di Latina, e la prima sentenza venne rovesciata completamente, con un’ assoluzione per tutti. Ma il Pubblico Ministero del processo – il Dott. Alfredo Santangelo – fece ricorso contro la citata sentenza, e la Cassazione fece rifare il processo, che, però,  confermò il primo verdetto del Pretore. Dopo alcuni anni, durante la quale l’intera vicenda sembra essere ormai dimenticata, tranne per la spettrale presenza di quei 21 scheletri di ville edificate allo stato rustico sulla piana di Fondi, la Cooperativa Isola dei Ciurli viene liquidata, poiché in stato di insolvenza, come stabilito con un Decreto Ministeriale del 1978, e messa in liquidazione coatta amministrativa, con obbligo di vendita dei terreni e dei rustici insistenti. Il nuovo compratore è il titolare della Società ICIM – Immobiliare Compravendita Immobili e Mobili – , di professione commerciante. Nello stesso anno, la Giunta Regionale dell’epoca, approvava il Prg del Comune di Fondi. Per il “comparto denominato Isola dei Ciurli”, il nuovo strumento urbanistico prevede, letteralmente, quanto segue: “ …la predetta sezione Urbanistica ne aveva proposto il ridimensionamento attraverso un congelamento dei volumi esistenti e la non utilizzazione, ai fini edificabili, dei lotti ancora disponibili, sottoponendo peraltro la parte già edificata ad una razionalizzazione per il recupero degli standard urbanistici”. Una previsione, questa, che farebbe pensare ad un “congelamento dell’esistente”, con il chiaro intento di “salvare” quei 21 scheletri e, ovviamente di “completarli”. Ma, immediatamente di seguito, la Deliberazione sul nuovo Prg della Giunta Regionale, aggiunge “Poiché tale razionalizzazione appare realizzabile soltanto nel contesto unitario dell’intero comparto ed in considerazione che è necessario comunque definire la disciplina sostitutiva della parte non ancora edificata del comparto stesso, allo scopo di evitare un vuoto normativo, si prescrive che il comparto in fregio alla S.S. Flacca denominata “Isola dei Ciurli” va declassato da zona di ristrutturazione B4 a zona agricola V/2 – indice fondiario: 0,03 mc/mq. L’Amministrazione comunale, attraverso una variante o un piano particolareggiato in variante, potrà tuttavia in seguito proporre una razionalizzazione del comparto stesso sulla base di un indice di edificabilità territoriale pari al rapporto tra la  volumetria esistente e la superficie dell’intero comparto”. In buona sostanza, la Deliberazione Regionale permette sia di “assumere” nel nuovo strumento urbanistico le sentenze della Magistratura – ovverosia procedere alle demolizioni – sia di varare un piano particolareggiato previa variante. Per l’oggi, quindi, in mancanza di una variante comunale specifica, dato l’indice fondiario stabilito, su  60 ettari complessivi del comparto, mq 178.245 – 17 ettari -  sono edificabili  mc 5.347 ad uso agricolo, e mq 24.000 a vincolo di standard urbanistico. Al contrario, risultavano già realizzati al momento dell’approvazione della Deliberazione Regionale sul Prg di Fondi, 27.648 mc ad uso residenziale su 210.000 mq.L’atto successivo di questa vicenda è, innanzitutto, rappresentato dalla Legge Regionale n. 28/80, relativa alle norme concernenti l’abusivismo edilizio ed il recupero dei nuclei edilizi nati abusivamente. Infatti, sulla base della Legge Regionale, ed in applicazione del Prg, il Consiglio Comunale di Fondi, delibera nel 1983 la Variante Speciale per le zone V/1, V/2, V/3, applicando così l’art.15 della stessa Legge Regionale citata. In ogni caso, sia pure con la variante adottata, vengono esclusi dal beneficio di legge n. 10 delle 21 ville già edificate, in quanto ricadenti nella fascia di rispetto dei 300 mt dalla linea di battigia del mare, così come stabilito da un’altra Legge Regionale, la Legge n. 30 del 1974. Nel  1985 avviene un fatto importante di questa lunga e complessa vicenda: infatti è l’anno del Decreto con il quale il Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, integra ai sensi della legge n. 1497 per la tutela delle zone paesaggistiche, la dichiarazione di vincolo sull’area di Salto di Fondi, già risalente al 1959. In particolare, il Decreto del Ministero prevede di estendere il vincolo “ alla zona costiera sita nell’ambito dei Comuni di Fondi e Sperlonga, nella quale si può godere l’amplissima visuale verso la conca di Fondi fino ai Monti Ausoni e ai Monti Urunci Aurunci e verso il suggestivo paesaggio lungo il mare”. Il primo giorno di Aprile del 1986  è la data di presentazione, ai sensi della legge 47/85, ossia il I° Condono Edilizio, presso il Comune di Fondi, di 21 domande di concessione in sanatoria per ognuno dei manufatti edificati nel comprensorio Isola dei Ciurli. Nel 1987 la Giunta Regionale del Lazio approva il  Piano Territoriale Paesistico, nel quale l’ambito dell’Isola dei Ciurli è classificato quale “area di tutela paesistica”, con un indice di fabbricabilità stabilito in 0,015 mc/mq, su lotto minimo di 20.000 mq: si consideri che secondo questo indice urbanistico, in quei 17 ettari sono assentibili cubature ad uso agricolo oer mc 2.550 – l’equivalente di circa 10 capanni agricoli -, mentre, come abbiamo visto, su quei 17 ettari della piana di fondi erano stati realizzati circa  mc 27.648 ad uso residenziale.  Poiché l’area è soggetta a vincolo paesaggistico, l’iter delle 21 domande di concessione in sanatoria deve essere corredato dal parere favorevole dell’Ente preposto alla tutela del vincolo paesaggistico, ossia dal nullaosta Regionale: nullaosta che nel 1988 l’Assessorato all’Urbanistica della Regione Lazio dell’epoca trasmette al Comune di Fondi. Nel 1990,  il Sindaco pro tempore di Fondi, alla vigilia delle elezioni amministrative, previo pagamento degli oneri di urbanizzazione, rilascia le 21 concessioni in sanatoria. E’ da notare che all’epoca, presso il Comune di Fondi, risultavano essere state presentate n. 5.564 richieste di concessione in sanatoria, e, delle quali , soltanto 444 richieste – pari quindi al 7,9% del totale -  erano già state “trattate” per la conclusione dell’iter amministrativo propedeutico al rilascio delle concessioni in sanatoria . Ciò significa che quelle 21 richieste di concessione relative alla lottizzazione Isola dei Ciurli, furono “trattate”  repentinamente attraverso una sorta di “corsia preferenziale”, a beffa di quei cittadini che, magari, per abusi di minore entità e con minore impatto ambientale, ancora oggi attendono dal Comune di Fondi la concessione in sanatoria ai sensi del I° Condono.Dopo lo svolgimento delle elezioni amministrative, cambia il quadro politico nel Comune di Fondi: in conseguenza, il nuovo Sindaco, emette ordinanza di sospensione lavori per le opere realizzate nel comparto Isola dei Ciurli, “congelando” così le concessioni in sanatoria.  Nel 1998 il Tar del Lazio, sezione di Latina, accoglie il ricorso della proprietà contro l’ordinanza sindacale, per illegittimità dell’atto e eccesso di potere. Forti di ciò, la proprietà presenta al Comune di Fondi un progetto di lottizzazione convenzionata, che, immediatamente, dopo un ulteriore cambiamento del quadro politico – amministrativo locale, viene accolta dal Comune. Ma nel 1999, l’Assessorato Urbanistica e Casa della Regione Lazio dell’epoca, ricevuto dal Comune di Fondi il Piano di lottizzazione, esprime il proprio parere. Il documento regionale evidenzia, tra l’altro, che il Prg di Fondi qualifica il comparto quale area agricola, e che le concessioni edilizie in sanatoria rilasciate non corrispondano ai criteri individuati dalla regione per il recupero delle aree nate abusivamente, e che, quindi, il progetto medesimo non possa essere approvato dal Consiglio Comunale. Nonostante ciò, il Comune di Fondi, ancora nel 1999, approva la lottizzazione ed autorizza la sottoscrizione della convenzione urbanistica.L’ultimo atto di questa vicenda è del 2004, data nella quale viene resa pubblica la sentenza del Tribunale di Latina: in relazione alla vicenda dell’Isola dei Ciurli, il costruttore/commerciante viene condannato ad un anno di arresto, quarantamila euro di ammenda, e la confisca dei terreni per lottizzazione abusiva. In sede di appello nel 2006 tale sentenza è stata confermata: ma il costruttore non si arrende e presenta un nuovo appello, alla Corte di Cassazione. La Corte di Cassazione, con la sentenza definitiva emessa il 13 maggio, ha posto la parola fine all’annosa vicenda della lottizzazione abusiva dell’Isola dei Ciurli. Ora la parola passa finalmente alle ruspe. Già, perché accogliendo l’esposto di Legambiente Lazio, l’Assessorato all’Urbanistica della Regione Lazio ha notificato al Comune di Fondi istanza per avviare l’iter relativo ai poteri sostitutivi in materia di lotta all’abusivismo, previsti per legge, in caso di acclarate inadempienze da parte dei Comuni in materia di repressione dell’abusivismo edilizio. Il più grande Ecomostro della Regione Lazio, nato nel 1968 e arrivato alla veneranda età di 39 anni, ha quindi i giorni contati.

ARKAN


davide - Sat 22/12/2007 or 23:28

Domanda per RenatoSD (se vorrà rispondere)

Nella cronistoria si legge che nel 1974 una legge regionale già imponeva un vincolo di inedificabilità nei 300 m dal mare (che poi sarebbe stato recepito a livello nazionale con la famosa legge Galasso del 1985).

Dunque in teoria, sul lido di Latina, visto che si dice che alcune costruzioni hanno regolare licenza edilizia, penso che si tratti di quelle realizzate tra il dopoguerra e il 1974.

Tutte le altre dopo questa data (e non dopo il 1985) dovrebbero essere abusive e non condonabili con nessuno dei condoni edilizi dell' 85, 94 e 2003.

Alla luce di tutto ciò è incomprensibile il fatto per il quale il Comune di Latina non si sbriga a finire l'iter per le sanatorie relative alla zona tra Foceverde e Capoportiere.

In base alla legge regionale vigente dal 74, già oggi un buon numero di abitazioni, palafitte ecc. non può essere sanato, e dunque và demolito..

In quanto al limite, io sono favorevole ad abbattere e ricostruire più indietro (in base al Concorso Internazionale di idee per la Marina) solo quelle costruzioni realizzate prima del 74 con regolare licenza edilizia.

Quelle realizzate prima del 74 ma abusivamente e quelle dopo il 74, vanno necessariamente buttate giù d'ufficio e le aree di sedime entrare a far parte del patrimonio disponibile del comune.

Per questo sarebbe importante che qualcuno dell'amministrazione ci dica quante abitazioni su quella fascia esistono, e di queste quante sono abusive e quante hanno regolare licenza.

Non posso pensare che quelle abusive erano solo quelle 12 case su Via Egadi, in cui il PRG prevedeva verde pubblico e dove è nato il nuovo parco Verde Onda..

Se qualche consigliere potesse chiarire le idee sarebbe ben accetto..

ARKAN


Enrico - Mon 24/12/2007 or 09:41
arkan ha scritto:

Caro Enrico io copio ed incollo i testi oltre ai link per 2 motivi:

1) Il testo è subito disponibile per la lettura

2) I siti dei giornali (Tempo, Messaggero, Latina Oggi ecc.) hanno la pessima abitudine di aggiornare i siti, disattivando i vecchi link.. Dunque a distanza di mesi può benissimo accadere che un link non funzioni più, ed il lettore non può più ricostruire la cronologia degli eventi.

Solo Latina Oggi non copio ed incollo il testo, perchè la formattazione del testo verrebbe uno schifo.. lo faccio solo quando è possibile riprendere news dal sito www.fondani.it

Infatti guarda caso, nell'ultimo mese tutti i vecchi link di Latina Oggi non funzionano più.. Chi oggi leggerà quei post, come potrà farsi un' idea di come si è sviluppata la discussione?

ARKAN

Veramente la mia precisazione riguardava il fatto che alcune volte i commenti risultavano "mischiati" con la news. Certo si può copiare tutta la news (o fare un sunto), ma sarebbe meglio cambiare formattazione ai commenti personali e/o dividere con spazi o linea orizzontale (c'è tra gli strumenti) la notizia dai commenti.

Il mio consiglio sui link riguardava la posizione nell'intervento ;-)

Enrico 


davide - Wed 26/12/2007 or 18:09

A Fondi dopo la vittoriosa battaglia contro l'Isola dei Ciurli, bisogna cominciare ad aggredire la zona denominata "i Prefetti", nata negli anni 60, ed altre lottizzazioni più recenti, datate fine anni 90, come il villaggio "Rosa dei Venti" ed il villaggio "Il Sorriso", già finiti sotto inchiesta da parte della magistratura...

http://www.corriere.it/speciali/bruttaitalia/fondi/fondi.shtml"center">

C'erano una volta le dune, colline di sabbia che incorniciano gran parte del Mediterraneo ricoperte di eringi e gigli di mare. Ambienti delicati che possono esistere solo se lasciati "liberi" di modellarsi sotto la forza di vento, sabbia e mare. Lo scempio di Fondi rappresenta uno degli sfregi più devastanti per i 12 km di dune che separano i Comuni costieri di Terracina e Sperlonga. Situate a ridosso del Lago di Fondi per queste dune la condanna a morte è suonata fin dagli anni '60, con la costruzione di manufatti di ogni tipo: stabilimenti, ristoranti, alloggi da campeggio costruiti in contrasto a tutte le norme vigenti: alcuni di essi sono stati edificati ad appena 7 metri dal mare.

CEMENTO SPALMATO SULLE DUNE - Si è cominciato col complesso delle ville dei Prefetti a cui seguirono il villaggio dei Ciurli, circa 25 rustici cominciati 25 anni fa ed ora ultimati. Ma il colpo di grazia è arrivato nel 1999 con la costruzione del villaggio "Rosa dei venti", composto da oltre 100 villette a circa 150 metri dalla spiaggia. Tutte le cubature di cemento "spalmate" sulla duna di Fondi hanno in 30 anni appiattito il paesaggio e violato l'intera normativa che vincola le nostre coste: la Legge Galasso, che vieta la costruzione entro i 300 metri dalla spiaggia, la Legge n.47 del 1985 che impone al Sindaco il controllo e la vigilanza sulle trasformazioni urbanisitiche e ne sanziona penalmente le omissioni, le leggi sul demanio marittimo, che stabiliscono poteri e doveri della Capitaneria di Porto anche per la vigilanza di carattere ambientale, le leggi e Convenzioni europee ed internazionali per la protezione degli habitat naturali delle zone umide. D'altronde lo stesso Piano Regolatore Generale del Comune di Fondi venne approvato prima dell'entrata in vigore della Legge Galasso e non ha mai subito modifiche per conformarsi alle leggi di tutela paesaggistico-ambientale.

VILLAGGI, BUNGALOW E CAMPING - Una "voragine" legislativa assecondata persino dalla stessa Sovrintendenza ai Beni Culturali del Lazio che ha approvato nell'agosto 1997 la realizzazione del complesso edilizio "villaggio il Sorriso" (vari alloggi residenziali), e nel febbraio 1998 la relizzazione di 60 bungalows e relativi servizi nel villaggio "Le dune"; nel novembre del '99 ha consentito ufficialmente l'ampliamento del camping "Settebello" con la costruzione di ben 100 bungalows in legno "…ritenuto che le opere in progetto sono migliorative della struttura ricettiva esistente e per l'impiego dei materiali consoni al contesto paesaggistico vincolato nel quale trovano il giusto inserimento..".

LA BATTAGLIA DEL WWF - Un gruppo di volontari locali del Wwf proprio lo scorso anno ha deciso di intraprendere la lunga battaglia legale per riportare alle condizioni naturali la duna di Fondi così massacrata. A seguito del primo esposto presentato dall'Associazione, finalmente la Magistratura ha deciso di sequestrare, lo scorso maggio, il villaggio Rosa dei Venti. Ma è solo il primo passo: la Procura di Latina ha avviato le indagini e ha aperto procedimenti contro quei villaggi dai nomi tanto evocativi: Rosa dei venti, camping Settebello e le Dune, stabilimento Tucano, villaggio dei Ciurli. Ad attendere ci sono ben 8 processi nei quali il Wwf si costituirà parte civile. Se la musica potrà finalmente cambiare per la costa di Fondi lo si saprà il giorno della prima udienza del primo di questi processi che vede imputati, oltre a costruttori, tecnici e proprietari dei terreni, anche alcuni pubblici amministratori per abuso d'atti d'ufficio: si tratta del villaggio "Il sorriso", oltre venti villini costruiti in piena zona di tutela paesaggistico-ambientale.

ARKAN


davide - Fri 04/01/2008 or 19:46
Http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/30_12_2007/pag32_fondi.pdf

Domenica 30 Dicembre 2007
FONDI
32
L’annunciata «rinaturazione» si è fermata agli abbattimenti
Duna, intervento bluff
Tutta l’area di Tumulito invasa da calcinacci e pietrame
M.S.BIAGIO
LENOLA
di Mirko Macaro
RINATURAZIONE e recupero ambientale della duna di Tumulito, parole che lasciano il tempo che trovano. Nell’ultimo anno non c’è stata occasione in cui l’amministrazione, in riferimento alle centinaia di abbattimenti effettuati sul litorale, non abbia tirato in ballo le operazioni di risanamento attuate. Gli abbattimenti sono iniziati nel 2006 e si sono protratti, su un’area di circa un chilometro e mezzo, fino allo scorso maggio. E una nuova ondata di demolizioni è prevista nei prossimi mesi. Verrebbe da pensare che finalmente la natura e la tutela dell’ambiente abbiano avuto la meglio. Ma, facendo due passi a ridosso della duna di Tumulito, ci si rende conto di come la situazione non sia proprio così. Assodato che parte delle essenze autoctone collocate per la rinaturazione nel frattempo sono morte, anche la rimozione delle macerie derivanti dagli abbattimenti e la bonifica dell’area, dopo una rapida escursione, diventano un incognita. «La ditta appaltatrice ha la necessità di accumulare momentaneamente i derivati delle demolizioni avendo l’obbligo di selezionare i diversi tipi di rifiuti prima di procedere allo smaltimento». Parole pronunciate tempo fa dal sindaco Luigi Parisella che, a distanza di più di sei mesi dall’esecuzione delle ultime demolizioni, non trovano riscontro. Su lunghi tratti della duna di Tumulito, infatti, sono ancora disseminate grandi quantità di materiale di risulta: soprattutto calcinacci e mattoni, quasi fin sopra l’arenile. Ma si trovano anche residui di eternit ed alcuni materassi abbandonati. Poi, sulla duna «rinaturata e recuperata dal punto di vista ambientale», spuntano qua e là, direttamente dalla sabbia, proprio come fossero delle piantine, gli allacci idrici delle costruzioni abbattute. L’intervento di rinaturazione è stato attuato anche attraverso la posa di passarelle in legno per l’accesso al mare. Un modo per consentire il passaggio pedonale ai cittadini, compresi i soggetti con disagio motorio. Ma il Comune è stato così premuroso che, forse in previsione di un’affluenza balneare da far invidia a Rimini o Riccione, per adesso ha risparmiato diverse passerelle in cemento armato che poggiano direttamente sul manto sabbioso. Un quadro non certo felice, quello prospettato. Eppure già dagli inizi dei lavori il recupero ambientale della duna è stato al centro delle polemiche: già nei mesi scorsi alcuni residenti avevano denunciato la presenza a Tumulito di numerose discariche, oltre che dei residui delle demolizioni. Ed una diatriba era nata anche per le essenze autoctone e gli alberi di ulivo, piantati da più di quarant’anni, sradicati senza alcuna remora dalla ditta incaricata dal Comune. Uno scempio perpetrato a colpi di ruspa che va in direzione diametralmente opposta rispetto alle stesse prescrizioni del progetto esecutivo di rinaturazione. Infine, pure l’esponente socialista Onorato Mazzarrino aveva sollevato polemiche sulla risagomazione della duna: accusava l’amministrazione di averne abbassato di oltre un metro il profilo, causando così una grave alterazione degli equilibri ambientali

 


davide - Thu 10/01/2008 or 21:19
Si comincia un pò a fare chiarezza.. pare che al Lido di Latina siano regolari solo le case costruite prime del 1967, le altre sono abusive e non sarebbe possibile per loro alcuna sanatoria.
Ma allora dico: è così difficile demolire le case realizzate dal 67 in poi?

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/10_01_2008/pag06latina.pdf

http://www.ilmessaggero.it/view.php"Verdana" size="2" color="#191970">Giovedì 10 Gennaio 2008 Chiudi


di LAURA PESINO

La delibera di indirizzo orienterà il complesso percorso dei riqualificazione, destinato a dare un volto nuovo all’intera fascia costiera del capoluogo. In attesa dell’approvazione definitiva del Consiglio comunale, il primo atto è compiuto e il documento viene licenziato dalla commissione urbanistica ma con l’astensione delle due opposizioni. A illustrarne i contenuti è l’assessore Massimo Rosolini, che ripercorre la storia di decenni di sfruttamento e privatizzazione del litorale che non hanno permesso interventi orientati allo sviluppo. Oggi invece la strada sembra diversa. «Ora – precisa Rosolini – c’è necessità di decisioni radicali per dare nuova vita alla costa». E allora si pensa al potenziamento della ricettività, tutela dell’ambiente, adeguamento della viabilità. Con un occhio di riguardo al faraonico sistema portuale, quello di Foceverde progettato da Alberto Noli e quello di Rio Martino. Si parte dal recupero della fascia dunale, con interventi di delocalizzazione dei volumi edilizi. E si progetta poi una riqualificazione totale che investirà la zona più interna e l’area sottoposta a vincolo ricadente nel Parco, dalla battigia al Mastropietro. Tre le direttrici di indirizzo contenute nella delibera: norme urbanistiche, porto, piano campeggi. Ma tutto è ancora da studiare nel dettaglio. E il piano definitivo sarà anche la sintesi dei progetti vincitori del Concorso internazionale di idee della marina.
Qualche dubbio lo solleva intanto l’opposizione. Il Pd, per voce di Maurizio Mansutti, obietta che la variante in discussione appare troppo sbilanciata sul fronte della portualità, mentre poco o nulla si dice su altri aspetti. «Paghiamo tecnici e progettisti – dice Mansutti – ma l’intero lavoro potrebbe essere vanificato se il porto non verrà realizzato». Altro punto poco condiviso resta quello relativo ai terreni delle terme. Settanta ettari per la precisione, per i quali l’opposizione sollecita una dicitura chiara, che in delibera non compare ma che, se ci fosse, impedirebbe eventuali cambi di destinazione d’uso e interventi edilizi come meccanismo compensatorio alla società Condotte. Sempre in commissione si approva poi, con i soli voti della maggioranza, la proposta di avviso pubblico per reperire i progettisti che dovranno pianificare il tracciato della Mare- Monti.



davide - Tue 15/01/2008 or 20:02

Disponibili le foto ed i video della demolizione dell'ecomostro "Isola dei Ciurli" a Fondi:

http://www.fondani.it/forums/viewtopic.php"http://www.rifondazionefondi.it/2007/12/19/sconfitto-il-mostro-video-isola-dei-ciurli/">http://www.rifondazionefondi.it/2007/12/19/sconfitto-il-mostro-video-isola-dei-ciurli/

ARKAN


davide - Tue 15/01/2008 or 21:15

Interessante questo articolo di oggi, de Il Messaggero. Secondo Scalfati il crollo dei prezzi dei terreni e dei valori immobiliari della città di Sabaudia, sarebbe deleterio..
Credo che sia vero l'esatto contrario. Avendo terreni compresi nel Parco del Circeo, e quindi inedificabili, e dal valore commerciale prossimo allo zero, si sgonfierebbe il mercato immobiliare e la speculazione. Infatti sono proprio gli alti prezzi degli immobili che hanno portato all'investimento in terreni e case.. ed alla conseguente speculazione edilizia negli ultimi anni, a Sabaudia come a Latina.
Dunque un mercato con valori più bassi e non gonfiati, non può che essere un bene, sia per i cittadini (che sarebbero invogliati a comprare, senza indebitarsi fino al collo con le banche), e ciò attirerebbe nuovi abitanti anzichè allontarli.
A Roma, sono stati proprio i prezzi inaccessibili degli immobili a spingere decine di migliaia di persone a trasferirsi a Pomezia, Aprilia e Latina.
Inoltre prezzi bassi del mercato immobiliare, renderebbero meno appettibili eventuale riciclaggio di denaro sporco da parte della criminalità organizzata.

http://www.ilmessaggero.it/view.php


davide - Tue 22/01/2008 or 20:23

Il tribunale di Terracina confisca i bungalow abusivi realizzati nel 2004, che hanno deturpato la duna di Fondi:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/22_01_2008/pag27fondi.pdf

ARKAN


davide - Wed 23/01/2008 or 21:08

Nei prossimi giorni saranno eseguite 2 demolizioni a San Felice Circeo. Un manufatto allo stato grezzo di 100 mq e una piattaforma in cemento di 80 mq.

Aspettiamo cmq demolizione grosse, di grosse case e ville..

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/23_01_2008/pag23sabaudia.pdf

ARKAN


davide - Mon 28/01/2008 or 16:22

Il Comune di LAtina in data 15 gennaio ha pubblicato l'elenco dei professionisti che dovranno frazionare le aree da acquisire a patrimonio pubblico, in seguito all'emanazione delle ordinanze di demolizione.

Ora, vorrei capire da RenatoSD perchè mai le aree da acquisire e sulle quali si andrà a demolire devono essere frazionate... Dove stà scritto?

http://www.comune.latina.it/layout.php"0" cellspacing="0" cellpadding="3" width="98%">

Data:15/01/2008
Elenco dei professionisti idonei allo svolgimento dell’incarico di cui all’avviso pubblico relativo alla redazione di tipi di frazionamento delle aree da acquisire a seguito dell’emanazione delle ordinanze di demolizione.

Elenco dei professionisti idonei allo svolgimento dell’incarico di cui all’avviso pubblico relativo alla redazione di tipi di frazionamento delle aree da acquisire a seguito dell’emanazione delle ordinanze di demolizione di cui alla L. 47/85 e s.m.i. approvato con Deliberazione GM n. 739/07:

Geom.

BASSI

MARTA

Geom.

BATTISTI

GIAMPIERO

Geom.

DE BENEDETTI

ERMANNO

Geom.

BOSI

STEFANO

Geom.

CARPINA

DOMENICO

Geom.

DE GOL

GIOVANNI

Geom.

DE MARIA

EMANUELE

Geom.

DE NARDIS

ELIZABETH

Geom.

DI IORIO

VINCENZO

Geom.

DI RESTA

CARLO

Geom.

FAVORITI

PAOLO

Geom.

FEDELI

ALESSANDRO

Geom.

FERONE

ROBERTO

Geom.

FERRO

SERGIO

Geom.

FERRARESE

PIETRO

Geom.

GIORGI

MICHELA

Geom.

IAGNOCCO

MASSIMILIANO

Geom.

LUNGO

GIOVANNI

Geom.

LUNGO

GIUSEPPE

Geom.

MARZANA

MIRCO

Geom.

MARZZUFERI

UMBERTO

Geom.

MATASSA

BRUNO ANTONIO

Geom.

MORELLI

GIAMPIERO

Geom.

MORINI

LUCIO

Geom.

MURARO

CRISTIAN

Geom.

QUINTAVALLE

ICILIO

Geom.

RAPONE

LUCIANO

Geom.

RISI

ANDREA

Geom.

ROMA

ADRIANO

Geom.

ROMA

MASSIMO

Geom.

ROMANO

VINCENZO

Geom.

STEFANATO

GIOVANNA

Geom.

TROVATO

ANTONELLO

Geom.

VALENTINI

PIETRO

Geom.

VISCA

GIOVANNI BATTISTA


davide - Mon 28/01/2008 or 16:42

D'altra parte l'art 41 del DPR 380/01 "Testo unico dell'edilizia" parla chiaro:

Art. 41 (L) - Demolizione di opere abusive
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 27, commi 1, 2, 5; Legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 2, comma 56;
d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art. 107 e 109)
1. In tutti i casi in cui la demolizione deve avvenire a cura del comune, essa è disposta dal dirigente o dal
responsabile del competente ufficio comunale su valutazione tecnico-economica approvata dalla giunta
comunale.
2. I relativi lavori sono affidati, anche a trattativa privata ove ne sussistano i presupposti, ad imprese
tecnicamente e finanziariamente idonee.
3. Nel caso di impossibilità di affidamento dei lavori, il dirigente o il responsabile del competente ufficio
comunale ne dà notizia all’ufficio territoriale del Governo, il quale provvede alla demolizione con i mezzi a
disposizione della pubblica amministrazione, ovvero tramite impresa finanziariamente e tecnicamente idonea
se i lavori non siano eseguibili in gestione diretta.
4. Qualora sia necessario procedere alla demolizione di opere abusive è possibile avvalersi, per il tramite dei
provveditorati alle opere pubbliche, delle strutture tecnico-operative del Ministero della difesa, sulla base di
apposita convenzione stipulata d'intesa fra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro della
difesa.
5. E’ in ogni caso ammesso il ricorso a procedure negoziate aperte, per l’aggiudicazione di contratti
d’appalto, per demolizioni da eseguirsi all’occorrenza
Art. 41 (L) - Demolizione di opere abusive
(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 27, commi 1, 2, 5; Legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 2, comma 56;
d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art. 107 e 109)
1. In tutti i casi in cui la demolizione deve avvenire a cura del comune, essa è disposta dal dirigente o dal
responsabile del competente ufficio comunale su valutazione tecnico-economica approvata dalla giunta
comunale.
2. I relativi lavori sono affidati, anche a trattativa privata ove ne sussistano i presupposti, ad imprese
tecnicamente e finanziariamente idonee.
3. Nel caso di impossibilità di affidamento dei lavori, il dirigente o il responsabile del competente ufficio
comunale ne dà notizia all’ufficio territoriale del Governo, il quale provvede alla demolizione con i mezzi a
disposizione della pubblica amministrazione, ovvero tramite impresa finanziariamente e tecnicamente idonea
se i lavori non siano eseguibili in gestione diretta.
4. Qualora sia necessario procedere alla demolizione di opere abusive è possibile avvalersi, per il tramite dei
provveditorati alle opere pubbliche, delle strutture tecnico-operative del Ministero della difesa, sulla base di
apposita convenzione stipulata d'intesa fra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro della
difesa.
5. E’ in ogni caso ammesso il ricorso a procedure negoziate aperte, per l’aggiudicazione di contratti
d’appalto, per demolizioni da eseguirsi all’occorrenza

Art. 41 (L) - Demolizione di opere abusive(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 27, commi 1, 2, 5; Legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 2, comma 56;d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art. 107 e 109)1. In tutti i casi in cui la demolizione deve avvenire a cura del comune, essa è disposta dal dirigente o dalresponsabile del competente ufficio comunale su valutazione tecnico-economica approvata dalla giuntacomunale.2. I relativi lavori sono affidati, anche a trattativa privata ove ne sussistano i presupposti, ad impresetecnicamente e finanziariamente idonee.3. Nel caso di impossibilità di affidamento dei lavori, il dirigente o il responsabile del competente ufficiocomunale ne dà notizia all’ufficio territoriale del Governo, il quale provvede alla demolizione con i mezzi adisposizione della pubblica amministrazione, ovvero tramite impresa finanziariamente e tecnicamente idonease i lavori non siano eseguibili in gestione diretta.4. Qualora sia necessario procedere alla demolizione di opere abusive è possibile avvalersi, per il tramite deiprovveditorati alle opere pubbliche, delle strutture tecnico-operative del Ministero della difesa, sulla base diapposita convenzione stipulata d'intesa fra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro delladifesa.5. E’ in ogni caso ammesso il ricorso a procedure negoziate aperte, per l’aggiudicazione di contrattid’appalto, per demolizioni da eseguirsi all’occorrenza

ARKAN


renatosd - Mon 28/01/2008 or 17:51

Perchè per effettuare la demolizione bisogna acquisire l'area del fabbricato al patrimonio comunale quindi se ad esempio l'immobile abusivo insiste su un lotto di 2 ettari si stacca il fabbricato e la corte da acquisire e si lascia il restante lotto libero da fabbricati al proprietario ... non credo di sbagliarmi ma non sono un esperto di queste fasi tecnico-amministrative....

l'art. 7, comma 3 della l. 47/85 stabilisce che, decorso il termine di 90 giorni dalla notifica dell'ingiunzione senza che si sia provveduto alla demolizione o al ripristino dello stato dei luoghi, si attua ope legis l'acquisizione gratuita al patrimonio disponibile del comune dell'opera abusiva, della relativa area di sedime, nonche' dell'ulteriore superficie astrattamente necessaria (secondo le disposizioni urbanistiche vigenti o analogicamente applicabili ed in base all'indice di fabbricabilita' della zona) per la realizzazione di opere analoghe a quella abusiva.

renato


davide - Mon 28/01/2008 or 20:42

Io sapevo che il Comune può acquisire gratuitamente l'area di sedime ed anche una parte pertinenziale, al massimo pari al 10% dell'area totale del lotto (o qualcosa del genere, che stà scritto o nel primo o  nel secondo condono).

Non sapevo però che bisognasse andare a frazionare, dunque se uno fà un abuso su un lotto piccolissimo è possibile che non sia necessario il frazionamento, mentre se fà un abuso su un lotto grande, c'è bisogno di frazionare. Dunque presumo si tratti di ordinanze di demolizione che interessano abusi fatti in zona agricola..

E comunque sia il gran numero di professionisti reclutati fà supporre che si tratti di un sacco di ordinanze...

Certo poi una volta demolito l'abuso il Comune si ritroverà con una miriade di piccole proprietà sparse sul territorio, e circondate da terreni di proprietà di chi ha compiuto l'abuso.. Cosa farne di queste proprietà è tutto da decidere, ma intanto questo avviso pubblico testimonia che seppur lentamente anche nel Comune di Latina si stà mettendo in moto la macchina delle demolizioni...

E ciò non può che essere positivo...

ARKAN


davide - Mon 28/01/2008 or 21:01

Dunque se ho ben capito provo a fare un esempio:

Supponiamo che su un terreno agricolo di 10.000 mq (1 Ha) con indice fondiario pari a 0,05 mc/mq, sul quale potrei costruire una casetta di 500 mq, io abbia realizzato un abuso pari a 100 mc (ad esempio con un impronta a terra di 50 mq ed un altezza di 2 m);

Il comune andrà ad acquisire gratuitamente l'area di sedime pari all'impronta a terra (50 mq), + un'area pertinenziale pari al volume dell'abuso (100 mc) diviso per l'indice della zona (0,05), ovvero un'area di 2000 mq. In tutto il Comune acquisirebbe un'area pari a 2050 mq, ed al proprietario dell'abuso, dopo il frazionamento rimarebbe dell'originario lotto di 10.000 mq un area pari a 10.000 - 2050 = 7.950 mq

Ma se io compio un abuso di 1000 mc? L'area pertinenziale sarebbe pari a 1000/0.05=20.000 mq, cioè 2 ettari, mentre io sono proprietario di solo 1 ettaro.. In quel caso il Comune acquisirebbe gratuitamente l'intero lotto di 1 ettaro senza fare nessun frazionamento??

Questo si evince applicando alla regola quell'articolo della legge 47/85 (I° Condono Edilizio) che tu hai riportato... Oppure la regola si applica alla cubatura eccedente quella legale, ovvero 1000 - 500?

ARKAN


renatosd - Thu 31/01/2008 or 08:05

Penso che ti possa rispondere con certezza solo chi ha frequentato l'ufficio espropri o solo dopo una lunga ed attenta ricerca giuridica, io ho la mia idea ma non ho la certezza che si faccia così e poi in ufficio tecnico arrivano diecimila decreti, circolari di supporto e specificazioni che ora noi qui ignoriamo. 

Tornando ai frazionamenti è ovvio che per effettuare un qualsiasi passaggio di proprietà bisogna indicare nell'atto in maniera univoca il bene che deve passare di mano, ciò quindi implicca che siano chiari e indiscussi l'area, la quantità, i confini, la posizione ecc ecc ... l'unico modo per chiamare con nome e cognome un bene in un atto è farlo con identificativo catastale per cui è ovvio che prima si circoscrive il lotto, si segnano i confini, in finale gli si da nome e cognome (foglio e particella) e quindi si può trasferire senza dubbio di interpretazioni. Se il catasto non prova in alcun modo la proprietà, l'atto che richiama una particella si rifà al frazionamento per sancirne con certezza posizione, consistenza e confini.

renato


davide - Fri 01/02/2008 or 13:49

In data 30 gennaio il Comune di San Felice doveva prodedure d'urgenza a demolire un immobile abusivo realizzato a Dicembre 2007 in area posta a vincolo ambientale, di 130 mq.

