“Buongiorno, vorrei un francobollo per favore”

“Non ne abbiamo… però se vuole possiamo spedirgliela noi la lettera!”

Questo è quello che succede quando si entra da un tabaccaio per comprare un francobollo.

Quasi tutti ormai sono diventati concessionari dei servizi postali privati, e dimenticano di tenere le scorte di francobolli di Poste Italiane costringendo di fatto gli utenti ad utilizzare i servizi postali privati che, immaginiamo, daranno una provvigione superiore al tabaccaio.  

Persino alle Poste però le cose non cambiano di molto: prendete il numero, fate la fila e quando arriva il vostro turno vi sentite dire che non hanno i francobolli o, nella migliore delle ipotesi, vi propongono delle combinazioni assurde per raggiungere la tariffa che loro stessi hanno imposto. Così potrebbe capitarvi che per comporre i 90 centesimi necessari per spedire una lettera in Italia, vi diano 2 o persino 3 francobolli che non avete manco lo spazio per metterli. Non parliamo nemmeno di quello che succede se dovete spedire una lettera negli Stati Uniti!

Alle Poste però vi propongono l’affrancatura automatica, quella tramite macchinetta, ma dovete avere la lettera già con voi.

Popolo del 2015 quasi 2016, di tenere una scorta di francobolli a casa da usare alla bisogna, ormai non se ne parla! Per i nostalgici che prima delle feste vorrebbero scrivere decine di biglietti di auguri, affrancarli a casa con tutta calma e poi imbucarli nella vecchia cassetta delle lettere, non ci sono speranze.

Qualche domanda sorge spontanea:

1) ai tabaccai, concessionari di servizio pubblico, non dovrebbero essere richiesto di tenere una adeguata scorta di francobolli?

2) gli Uffici Postali (che decidono la tariffa) non dovrebbero sempre avere francobolli del taglio adeguato, sia per l’Italia sia per l’estero? E comunque non dovrebbero sempre e comunque avere a disposizione dei francobolli da vendere invece di costringere gli utenti a recarsi allo sportello con le lettere già pronte per essere spedite?

Salvatore