Autore: Francesca Suale

Moscerini, al via la disinfestazione.

Apprendo adesso da un quotidiano, Il Territorio, che dopo l’ultima disinfestazione contro i moscerini che purtroppo non ha portato i suoi frutti, Latina Ambiente ci riprova, a partire da domani, durante la notte, gli operatori si recheranno nelle zone della città più colpite dai moscerini per risolvere il problema (speriamo!) Le sostanze che saranno utilizzate non sono nocive per l’uomo. Si invitano comunque i cittadini a tenere le finestre chiuse durante il trattamento.
Per i nostri quartieri, q4 – q5, l’intervento di disinfestazione è previsto per Giovedì 14/9 .

In memoria di Enzo Baldoni

Lettera aperta a Giorgio Napolitano
di Diario
Carissimo Presidente, le scriviamo per parlarle di Enzo Baldoni. In questi giorni ricorre il secondo anniversario della sua uccisione, in Iraq. Si rinnovano momenti terribili: il rapimento, i giorni senza notizie, il video dei rapitori, la brevissima illusione di un rilascio dell’ostaggio, l’improvviso annuncio della uccisione. Erano gli ultimi giorni dell’agosto 2004, l’Italia aveva appena vinto la maratona alle Olimpiadi di Atene, il Paese era in vacanza, in Iraq molti inviati dei nostri giornali e innumerevoili altri freelance, fotografi, volontari seguivano quello che allora era conosciuto come l’intervento militare più importante dei nostri tempi, il banco di prova contro il terrorismo, la levatrice di una società democratica al posto di una dittatura spietata. Erano anche i giorni di una rivolta dei radicali sciiti del giovane Moqtada al Sadr che si era asseragliato nella città santa di Najaf e di lì reggeva l’assedio dell’esercito americano.

Enzo Baldoni era partito da Milano alla fine di luglio. Aveva 56 anni, che aveva fatto tante belle cose nella vita: pubblicitario di fama, giornalista, traduttore, padre di due ragazzi, scrittore di reportages da luoghi pericolosi del mondo. Con un accredito di questo giornale, si era recato a Baghdad con lo scopo di vedere da vicino, capire e raccontare, che cosa è una guerra, che cosa cambia negli uomini, e raccontare. Avrebbe scritto le sue corrispondenze su Diario e avrebbe poi pubblicato un libro che avrebbe raccolto quest’ultima e le sue precedenti esperienze in Colombia, in Birmania, in Messico, a Timor Est…

Quanto poco e quanto troppo tempo è passato da allora! Appena due anni per vedere svanire utopie e osservare – ormai solo da lontano – lo scatenarsi di una terrificante guerra civile. Come lei sa, Presidente, oggi non ci sono più giornalisti in Iraq, non ci sono più racconti, né voci. Ci sono solo grafici e conteggi che provengono da un buco chiuso. E ci vogliono distruzioni di città e attentati sempre più sanguinosi perché il rumore arrivi fino a noi.
Ma noi vorremmo ricordare ancora quello che fece Enzo Baldoni nell’ultimo giorno della sua vita. Organizzò un convoglio della Croce Rossa italiana a Baghdad per portare viveri e medicine a Najaf; si accordò con i ribelli sciiti per una proposta di mediazione da portare in Vaticano al fine di far cessare i bombardamenti; riuscì ad arrivare quasi fino al suo obiettivo, curò feriti. Sulla strada del ritorno la sua automobile in testa al convoglio, ormai quasi alle porte di Baghdad, per questione di un decimo di secondo fu investita dallo scoppio di una bomba posta al ciglio della strada. Il suo autista e interprete Ghareeb fu ammazzato subito, Enzo venne sequestrato da un gruppo di persone che si definiva Esercito Islamico in Iraq e ucciso dopo pochi giorni. Lo stesso 20 agosto l’Esercito rapì anche i giornalisti parigini Chesnot e Malbrunot, che furono poi liberati dopo quattro mesi e una imponente e commovente mobilitazione di tutta la società francese. Noi italiani, presto avremmo conosciuto l’angoscia per il sequestro di Simona Torretta, Simona Pari, Giuliana Sgrena, fortunatamente tutte tre tornate a casa.
Di Enzo Baldoni non è tornato a casa neppure il corpo.