Ebbene non si è riusciti, in quanto la proprietaria ha minacciato di darsi fuoco, dicendo che lavora come una matta per ripagare il mutuo preso per acquistare il terreno e fare quell'immobile..

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/31_01_2008/pag23sabaudia.pdf

Ieri però ci si sono messi gli operai, che hanno incrociato le braccia ed hanno dennaggiato la ruspa del Comune, mentre alcune persone violavano i sigilli ed occupavano l'immobile abusivo.

Ciò è uno scandalo!! Si proceda al più presto alle demolizioni, e si vadano a condannare questi occupanti!

E' ora di far sentire il pugno duro contro l'abusivismo!

http://www.ilmessaggero.it/view.php


Salvatore - Fri 01/02/2008 or 14:05

Caro ABDAA,

in un Paese come l'Italia dove la legalità è una parola vuota, dove tutti si sentono autorizzati a fare tutto (o, peggio, dove sevuoi fare qualcosa devi per forza infrangere le leggi, altrimenti non ne esci) in un Paese così, dicevo, la povera signora che "lavora come una matta per ripagare il mutuo preso per acquistare il terreno e fare quell'immobile" riscuote la simpatia di molte persone per bene, che a loro volta, per ristabilire un minimo di "giustizia" (non quella che deriva dalla legge, ma quella che deriva dal sentire comune), occupano un immobile sequestrato, rompono la ruspa e imcrociano le braccia.

Salvatore


davide - Fri 01/02/2008 or 18:35

Caro Salvatore,

non ho ben compreso se tu condanni o meno questo fatto...

Io ritengo che quella costruzione che ricade in una zona sottoposta a vincoli paesaggistici vada demolita subito. Mi si dice che quella signora lavora come una matta... ma bisogna avere rispetto per i cittadini onesti che hanno lavorato una vita per ripagare un mutuo per l'acquisto di una casa dai costruttori edilizi, o chi si è fatto costruire casa direttamente da una ditta edile.

Ecco, non demolire quella casa sarebbe un'enorme ingiustizia nei confronti di queste persone. Detto questo ho già più volte ribadito che bisogna subito dare esecuzione alle centania di ordinanze di demolizione aventi sentenza definitiva, sopratutto quando riguardano grosse ville e fabbricati.

Non credo che questa demolizione andava a rappresentare fumo negli occhi alla Procura, visto che Mancini sà bene che ci sono ordinanze definitive da eseguire... Ecco tutti noi dovremmo essere contenti che per una volta si andava a demolire in modo celere, non facendo passare anni o decenni..

Ma alcuni lo hanno impedito, forse perchè a loro volta proprietari di case abusive, e sanno bene che se si demolisce questa casa di 130 mq, non si potrà che fare altrettanto con le loro.. insomma potrebbe trattarsi di una solidarietà non proprio disinteressata...

Mi aspetto una forte presa di posizione del Sindaco di San Felice su questo punto!!

Ecco come Latina Oggi riportava la notizia:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/01_02_2008/pag23sabaudia.pdf

ARKAN

 


Salvatore - Sat 02/02/2008 or 17:44

Caro ABDAA,

il mio commento può esserti sembrato ermetico, per cui provo ad esplicitarlo.

Io sono contrario a qualsiasi forma di illegalità, compreso l'abusivismo edilizio che è una delle peggiori piaghe (almeno dal punto di vista paesaggistico) della nostra povera Italia. Chiarito questo, nel mio messaggio precedente cercavo di dire che forse quella "povera" signora non ha tutti i torti a sentirsi come il capro espiatoio dei vizi collettivi. Quanti immobili abusivi ci sono in giro? Quanti di questi sono stati condonati, sanati, graziati o semplicemente ignorati dalla PA? Costruire abusivamete è ormai considerato un metodo "normale" per farsi la casa. Ecco perchè c'è chi lavora e risparmia una vita intera e poi "investe" tutto nella costruzione di una casa abusiva, Non sto dicendo che è giusto, sto solo dicendo che una grossa responsabilità risiede nella pessima classe politica che ha governato (e che continua a governare) la nostra povera Italia. Nei paesi normali alla gente non passa neanche per l'anticamera del cervello l'idea di costruire una casa abusiva, perche sa benissimo che gliela butterebbero giù e che ci sarebbe la prigione ad attenderli. Qui da noi invece, si è alimentata la convinzione che... tanto poi arriva il condono.  E' anche vero che nei paesi normali ci vogliono pochi giorni (in America pochi minuti) per avere una concessione edilizia.

Spero di essere riuscito a spiegarmi meglio e di aver contribuito a fugare i tuoi dubbi. Tu invece quando ti decidi a fugare i miei di dubbi?

Salvatore


davide - Sun 03/02/2008 or 19:32

Caro Salvatore,

io invece non capisco perchè mentre negli altri reati se si viene sorpresi in flagranza di reato c'è l'arresto ed il carcere immediato, mentre per l'abusivismo no..

Ecco se si facesse fare qualche mese di carcere al proprietario e direttore dei lavori sorpresi a costruire una casa abusiva, forse la situazione cambierebbe!

Il tutto naturalmente legato alla demolizione immediata dell'immobile, senza i cavilli odierni dell'acquisizione al patrimonio comunale, dei ricorsi al Tar ecc. ecc.

ARKAN 


Salvatore - Sun 03/02/2008 or 20:24

Si, ma bisognerebbe farlo sempre, non una volta si e 99 volte no. Altrimenti chi viene perseguito, giustamente si sente vittima di una ingiustizia. Poi, torno a ripetere, una concessione edilizia dovrbbe essere rilasciata in pochi giorni. In america bastano pochi minuti.

Salvatore


davide - Tue 05/02/2008 or 16:52

Latina Oggi riporta un articolo a pag 6 dal titolo: "Ruspe, un dramma". Si dice che vi è stato un incontro in prefettura con il questore, il sindaco di S.Felice e il Comandante dei Carabinieri per esaminare la questione, ma non si dice a quali esiti abbia portato.

Emerge inoltre che la demolizione d'urgenza di S.Felice è stata disposta direttamente dalla Procura e non dal Comune. Il Comune sarebbe solo il mero esecutore..

Dunque ancora una volta, è solo è soltanto grazie al pugno di ferro del Procuratore Mancini che si vanno a fare delle demolizioni. I Comuni evidentemente preferiscono farsi suffragare dalla Magistratura, anzichè dare prove di forza e legalità, andando loro a demolire subito gli abusi edilizi. Un'altro schiaffo della magistratura alla politica, che fugge dalle proprie responsabilità.

La domanda a questo punto è una sola: licenziamo i dirigenti degli uffici antiabusivismo ed affidiamo tutta la materia alla Procura!

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_02_2008/pag06latina.pdf

ARKAN


davide - Fri 08/02/2008 or 12:15

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Giovedì 07 Febbraio 2008 Chiudi chiudi finestra
Una vita per comprarsi casa, venti giorni per sgomberare. E’ la sorte di dodici famiglie che ieri mattina si sono viste notificare l’ordinanza di sequestro degli appartamenti acquistati da poco più di un anno a Monticchio, nei pressi di Sermoneta. Eleganti abitazioni realizzate dalla nota impresa Simor, amministrata da Gaetano Riccardo, ritenute abusive dalla Procura di Latina.
Al termine dell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano e seguita dal personale del Nucleo investigativo della Forestale (Nipaf) di Latina, è stato chiesto e ottenuto un provvedimento di sequestro. Lo ha firmato il giudice delle indagini preliminari Tiziana Coccoluto e ieri mattina c’è stata appunto la notifica.
L’inchiesta, secondo quanto si è appreso dagli investigatori, nasce dalla denuncia di alcuni cittadini che avevano segnalato la realizzazione del fabbricato in modo difforme rispetto al permesso di costruire rilasciato dal Comune di Sermoneta. Era la fine del 2006, scattarono gli accertamenti del caso e venne aperta formalmente un’indagine. Il pubblico ministero ha anche affidato una consulenza tecnica d’ufficio attraverso la quale si dimostra che i “volumi tecnici” sono in realtà stati trasformati in cubature aggiuntive che hanno consentito di fatto di realizzare un piano in più. Sottotetti più alti del previsto, appartamenti al posto di spazi come lavatoi, locali caldaia e quanto rientra appunto nei “volumi tecnici”. Difformià che si è cercato in qualche modo di mascherare nonostante quella perizia del tecnico incaricato dalla Procura. Era maggio dello scorso anno e gli appartamenti in molti casi erano stati già venduti su “carta” ma non erano ancora abitati. Gli atti, poi, sono stati formalizzati a palazzina ultimata. Chi ha acquistato, e tutti l’hanno fatto come prima casa, adesso rischia non solo un insolito sfratto ma di ritrovarsi con in mano un pugno di mosche. Ieri i proprietari hanno subito contattato degli avvocati per capire il da farsi. E’ chiaro che a questo punto ci sarà una battaglia legale non indifferente ma intanto c’è la “spada” dei venti giorni entro i quali lasciare gli appartamenti pena lo sgombero forzato.
Secondo la Procura l’intera palazzina è da considerarsi abusiva in quanto utilizzando a fini abitativi anche le cubature dei volumi tecnici sono state alterate tutte quelle previste nel permesso di costruire rilasciato. Oltre all’amministratore della società costruttrice sono stati denunciati anche il titolare dell’impresa edile che ha realizzato le opere, Fabrizio Seccafien, e il direttore dei lavori, Antonio Chimera.
G.D.G.


davide - Fri 08/02/2008 or 12:25

Non si capisce perchè mai i sigilli li mettono sempre quando le palazzine sono termintate, gli appartamenti venduti e le fregature trasferiti sui proprietari...

Invece di intervenire prima che il danno possa essere trasferito agli acquirenti. Il danno deve essere fatto pesare sui costruttori, non su gli ignari acquirenti.

Anche se pare che in questo caso specifico di Monticchio gli acquirenti erano tutt'altro che ignari e si aspettano primo o poi i sequestri..

Ieri comunque il gip ha dissequestrato gli appartamenti, lasciando i sigilli solo ai garage..

E sempre ieri la polizia municipale di Latina ha sequestrato degli attici abusivi su una palazzina realizzata dalla Bianconi Costruzioni a Borgo San Michele. Pare che abbiano utilizzato i locali tecnici per realizzare appartamenti..
Sempre la solita storia..

ARKAN


davide - Tue 12/02/2008 or 11:34

Il Messaggero ci informa che i Carabinieri utilizzano Google per scovare gli immobili abusivi.

Riguardo invece l'immobile di San Felice, che gli operai si erano rifiutati di demolire, pare emergano altre novità..

Infatti la proprietaria di 32 anni, incinta, pare che abbia fornito informazioni contrastanti. In un'autocertificazione avrebbe dichiarato di essere proprietaria del terreno, mentre sembra che in realtà il terreno sia gravato da uso civico, quindi sia terreno del Comune di San Felice.

In tal caso oltre al reato di dichiarazione falso, si aggiungerebbe anche quello di occupazione illegittima di beni demaniali, o cmq comunali..

Nel frattempo pare che anche il Tar abbia sospeso l'abbattimento.. poco male, anche gli immobili sulla duna di Tumulito a Fondi nel 2006 vennero sospesi dal Tar, o il ristorante Grottino a mare a San Felice.

Poi però anche se con ritardo le ordinanze di demolizione sono state eseguite!

http://www.ilmessaggero.it/view.php


davide - Sat 23/02/2008 or 18:13

Finalmente un uomo con gli attributi, un uomo che parla senza peli sulla lingua e che sà bene qual'è il suo ruolo, cioè quello di tutelare i beni collettivi, ovvero il Parco Nazionale del Circeo.

Nella riunione di ieri, il presidente dell'Ente Parco Gaetano Benedetto, ha dichiarato che gli abusi sono reati indipendentemente se sono stati fatti per necessità, e come tali vanno perseguiti. Inoltre ha detto che l'Ente Parco procederà subito a rigettare 400 domande di condone ricadenti in aree sottoposti a vincoli, e dunque in cui gli abusi sono incondonabili.

Ha trattato un tema che anche io e Renato DS su questo forum dibattemmo l'anno scorso. E' inaccettabile che ci siano pratiche di condono edilizio dal 1985, a cui non viene data risposta per paura di doverle rigettare.

I Comuni hanno il dovere di esaminare al più presto tutte le pratiche, e di demolire gli abusi non condonabili e quelli che sono degli ecomostri..

Addirittura a Sabaudia ci sono oltre 4000 domande di condono (dall'85) ed a San Felice quasi 7500!! I metri cubi abusivi a Sabaudia in Area Parco a Sabaudia sono 500 mila ed a San Felice quasi 700 mila...

Ovvero molto più della disgraziata Marina di Latina, dove le volumetrie abusive sono di poco superiori ai 300 mila..

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Sabato 23 Febbraio 2008 Chiudi chiudi finestra

di EBE PIERINI

Una pratica di condono edilizio pro capite. Il che significa: circa un abuso edilizio per ogni abitante di San Felice Circeo. Questi alcuni dei dati forniti ieri dal presidente dell'Ente Parco Nazionale del Circeo, Gaetano Benedetto, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il sindaco di San Felice Circeo, Vincenzo Cerasoli, il vice sindaco di Sabaudia, Maurizio Lucci e i due vice presidenti del consiglio Giuseppe Schiboni e Salvatore Bellassai.
Sono 12.200 le pratiche di condono edilizio che giacciono dal 1985 negli uffici dei Comuni di San Felice Circeo e Sabaudia. Di queste ben 3.331 riguardano abusi effettuati nel territorio del parco. L'Ente Parco si è fornito di un database per la catalogazione di questa mole di dati. Sono 7.734 le pratiche di condono del Comune di San Felice Circeo su un totale di 8.036 abitanti. Di queste 2.050 rientrano nelle competenze del parco e solo 458 sono già state trasmesse all'ente. In parole povere si tratta di abusi residenziali e commerciali per un totale di 55.470 metri quadri e 140.995 metri cubi.
A Sabaudia le pratiche di condono sono 4.472 delle quali 1.281 in area di parco e 620 già trasmesse. In sostanza gli abusi ammontano a 85.633 metri quadri e 240.267 metri cubi. «Ogni cittadino di San Felice Circeo ha sulla testa una pratica di condono - ha commentato Benedetto - Migliore la percentuale per Sabaudia dove una pratica di condono è ogni 3 o 4 abitanti. Si tratta comunque di una finzione statistica perché molte pratiche sono relative a immobili di persone non residenti. Se si escludono foresta, aree lacuali e quelle ricadenti nel comune di Latina abbiamo una media di circa 2 abusi per ogni ettaro di territorio».
Rigettare subito le 400 pratiche relative ad abusi commessi nel parco dopo il 31 dicembre 1993, quindi non condonabili: questa la proposta di Benedetto. L'ufficio tecnico del parco supportato da tecnici esterni e da un legale è al lavoro per la definizione delle pratiche. E' evidente che in vista del nuovo piano regolatore generale di Sabaudia occorrerà tenere in considerazione il destino delle cubature abusive esistenti prima di prevederne delle nuove. Facendo una stima le cubature abusive in area parco a Sabaudia sfiorano il mezzo milione di metri cubi e al Circeo si attestano sui 690.000 metri cubi. Il totale è sconcertante: siamo vicini a 1.200.000 metri cubi abusivi.


davide - Wed 27/02/2008 or 19:50

In questi giorni a Lamezia Terme è arrivato il Genio Militare per procedere alla demolizione di 32 case abusive (in alcuni casi palazzi di 4 piani). La richiesta è stata fatta direttamente dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme.

Caro Procuratore Mancini, perchè invece di stare a perdere tempo con ditte e dittarelle, dirigenti comunali ecc., non chiama anche lei il Genio Militare per cominciare a fare un pò di pulizia in provincia di Latina (specie le aree costiere ed il Parco del Circeo)

http://www.lameziaweb.biz/new.asp?id=6421

Ci sono 32 ordinanze di demolizione non eseguite negli ultimi sei anni. Si tratta di fabbricati eseguiti senza autorizzazione comunale ma rimasti lì nonostante il Comune sia intervenuto per costringere i proprietari a eliminare gli abusi.
E mentre ieri mattina in consiglio comunale si faceva un gran parlare di politica alta e bassa, a bordo dei loro grossi mezzi verdi sono arrivati in città i militari dell'esercito. Sono quelli del quarto Reggimento Genio guastatori di Palermo in tuta mimetica e con tutte le loro attrezzature per effettuare i rilievi necessari prima di procedere all'abbattimento.Tra qualche giorno infatti arriveranno anche le ruspe ed i camion dell'esercito.
L'intervento del Genio guastatori è stato chiesto dalla procura della Repubblica lametina guidata da Raffaele Mazzotta che ha ricevuto un dettagliato rapporto dei vigili urbani redatto sotto il controllo diretto del comandante Giuseppe Caputo. All'operazione antiabusivismo partecipano attivamente anche i carabinieri. Infatti all'incontro di ieri in procura, oltre al capo dell'ufficio Mazzotta, a Caputo ed agli ufficiali dell'esercito, c'era anche il comandante dell'Arma Rodrigo Micucci.
«Le ditte private che possono occuparsi della demolizione dei manufatti abusivi avrebbero potuto avere dei problemi a intervenire, pur se con un'ordinanza del Comune e sotto il nostro diretto controllo», ha spiegato il comandante dei vigili Capito, «ecco perchè tutti abbiamo creduto opportuno che intervenisse il Genio guastatori con i loro mezzi».
Nel giro di un mese tutti le ordinanze di demolizione saranno eseguite, assicura l'ufficiale. Che indica nel quartiere Nicastro il luogo dei maggiori abusi compiuti, poi nella graduatoria arriva Sambiase e infine Sant'Eufemia. Si va dalle recinzioni eseguite abusivamente su suolo pubblico, ai garage e persino ai palazzi a quattro piani. L'esecutività della demolizione è immediata. Giusto il tempo di permettere ai guastatori di fare i loro calcoli ed organizzarsi al meglio, per compiere la loro opera di abbattimento in completa sicurezza, non danneggiando nulla che abusivo invece non è.
Operativamente l'operazione dei vigili urbani viene coordinata da Giuseppe Rizzo che dirige il settore di polizia giudiziaria. Ieri mattina, dopo le rituali presentazioni con le autorità locali, i militari hanno cominciato il lavoro con diversi sopralluoghi. Si procederà per gradi, innanzitutto con ispezioni mirate nei luoghi dell'abusivismo, facendo foto e compiendo misurazioni con le carte delle ordinanze di demolizione alla mano.
Ieri le tute mimetiche si sono concentrate soprattutto in località Chianta, e nei quartieri di Capizzaglie e Scinà. Tutti luoghi ad alta densità mafiosa, secondo gli inquirenti che si occupano di criminalità organizzata in città e nell'intera Piana. E se le ruspe verdi dell'esercito andranno a demolire le costruzioni dei soliti "intoccabili" legati ai clan più potenti? «Non m'interessa se quelle case sono di famiglie mafiose. Le demoliremo in ogni caso, sono abusive», assicura il comandante Giuseppe Caputo.


davide - Thu 13/03/2008 or 19:11
Il Nipaf ha sequestrato il camping Holiday a Fondi sulla duna di Selva Vetere. Come si ricorderà in molti si chieserò come mai nell'Ottobre 2006 diverse costruzioni e ville abusive vennero abbattute sulla duna di Tumulito, anche nei pressi dell'Holiday stesso, mentre i campeggi del litorale fondano erano ancora in piedi.

oggi arriva la risposta. Tutto sotto sequestro.
Scommettiamo che dopo l'ecomostro dell'Isola dei Ciurli demolito a Dicembre 2007, e dopo il campeggio "Il Gabbiano" smontato pezzo a pezzo, il prossimo a cadere sotto i colpi delle sante ruspe sarà l'Holiday?

http://www.ilmessaggero.it/view.php"2" color="#191970">Domenica 09 Marzo 2008 Chiudi

di GAETANO CARNEVALE

“Holiday camping” nei primissimi Anni 70. Oggi, “Holiday village”, un villaggio – si legge nel sito web – con residence di “recentissima ristrutturazione”, è una storia di abusi, di sanatorie e di trasformazioni edilizie lunga quasi quarant’anni. Con l’arrivo degli uomini del Nipaf, il Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale, che ieri mattina hanno sottoposto a sequestro giudiziario tutta la struttura turistica situata sulla duna e sui terreni demaniali di Selva Vetere, si apre un nuovo capitolo sulla devastazione della costa marina di Fondi. Gli investifatori del Corpo forestale dello Stato si sono mossi su input del sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Miliano, che ha condotto un’attenta indagine sul campeggio, e ha ottenuto l’okay del gip Giuseppe Cario per eseguire il provvedimento in base all’articolo 321 del Codice di procedura penale. Da ieri a chiunque è fatto “divieto di introdursi, proseguire lavori, manomettere sigilli” dell“Holiday village”, in contrada Selva Vetere e non, come inspiegabilmente si legge nella pubblicità, al Salto di Fondi, distante quattro chilometri. Custode giudiziario del village sequestrato è stata nominata la signora Silvia Banotti. L’intervento della magistratura sarebbe scaturito da macrocopici abusi edilizi commessi nel complesso residenziale. In sostanza del vecchio campeggio è rimasto poco o nulla poiché l’”Holiday” è diventato una vera e propria lottizzazione con i suoi 51 bungalow, piscine, piazzole per roulotte, ristorante, centro commerciale, campi da gioco e altre strutture permanenti e fisse. A guardare bene la foto aerea di presentazione del complesso turistico sul web si rilevano quasi più costruzioni che alberi. I reati di lottizzazioni abusiv, poi, in ottemperanza a recenti leggi, non sono prescrivibili nel tempo. In particolare sui terreni demaniali di uso civico come quelli sui quali sorge il villaggio turistico. E nel caso specifico dell’“Holiday village”, come di tutte le costruzioni di vario genere nate nella fascia marina di Selva Vetere, quei terreni di proprietà collettiva non potrebbero essere a nessun titolo alienati. Anzi, sarebbero illegittimi anche i canoni d’affitto che l’amministrazione comunale fa pagare a molti occupatari, i quali sui terreni demaniali hanno costruito o impiantato qualche attività non agricola. Tra l’altro, sembra che nel bilancio comunale non vi sia un capitolo specifico per la riscossione di tali canoni. A parte la vicenda della lottizzazione abusiva, insomma, nel sequestro giudiziario di ieri potrebbero incrociarsi anche filoni dell’inchiesta che sta conducendo la commissione d’accesso della Direzione distrettuale antimafia. Tanto più che il provvedimento che ha colpito l’“Holiday”, estendendosi a tutto il litorale di Fondi, potrebbe rivelarsi una vera e propria bomba.

http://www.ilmessaggero.it/view.php"2" color="#191970">Lunedì 10 Marzo 2008 Chiudi

di GAETANO CARNEVALE

Era il 26 marzo 1970 quando Il Messaggero, denunciando con una serie di servizi l’aggressione cementizia alle sponde del Lago di Fondi sorprese una ditta costruttrice locale a spianare e ad alzare muretti a ridosso dell’allora incontaminata duna di Selva Vetere.
Erano iniziati abusivamente i lavori dell’“Holiday Camp” su terreni demaniali di uso civico. I tre ettari sui quali stava sorgendo la struttura vacanziera “per un turismo di massa” erano stati destinati dal Prg del commissario prefettizio Angelo Barbato a verde pubblico. Ma, i lottizzatori, che si nascondevano in un primo momento dietro un socio straniero, il britannico James William Beckingam, non si curarono del divieto di lottizzazione espressamente prevista dalla cosiddetta “Legge ponte”. Anzi, nonostante anche l’ordine di sospensione dei lavori illegali da parte del commissario Barbato, in un mese nel cuore di Selva Vetere erano sorti già piazzole e palazzine. Nell’operazione edilizia entrarono perfino finanziamenti di un istituto di credito locale, che di lì a poco chiuse gli sportelli bancari. Ma, una mano alla lottizzazione nascente la diedero anche il commissario prefettizio rilasciando una licenza in sanatoria con il parere favorevole del Provveditorato alle opere pubbliche nonostante che il regolamento edilizio dell’epoca richiedesse “la dimostrazione dei diritti di proprietà del suolo”. Proprietà che ancora oggi i titolari dell’“Holiday Village”, da sabato mattina posto sotto sequestro dalla Guardia Forestale di Latina, non possono esibire. Lo scempio del litorale di Selva Vetere non si fermò nemmeno con un esposto dei cittadini di Fondi al presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Il dottor. Angelo Barbato sostenne che il campeggio avrebbe portato ricca economia al territorio grazie al turismo di massa. Gli fu risposto dalla colonne del nostro giornale che “anche tale forma di turismo ha bisogno di una sua precisa programmazione, di una sua precisa disciplina e soprattutto di chiarezza”. Il campeggio abusivo, insomma, aveva indicato una scelta, che si rivelerà selvaggia e deleteria per lo sviluppo turistico del territorio di Fondi. Intanto, centinaia di ettari di terreno demaniale appartenenti a tutta la collettività furono invasi da case, casupole, baracche e ville sontuose. La corsa alle “terre d’oro di Selva Vetere” non fu frenata nemmeno dagli “avvisi di procedimento” che il pretore di Fondi Roberto Napolitano inviò al prestanome britannico. Con il ritorno dell’amministrazione ordinaria i lottizzatori del “Camping” trovarono la vita più facile fino ad asfaltare la cresta della duna e ad “impossessarsi” dell’arenile sottostante. Anzi, fino a trasformare un campeggio in un residence esclusivo, come accertano le indagini del sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Miliano.


MarmaLT - Thu 10/04/2008 or 03:41
A Latina si demolisce chi vuole che il controllo sulle costruzioni abusive sia forte e pregnante, mentre si sostiene da parte dei chi dirige la baracca... che 'tanto tutto questo lavoro è inutile'... insomma la cultura della legalità a Latina, cammina su queste gambe.

davide - Wed 25/06/2008 or 14:42

Rinviato a giudizio Armando Cusani per l'hotel di Sperlonga:

http://carta.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Mercoledì 25 Giugno 2008Chiudi chiudi finestra
di MARCO CUSUMANO

Ampie e splendide camere con balcone e vista sul mare. Un lusso da 400 euro a notte per uno degli hotel più esclusivi dell’intera provincia pontina. Un hotel finito nel mirino della magistratura insieme al suo proprietario: il presidente della Provincia Armando Cusani, già sindaco di Sperlonga. Cusani ieri è stato rinviato a giudizio insieme a suo suocero Aldo Erasmo Chinappi e al tecnico comunale Antonio Faiola dal gup Tiziana Coccoluto. La Procura accusa a vario titolo i tre per aver violato la normativa urbanistica autorizzando ed effettuando una serie di lavori nella struttura.
Quella dell’hotel di Cusani è una storia giudiziaria che si è inevitabilmente intrecciata con la politica. Una vicenda che parte da lontano, l’indagine infatti è partita nel 2005 dall’esposto di un consigliere di opposizione al Comune di Sperlonga. Da allora si sono susseguiti altri esposti e denunce, alcune delle quali presentate dallo stesso Cusani per violazione del segreto istruttorio. Sotto accusa alcuni lavori, problemi di cubature, vincoli e distanze non rispettate. L’anno scorso si arrivò anche al sequestro disposto dalla Procura e poi annullato dal Riesame. La polizia si presentò all’hotel “Grotta di Tiberio” sequestrando due locali per un totale di 150 metri quadrati su un’opera che complessivamente supera i mille metri. Cusani ha sempre mantenuto una linea di riserbo su una vicenda che lega la sua attività privata di imprenditore a quella di amministratore pubblico. Ma ora è chiamato a difendersi davanti ai giudici: la prima udienza è stata fissata per il 28 novembre davanti al II collegio del Tribunale di Latina.
Cusani e Chinappi, assistiti dall’avvocato Corrado De Simone, sono coinvolti in qualità di proprietari della struttura sulla Flacca mentre Faiola risponderà alle accuse in qualità di responsabile dell’ufficio Urbanistica del Comune di Sperlonga. Tra le contestazioni la realizzazione di circa 300 metri quadrati in eccesso rispetto al permesso a costruire della struttura preesistente, oltretutto a sua volta condonata. Nel mirino della Procura anche l’innalzamento di un muro preesistente in assenza del nulla osta paesaggistico. Un lavoro che ha danneggiato un confinante che ieri si è costituito come parte civile nel processo. Bocciata l’analoga richiesta di costituzione avanzata da alcuni consiglieri di minoranza. La struttura, prima di diventare un albergo, era solo un ristorante. Poi fu acquistato da Cusani e dal suocero Chinappi che hanno proceduto alla ristrutturazione effettuata, secondo l’accusa, in violazione dela normativa urbanistica e paesaggistica. Da qui l’accusa per abuso d’ufficio.

 


raggiodiso - Wed 25/06/2008 or 20:31

 

da MarmaLT il 10/4/2008 5:41:21

A Latina si demolisce chi vuole che il controllo sulle costruzioni abusive sia forte e pregnante, mentre si sostiene da parte dei chi dirige la baracca... che 'tanto tutto questo lavoro è inutile'... insomma la cultura della legalità a Latina, cammina su queste gambe.

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Caro amico Marma,a Latina da quando è stato trasferito d'ufficio un certo "mister settemilioni",brava personcina che "corrisposta"in un certo modo sapeva poi dimostrare la propria gratitudine facendo proseguire l'opera abusiva senza alcun intralcio,si è arrivati al punto di portare in giudizio Mr. Cusani,uno degli amminestratori più integgerrimi e senza macchia....

Sappiamo tutti che poi certa magistratura "interpreterà leggi ed imputazioni"in modo che certi soliti noti possano farla franca alla faccia di noi imbecilli patentati,mentre i soliti trombati,parlo sempre di noi cittadini,saremo sempre quelli che, per molto meno ,rischieremo addirittura la galera....

Ipotizzate che il nostro "amorevole Sindaco" costruisse un'opera abusiva sopra una palazzina in pieno centro storico,credete forse che gliela farebbero abbattere?? No e poi no!!Anzi gli permetterebbero anche di costruire una piscina annessa....o forse no?!?...Ipotesi e solo ipotesi poichè "per fortuna" il vostro Sindaco è una gran"brava personcina".....

Saluti da Raggiodisole


MarmaLT - Thu 26/06/2008 or 05:41
Quella di Cusani è una storia nota... ma forse una nuova trasferta del Senatore in Piazza Bruno Buozzi, rimetterà tutto a posto.. ma forse no? Vero non siamo nei bassiFondi della provincia siamo in una ridente cittadina... Sperlonga. Quell'amorevole Sindaco, lì ha un albergo non una tettoia in centro cittadino... poi non è nei bassiFondi, ma negli alti volumi tecnici.

raggiodiso - Thu 26/06/2008 or 07:30
Re: Ecco le prossime mosse contro gli abusivi...
Quella di Cusani è una storia nota... ma forse una nuova trasferta del Senatore in Piazza Bruno Buozzi, rimetterà tutto a posto.. ma forse no? Vero non siamo nei bassiFondi della provincia siamo in una ridente cittadina... Sperlonga. Quell'amorevole Sindaco, lì ha un albergo non una tettoia in centro cittadino... poi non è nei bassiFondi, ma negli alti volumi tecnici.
Marma
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Non posso considerare colpevole nessun funzionario che possa compiere reati o delitti di alcun tipo,
invece devo considerare COLPEVOLE la consueta inerzia delle persone "oneste"(alias pecore).
Un esempio: durante una partita di calcio sembra di trovarsi letteralmente in un campo di battaglia
dove ci si ammazza addirittura per difendere cose futili,invece,di fronte alle reiterate ruberie ed
inadempimenti di certi politici e P.Amm. restiamo lì inerti come se un queste cose fossero di minor conto ed importanza !?...
Se tu sai e potresti "poi" dimostrarlo,ti inviterei caldamente ad essere più particolareggiato nello
esporre fatti,mascalzonate e mascalzoni,altrimenti sarebbe più opportuno usare questo forum per raccontarci le barzellette.....
Il "pellerossa" Raggiodisole

MarmaLT - Thu 26/06/2008 or 14:08
Quello che accadrà nel futuro prossimo in materia di demolizioni, non è dato sapere. Qualcosa potrebeb accadere a ridosso del Q4Q5, speriamo che faccia prima la Procura a demolire che Cusani a farci in quel sito l'annunciato marciapiede-pista ciclabile. Ho avviato in privato uno studio, mia attuale specialità, su chi popola quell'area una sorta di studio sulle popolazioni migranti o stanziali. Beh! Allo stato parrebbe che nell'area vi sia un incremento dell'edilizia abusiva, con realizzazione di 'ristoranti privè', ville con piscine e raramente case di necessità, ma quello  che importa sapere è il livello culturale della popolazione stanziante ed il rapporto con le Istituzioni. Così si cercherebbe di fare analisi sul livello di legalità nella città... e questa Caro Raggiodisole, è un barzelletta.

davide - Thu 26/06/2008 or 17:44

Caro MarmaLt,

e cosa ne è venuto fuori finora da questo studio? Scommetto che trattasi in prevalenza di famiglie calabresi, siciliane e campane.

ARKAN


MarmaLT - Fri 27/06/2008 or 09:46
Sinceramente non mi sono molto soffermato sull'origine delle famiglie... nel senso regionale, ma forse intendevi dei fenomeni devianti di quelle regioni? ...forse sottintendere ciò?

davide - Tue 15/07/2008 or 12:37

Campeggi, la Procura chiude le indagini

Silvia Colasanti
Chiuse le indagini relative ai campeggi del lungomare di Latina. Dopo tre anni di controlli, sopralluoghi e ispezioni, la parola sembra destinata a passare al giudice per l'udienza preliminare che dovrà, sulla base della documentazione raccolta, decidere se rinviare o meno a giudizio i proprietari dei camping, accusati di lottizzazione abusiva.


Le indagini furono aperte nel 2005, volute dal procuratore capo Giuseppe Mancini. Gli agenti della forestale di Latina, della polizia municipale, funzionari comunali e cinque tecnici della procura ispezionarono ogni centimetro quadrato delle strutture, ipotizzando il reato di lottizzazione abusiva. Dalle semplici tende montate sul terreno, negli anni, infatti, erano stati realizzati bungalow fissi e roulotte con allaccio di acqua e gas.
Nel 2006 il Comune concesse una deroga ai campeggiatori, per permettere loro di lavorare durante la stagione estiva e di demolire le parti abusive. I gestori, però, non si mossero e l'anno successivo la situazione era la medesima. Per questo, tra giugno e luglio 2007 il nucleo investigativo della forestale di Latina, su delega del procuratore Mancini, sequestrò sette campeggi.
I turisti erano già arrivati nelle strutture e non mancarono momenti di tensione. Le tante persone che villeggiavano all'interno dei camping si riversarono in strada per protestare e chiedere una soluzione. Molti di loro avevano già pagato tutta la stagione. Il procuratore fu, però, irremovibile e i campeggi furono chiusi. Passò un altro anno e, nel giugno scorso, il Comune decise, per quattro dei sei gestori che fecero richiesta, una concessione d'uso. Anche questa estate, almeno una parte dei camping, presunti abusivi, hanno potuto riprendere le attività.
Va avanti, intanto, la discussione sul piano campeggi della Marina di Latina, che prevede, al posto delle strutture esistenti, delle aree più moderne, posizionate a trecento metri dalla spiaggia.

15/07/2008

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2008/07/15/902461-campeggi_procura_chiude_indagini.shtml


davide - Tue 15/07/2008 or 14:33

http://www.agopress.info/vis_news00.asp?id_news=162333

fonte:

Piemme Impresa - Primo Piano14/7/2008 17.13
GOVERNO. UN GRUPPO DI LAVORO CONTRO L’ABUSIVISMO EDILIZIO
(AGO PRESS) Si è insediato il gruppo di lavoro congiunto composto da rappresentanti del ministeri per i Beni e le Attività culturali e della Difesa, con il compito di elaborare lo schema di convenzione che regolerà gli interventi di demolizione di manufatti abusivi in aree sottoposte a vincolo paesaggistico. "I ministri Sandro Bondi e Ignazio La Russa – evidenzia un comunicato - hanno augurato ogni successo al gruppo di lavoro congiunto, incaricato di dare piena attuazione al Codice dei beni culturali e del paesaggio che prevede esplicitamente il ricorso a tali misure in caso di simili illeciti".


