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Derubati tre volte

Andate in pizzeria, mangiate, chiedete il conto e vi portano un pezzo di carta a quadretti con scarabocchiato sopra 20 €

Quelli di voi che pagano senza chiedere la ricevuta fiscale, sappiano che vi stanno derubando 3 volte.

  1. vi stanno rubando l’IVA (attualemente il 21%) che il gestore della pizzeria riscuote per conto dello Stato e che, in assenza di scontrino, si intasca lui;
  2. i vostri 20 euro non contribuiranno a formare il montepremi IRPEF del gestore, per cui Monti, sempre a corto di soldi, aumenterà le vostre tasse;
  3. quando andrete ad iscrivere vostro figlio alla scuola materna, per voi non ci sarà posto, poichè il figlio del “povero” gestore vi sarà passato avanti in graduatoria.

Farsi derubare è da stupidi, farsi derubare 3 volte è da imbecilli.

Chiedi sempre la ricevuta fiscale!!

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Nessuna risposta

  1. massimo74 ha detto:

    Sul tema affianco le giuste e pertinenti considerazioni di Salvatore con le seguenti, fortemente "impopolari".

    Da oggi in poi imparerò a non chiedere più scontrini. E lo farò con cognizione.

    Guarderò con occhi diversi chi, avendone la possibilità, cercherà di trattenere il proprio denaro invece che versarlo disinvoltamente e senza alcuna attenzione all’erario, sempre che abbia la consapevolezza di impiegarlo lui stesso con maggiore utilità e pudore.

     

    Non chiamerò più “evasore” chi si dimostrerà rispettoso verso la fatica del proprio lavoro. Non mi è mai piaciuto chi disprezza il denaro.

    Finché non mi parrà diverso, non voglio più sentire la responsabilità di aver contribuito a rimpinguare anche di un solo centesimo in più le casse già stracolme di un sistema evidentemente e profondamente corrotto e manovrato da politici puttanieri, plurimacchinati e mangiatori a tradimento. I soldi non ci sono? Non è vero! Quali? Per chi? I soldi ci sono, eccome se ci sono per chi ci devono essere, non ce n'è bisogno di altri.

     

    Non si tratta di generalizzare perché è il contesto in cui viviamo che è inequivocabilmente preciso.

    Il politico diverso esiste, ma è raro e quasi invisibile perché immerso in un sistema che puzza dalla testa ai piedi.

    Purtroppo oggi sta a lui la dimostrazione di essere pulito, perché sennò rischia di confondersi anch’esso tra l’immondizia e finisce per puzzare come tutti gli altri.

     

     

    Massimo. 

     

     

     

  2. Salvatore ha detto:

    Ricordate la pubblicità dell'evasore-parassita con cui ci martellano da più di un anno?

    Ebbene, il messaggio di quella pubblicità è vero, ma è terribilmente incompleto. Manca la seconda parte, la più importante, quella che ci dovrebbe spiegare che se continuiamo a farci governare e amministrare dai criminali, di servizi decenti non ne vedremo mai.

    Salvatore

  3. giucap ha detto:

    L'evasione fiscale, anche se vogliamo chiamarla bonariamente obiezione fiscale, sempre più spesso prova a coprire le vergogne con una foglia di fico: lo sperpero di denaro pubblico.

    Dato che ormai il tappo della decenza è saltato su molti aspetti di quello che una volta era percepito come vivere in comunità, si arriva all'apologia dell'evasione.

    Forse per invidia, dato che pago alla fonte, non riesco a simpatizzare con tali posizioni.

    Però laicamente sono disposto ad accettarle, in cambio di un minimo di coerenza.

    Rifiuti di pagare tasse, imposte e balzelli vari, adducendo le scuse che al momento ti sembrano più valide? Va bene, ma allora non usufruire più di alcun servizio che le mie tasse contribuiscono a sostenere. Buono o cattivo che sia, fonte di ruberie, truffe e furbate o meno.

    Non rivolgerti alla sanità pubblica, all'istruzione pubblica, alla pubblica sicurezza, alla giustizia. Percorri solo sentieri sterrati e non le strade asfaltate (millimetricamente) con i miei soldi. Insomma, chiamati fuori dal c.d. consesso civile. Spingi fino alle conseguenze finali il tuo individualismo senza limiti.

    Invece no, chi non paga le tasse ti frega due volte. Non avendo reditto dichiarato ha tutti i servizi gratuiti o a costo minimo, addirittura ha la sfrontatezza di chiedere la borsa di studio per il figlio. 

    Allora così non ci sto. Non mi rimane che ululare alla luna il mio inutile lamento: EVASORE, SEI SOLO UN LADRO.

    E poco importa se ci sono anche politici ladri: è solo un alibi di infimo ordine, buono per smacchiare la coscienza come un bicchiere d'acqua fresca su una patacca di sugo unto unto.

    Giulio

  4. massimo74 ha detto:

    Si si Giulio, comprendo più che bene l’iter logico “naturale” da te seguito. In ogni caso per i miei futuri acquisti lo scontrino, qualora non emesso (spesso), continuerò a non richiederlo più come fatto fin'ora. Sono certo che il buon Dio mi perdonerà.

    Per quanto riguarda lo spot lo ritengo sgradevole e fuorviante data l’enorme complessità e delicatezza del tema che avrebbe richiesto di non essere trattato con tanta genericità e banalità, avendo posto sullo stesso identico piano il cosiddetto “evasore” e chi invece ad esempio è in disgrazia finanziaria magari perché risulta da tempo a credito nei confronti dello stesso stato che lo considera evasore e che lo sta portando in disgrazia. E non sono pochi.

