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Latina Calcio, non solo sport

I miracoli in nero del Latina Calcio

Marco Omizzolo, Roberto Lessio, LATINA, 26.6.2014

Non solo sport. Il club pontino è passato in pochi anni dalla categoria dilettanti a un soffio dalla serie A. Il proprietario è il deputato di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta. Una carriera politica folgorante, la sua, con «grandi elettori» molto discutibili e un papà in galera

La curva del Latina

Un sogno ad occhi aperti o un incubo dal quale sve­gliarsi prima pos­si­bile? È quanto si stanno doman­dando i cit­ta­dini di Latina dopo che la locale squa­dra di cal­cio, che fino a otto anni fa mili­tava nelle cate­go­rie dilet­tan­ti­sti­che, ha fal­lito per poco la pro­mo­zione in serie A. Il dirigente-proprietario che ha per­messo que­sto «mira­colo all’italiana» si chiama Pasquale Maietta, attuale depu­tato alla Camera e Teso­riere del gruppo Fra­telli d’Italia. Pasquale è figlio di mamma Cira e di papà Car­mine, quest’ultimo arre­stato a set­tem­bre scorso nell’ambito dell’inchiesta «Pay to Drive» della Pro­cura della Repub­blica di Latina. L’accusa dice che alcuni fun­zio­nari della Moto­riz­za­zione Civile pro­vin­ciale, dove ha lavo­rato il padre dell’onorevole prima di andare in pen­sione, truc­ca­vano gli esami di guida in cam­bio di bustarelle.

La car­riera poli­tica di Maietta è stata finora fol­go­rante. L’ascesa è ini­ziata con le ele­zioni comu­nali del 2007. In quell’occasione venne rie­letto a Sin­daco Vin­cenzo Zac­cheo, uomo emblema, insieme al «repub­bli­chino» Ajmone Fine­stra, della destra locale, pre­sto «sfi­du­ciato» da un certo Clau­dio Faz­zone da Fondi (Lt), attuale sena­tore della Repub­blica per Forza Ita­lia e mem­bro della Com­mis­sione Anti­ma­fia; il tra­nello scattò in seguito ad un ambi­guo fil­mato di Stri­scia la Noti­zia del 2010 (che peri­zie foni­che hanno poi smen­tito) nel quale Zac­cheo sem­brava rac­co­man­dare le sue due figlie alla neoe­letta pre­si­dente della Regione Lazio Renata Pol­ve­rini. Da que­sta faida emerse Maietta, primo degli eletti nelle file di An nelle ele­zioni comu­nali del 2007; file di «zin­gari» (così sono chia­mati a Latina gli appar­te­nenti a una nota fami­glia Rom ormai assunta a nome di clan) davanti ai seggi osten­ta­vano per chi avreb­bero votato. In qual­che caso senza nean­che acco­mo­darsi nella cabina elet­to­rale. C’era per­sino una sorta di ser­vi­zio d’ordine che li accom­pa­gnava al seg­gio e poi li riac­com­pa­gnava a casa. Il «nostro» fu rie­letto in Con­si­glio Comu­nale anche nel 2011 e nomi­nato Asses­sore al Bilan­cio dal nuovo Sin­daco Gio­vanni Di Giorgi.