© Copyright AGO PRESS®


davide - Fri 18/07/2008 or 13:18

http://carta.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Venerdì 18 Luglio 2008 
Prima udienza per il processo relativo all'hotel “Cala di Luna” di Sabaudia. Ieri mattina, davanti al giudice del Tribunale di Latina, Paola Di Nicola, è comparso, in qualità di testimone, il sovrintendente del corpo forestale dello Stato Stefano Giulivo che ha ricostruito davanti al magistrato i passaggi che portarono al sequestro dell'immobile il 23 gennaio 2007. I sigilli erano scattati a seguito dell'indagine aperta dal pm Giuseppe Miliano che aveva ravvisato la violazione della legge 380 del 2001 in materia di urbanistica e vincoli paesaggistici. Da un anno e mezzo l'attività della struttura ricettiva che sorge sul lungomare di Sabaudia è di fatto bloccata. Davanti al giudice anche l'amministratore della società che gestiva l'immobile, la Tansistem, e due testimoni della difesa. Sul tavolo del magistrato sono state recapitate inoltre due richieste di dissequestro: una da parte della Tansistem e una da parte dell'avvocato curatore del fallimento della stessa società. La Tansistem, che ha impugnato il provvedimento di apertura del fallimento, chiede il dissequestro perché non sussisterebbe reato. Il curatore fallimentare invece, pur ravvisando l'esistenza dell'abuso, chiede il dissequestro per poter provvedere alla realizzazione del parcheggio e l'eliminazione delle mura perimetrali così come previsto dal progetto per poi riprendere l'attività ricettiva. L'hotel era finito sotto sequestro in quanto i lavori effettuati presso la struttura non corrisponderebbero a quanto previsto dalla concessione edilizia rilasciata dal Comune di Sabaudia che prevedeva che, a seguito della realizzazione di un piano sopraelevato venisse svuotato il seminterrato ricavandovi un parcheggio delimitato solo da colonne. La prossima udienza è stata fissata per ottobre.
E.Pie.


davide - Tue 22/07/2008 or 18:36

Regione Lazio approva legge contro l'abusivismo

http://www.regione.lazio.it/web2/main/sala_stampa/news_dettaglio.php"desc">22/07/08 - "Una nuova e importante scelta di trasparenza, di rispetto della legalità e per l’integrità del nostro territorio. Daremo vita a una vera e propria rete di monitoraggio e sostegno di tutti gli uffici competenti in materia urbanistica ed edilizia per garantire la regolarità e la sicurezza di tutte le edificazioni realizzate sul territorio laziale. Inoltre sarà rafforzata la vigilanza antiabusivismo, in totale collaborazione con i comuni, soprattutto i più piccoli”. Questo il commento del Presidente Marrazzo rispetto all’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale del Lazio, della prima legge regionale in materia di vigilanza urbanistico-edilizia e che recepisce il ''Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia'', Dpr 380/2001.

La normativa definisce in modo organico il ruolo e le competenze della Regione e delle Amministrazioni comunali per  fronteggiare il fenomeno dell'abusivismo edilizio e si incentra sulla collaborazione interistituzionale, sullo snellimento delle procedure amministrative e sulla definizione dell'esercizio dei poteri sostitutivi in caso di  inerzia dei Comuni. Prevede l’inserimento di un'apposita disciplina di tutela per le aree vincolate, un inasprimento delle sanzioni e l’istituzione di un fondo di rotazione per le demolizioni.

Soddisfazione anche da parte dell'assessore regionale all'Urbanistica e vicepresidente regionale  Esterino Montino che ha affermato: “Il Lazio aveva bisogno di una specifica legge sulla vigilanza urbanistico-edilizia. La nuova normativa costituisce la condizione essenziale per riportare alla legalità i territori deturpati dal fenomeno dell'abusivismo edilizio dove si annidano anche gli interessi della criminalità organizzata''. E poi ha aggiunto: “Il tema della dotazione finanziaria sarà al centro dell'assestamento di bilancio previsto per la prossima settimana e nel 2009 adegueremo con un congruo finanziamento lo specifico capitolo di bilancio”.


davide - Tue 22/07/2008 or 18:40

http://www.dire.it/DIRE-LAZIO/il_consiglio.php"titolo" style="margin-top: 5px">Il Consiglio regionale approva legge contro l'abusivismo edilizio

ROMA - Poteri sostitutivi in mano alla regione e possibilità di creare un commissario ‘ad acta’ per demolire quanto non viene abbattuto dopo l’ingiunzione di rito. La creazione di una banca dati sull’abusivismo. Sanzioni pesanti per chi costruisce abusivamente. La creazione di un fondo a rotazione per supportare l’attività dei comuni, spesso senza risorse sufficienti, che vogliono abbattrere manufatti abusivi. Conferma, infine, delle norme che prevedono il trasferimento al demanio della proprietà dell’area interessata, dopo le demolizioni degli abusi.

Queste le norme più importanti della nuova legge sulla “Vigilanza sull’attività urbanistico edilizia”, il nuovo strumento regionale finalizzato al contrasto dell’abusivismo edilizio approvato all’unanimità e con estrema velocità dal Consiglio regionale del Lazio questo pomeriggio.

La nuova legge, fortemente voluta dall’ex assessore all’Urbanistica Massimo Pompili, da quello attuale, Esterino Montino, e dal presidente dell’omonima commissione Claudio Moscardelli “colma un vuoto normativo- ha detto proprio quest’ultimo- che durava dal 2001: da allora la legislazione nazionale affidava alle regioni l’attività di vigilanza contro l’abusivismo, ma fino ad oggi non era stato fatto nulla”.

La legge, spiega il testo, “mira in particolare a garantire l’esercizio integrato delle funzioni di vigilanza e di accertamento delle violazioni urbanistico edilizio, l’effettiva demolizione delle opere abusive e lo scambio dei dati”. Strumento fondamentale della nuova legge è “Il fondo regionale a rotazione” finalizzato a finanziare le attività di demolizione di abusi edilizi attraverso anticipazioni ad interessi zero. Potranno usufruirne i Comuni sprovvisti di risorse e la regione nel momento dell’esercizio dei poteri sostitutivi.

Questi ultimi subentrano quando i Comuni si renderanno inadempienti delle opere di demolizione. “Vista l’inadempienza del Comune- si legge ancora nel testo- la Regione diffida quest’ultimo a provvedere entro un congruo termine o a comunicare le motivazioni del ritardo. Decorso quest’ultimo la giunta regionale delibera l’esercizio del potere sostitutivo e la nomina di un commissario ad acta”. Prima di tutto ciò, però, sarà rafforzata la fase della vigilanza e quella delle sanzioni.

In merito al monitoraggio la legge prevede che la Regione, oltre ai Comuni “avrà compiti di monitoraggio che effettuerà attraverso le informazioni trasmesse dai comuni e tramite rilevamenti satellitari”. La vigilanza resterà comunque competenza dei Comuni. Sarà inoltre istituito un osservatorio regionale e una banca dati sull’abusivismo.

Le sanzioni infine. Responsabili dell’abuso saranno ritenuti il proprietario, il committente e il costruttore. Per loro sanzioni fino a 20.000 euro in caso di nuova costruzione senza permesso e 25.000 per cambi di destinazione d’uso e ristrutturazioni non autorizzate. A carico del responsabile dell’abuso la demolizione. In caso di inadempienza l’area di sedime sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune.

22 luglio 2008


davide - Mon 28/07/2008 or 19:23

Ecco un interessante articolo del magistrato di Cassazione Maurizio Santoloci:

http://www.reteambiente.it/ra/normativa/territorio/5331_Santoloci_comm.html"+3" color="#669932">La rapida demolizione delle opere edilizie abusive passa dal Corpo forestale

di
Maurizio Santoloci
Magistrato di Cassazione



Le demolizioni coattive delle opere edilizie totalmente abusive possono (e devono) essere eseguite dalla forza pubblica (e non dal Comune) su delega del magistrato penale dopo la sentenza di condanna passata in giudicato.

 

Questo principio è stato finalmente confermato nei fatti operativi da una importante azione di demolizione di un manufatto abusivo realizzato in area vincolata a cura del Corpo Forestale dello Stato, coordinamento per le Province di Forlì, Cesena e Rimini.

Il fatto (che rappresenta un evento assolutamente significativo a livello di principio giuridico) è riassunto in un comunicato stampa del Cfs del coordinamento citato. Si legge infatti: "A Ponte Uso di Sogliano al Rubicone - Demolita casa abusiva su area di tutela paesaggistica e ambientale - casa costruita sul terreno demaniale del fiume Uso. Sogliano al Rubicone (FC), 24/10/2003 - Demolita una casa di due piani costruita abusivamente su terreno demaniale, su un'area di tutela paesaggistica e ambientale, nella sponda sinistra del Fiume a Ponte Uso di Sogliano al Rubicone. L'indagine era iniziata nel 2000 da parte del NIPAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale) con il Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Sogliano al Rubicone, che indagavano sulle cause di un incendio che aveva semi distrutto un fabbricato e che il proprietario si era affrettato a ricostruire senza nessuna autorizzazione. L'indagine si era conclusa con una denuncia a piede libero per un sanmarinese che aveva, non solo ristrutturato abusivamente la casa danneggiata dall'incendio, ma è stato accertato che la stessa era stata costruita interamente senza nessuna concessione o licenza edilizia, impossessandosi dell'area demaniale sulla sponda sinistra del fiume Uso. L'area risultava inoltre tutelata dal vincolo paesaggistico e ambientale per la legge n. 490/99 (ex legge Galasso), che protegge una fascia di 150 metri dalle sponde dei fiumi, dei laghi e dei corsi d'acqua. L'indagine del Corpo Forestale dello Stato si concludeva con una lunga serie di contestazioni per l'infrazione dell'articolo 20 della legge n. 47/85 per l'abuso edilizio, l'infrazione dell'articolo 151 della citata legge n. 490/99 per l'abuso in area paesaggistica e ambientale, l'infrazione degli articoli 17-18 e 20 della legge n. 64/74 per l'abuso alla legge sismica, dell'articolo 633 del Codice penale per l'invasione abusiva del fondo demaniale e dell'articolo 639 del Codice penale per il deturpamento dell'ambiente. Il 17 marzo 2003 il tribunale di Cesena ha reso definitiva la condanna a 4 mesi di reclusione, dopo patteggiamento, di (…) e insieme a lui è stata condannata a 3 mesi di reclusione anche la convivente (…) La condanna ha reso esecutiva anche la demolizione del fabbricato abusivo di due piani, così come da sentenza, si è dato corso alla demolizione del fabbricato abusivo con un escavatore meccanico, per il ripristino dello stato originario dei luoghi. Giovanni Naccarato, Coordinatore Provinciale del Corpo Forestale dello Stato in proposito ha dichiarato: "È la prima volta che le indagini del Corpo Forestale dello Stato della Provincia di Forlì-Cesena, hanno condotto alla demolizione di un fabbricato abusivo costruito su un'area di tutela paesaggistico-ambientale. È questo un grosso risultato ottenuto grazie alla collaborazione degli Enti competenti in materia, che hanno agito per la tutela dell'ambiente naturale e per la salvaguardia del territorio".

Questa demolizione coattiva, eseguita grazie alla diretta operatività del Corpo Forestale dello Stato che ha promosso e diretto le operazioni affidate a mezzi e personale terzi, dimostra in modo concreto ed inequivocabile due principi: in primo luogo che gli abbattimenti non realizzati in via preliminare dal Comune in sede amministrativa possono essere realizzati poi concretamente in sede giurisdizionale dopo la sentenza di condanna penale; ed in secondo luogo che l'ordine di demolizione impartito dal giudice non deve restare lettera morta (al pari della omessa demolizione amministrativa pregressa) perché trasmesso per l'attuazione allo stesso Comune che continua a non demolire anche dopo l'ordine del magistrato, ma deve essere eseguito dalla stessa magistratura penale in sede di esecuzione diretta, con affidamento dell'incarico alla forza pubblica.
Nel caso il questione il magistrato penale dopo la sentenza definitiva ha incaricato il Corpo Forestale dello Stato di procedere alla demolizione. E l'abbattimento è realmente avvenuto.
Una procedura semplice, chiara ed efficace che potrebbe (ed anzi dovrebbe) essere applicata a tutte le altre sentenze passate in giudicato (centinaia, migliaia?) per abusi edilizi (importanti) con ordini del giudice di demolizione che però nessuno esegue.
Bravo il Cfs operante che ancora una volta si distingue per operatività e coraggio istituzionale in azioni giuridiche innovative e coerenti con il ruolo di polizia ambientale che svolge non solo a tavolino e nei convegni ma realmente sul territorio.
Pubblichiamo volentieri le due foto diffuse dal coordinamento Cfs di Forlì-Cesena-Rimini che fissano un momento della demolizione significativo ed emblematico con un operatore del Corpo Forestale dello Stato che sovraintende al lavoro della ruspa che, finalmente, attua una demolizione vera e non da sceneggiata da telegiornale.




Resta da chiedersi: perché non replicare questa semplice procedura per ogni altra sentenza passata in giudicato?

E la base giuridica di principio, che da anni andiamo sostenendo (con poco seguito) sia a cura di ufficio giuridico del Wwf Italia che in ogni sede editoriale, è offerta dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

Vediamo come e perché.

Le due procedure per la repressione degli abusi

Il Tu n. 380/01, al pari della pregressa legge n. 47/85, prevede per la repressione immediata degli abusi edilizi due procedure sinergiche: una amministrativa e una penale. Ambedue le procedure sono finalizzate prima ancora che alla punizione del colpevole soprattutto ad eliminare il danno sul territorio.

L'azione dell'amministrazione comunale costituisce ciclo chiuso e totale in questa fase di azione repressiva, giacché è di sua specifica competenza tutta la prassi dagli albori dell'ordinanza di sospensione dei lavori fino, nella chiusura dell'iter, al provvedimento finale che deve culminare con quegli strumenti che sono stati varati per far sì che l'opera illecita, nonostante tutto, non rimanga poi lì inalterata: l'abbattimento coattivo o l'acquisizione al patrimonio pubblico. E queste due azioni terminali rappresentano il vero effetto reale di tutta la procedura amministrativa, giacché tendono da un lato ad evitare che comunque il titolare dei lavori abusivi usufruisca in modo praticamente definitivo dell'opera illecita e dall'altro ad eliminare concretamente dal territorio l'opera stessa (o quantomeno a creare una fruizione a vantaggio pubblico con una forzata tolleranza, se possibile, con gli assetti urbanistico-territoriali).

In caso di opere realizzate in aree protette il dirigente o responsabile dell'ufficio deve provvedere alla demolizione immediata di iniziativa, senza dover neppure attivare tutta la fase propedeutica dell'ordinanza di sospensione dei lavori e del successivo connesso iter temporale ed amministrativo.

Nel contempo il magistrato deve perseguire l'illecito per l'aspetto penale, ma in teoria la procedura amministrativa dovrebbe essere già esaurita, o quantomeno ad elevatissima fase, al momento del dibattimento.

Così incardinato, se rispettato, il sistema normativo evita certamente ogni rischio di presunte sovrapposizioni o interferenze giurisdizionali verso il campo amministrativo Ma la realtà storica dei fatti, evidente sotto gli occhi di tutti ogni giorno, ha dimostrato che questa fase finale della procedura ben raramente (quasi mai) è stata portata avanti fino in fondo dalla Pa (in altre parole, abbattimenti o acquisizioni sono stati casi sporadici e non la regola sistematica).Del resto questa osservazione è confermata indirettamente dal fatto che concessioni in sanatoria ma soprattutto condoni tombali hanno visto masse enormi di abusivismi di ogni tipo perfettamente vivi e vitali affollarsi per pretendere il proprio turno: se le procedure amministrative fossero state rispettate fino in fondo, ben poche sarebbero state le opere abusive da condonare giacché gli abbattimenti o le acquisizioni avrebbero dovuto azzerarle sistematicamente.

La reiterazione dell'ordine di abbattimento prevista nel sistema penale
Il legislatore nel 1985, evidentemente con una realistica intuizione, aveva creato una ulteriore norma di copertura di garanzia quando nell'articolo 7/ultimo comma della legge n. 47 prevedeva per il giudice penale l'obbligo di ordinare a sua volta nella sentenza di condanna la demolizione delle opere abusive "se ancora non sia stata altrimenti eseguita". In realtà tale ordine impartito dal giudice penale doveva restare entità marginale, perché in linea di principio la demolizione doveva essere già stata eseguita (naturalmente dalla Pa) e dunque il rafforzativo contenuto in sentenza doveva avere ben pochi effetti pratici.

Ma i fatti concreti sono andati ben diversamente. E le sentenze penali di condanna sono giunte (e passate in giudicato) quasi sempre con le procedure amministrative giunte intanto comunque ad un punto inerte e con le opere abusive ancora lì intatte e vitali (e magari abitate). Ed ecco dunque che, svilita la funzione primaria della Pa che non è quasi mai riuscita a concludere con forza coattiva la sua (doverosa) procedura, il ruolo del giudice penale diventa a sua volta primario in riferimento a tale aspetto della stessa procedura che resta sempre nodale perché rappresenta il concreto destino degli abusivismi di ogni tipo (soprattutto grandi e grandissimi). L'ordine impartito dal giudice non va pertanto quasi mai ad incidere a livello di pura forma su una prassi amministrativa che ha concluso (o quantomeno sta per concludere) l'attività repressiva propria, ma va ad innestarsi traumaticamente su una narcotizzata pratica burocratica giacente in attesa degli eventi.

L'ordine del giudice penale, inizialmente, veniva trasmesso dal magistrato alla Pubblica amministrazione (Comune) per la pratica esecuzione. Ma gli effetti inerti sono in genere rimasti inalterati, perché quelle amministrazioni che non avevano avuto la forza coattiva di demolire di propria iniziativa non hanno mai trovato energie neppure per tradurre in pratica l'ordine contenuto in sentenza. E così, teoria a parte, le cose sono di fatto rimaste al punto iniziale; cioè, nel nulla di fatto. In questo contesto, tuttavia, la magistratura ha ritenuto che, comunque, l'esecuzione dell'ordine in questione sia di competenza giurisdizionale penale e non amministrativa; gli atti vanno dunque trasmessi al Pm anziché al Sindaco per la fase attuativa. La Corte di Cassazione ha confermato tale orientamento.

Oggi il nuovo Tu prevede analogo ordine del magistrato penale in sede processuale e dunque, trattandosi di elaborazioni che riguardano i principi generali dell'ordinamento, le sentenze applicative della Cassazione su questo delicato ed importantissimo aspetto procedurale sono da considerarsi assolutamente attuali anche nel contesto della vigenza della nuova normativa.

Le Sezioni Unite Penali: deve essere il magistrato penale ad abbattere dopo la sentenza
Ricordiamo che le Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione con la sentenza c.c. 19/6/96 n. 15 (pres. Callà - rel Albamonte - ric. Pm in proc. Monterisi) hanno stabilito che:
a) l'ordine di demolizione delle opere abusive impartito ex articolo 7 legge 47/85 dal giudice penale in sentenza di condanna per violazioni alla normativa urbanistico-edilizia non deve essere eseguito dalla Pubblica amministrazione ma, al contrario, la caratterizzazione che tale provvedimento riceve dalla sede in cui viene adottato conferma la giurisdizione dell'autorità giudiziaria ordinaria riguardo alla pratica esecuzione dello stesso;
b) non essendo neppure ipotizzabile che l'esecuzione di un provvedimento adottato dal giudice venga affidata alla Pubblica amministrazione salvo che la legge non disponga altrimenti in modo espresso, gli atti relativi devono essere trasmessi dal giudicante al Pm in sede affinché, in caso di omessa attuazione spontanea da parte del prevenuto, provveda all'esecuzione degli ordini medesimi a cura del proprio ufficio, eventualmente avvalendosi della forza pubblica;
c) l'organo promotore dell'esecuzione va dunque identificato nel Pubblico ministero, con connessa parallela funzione del giudice dell'esecuzione per quanto di specifica competenza; le spese della procedura sono a carico del condannato inadempiente ed a tal fine la cancelleria del giudice dell'esecuzione deve provvedere al recupero relativo previa eventuale garanzia reale a seguito di sequestro conservativo imposto su beni dell'esecutato.

La competenza esclusiva e totale dell'autorità giudiziaria nel settore comporta che le attività devono comunque essere gestite in proprio dall'ufficio del Pm il quale si avvale sia della forza pubblica che di organi tecnici esterni per le operazioni pratiche. Le Sezioni Unite, prevenendo opportunamente e significativamente dubbi (onde evitare nuove fasi di stallo formali), affrontano anche il problema delle spese (che in precedenza aveva dato luogo a qualche freddezza applicativa) e stabiliscono che "la cancelleria del giudice dell'esecuzione deve provvedere al recupero delle spese del procedimento dell'esecuzione nei confronti del condannato (articolo 181 norme att. C.p.p.), previa eventuale garanzia reale a seguito di sequestro conservativo imposto sui beni dell'esecutato (articolo 316 C.p.p.), trattandosi di spese processuali".

Naturalmente potranno presentarsi, poi, problemi pratici in ordine alle modalità dirette per le operazioni di abbattimento (ed in particolare di rimessione in pristino, che comporta una fase maggiormente propositiva); ed anche su tale punto si noti che le Sezioni Unite hanno ribadito la logica procedura da seguire: "Passando alle modalità di esecuzione ed agli organi preposti, osserva questo Collegio che, essendo il titolo esecutivo costituito dalla sentenza irrevocabile, comprensiva dell'ordine di demolizione, l'organo promotore dell'esecuzione va identificato nel Pubblico ministero, il quale, ove il condannato non ottemperi all'ingiunzione a demolire, non potrà che investire il giudice di esecuzione, al fine della fissazione delle modalità di esecuzione. Non resta quindi che applicare all'esecuzione dell'ordine di demolizione il procedimento attinente all'esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali: il Pubblico ministero "cura di ufficio l'esecuzione...." (articoli 655 C.p.p. e 29 re.): ove sorga una controversia concernente non solo il titolo ma le modalità esecutive viene instaurato dallo stesso Pubblico ministero, dall'interessato o dal difensore procedimento innanzi al giudice dell'esecuzione (articoli 665 ss. C.p.p.).". Concetto chiarissimo che consente certo di risolvere nella sede indicata ogni problema pratico sia sui tempi, mezzi e modi dell'operazione che sui soggetti ed organi incaricati in modo specifico.

Successivamente la Corte è sempre rimasta coerente con tale linea di principio, stabilendo che "l'esecuzione dell'ordine di demolizione del manufatto abusivo, con la determinazione delle modalità relative, spetta al Pubblico Ministero, quale organo dell'esecuzione" (Cassazione Penale - Sezione III - Sentenza del 9 aprile 1999 n. 758 - Sperandio).

Oggi il nuovo Tu prevede il "permesso di costruire" in luogo della "concessione" ma i principi esposti dalla Cassazione restano inalterati e quanto stabilito dal Supremo Collegio per la pregressa concessione vale oggi puntualmente per il permesso di costruire. E le demolizioni restano inalterate quanto a procedura applicativa specifica.

Le Sezioni Unite Penali: la sospensione condizionale della pena può essere subordinata alla demolizione delle opere abusive
Le Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione hanno stabilito, inoltre, con una importantissima sentenza che il Giudice può subordinare il beneficio della sospensione condizionale della pena all'obbligo di abbattimento delle opere abusive in caso di condanna per violazioni alla normativa urbanistico-edilizia. Si legge infatti nella motivazione della sentenza Cass. pen., Sezioni Unite n. 10 del 3 febbraio 1997 (udienza 20 novembre 1996) Presidente Scorselli - estensore Albamonte - che "va affermato che il Giudice, nel concedere la sospensione condizionale della pena inflitta per il reato di esecuzione di lavori in assenza di concessione edilizia o in difformità, legittimamente può subordinare detto beneficio all'eliminazione delle conseguenze dannose del reato mediante demolizione dell'opera eseguita, disposta in sede di condanna del responsabile. L'ordine di demolizione, come affermato da queste sezioni unite (sentenza Pm in procedimento Monterisi), ha natura di provvedimento giurisdizionale accessivo alla statuizione della condanna, emesso sulla base dell'accertamento dell'attuale conservazione dell'opera offensiva dell'interesse tutelato. È di spettanza degli organi preposti all'esecuzione del giudicato l'accertamento dell'adempimento dell'obbligo imposto nel termine della sentenza o fissato dallo stesso Giudice dell'esecuzione su richiesta del Pubblico Ministero. A seguito dell'inadempimento il Giudice della esecuzione provvederà alla revoca (di carattere non automatico ancorché che obbligatoria) del beneficio condizionato (articolo 168 comma primo Codice di Procedura Penale)".

Appare dunque pacifico che l'effettiva esecuzione dell'ordine di abbattimento delle opere abusive, punto centrale e nodale della sentenza di condanna, può diventare veicolo attraverso il quale a livello giurisdizionale si può condizionare l'effettiva esistenza della sospensione condizionale della pena. In altre parole appare logico che il soggetto condannato in via definitiva per violazione alla normativa urbanistico-edilizia di fronte a tale procedura ha due sole possibilità: abbattere effettivamente le opere abusive (e dunque ripristinare il territorio nel suo stato iniziale togliendo così gli effetti antigiuridici del suo operato) oppure, alternativa piuttosto improbabile, decidere di mantenere inalterato l'abuso consumato a livello materiale, scontando però la pena inflitta nella sentenza che, non va dimenticato, è anche detentiva.

Anche in ordine a tale principio va sottolineato che successivamente alla citata pronuncia delle sezioni unite l'orientamento della Suprema Corte è rimasto poi costante; si veda per tutte: "Il giudice, nel concedere la sospensione condizionale della pena inflitta per il reato di esecuzione di lavori in assenza o in difformità di concessione edilizia, legittimamente può subordinare detto beneficio all'eliminazione delle conseguenze dannose del reato mediante demolizione dell'opera eseguita: ciò perché l'articolo 165 del C.p. prevede che la sospensione della pena può essere subordinata all'"eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato" e perché non è dubitabile che il manufatto abusivamente realizzato costituisca conseguenza del reato edilizio dannosa per l'assetto del territorio". (Cass. pen., sez. fer., 30 settembre 1998, n. 10309, Consoli).
Ed ancora, successivamente, la Corte ha sempre ribadito che "il giudice penale, nel concedere la sospensione condizionale della pena inflitta per il reato di esecuzione di opere in assenza o in difformità della concessione edilizia, può subordinare il beneficio all'eliminazione delle conseguenze dannose del reato mediante la demolizione dell'opera abusiva" - Cassazione Penale - Sezione III - Sentenza del 4 ottobre 1999 n. 11359 - Pres. Acquarone.

Riteniamo che il principio può essere, per sinergico parallelismo, applicato anche all'ordine di rimessione in pristino dello stato dei luoghi pronunciato dal Giudice sulla base del Tu sui vincoli paesaggistici ambientali (Dlgs n. 490/99). Anche tali principi restano inalterati nel contesto del nuovo Tu.

L'ordine di demolizione obbligatorio anche nelle sentenze di patteggiamento
Va inoltre sottolineato che detto principio deve essere letto in coordinamento con le già precedenti pronunce della Suprema Corte in base alla quale l'ordine di abbattimento in questione (e di conseguenza anche l'ordine di rimessione in pristino dello stato dei luoghi) deve essere applicato obbligatoriamente anche nelle sentenze di patteggiamento, ex articolo 444 Codice di Procedura Penale (cd. "patteggiamento"): "L'ordine di demolizione del manufatto abusivo, previsto come obbligatorio dall'articolo 7, ultimo comma, della legge n. 47/85, non rientra fra le pene accessorie di cui all'articolo 445, comma 1, C.p., che esclude l'applicabilità in caso di "patteggiamento". (Cassazione Penale - Sezione III - Sentenza del 4 ottobre 1999 n. 2322 - Pres. Avitabile). Dalla motivazione si trae addirittura il principio dell'intervento surrogativo della Cassazione in caso di omesso inserimento nella sentenza di primo grado: "(...) Vige, con particolare riferimento alla disciplina urbanistica e edilizia, il principio per cui, quando la legge prevede come oggetto del potere-dovere del giudice l'emissione di un provvedimento giurisdizionale senza lasciargli in proposito alcuna discrezionalità decisionale, il provvedimento dev'essere emesso anche nell'ipotesi di sentenza pronunciata sull'accordo delle parti, dovendo ritenersi implicito anche se non sia espressamente compreso nell'accordo stesso, in base alla considerazione che le parti non abbiano potuto ignorarlo proprio a motivo della sua inderogabilità (…). Di qui l'automaticità dell'applicazione pure nel caso dell'applicazione della pena su richiesta dell'imputato e del Pm, anche qualora non sia esplicitamente compreso nell'accordo tra essi intervenuto, con la conseguenza che la sentenza che ometta l'ordine di demolizione dev'essere annullata per violazione di legge limitatamente a tale omissione, senza che occorra rinvio perché la Corte di Cassazione - data l'assoluta obbligatorietà di esso, che non richiede alcuna decisione di merito - può emettere direttamente il relativo provvedimento in forza del potere integrativo assegnatole dall'articolo 620 lettera l) C.p.p.".

Medesimo principio è stabilito per l'ordine di rimessione in pristino dello stato dei luoghi (la massima seguente si riferisce alla legge 431/85 oggi sostituita dal Tu del Dlgs n. 490/99 ma il principio è attuale): "L'ordine di remissione in pristino dello stato dei luoghi disciplinato dall'articolo 1 sexies della legge 8 agosto 1985, n. 431, avendo natura non di pena accessoria, ma di sanzione amministrativa, la cui applicazione è una conseguenza obbligata della sentenza di condanna, deve essere disposto anche a seguito della sentenza di "patteggiamento", che è equiparata alla sentenza di condanna ad ogni effetto non espressamente escluso dalla legge o che non presupponga un accertamento cognitione plena della responsabilità penale. A nulla rileva che esso non abbia formato oggetto dell'accordo, trattandosi di atto dovuto e sottratto alla disponibilità delle parti, del quale l'imputato deve tener conto nell'attivare la procedura alternativa in questione". (Cassazione Penale - Sezione VI - Sentenza del 13 marzo 1998 n. 3228 - Pg in proc. Poli C.).

Detto principio comporta , di conseguenza, che essendo il beneficio della sospensione condizionale della pena non oggetto di possibile patto tra le parti ma beneficio irrogabile unilateralmente dal Giudice giudicante indipendentemente dall'accorto delle parti stesse, e dovendo obbligatoriamente lo stesso Giudice nella sentenza di patteggiamento inserire l'ordine di abbattimento e/o della rimessione in pristino dello stato dei luoghi, consegue che è facoltà del Giudice anche nella sentenza ex articolo 444 Codice di Procedura Penale operare la subordinazione del predetto beneficio della sospensione condizionale della pena all'effettivo abbattimento e/o rimessione in pristino. Considerando che le sentenze di patteggiamento, salvo rari casi di remota impugnabilità, passano subito in giudicato, si intuisce facilmente come dal sistema complesso che scaturisce da dette pronunce delle Sezioni Unite della Suprema Corte si traggono innovativi e importantissimi strumenti per far sì che l'accertamento giurisdizionale penale non si limiti a una mera affermazione di responsabilità penale teorica (con una pena che in effetti poi non sconta nessuno) ma vada ad incidere direttamente sugli assetti urbanistico-territoriali in modo salutare cancellando alla radice ogni abuso perpetrato in violazione delle normative di settore. Anche tali principi restano inalterati nel contesto del nuovo Tu.

L'ordine di demolizione è atto dovuto per il dirigente comunale
Si deve altresì rilevare che "l'ordinanza di demolizione delle opere abusive è atto dovuto ed automatico del dirigente comunale (e non del presidente della circoscrizione) e consegue automaticamente all'accertamento dell'assenza dell'atto di concessione edilizia. Non serve verificare l'interesse pubblico all'eliminazione del manufatto. Trattasi di provvedimento "non discrezionale" (Tar Lazio - Sezione II-ter - Sent. del 16 febbraio 2001 n. 1241 - Pres. Leva - Est. Capuzzi). Lo precisa il Tar del Lazio in una sentenza che traccia il quadro delle competenze e dei presupposti amministrativi in materia di abbattimenti. In particolare il Tar Lazio ha stabilito che il presupposto per l'adozione di provvedimenti di demolizione è costituito dalla sola constatazione che è stata eseguito un'opera totalmente o parzialmente abusiva. Quando ricorrono questi presupposti, in pratica, l'ordinanza diventa un "atto dovuto" in cui l'interesse pubblico alla rimozione del fabbricato è insito nel ripristino di un ordinato assetto urbanistico ed edilizio del territorio senza obbligo di alcuna motivazione. E non sono necessari nemmeno pareri tecnici, siano essi comunali o regionali.

L'ordinanza di demolizione in quanto atto privo dei connotati della discrezionalità, esula dalla competenza dei presidenti circoscrizionali e rientra nelle attribuzioni degli alti dirigenti comunali. Una pronuncia pregressa rispetto al nuovo Tu ma perfettamente in linea con i rinnovati principi, ed anzi che anticipa in qualche modo la norma attuale.

La competenza dell'ente gestore dei parchi relativamente alle demolizioni
Va altresì sottolineato che in base all'articolo 29 della legge 6 dicembre 1991 n. 394 (legge quadro sulle aree protette) il potere inibitorio e di abbattimento/remissione in pristino in ordine alle opere abusive viene attribuito direttamente all'ente gestore. Infatti, viene previsto espressamente che il legale rappresentante dell'organismo di gestione dell'area naturale protetta, in caso di opere illegali in violazione delle normative (piano, regolamento o nulla osta) dispone l'immediata sospensione dell'attività in questione ed ordina in ogni caso la riduzione in pristino a spese del trasgressore, con la responsabilità solidale del committente, del titolare dell'impresa e del direttore dei lavori in caso di attività edilizia. Ma il punto ancora più importante risiede nel potere dello stesso legale rappresentate di procedere, in caso di inottemperanza all'ordine di riduzione in pristino, alla esecuzione in danno degli obbligati secondo la procedura di cui all'articolo 27 della legge n. 47/85. Il che significa praticamente che il potere attribuito ai Sindaci (funzionari dirigenti) in aree in protette viene sostanzialmente riversato sul legale rappresentante dell'ente parco il quale esercita gli stessi poteri inibitori e demolitori (o di remissione in pristino) nel contesto del territorio del parco. È sottinteso che nel concetto di riduzione in pristino è compresa anche, ed anzi in primo luogo, la demolizione delle opere abusive (l'articolo 27 della legge n. 47/85 richiamato come rinvio procedurale ed operativo riguarda appunto la demolizione di opere illecite da parte dell'autorità amministrativa). Dunque, tale previsione consente all'interno delle aree protette una nuova individuazione di potere amministrativi operativi in verità fino ad oggi quasi mai attuati se non in maniera marginale e locale.

La convenzione tra i Ministeri della difesa e dei lavori pubblici per gli abbattimento coattivi
Va ricordato ancora che il 20 marzo 1998 è stata firmata una convenzione tra i Ministeri della difesa e dei lavori pubblici, dando attuazione alla legge 662/96, per consentire l'utilizzo dell'esercito per le demolizioni in caso di impossibilità di affidamento secondo le normali procedure amministrative.
Presso i provveditorati regionali delle Opere pubbliche sono istituiti appositi comitati composti da un rappresentante del comando militare e uno del prefetto a cui si aggregano rappresentanti del Comune interessato e dell'eventuale commissario regionale ad acta (in caso di inerzia del Comune).

In conclusione…
La sinergia di queste elaborazioni giurisprudenziali (obbligatorietà del Sindaco di concludere le procedure di abbattimento entro un anno e la competenza parallela del Pm per eseguire gli ordini di abbattimenti impartiti in sentenza oltre ai poteri del legale rappresentante dell'ente Parco) offrono concreti strumenti per favorire la pratica attuazione delle demolizione delle opere edilizie abusive. Sostanzialmente dunque ogni argomentazione per evitare e rinviare le demolizioni e le remissioni in pristino appare oggi strumentale ed il caso evidenziato con la demolizione operata dal Cfs dopo una sentenza di condanna dimostra che i principi esposti possono essere attuati in modo semplice e lineare a livello pratico e procedurale. E non solo sul fiume Uso.

 

 


davide - Wed 30/07/2008 or 17:18


Allegato: Sperlonga.jpg
Cusani: demolire le costruzioni abusive sulla duna

Durante la discussione nel consiglio comunale di Sperlonga delle osservazioni al piano paesistico regionale, il consigliere Armando Cusani ha dichiarato: "Invece di far costruire sulla duna, bisogna portare avanti le istanze di demolizione delle costruzioni abusive"

Mi fà piacere che anche il presidente Cusani cominci a rendersi conto dei danni che ha fatto e continua a fare l'abusivismo edilizio in provincia di Latina, mai realmente combatutto a forza di demolizioni.

Una domanda sorge spontanea. Cusani è stato sindaco di Sperlonga per 10 anni. Quanti e quali costruzioni abusive sono state demolite dalla sua amministrazione? Se qualche giornalista imboscato è in grado di rispondere, che risponda!

 

 

 

 


davide - Mon 18/08/2008 or 14:13

Ieri su La Provincia, il direttore Luigi Cardarelli descriveva la storia delle cosidette "palafitte" sul Lido di Latina.