Per quello che ha fatto Enzo, noi pensiamo che egli abbia diritto a un riconoscimento. Lo chiedono moltissime persone e istituzioni che gli hanno intitolato strade, edifici pubblici, premi.
Ma purtroppo questo non è ancora avvenuto. Anzi. Le notizie diffuse questa estate su giornalisti al soldo e agli ordini del Sismi ci fanno ricordare quello che avvenne due anni fa: vennero diffuse su Enzo Baldoni notizie false e ingiuriose, tese ad assolvere i nostri servizi segreti e anzi a far pensare a un loro impegno nella liberazione dell’ostaggio, che invece fu del tutto inesistente. Venne fatto di tutto per tacere il suo impegno con la Croce rossa, che avrebbe potuto sicuramente giocare a suo favore con i rapitori. Anche questo successe nel corso della nostra disgraziata partecipazione alla missione irachena. Anche questo è successo all’interno della nostra professione.

Le notizie che abbiamo oggi sono ancora fosche, torbide e insultanti. Periodicamente qualche malfattore si propone per recuperare la salma di Enzo, propone esami di Dna su «campioni», chiede naturalmente soldi. Sembra che solo degli avvoltoi siano interessati al recupero della salma di un cittadino italiano ucciso all’estero. Sembra che il governo iracheno, la diplomazia italiana, la politica, la semplice umanità non siano in grado di assolvere a un compito sentito come basilare fin dagli inizi della storia.

Carissimo Presidente. Come da moltissimi auspicato, la nostra presenza militare in Iraq volge al termine e i nostri soldati torneranno a casa, con il loro bagaglio di ricordi ed esperienze, speriamo non tutte negative.

Noi le scriviamo questa lettera, chiedendole, se vorrà, due cose possibili. Se lei parlerà di Enzo Baldoni, di quello che ha fatto in Iraq, Enzo avrà il giusto riconoscimento che tanti aspettano. Se lei chiederà che il suo corpo venga restituito, renderà un grande servizio alla famiglia Baldoni e, crediamo, all’Italia.

Ma dove vogliamo arrivare?

Ma dove vogliamo arrivare?

Sono già molti giorni che non si fa che parlare della microcriminalità, se sia o non sia emergenza a Latina e provincia. Oggi, ancora una volta, i giornali riportano delle notizie allarmanti, una tentata rapina ad un forno su via del Lido, con accoltellamento di un fornaio che per fortuna sarà guaribile in pochi giorni, due furti in appartamenti con un bottino notevole; di contro poi si riportano le dichiarazioni della Prefettura di Latina, stando alle quali i furti a Latina sono diminuiti, confrontando i dati del 2005 con quelli del 2006. I dati di Latina città che vengono riportati a mio parere sono davvero irrisori, parlare di 2419 furti nel 2005 contro i 2404 del 2006, un bell’incoraggiamento, quanto ci solleva sapere che nella nostra città sarebbero stati consumati ben 15 furti in meno rispetto al 2005? Ma si è tenuto conto che siamo soltanto nel mese di settembre e che a giudicare dalle notizie, basta un’occhiata ai titoli dei giornali, stiamo raggiungendo la media, colmando il divario, e rischiamo anche di superare i dati del 2005?
A confermare la preoccupazione che la situazione non stia affatto migliorando c’è un altro articolo su Il Territorio dove si annuncia la protesta delle forze di Polizia che segnalano la grave carenza di personale e annunciano, tramite la segreteria provinciale del sindacato autonomo, una serie di manifestazioni di protesta. Pare che dagli anni 90 ad oggi l’organico della squadra volante sia stato addirittura ridotto della metà. Incredibile!
Ad aggiungere benzina sul fuoco in un altro articolo il consigliere regionale Ds Luisa Laurelli chiede chiarimenti sul sistema di video-sorveglianza che non ha mai funzionato a dovere, le 15 telecamere sistemate in vari incroci della nostra città, due delle quali nei nostri quartieri, inviano immagini difettose, di notte non si vede praticamente niente, pur essendo stati spesi 400 mila euro, così la Laurelli annuncia l’intenzione di bloccare la seconda tranche del finanziamento regionale, circa la metà dello stanziamento complessivo per le telecamere.
Ma di questo passo dove vogliamo arrivare?
baol