L’ultimo balzo c’è stato lo scorso anno: Maietta è diven­tato depu­tato per scelta del suo par­tito e per mezzo del «por­cel­lum». Con la stessa velo­cità si sono rea­liz­zate le for­tune della Latina Cal­cio, risorta pro­prio nel 2007 anche gra­zie a dispo­ni­bi­lità eco­no­mi­che dell’allora con­si­gliere comu­nale che impres­sio­na­rono tutti i soci, tranne qual­cuno che ini­ziò a doman­darsi da dove pro­ve­nis­sero quei soldi, senza tro­vare per ora rispo­ste. La vicenda si è com­pli­cata lo scorso anno alla vigi­lia della par­tita con l’Avellino. Era stato da poco licen­ziato l’allenatore Fabio Pec­chia (oggi alle­na­tore in seconda di Beni­tez al Napoli) autore dell’exploit che la squa­dra stava rea­liz­zando. Il 13 aprile 2013 il quo­ti­diano Latina Oggi pub­blicò un arti­colo su un’inchiesta avviata dalla Pro­cura della Repub­blica pon­tina rela­tiva ad un giro di asse­gni post­da­tati, quindi ille­gali, emessi dalla «Latina Cal­cio» per sal­dare i conti con i suoi gio­ca­tori e lo staff. Gli asse­gni post­da­tati poi risul­tati «smar­riti» erano incas­sa­bili solo dopo l’inizio del nuovo cam­pio­nato in Prima Divisione.

Con­vo­cata un’apposita con­fe­renza stampa Maietta e soci si giu­sti­fi­ca­rono con l’arrivo di una nuova diri­genza gui­data da Paola Cavic­chi, impren­di­trice nel set­tore dei tra­sporti e delle costru­zioni. Quest’ultima, secondo Maietta, avrebbe ere­di­tato «una situa­zione amministrativo-economica disa­strosa». Resta da sapere come mai l’On. Maietta non cono­sceva l’esistenza degli asse­gni posda­tati con­si­de­rando che al tempo della loro emis­sione era vice­pre­si­dente. Resta poi da capire come si sia pas­sati da una situa­zione finan­zia­ria disa­strosa ad una invece flo­rida, visto che da recenti visure came­rali della società non risulta alcun aumento del capi­tale sociale. Coin­ci­denza vuole che dalle inter­cet­ta­zioni tele­fo­ni­che che hanno por­tato all’arresto di Maietta padre, pare che in quello stesso periodo da una miste­riosa busta sia sbu­cato un altro pacco di asse­gni poco chiari. La busta era di Paola Cavic­chi, attuale co-presidente della Latina Cal­cio insieme all’onorevole di FdI.

Pur­troppo di tutto que­sto alla città importa poco. Come pare poco inte­res­sare il vero pro­getto legato all’exploit della «Latina Cal­cio», ossia la rea­liz­za­zione della «Cit­ta­della dello Sport». Un pro­getto che molti non sono riu­sciti a con­cre­tiz­zare, a comin­ciare da Angelo Deo­dati, uomo di Man­lio Cer­roni (l’ex ottavo re di Roma), con­dan­nato per uno scan­dalo di maz­zette e rifiuti a Pome­zia e diven­tato pre­si­dente della «Latina Cal­cio» alla fine degli anni Novanta. Ad accom­pa­gnarlo in quell’impresa c’era Bruno Landi, ex Pre­si­dente socia­li­sta della Regione Lazio, arre­stato all’inizio di quest’anno per scan­dali legati allo smal­ti­mento ille­gale dei rifiuti. Quest’inchiesta coin­volge anche la società Ecoam­biente, con­trol­lata indi­ret­ta­mente dal Comune di Latina, che gesti­sce una delle due vasche della disca­rica di Borgo Mon­tello (Lt). L’idea ini­ziale della «Cit­ta­della» è ancora attuale. Lo ha con­fer­mato anche l’assessore alle Atti­vità Spor­tive del Comune di Latina Michele Nasso. Di ori­gini cala­bresi e con­si­gliere comu­nale di Forza Ita­lia, Nasso è uno dei più impor­tanti «palaz­zi­nari» della città. Iden­tico cur­ri­cu­lum di Vin­cenzo Mal­vaso, anch’egli di ori­gini cala­bresi ed eletto in Con­si­glio comu­nale nelle file for­zi­ste, al cen­tro di una vicenda immo­bi­liare a Borgo Piave (fra­zione di Latina), che vede attual­mente inda­gata l’intera Giunta Comunale.