Sono strutture di cemento impiantate direttamente sulla duna. I terreni su cui furono impiantate erano fino agli anni 60  di proprietà dell'ex Onc, che le lottizzò e vendette a politici e parenti di politici di allora...

Si dà il caso che un tratto di un km di duna, da Capoportiere a Foceverde rientrava nel perimetro originario del Parco del Circeo, come riportato nel decreto di istituzione dello stesso parco, datato 1934. E' dunque molto probabile che in quella fascia rientrassero anche le dune di proprietà dell'ex Onc.

Solo nel 76, guarda caso, lo Stato provvide a togliere quell'area dalla perimetrazione del parco.

Come è possibile che politici e loro parenti hanno costruito su dune che in un periodo nel quale esse erano vincolate e rientranti nel parco del Circeo? Negli anni 70 pare inoltre che finalmente le ruspe si presentarono per porre fine a quello scempio..

Risultato: abbatterono una sola costruzione... poi spensero i motori.

Tempo fà, inoltre riportai, un articolo di Parvapolis del 2000, in cui il WWF chiedeva di demolire le palafitte, in quanto esisteva già da molti anni una sentenza di demolizione passata in giudicata, e che le riteneva illegittime...

Ora visto che le sentenze sono imprescribili, chi o che cosa ha impedito che quelle ordinanze di demolizione venissero eseguite?

La procura di Latina perchè non interviene, come sarebbe suo compito nel caso di sentenze definitive?
Il sostituto procuratore Miliano, che ha avuto il merito di riaprire il processo che poi ha portato alla demolizione del famoso ecomostro dell'Isola dei Ciurli di Fondi (abuso commesso negli anni 60) non ha nulla da dire, sul meno famoso e meno conosciuto, ma a questo punto altrettanto scandaloso "ecomostro delle palafitte"?

Il procuratore Mancini che tanto si è prodigato per abbattere i Ciurli, scrivendo per avere i 700 mila euro per la demolizione, non ha niente da dire in questo caso?

DAVIDE

P.S. Lo Staff se può è pregato di riportare l'articolo. Grazie


davide - Wed 20/08/2008 or 19:49

Potete postare l'articolo di Cardarelli di domenica scorsa?

X Freddy e Salvatore

Come mai non pubblicate più nulla su Il Territorio? Avete smesso la collaborazione?

DAVIDE


davide - Mon 01/09/2008 or 14:03

Lottizazzione abusiva sulla Flacca: via al sequestro

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/31_08_2008/pag29fondi.pdf

Domenica 31 Agosto 2008

Fondi, il provvedimento del giudice Morgigni depositato con la motivazione
Sigilli alla lottizzazione
A marzo la sentenza che condannava il dirigente dell’ufficio tecnico
Un anno e quattro mesi per il responsabile dell’urbanistica Di Marco
di Mirko Macaro
L OT T I ZZ AZIONE abusiva sulla Flacca, al via il sequestro. In seguito alla sentenza risalente allo scorso mese di marzo, nei giorni scorsi il giudice unico del Tribunale di Terracina Aldo Morgigni, comunicandolo contestualmente alla Procura di Latina, ha disposto il sequestro, ad opera della polizia, dei 34 villini a schiera sorti alcuni anni addietro su di un’area situata al confine con la statale Flacca, tra Fondi e Sperlonga.
Un’area che risulta essere in «zona di ristrutturazione urbanistica», soggetta a vincoli paesaggistici, ambientali ed idrogeologici. E, dunque, inedificabile.
Fondamentalmente in aula si era dato vita ad uno «scontro ideologico» sul concetto di lottizzazione tra i periti della Procura e quelli della difesa.
Per l’accusa, i 34 appartamenti in oggetto - ritenuti una lottizzazione che, con tutte le opere urbanistiche annesse, costituisce una notevole aggravante al patrimonio già esistente - erano stati tirati su irregolarmente, tramite un’unica licenza edilizia. La Procura, mediante il pubblico ministero Giuseppe Miliano, nei mesi scorsi aveva quindi contestato il reato di lottizzazione abusiva nei confronti del dirigente del settore urbanistico del Comune di Fondi, Martino Di Marco - per il quale «il problema era a monte», cioè sul Prg redatto negli anni Settanta - e del titolare della società che aveva materialmente costruito i villini, Marcello Moretti. Successivamente i due sono stati condannati da Morgigni ad un anno e 4 mesi di reclusione ed al pagamento di una multa pari a 30mila.
Nella sentenza del giudice unico di Terracina era stata disposta, oltre che la confisca degli immobili, anche la conseguente demolizione. Tra l’altro, i villini, portati a termine da un bel pezzo, sono stati in parte venduti tramite l’agenzia immobiliare appartenente a Massimo Anastasio Di Fazio, incappato nel febbraio scorso nelle maglie dell’Antimafia ed al quale sono stati recentemente concessi i domiciliari.

 


davide - Mon 01/09/2008 or 17:35

Ieri mattina, su Raiuno, alle 07:40 è andato in onda un filmato che parlava della duna di Fondi, aggredita negli anni dal cemento selvaggio.

In studio il geologo Mario Tozzi (ricercatore Cnr e conduttore di Gaia su Rai3) che ha fatto una perizia anni fà per la Procura di Latina in merito ad un campeggio che aveva edificato strutture sulla duna, ed il giornalista de Il Messaggero, di Latina, Gaetano Coppola...

Ora, non è la prima volta che la Rai si occupa del cemento sulla duna di Fondi. Già lo fece nell'autunno del 2003, durante la trasmissione di Rai3, Ambiente Italia.

Oppure lo fece con Report, sempre su Rai3, di cui potete vedere il filmato:

http://www.youtube.com/watch?v=J5tcvKmlZRM

Durante i 2 filmati della giornalista della Rai, sono stati mostrati prima i danni del cemento realizzati nella cosidetta "zona dei prefetti", nel tratto tra Torre Canneto ed il distributore di benzina.

Poi invece la duna di Tumulito, in cui nell'autunno del 2006 il Comune di Fondi ha demolito circa 100 costruzioni, ed ha iniziato i lavori di rinaturazione di 1,5 km di duna, impiantanto piante tipiche della duna mediterranea.. In effetti da quel poco che si è visto, la rinaturazione stà dando buoni risultati, e la macchia mediterranea stà ricrescendo là dove c'erano case e ville abusive...

La giornalista ha chiesto come mai solo 1,5 km? E gli altri 12 km di duna? Il sindaco di Fondi ha detto che vi sono in gran parte lottizzazioni degli anni 60, che hanno licenze regolari, e non si possono demolire...

In studio Tozzi e Coppola hanno affermato che il problema della duna non riguarda solo Fondi, ma da Latina in giù, passando per il Circeo la duna è stata massacrata...

Le case sulla duna impediscono l'accumulo di sabbia, ed i litorali sono soggetti a forti erosioni della spiaggia.

In studio sono stati mostrati alcuni vecchi articoli del Messaggero, tra cui uno del 19 Giugno 2004, in cui si diceva "Pronte 1200 ordinanze di demolizioni" , entro settembre si procederà all'abbattimento...

Ora di settembre ne sono passati ben 3, da allora, altro che 1200 demolizioni, a parte le 100 demolizioni del settembre-ottobre 2006, nulla è stato fatto...

Ciò che mi lascia perplesso è perchè la Rai fà sempre e solo filmati sulla duna di Fondi? Le costruzioni da eliminare non sarebbe anche le ville dei Vip sulla duna di Sabaudia??

E perchè mai la Rai non ha mai fatto un filmato sulle "palafitte" sul lido di Latina e su tutto l'abusivismo che ha devastato i 10 km tra Capoportiere e Foceverde? Perchè mai nessuno và a chiedere al Sindaco di Latina perchè non ha demolito nessuna casa abusiva sul lido di Latina?

Lungi da me difendere il sindaco di Fondi, ma è l'unico che anche se poco, qualcosa l'hà fatta, 1km e mezzo lo ha risanato? E gli altri comuni? Manco quello?

Inoltre nel filmato si dice che il nuovo piano paesistico della Regione LAzio permetterebbe la sanatoria delle case abusive sulla duna di Fondi? E' vero tutto ciò? E Marrazzo che razza di politica ambientale stà facendo? Da una parte protegge il lago di Fondi istituendone il monumento naturale e facendo abbattere l'Isola dei Ciurli, e dall'altro permette la sanatoria per quello scempio sulla duna di Fondi?

DAVIDE

PS Se qualcuno ha il filmato, sarebbe il caso di pubblicarlo


davide - Mon 01/09/2008 or 17:43

Inoltre non mi è piaciuto neanche quel "partendo da Latina..."

Hanno fatto credere che solo la provincia ha aggredito la sua duna... che siamo la pecora nera dell'intero Lazio.. quasi che a nord di Latina la duna sia rimasta immacolata..

Qualcuno di loro ha mai visto come hanno ridotto la duna tra Torvaianica ed Anzio? A Torvaianica hanno costruito palazzi di 3-4 piani a monte della strada, mentre lato mare ci sono chilometri di case alte 2 piani che impediscono la visuale del mare..

Almeno a Latina (che è la zona più sfregiata della provincia), il mare lo vedi, e le costruzioni sono soprattuto oltre la strada...

Perchè mai non fanno un servizio su Torvaianica? O su altre zone a nord di Roma?

DAVIDE


davide - Mon 01/09/2008 or 17:49

Ritengo che si debbano demolire tutte le strutture sulla duna, legali o abusive che siano, se è vero come è vero che le dune sono demaniali e che rivestono la funzione importante di serbatoio di sabbia, atte a contrastare l'erosione delle spiagge.

A questo punto devono cadere le lottizzazioni di Fondi, le ville dei vip di Sabaudia, le palafitte e le case sul lungomare di Latina.

Non è possibile che si chieda la demolizione e la riqualificazione solo su alcuni tratti di duna, mentre su altri no.

Perchè se no, mi viene il sospetto che gli ambienti romani proprietari di case sulle dune della provincia di Latina, vogliano solo che vengano demolite le brutture vicino a loro e rinaturate quello zone, in modo da avere proprietà lontane dagli altri comuni mortali, e che al contempo aquisiscono maggior valore...

DAVIDE


Enrico - Mon 01/09/2008 or 19:13
davide ha scritto:

Ritengo che si debbano demolire tutte le strutture sulla duna, legali o abusive che siano, se è vero come è vero che le dune sono demaniali e che rivestono la funzione importante di serbatoio di sabbia, atte a contrastare l'erosione delle spiagge. [...]

IMHO se è vero come dici, che le dune hanno una funzione azzarderei dire "essenziale", quelle case sono abusive per definizione.

Enrico


MarmaLT - Thu 04/09/2008 or 17:15

 Ci dice Davide... Perchè se no, mi viene il sospetto che gli ambienti romani proprietari di case sulle dune della provincia di Latina, vogliano solo che vengano demolite le brutture vicino a loro e rinaturate quello zone, in modo da avere proprietà lontane dagli altri comuni mortali, e che al contempo aquisiscono maggior valore...DAVIDE

Caro Davide... Credo che tu ignori chi vive quelle villette sulla duna... per cui cancella dalla tua mente quell'idea, così come pure quella di vedere tutelata la Torre dell'Astura... Toppi legami con i poteri politici e dirigenziali. Ma il Palazzo finge che non esista un problema duna... Buona fortuna!!!



davide - Thu 04/09/2008 or 19:58

Caro MarmaLT,

presumo che le ville di Sabaudia siano di proprietà di politici, avvocati, Vip e ricchi della capitale.. oltre ai russi.

Il fatto di Torre Astura non l'hò capito... Non mi sembra di aver nominato Torre Astura..

Cmq sia se non si decidano a buttare giù quelle ville e case sulle dune, spero che lo faccia il buon Dio con un bel maremoto...

DAVIDE

PS. A proposito trovato poi le foto delle demolizioni di Passo Genovesi? Quando partiranno i lavori per riqualificare quel luogo?


davide - Sun 07/09/2008 or 11:21

Fondi: Sgomberata lottizzazione "La Selva".

Ieri le forze di polizia hanno sgomberato la lottizzazione "La Selva", sulla Flacca. Si tratta di 34 villini che il tribunale ha ritenuto essere una lottizzazione abusiva, parte dei quali messi in vendita dall' immobiliare "Peticone".

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/07_09_2008/pag32fondi.pdf

DAVIDE


davide - Sun 07/09/2008 or 13:54

http://carta.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Domenica 07 Settembre 2008Chiudi chiudi finestra
di FRANCESCO CARNEVALE

Un altro sequestro. Un altro caso che scotta. Il giudice monocratico Aldo Morgigni, della sezione distaccata di Terracina del tribunale di Latina, ha predisposto il sequestro preventivo del condominio “La Selva”, al chilometro 8 e 700 della Flacca, a Fondi. Il decreto del magistrato scaturisce dalla richiesta formulata dal pubblico ministero nell'udienza del gennaio scorso. Ad eseguire il provvedimento sono stati ieri mattina gli agenti del commissariato, diretti dal neo vice questore Eugenio Marinelli e dalla polizia municipale di Fondi, che hanno apposto i sigilli alle porte dei 33 appartamenti, dei quali «i proprietari non hanno la facoltà d'accesso e d'uso». Anzi, le stesse abitazioni sono state immediatamente sgomberate. Una brutta tegola per quegli acquirenti, che avevano creduto di aver realizzato il sogno della villetta al mare. Nella vicenda risultano implicati il dirigente del settore urbanistico del Comune di Fondi e un altro imputato, i quali «con sentenza del 26 marzo sono stati condannati alla pena di un anno e quattro mesi di arresto e trentamila euro di ammenda», come si legge nel decreto di sequestro preventivo. Dagli accertamenti effettuati dalla polizia giudiziaria e dal consulente tecnico del magistrato è emerso che nel complesso sono state costruite 33 villette e un fabbricato per attività commerciale su un'area di 19.160 metri quadrati. I sopralluoghi giudiziari iniziarono nell'aprile del 2004 e rilevarono che in due giorni consecutivi, il 4 e 5 dicembre del 2002, furono rilasciate le singole concessioni edilizie. Indagini successive riscontrarono che «i manufatti, realizzati secondo il progetto, hanno una volumetria pari a 8.560 metri cubi» e che nella stessa zona preesistevano costruzioni di 1.638 metri cubi. Le concessioni edilizie furono rilasciate alla società I.C.F. Sviluppo s.r.l., che è anche l'impresa costruttrice, il cui rappresentante legale era al momento dei fatti Marcello Moretti. L'area – secondo quanto scritto dal giudice Morgigni nel decreto di sequestro - è costituita da una «zona sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico». Inoltre, «la costruzione delle abitazioni e dell'edificio commerciale, per una volumetria di metri cubi 8.650 eccedeva di metri cubi 6.922 il volume degli edifici già preesistenti sulla zona». Insomma, una vera e propria trasformazione edilizia ed urbanistica del terreno costiero, sul quale è cresciuta un'altra «lottizzazione abusiva di rivelante portata». A rimetterci per ora sono i compratori che ieri mattina si lamentavano per il mutuo acceso, per l'acquisto per conto terzi e per la fiducia accordata al notaio, che aveva loro assicurato che «tutto era in regola».

http://carta.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">Domenica 07 Settembre 2008Chiudi chiudi finestra
di GAETANO CARNEVALE

Il sequestro della lottizzazione abusiva denominata “Condominio La Selva”, ad opera del giudice Aldo Morgigni, segue di pochi giorni quello eseguito dai carabinieri del comando provinciale di un complesso agrituristico, che stava sorgendo al posto di un frantoio, nel centro della Piana di Fondi, in località Monticchio Perito. Ancora l'altro ieri le guardie del Nipaf sono intervenute sull'area retrostante la duna dell'ex campeggio “Il Gabbiano” per verificare se quei terreni demaniali soggetti ad uso civico potevano essere dati in concessione a privati per la realizzazione di un campeggio. Nella primavera scorsa sempre le guardie forestali apposero sigilli al complesso turistico “Holiday Village” per presunta lottizzazione abusiva, sequestro poi revocato dalla Procura. E' passato qualche anno e del sequestro del complesso residenziale “La rosa dei venti”, sorto ai margini della Flacca nel borgo marinaro del Salto di Fondi, non si sa ancora se definirlo illegale o meno. Solo qualche mese fa si è riusciti a demolire l’“Isola dei Ciurli”. Sull'edilizia fondana, tra illegalità piccole e macroscopiche, in cui sono stati coinvolti anche personaggi politici, si è appuntato da tempo l'attenzione della magistratura. Che il cemento stia sommergendo la Piana lo si riscontra ad occhio nudo. Basta sollevarsi di qualche metro sulle colline di Fondi per constatare la sparizione del paesaggio rurale e del verde. Il tema è stato solo sfiorato nel consiglio comunale dell'altra sera. Alle richieste di dimissioni dell'attuale maggioranza di centrodestra, che secondo l'opposizione starebbe compromettendo l'immagine di Fondi, il sindaco Luigi Parisella ha ribadito le sue accuse alla stampa, che esagera i fatti, «ma ne pagherà le conseguenze quando tutto si chiarirà» ed ha difeso l'operato del dirigente dell'Urbanistica comunale, che dà un giudizio diverso da quello del magistrato sul rilascio delle concessioni edilizie.


MarmaLT - Sun 07/09/2008 or 14:47
Chi crede che la Giustizia sia solo quella che ci vuol preservare dall'idea che la Mafia a Latina non c'è per ringraziare  i suoi elettori ... ecco un Magistrato che da subito in questa città ha dato un chiaro segno di cosa sia la parola 'Giustizia'!

davide - Wed 10/09/2008 or 20:31
 

Dal Blog di Irene Chinappi:

http://irechina.blogspot.com/2008/08/fondi-si-ricomincia-ad-abbattere.html"date-header">martedì 26 agosto 2008

Fondi. Si ricomincia ad abbattere.


Grasso alle ruspe, si riaccendono i motori e tornano di scena gli abbattimenti lungo la duna di Fondi. Come ogni anno (da almeno tre) il comune dà inizio a settembre alla demolizione a blocchi delle centinaia di villini che dal secondo dopoguerra sino ad oggi hanno costellato e rovinato il patrimonio naturale della duna di Fondi. È il dirigente del settore urbanistica della città, Martino Di Marco, ad annunciare la ripresa delle demolizioni che hanno suscitato negli anni scorsi il sollevamento di numerosi ricorsi al Tar nei confronti del comune antiabusivo, tutti a firma degli illegittimi residenti. Ma una alla volta, le richieste di sospensiva sono state rigettate dal Tar e il procedimento ha così ottenuto maggior vigore, forte anche di un importante riconoscimento giudiziario. “Il lavoro fatto fino ad ora – ha affermato Di Marco – ha permesso di riportare alla luce un chilometro e mezzo di duna soffocata dal cemento. Sono stati realizzati accessi al mare ed è stato ricreato l’equilibrio naturale dell’area compresa tra il camping Holiday e Tumulito”. Ad andare giù sono state le ville di personaggi conosciuti, qualche condominio, ma anche baracche di legno o di lamiera. Per un totale, stimato approssimativamente in trecento costruzioni. Tutte sorte in area protetta da usi civici e ricadenti in vicoli paesaggistici, ambientali e idrogeologici. “Il nostro programma – continua il dirigente comunale - sta proseguendo secondo i tempi previsti. Siamo confortati,- ribadisce Di Marco - dalle sentenze emesse dalle figure istituzionali regionali e nazionali preposte al controllo di questi atti amministrativi. Siamo soprattutto supportati dall'attestazione di encomio pubblico che la Sovrintendenza regionale ha tributato, con una nota riportata sul suo bollettino ufficiale, al comune di Fondi, quale ‘comune che detiene, in campo nazionale il record di abbattimenti di manufatti abusivi e, comunque, uno dei rari comuni italiani dove si ha il coraggio di buttare giù il cemento illegalé”. E nel primato si inserisce anche l’abbattimento dell’Isola dei Ciurli, ecomostro pontino che per oltre trent’anni ha devastato la zona litoranea del comune. E alle polemiche Di Marco risponde: “Non entro nel merito della querelle politica, compito, questo che non mi compete. Mi preme solo sottolineare come la veduta urbanistica di chi gestisce questo settore a livello politico sia abbastanza ampia e soprattutto capace di volare alto, con l'ambizioso progetto dell'avveniristica ‘Marina di Fondi’”. A lasciare perplessi molti cittadini era stata, tuttavia, una sentenza emanata dal giudice Aldo Morgigni del tribunale di Terracina, che ha condannato Di Marco a un anno e quattro mesi di carcere per lottizzazione abusiva. Al centro del dibattimento c’è un complesso di villette a schiera che sarebbero state costruite con il visto del comune al km 7 e 800 della via Flacca. Ma secondo il legale di Di Marco che ha presentato il ricorso in appello “la condanna è illegittima poiché in questi casi il dirigente tecnico non è responsabile del reato come lo sono invece costruttore e proprietario”. Si attende dunque la discussione del processo in appello.

davide - Wed 10/09/2008 or 20:34

X MarmaLT

Ma a Latina quando vediamo un pò di ruspe che demoliscono? Ne vediamo troppe che costruiscono, ne vorremmo vedere anche qualcuna che butta giù un pò di immobili abusivi..

Ma che fà l'ufficio antiabusivismo del comune? Ne hanno uno? Ma esiste?

DAVIDE


davide - Fri 12/09/2008 or 22:09

X Renato

Stavo un pò andando sul WebGIs Tavole B del Piano Paesistico Regionale, ed andando a cliccare sulla zona della costruenda Stella Maris, ovvero tutta la fascia di territorio compresa tra l'arenile ed il canale Colmata, ho notato che vi sono 2 vincoli dichiarativi di inedificabilità:

1) Latina: Fascia Costiera Ampliamento Vincolo DM 25/2/1974;

2) Sabaudia: Integrazione Vincolo DM 22/05/85;

Ora visto che l'art. 33 della Legge 47/85 (Condono Craxi) recita:

Art. 33 - Opere non suscettibili di sanatoria

1. Le opere di cui all'art. 31 non sono suscettibili di sanatoria quando siano in contrasto con i seguenti vincoli, qualora questi comportino inedificabilità e siano stati imposti prima della esecuzione delle opere stesse:
a) vincoli imposti da leggi statali e regionali nonché dagli strumenti urbanistici a tutela di interessi storici, artistici, architettonici, archeologici, paesistici, ambientali, idrogeologici;
b) vincoli imposti da norme statali e regionali a difesa delle coste marine, lacuali e fluviali;
c) vincoli imposti a tutela di interessi della difesa militare e della sicurezza interna;
d) ogni altro vincolo che comporti inedificabilità delle aree.

2. Sono altresì escluse dalla sanatoria le opere realizzate su edifici ed immobili assoggettati alla tutela della legge 15 giugno 1939, n. 1089, e che non siano compatibili con la tutela medesima.

3. Per le opere non suscettibili di sanatoria ai sensi del presente articolo si applicano le sanzioni previste dal capo I.

se ne deduce che le costruzioni abusive ricadenti in questa fascia ed anche in quella della Legge Galasso realizzate dopo il 1974 non sono condonabili in alcun modo, e che non vi è bisogno neanche del nulla osta dell'ente deputato a tutelare il vincolo (Regione Lazio)..

Dunque stringendo stringendo dovrebbero essere solo le costruzioni abusive realizzate prima del 74 a poter ottenere il condono, ed eventualmente questi immobili un domani potrebbero essere delocalizzati attraverso premio di cubatura.

Tutte le altre costruite dopo l'apposizione del vincolo di inedificabilità del DM 25/2/1974 possono essere demolite fin da subito...

Ora stringendo stringendo credo che non siano molte le costruzioni legali e/o che si possono legittimare col condono Craxi.... per cui non vedo tutto questi problema del Comune a prevedere premi + o meno lauti di cubatura...

Facciano subito un piano di demolizione, aprano un capitolo di bilancio e demoliscano le costruzioni post 1974.... solo dopo avranno la credibilità per proporre un eventuale piano di delocalizzazione...

DAVIDE


davide - Tue 23/09/2008 or 17:07

http://carta.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Martedì 23 Settembre 2008Chiudi chiudi finestra
di LAURA PESINO

Il fenomeno è di quelli ben noti in provincia e ora analizzati sotto la lente d’ingrandimento dell’assessorato regionale all’Urbanistica, alla luce della Legge 15, “Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia”, in vigore dallo scorso agosto e che ha dotato la Regione di codificati sistemi di monitoraggio del territorio. Il tema è quello dell’abusivismo edilizio, con un occhio particolare concentrato, non a caso, sulla provincia pontina, che compare nella relazione consegnata ieri alla commissione Sicurezza dall’assessore e vicepresidente del consiglio regionale Esterino Montino.
Latina, ma anche San Felice Circeo, insieme ai comuni romani di Fiumicino e Nettuno, indicati tra i 24 territori del litorale laziale in cui si concentrano i maggiori abusi e illeciti edilizi.
Eppure, a ben guardare, il numero degli abusi accertati nel corso del 2007 calano di quasi il 7% rispetto all’anno precedente e addirittura del 39% se si confrontano i dati con quelli risalenti al 2004. Ma il fenomeno cambia conformazione e modalità assumendo contorni non per questo meno gravi. Il risultato di un primo monitoraggio, infatti, parla chiaro: l’abusivismo edilizio non è più solo frutto di opere realizzate senza titoli autorizzativi ma eseguite con titoli rilasciati illegittimamente, che aprono la strada non solo a problemi urbanistici, ma anche di pubblica sicurezza, all’ombra della criminalità organizzata di coinvolgere le pubbliche amministrazioni.
Dai 9.836 abusi registrati nel corso de 2004 si passa ai 6.000 circa dello scorso anno. Una diminuzione evidente, che cela però un sommerso di abusi non rilevati e un mare di concessioni dubbie rilasciate dai comuni del Lazio. «La tendenza – spiega Montino – è quella di compiere illeciti edilizi nelle zone pregiate, quelle costiere, dove si concentrano le seconde case e dove si registrano fenomeni legati alla criminalità organizzata». A rincarare la dose è anche la presidente della commissione sicurezza della Regione Luisa Laurelli, che indica Latina come «la provincia più compromessa», anche rispetto a Roma.
I numeri rilevati dall’attività di monitoraggio indicano che, nella totalità degli illeciti accertati nel Lazio, la provincia di Roma incide per il 68%, quella di Latina per il 15%, Frosinone per il 10%, Viterbo e Rieti per il 4 e 3%. Tra i 24 comuni lungo il litorale Latina incide per il 9% e San Felice per il 6. «Faremo un punto sulla legge 15 – annuncia Luisa Laurelli – attraverso un’iniziativa che si articolerà in due eventi, uno al nord l’altro al sud della regione, dove si è accertata la maggiore presenza della criminalità, con un convegno conclusivo a Roma».


davide - Tue 23/09/2008 or 17:44

Che rottura di balle! A mio modo di vedere quì sono responsabili tutti, i comuni che non hanno fatto le demolizioni,

e la Regione Lazio che non è intervenuta con i poteri sostitutivi che aveva anche prima della legge approvata ad Agosto...

Per cui Marrazzo e Montino, invece di fare convegni e conferenze, usino i poteri sostituivi e mandino le ruspe a demolire

gli abusi commessi in provincia di Latina.

Perché il lavoro non finisce con l'abbattimento dei Ciurli, anzi quello è solo l'inizio...

DAVIDE


davide - Thu 25/09/2008 or 13:28

Abusivismo a Latina e giornalisti: a che gioco stiamo giocando??

E' di questi giorni la notizia che il Comune di Latina risulta nel 2007 uno di quelli in cui si sono registrati maggiori abusi edilizi! La stampa pontina cosa ha fatto?

Avete mai letto un reportage sull'abusivismo edilizio nel Comune di Latina? Zero, niente di niente... I giornali, quasi come se si fossero messi d'accordo, negli ultimi 2 anni hanno riportato solo di abusi edilizi fatti a Terracina, San Felice, Itri, Minturno, Fondi e Monte San Biagio.

L'unico abuso che è balzato agli onori della cronoca è stata la sopraelevazione abusiva di un fabbricato al lido di Latina, fatta dai genitori di un consigliere dell'Udc. Oltre a quello niente alltro, come se sull'immenso territorio di Latina non si commettessero giornalmente abusi edilizi! 

Latina Oggi si è sbizzaritta più volte a chiedere la demolizione degli abusi di Quarto Caldo sul promontorio del Circeo...

Mai e dico mai che avesse richiesto la demolizione degli abusi edilizi fatti nel Comune di Latina! Eppure questo comune assomma quasi 19.000 richieste di condono edilizio!!

La stessa Aprilia (14.000 richieste) e Cisterna (5.000) non sono mai state interassate da alcun reportage... Sempre e solo a parlare di Fondi, delle sue 7.000 richieste di condono, e dei famosi Ciurli... Abbattuti questi, nessuno giornalista si è preso la briga di andare a fare la cronistoria delle lottizazioni abusive sorte negli anni negli altri comuni..

Nessuno che ci ha spiegato la storia delle lottizzazioni abusive e consorzi sorti al lido di Latina, in zona Valmontorio e dintorni...

Allora lo dico a voi, giornalisti che leggete questo forum. A che gioco state giocando?

DAVIDE


davide - Thu 25/09/2008 or 16:26
 

Sabaudia: il Tar Latina respinge un ricorso del 1995, presentato da un noto Vip proprietario di villa, contro un ordinanza di demolizione di un fabbricato di 40 mq.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso n. 78 del 1995, proposto da G.M., rappresentato e difeso dall’avvocato Carlo Alberto Melegari, presso il cui studio in Latina, via Gramsci n. 5, è elettivamente domiciliato;

contro

il comune di Sabaudia, in persona del legale rappresentante pro tempore, non costituito in giudizio;

per l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione

dell’ordinanza n. 178/UCE del 15 novembre 1994.

 

 

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 11/07/2008 il dott. Davide Soricelli e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

 


Premesso che: a) con l’atto impugnato il Sindaco del comune di Sabaudia ha ingiunto al ricorrente la sospensione dei lavori e la demolizione di un manufatto di circa 40 mq. realizzato in via Lungomare n. 102 in assenza di titolo edilizio; b) il signor M. denuncia che l’ingiunzione è illegittima, oltre che per l’omissione di ogni garanzia partecipativa, per la pendenza di un procedimento di concessione edilizia a sanatoria ex lege 24 dicembre 1994, n. 724, che implica – sino alla sua definizione – la sospensione dei procedimenti sanzionatori;

Ritenuto che il ricorso debba essere respinto in quanto: a) il ricorrente non ha fornito neanche un principio di prova della pendenza della procedura di condono, pur avendone la possibilità in quanto – se avesse davvero proposto istanza di condono – egli sarebbe in possesso di copia della stessa; b) l’omissione dell’avviso di procedimento è giustificata dal carattere vincolato dell’ingiunzione a demolire opere abusive, come ritenuto dalla giurisprudenza prevalente anche prima della introduzione del principio dell’articolo 21-octies della legge 7 agosto 1990, n. 241, la cui applicabilità alla fattispecie è dubbia essendo la giurisprudenza incerta in ordine alla natura “sostanziale” o “processuale” del potere introdotto da tale disposizione (Consiglio di Stato, sez. V, 19 marzo 2007, n. 1307, T.A.R. Valle d’Aosta, 18 gennaio 2006, n. 1Cool;

Ritenuto pertanto che il ricorso vada respinto, salvi gli ulteriori provvedimenti dell’amministrazione, ivi compresi quelli inerenti alla procedura di condono se effettivamente pendente;

P.Q.M.

Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione staccata di Latina, definitivamente pronunciandosi sul ricorso in epigrafe, lo respinge.

Nulla per le spese.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 11/07/2008 con l'intervento dei signori:

 

Francesco Corsaro, Presidente

Davide Soricelli, Consigliere, Estensore

Antonio Massimo Marra, Primo Referendario

 

 

 

 

 

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 29/08/2008

(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)

IL SEGRETARIO


MarmaLT - Fri 26/09/2008 or 08:06
A Sabaudia ... finalmente i 40 mq. abusivi esistenti saranno demoliti..la città tornerà nella legalità... Poi se sbloccano i vincoli con Cusani la cosa si potrebbe risolvere senza l'esecuzione disposta dal TAR.

davide - Fri 26/09/2008 or 11:29

Caro Marma

a Sabaudia nessuno potrà mai togliere i vincoli del Parco, anche se questo viene abolito come auspica Zappalà, perchè il territorio oltre che dalla legge di istituzione del parco, dalle leggi italiane sui vincoli paesaggistici e dai vincoli del PTPR, è soggetto a convenzioni internazionali, che nessun politico italiano potrà mai togliere..

Per cui si mettesse l'anima in pace Cusani, Zappalà ecc. Per quanto riguarda il signor M. quel manufatto abusivo andrà giù. Non c'è santo che tenga!

DAVIDE


davide - Fri 26/09/2008 or 12:52

Altre sentenze del Tar che rigettano ricorsi di immobili abusivi realizzati a Sabaudia:

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 21 e 26 della legge 1034/71 e successive modifiche e integrazioni,
Sul ricorso numero di registro generale 646 del 2008, proposto da:
L.S. e A.S., rappresentati e difesi dall'avv. Antonio Basile, con domicilio eletto presso Tar Lazio in Latina, via A. Doria 4;

contro

Comune di Sabaudia in persona del Sindaco p. t., non costituito;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

ORDINANZA N. 17 DEL 26.03.2008 DI DEMOLIZIONE OPERE ABUSIVAMENTE REALIZZATE.

 

 

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 12/09/2008 il dott. Roberto Maria Bucchi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Avvisate le stesse parti ai sensi dell'art. 21 decimo comma della legge n. 1034/71, introdotto dalla legge n. 205/2000;

 

 

Considerato che il ricorso è manifestamente infondato in quanto:

- l’ordinanza di demolizione è atto dovuto e consequenziale al diniego di sanatoria edilizia (ex L. 326/03 e L. R. 12/04) n. 7 del 5.12.2005, con il quale è stata rigettata l’istanza di condono prot. 30041 dell’11.12.2004;

- il ricorrente non produce alcun elemento di prova idoneo a confutare l’affermazione contenuta nell’ordinanza impugnata che il manufatto oggetto del provvedimento impugnato (allo stato grezzo, parzialmente intonacato) non è oggetto dell’istanza di condono edilizio ex L. 47/85 presentata dal precedente proprietario in data 2.12.1985 prot. 19823;

Nulla per le spese.

P.Q.M.

il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio Sezione Staccata di Latina, definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe, lo rigetta.

Nulla per le spese.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 12/09/2008 con l'intervento dei Magistrati:

 

Francesco Corsaro, Presidente

Davide Soricelli, Consigliere

Roberto Maria Bucchi, Primo Referendario, Estensore

 

 

 

 

 
 
L'ESTENSOREIL PRESIDENTE
 
 
 
 
 

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 24/09/2008

(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)

IL SEGRETARIO

 


davide - Fri 26/09/2008 or 14:47

Sabaudia: sigilli a Villa Malagò

La forestale mette i sigilli ad un seminterrato realizzato nella villa del noto imprenditore

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/26_09_2008/pag25sabaudia.pdf

DAVIDE




davide - Tue 30/09/2008 or 18:43

Via Nascosa: sequestrata villa abusiva

Tempo fà venni accusato da qualcuno di dire cose non vere, che su Via Nascosa non esistevano case e ville abusive... La smentita è arrivata ieri, con la forestale che ha disposto il sequestro di una villa abusiva su Via Nascosa, nell'ex Podere Onc 155.

http://carta.ilmessaggero.it/view.php"right">Chiudi 

I controlli a campione che la Forestale di Latina sta effettuando non sono fini a se stessi. Lo testimonia il blitz effettuato dagli investigatori del Nipaf in via Nascosa. a Latina, dove hanno scoperto che dietro una “Dia” (Dichiarazione d’inizio lavori) per una banale demolizione si celava ben altro: la realizzazione di una lussuosa villa con annessa piscina e piattaforma in cemento. Un’opera per la quale nell’ex Podere Onc 155 è scattato il sequestro dell’area in progress oltre alla denuncia a piede libero per abusivismo della signora Annamaria L. che è accusata anche di aver tentato di depistare i detective guidati dal dottor Luciano Perotto. Due muratori del cantiere abusivo, infatti, hanno tentato dopo un primo sopralluogo degli agenti della Stazione di Latina della Forestale di cancellare alcune tracce dei lavori di edilizia selvaggia. Ma mentre effettuavano l’opera di “mimetizzazione” ecco il blitz degli specialisti del Nipaf.
Al. Ce.

davide - Wed 01/10/2008 or 17:05
X Renato SD, Stevejo ecc.

A proposito del quadrilatero compreso tra Via del Lido, Via Nascosa, Via Litoranea e Via Isonzo (una zona della superficie di circa 1000 ettari) notavo attraverso Live Search che negli ultimi anni sono state realizzate e sono ancora in realizzazione molte ville e villoni...

