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La legalità impossibile – prima parte

In Italia la legalità è possibile?

Per tentare una risposta vediamo cosa si intende per legalità, o meglio, come questa si estrinseca e si manifesta. La legalità dovrebbe essere il rispetto della legge da parte della vasta maggioranza dei cittadini. Il non rispetto della legge da parte di una esigua minoranza dovrebbe suscitare riprovazione e biasimo nella porzione “sana” della società civile nonché la pronta reazione delle istituzioni preposte tesa a ripristinare (dove possibile) la legalità, e a somministrare la pena prevista ai trasgressori.

Questo è vero in un normale Stato liberale dove la legge è un contratto sociale tra i cittadini e le istituzioni. Paradossalmente è vero pure in uno stato totalitario dove la legge non è un contratto bensì l’imposizione di un despota. Rispettare la legge non è opzionale negli stati totalitari; è un dogma cui bisogna adeguarsi anche se controvoglia pena sottostare alla (in?)giusta punizione. I regimi totalitari, infatti, si distinguono spesso per l’arbitrarietà delle leggi, che non vogliono essere né giuste né eque, ma solo funzionale al potere del tiranno.

E in Italia? In questo nostro povero paese, caricatura di uno stato liberale, come stanno le cose?

Il sistema legislativo

In uno Stato liberale tutto è consentito, tranne quello che è espressamente vietato; in Italia, al contrario, tutto è vietato, tranne quello che è espressamente consentito… almeno in teoria! Perchè nella prassi quotidiana invece vige la consuetudine che ognuno fa come gli pare.

Negli Stati liberali la libertà dei cittadini è riconosciuta come valore assoluto e termina solo laddove interferisce con la libertà degli altri. Persino davanti al cosiddetto “interesse nazionale” il singolo e la sua libertà hanno una dignità almeno paritetica, in Italia invece la libertà personale è pesantemente sminuita davanti all’interesse collettivo. Solo che l’interesse collettivo molto spesso altro non è se non l’interesse peloso e illegittimo di un singolo potente o, al più, di un gruppetto di “amici” suoi.

Non esiste altro paese al mondo con tante leggi, leggine, decreti e regolamenti come qui da noi: partendo dal presupposto che il cittadino (o meglio il suddito) è incapace di badare a se stesso, lo Stato-padrone si prefigge di regolamentare ogni aspetto della sua vita pubblica e privata, controllandole persino i pensieri e le emozioni e le relazioni più intime. La sua libertà è condizionata da questa presunzione: egli non sa gestire la sua vita da solo, quindi servono decine, centinaia, migliaia di leggi che gli dicano cosa può fare e cosa non può fare. L’individuo e libertà personale sono soverchiati e schiacciati dal cosiddetto interesse nazionale o interesse collettivo.

Il fondamento del nostro sistema legislativo, è la Costituzione. Tutti sappiamo che la nostra Costituzione fu scritta nel dopoguerra e che è il compromesso tra diversi e contrastanti modi di intendere la società civile. Un connubio tra varie visioni della società tra cui primeggiavano quella corporativista appena ereditata dal fascismo, quella collettivista di matrice marxista e quella cattolico-solidarista-punitivo-repressivo-espiativa di cui era (ed è) impregnata la società italiana. Su questa magna carta si è innestato un sistema di leggi ordinarie, leggi regionali, decreti, statuti e regolamenti che è il più mastodontico, malriuscito, complesso, mostruoso e pasticciato sistema giuridico del mondo. Le nostre leggi dicono tutto e il contrario di tutto: rispettarle sarebbe impossibile, anche volendolo. Ma in Italia non serve nemmeno tentare di seguire queste leggi, tanto c’è la tacita intesa che le leggi non sono fatte per essere rispettate: in Italia le leggi servono un altro scopo, ben diverso da quello che si potrebbe pensare. In Italia le leggi servono solo ad avallare e perpetuare il potere della pessima classe politica e dei pessimi burocrati che, insieme, assurgono alla funzione del despota di un regime totalitario.