Biblioestate in q4 – q5

Da “Latina Oggi” del 12 luglio 06

BIBLIOESTATE
Tornano i corti a San Luca

L’associazione “La Domus” di Latina partecipa all’iniziativa comunale “Biblioestate 2006”. Il progetto mira a promuovere le biblioteche cittadine durante il periodo estivo. Le iniziative della Domus si svolgeranno durante il periodo estivo nei quartieri Nuova Latina e Nascosa ed avranno inizio venerdì 14 alle ore 21 presso il piccolo anfiteatro della parrocchia San Luca. Si tratta della proiezione di alcuni cortometraggi che hanno partecipato alla seconda edizione del Festival Pontino del cortometraggio.
Sabato 15 alle 21 sarà la volta della performance del laboratorio teatrale “La Domus” dal titolo “Il condominio”. La rappresentazione sarà allestita nella sede dell’associazione socio-culturale di via Paganini.
Domenica 16 la manifestazione si concluderà alle ore 21 con un secondo appuntamento con i cortometraggi sempre nel piccolo anfiteatro della parrocchia di San Luca.

PALLINO

E’ tornata l’Estate e, purtroppo, ritorna la piaga dell’abbandono degli animali sulle strade alla partenza per le vacanze estive… questa è la storia di uno dei tanti.