Ora visto che l'attuale Piano Paesistico Regionale alle Tavole A definisce quelle zone come "zone agricole di rilevante valore", colorandole in giallo scuro, ed assegnando un indice fondiario di 0,01 mc/mq e un lotto minimo di 10 ettari, come è possibile che sono state rilasciate tutte queste concessioni edilizie, per ville che in alcune zone sono una attaccata all'altra, realizzate in lotti di 5000, 7000 o al massimo 10.000 mq (1 ettaro), come visibile da una prima stima ad occhio da Live Search?

Ora, quali erano i lotti minimi del vecchio PTP provinciale? Il Comune di Latina ha introdotto delle deroghe? E come diavolo ha fatto senza l'assenso della Regione Lazio?

Eppoi a parte i lotti minimi ci sono cubature da paura! I vigili urbani hanno mai sequestrato qualche manufatto per irregolarità edilizie?

Si stanno rendendo conto che stanno deturpando una delle zone più belle di Latina, che avrebbe una vocazione naturale per la viticultura?

Ma soprattuto chi sono i figuri che abitano queste ville?

Mettendo a confronto il WebGis Tavola B della zona di Prato di Coppola si nota ad esempio che vi è una zona grigia (paesaggi urbani) in cui non vi è nessun immobile accatastato... Renato potresti spiegare anche questa anomalia?


renatosd - Thu 02/10/2008 or 11:33

Perchè tu continui a riportare come retroattive le previsioni del nuovo ptpr!! e come ti ho spiegato le tavole A non sono neanche prescrittive ma propositive.

In passato non c'era e non c'è mai stato alcun vincolo su tali aree e il lotto minimo è passato prima da un ettaro e solo recentemente a tre ettari come prescrizione valida per le zone agricole in genere, salvo che con PUA (piano di utilizzazione agricola) non si dimostri che per particolari tipi di colture il lotto minimo produttivo può essere ridotto e l'agricoltore ha diritto a costruirsi la casa rurale e gli annessi necessari alla conduzione dell'attività con deroga dai minimi. Esempio: coltivo fragole e con 8000 mq ho una potenziale redditività  maggiore di 4 ettari di fieno (ovviamente sparo cifre a caso) dimostrando tutto ciò posso vedermi riconosciuta una cubatura tale da poter impiantare la mia attività e di abitare sul mio fondo.

Le zone grigie prendono atto che dalla aerofotogrammetria in quelle aree vi sono delle costruzioni, indipendentemente dallo stato amministrativo.

E comunque dimentichi trent'anni di sanatorie che proprio in zona agricola e periferica hanno sortito i loro effetti più nefasti ... non tanto e non solo per le cubature realizzate ma soprattutto perchè riconoscendo l'abuso il proprietario ha potuto frazionare minuscoli lotti edificati dai lotti agricoli altrimenti non frazionabili, e a catena i lotti di 3-4 10 ettari via via sono diminuiti staccandone ogni volta un pezzetto ... snaturando e distruggendo l'unitarietà dei fondi, devastando il territorio con fondazioni di case e recinzioni, che sbarrano le acque superficiali, e con scarichi a dispersione che poi riversano nei canali principali le peggiori nefandezze.

Le ville che dici nascono per licenza su grandi lotti, poi frazionati e riedificati in successione per ampliamenti, nuove costruzioni abusive e non, non essendoci prima in zona agricola neanche il requisito minimo di essere agricoltore riconosciuto a tutti gli effetti per cui se il sig. x, ancorchè operaio, avvocato, dipendente ecc, poteva costruire semplicemente avendo la proprietà di un ettaro di terra.

renato


davide - Thu 02/10/2008 or 12:41

Caro Renato,

io ho postato un'immagine delle TAV B del nuovo PTPR, e non le tav A. Detto questo volevo sapere il perchè di queste licenze date nella zona di Colle Morello e Prato di Coppola dato e considerato che:

1) Sono costruzioni recenti ancora non finite come si nota dalle foto, e dunque dovrebbero essere assoggetate al lotto minimo di 3 ettari

2) Sono ville con piscina, per cui non possono essere assoggetate a nessuna deroga per case rurali e simili

3) In alcune zone stanno creando delle lottizazioni di fatto, con ville edificate dentro lotti recintati che hanno una superficie di 5000-6000 mq, come puoi verificare anche tu a occhio, con la scala delle distanze presenti sul sito Live Search..

Forse è proprio questo a cui l'assessore regionale all'urbanistica Montino si riferiva al riguardo dell'abusivimo edilizio nel comune di Latina. Concessioni date in zone in cui sarebbe possibile, per cui concessioni di fatto illegittime..

Se è così io non vedo altra soluzione che quella della demolizione!

DAVIDE


renatosd - Thu 02/10/2008 or 13:50

si ma hai scritto testualmente:"Ora visto che l'attuale Piano Paesistico Regionale alle Tavole A definisce quelle zone come "zone agricole di rilevante valore", colorandole in giallo scuro, ed assegnando un indice fondiario di 0,01 mc/mq e un lotto minimo di 10 ettari," ...

comunque siamo sempre li! Va visto caso per caso. Quando facemmo gli accertamenti a sabaudia nessuno aveva una casistica uguale all'altra e nessuna era definibile come iter urbanistico lineare dove per lineare trovi in successione progetto-licenza-inizio lavori- (al limite una variante)-fine lavori con stato di fatto conforme ... no ogni caso presenta una miriade di strade traverse fatte al limite di una o più delle seguenti condizioni: porzioni che erano legittime oggetto di altre addizioni regolari,non regolari, totalmente abusive in parte sanate col primo in parte col secondo in parte col terzo e con l'aggiunta della preparazione dell'eventuale quarto condono ... altrimenti perchè hanno vot..     no! non lo dico .... se no sono ripetitivo e polemico (però lo penso).

per risponderti ai punti:

1) manco col carbonio capisci di quando sono le costruzioni .. ci sono case di 40 anni fa che sono state ristrutturate e/o che per soluzioni architetttoniche sono futuriste ... altre di ieri che nascono vecchie ...

2) una volta che la realizzazione della villa era legittima perchè non doveva esserlo anche la piscina? e poi perchè un contadino non si può fare la piscina? (scherzo ovviamente)

3) le lottizzazioni sono il frutto di anni di frazionamenti a catena perpetrate negli anni con i meccanismi che ti spiegavo e difficilmente nascono già tali ... se no sarebbe più semplice scovarle in tempo

renato


davide - Thu 02/10/2008 or 15:06

Renato, quà non ci sono santi che tengono... ci sono frazionamenti che danno origine a lotti che sono niente rispetto a quelli minimi stabiliti sia dai vecchi PTP che dal vigente PTPR.

E' questo il punto! Vanno solo demolite e basta!

Il fatto più inquietante è che mi hanno riferito che un funzionario di un comune lepino avrebbe detto: <<noi rilasciamo licenze edilizie senza stare a vedere il piano paesistico>>.

Ecco se è vero è gravissimo! Siginifica che quello che sospettava Montino è vero!

DAVIDE


renatosd - Thu 02/10/2008 or 16:19

si ma famme a capì ...

li ... nel triangolo di cui parli il ptp non c'è mai stato e ancora di fatto non c'è se non come proposta di tavola A ...

i lotti inferiori ai minimi li hanno frazionati per sanatorie e/ostaccandoli per sotterfugi dai grandi fondi ..

per demolire devi avviare un processo amministrativo che sancisce la presenza dell'abuso 

le cose non le fai per sentito dire o per furore ambientalista ... se nel principio mi trovi più che d'accordo nei fatti le cose non sono così semplici e in molti casi presumo chesi farebbe solo un grosso buco nell'acqua (della piscina)

cosa succede nei comuni lepini è un'altra storia ... li il ptp c'era già prima ... se scopri una licenza data senza parere ambientale puoi armare un bel casino e denunciare sia i proprietari che il comune ...

renato


davide - Thu 02/10/2008 or 16:59

Scusa i vecchi PTP non andavano a disciplinare i territori delle 5 province del Lazio? Come è possibile che vi sia un'area del Comune di Latina che non sia stata disciplinata?

Potresti spiegarlo? Che PTP erano, alcune zone disciplinate ed altre no lasciate nella completa anarchia? Fammi capire...

Tu stesso hai detto che c'era il lotto minimo di 1 ettaro (disciplinato da chi, da un PTP o da una legge regionale) e che recentemente (in che anno esattamente) lo hanno innalzato a 3 ettari...

Dunque una regolamentazione c'era. E non ci vuole un genio per accorgersi che quelle case visualizzate prima ed altre nella zona sono costruite in lotti di molto inferiore ad un 1 ettaro (in alcuni casi in un quadrato di 40 m di lato, cioè 1600 mq!!)

DAVIDE


renatosd - Thu 02/10/2008 or 17:28

ma no ... certo che ci sono ampi territori senza vincolo ... il comune di latina se si escludono le distanze dalla costa, i corsi d'acqua (per lo più i canali di bonifica su cui il limite per alcuni era anche stato ridotto a 50m) e il lago di fogliano ne è quasi del tutto escluso. Diversa cosa sono le leggi regionali che impongono il lotto minimo, ma in quel caso non c'è necessità di parere sul vincolo; è al momento del rilascio della concessione che si verificano le condizioni da parte del comune ...

L.R. 22 Dicembre 1999, n. 38 artt. 54 e seguenti (la legge è abbastanza complessa e ha richiesto diversi atti chiarificatori come la DELIB. GIUNTA REGIONE LAZIO 12 dicembre 2000, n. 2503) ma in sostanza il lotto minimo è di 3 ettari in assenza di altre specificazione dell'unità aziendale minima che può ridursi in casi eccezionali fino ad un lotto di mq.5000.

ecco ho trovato il punto di chiarimento Legge Regionale n. 8 del 17.03.2003 art. 5 (Sostituzione dell'articolo 55 della legge regionale 22 dicembre 1999, n. 38, come modificato dall'articolo 1 della legge regionale 4 settembre 2000, n. 28) ai commi 5 e 6 :

5. Le strutture adibite a scopo abitativo, salvo quanto diversamente e più restrittivamente indicato dai piani urbanistici comunali, dai piani territoriali o dalla pianificazione di settore, non possono, comunque, superare il rapporto di 0,01 metri quadri per metro quadro, fino ad un massimo di 300 metri quadri per ciascun lotto inteso come superficie continua appartenente alla stessa intera proprietà dell'azienda agricola. Il lotto minimo è rappresentato dall'unità aziendale minima di cui all'articolo 52, comma 3. È ammesso, ai fini del raggiungimento della superficie del lotto minimo, l'asservimento di lotti contigui, anche se divisi da strade, fossi o corsi d'acqua. 
6. L'unità aziendale minima non può, in ogni caso, essere fissata al di sotto di 10mila metri quadri. In mancanza dell'individuazione dell'unità aziendale minima, il lotto minimo è fissato in 30mila metri quadri. 

renato

PS ma può essere che ogni volta che discuto con te mi tocca farmi il ripasso normativo di tutto il planetario!!!


davide - Fri 03/10/2008 or 14:42

Credo che ti riferissi ad un indice di 0,01 mc/mq fino ad un massimo di 300 mc per case abitali connesse all'attività agricola...

Quelle invece sono ville vere e proprie, che in alcuni casi attorno non hanno terreno (ma recinzioni di altre ville) e che hanno cubatura forse anche maggiore di 300 mc...

Cmq sia come dice anche la L.R. 8/2003 art. 5 comma 5, da ora in poi ci sarà il PTPR a disciplinare la zona, quindi ci sarà il lotto minimo di 10 ettari..

Sarebbe il caso comunque che i vigili urbani vadano in zona a vedere che stà succedendo!

DAVIDE


davide - Sat 04/10/2008 or 22:25

Fondi: ruspe sulla duna! 

Latina Oggi domani apre con un titolo a tutta pagina: Fondi, ruspe sulla duna.

Il Comune di Fondi entro Novembre comincerà a demolire 100 costruzioni abusive realizzate sul litorale fondano. Era ora! Gli altri comuni pontini che fanno a riguardo? Di ruspe manco a parlarne?

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_10_2008/pag01.pdf

DAVIDE


davide - Sun 26/10/2008 or 18:46

Oggi il quotidiano Latina Oggi, a pag 15, nella rubrica "La voce dei lettori", riporta la lettera di un cittadino che critica l'abbandono e l'abusivimo sulla marina di Latina.

In particolare afferma: "Zaccheo ci deve dire a che ci serve un porto, forse per poter far attraccare qualche centinaio di barchette di Rio Martino, forse anche per far attraccare le barche di sultani e miliardari che attirati dalla bellezza della zona, vedi ex centrale nucleare circondata da centinaia di casupole abusive di cittadini castellani, in una lottizzazione di un notissimo costruttore che faceva tanti anni fà lo sciopero della fame in piazza del Popolo contro la centrale nucleare"

Ora domando a Renato, Antonella e Vincenzo che sono la memoria storica di questa città. Chi era questo costruttore? Qual'è la lottizzazione di cui si parla? E quando costui faceva lo sciopero della fame?

Da quì potete leggere la pag 15 di Latina Oggi:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/26_10_2008/pag15lettere.pdf

DAVIDE


davide - Fri 14/11/2008 or 22:59
X RenatoSD Una casa abusiva costruita su area a "verde pubblico" può essere sanata? Su Telefree c'è chi dice no, e chi si in quanto i vincoli sono scaduti, e l'area è diventata bianca... Come stanno le cose? Non può essere mai sanata o vi sotto determinate condizioni si può sanare? Ecco la news di Telefree: http://www.telefree.it/news.php DAVIDE

renatosd - Sat 15/11/2008 or 09:01

Allora distinguiamo intanto i vincoli ambientali veri e propri dalle destinazioni urbanistiche, cosa che l'articolo citato non fa, anzi fa  un bel guazzabuglio.

C'è da dire, però che è vero che esistono vincoli di fatto derivanti da previsioni urbanistiche e che la 47/85 citava: "le opere... non sono suscettibili di sanatoria quando siano in contrasto con i seguenti vincoli: vincoli imposti da leggi... nonché dagli strumenti urbanistici... (omissis) d) ogni altro vincolo che comporti l'inedificabilità delle aree...".

detto questo ti riporto varie considerazioni in ordine sparso (ma non troppo):

- La prima è che chiunque poteva comunque presentare sanatoria sebbene l'abuso ricadesse in tale casistica, assumendosi il rischio di un diniego e della conseguente demolizione, ma mettendosi comunque al riparo da tutta una serie di effetti collaterali come l'avvio del procedimento penale che resta sanato con l'oblazione (ed infatti questa non è restituibile in caso di diniego).

- la seconda è che in molti casi si è ricorso agli abusi proprio perchè si è edificato non solo in contrasto alle norme urbanistiche ma anche su aree inedificabili.

- i comuni possono perimetrare i nuclei abusivi e, prendendo atto di una modificazione radicale del territorio, possono adottare nuove previsioni urbanistiche e così accogliere le istanze di condono.

- l'articolo critica l'articolo 14 del regolamento comunale perchè "non prevede nessun coefficiente per il calcolo del "Danno Ambientale" in zona vincolata a "Verde Pubblico" ed è chiaro!  come dicevo in apertura siamo di fronte ad un vincolo urbanistico e non ad un vincolo ambientale, al limite dovrebbe essere previsto un altro coefficiente per "danno di vincolo urbanistico".

Per questo alla tua domanda "Non può essere mai sanata o in determinate condizioni si può sanare?" si può rispondere che vi sono delle condizioni per cui può essere sanata ed è la perimetrazione dei nuclei abusivi, che costituisce vera e propria variante a posteriori dello strumento urbanistico.

Si può dire che non è giusto in linea di principio ma è inevitabile quando anni e anni di sanatorie hanno reso l'urbanistica ingovernabile. La sanatoria è l'abdicazione dello stato di diritto di fronte alle modificazioni indotte da una pratica legalizzata dell'illegalità. In concreto e per concludere si è preso atto che non vi erano strumenti e forze economiche per far valere a posteriori il rispetto delle aree inedificabili per via del costo politico (o meglio elettorale) ed economico enorme da sopportare e si è trovata quindi la via d'uscita che salva capra e cavoli: si cambia lo strumento .... e tutti vissero felici e contenti.

renato


davide - Sat 15/11/2008 or 17:44
Renato, come al solito sei molto chiaro. Cmq sia, dimmi se sbaglio, in generale i nuclei abusivi si perimetrano quando in una certa zona insiste una concentrazione di manufatti abusivi. Case abusivi sparse quà e là non sono suscettibili di perimetrazioni... A parte questo, da un'altra news, è scaricabile l'intera concessione in sanatoria data alla casa dell'assessore di Gaeta: http://www.telefree.it/news.php http://www.telefree.it/data/2008/20081107_094346_1.pdf Ora leggendo bene quell'atto, si evince che la casa fu costruita nel 1930 (non si specifica se era regolare o abusiva), ma sono state presentate 2 richieste di condono, una con quello del 1985 e l'altra con quello del 2003. Il primo riguarda dei lavori dichiarati eseguiti nel 1947, riguardanti la demolizione del tetto a falda per fare un lastrico calpestabile, la seconda invece per la ricostruzione del tetto a falda originario con altri lavori.. Ora pare di capire che il PRG di Gaeta del 1972 abbia dichiarato "verde pubblico" un'area sul quale insisteva questa casa dal 1930 (a detta dei proprietari). Dunque il vincolo urbanistico sarebbe stato messo dopo la realizzazione della casa e del lastrico abusivo.. Cmq sia nella concessione in sanatoria c'è anche il diniego rispetto ad un rispostiglio, che và demolito. DAVIDE

davide - Sat 15/11/2008 or 17:57
X RenatoSD e MarmaLT A proposito di immobili abusivi, sono andato a leggermi le delibere del consiglio comunale di Latina n. 136/2003 e 21/2005, riguardanti la demolizione degli immobili abusivi di Via Egadi, al Lido di Latina, dove è nato il parco "Verde Onda". Ebbene si scopre che erano case già acquisite al patrimonio del Comune di Latina nel lontano 1979! Il comune le aveva destinate a scopi sociali, ma poi erano state occupate abusivamente da stranieri. A quel punto visto chela loro ristrutturazione costava, hanno deciso di buttarle giù. Ora la cosa che mi ha sorpreso, è che nella delibera 21/2005 si parla anche di altre costruzioni abusive presenti sempre alla Marina di Latina, in Via Lipari ed in Via Ustica, acquisiti dal Comune di Latina con ordinanze datate 12/04/1984... Ora non mi pare di aver letto che questi 5 immobili sono stati demoliti, nonostante nella delibera si diceva chiaramamente che andavano demoliti urgentemente, e al pari di quelli di Via Egadi insistono anche loro su aree destinate dal PRG a "Verde Pubblico". Ora mi chiedo. Perchè ancora non sono stati demoliti? DAVIDE

davide - Sat 29/11/2008 or 13:44
Oggi su Teleetere hanno fatto vedere i danni provocati dal maltempo e dalla
sbagliata gestione del territorio sul lungomare di Latina.

Oltre al Cancun distrutto dalle mareggiate e dall'erosione, hanno fatto
vedere case allagate nei pressi del canale Moscarello, a Foceverde..

Ebbene quelle case, per lo più abusive, sono state sommerse... il bello è
che i proprietari non hanno nessuna intenzione di andarsene o di demolire
quegli obbrobri...

Stessa cosa sul lido di Ostia, dove case abusive sono finite sott'acqua
nei pressi della foce del Tevere, come mostrato dal Tg3 Lazio.

Nonostante ciò, c'è chi si ostina a ritenere che i vincoli idrogeologici
posti dalla legge Galasso (300 m dal mare e dai laghi, e 150 dai fiumi),
siano degli odiosi limiti alla proprietà privata ed al presunto diritto
di edificare...

A questo punto, dinanzi a proprietari così cocciuti, mi auguro che ci pensi
il maltempo a buttare giù queste costruzioni abusive, dato che i comuni
fanno orecchie da mercante....

DAVIDE

PS. Come la Regione Lazio è intervenuta sulla foce del fiume Marta a Tarquina
    demolendo 80 case abusive, si chiede un suo intervendo anche sul lido di
    Latina. Deve cessare una volta per tutte questa sorta di extraterritorialità
    del Comune di Latina, nell'essere immune dalle demolizioni di edifici abusivi!

davide - Wed 24/12/2008 or 16:44
Abusivismo edilizio, la replica del Comune

San Felice Circeo (23/12/2008) - In riferimento agli ultimi articoli di stampa riguardanti l'inerzia del Comune di San Felice Circeo nella repressione dell'abusivismo, e in particolare all'interrogazione parlamentare presentata dall'on. Ermete Realacci del PD, si precisa quanto segue.
Il Comune di San Felice Circeo ha costantemente posto in atto tutte le misure per la sorveglianza dell'attività edilizia sul proprio territorio ed in particolare negli ultimi anni non si è mai smesso di effettuare controlli capillari sul territorio per la repressione dell'abusivismo edilizio. Tali attività sono sempre state svolte in collaborazione fattiva ed efficace con le forze di vigilanza presenti sul territorio ed in particolare con il Comando di Polizia Municipale, il Corpo Forestale dello Stato e il Comando dei Carabinieri di San Felice Circeo.
Indubbiamente sia negli anni scorsi, che attualmente, in gran parte dell'Italia, soprattutto nel centro - sud, il fenomeno dell'abusivismo edilizio è una piaga ancora presente e difficile da combattere.
Ma questo non ha minimamente indotto il Comune di San Felice Circeo a retrocedere nell'applicare quanto previsto dalle leggi vigenti in materia di antiabusivismo.
Anzi, negli ultimi anni gli interventi di repressione degli abusi da parte del Comune di San Felice Circeo sono stati intensificati anche in ragione di una efficace collaborazione con la Procura della Repubblica di Latina.
Ultimamente però sono stati diffusi alcuni numeri e parametri che non rispecchiano chiaramente la situazione degli abusi edilizi nel territorio comunale, anzi spesso contribuiscono ad ingenerare dubbi e sospetti e a travisare decisamente la situazione tacciando per illegale un intero territorio e una intera comunità composta sia da residenti che da proprietari di immobili non residenti.
In tale ambito necessita chiarire che attualmente i residenti nel Comune sono circa 9000 persone, ma il patrimonio edilizio è ben più ampio visto che ci sono tante seconde case per le vacanze di non residenti. È appropriato stimare tale patrimonio dimensionandolo per circa 40-50 mila abitanti. E si badi bene che la quasi totalità dell'edificazione del territorio del comune è avvenuta negli anni 1950, '60 e '70.
È chiaro allora che le considerazioni è necessario svolgerle tenendo ben presente questi dati e non riferendo semplicisticamente al numero degli abitanti come è stato fatto da qualche rappresentante di istituzioni anche importanti.
Tanto premesso è necessario chiarire che ogni forma di illegalità deve essere comunque sempre combattuta e repressa dagli organi statali ciascuno per quanto di propria competenza, ed il Comune di San Felice Circeo svolge costantemente il proprio ruolo.
Ed infatti negli ultimi anni si è verificato un costante calo del numero delle ordinanze di demolizione emesse dal Settore Urbanistico a testimonianza dell'efficacia della repressione degli abusi. Si riporta di seguito una tabella riassuntiva delle ordinanze emesse a partire dal 2002:

Anno
Numero di Ordinanze
2002
83
2003
103
2004
166
2005
93
2006
70
2007
42

E' da specificare che le ordinanze in minima parte sono relative a immobili interamente abusivi, riguardando per lo abusi minori quali tettoie, portici, muri di recinzione, modifiche di aperture di finestre e così via. All'interno del Perimetro del Parco Nazionale del Circeo per il Comune di San Felice Circeo negli ultimi anni non vi sono ordinanze per immobili interamente abusivi.
Considerazioni specifiche devono essere fatte per il numero e la tipologia delle istanze di condono edilizio relative ad immobili ricadenti nell'area del Parco Nazionale.
Per l'intero territorio comunale le domande relative alle leggi di condono del 1985, del 1994 e del 2003, sono rispettivamente 4665 per la prima, 1163 per la seconda, e 1155 per la terza; di tutte queste domande solamente 600 circa ricadono nel Comprensorio Naturalistico del Monte Circeo (ovvero zona quarto caldo e zona quarto freddo) mentre le altre ricadono nelle zone edificabili del Piano Regolatore Generale e in zona agricola esterna al Parco.
Sino ad oggi sono stati rilasciate 1765 concessioni edilizie a sanatoria e num. 182 dinieghi.
Necessita precisare bene che le istanze di condono edilizio relative ad immobili interamente abusivi ricadenti all'interno del Perimetro del Parco Nazionale possono essere quantizzati in meno di 20.
Infatti tutte la zona di Quarto Caldo è stata edificata dagli anni 1950 sino al 1980 a seguito di regolari licenze edilizie in quanto la zona era edificabile. La maggior parte degli abusi, quindi, consistono sempre in difformità alle licenze edilizie già rilasciate, difformità dovute anche all'andamento irregolare del terreno che spesso ha comportato la creazione di locali interrati e/o seminterrati. E' quindi possibile fare una quantizzazione di massima della cubatura richiesta in condono nella zona di Quarto Caldo in circa 20 - 30 mila metri cubi ovvero circa 15 - 20 metri quadri in media per ciascuna istanza.
Tali abusi è bene sottolineare di nuovo risalgono per la quasi totalità agli anni precedenti al 1980 quando la zona era edificabile.
Le istanze di condono che interessano la zona di La Cona, Lungomare Circe, viale De Gasperi e via Roma, pur ricadendo all'interno del Parco, risultano trovarsi in una zona edificabile secondo il vigente Piano regolatore generale, ed ancor prima secondo il Piano di fabbricazione, ed in parte anche esclusa dal vincolo paesaggistico. Anche in questo caso i lotti sono per la quasi totalità edificati e pertanto gli abusi compiuti risultano in difformità alle licenze edilizie regolarmente rilasciate a partire dagli anni '50.
Un'altra considerazione che bisogna fare è che numerose istanze ricadenti all'interno della zona del Parco ed in attesa di definizione, relative alle leggi di condono del 1985 e del 1994 e suscettibili di sanatoria in base all'epoca dell'abuso, sono in attesa da diversi anni del solo parere dell'Ente Parco per la conclusione dell'iter delle pratiche stesse.
Ma sino ad oggi i pareri emessi dall'Ente Parco sono stati poco più di 40, sebbene più volte richiesti dagli interessati e sollecitati dal Comune.
Per quanto riguarda gli interventi di repressione dell'abusivismo si può precisare che all'interno della zona del Parco, dal 2000 ad oggi il Comune ha effettuato 14 interventi di demolizione per un importo complessivo di circa 163.266,00 euro.
Come si può notare pertanto il Comune ha operato costantemente.
E in relazione a tali interventi il Comune già in data 08/09/2006 ebbe a richiedere all'Ente Parco il riconoscimento delle somme stanziate dal Ministero dell'Ambiente per effettuare le demolizioni di opere abusive all'interno del Parco stesso. Successivamente il Comune sollecitò in data 11/04/2007 tale richiesta, ma ad oggi sembra non esserci stata alcuna risposta dal Parco stesso. Eppure il Ministero dell'Ambiente sembrava aver messo a disposizione del Parco e dei Comuni ricadenti nel Parco circa 300 mila euro per le demolizioni di opere abusive. Comunque Il Comune di San Felice Circeo ha utilizzato i propri fondi per effettuare le demolizioni suddette.
Oltre ai 14 abbattimenti nel Parco, nella restante parte del territorio sono state eseguite ulteriori 15 demolizioni, oltre a 12 abitazioni che sono state acquisite al patrimonio comunale. Questo fa del Comune di San Felice Circeo forse il comune in prima linea nella Provincia di Latina per interventi repressivi.
Da ultimo è bene ricordare la storia degli "scheletri" di Quarto caldo spesso citati dalle associazioni ambientaliste quali simulacri di un territorio completamente abusivo a loro dire.
Il Comune negli anni 1975 - 80 annullò le originarie licenze edilizie in quanto contesto alle società proprietarie la realizzazione di lottizzazioni abusive.
I proprietari fecero ricorso ai Tribunali amministrativi avverso tali ordinanze comunali di annullamento e nelle more della decisione del Consiglio di Stato presentarono anche le istanze di condono edilizio ai sensi della legge n. 47 del 1985.
Il Consiglio di Stato si espresse sulla vicenda confermando l'annullamento delle licenze edilizie emesso dal Comune. Nel 2000 il Comune di San Felice Circeo ha provveduto anche ad emettere i dinieghi delle istanze di condono allora presentate dai proprietari emettendo anche contestualmente le ordinanze di demolizione. Ma appena il Comune iniziò i lavori di demolizione, gli stessi vennero fermati da ordinanze di sospensione emesse dal TAR di Roma i cui giudizi nel merito risultano tuttora pendenti.
Per dare più efficacia all'azione amministrativa il Comune già a partire dal 2004 ha richiesto all'Ente Parco Nazionale del Circeo di esprimersi in merito all'eventuale condonabilità di questi "scheletri".
In un primo momento addirittura sembrava che l'Ente Parco avesse espresso un parere favorevole. Pertanto il Comune ebbe a richiedere spiegazioni in merito.
Da ultimo solo in questo anno 2008 il Comune ha inviato all'Ente Parco una nota di richiesta di espressione di parere in data 05/02/2008 seguita da due note di sollecito in data 07/05/2008 e 29/05/2008, ma inspiegabilmente ad oggi non si è avuta notizia di alcuna risposta a tali note.
Forse all'Ente Parco non interessa snellire le procedure amministrative.
Di quanto sopra sono a disposizione gli atti presso gli uffici comunali.
Forse si può dire che l'operato del Comune di San Felice Circeo non è poi così criticabile.

davide - Mon 12/01/2009 or 15:06

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/01/05/972022-abusi_edilizi_indaga.shtml"corpo-articolo">

Il nuovo presidente della sezione pontina, Francesco Corsaro, coadiuvato dal suo pool di magistrati, ha inviato numerose richieste di spiegazioni alle amministrazioni comunali, relativamente a pratiche decise nel settore urbanistico. Molte di esse riguardano condoni e demolizioni. I numeri sono inquivocabili. Nel 2007 erano state emesse appena 53 ordinanze presidenziali, lo strumento tecnico indicato per la richiesta di informazioni rivolte ai Comuni. Nel 2008 invece, si assiste ad una vera e propria impennata di ordinanze collegiali (che si differenziano dalle precedenti solo per il contributo degli altri magistrati nelle decisioni del presidente), ben 137 quelle emesse dal Tar. Di queste, oltre cento riguardano esplicitamente il settore dell'abusivismo edilizio. I Comuni oggetto di questa vasta operazione d'indagine (che nella giustizia amministrativa prendono il nome di istruttorie) sono in particolare: Latina, Fondi, Minturno, San Felice Circeo, Sabaudia, Terracina, Sperlonga, Formia e Gaeta. Si tratta di amministrazioni locali tutte pontine (nonostante il Tar di Latina abbia competenza anche su Frosinone e Provincia), peraltro unite da un altro denominatore comune: l'estensione sulla costa. Il giudice Corsaro d'altronde, aveva fatto intendere nella relazione introduttiva dell'anno giudiziario 2008, di voler approfondire il tema dell'eccessivo numero di contenziosi sull'edilizia. «Il dato numerico da un lato può essere letto come significativo indice della qualità dell'amministrazione -si legge nella relazione del giudice Corsaro- non di rado, infatti, le censure prospettate mettono in evidenza uno svolgimento patologico dell'azione della pubblica amministrazione, specie nei piccoli comuni, dovuta alla mancanza di personale qualificato. Dall'altro può essere rivelatore o di un alto tasso di abusivismo edilizio. Sicchè è facile ipotizzare che i ricorsi siano proposti per evitare l'acquiescenza ai provvedimenti sanzionatori nella prospettiva di un nuovo condono o della litigiosità degli amministrati». Facile pensare che presto il giudice Corsaro renderà noti i nuovi dati sulle indagini. Nel frattempo si può tranquillamente constatare che lo strumento delle ordinanze istruttorie, che aveva ricevuto un forte impulso anche sotto la gestione Bianchi, è stato addirittura potenziato dal suo successore.

 


davide - Tue 20/01/2009 or 18:59
Ma non è possibile!!! Dopo la vicenda del Gennaio 2008 sempre a San Felice, dove alcune persone si opposero alla demolizione di una casa abusiva realizzata il mese prima da E.C., ora a distanza di un anno viene impedito di demolire un'altra casa facendosi scudo con i bambini.
E' vergognoso! E' ora che lo Stato torni a fare lo Stato!

http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=24113

minacciano di bruciare bimbi contro demolizione

immagine notizia San Felice Circeo (20/01/2009) - Hanno tentato di resistere alle forze dell'ordine che dovevano eseguire un provvedimento di sgombero e di demolizione dell'immobile e nel tentativo di allontanare carabinieri e polizia si sono fatti scudo con dei bambini minacciando di darsi fuoco e di dare fuoco ai minori. E' accaduto all'alba, in un'abitazione abusiva a San Felice Circeo.
Lo stabile è oggetto di un provvedimento di demolizione emesso dalla procura di Latina.
Polizia e carabinieri hanno dovuto far fronte alle proteste e all'azione di resistenza della famiglia che abitava nello stabile e di altri parenti. Le operazioni di sgombero sono state sospese e le persone presenti nell'abitazione sono state identificate e denunciate all'autorità giudiziaria di Latina e al tribunale dei minori di Roma in considerazione del
coinvolgimento dei bambini.

davide - Thu 29/01/2009 or 12:32
Latina Oggi: l'erosione minaccia le ville sulla duna

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/29_01_2009/pag25sabaudia.pdf

E' vergognoso cosa scrive oggi questo giornale. Mettono in prima pagina il problema dell'erosione, non perchè rischia di distruggere la duna quaternaria in quanto tale, ma perchè rischia di far crollare la villa di qualche Vip.

E allora??????????????

Chi diavolo glielo ha detto di farsi la villa sulla sabbia?? Non lo sapevano che il mare poteva erodere la duna??
Quà sembra che tutti siano venuti giù con la piena....

Poi guardacaso l'erosione stà facendo più danni proprio nel tratto dove insistono le ville, cioè dal ponte di Sabaudia fino a torre Paola...
E' nessuno è venuto mai il sospetto che proprio quelle ville impediscono la naturale funzione delle dune, che è quella di immagazzinare sabbia e restituirla alla spiaggia per compensare in parte l'erosione?

Se la duna è cementificata e piena di piscine che diavolo deve restituire?

Per quanto mi riguardo spero che la natura faccia più danni possibili alle ville dei Vip. Devono sloggiare da Sabaudia!!

FORZA MARE!!!

DAVIDE

davide - Thu 05/02/2009 or 20:38
Terracina: viola i sigilli, gli murano casa. villetta pronta per essere demolita

Almeno in questo caso l'abuso verrà cancellato!

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_02_2009/pag25terracina.pdf

DAVIDE

davide - Wed 25/02/2009 or 13:08
Latina Oggi ci racconta la storia dell'altro immobile presente a Rio Martino oltre all'ex Pesce d'Oro. Un immobile abusivo per cui nel 87 è stata rigettata la richiesta di condono, ed a seguito di cui sono state emesse ben 3 ordinanza di demolizione (1988, 1998 e 1999).

Parrebbe che l'immobile, posto in zona di vincoli di ineficabilità assoluta, sia entrato a far parte del patrimonio comunale, a seguito dell'inottemperanza del proprietario a demolire.

Tra le varie ordinanza inoltre sono stati fatti anche nuovi abusi edilizi..

Il fatto è che quell'immobile non è stato buttato giù, ma dato in gestione a privati.

Ora non si capisce perchè, visto che i pontili abusivi sono stati demoliti nel 2004, e visto che a breve partirà il progetto della provincia per il nuovo porto di Rio Martino e riqualificazione delle aree limitrofe...

Vogliono fare una riqualificazione, lasciando quei ruderi in piedi??

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/25_02_2009/pag05latina.pdf

DAVIDE

  Modifica

davide - Thu 05/03/2009 or 13:59
Il Tribunale di Latina ha disposto la confisca della Lottizzazione "Rosa dei Venti" di Fondi, lungO la Flacca.

Si tratta di una settantina di villini costruiti nel 1999 e sequestrati l'anno dopo, in quanto ritenuti abusivi, perchè costruiti su zona di assoluta inedificabilità.

I legali degli imputati faranno appello. E' in vista nei prossimi anni una maxi demolizione come all'Isola dei Ciurli?

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_03_2009/pag29itri.pdf

DAVIDE

Salvatore - Mon 09/03/2009 or 21:50
Ecco il nostro Mario Bernardis su  Latina Oggi a proposito di abusivismo edilizio:



davide - Wed 11/03/2009 or 14:26
A proposito che fine ha fatto? Tutto ad un tratto è sparito! Dice che si trova a migliaia di chilometri! Addirittura?

