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La mafia “normale”

La mafia "normale" , quella che entra strisciante, senza fare rumore, nel quotidiano di una comunità, si impadronisce di città.. di intere società, entrando a far parte di un modo di agire, pensare.. di consuetudini passivamente accettate, di una maniera di pensare e interpretare i rapporti interpersonali, dove tutti, persino le persone più rispettabili,  assorbono questa mentalità.. o quanto meno l’accettano, una sorta di presa d’atto che è così che vanno le cose.. e se vuoi vivere devi adeguarti, che questa è la norma.. se non la regola.. e devi starci, se no sei fuori, finito.. .

Possiamo parlare, se mi si passa il paragone, di una sorta di mutazione della specie, dove l’individuo per sopravvivere, scongiurare l’estinzione, deve conformarsi ad un ambiente, porre in essere modalità e comportamenti tali da essere compatibile con lo stesso.. e sono certa che sia proprio così che senza accorgersene, anche se onesti, si possa diventare complici… quando in modo normale  per es. si cercano favori, appoggi..  le amicizie che possano renderci in qualche modo “sicuri”..  alimentando un sistema di asservimento, avallandolo.. entrando a farne parte.  Stigmatizzare simili comportamenti è sempre più difficile, quando una consuetudine diventa normale, quando si sta sempre sull’orlo.. e un certo modo di fare sta sul confine, non propriamente al di fuori dalla legge che può intervenire sempre dopo, molto dopo, solo quando davvero si è oltrepassato il limite, ecco che  è paradossalmente normale la mutazione di usi e costumi.. che poi sono ciò che caratterizza un popolo (mica roba da nulla! Siamo noi tutti!). Senza questa mutazione nel modo di fare, sentire, non ci sarebbe substrato per la mafia, e il divario tra bene e male sarebbe sempre netto, tracciato inequivocabilmente. Ma c’è una sub-cultura di tipo mafioso che si sta sostituendo alla cultura.. e questo è un fatto gravissimo. Quando non c’è condanna morale, la percezione degli individui è falsata e può sembrare lecito tutto ciò che accade, nessuno interviene finché non è la legge a intervenire.. le questioni di coscienza.. l’etica e la morale, sono addirittura beffeggiate quasi fossero delle zavorre, e sono tacciate di pregiudizio le voci coraggiose che si levano contro il malcostume..

Temo che in questa città troppi comportamenti si facciano passare in silenzio, nella “normalità” di una cattività nella quale siamo costretti a vivere.. ritengo che il passo verso la mafia normale si sia già compiuto da tempo..   ma la consapevolezza che questa deriva vada contrastata con forza, prima di arrivare al punto di non ritorno, finalmente si sta facendo strada,  ed è da questa consapevolezza che dobbiamo ripartire.   

Francesca

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Nessuna risposta

  1. Freddy ha detto:

    Il fatto grave Francesca, è che le mutazioni, per definizione, si trasmettono alla progenie…

    spezzare questo circolo vizioso, è un dovere civico e morale.

    Ognuno di noi può fare qualcosa, lo deve fare, soprattutto per una questione di autostima, unica medicina per contrastare chi ha completamente perso il senso della vergogna.

    freddy