PALLINO

Mi chiamavo Pallino, ero un cane.
Nella vita si può nascere cani, uomini, gatti… lombrichi.
E’ la vita che decide.
Io sono nato cane e mi hanno messo nome Pallino, in omaggio a uno scrittore russo, giacché il mio padrone era un intellettuale, un uomo per bene, distinto, con una posizione… così quel giorno i miei fratelli hanno sentito un brivido d’invidia.
Stavamo tutti insieme in una cesta, ma forse io ero il più bello, allora scelse me.
La proprietaria del negozio mi tolse dalla cesta e lui mi soppesò tenendomi per la collottola, sospeso sul bancone. Poi mi portò via.
Lo guardai mentre lasciava certi biglietti colorati, erano il mio prezzo, e la vecchia li contava soddisfatta… mi sa che sono stato un buon affare, così mi omaggiò d’un bel collare rosso con campanellino, che quando mi muovevo suonavo e tintinnavo, e continuavo a scuotere le orecchie infastidito.
Era la vigilia di Natale, una di quelle feste che piacciono tanto agli umani e fanno un gran baccano per le strade. Tutta un’agitazione.
Il mio padrone, l’uomo per bene, mi portava sotto braccio, distratto e piuttosto frettoloso… ma, a un certo punto, l’aria fredda della strada rimbalzò sulla mia pancia rosa di cane e mi scombussolò talmente che… insomma, mi vergogno a dirlo, ma feci la pipì sulla sua bella giacca. Forse fu allora che cominciò la nostra inimicizia; l’uomo distinto mi strattonò, mi spenzolò nel vuoto reggendomi per le zampe anteriori, mi rimbrottò aspramente e, ripulitosi alla meglio, dignitoso, mi portò a casa, sballottandomi per il collare come una valigia per il manico.
La casa era bella. Il suo tepore mi ricordò la mamma, la dolcezza del suo seno, il latte caldo e la sua lingua umida sul mio pelo ispido… mi commossi. Non vide l’uomo per bene la lacrima che mi scendeva sotto l’occhio, lui, lo capii più tardi, non vedeva quasi nulla.
A mezzanotte, Natale, conobbi tutta la famiglia.
Il padrone mi tirò fuori da una scatola con nastro, come un coniglio bianco dal cilindro, ed io, felice, scodinzolai ai suoi figli, due piccoli umani con le faccette sveglie che gridavano in coro: “Ecco Pallino! Grazie paparino!”
La padrona, la consorte dell’uomo per bene, non gridava… lei si preoccupava solo del tappeto… e comunque sentenziò che avrei dormito nello sgabuzzino, quella sarebbe stata la mia cuccia.
Però mi piacevano tanto i cuccioli di uomo. Anche io ero un cucciolo e tra cuccioli di tutte le razze ci s’intende bene: mi guardavano ed io li guardavo, mi sorridevano ed io, di rimando, sorridevo loro, alla maniera dei cani, con la coda.
Per un po’ mi sono pure domandato come fosse da cucciolo il mio padrone, l’uomo per bene.
Oggi i suoi piccoli mi mancano tanto, tanto ancora, ma il dolore, quello non va via, e non è stata colpa mia …
Si può nascere cane, uomo, gatto… lombrico.
E’ la vita che decide.
Finire sotto un camion, in autostrada, è stato il mio destino di cane abbandonato sulla strada.
Una mattina che i bambini dormivano, mi prese, lui, il padrone; lui tanto per bene mi disse:
“Andiamo a passeggiare, dai muoviti Pallino!”
ed io quasi ero contento, che sembrava il principio di una tregua.
Sapevo di avere mangiucchiato le ciabatte e fatto la pipì sul bel tappeto e me ne vergognavo, ma promettevo sempre, umiliato, che presto avrei imparato.
“Cosa diremo ai bambini?” chiedeva allarmata la padrona.
Ma lui, distinto, elegante, per bene, rispondeva: “I bambini dimenticano in fretta, basta comprar loro un giocattolo nuovo!”
Così quel camion in autostrada, quando la macchina del mio padrone e signore era lontana, quando non sapevo dove andare e il mio fiuto m’ingannava… quando il senso d’orientamento e la paura fanno la parte dei tiranni, e ti scoppiano nel cuore … quando la testa ti ronza e ti ripeti “adesso torna, lui è un uomo per bene… vedrai che ora torna indietro…” e ti sporgi meglio per vedere, e arrivi zigzagando sulla striscia di mezzeria, e un camion ti suona impazzito, ma quel suono ti rintrona e ti fa peggio, e barcolli, e hai solo il tempo d’infilare la coda tra le zampe… poi ti sfracelli tra le ruote…
Si può nascere cani, uomini, gatti… lombrichi.
E’ la vita che decide.
Io sono nato cane.

Francesca

5.000 copie della Costituzione

Su Il Messaggero di venerdì 19 maggio ho letto questo interessante trafiletto: I giovani non conoscono la Costituzione? La Prefettura distribuisce 5.000 copie.
In occasione del 60° anniversario della Repubblica la Prefettura di Latina ha pensato bene di far distribuire 5.000 copie della breve ma preziosissima Costituzione ad altrettanti studenti delle scuole superiori della provincia alle prese con l’esame di maturità.
Si occupano della distribuzione tre nuclei interforze costituiti da appartenenti alle forze armate, corpi armati e non. Nella speranza che i ragazzi possano leggere, o almeno dare uno sguardo, al testo più importante.
Saluti
Baol

V.le Paganini o Indianapolis?

Un mio vicino di casa mi ha riferito che sono già alcune notti che viale Paganini è divenuta un circuito per le corse automobilistiche, dove autoveicoli incuranti del limite di velocità, del codice della strada e della necessaria prudenza, si gettano in inseguimenti rocamboleschi, con sprezzo del pericolo e dell’incolumità loro e degli altri.
Il mio vicino ha rischiato di essere investito, ciò nonostante sembra che l’episodio si sia ancora ripetuto, tanto nessuno sorveglia e i nostri quartieri sembrano essere meta preferita per ogni genere di “malefatta”, atti vandalici, furti, discariche abusive e perché no, anche circuiti per gare automobilistiche in cui ci si possa tranquillamente esibire… tanto di notte chi controlla?
Continuano le emergenze in tema di sicurezza, mi auguro non si voglia attendere l’irreparabile prima di prendere gli opportuni provvedimenti.
Saluti
Francesca