DAVIDE

davide - Fri 27/03/2009 or 19:26
Interessante sentenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo del 2007. In tale sentenza si dice che una sentenza definitiva di demolizione impartita dal giudice penale deve essere eseguita immediatamente, indipentemente dal fatto che vi siano ricorsi al Tar contro un ordinanza di demolizione emesso dal comune (magari con la sospensiva accolta), oppure indipendentemente dal fatto che per quell'immobile vi sia un procedimento di condono pendente.

In pratica l'ordinanza definitiva del giudice non è riformabile per via amministrativa. Paradossamente potrebbe succedere che il comune conceda il condono, ma poi il p.m. fà demolire ugualmente in forza di una sentenza passata in giudicato.

Ora visto che i comuni della provincia di Latina hanno un sacco di sentenze definitive che aspettano ad attuarle? Non possono far passare il tempo per esaminare eventuali istanze di condono!

Devono demolire subito, senza esaminare le pratiche di condono! Stanno solo facendo perdere tempo, e non ripristinano gli interessi collettivi di tutela del paesaggio e del territorio!

http://studiospallino.blogspot.com/2007/06/lordine-di-demolizione-non-ammette.html

davide - Thu 28/05/2009 or 19:50

A Roma nel giro di una settimana Alemanno ha demolito una villa abusiva di 300 mq di un rom ed oggi un'altra demolizione a MonteMario di una villetta di 200 mq.

Ora possibile che altri sindaci di centrodestra demoliscono, mentre da noi i sindaci di Latina, Sabaudia e Terracina no? Che aspettano?

http://roma.repubblica.it/dettaglio/abbattuta-allalba-una-villa-abusiva-nel-parco-riserva-di-monte-mario/1641534

 

Abbattuta all'alba una villa abusiva
nel parco riserva di Monte Mario

Le ruspe abbattono la villa Le ruspe abbattono la villa
Questa mattina, con un'operazione dell'ufficio antiabusivismo edilizio del comune di Roma e degli agenti dell'viii gruppo della polizia municipale, è stata completamente demolito un fabbricato abusivo costruito nel parco di Monte Mario in via della Camilluccia 62.

La villa in cemento armato, quasi ultimata, di ben 200 metri quadrati costruita su demanio comunale in una zona, quella del parco di monte mario, di vincolo assoluto, era di proprietà della società monte dei pini.

Sulla villa pendevano ben due ordinanze di demolizione. Alla prima, che fu emessa il 4 ottobre 2004 dal municipio XVII, la società si oppose sia con il ricorso al tar che al consiglio di stato: entrambe furono rigettate nei primi mesi del 2005. La società monte dei pini fece istanza di condono edilizio, istanza che fu respinta dall'ufficio condono edilizio nel luglio 2005.

Nel marzo 2006 il municipio XVII emise la seconda ordinanza di demolizione, ordinanza che fu impugnata immediatamente dalla società, ma che il tribunale ammistrativo respinse nuovamente.

Preso atto della decisione del tar, l'avvocatura comunale nel luglio 2006 comunicò all'amministrazione la necessità di abbattere il manufatto abusivo.
(28 maggio 2009)
 
Ed ecco il video della demolizione:
 
 http://roma.repubblica.it/multimedia/home/6144561
 
e le immagini:
 
 http://roma.repubblica.it/multimedia/home/6144880
 
DAVIDE 

davide - Tue 16/06/2009 or 16:19

Casa dei rom da demolire, il Tar dà ragione al Comune

Niente da fare per la famiglia rom che si è vista «sfrattata» ad aprile dal Comune di Latina.

La magistratura amministrativa ha ritenuto fondata l'ordinanza di sgombreo di un terreno in via Gorgolicino, la relativa acquisizione dello stesso e la demolizione dell'abitazione, considerata abusiva. La famiglia rom aveva impugnato al Tar l'ordinanza comunale n. 14817/4906 del 15 aprile, emessa dal Settore Urbanistica Ufficio Antiabusivismo del Comune di Latina, con la quale veniva disposta l'acquisizione gratuita del terreno di proprietà, sul quale sono state riscontrate opere abusive e l'ordinanza di sgombero. Secondo i giudici amministrativi, il Comune ha agito secondo le leggi vigenti. «L'acquisizione gratuita al patrimonio del Comune -si legge nella sentenza depositata pochi giorni fa- costituisce una sanzione conseguente all'attività edilizia abusiva e alla mancata ottemperanza all'ingiunzione a demolire e prescinde dalla esistenza di uno specifico interesse pubblico». Oltre a subire il rigetto del ricorso, la famiglia ricorrente è stata condannata a pagare 1500 euro per le spese processuali.

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/06/15/1036476-casa_demolire_ragione_comune.shtml"autore">15/06/2009

 


davide - Tue 16/06/2009 or 16:25

Sabaudia

Mattone selvaggio, Brugnola: «Via alle demolizioni»

SABAUDIA L'articolo 10 della legge regionale del 15 agosto 2008 sugli abusi edilizi fa obbligo al responsabile del Comune di redigere ogni due mesi l'elenco degli immobili e delle opere realizzate abusivamente; di pubblicare siffatto elenco nell'albo pretorio e di comunicare alla Regione i provvedimenti sanzionatori, demolizioni comprese, eventualmente adottati.


Chiedendo il rispetto della citata normativa i consiglieri comunali del Pd sollecitarono il 14 novembre 2008 l'allora facente funzione di sindaco, Maurizio Lucci, oggi sindaco, a rendere pubblici gli abusi e i conseguenti interventi di demolizione compiuti negli ultimi anni sul territorio di Sabaudia, nonché i provvedimenti repressivi e sanzionatori adottati. Dal momento che, a distanza di sette mesi, quella richiesta è rimasta inascoltato, Franco Brugnola e Amedeo Bianchi, neo consiglieri comunali eletti del Pd, hanno sollecitato la Direzione regionale per il territorio e l'urbanistica, di provvedere alla demolizione delle opere abusive. Secondo Brugnola nel Comune di Sabaudia sarebbe stata sottratta all'agricoltura, negli ultimi anni, una media del 18,9% del territorio disponibile, per costruire edifici con varie destinazioni. Alle demolizioni di cui il Comune deve farsi carico deve sempre seguire il ripristino dei luoghi. Rom.Tri.

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/06/15/1036465-mattone_selvaggio_brugnola_alle_demolizioni.shtml"autore">15/06/2009


davide - Sat 27/06/2009 or 14:40

Il consigliere del PDL Chiarato chiede che in commissione Espropri si discuta della sua proposta di espropriare e demolire tutte le case sulla sabbia nel tratto compreso tra Foceverde e Capoportiere:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/27_06_2009/pag06latina.pdf

E' già qualcosa che qualche consigliere inizi finalmente a parlare di tale argomento. Come detto più volte bisognerebbe vedere quali case abusive hanno sentenze definitive di demolizione e quali invece sono legali (o perchè aventi concessione edilizie fin dall'origine o perchè condonate in seguito).

Le prime andrebbero acquisite gratuitamente al patrimonio del comune per essere demolite, mentre le seconde andrebbero espropriate.

Secondo me inoltre la cosa non dovrebbe limitarsi solo alle case sulla sabbia, ma a tutte le case entro la fascia di inedificabilità della Legge Galasso (300 m dal mare).

DAVIDE 


davide - Tue 30/06/2009 or 19:31

Ed ancora una volta il Comune di Latina non riesce a demolire una casa abusiva al Lido di Latina... Sembrava cosa fatta ieri, avevano mandato le ruspe nei pressi del Passo Genovesi (forse anche in vista della tanto attesa riqualificazione di quel luogo archeologico con un giardino circostante, progetto approvato fin dal 2003)

Ed invece non si capisce il motivo, siccome hanno trovato un camping abusivo (anzichè un parcheggio) hanno deciso di rimandare anche la demolizione della casa...

Strenezze che avvengono solo a Latina!

 http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/30_06_2009/pag09latina.pdf

DAVIDE 


davide - Wed 01/07/2009 or 18:55

Nuova puntata sulla casa da demolire nei pressi di Passo Genovesi. Pare che ieri il proprietario si sia incatenato all'anagrafe del Comune per protesta contro l'abbattimento.

Il cronista di Latina Oggi  ricorda che quella casa è stata costruita nel 1974 e la domanda di condono presentata nel 1983 non è stata accolta..

Giustamente si augura che questa sia soltanto la prima delle case abusive a cadere sotto i colpi delle ruspe, per restituire la duna ed il paesaggio ai cittadini.

Ma per favore (rivolto ai giornalisti di Latina Oggi), non chiamatele villette abusive... Quelle sono e restano catapecchie....

E' un' offesa verso le villette, quelle vere!! 

 http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/01_07_2009/pag10borghi.pdf

DAVIDE 


davide - Thu 02/07/2009 or 19:15

Giulianelli contrario agli espropri delle palafitte ed alla loro successiva demolizione.. Dovrebbe però ricordare che la demolizione delle case e delle palafitte rientra nel famoso "Concorso di idee per la marina di Latina" approvato nel 2004 e i cui i vincitori sono stati premiati nel 2006.

Nelle premese di quel bando si diceva che sulla Marina di Latina vi erano circa 600 mila metri di edilizia residenziale, di cui 300 mila abusivi.

Quindi dire che al Lido di Latina non vi siano case abusive è molto azzardato (mi rivolgo a Massimo74 in questo caso).

Non è che mi aspettassi molto dalla proposta di Chiarato, ma almeno ha avuto il merito di far venire allo scoperto chi è contro le demolizioni mediante espropri.

Evidentemente ad una parte della ex Forza Italia ciò non stà bene.

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/07/02/1042909-giulianelli_lido_niente_demolizioni.shtml"colonna-articolo">


davide - Sat 04/07/2009 or 11:42

Interessante articolo di Parvapolis sulla casetta abusiva di Passo Genovesi:

http://www.parvapolis.it/page.php"autore">Ivan Eotvos

Pippo Franco non abita più qui

Passo Genovesi, oggi, è il nec plus ultra del degrado. Con storie di ordinaria disperazione...


"Tutti al mare" cantava Pippo Franco in alcuni suoi vecchi film. Poi con costumino di cotone si accingeva ad uscire dalla baracca abusiva costruita a bordo spiaggia calzando una cuffia di gomma, le pinne e gli occhiali. Se qualcuno volesse rivivere il clima degli anni sessanta/settanta potrebbe andare in spiaggia dalle parti di Passo Genovesi, dove sommersi in un mare di verde (per lo più canneti testardi e selvaggi che crescono in barba agli sforzi umani di bonificare) può certamente godere di uno splendido panorama. Il mattino presto solo pochi avventori, i magrebini che preparano la loro mercanzia nei carretti e il silenzio mai completo del mare. Peccato per la casa abusiva che trovate alle vostre spalle, costruita in un suolo che oggi dovrebbe essere di pubblico uso e abitata da un ex fabbro 63enne che afferma di averla costruita nel 1973, di aver fatto richiesta di bonifica nel 1983 e di aver appreso che era da abbattere nel 2000. Nel frattempo erano state abbattute decine di strutture abusive come quella, un'intera generazione di palazzine cadute nella guerra all'abusivismo imperante nella quale il signor Raimondo Di Meo (così si chiama l'occupante della casa sul mare) sembra essere l'ultimo giapponese inconsapevole del fatto che la guerra è finita e che l'abusivismo avrebbe (almeno in termini storici) perso. Invece che dichiararsi sconfitto il signor Di Meo ha visto bene di incatenarsi al corrimano dell'ufficio anagrafe di Latina per un' ora salvo essere stato rimandato a casa (previo sequestro di catena e cartello) in seguito ad un episodio sicuramente spiacevole. Lunedì la Polizia Municipale si era presentata davanti all'abitazione abusiva (che Di Meo ai nostri microfoni ci tiene a non definire villa, in quanto fatta dallo stesso signor Raimondo con materiali di scarto) con l'ordinanza di abbattimento. Ora Di Meo dice di non avere altro posto dove andare e di chiede l'aiuto del Comune come se questa situazione si fosse formata oggi e non in decine di anni di irregolarità. Afferma di vivere con la sola pensione e che i figli non lo possono aiutare (ne avrebbe tre). Il Comune da parte sua fa sapere dagli uffici di via Duca del Mare (sede dei servizi sociali) di essere oggi "sulla questione" come ha affermato l'assessore Galetto che aggiunge "non eravamo informati di questa situazione che riguarda versanti tecnici del lavoro di gestione che a noi non competono, ma appena il signor Di Meo ha manifestato noi abbiamo cominciato a pensare ad una soluzione e stiamo tramitando. Il signor Di Meo qui non si è mai presentato per cui non potevamo sapere. Non possiamo aggiungere altro per questioni di privacy ma ci stiamo adoperando". Raimondo di Meo intanto afferma di vivere nella paura di uscire un giorno di casa e di trovarsela distrutta dalle ruspe, anche se era incatenato davanti a decine di tecnici comunali e avendo lasciato la casa incustodita se la trovava intatta. Difficile pensare ad un blitz, anche se la situazione di quel terreno va certamente sanata perché è irregolare alle fondamenta. L'abbattimento è inevitabile come lo spostamento dell'ex fabbro in pensione da un'altra parte. Per quanto si possa comprendere l'ingenua posizione del signor Di Meo non si può che prendere atto della situazione di grave irregolarità in cui è nata la casetta sul mare che il signor Raimondo definisce "come una mia figlia, l'ho fatta nascere e crescere" ma in realtà è proprio come lui. Ingenua nella progettazione, con necessità di una gran quantità di energia per funzionare (è impossibile da riscaldare visto che entra aria ovunque) e difficile da vivere. Perché questo giapponese solitario che ancora scruta il cielo alla ricerca degli aerei nemici non si rassegna, si fa aiutare e abbandona l'isola deserta fatta di illusioni, di sogni infranti e di statuette da giardino? e come mai ci è voluto tanto tempo per arrivare questo punto?
Tutte queste domande se le possono certamente porre coloro che al mattino si avventurano nelle tranquille ed anacronistiche spiagge nel versante di Passo Genovesi. Oltre a questo si domanderà da quanto tempo ci sia quel camping che sorge di fianco all'abitazione e che espone dei giochi per bambini lasciati ad arrugginire sulla sabbia e di dubbia sicurezza che se fossero esposti in un bar o un parco giochi causerebbero lo sdegno e la diffidenza di ogni madre attenta. Uno di questi, tanto per citarne un altro non è che il sostegno di una altalena con delle corde di nylon legate come dei cappi, nei quali i bimbi magari possono appendersi o giocare all'impiccato se preferiscono. Alle spalle del camping ci sono altre roulotte ma è difficile pensare che si tratti di villeggianti visto che sono li tutto l'anno e che le donne sono in abiti tutt'altro che estivi (indossano grandi gonnoni e avvolgono i bimbi in grossi foulard). Insomma tra case abusive, giochini suicidi per i bimbi, camping che sembrano villaggi post nucleari uno non si accorge, se non lo sa prima, che immerso in quel feroce miscuglio di natura libera, ruggine legno e fumo di barbecue si trova un reperto storico come il ponte di Passo Genovesi che potrebbe essere un fiore all'occhiello delle nostre spiagge e invece è un pugno nell'occhio per chi lo guarda. L'estate è già cominciata e (pioggia permettendo) ormai in molti si godono un po' di meritato riposo tra queste "meraviglie" con placida rassegnazione. Ma se è vero come è vero che anche Pippo Franco (con il quale abbiamo cominciato il nostro viaggio e ci scuserà per averlo usato come espediente letterario) ha nobilitato i suoi sforzi balneari ed oggi sia, tra le altre cose un giurato di eccezione di concorsi letterari ed ha abbandonato i filmetti goderecci da spiaggia degli anni che furono, anche le spiagge di Latina meriterebbero di fare una crescita strutturale e paesaggistica. Una cosa giusta al 100% il signor Raimondo Di Meo ai nostri microfoni l'ha detta. "sarebbe davvero ingiusto che si faccia tutto questo casino per poi regalare questi spazi a dei privati o negarli al pubblico. Io vorrei tornare qui un giorno e vedere che tutti i cittadini godono di questi posti" e anche se si può obbiettare che non sono ad uso del pubblico nemmeno oggi, si può tranquillamente affermare che è la speranza di ogni cittadino.

davide - Thu 09/07/2009 or 18:15

Riecco che ci risiamo! Ogni volta che c'è da buttare giù una casa abusiva i proprietari cominciano a fare i matti, dicendo che si danno fuoco o si buttano dal tetto.

Era già accaduto a S.Felice all'inizio del 2008 quando le ruspe dovevano demolire una casa realizzata nel 2007. La proprietaria E. C. minacciò di darsi fuoco.

Nel corso del 2009 la procura di Latina tentò un nuovo blitz,con polizia e carabinieri, ma la ruspa fu bloccata dai tronchi di pini tagliati messi sulla strada di accesso, e dalle proteste dei vicini..

Poi si disse che il Comune di S.Felice gli avrebbe dato una casa di sua proprietà ma bisognava prima procedere all'autodemolizione dell'altra.

Autodemolizione di cui non se ne è più saputo nulla!

Ora veniemo a sapere che anche a Foceverde per la seconda volta si blocca la demolizione perchè S.D.M. minaccia di buttarsi dal tetto! E buttati!

A breve pubblicherò la sentenza del Tar che ha respinto il ricorso di S.D.M.

Occorre far rispettare la legge! Che razza di centrodestra c'è a Latina e in Italia??

 http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/09_07_2009/pag12latinascalo.pdf

DAVIDE

davide - Thu 09/07/2009 or 18:39

Nell'articolo di Latina Oggi si dice che il proprietario minacciava di "gettarsi nel vuoto"!

Con quella casa di un solo piano, nel peggiore dei casi avrebbe rischiato di fratturarsi una gamba.

Mi domando come mai le forze dell'ordine non siano salite sul tetto a prenderlo..

Tutta questa storia è semplicemente ridicola! 

Tra l'altro nei giorni scorsi l'assessore Galetto ha detto che l'uomo risultava sconosciuto all'ufficio servizi sociali, non avendo mai fatto richiesta di  accedere a tali servizi.

Probabilmente non è iscritto neanche alle liste delle case popolari. Non vorrei che tutta questa scenata sia fatta per farsi assegnare qualche casa popolare scavalcando così chi è in attesa da anni..

Quella si sarebbe una vera ingiustizia..

Certo il Comune di LAtina dovrebbe avere delle case popolari per permettere per un periodo temporaneo l'alloggio di chi si trova in urgenti sitazione disagiate.

Nulla contro questo alloggio temporaneo, ma poi si deve mettere in lista per le case popolari come gli altri.

Piuttosto il Comune di Latina deve sbrigarsi  a far realizzare all'Ater le case popolari all'ex Svar e nella zona di Pantanaccio.

Tra vecchie richieste e nuove (magari sopravvenute a seguito di qualche istanza di condono rifiutata) la situazione diventa ogni giorno più bollente. 

DAVIDE 


davide - Tue 14/07/2009 or 15:16

N. 00560/2009 REG.SEN.

N. 00397/2009 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 21 e 26 della legge 1034/71 e successive modifiche e integrazioni,
Sul ricorso numero di registro generale 397 del 2009, proposto da:
A.D., G.D., rappresentati e difesi dall'avv. M.M., con domicilio eletto presso M. Avv. M. in Latina, via ............ n. .....;

contro

Comune di Latina in Persona del Sindaco P.T., rappresentato e difeso dall'avv. Francesco Paolo Cavalcanti, con domicilio eletto presso Francesco Paolo Avv. Cavalcanti in Latina, C/Oavv.Ra Com. Latina via Farini 2;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

dell'ordinanza n. 14817/4906 prot. n. 42151/41579 del 15 aprile 2009 emessa dal Settore Urbanistica Ufficio Antiabusivismo del Comune di Latina con la quale veniva disposta l'acquisizione gratuita del terreno di proprietà, sito in Latina alla strada G. n. ..... sul quale insistono opere abusive realizzate in favore del Comune intimato e contestuale ordine di sgombero.


Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Latina in Persona del Sindaco P.T.;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 04/06/2009 il dott. Davide Soricelli e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Avvisate le stesse parti ai sensi dell'art. 21 decimo comma della legge n. 1034/71, introdotto dalla legge n. 205/2000;


Ritenuto che il ricorso sia manifestamente infondato in quanto: a) l’acquisizione gratuita al patrimonio del comune costituisce una sanzione conseguente all’attività edilizia abusiva e alla mancata ottemperanza all’ingiunzione a demolire e prescinde dalla esistenza di uno specifico interesse pubblico; b) l’esistenza di un contenzioso in sede penale in ordine all’abusività delle opere (o meglio in ordine all’esistenza del reato previsto dall’articolo 44, lett. a) del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) non impedisce all’amministrazione di adottare le sanzioni conseguenti all’inottemperanza all’ingiunzione alla demolizione, che non risulta neppure essere stata contestata in sede giurisdizionale amministrativa e che pertanto è ormai inoppugnabile; c) neppure è stata denunciata la mancanza dei presupposti per l’adozione dei provvedimenti previsti dall’articolo 31 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 e dall’articolo 15 della legge regionale 11 agosto 2008, n. 15;

P.Q.M.

il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione staccata di Latina, definitivamente pronunciandosi sul ricorso, lo respinge.

Condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali che liquida in complessivi euro nillecinquecento.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 04/06/2009 con l'intervento dei signori:

Francesco Corsaro, Presidente

Davide Soricelli, Consigliere, Estensore

Antonio Massimo Marra, Primo Referendario

   
   
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
   
   
   
   
   

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 09/06/2009

(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)

IL SEGRETARIO


davide - Sat 18/07/2009 or 00:23

Riporto questa vecchia news di Parvapolis del 2002 che nessuno ricorda.

Così, tanto per schiarire le idee a Chiarato, Giulianelli e De Simone. Non servono espropri, serve applicare le sentenze passate in giudicato dei tribunali, anche per le cosidette "palafitte".

 http://www.parvapolis.it/page.php"autore">Mauro Cascio

Latina. Dopo il sequestro del Litorale, Legambiente: «La Magistratura è oggi l’unico organismo istituzionale che ha a cuore le questioni ambientali»

Legambiente si trova in piena sintonia con l’azione della magistratura: si faccia chiarezza
su eventuali conformità alla legge di alcuni immobili e sulle autorizzazioni di cui sarebbero
in possesso i proprietari, ma ciò non diventi l’ennesimo ostacolo per vanificare la legalità
su un’area, come quella del litorale, da sempre oggetto di scambio tra amministrazioni
disattente e "nuovi" privilegi per "antichi" privilegiati.

«Esiste una sentenza definitiva della Corte di Cassazione datata di qualche anno, che imponeva
l’abbattimento delle "palafitte" sulla duna. Le procedure per l’abbattimento erano e sono
di competenza del Comune di Latina. La domanda è: le sentenze definitive della Cassazione sono
applicabili a discrezione dell’Ente locale? Giuridicamente parlando sembra proprio di no, ma
dalle nostre parti sembra proprio di sì.
Infatti nelle procedure di attuazione del PUA (Piano di Utilizzazione dell’Arenile) approvato
dal Comune di Latina due anni or sono, ai proprietari di quelle stesse "palafitte"
l’amministrazione concedeva una clausola molto vantaggiosa: in cambio dell’abbattimento si
concedeva il diritto di perequazione (la possibilità di costruire un po’ più in là a spese
della collettività), ipotesi non contemplata da nessuna norma dello stato di diritto attuale
del nostro paese.

Tra l’altro circa tre fa, il Consiglio comunale approvò 4 varianti al Piano Regolatore vigente
(mentre se ne discuteva la variante generale) che interessavano il litorale, al fine di
consentire l’ampliamento e la creazione di strutture ricettive in funzione del Giubileo del
2000; tra queste realizzazioni risultava l’approvazione ad innalzare di 4 piani un noto
albergo a Capoportiere (che ne realizza attualmente 3), in zona demaniale interessata da ampi
fenomeni di erosione. Il particolare curioso riguardava il fatto che questa e le altre
varianti furono approvate in sede "politica" malgrado il parere contrario degli uffici
comunali preposti all’istruttoria.
Legambiente condivide in pieno l’azione della Magistratura che pare essere l’unico organismo
istituzionale presente in Provincia che ha impresso una svolta sulle questioni ambientali:
quando ancora ci vorrà per vedere risultati concreti anche nella elaborazione e nella
programmazione politica che faccia della tutela e della valorizzazione del patrimonio
naturale una vera e propria risorsa economica?
All’azione della Magistratura che ha carattere puramente repressivo deve affiancarsi una
azione di indirizzo e di educazione che spetta decisamente agli enti locali».

davide - Thu 30/07/2009 or 20:52

Interessante sentenza del Tar di Latina, che respinge un ricorso del 2002. In pratica nel 2001 il Comune di Latina aveva concesso il condono edilizio ad una casa abusiva realizzata al lido di Latina, in Via Casilina Sud, in zona destinata a verde pubblico e soggetta a vincolo paesaggistico.

In seguito invece il Ministero dei Beni Culturali  aveva annullato il condono concesso dal comune di Latina in quanto la zona era gravata da vincoli paesaggistici.

La ricorrente ha fatto ricorso e lo ha perso, avendo il Tar dato ragione al Ministero.

Dunque anche per questa casa si prospetta l'acquisizione gratuita a patrimonio comunale e la conseguente demolizione.

N. 00742/2009 REG.SEN.

N. 00015/2002 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

Sul ricorso numero di registro generale 15 del 2002, proposto da:
F.G. e L. M., rappresentate e difese dall'avv. Diego Cianchetti, con domicilio eletto in Latina, via Armellini n. 7;

contro

Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali - Soprintendenza Beni Ambientali ed Architettonici del Lazio, in persona del legale rappresentante p. t., rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata per legge in Roma, via dei Portoghesi,12;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

del decreto emesso dal Soprintendente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici del Lazio - il 5.10.2001, ai sensi e per gli effetti dell’art. 151 del D.Lgs 29.10.1999 n. 490, con il quale è stato annullato il provvedimento n. 52//04 del 29.6.2001 del Comune di Latina con cui si esprime parere favorevole ai sensi dell’art. 32 della L. 47/85 e art. 39 della L. 724/94 ai sigg. F.G. e M.L. per avere realizzato un fabbricato per civile abitazione nel Comune di Latina in località “Marina di Latina”, via Casilina Sud, nonché avverso ogni altro presupposto e connesso anche se ignoto ai ricorrenti.


Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giudizio della Soprintendenza Beni Ambientali ed Architettonici del Lazio;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 18/06/2009 il dott. Roberto Maria Bucchi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue:


FATTO e DIRITTO

1) Con ricorso notificato il 7 dicembre 2001 e depositato il 5 gennaio 2002, le signore F.G. e M.L. hanno impugnato il provvedimento descritto in epigrafe, con il quale la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio, ha annullato il provvedimento con cui, precedentemente, il Comune di Latina aveva espresso parere favorevole alla sanatoria richiesta dalle ricorrenti ai sensi dell’art. 32 della L. 47/85 e dell’art. 39 della L. 724/94 relativa a un edificio residenziale di mq 119,79 e mc 366,04 c.a., realizzato in zona destinata a Verde Pubblico sottoposta a vincolo per la tutela ambientale di cui alla L. 1497/39 ed inserita tra le aree tutelate dal Piano territoriale Paesistico (tutela di tipo C sottocategoria C1.1).

2) A giustificazione dell’atto di assenso il Comune “ritiene le opere eseguite compatibili con il contesto paesistico e panoramico”.

Dal canto suo la Soprintendenza ha rilevato una serie di motivi ostativi al rilascio della suddetta autorizzazione.

3) A sostegno del gravame, le ricorrenti deducono, in un unico articolato motivo, l’eccesso di potere sotto diversi profili e la violazione dell’art. 151 del D.L.vo n. 490/99 in relazione all’art. 724/94.

Sostengono che l’amministrazione non avrebbe tenuto conto che nell’area ove insiste il fabbricato oggetto della domanda di condono insistono già numerosissimi fabbricati destinati a civile abitazione.

In ogni caso, il condono - fattispecie diversa dalla sanatoria ex art. 13 L. 47/85 – prevede una regolarizzazione non soltanto formale, ma anche sostanziale e radicale di tutti gli abusi, a prescindere dalla conformità o meno con le normative vigenti e gli strumenti urbanistici locali, purchè corrispondano i requisiti della realizzazione temporale entro un certo termine e del versamento di una somma a titolo di oblazione.

4) Si è costituito in giudizio il Ministero per i Beni e le attività Culturali che, con successiva memoria ha dedotto l’infondatezza del ricorso.

5) Alla pubblica udienza del 18 giugno 2009, la causa è stata riservata per la decisione.

6) Il ricorso è infondato.

7) Osserva il Collegio che i motivi a fondamento del provvedimento ministeriale di annullamento dell’autorizzazione rilasciata dal Comune di Latina ai sensi dell’art. 32 L. n. 47/85 resistono alle dedotte censure.

8) Infatti, a fronte della laconica affermazione contenuta nell’autorizzazione comunale che “le opere eseguite sono compatibili con il contesto paesistico e panoramico”, la Soprintendenza, a propria volta, ha evidenziato precise e puntuali ragioni ostative al rilascio dell’autorizzazione in argomento, che evidenziano l’insanabile contrasto tra l’intervento richiesto dai ricorrenti e i valori paesaggistici tutelati.

In particolare, la Soprintendenza ha evidenziato che:

- la località interessata dall’intervento ricade in area dichiarata di notevole interesse ex L. 1497/1939 ai sensi del D. M. 25.2.1974;

- il Comune non spiega come e perché l’intervento sanato sia compatibile con le esigenze di tutela ambientale;

- la verifica condotta ha rilevato che l’abuso è successivo all’adozione del P.T.P. e che è eccessivo l’ingombro planivolumetrico nel lotto di pertinenza interessato da un edificio già oggetto di precedente sanatoria;

- il parere favorevole comporta l’alterazione di tratti caratteristici della località protetta che sono la ragione stessa per cui la località medesima è sottoposta a vincolo ai sensi della normativa di tutela ambientale attualmente vigente;

- con il parere comunale favorevole si è apportata una modifica del provvedimento di vincolo paesaggistico posto col D. M. 25/2/1974 citato, in violazione di quanto prescritto dall’art. 145 del predetto T. U.

9) In relazione alle sopra richiamate argomentazioni, appaiono infondate le censure dedotte dai ricorrenti.

10) Il provvedimento comunale, infatti, non risulta adeguatamente motivato con ricostruzione dell’iter logico seguito in ordine alle ragioni di compatibilità effettive e quindi non evidenzia con adeguato risalto l’interesse pubblico che ha determinato l’imposizione del vincolo.

Il potere di annullamento dell'autorizzazione paesistica esercitato nella fattispecie dalla Soprintendenza non si sostanzia in un complessivo riesame delle valutazioni tecnico - discrezionali compiute dall'ente locale, tale da comportare la eventuale illegittima sovrapposizione o sostituzione di una nuova valutazione di merito a quella compiuta in sede di rilascio dell'autorizzazione, ma si estrinseca in un controllo di mera legittimità che pone in risalto proprio la carenza delle menzionata necessaria valutazione di merito da parte del Comune.

11) Va comunque precisato che “Ove nel corso del procedimento di condono di un abuso edilizio e nell'esercizio del potere previsto dall'art. 82, d.lg. 24 luglio 1977 n. 616 (trasfuso nel t.u. 29 ottobre 1999 n. 490 e poi nell'art. 146, d.lg. 22 gennaio 2004 n. 42), la Soprintendenza annulli per difetto di motivazione l'autorizzazione paesaggistica rilasciata dal comune, quest'ultimo è titolare di un potere discrezionale, per il quale o ritiene che possa essere rilasciata una ulteriore autorizzazione paesaggistica, con una motivazione diversa da quella che ha condotto all'annullamento da parte dell'organo statale ovvero, anche sulla base delle valutazioni formulate da quest'ultimo, ritiene che non sussistano i presupposti per il rilascio di detta autorizzazione, ma in tal caso deve esporre le relative ragioni con adeguata motivazione, secondo i principi generali riguardanti l'esercizio delle pubbliche funzioni, e non può invece ingiungere senz'altro la demolizione del manufatto per il quale è stata proposta la domanda di condono, ma è tenuto a valutare se l'istanza (che da esso era già stata positivamente valutata sotto il profilo paesaggistico, con l'atto annullato per difetto di motivazione) è meritevole di essere accolta (C.d.S. Sez. IV 28.4.2008 n. 1865).

12) Il ricorso deve quindi essere respinto siccome destituito di giuridico fondamento.

13) Sussistono, giusti motivi per disporre la compensazione delle spese di giudizio fra le parti in causa.

P.Q.M.

IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE per il LAZIO Sezione Staccata di Latina, definitivamente pronunciando sul ricorso R.G. 15/2002, lo rigetta.

Spese compensate.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 18/06/2009 con l'intervento dei Magistrati:

Francesco Corsaro, Presidente

Santino Scudeller, Consigliere

Roberto Maria Bucchi, Primo Referendario, Estensore

   
   
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
   
   
   
   
   

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 30/07/2009

(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)

IL SEGRETARIO



 


davide - Mon 10/08/2009 or 12:04

Tempo fà avevo detto che avrei pubblicato le sentenze e le ordinanze del Tar relative all'immobile di Raimondo de Meo, molto probabilmente riferibili proprio  all'immobile posto alla foce del canale Mascarello a due passi dai ruderi di Passo Genovesi.

Evidentemente ricordavo male, pensavo il Tar avesse respinto, invece ho trovato solo 2 ordinanze ed un decreto decisorio d'urgenza.

Cmq il Tar accoglie l'ordinanza sospensiva a causa di un'area confiscata eccessiva. Cmq sia non vedo cosa aspetta il Comune di Latina a rettificare quel provvedimento, adeguandosi alla legge e permettendo finalmente l'abbattimento di quella costruzione abusiva 

Inoltre nell' ordinanza 543/2006 si dice chiaramente che il diniego del condono non è mai stato impugnato, e dunque è diventato inoppognabile. Ne segue che l'atto presupposto all' ordinanza di demolizione ed all'acquisizione dell'area di sedime è legittimo.

Basta che il Comune di Latina faccia un'ordinanza di acquisizione come Dio comanda, annullando quella in contestazione al Tar.

 

 

REPUBBLICA ITALIANA

N.543/2006  Reg. Ord.

    TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL LAZIO

N. 524/2006  Reg. Ric.

Sezione Staccata di Latina

    

composta dai Signori Magistrati:

Dott. Santino        SCUDELLER         PRESIDENTE f.f. REL.

Dott. Davide        SORICELLI           CONSIGLIERE

Dott. Giuseppe     ROTONDO           PRIMO REFERENDARIO

ha pronunciato la presente

O R D I N A N Z A

nella Camera di Consiglio del 28 luglio 2006;

          Visto l’ultimo comma dell’art. 21 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, come sostituito dall’art. 3 della legge del 21 luglio 2000 n. 205;

 

          Visto il ricorso n. 524 del 2006, proposto dal signor Raimondo DI MEO, rappresentato e difeso dall’avv. Modestino D’Aquino, presso lo studio del quale è elettivamente domiciliato in Latina, via Adua, n. 34,

contro

il Comune di Latina, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall’avv. Francesco Paolo Cavalcanti con il quale è elettivamente domiciliato in Latina, via Farini n.2, presso l’Avvocatura Comunale;

 

 

 

                                                                                                              Reg. Ric. n. 524/2006

per l’annullamento, previa adozione di misura cautelare,

dell’ordinanza di demolizione n. 14433/4539 del 3 febbraio 2006;

 

 

          Visti gli atti e documenti depositati col ricorso;

 

 

          Vista la domanda cautelare presentata in via incidentale dal ricorrente;

 

 

          Visto l’atto di costituzione in giudizio dell’amministrazione intimata;

 

 

          Udita la relazione del Presidente f.f. Dott. Santino SCUDELLER e uditi, altresì,  gli avv.ti Modestino D’Aquino per il ricorrente e Francesco Paolo Cavalcanti per il Comune di Latina;

 

Ricorso 524/2006 Di Meo C/ comune Latina

 

Considerato che il ricorrente impugna l’ordinanza di demolizione e di acquisizione dell’area adottata successivamente alla reiezione (non impugnata) dell’istanza di condono edilizio ex lege 47/85;

 

Considerato che il ricorso, da una prima sommaria delibazione, appare assistito da apprezzabili motivi di una possibile, favorevole definizione nel merito rilevando la fondatezza quanto meno della dedotta violazione dell’art. 31, comma 3, DPR 380/2001 (cfr. Tar Napoli VI- 4336 - 20.04.2005);

 

Considerato quindi che per tali ragioni, devono ritenersi sussistenti i presupposti per accogliere la proposta istanza cautelare;

 

P.Q.M.

 

il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio - Sezione Staccata di Latina – accoglie, nei limiti di cui in motivazione e fatti salvi gli ulteriori provvedimenti, la proposta domanda cautelare.

 

La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata      Reg. Ric. n. 524/2006

presso la Segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti.