Lo Stato cessa di essere liberale quando non c’è la certezza del diritto. E in Italia non c’è affatto certezza del diritto. Nel momento in cui esistono miriadi di leggi che nessuno rispetta e che nessuno si preoccupa di fare rispettare non possiamo considerarci uno Stato di diritto. Ma l’Italia, ancorché libertino, non può neanche essere annoverato tra li stati liberali; anzi l'Italia è uno Stato totaliatario, poiché il potente di turno (poliziotto, giudice, sindaco, burocrate, presidente…) può attingere arbitrariamente e liberamente al vasto bacino di leggi e sceglierne una a caso, funzionale al suo personale interesse (o a quello del suo gruppo) e applicarla contro il cittadino.

Così può capitare che il cittadino-suddito (soprav)viva per anni incurante delle regole (che tanto non potrebbe rispettare nemmeno volendolo) e poi, quando meno se lo aspetta, Zach! ecco che viene preso di mira dal Vigile che gli fa la multa per divieto di sosta dove tutti hanno sempre parcheggiato in divieto di sosta, oppure Zach! Ecco l’autovelox nascosto dove c’è un assurdo limite a 40 che nessuno potrebbe rispettare, pena essere travolti dai Tir che arrivano dietro a 100 all’ora, oppure Zach! Ecco che…

Nella maggior parete dei casi all’iniziale indignazione e senso di ingiustizia (perché proprio io?) subentra una sorta di rassegnazione e si finisce per  considerare la multa o la condanna come una sorta di viatico (o di pizzo!) da pagare per assicurarsi il quieto vivere, o al più come una sorta di incidente di percorso, una sorta di cieca calamità che a volte ci si abbatte addosso.

Pagato il balzello si ricomincia col solito tran-tran di illegalità e magari ci si ingegna a recuperare il maltolto con qualche evasione fiscale extra.

Sistema fiscale

E dato che abbiamo parlato di evasione fiscale, vediamo di che si tratta:

In uno Stato liberale il sistema fiscale è uno scambio tra ciò che il cittadino paga e i servizi che lo Stato gli fornisce.

Qui da noi l’imposizione fiscale è stata ammantata di significati addizionali che in realtà nascondono il vero unico perverso scopo di accrescere il potere dei potenti.

C’è chi, specie a sinistra, assegna al sistema fiscale una funzione egualitarista di ridistribuzione della ricchezza, c’è chi, specie tra i cattolici, gli da un valore punitivo nei confronti di chi è troppo ricco e c’è infine chi, specie nella destra statalista, lo assurge a sistema di etica collettiva, poiché lo Stato, e solo lo Stato, ha la capacità di provvedere ai cittadini-bamabni-sudditi. Ma in realtà in Italia l’esoso sistema di imposizione fiscale serve ancora una volta a consolidare il potere della pessima classe politica, dei burocrati, dei parassiti boiardi di stato, dei ladri che depredano e divirano le risorse pubbliche.

Un sistema impositivo, il nostro, gravoso e insostenibile per i deboli e gli onesti che le tasse le pagano,  distratto e benevolo coi disonesti e con gli evasori. Come spiegare ad esempio l'enorme evasione fiscale in un paese dove esiste un enorme apparato come la Guardia di Finanza?

Giustizia

In una normale comunità esistono tutta una serie di “filtri” che ne garantioscono il corretto funzionamento, bloccando (cioè “filtrando” appunto), tutti quei comportamanti nocivi al vivere civile.

Alcuni di questi filtri sono la coscienza personale, l’educazione, il senso di vergogna, il biasimo dei conoscenti, la riprovazione sociale, la censura dei colleghi o dei superiori, l’etica, la morale, la religione, il codice civile e infine il codice penale.

Da noi i filtri sono tutti saltati: è rimasto a malapena l’ultima traballante barriera, quella del codice penale, affidata ad un sistema giudiziario impallato e farraginoso e a una magistratura che, per forza di cose, non può farsi carico di tutto.

…continua

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Nessuna risposta

  1. MarmaLT ha detto:

    Freddy ha scritto:
    Commenti alla notizia: La legalità impossibile – prima parte

    Certo… saltato tutto il meccanismo delle 'remore' è rimasta la Magistratura come ultimo barriera, per qualcuno occorrerà fare crollare anche quella.

    D'altra parte essa non potrà farsi carico di questo pesante fardello.

    Nella voglia di riscatto di un popolo v'è l'unica speranza… ma sarà allora possibile tornare alla Legalità?