Dun­que, anche se la pro­mo­zione in serie A non è rinviata [arrivata? ndr], a Latina per «forza di cose» (parole di Nasso) serve un nuovo sta­dio. Con l’occasione il vec­chio sta­dio, situato nel cuore della città, potrebbe avere altre desti­na­zioni d’uso. Il nuovo sta­dio invece sarà dotato di cen­tri com­mer­ciali, uffici, appar­ta­menti e infra­strut­ture varie. Sarà una coin­ci­denza ma guarda caso la «Latina Cal­cio» di Maietta dispone di alcuni immo­bili pro­prio a Borgo Piave. Gli immo­bili erano parte delle pro­prietà della ex Ful­gor­cavi (oggi Nexans) spesso citata dallo scrit­tore Anto­nio Pen­nac­chi, quello del «Fascio-comunista» e di «Canale Mus­so­lini». Pen­nac­chi è cele­bre per alcune azzar­date dichia­ra­zioni, come quella per cui la camorra e la delin­quenza dif­fusa in zona sareb­bero roba di «certa sini­stra fighetta». La mafia in par­ti­co­lare, secondo lo scrit­tore, «è solo un’invenzione di quat­tro mito­mani amma­lati di pro­ta­go­ni­smo»: garan­ti­sce Pen­nac­chi. Poco importa doman­darsi chi ha ucciso Don Cesare Boschin dopo che l’anziano par­roco aveva denun­ciato il traf­fico ille­cito di rifiuti che inte­res­sava la disca­rica di Mon­tello, per­ché il grat­ta­cielo Key in pieno cen­tro a Latina era inte­stato di fatto a due nul­la­te­nenti, chi ha inviato e per­ché dei pro­iet­tili all’ex que­store di Latina Nicolò D’Angelo e all’ex capo della squa­dra mobile Cri­stiano Tata­relli o una busta mina­to­ria al Pm di Latina Giu­seppe Miliano, per­ché non è stata sciolta la pas­sata ammi­ni­stra­zione comu­nale di Fondi o le ragioni della promozione-allontanamento del rigo­roso pre­fetto di Latina Frat­tasi. Comun­que, una nuova gigan­te­sca colata di cemento, in una città dove è stato già costruito il dop­pio delle cuba­ture neces­sa­rie ai suoi 120 mila abi­tanti, sod­di­sferà appe­titi e inte­ressi radi­cati. Poi vatti a doman­dare per­ché in pro­vin­cia di Latina ogni capo­po­polo che passa, dal Duce a Cic­cio­lina, pas­sando per Andreotti, Ber­lu­sconi e Grillo, riem­pie le piazze.

E chi si ricorda più di que­gli «zin­gari», impa­ren­tati con noti per­so­naggi dediti alle estor­sioni e al traf­fico di droga che non uti­liz­za­vano nean­che la cabina elet­to­rale per votare. Tanto lo sape­vano tutti, anche i poli­ziotti pre­senti davanti al seg­gio, per chi avreb­bero votato.

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Nessuna risposta

  1. VinxLt ha detto:

    e' brutta gente, lo sanno tutti.

    assurdo che in una citta' con 1000 problemi si privilegi il calcio. ma si sà che il potentissimo Maietta, forte degli "amici" che lo spalleggiano, se la comanda..

    anche perche con un sindaco del genere, sperare in qualcosa di buono e' pura utopia. 

  2. Salvatore ha detto:

    Bruttissima gente! Basta vedere il vergognoso striscione intimidatorio affisso oggi in curva nord

  3. VinxLt ha detto:

    Salvatore chi sono queste due persone?

    scusa l'ignoranza.. il primo su web mi dice Libera..

     

  4. Salvatore ha detto:

    Sono due ambientalisti, autori del seguente articolo: 

    http://ilmanifesto.info/i-miracoli-in-nero-del-latina-calcio/

    Ovviamente gente così non è benvoluta da chi vive nell'illegalità e fa dell'arroganza il suo stile di vita 

  5. Salvatore ha detto:

    Di seguito l'articolo del direttore de "il caffè" latina  apparso sul numero 293 a pag. 42