          Latina, 28 luglio 2006

Santino SCUDELLER              PRESIDENTE f.f. EST.

 

IL SEGRETARIO

 

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

                                     IL 29 luglio 2006

(ART. 55, L. 27/4/1982 n. 186)

IL Direttore di Segreteria

 

N. 00342/2009 REG.ORD.SOSP.

N. 00524/2006 REG.RIC.           

REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

Sul ricorso numero di registro generale 524 del 2006, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Di Meo Raimondo, rappresentato e difeso dall'avv. Modestino D'Aquino, con domicilio eletto presso Modestino Avv. D'Aquino in Latina, via Adua 34;

contro

Comune di Latina, rappresentato e difeso dall'avv. Francesco Paolo Cavalcanti, con domicilio eletto presso Francesco Paolo Avv. Cavalcanti in Latina, C/Oavv.Ra Com. Latina via Farini 2;

per l'annullamento, previa sospensione dell'efficacia,

- dell’ordinanza di demolizione n. 14433/4539 del 3 febbraio 2006;

e con motivi aggiunti: dell’ordinanza di demolizione n. 14497/4539 del 22 settembre 2006;.


Visto il ricorso ed i motivi aggiunti, con i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di Latina;

Visti gli artt. 19 e 21, u.c., della legge 6 dicembre 1971, n. 1034;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 23/07/2009 il dott. Santino Scudeller e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;


Considerato che, alla lamentata gravità ed irreparabiltià del danno, può ovviarsi con l’accoglimento della proposta istanza cautelare limitatamente all’immissione in possesso;

P.Q.M.

il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio - Sezione Staccata di Latina - accoglie nei limiti di cui in motivazione la proposta domanda cautelare.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 23/07/2009 con l'intervento dei Magistrati:

Francesco Corsaro, Presidente

Santino Scudeller, Consigliere, Estensore

Roberto Maria Bucchi, Primo Referendario

   
   
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
   
   
   

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 23/07/2009

IL SEGRETARIO




davide - Fri 04/09/2009 or 14:19

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_agosto_11/gaucci_villa_abusiva-1601657680313.shtml"0" width="1" class="foto-h-left" align="left">

Ruspe a villa Gaucci (Jpeg)
Ruspe a villa Gaucci (Jpeg)
Tornano le ruspe nel Parco dell'Appia Antica, zona archeologica della capitale sottoposta a stretti vincoli, ma nota per i numerosi abusi edilizi compiuti negli anni. Stavolta a cadere giù è stato un pezzo della Villa di Luciano Gaucci, ex patron del Perugia calcio, rientrato in Italia lo scorso marzo dopo tre anni di latitanza a Santo Domingo. «Non mi interessa, ho altri problemi» ha fatto sapere Gaucci attraverso il suo avvocato. La residenza ancora in fase di rifinitura di via Erode Attico 56 (150 metri quadrati in piena campagna, con siepi e alberi alti a tenere lontani occhi indiscreti) era stata sequestrata lo scorso anno perchè parte della cubatura era abusiva. Rispetto al progetto approvato, infatti, la casa era più alta di circa un metro e mezzo, forse per realizzare un solaio.

ALTRI CINQUE ABUSI - La task force recentemente costituita tra tecnici della Regione Lazio e dei municipi più colpiti dall'abusivismo - quello del centro storico e l'XI che comprende il Parco dell'Appia Antica - è entrata in azione prima rimuovendo il tetto (un pannello di copertura). Con ruspe e picconi poi, gli operai hanno abbassato le mura di quello che è solo un abbozzo di struttura, ma che se condonato, avrebbe trasformato la destinazione ad area verde del parco di proprietà di Gaucci. Un intervento che ha permesso anche di verificare altri cinque manufatti abusivi per i quali era già stato chiesto il condono. «Si tratta di semplici depositi a cielo aperto adiacenti alla struttura principale - ha detto Massimo Miglio, responsabile dell'ufficio Antiabusivismo della Regione Lazio - per i quali è stato chiesto il condono come se si trattasse di costruzioni residenziali».

Operai al lavoro (Jpeg)
Operai al lavoro (Jpeg)
AL VIA LA CAMPAGNA DI DEMOLIZIONI -
«Con le ruspe a villa Gaucci è iniziata la campagna di demolizione dei manufatti abusivi all'interno del Parco dell'Appia Antica - ha detto Andrea Catarci, presidente dell'XI Municipio di Roma - . Lo stabile è stato già sottoposto a sequestro penale l'anno scorso e ne abbiamo ottenuto il dissequestro solo per la demolizione. Stiamo anche alla verifica di ulteriori strutture, presenti nel lotto, per i quali sono state avanzate richieste 'sospette' di condono edilizio». In particolare, spiega Catarci, «abbiamo individuato altri cinque manufatti abusivi, sempre all'interno della tenuta, per i quali è stato richiesto il condono, come se si trattasse di costruzione residenziali, mentre in realtà si tratta solo di depositi di materiale a cielo aperto. Il Municipio ha giá provveduto a richiedere il blocco dei condoni per completare la demolizione e la bonifica del lotto che tornerà all'originaria vocazione agricola». Il presidente ha anche annunciato nuovi interventi per i prossimi giorni: «Il segnale è chiaro - dice - . Tolleranza zero verso chi intende continuare a violare e ferire le aree di pregio come l'Appia Antica. E stiamo valutando la possibilità di acquisire a titolo gratuito quei manufatti abusivi che non sarà possibile abbattere: li destineremo a usi di pubblica utilità».


11 agosto 2009(ultima modifica: 12 agosto 2009)

 


davide - Fri 04/09/2009 or 14:25

http://roma.repubblica.it/dettaglio/appia-antica-via-alle-demolizioni/1711012

 Appia Antica, via alle demolizioni

Nel parco dell´Appia Antica,  piscine, parcheggi e ville saranno abbattuti dopo l´intesa tra XI Municipio, Regione e Soprintendenza. Il Comune: "Illegalità irrilevanti"
La piscina di una villa sullAppia Antica La piscina di una villa sull'Appia Antica
All´aria il grosso parcheggio costruito illegalmente due anni fa nella villa sull´Appia antica che fu di Silvana Mangano. Giù la tettoia abusiva installata in cima a un grande bar. In polvere anche l´ampliamento costruito addosso al salone, la piscina in cemento armato, la strada scavata nel verde: tre scempi in altrettante ville che si trovano nell´area più vincolata e più martoriata d´Italia. Ossia la Regina viarum: 3.500 ettari di natura, templi, tombe romane; e ben 2.500 abusi edilizi. Ora però sono una quindicina le demolizioni che, eliminati tutti i possibili riscorsi, a partire da oggi saranno eseguite lungo il tracciato dell´Appia antica, accanto a quello della Nuova, su via dell´Almone o sull´Ardeatina.

Sono circa 50 però le pratiche di demolizione in via di completamento, in una campagna di salvaguardia e ripristino mai vista prima tra le bellezze antiche salvate grazie ad Antonio Cederna. Nella lista ci sono anche intere case o piscine dentro lussuosi centri sportivi. Ma quando Andrea Catarci, l´uomo di Sinistra e libertà che guida l´XI municipio, su cui si trova la maggior parte del parco archeologico, ha chiesto all´assessore comunale all´Urbanistica, Marco Corsini, i fondi per le demolizioni, si è sentito rispondere (il 24 luglio): «Si tratta di fatti di trascurabile importanza».

Certo, niente ecomostri tipo Punta Perotti o Fuenti. Ma in questa zona senza autorizzazione non si può montare neanche un gazebo. E chi lo fa ugualmente, spera sempre che dalla tela e dal legno, grazie a condoni o "piani casa", si possa passare poi a mattoni, putrelle, cemento.

«Le "piccole" demolizioni, come balconi o tettoie, sono le più difficili» rivela Massimo Miglio, a capo della squadra antiabusivismo regionale che è stata chiamata in causa dall´XI municipio dopo il «no» del Campidoglio. Ma la Regione Lazio ha ora coinvolto nel team anche la Soprintendenza. E oggi ci saranno anche gli archeologi dello Stato a seguire i primi abbattimenti.

«Non è fatto di sole demolizioni il nostro piano» spiega Catarci, illustrando il "Progetto di salvaguardia della legalità e della qualità ambientale nel Parco regionale dell´Appia antica e delle zone limitrofe comprese nell´XI municipio". «Ma di controllo e tutela di un territorio che, grazie alle sue bellezze, deve diventare anche una ricchezza economica». Per il suo vice, Alberto Attanasio, assessore pd all´Urbanistica, «le demolizioni, più che le condanne, hanno una grande efficacia come deterrente». Alcune volte, però, la scoperta del capannone o dell´ampliamento arriva quando l´abuso è già costruito. «In questi casi - sottolinea Miglio - si può applicare l´articolo 31 del testo unico che prevede l´acquisizione del fabbricato e fino a dieci volte la superficie del suo sedime».
(04 settembre 2009)
 
 http://www.libero-news.it/adnkronos/view/178354
 
 
ROMA: MUNICIPIO XI, AL VIA DEMOLIZIONE PARCHEGGIO ABUSIVO APPIA ANTICA

Roma, 4 set. - (Adnkronos) - "Sono iniziate questa mattina, le demolizioni previste per il mese di settembre delle opere abusive presenti nel Parco in seguito alle perlustrazioni e al puntuale controllo del territorio". Lo dichiara Andrea Catarci, Presidente del Municipio XI, in merito alla demolizione di un parcheggio abusivo nei pressi dell'Appia Antica di Roma, grazie alla cooperazione di un team formato dall'Ente Parco, dalla squadra antiabusivismo della Regione Lazio, dai vigili dell'XI municipio e dagli archeologi della Soprintendenza statale di Roma. L'operazione di demolizione del parcheggio abusivo s'inserisce nel programma di 15 interventi su 50 per la difesa e la tutela del patrimonio storico e paesaggistico del Parco 'Appia Antica'.

"Nel mese di agosto - prosegue Catarci - grazie al lavoro dei nostri uffici e al determinante contributo di Massimo Miglio, consulente gratuito nella lotta all'abusivismo edilizio, e' stato realizzato il cronoprogramma dei primi 15 interventi su 50 che verranno effettuati per la salvaguardia ambientale della 'Regina Viarium'. Percio', l'intervento di oggi, in via Appia Antica 199 e' particolarmente significativo perche' comporta il ripristino della vocazione agricola dell'area di fronte l'ex residenza di Silvana Mangano, oggi di proprieta' della societa' 'Veronica Immobiliare, legata ad un noto costruttore romano".

"L'area di 3500 mq - precisa Alberto Attanasio, vicepresidente e assessore all'Urbanistica del Municipio XI - da parco e' stata trasformata in un parcheggio per 130 auto, a disposizione delle attivita' di ristorazione per feste e banchetti. Il Municipio ha ottenuto il dissequestro ai fini demolitori dalla Procura di Roma e procedera' nella rimozione della pavimentazione del parcheggio e dei vialetti di accesso, realizzati in battuto di materiali inerte, delle strutture prefabbricate a 'nido d'ape' e delle infrastrutture, comprese le canaline di alimentazione elettrica a servizio del parcheggio. A conclusione dell'intervento un trattore, provvisto di fresatrice, ripristinera' il terreno restituendolo a parco naturale". (segue

http://www.libero-news.it/adnkronos/view/178380

 

ROMA: MUNICIPIO XI, AL VIA DEMOLIZIONE PARCHEGGIO ABUSIVO APPIA ANTICA (2)
 
(Adnkronos) - "Anche questo intervento - aggiunge Attanasio - si e' potuto realizzare grazie al sostegno indispensabile della Regione Lazio e la sinergia messa in piedi tra le istituzioni competenti, come l'Ente Parco e alla Sovrintendenza Archeologica e soprattutto all'importante lavoro portato avanti dagli Uffici Tecnici del Municipio che, seppur in assenza di risorse umane sufficienti, ha svolto un'indispensabile attivita' tecnico-amministrativa, fondamentale per le demolizioni di oggi e per quelle effettuate nelle scorse settimane."

"Il Municipio XI, nonostante le difficolta' di bilancio e gli inspiegabili atteggiamenti ostruzionistici messi in campo dal Campidoglio - conclude Catarci -, proseguira' l'opera di intransigente contrasto di ogni abuso perpetrato ai danni di un patrimonio inestimabile, come quello del parco dell'Appia Antica, procedera' nell'intensificare il lavoro di perlustrazione del territorio e nel diffondere la cultura del rispetto dei beni comuni, anche attraverso un convegno pubblico che si svolgera' nel mese di ottobre".

 
 
 

davide - Fri 04/09/2009 or 14:33

A Roma negli ultimi mesi tra demolizioni della Regione (nell'Appia Antica) e del Comune (sulla collina di Monte Mario demolita una villa di un medico) stanno ripartendo le demolizioni...

In provincia di LAtina, nonostante le sentenze penali passate in giudicato con ordine di demolizione, e nonostante le sentenze del Tar che continua a dar torto agli abusivi, non si riesce a vedere una ruspa...

La Regione Lazio aveva detto che avrebbe iniziato da Ponza, demolendo un frabbricato di 3 piani... non si è visto niente..

Idem nel Parco del Circeo...

Insomma tra procura di Latina, Comuni e Regione Lazio nessuno avvia le ruspe... Non è una bella cosa!

DAVIDE 


davide - Wed 16/09/2009 or 20:47

Continuano a Roma le demolizioni di immobili ed ampliamenti abusivi, costruiti in zone vincolate... Intanto aspettiamo che anche a Latina l'assessore all'urbanistica venga a coordinare i lavori di demolizione di qualche immobile abusivo..

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php"titoloLettura">Abusivismo, ordine di demolizione
di una villa sulla Laurentina
 
           

ROMA (16 settembre) - Sono in corso da stamattina delicate operazioni per l'abbattimento della parte superiore di una villa di 140 metri quadri con piscina, spogliatoi e due garage, costruiti abusivamente sulla Laurentina. La strada interessata è via Bonanni, all'interno del parco di Decima Malafede, zona di pregio vincolata nel XII municipio. Lo stabile, che appartiene a cittadini italiani che vivono nella zona, doveva essere abbattuto già nel 1996.

Per l'abbattimento della villa è stata chiamata una ditta specializzata e, secondo i tecnici comunali presente sul posto, la demolizione non è del tutto facile perchè è necessario non danneggiare la struttura di base.

Sono stati mobilitati 25 agenti della polizia municipale dell'VIII gruppo e dell'ufficio di coordinamento per la repressione dell' abusivismo edilizio, diretti dal comandante Antonio Di Maggio.
Sul posto a sovrintendere anche l'assessore ai lavori pubblici del campidoglio Marco Corsini.

 


davide - Wed 30/09/2009 or 18:10

S. Felice: Demolita casa abusiva nonostante l'opposizione dei vicini

http://roma.repubblica.it/dettaglio-news/roma-17:37/25275

 

SAN FELICE, PROTESTA PER SGOMBERO CASA ABUSIVA: FAMIGLIA DENUNCIATA

Momenti di tensione questa mattina in località Molella a San Felice dove la polizia ha cercato di sgomberare un'abitazione abusiva occupata da una famiglia numerosa, per permettere la demolizione disposta dalla Procura della Repubblica di Latina. Circa 50 persone, molti vicini di casa degli abusivi, hanno atteso l'arrivo della polizia e delle ruspe opponendo resistenza e tentando di evitare lo sgombero. La polizia è riuscita dopo ore ad allontanare il gruppo di manifestanti per permettere alla ditta edile di procedere alla demolizione. Per i proprietari è scattata una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e per porto abusivo di armi perché in casa sono stati trovati due fucili in più di quelli regolarmente denunciati. (omniroma.it)
(30 settembre 2009 ore 17:37)


davide - Mon 05/10/2009 or 17:46

http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_05/messina_disastro_bilancio_2b198292-b18d-11de-82d9-00144f02aabc.shtml"0" width="1" class="foto-h-left" align="left">

Scaletta Zanclea (LaPresse)
Scaletta Zanclea (LaPresse)
MESSINA - «C'è un clientelismo che rispetto alle demolizioni mancate può portare a eventi drammatici e a crimini che hanno fatto perdere la vita finora a 23 persone. Non si può che parlare di crimini in questi casi». Raffaele Lombardo punta il dito contro i responsabili della tragedia di Messina. Il presidente della Regione siciliana, intervistato da Rai News 24, fa riferimento alle notizie secondo le quali la polizia municipale di Messina aveva proposto l'abbattimento di 1.200 costruzioni abusive nelle zone colpite dall'alluvione. «Non possiamo più tollerare alcun abuso o abusivismo edilizio - ha poi aggiunto alla trasmissione del mattino su Rai Tre di Corradino Mineo. -Dobbiamo imboccarci le maniche, invertire la tendenza, essere inflessibili, demolire quello che non è stato demolito».

MATTEOLI - «La situazione è veramente disastrosa» ha spiegato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, intervistato da Maurizio Belpietro nel corso della trasmissione di Canale 5 «La telefonata». «E poteva andare peggio, molto peggio come ha detto il presidente del Consiglio - ha aggiunto - perché la montagna poteva franare ancora travolgendo centinaia e centinaia di persone».

 


davide - Mon 05/10/2009 or 17:50

Certo non è da tutti i giorni sentire un politico di centrodestra che dice che bisogna demolire gli immobili abusivi.

I politici in Italia anzi cercano in tutti i modi di impedire le demolizioni, anche quelle emesse dalla magistratura a seguito di sentenze passate in giudicato....

Emblematico e vergognoso il caso dell'isola di Ischia, dove da marzo scorso i sindaci cercano di evitare le 600 demolizioni emesse dalla procura di Napoli.

Cmq sia anche nella nostra provincia è ora di cominciare a demolire, ci sono situazioni a rischio idrogeologico anche da noi... La Regione Lazio si faccia sentire, commissariando i sindaci inadempienti!

DAVIDE 


davide - Thu 08/10/2009 or 12:41

http://www.ilvelino.it/articolo.php"title">CRO - Roma, demolito supermercato abusivo nel cuore Appia antica

 
Roma, demolito supermercato abusivo nel cuore Appia antica
Roma, 8 ott (Velino) - È iniziata stamattina all’alba la demolizione di un supermercato interamente abusivo nel cuore del parco dell’Appia antica, in via Appia nuova n. 1280, in un’area adiacente all’Acquedotto dei Quintili. L’intervento, realizzato dall’Ufficio della Regione Lazio per la repressione dell’abusivismo edilizio, diretto da Massimo Miglio, in collaborazione con il Municipio XI e sotto la vigilanza del Servizio Guardiaparco del Parco regionale dell’Appia antica, consiste nello smantellamento di una struttura di 540 metri quadrati, pari a circa 1.700 metri cubi sottoposta a sequestro penale dal 2008 e per la quale la Procura di Roma ha autorizzato il dissequestro ai soli fini della demolizione. Attualmente di proprietà della Colombina srl, il terreno violato (inclusa la servitù di accesso dalla via Appia Nuova) sarà acquisito al patrimonio pubblico e attrezzato ad area verde fruibile per i cittadini e le famiglie del quartiere. Le spese di demolizione, pari a circa 25 mila euro, come previsto dalla legge regionale 15/2008, sono anticipate dalla Regione Lazio e addebitate a totale carico dell’abusivo che inoltre dovrà pagare una sanzione pecuniaria di 20 mila euro. “Si tratta della più imponente operazione antiabusivismo edilizio conclusa nel parco dell’Appia antica – spiega Esterino Montino, vicepresidente della Giunta della Regione Lazio – Inoltre, è la prima volta che, in base alla legge regionale 15/2008, si procede all’acquisizione al patrimonio pubblico del terreno offeso dall’abuso e alla sanzione per ch ha commesso l’illecito. Da oggi viene ripristinata la legalità in un’area di inestimabile pregio, sottoposta a plurimi vincoli di tipo paesaggistico, archeologico e ambientale. È ormai chiaro a tutti che le ruspe non si fermeranno e che nessun tipo di abuso sarà più tollerato in quell’area. Quello di oggi è un risultato della efficace sinergia avviata e ormai collaudata tra la Regione Lazio, i Municipi I e XI, la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma e l’ente Parco dell’Appia Antica. Un ringraziamento speciale va ai guardiaparco regionali che costantemente si adoperano per la tutela del Parco dell’Appia Antica”.

Alle operazioni di demolizione era presente anche Rita Paris, responsabile della Soprintendenza archeologica per l’Appia antica. Il contenzioso con la Colombina srl, avviato circa 2 anni fa, si è concluso con le ordinanze del Consiglio di stato, ultima quella del 26 agosto 2009 che ha confermato le decisioni del Tar del Lazio che aveva ritenuto perfettamente legittimo il provvedimento definitivo di demolizione emesso dal Municipio XI il 5 dicembre 2008. Per l’edificio abusivo, accertato dai Guardiaparco regionali, erano state anche prodotte istanze di condono edilizio ritenute non veritiere, sia dai magistrati amministrativi del Lazio, sia dal Consiglio di Stato. Infatti, la proprietà ha visto respinte e negate tutte le richieste di sospensiva proposte, comprese quelle avanzate dall’Ente Parco che aveva naturalmente dato parere contrario alla costruzione abusiva del supermercato. In base alla convenzione recentemente stipulata con il professor Bottini anche la Soprintendenza di Stato aveva preso posizione nei confronti del supermercato abusivo e con nota del 1 ottobre 2009 aveva chiesto alla Regione Lazio e al Municipio XI l’immediata demolizione dell’edificio abusivo. Le ruspe saranno al lavoro per tutta la giornata di oggi, e se necessario proseguiranno nei prossimi giorni. Per il completo abbattimento dell’edificio abusivo sarà necessario demolire la struttura portante con travi in acciaio, realizzata su un plateatico di cemento armato. A tale scopo sono utilizzati escavatori provvisti di cesoie pneumatiche, specifiche per tagliare le travi d’acciaio, martelli pneumatici per sbriciolare il cemento armato, autocarri e miniescavatori provvisti di benna e di ganci per il carico e trasferimento delle attrezzature rinvenute nel supermercato. Le operazioni di demolizione, interamente coordinate da Miglio, si concluderanno con il conferimento alle filiere autorizzate dei materiali di risulta.
 
(com/ala) 8 ott 2009 12:34

 


davide - Sat 24/10/2009 or 11:23

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/caserta/notizie/cronaca/2009/23-ottobre-2009/nel-casertano-15000-case-abusive-record-san-cipriano-d-aversa-1601909792173.shtml"spalla right">

 

 

CASERTA — Il protocollo d’intesa sottoscritto ieri in pre­fettura è il primo passo per l’abbattimento di quasi quin­dicimila manufatti abusivi in tutta la provincia di Caserta. Ed il provvedimento varato ie­ri già vanta uno stanziamento regionale di mezzo milione. All’iniziativa hanno aderito, ol­tre alla prefettura, la procura della Repubblica del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, l’assessorato all’Urbanistica della Regione e i comuni caser­tani retti da gestioni commis­sariali: Lusciano, Orta di Atel­la, San Cipriano d’Aversa, Ca­stel Campagnano, Santa Ma­ria a Vico, Teverola e Villa Li­terno. «Dalla provincia vengo­no fuori cose positive grazie anche alla magistratura — ha commentato il prefetto Ezio Monaco — questa è un’inizia­tiva che può essere esportata anche in altre realtà.

E’ previ­sta una cabina di regia che concretizzerà le linee attuati­ve del protocollo». Cabina che — come spiega il viceprefetto Franco Provolo — deciderà i manufatti da abbattere e i co­sti. «Ma contatterà anche le fi­liere nazionali per il recupero dei materiali — rivela il sosti­tuto procuratore Donato Ce­glie — durante le demolizio­ni, per evitare nuove cave». Lo stesso magistrato poi insi­ste: «E’ strano vedere che le demolizioni vengono applica­te più compiutamente in terri­tori meno martoriati: si sono spesi soldi della Cassa deposi­ti e prestiti prima per le altre regioni e poi per la Campania. Eppure esistono non meno di 15mila manufatti abusivi in provincia. Il comune di San Ci­priano di Aversa ne ha 1230: più dell’intera Francia. Il pro­tocollo prevede una banca da­ti che deve essere implementa­ta dalle amministrazioni. Il procuratore decreterà la prio­rità dell'abbattimento: prima quelli della camorra, poi quel­li su demanio statale, in segui­to quelli che prevedono rischi di crollo e frane e infine i ma­nufatti che offendono il pae­saggio ». Abbattere tutti quelli esistenti, del resto, come rico­nosce il procuratore della Re­pubblica Corrado Lembo, non sarebbe possibile: «Non ci sa­rebbero i fondi necessari, oc­correrà fare una scelta.

Il pri­mo effetto, comunque, sarà il ripristino delle attività di con­trollo: è assurdo che al Villag­gio Coppola di Pinetamare sia­no state costruite torri alte an­che 13 metri e nessuno nel frattempo sia mai intervenu­to. Questo protocollo è un’ul­teriore esempio del modello Caserta qui coniato. È un buon esempio di sintonia ed empatia istituzionale aperto agli amministratori che vor­ranno aderire». «C’è una Ca­serta che vuole mostrare la fac­cia buona — ha fatto eco l’as­sessore regionale all’Urbanisti­ca Gabriella Cundari — dob­biamo essere solidali in que­sta lotta in cui spesso si inseri­sce la camorra. Le case abusi­ve non sono sicure: quelle ab­battute a Casalnuovo erano bellissime ma sotto le ruspe sono cadute come fogli di car­ta ». Proprio alla Regione i se­gretari comunali dovranno co­municare ogni mese il nume­ro di ordinanze di abbattimen­to emesse dall’ufficio tecnico.

Marilena Mincione
 
23 ottobre 2009

 


davide - Sat 24/10/2009 or 11:35

Ruspe pronte a demolire tra pochi giorni a Napoli e provincia 

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/23-ottobre-2009/ruspe-pronte-venti-comunial-via-abbattimenti-case-abusive-1601911393513.shtml"spalla right">

 

 

NAPOLI - Pronti a buttarli giù. Manufatti abusivi individuati dalla magistratura e destinati ad essere demoliti. All'inizio della prossima settimana, la Procura Generale di Napoli darà il via agli abbattimenti. Sono infatti stati conferiti tutti gli incarichi alle ditte, dunque si può procedere. Sotto il profilo dell'ordine pubblico, sono stati mobilitati polizia e carabinieri. Stando a quanto apprende l'agenzia Il Velino, le ruspe entreranno in azione scortate, in tre comuni che fanno parte della lista generale degli abbattimenti. Gli interventi infatti sono stati programmati una volta a settimana fino a fine novembre.

L'ELENCO COMPLETO - Ecco l'elenco completo dei comuni su cui interverrà l'azione demolitrice della Giustizia: Casola, Napoli, Afragola, Pompei, Pimonte, Gragnano, S. Maria La Carità, S.Antonio Abate, Lettere, Cardito, Massa Lubrense, Forio d'Ischia, Procida, Villaricca, S. Antimo, Capri, Pozzuoli, Somma Vesuviana, Villa Literno e Casal di Principe.

PRESIDI DI RESISTENZA - In alcuni di questi territori, si stanno tenendo in queste ore riunioni volte ad organizzare un presidio di resistenza. La situazione è molto delicata visto che gli abbattimenti obbligheranno molti nuclei familiari ad abbandonare le proprie abitazioni. Alla Procura Generale di Napoli, è giunto nei giorni scorsi un dossier che elenca quanti bambini e quanti diversamente abili sono presenti nei manufatti che dovranno finire sgretolati. È stato il tentativo in extremis di fermare gli interventi, ma non è servito. Saranno i sindaci, come stabilito per legge, a garantire una sistemazione alle fasce deboli.


23 ottobre 2009


davide - Wed 16/12/2009 or 12:02

Mi chiedo cosa stanno facendo i sindaci della provincia di Latina... in special modo Zaccheo... Dove sono le demolizioni che aveva promesso sul lungomare?

Anzichè perdere tempo e soldi per disegnare piani urbanistici di riqualificazione del lungomare faccia una cosa sola: mandi le ruspe!

 Persino ad Ardea,il forzista sindaco Eufemi nell'ultimo anno ha demolito una decina di case abusive sul lungomare che impedivano la vista del mare, con l'obiettivo di arrivare a 90 demolizioni...

Il nostro che fà?

 http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/lazio/2009/12/15/visualizza_new.html"header-content">

Cinema: demolita casa dove soggiorno' Luchino Visconti

Ad Ardea vicino Roma

15 dicembre, 22:01
 
(ANSA) - ROMA, 15 DIC - E' stata demolita ad Ardea, sul litorale a sud di Roma, la casa dove aveva soggiornato,il regista Luchino Visconti. Le ruspe del Comune hanno abbattuto il civico 69 sul lungomare di Ardea.'L'intervento e' stato effettuato a dispetto di un provvedimento del Consiglio di Stato che sospendeva l'abbattimento fino al 12 gennaio 2010 - ha detto Pino Nazio,proprietario dell'immobile demolito -, data in cui era fissata una udienza per decidere in merito alla controversia'.

davide - Wed 16/12/2009 or 12:04

http://roma.repubblica.it/dettaglio/Ardea-la-lotta-allabusoedilizio-puo-continuare/1800998

 

Ardea, la lotta all'abuso
edilizio può continuare

Ad Ardea l’opera di “bonifica” del litorale dagli abusi edilizi può proseguire. Il Tar ha infatti respinto tutti i ricorsi presentati dai proprietari dei fabbricati eretti sul lungomare della cittadina del litorale senza alcuna autorizzazione. "Una notizia che conferma la piena legittimità dell'azione portata avanti dal Sindaco Carlo Eufemi – si legge in una nota diffusa dall’amministrazione di Ardea - e che permette al Comune di proseguire con il programma delle demolizioni".

Al comunicato seguono le parole di Eufemi. "Confermo e ribadisco quanto già espresso in più occasioni - dichiara il sindaco - andiamo avanti con il programma di risanamento del litorale violato, nel corso degli anni, non solo dal cemento abusivo, ma anche da diverse complicità. Il nostro obiettivo è quello di liberare quanto più possibile il mare dal cemento e restituire decoro e legalità alla città di Ardea e al litorale”.

“La sentenza del Tar – prosegue Eufemi - rigetta tutti i ricorsi degli utilizzatori illegittimi di beni demaniali ed è la dimostrazione evidente di come il nostro operato sia corretto e vada incontro alle aspettative dei cittadini di buon senso. Nei prossimi giorni il Comune di Ardea, in collaborazione con i rappresentanti delle Forze dell'Ordine interessate, riprenderà le operazioni di demolizione sul lungomare, interrotte proprio a causa del ricorso al tribunale amministrativo da parte dei proprietari delle abitazioni in questione”.


davide - Wed 16/12/2009 or 12:09

Anche a Roma continuano le demolizioni nel Parco dell'Appia antica avviate quest'estate.. La Regione Lazio ha inoltre firmato una convenzione con Comune di Sabaudia e Ente Parco Nazionale del Circeo.

Vediamo se almeno a Sabaudia le ruspe butteranno giù qualche fabbricato.

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_dicembre_15/abusi_appia_antixa_brogi-1602159502182.shtml"spalla right">

 

ROMA - Ore contate per un nuovo abuso nel Parco dell’Appia Antica. Dopo il sopralluogo di martedì mattina in via dei Casali delle Cornacchiole, l’ufficio antiabusivismo del Lazio ha deciso che abbatterà un capannone di 300 metri quadri.

Il capannone-villa abusivo nel parco dell'Appia
Il capannone-villa abusivo nel parco dell'Appia
CAPANNO O VILLA -
Ma a ben vedere, le foto mostrano più che un capannone un manufatto che sembra una villetta vera e propria. Il blitz delle istituzioni ha visto mobilitati in mattinata l’ufficio regionale guidato da Massimo Miglio insieme all’XI Municipio, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica e l’Ente Parco.

 
AREA PLURIVINCOLATA -
L’abuso sorge a ridosso del Parco archeologico dell’Appia Antica, in un’area plurivincolata. «L’edificio, di circa 300 metri cubi – ha spiegato il presidente dell’XI Municipio, Andrea Catarci -, sorge all’interno di una villa con piscina di grandi dimensioni. Sarà autodemolito entro trenta giorni».

 
LAVORI FORZATI -
Insomma, toccherà ai proprietari farsi carico dei «lavori forzati» per distruggere l'immobile. Secondo il vicepresidente della Regione Esterino Montino «la diretta assunzione di responsabilità da parte del cittadino che a commesso l’abuso è un ottimo risultato delle politiche avviate in questi mesi grazie alla collaborazione avviata tra la Regione Lazio, la Soprintendenza ai beni archeologici di Stato e il Municipio di Roma XI e l'Ente Parco appia Antica».
L’intento della Regione, spiega Montino, «è di proseguire in questa direzione sull’intero territorio del Lazio. A tale riguardo proprio la settimana scorsa abbiamo stipulato una convenzione con l’Ente Parco del Circeo e il Comune di Sabaudia».

Paolo Brogi
15 dicembre 2009


davide - Sat 30/01/2010 or 22:17

Casetta abusiva a Passo Genovesi: il Tar dà ragione al Comune, và demolita

L'anno scorso in piena estate il Comune di Latina tentò due blitz per demolire una casa abusiva a Foceverde, nei pressi di Passo Genovesi.

In entrambi i casi le proteste del proprietario erano riuscite ad evitare la distruzione dell'immobile. Parvapolis scrisse un esauriente articolo sulla vicenda:

http://www.parvapolis.it/page.php"registri">N. 00033/2010 REG.SEN.

N. 00524/2006 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

Sul ricorso numero di registro generale 524 del 2006, proposto da Di Meo Raimondo, rappresentato e difeso dall’avvocato Modestino D’Aquino, con domicilio eletto in Latina, alla via Adua, n. 34;

contro

Comune di Latina, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Francesco Paolo Cavalcanti, con domicilio eletto in Latina, c/o Avvocatura Comunale Latina, alla via Farini, n. 2;

per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia,

- dell’ordinanza di demolizione n. 14433/4539 del 3 febbraio 2006;

- dell’ordinanza di demolizione n. 14497/4539 del 22 settembre 2006.


Visto il ricorso ed i motivi aggiunti, con i relativi allegati.

Visto l’atto di costituzione in giudizio di Comune di Latina.

Viste le memorie difensive.

Visti tutti gli atti della causa.

Relatore nell’udienza pubblica del giorno 17/12/2009 il dott. Santino Scudeller e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale.

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.


FATTO

1 Con atto consegnato per la notifica il 6 maggio 2006 - depositato il 5 giugno 2006 -, il ricorrente espone: (a) di aver edificato senza titolo, sul terreno distinto al catasto alla partita 8425, foglio 245, particella 264 sub b, una piccola abitazione destinata a stabile residenza, per la quale ha presentato istanza di condono edilizio ex lege 47/1985 respinta con provvedimento non impugnato; (b) che il comune di Latina ha quindi notificato il provvedimento n. 14433/4539 del 3 febbraio 2006 recante l’ordine di demolizione e la contestuale avvertenza circa l’acquisizione del fabbricato e dell’area individuata nell’allegata planimetria. Argomenta la domanda di annullamento deducendo: mancata comunicazione dell’avvio del procedimento - erronea individuazione dell’area su cui è stato eretto il manufatto oggetto dell’ordinanza - omessa notifica al proprietario delle aree oggetto di acquisizione al patrimonio comunale - eccesso di -potere - travisamento dei fatti, carenza ed insufficienza della motivazione anche in ordine alla acquisizione della intera particella 264 - violazione di legge.

2 Con atto depositato in data 20 luglio 2006, si è costituto il comune di Latina che ha poi (28 luglio 2006) versato memoria predisposta per la discussione dell’istanza cautelare.

3 Con ordinanza n. 543 del 29 luglio 2006, la Sezione ha accolto l’istanza di sospensione del provvedimento impugnato.

4 Con atto per motivi aggiunti, consegnato per la notifica il 28 novembre 2006 - depositato il 18 dicembre 2006 -, il ricorrente ha poi contestato la legittimità della successiva ordinanza n. 14497/4539 del 22 settembre 2006, deducendo: mancata comunicazione di avvio del procedimento - eccesso di potere - travisamento dei fatti e carenza e insufficienza della motivazione in ordine all’acquisizione dell’intera particella 264 sub b - violazione di legge.

5 Il comune di Latina si è costituto con atto depositato il 16 gennaio 2007.

6 Con successivo atto, notificato va fax previa autorizzazione presidenziale in data 8 luglio 2009, il ricorrente ha quindi proposto istanza cautelare correlata ai predetti motivi aggiunti; la relativa tutela è stata accordata con decreto presidenziale n. 329 dell’8 luglio 2009, poi confermata dall’ordinanza n. 342 del 23 luglio 2009.

7 Il comune di Latina ha quindi versato (27 novembre 2009) documentazione integrativa ed ha depositato (7 dicembre 2009) memoria con la quale ha eccepito l’inammissibilità ed argomentato comunque l’infondatezza del ricorso.

8 Alla pubblica udienza del 17 dicembre 2009 il ricorso è stato chiamato e, dopo la discussione, è stato introitato per la decisione.

DIRITTO

1 In via preliminare deve esser dichiarata l’improcedibilità della domanda di cui all’originario atto introduttivo avendo nel caso l’amministrazione condiviso il contenuto della motivata ordinanza cautelare quindi ritirato il precedente provvedimento già sospeso, sostituendolo con un nuovo atto. Ed, infatti, a seguito dell’ordinanza n. 543 del 29 luglio 2006 di accoglimento dell’istanza cautelare, il comune di Latina con ordinanza n. 14497/4539 del 22 settembre 2006, contestualmente ha: [a] revocato l’ordinanza prot. n. 14433/4539 del 3 febbraio 2006 all’esito di più attente verifiche presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari dalle quali è emerso che il ricorrente risulta proprietario non dell’intera particella, bensì della sola particella 264 sub “b” (foglio 245) della superficie complessiva di mq. 370; [b] ingiunto nuovamente la demolizione del manufatto abusivo avvertendo, per il caso di inottemperanza, circa la possibile applicazione dell’ulteriore sanzione acquisitiva.

2 L’interesse del ricorrente si sposta quindi sulla trattazione dei motivi aggiunti con i quali è stata impugnata appunto, la successiva ordinanza n. 14497/4539 del 22 settembre 2006.

2.1 Deve esser innanzitutto respinto il primo motivo aggiunto con il quale parte ricorrente argomenta la violazione delle garanzie partecipative, potendosi richiamare il costante orientamento formatosi sul punto, condiviso anche della Sezione (T.a.r. Lazio Latina, sez. I, 03 settembre 2008, n. 1058). Ed, infatti, nel caso di ordine di demolizione delle opere abusive non è necessaria, anche in rapporto a quanto previsto dall’articolo 21 octies L. 7 agosto 1990 n. 241 (Consiglio Stato, sez. IV, 10 aprile 2009, n. 2227), la comunicazione di cui al precedente articolo 7, in quanto atto vincolato l’adozione del quale presuppone solo la constatata esecuzione dell’opera in assenza del titolo richiesto.

2.2 Va invece dichiarata l’inammissibilità dei motivi con i quali il ricorrente contesta la citata ordinanza nella parte in cui il comune minaccia l’acquisizione al patrimonio indisponibile, sanzione questa nel caso applicata con successiva ordinanza prot. n. 16029 del 12 febbraio 2009, gravata in sede straordinaria secondo quanto provato dal resistente con deposito del 27 novembre 2009.

3 Il ricorso va, pertanto, in parte dichiarato improcedibile ed in parte va respinto. Sussistono sufficienti ragioni per disporre la compensazione delle spese di giudizio.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo regionale per il Lazio, Sezione staccata di Latina, in esito al ricorso in epigrafe, in parte lo dichiara improcedibile ed in parte lo respinge.

Spese compensate.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del 17 dicembre 2009 con l’intervento dei Magistrati:

Francesco Corsaro, Presidente

Santino Scudeller, Consigliere, Estensore

Antonio Massimo Marra, Primo Referendario

   
   
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
   
   
   
   
   

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 27/01/2010

(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)

IL SEGRETARIO



 

 


davide - Sat 20/02/2010 or 18:32

Intanto a Roma continuano le demolizioni. Dopo quelle dei mesi scorsi nel Parco dell'Appia Antica martedì prossimo saranno demolite case abusive ad Ostia e spostati 200 occupanti.

Ma il sindaco di Latina che fà? Per lui le case da demolire sul lido di Latina erano solo quelle di Via Egadi?

http://roma.repubblica.it/dettaglio/abusivismo-ruspe-in-azione-a-ostia/1865393

 

Abusivismo, ruspe
in azione a Ostia

Martedì alle prime luci dell'alba all'Idroscalo di Ostia tutte le abitazioni abusive verranno abbattute. Cinquecento vigili urbani allontaneranno dalle abitazioni, dai locali, dalle strutture e dagli edifici i due cento residenti e procederanno all’abbattimento di tutte le opere abusive
di Emilio Orlando
 
Ruspe in azione martedì prossimo alle prime luci dell’alba all’Idroscalo di Ostia, dove tutte le abitazioni abusive verranno abbattute. Cinquecento vigili urbani, si legge nell’ordinanza firmata dal sindaco Gianni Alemanno il 17 febbraio scorso e controfirmata dal vice comandante della polizia municipale Diego Porta, allontaneranno dalle abitazioni, dai locali, dalle strutture e dagli edifici i due cento residenti e procederanno all’abbattimento di tutte le opere abusive.

Preoccupazione è stata espressa dai residenti, che annunciano battaglia e protesteranno oggi pomeriggio durante la visita del sindaco Alemanno all’Infernetto. “Le operazioni di sgombero”, prosegue l’ordinanza, “inizieranno dalle primissime ore del mattino. Verranno abbattuti e sgomberati tutti i manufatti ricadenti in zona Idroscalo di Ostia ed esposti a rischio allagamento o isolamento”. Per l’occasione, oltre alle forze dell’ordine, sono stati allertati tutti i comandi della polizia municipale di Roma, che saranno impegnati tutta la settimana nelle operazioni di bonifica.
(20 febbraio 2010)

davide - Sat 20/02/2010 or 18:48

Ecco un articolo tragicomico sull'abusivismo all'idroscalo di Ostia del lontano 1995... da allora la situazione non è mai cambiata, e si dice che erano 700 le persone che abitavano quelle case abusive..

http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/29/parco_Ostia_Ladispoli_co_10_9512295801.shtml"footnotes">Della Rovere Roberto

Pagina 39
(29 dicembre 1995) - Corriere della Sera


davide - Tue 23/02/2010 or 14:32

Iniziata ad Ostia la demolizione delle case abusive dell'Idroscalo. Ben 30 tra case e baracche andranno giù.  Questo dimostra che quando c'è la volontà politica le demolizioni si fanno eccome.... altro che Concorsi internazionali di idee, che servono solo a confondere le acque..

Zaccheo vada da Alemanno e si faccia spiegare come si fanno le demolizione della case abusive al mare senza nessun concorso...

DAVIDE

 http://roma.repubblica.it/dettaglio/al-via-lo-sgombero-dellidroscalo-i-residenti-si-arrendono-alle-ruspe/1867603

Al via lo sgombero dell'Idroscalo
i residenti si arrendono alle ruspe

Cominciata l'operazione di sgombero delle costruzioni abusive. La protesta di decine di abitanti e 300 agenti per assiscurare che non ci siano disordini
di Flaminia Savelli
Al grido "la casa è mia e io non vado via" un centinaio di abitanti dei manufatti dell'idroscalo di Ostia ha cercato di opporsi all'intervento di abbattimento dei previsto da un ordinanza del sindaco di Roma a tutela della pubblica incolumità. I residenti hanno parcheggiato le loro macchine su via dell'Idroscalo per impedire gli interventi di demolizione, ma queste sono state rimosse dai carri attrezzi del XIII Gruppo della polizia municipale. Sul posto, oltre 300 agenti della polizia municipale mobilitati e coordinati dal comandante Antonio Di Maggio della task force antiabusivismo del Campidoglio e un centinaio di agenti della polizia di stato in tenuta antisommossa. A presenziare le operazioni anche l'assessore capitolino all'urbanistica Marco Corsini, il delegato del Sindaco di Roma Giorgio Ciardi e la direttrice del III Dipartimento Patrizia Cologgi. "Una giornata storica - ha commentato Alemanno - dopo anni di negligenza abbiamo iniziato la demolizione delle case dell'idroscalo che stanno a pochi metri dal mare, e sono pericolose per l'incolumità dei cittadini".

Tensione all'Idroscalo - Dopo una lunga e in alcuni momenti accesa trattativa tra la polizia municipale e gli abitanti è iniziata l'operazione per la demolizione della prima dozzina di manufatti realizzati negli ultimi decenni, abusivamente, a pochi metri del mare della capitale all'idroscalo di Ostia. Con l'operazione che ha preso il via oggi, sono un centinaio le persone per le quali il Comune di Roma ha già messo a disposizione sei residence sulla via Ardeatina predisponendo anche un servizio navetta per far loro raggiungere i luoghi di lavoro, e per i più giovani, le scuole. In totale risultano però essere oltre 170 le persone che periodicamente vivono nella zona, alcune delle quali proprietari di abitazioni ad Ostia, dove i manufatti sono una cinquantina.

"Trattati come mafiosi" - Ma le polemiche non sono mancate. Emanuela 25 anni, impiegata in una società di autonoleggio a Fiumicino, sarà trasferita nel residence Valle Porcina ad Acilia "che - dice - almeno non è troppo distante". Ha gestito la trattativa di satmattina ed è riuscita a persuadere i residenti, permettendo ai mezzi della demolizione passassero il blocco di auto e cassonetti. "Convincermi non è stato difficile, mi hanno detto o 'collaborate o venite arrestati'. La cosa più grave è che siamo stati trattati come bestie o come mafiosi visto il numero di mezzi e uomini utilizzato per questa operazione. Inoltre stiamo portando via le cose con i sacchi dell'immondizia dell'Ama". L'unica situazione critica fino a questo momento si è verificata al civico 19 di piazza dei Piroscafi, dove la famiglia di Marco Ferrandu, 40 anni, due figli, ha minacciato di tagliarsi le vene e far esplodere una bombola del gas". La situazione è poi rientrata.

Le demolizioni - Gli agenti della polizia municipale hanno delimitato l'area da bonificare e hanno assistito i cittadini, insieme al personale della protezione civile capitolina diretta dal vice capo di gabinetto, Tommaso Profeta, per liberare le abitazioni dagli oggetti personali. Sono in totale tre le ruspe utilizzate per compiere le demolizioni, mentre un tir portacontainer è stato messo a disposizione per contenere gli oggetti personali. Non tutti gli abitanti dell'idroscalo sono italiani e per questo sono presenti gli agenti dell'ufficio immigrazione della questura di Roma. Per in numerosi animali, cani e gatti, l'assistenza è assicurata dagli operatori della protezione animali. Le prime abitazioni a essere demolite dalle ruspe sono state quelle più vicine al mare ed alla foce del Tevere. In una casa sono stati trovati numerosi pannelli di amianto: per questo si è reso necessario l'intervento di una squadra di operai specializzati. Vicino alla foce del tevere è stato sistemato un tir container per raccogliere arredi, suppellettili, vestiti ed oggetti personali che man mano vengono tirati fuori dalle case. Durante le operazioni di sgombero sono dovuti intervenire anche gli agenti della forestale perchè, all'interno di una delle abitazioni, sono stati ritrovati un pitone e alcuni gechi, regolarmente denunciati e detenuti dal proprietario.

GUARDA LE IMMAGINI DELLO SGOMBERO


L'opera di bonifica - L'intervento ha riguardato le abitazioni abusive costruite che vengono abbattute e ricostruite da 55 anni a ridosso della foce del Tevere, a poche centinaia di metri dal mare, e periodicamente invase dalle mareggiate o dalle piene del Tevere. Ieri il sindaco di Roma Gianni Alemanno aveva ricevuto una delegazione di abitanti della zona e concordato l'intervento: l'abbattimento delle baracche e la promessa che sull'Idroscalo di Ostia non ci saranno progetti calati dall´alto.

Il rischio cementificazione - Ma per il futuro dell'Idroscalo quella di ieri è una "vittoria mutilata", così come ha sottolineato don Fabio, parroco della cappella San Vincenzo de' Paoli. "Lo sgombero si farà anche se riguarderà solo alcune baracche", ha detto il parroco "quello che ci preoccupa adesso è cosa accadrà dopo". Intanto, se già da questa mattina le ruspe sono al lavoro, altri progetti sono in cantiere nelle prossime settimane: "A breve", sottolinea Paolo Orneli consigliere municipale del Pd "inizieranno i lavori della Regione per il rifacimento delle scogliere e delle protezioni lungo gli argini". Preoccupati anche gli ambientalisti che intravedono all'orizzonte una maxi speculazione. Già da ieri il presidente nazionale dei verdi Angelo Bonelli chiedeva provocatoriamente al sindaco: "Se l'area dell'idroscalo è classificata dall'autorità di bacino a massimo rischio di esondazione R4 come fa a prevedere il Comune su quell'area strutture turistico ricettive e progetti edilizi vari?". Oggi torna all'attacco: "Il sindaco deve essere chiaro e trasparente - prosegue Bonelli - perché vuole realizzare alberghi, strutture turistiche e altro come già previsto nel progetto del comune presentato all'agenzia del demanio. Da parte sua manca la trasparenza sulle intenzioni del Comune sull'Idroscalo: giusto abbattere le case in aree di esondazione, inaccettabile prevederne la cementificazione un minuto dopo. Questo mi ricorda lo splendido ma triste film di Vittorio De Sica 'miracolo a Milano', consiglio la visione al sindaco".
(23 febbraio 2010)

davide - Tue 02/03/2010 or 17:44

Ed alla fine i nostri eroi del comune di Latina ce l'hanno fatta!! Ieri sono riusciti a demolire al terzo tentativo la famosa casa di Foceverde, che si trovava a 2 passi dai resti di Passo Genovesi e dal canale Moscarello.

Approfittando dell'assenza del proprietario si sono presentati ed hanno buttato giù tutto.

Latina Oggi dice che la casa era sgombera... forse i servizi sociali o l'Ater hanno trovato una sistemazione in una casa popolare al proprietario (che in passato aveva detto che quella era la sua unica casa)?

Adesso si vada avanti e si cominci a demolire anche le altre case abusive ed incondonabili che si trovano tra Foceverde e Capoportiere...

 http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/cronaca_locale/latina/2010/03/02/1132564-foceverde_demolita_casa_ridosso_resti_porto_romano.shtml"colonna-articolo">

Gran dispiego di forze, ieri mattina, a Foceverde, per demolire una casa di 400 metri cubi edificata a ridosso dei resti del canale romano (unico e prezioso resto archeologico del capoluogo pontino). Una abitazione completamente abusiva, per difendere la quale il proprietario, R.D.M., 60 anni, di Genzano, aveva inutilmente fatto ricorso alle vie legali, per poi salire sul tetto dell'abitazione stessa per riuscire ad evitarne appunto la demolizione. L'abitazione era collocata in via Valmontorio, a nella suggestiva cornice di Torre Astura, praticamente sulla duna. Per la legge una casa da abbattere in quanto realizzata su un terreno di interesse naturalistico e in modo più ampio in un'area sottoposta a vincoli archeologici. Il proprietario, denunciato per abusivismo edilizio, aveva fatto ricorso alle vie legali presentando istanze di sanatoria non accettate. Un primo tentativo di demolizione andò a monte l'anno scorso, un secondo fallì per la «resistenza» opposta dal proprietario che, come già accennato, si era rifugiato sul tetto. Ieri mattina (l'uomo era assente, per una visita specialistica in una struttura sanitaria), sul posto si sono recati polizia, Finanza, vigili urbani e dipendenti del Comune. La gru ha fatto il suo lavoro. Ad ora di pranzo, della casa restava solo un cumulo di macerie.

02/03/2010

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/02_03_2010/pag13borghiquartieri.pdf 

 


davide - Wed 03/03/2010 or 20:13

Ieri le ruspe del Comune di Latina hanno finito di rimuovere le macerie della casa abusiva abbattuta nei pressi di Passo Genovesi. Latina Oggi però dice che tutt' intorno regna il degrado... infatti è presente un campeggio abusivo (sequestrato l'estate scorsa) ed un pacheggio di camper e roulotte...

Tutti i cittadini sperano che al più presto venga realizzato il giardino mediterraneo attorno ai resti del ponte romano, e ristrutturato il ponte di bonifica sul canale Mascarello (dove la salsedine marina ha eroso il cemento ed i ferri della struttura)..

D'altronde non si chiede tanto, visto che il progetto venne concordato con la Regione LAzio nel 2003...

Caro Sindaco e assessori, sarebbe ora di metterlo in opera, non credete?

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/03_03_2010/pag11borghiquartieri.pdf

DAVIDE 

 


davide - Wed 24/03/2010 or 18:49

Finalmente, cominciano le demolizioni a Sabaudia! Dopo anni di chiacchere politiche sui giornali che   davano come immininenti le demolizioni di alcuni immobili dentro il Parco del Circeo, si fà sul serio!

Le ruspe sono arrivate a Sabaudia per demolire 12 immobili abusivi.

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/10_marzo_22/circeo-demolizioni-polemica-presidente-1602699656345.shtml"font-weight: bold">LATINA - Via gli abusi dal parco nazionale del Circeo. Riprende la lotta al cemento nell'area protetta. Lunedì 22 marzo l'ente presieduto da Gaetano Benedetto ha iniziato l'opera di demolizione di costruzioni non autorizzate a seguito dell'accordo tra il Parco nazionale del Circeo, il Comune di Sabaudia e la Regione Lazio.

Il ragionier Miglio coordina la demolizione sul lago di Sabaudia
Il ragionier Miglio coordina la demolizione sul lago di Sabaudia
TRA LAGO E DUNA -
Si comincia dall'abbattimento di una piccola depandance fronte lago, alla Baia d'Argento, per passare a breve ad un gazebo fisso e relative coperture sul lungomare. Un buon inizio nell'obiettivo di far pulizia in una zona dove, nonostante i vincoli imposti dalla legge, i professionisti dell'abuso non si fermano.
Se ne rammarica il presidente dell'ente, ricordando quanto sia difficile operare per la tutela dell'ambiente e del paesaggio in un contesto legislativo che pare tutelare chi edifica illegalmente, anziché agevolare quanti vogliono difendere l'ambiente facendo rispettare le norme che lo salvaguardano.

La costa del parco sotto al monte del Circeo
La costa del parco sotto al monte del Circeo
LINEA DURA -
Quel che ci vorrebbe, naturalmente, è un sistema di regole a tolleranza zero. Ma è davvero possibile metterlo in pratica? «Sembra incredibile - dice Benedetto - ma le norme più garantiste del nostro ordinamento sono quelle relative all’abusivismo edilizio. Basta uno starnuto per bloccare un procedimento e per dilungare a dismisura i tempi. Riaprire le pratiche e riallineare le carte, ottenere i dissequestri da parte della magistratura, procedere alle notifiche, coordinare gli interventi è stata cosa tutt’altro che facile e scontata»
I casi più eclatanti sono di fatto quelli più intricati, aggiunge il responsabile del Parco, «quelli dove le vicende giudiziarie rappresentano per la pubblica amministrazione una vera e propria palude perfettamente creata dagli avvocati di chi ha realizzato gli abusi». Poi il presidente promette: «Ma arriveremo anche a quelli. E nel frattempo, soprattutto in un momento in cui si continua a parlare di nuovo condono edilizio o addirittura di estensione di quello vecchio alle aree vincolate, è comunque importante dare un segnale forte e chiaro su dove sta l’interesse pubblico e su chi non e disposto a venire meno al proprio dovere di tutelarlo».


davide - Wed 24/03/2010 or 18:57

LAZIO/ABUSIVISMO: MONTINO, AL VIA A SABAUDIA 12 INTERVENTI DEMOLIZIONE
22-03-2010

(ASCA) - Roma, 22 mar - E' iniziato questa stamattina a Sabaudia, in provincia di Latina, il primo di 12 interventi di demolizione nell'area del parco nazionale del Circeo. Lo riferisce una nota della Regione Lazio. Le operazioni guidate dal responsabile dell'ufficio regionale anti-abusivismo Massimo Miglio, hanno interessato oggi un'abitazione di circa 60 metri quadrati di superficie e 150 metri cubi di volume costruita in localita' Baia D'Argento, a pochi metri dalle sponde del Lago di Paola e finora completamente nascosta dalla vegetazione boschiva. L'area sara' completamente restituita al patrimonio ambientale.

Per il vicepresidente della regione Esterino Montino ''si tratta di un ulteriore dimostrazione di come la cultura della legalita', unita al rispetto per l'ambiente e a un attento governo del territorio si possano muovere in maniera armoniosa e di concerto con tutte le forze locali. Per questo ringrazio tutte le forze dell'ordine e gli enti che collaborano a questa importante operazione di legalita'''.

La scoperta di questo e degli altri manufatti abusivi ad opera del Corpo forestale dello Stato e del personale dell'Ente nazionale Parco del Circeo, spiega ancora la nota, ''ha permesso di avviare le operazioni di demolizione che vengono effettuate con la collaborazione delle forze dell'ordine. La demolizione di oggi e' la prima di una serie che la Regione Lazio realizzera' nei prossimi giorni nel comune di Sabaudia grazie alla convenzione stipulata all'inizio dell'anno con il comune di Sabaudia e l'Ente Parco nazionale del Circeo''.

L'obiettivo, conclude la nota della Regione Lazio, ''e' quello di abbattere, anche in questa zona, gli edifici abusivi realizzati in contrasto con le norme ambientali, Per la giornata di domani, martedi', sono previsti sempre nella zona di Sabaudia e lungo la costa altri 5 interventi, tutti rientranti nell'area del parco del Circeo''.

(Asca)

http://www.asca.it/regioni-LAZIO_ABUSIVISMO__MONTINO__AL_VIA_A_SABAUDIA_12_INTERVENTI_DEMOLIZIONE-479748-lazio-8.html


davide - Sat 17/04/2010 or 13:24

Sabaudia: dopo la demolizione nelle settimane scorse di gazebi sul lato di Sabaudia e di capannoni presenti nella vegetazione del Parco del Circeo (di cui non ho pubblicato i relativi articoli) ieri è toccato demolire l'ex vicolo cieco alla foce di Rio Martino sul territorio di Sabaudia.

Speriamo che presto si andrà a demolire anche l'ex Pesce d'oro che insiste sulla sponda di Latina. Dopo la caduta di Zaccheo non resta che rivolgermi al nuovo commissario straordinario.

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/17_04_2010/pag24sabaudia.pdf

DAVIDE


giucap - Thu 22/04/2010 or 15:22

Una chicca per Davide, appassionato di demolizioni, qualora se la fosse persa.

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/04/21/news/abusivismo_imminente_decreto_governo_che_ferma_le_ruspe-3520850/

Giulio


davide - Thu 22/04/2010 or 21:30

Bah, se lo faranno riguarderà esclusivamente la Campania, dove da circa 1 anno la procura stà demolendo immobili abusivi in tutta la Regione, tra le barricate dei cittadini.

Cmq se anche riaprissero i termini del condono, potrebbero beneficiarne coloro che non hanno fatto la domanda nel 2003 o coloro che hanno avuto un' ordinanza di demolizione poi impugnata al Tar e di cui ancora non vi è una sentenza di demolizione definitiva.

Le sentenze di demolizioni definitive sia penali (alla Cassazione) che amministrative (al Consiglio di Stato) vanno solo eseguite, il governo non può fare nulla, nessun decreto o legge per superarle.

Berlusconi deve starsi attento, visto che già una volta voleva superare una sentenza definitiva con un decreto legge (l'anno scorso nel caso di Eluana Englaro).

DAVIDE

PS: Infatti sia il ministero dell'ambiente che quello dell'interno mostrano perplessità sulla faccenda 


Salvatore - Thu 22/04/2010 or 21:38
davide ha scritto:
(...) il governo non può fare nulla, nessun decreto o legge per superarle.(...)

Sicuro? Nemmeno un decreto interpretativo? Nemmeno una leggina ad personam? Neanche un lodino? Un milleproroghe? Non può nemmeno porre la fiducia? Che vergogna! Mai che lo lasciano governare in pace questo santuomo!

Salvatore


davide - Sat 05/06/2010 or 15:10

Ad Ardea intanto il sindaco di centrodestra di quel comune continua l'opera di demolizione avviata negli ultimi 2 anni per liberare il fronte mare dagli abusi edilizi degli ultimi 40 anni. Sono circa 110 gli immobili che dovranno cadere sotto il braccio meccanico delle ruspe..

Fà specie vedere che anche sindaci di centrodestra demoliscono, mentre a Latina negli ultimi anni sul lungomare hanno demolito 2 decine di immobili e basta. E' vergognoso!

http://www.ilfaroonline.it/ardea.php"0" width="100%" height="100%">

Ardea: partite le demolizioni delle ville
Ruspe in azione sul lungomare per liberare gli accessi al mare
Il Faro on line - Demolite all’alba due grandi ville sul lungomare di Ardea in zona Lupetta a ridosso del noto stabilimento balneare “Il Mocambo”. A cadere sotto i colpi dei potenti mezzi meccanici la più grande delle due costruzioni che impedivano l’accesso al mare. L’opera si inquadra nel programma del sindaco Carlo Eufemi per ridare il mare ai cittadini. Le operazioni sono state portate avanti dall’assessorato all’urbanistica e dal dirigente del settore Antonello Rocca coadiuvato dal suo vice, Mauro Rossi. I lavori di abbattimento sono stati diretti dal geometra Bennato di Marino. Non è stato possibile a nessun malintenzionato creare la minima turbativa grazie al servizio d’ordine magistralmente organizzato dal personale dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Anzio coadiuvati dal personale del comandante Francesco Passaretti della Polizia Municipale e dal personale della capitaneria di porto di Torvaianica presente con il comandante Francesco Tirso.
Gli abbattimenti riprenderanno a breve nella zona dei settecento ettari demaniali delle Salzare e nella fascia del Lungomare degli Ardeatini dove per quest’ultima zona, già un reparto della Guardia di Finanza sta predisponendo i documenti per gli abbattimenti e l’interrogatorio di quanti proprietari e non, continuano impunemente ad inquinare con scarichi abusivi il mare sopperendo a carenze di altre istituzioni.
E proprio per sopperire al reato di inquinamento messo in atto dalla Guardia di Finanza che verranno emanate nel frattempo ordinanze igienico sanitarie a tutela della costa, ordinanze che imporranno la chiusura coatta delle abitazioni tra l’altro abusive e con ordinanze di demolizioni. Ordinanze igienico sanitarie che sarà difficilissimo impugnare davanti al Tar del Lazio per ottenere la sospensiva, trattandosi di inquinamento del litorale. Le case, durante tutto l’anno sono abbandonate ma, che vengono riaperte e affittate per il periodo estivo come si evince dai cartelli “Affittasi” attaccati sui cancelli. Grazie all’opera della Guardia di Finanza che ad Ardea si arriverà a ridare il mare ai cittadini.
Luigi Centore


Ricki - Sun 06/06/2010 or 09:41

Mi sembra una buona, ottima notizia!

Per fortuna quallche rara brava persona si trova, persino negli esponenti politici dei 2 principali schieramenti.... (si vede che talvolta sono un po'...distratti nel formare le liste..)

Riccardo

 


davide - Sat 26/06/2010 or 16:46

Continuano le demolizioni sul lungomare di Ardea. Demoliti altre 2 case ed il totale delle demolizioni tra il 2009 ed il 2010 sale a 20. In attesa di essere eseguite altre 80 demolizioni, dopo i pareri del Tar.

Ad Ardea continuano a demolire, mentre i 6 km del lido di Latina (che sul lato mare non impediscono certo la visuale del mare come ad Ardea dove ci sono 3 km di edifici senza soluzione di continuità) non si muove foglia.

A Latina si farebbe in quattro e quattrootto a demolire quelle poche case (le cosidette palafitte) che poggiano sulla sabbia. Tra l'altro il WWF anni fà diceva che c'erano anche delle sentenze di demolizione definitive.

Mi domando perchè nessun magistrato della Procura di Latina (neanche il solerte ex procuratore capo Mancini che ce l'aveva a morte con l'abusivismo ed il suo predecessore Gagliardi che addirittura nel 2002 sequestrò 7 km di litorale per abusi edilizi commessi molti decenni prima) riprenda queste pratiche e gli dia finalmente esecuzione.

http://www.ilfaroonline.it/ardea.php"0" width="100%" height="100%">

Ardea, demolite altre due costruzioni abusive sulla costa
Abbattute oltre venti abitazioni. Eufemi: ‘intervento che apre la strada alla liberazione di 3 km di costa’
Il Faro on line - Continua il programma di riqualificazione e riassetto urbanistico voluto fortemente dal Sindaco di Ardea Carlo Eufemi. Questa mattina, tra gli applausi dei bagnati più mattutini , sono ripartite le operazioni di demolizione che riguardano costruzioni abusive sulla costa di Ardea. I manufatti si trovavano precisamente sul Lungomare degli Ardeatini: si tratta due strutture adiacenti, in muratura e di circa 80 metri quadrati l´una aggrediti dalle benne dei potenti mezzi della ditta delle demolizioni. Un´azione che conferma la volontà del Sindaco Eufemi e dell´Amministrazione Comunale di portare avanti l´azione mirata a garantire e restituire decoro al territorio e liberare dal cemento, per quanto possibile, il mare e la spiaggia a tutela dell´ambiente naturale ridando tra l’altro l’arenile ai cittadini.
"Con queste due demolizioni abbiamo aperto una finestra sul mare - dichiara il Sindaco Eufemi - si tratta di un´operazione particolarmente significativa perché riguarda quel tratto di costa nascosto da costruzioni in gran parte risalenti agli anni ´50, ´60, ´70 e che rappresenta perciò un successo storico per l´Amministrazione perché apre la strada alla liberazione di 3 km di costa dal cemento. Le ordinanze che riguardano questa zona sono circa 80 e faranno bene i proprietari a prendere atto che il destino è segnato, in quanto gli interessi collettivi di fruizioni della spiaggia e del mare, è stato assodato, sono ben superiori ai privilegi di chi ha abusivamente occupato aree di pregio e di valore pubblico. Aspettiamo che il Tar si esprima anche sulle altre ordinanze e su tutte procederemo sistematicamente e tempestivamente. Mi auguro che la Regione ci aiuti con le necessarie risorse finanziarie in quanto fino ad oggi abbiamo operato esclusivamente con le finanze del Comune. Non si limitino gli organi superiori a dichiarazioni di facciata sulla legalità e la difesa ambientale, ma facciano atti concreti a favore di chi, come il Comune di Ardea, sta operando con determinazione per gli esclusivi interessi della collettività. Abbiamo superato le 20 demolizioni, ringrazio gli uffici del Comune, il nostro legale Avv. Mariano e tutte le forze dell´ordine per l´impegno e la determinazione con la quale stanno eseguendo la loro  attività mettendo in evidenza, non solo il positivo approccio  "professionale, ma anche la propria partecipazione emotiva ad un´azione che getta i presupposti per cambiare il futuro della città".
Le operazioni sono state condotte dalla Polizia Municipale di Ardea in sinergia con tutte le forze interessate: Ufficio Urbanistica e Demanio Marittimo dirigente Antonello Rocca coadiuvato dal geom Mauro Rossi, dai Carabinieri del luogotenente Antonio Landi comandante la stazione carabinieri di Ardea, dalla Squadra Nautica della Polizia di Stato di Anzio, dalla squadra navale della Guardia di Finanza di Anzio, e dalla Guardia Costiera delle delegazione marittima di Torvaianica - Ardea. I manufatti sono stati abbattuti secondo quanto disposto da sentenze esecutive emesse da parte delle autorità competenti. Solidali con il sindaco presenti sul luogo della demolizione fin dalle 5,30 del mattino il presidente della commissione urbanistica Fabrizio Acquarelli, il capogruppo del Pdl Massimiliano Giordani, l’assessore all’ambiente Nicola Petricca, il consigliere Riccardo Iotti, hanno espresso soddisfazione per il risultato raggiunto ed un impegno a sostenere il sindaco e il dirigente in questa battaglia di legalità per ridare il mare ai cittadini. Un plauso i politici lo hanno elargito al direttore dei lavori e alla ditta incarica per l’alta professionalità dimostrata. Durante le operazioni di abbattimento del manufatto, un elicottero della Guardia di Finanza si è alzato in volo dall’aeroporto militare di Pratica di Mare per controllare dall’alto le operazioni.

DAVIDE


davide - Sat 26/06/2010 or 16:55

Ed ecco l'articolo di Latina Oggi sulle demolizioni di Ardea:

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b19fc5dd0bedcc/pag16pomezia.pdf

Una tirata d'orecchi però al giornale diretto da Panigutti. Da qualche mese hanno modificato i link delle singole pagine. Il risultato è che non si possono più leggere gli articoli ad esempio del 2008 e del 2009.

Già nel 2007 c'era stato un cambio di link, col risultato di rendere inutilizzabili i link delle notizie tra il 2006 ed il 2007. A questo punto visto che chi naviga in internet non può ricostruire l'evoluzione sulla situazione degli abusi edilizi presenti in provincia di Latina (e le loro demolizioni o meno) come è lo scopo di questo post (fin dal 2006), allora da oggi in poi verranno pubblicati i link che richiamano ad immagini JPG della pagina dell' articolo, e non direttamente al loro sito, in modo tale che se anche modificano i link l'articolo resti ben visibile.

DAVIDE


davide - Wed 04/08/2010 or 22:07

Il Comune di Ardea continua la demolizione delle case abusive anche in pieno agosto. Demolite due costruzioni di 130 mq ed in programma la demolizione di altre 4 case entro fine mese.

Và detto che nel 2004-2005 il comune di Ardea (guidato dall'attuale sindaco) fu sottoposto ad un indagine da parte dell'allora prefetto di Roma Serra. Tra i motivi vi erano anche le mancate demolizioni di immobili abusivi. Il prefetto riscontrò irregolarità, ma non sciolse il comune, a patto che in futuro si fossero fatte le demolizioni. Ciò che oggi stà avvenendo..

E' la dimostrazione ancora una volta che se vi è la volontà politica i ricorsi al Tar non dormono decenni e le demolizioni si fanno. Ora mi domando cosa stà facendo il comune di Latina.

Mi ostino a credere che non vi siano sentenze di demolizione definitive e da subito eseguibili....

Commissario NARDONE dia lei esecuzione a queste sentenze!

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/10_agosto_4/ardea-via-case-abusive-1703521488196.shtml"content-to-read">

EDILIZIA

Ardea, giù le seconde case abusive
Presto ne saranno demolite altre 80

Alcune erano occupate da turisti in affitto per l'estate,
sgombrati dalle forze dell'ordine con decreto esecutivo

La demolizione della villetta abusiva costruita sulla spiaggia di Ardea (foto Faraglia)
La demolizione della villetta abusiva costruita sulla spiaggia di Ardea (foto Faraglia)
ARDEA
- Turisti sfrattati all'alba, per far largo alle ruspe. Accade ad Ardea, il cui Comune è tra i più agguerriti contro l'abusivismo edilizio. Lo dimostrano i costanti abbattimenti lungo il litorale, che lentamente torna a respirare dopo la selvaggia cementificazione risalente agli anni in cui, per una casa al mare, bastava alzare quattro muri e un tetto nel giro di una notte.

SECONDE CASE - A venir giù sono soprattutto le seconde case, come le due di mercoledì mattina, occupate da turisti in affitto che si sono visti piombare le forze dell'ordine con tanto di decreto esecutivo. Giusto il tempo di fare le valigie, poi il trasloco dei mobili in strada e il via alle ruspe.
«Sotto il profilo sociale - dice il sindaco di Ardea Carlo Eufemi - possiamo dire di non creare alcun danno. Semmai il disagio in questi anni lo hanno portato gli abusivi che non hanno permesso alla comunità di godere di un ambiente intatto, una spiaggia priva di cemento».

Gli arredi e i beni dei turisti sgombrati prima della demolizione sul lungomare (foto Faraglia)
Gli arredi e i beni dei turisti sgombrati prima della demolizione sul lungomare (foto Faraglia)
PIANO AMBIZIOSO
- «Nell'ultimo periodo abbiamo abbattuto 24 immobili abusivi - prosegue il primo cittadino - insistenti sul demanio marittimo o a ridosso dell''area demaniale ma in area definita "di pregio". L'aspetto da sottolineare è che nei contenziosi inevitabilmente sorti, il Tar ci dà ragione. E' segno che le procedure adottate funzionano», sottolinea Eufemi.
In sintesi, si parte dal negare la sanatoria, per poi aspettare che il procedimento in tribunale faccia il suo corso. «Abbiamo intenzione di demolire altri 80 immobili: altri quattro entro il mese di Agosto». I turisti sono avvertiti.

La villetta sulla spiaggia abbattuta (foto Faraglia)
La villetta sulla spiaggia abbattuta (foto Faraglia)
RIQUALIFICARE SI PUO'
- «Siamo convinti di poter liberare gran parte del nostro litorale - prosegue Eufemi -lungo circa 9 chilometri, anche metro dopo metro. Lo facciamo con i soldi del nostro bilancio: almeno 15mila euro ogni abbattimento. Da recuperare, ma non si sa quando, visti i tempi della giustizia. Per la riqualificazione ci stiamo adoperando con marciapiedi, arredi, piste ciclabili. Le Regione ci ha messo a disposizione due milioni e mezzo di euro, e siamo sicuri che ci starà vicino in questo percorso».

Michele Marangon
04 agosto 2010



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