    In più, come dice Salvatore, ci manca una parte molto importante ma per nulla conveniente per l'aguzzino erario, avendo omesso di dire dove vanno effettivamente a finire quei soldi, ossia la percentuale che va ad incrementare in realtà i servizi di cui usufruiamo e quella invece che va … altrove.

    Non c’è bisogno di fare mente locale sugli ultimi avvenimenti economico politici per capire cosa significhi ”altrove” e come si distribuisca la cambiale in bianco dei contribuenti.

    http://www.youtube.com/watch?v=uY5ivH0ThP8

  5. massimo74 ha detto:

    Casualmente mi sono imbattuto in alcune considerazioni rilasciate da un certo signor Milton Friedman, il quale, ammetto la mia ignoranza, non conoscevo. 

    Considerato che il tema mi affascina alquanto, ammetto anche questo, ve le riporto così come si trovano su vari siti web.

     

    Nel 1994 in un'intervista al Corriere della Sera spiegò come, a dir suo, l'Italia avesse "retto" fino ad allora grazie alla ricchezza sottratta alla voracità e all'inefficienza dello Stato: «Guardi che l'Italia è molto più libera di quel che voi credete, grazie al mercato nero e all'evasione fiscale. Il mercato nero e l'evasione fiscale hanno salvato il vostro Paese, sottraendo ingenti capitali al controllo delle burocrazie statali. E per questo io ho più fiducia nell'Italia di quel che si possa avere dalle statistiche, che sono pessimiste. Il vostro mercato nero è un modello di efficienza. Il governo un modello di inefficienza. In certe situazioni un evasore è un patriota». 

    Nel 2001 durante una visita in Italia dichiarò che “se l’Italia si regge ancora è grazie al mercato nero ed all’evasione fiscale che sono in grado di sottrarre ricchezze alla macchina parassitaria ed improduttiva dello Stato per indirizzarle invece verso attività produttive”. 

    Capisco che sono un parole po’ forti, un mezzo pugno nello stomaco per un certo modo di vedere le cose, che appaiono un lontanissime dalla nozione naturale che ogni cittadino “retto” ha consolidato nel tempo in relazione al tema della equità sociale, magari esisteranno decine e decine di altri signori che hanno una diversa idea sul nostro strampalato e malato paese, magari l'equiparazione dell'evasore a un patriota è un pò spinta, magari quindi da non prendere tout court per oro colato, ma sicuramente sono portatrici di una interessante riflessione per chi non abbia preconcetti, anche in considerazione che “il dichiarante” -diciamo- non era propriamente uno "sprovveduto".  

    Buona lettura. 

    http://it.wikiquote.org/wiki/Milton_Friedman

  6. giucap ha detto:

    Avendo studiato economia in tempi lontani, proprio mentre Friedman raccoglieva più consensi, posso confermare che non si tratta di uno sprovveduto.

    Premio nobel per l'economia nel 1976, si tratta del più eminente rappresentante della dottrina c.d. monetarista.

    Ultraliberista, ha collaborato con Pinochet ed è stato l'ispiratore delle deregulation di Ronald Reagan e Margaret Tatcher.

    E' evidente che rappresenti posizioni degne di rispetto, che però personalmente assolutamente non condivido. Secondo il mio modestissimo parere, la finanziarizzazione dei mercati e le crisi che  abbiamo vissuto negli ultimi anni (dai subprime ad oggi) discendono da quella dottrina economica.

    E quindi non mi meravigliano le posizioni espresse da un ultraindividualista, che ha come unica fede il libero mercato senza regole e che vede qualunque intervento dello Stato, e in qualche modo il concetto stesso di Stato – comunità, come il fumo negli occhi.

    Diciamo che, almeno negli Stati Uniti, tale posizione ha comportato lo smantellamento del welfare e quindi un allentamento del "patto sociale" di cui parlavo nel post precedente.

    Invece ai liberisti all'amatriciana di qui piace avere la botte piena e la moglie ubriaca: i fessi paghino le tasse, che noi furbi ne godiamo i benefici.

    Può piacere o meno, dico solo che a me pare un furto.

    Giulio

  7. Salvatore ha detto:

    A mio parere si stanno mischiando due concetti, e questo miscuglio non aiuta a capire:

    Un conto è il discorso “Stato sì, Stato no” (che poi è la vecchia contrapposizione socialista-liberista, sinistra-destra, liberale-conservatore…) un altro conto è la ribellione di chi vede i soldi delle sue tasse (poche o molte che siano) trasformate in privilegi per la casta di criminali che ci governa e che ci amministra senza ottenere in cambio i sevizi minimi che ci si aspetterebbe da uno Stato civile. Sono due cose diverse!

    Salvatore

  8. giucap ha detto:

    A mio parere, Salvatore, non si è confuso niente.

    I servizi, buoni o cattivi che siano, sono sostenuti dall'imposizione fiscale.

    Mano servizi (meno Stato), meno imposizione. Questa è una scelta destra-sinistra, ma non è di questo che si sta parlando. L'inciso, che di questo si tratta, deriva dalla citazione di Friedman, solo per inquadrare il contesto culturale nel quale si pone.

    L'argomento, che mi sembrava di aver trattato, è invece la legittimazione dell'evasione.

    Il fatto che parte delle imposte finisca in sprechi e ruberie, come senz'altro è, non può costituire alibi per alcuno, a mio modo di vedere, per evadere le tasse.

    A meno che, come dicevo nel primo post, la persona in questione non decida di uscire dal consesso civile e rinunciare a qualunque vantaggio del vivere in società.

    Se l'amministratore del mio condominio è uno sprecone io non smetto di pagare le quote, altrimenti mi staccano la luce (scale e ascensore) e magari resto al freddo (per riscaldamenti centralizzati). Cambio amministratore fino a quando non ne trovo uno buono. Oppure vendo casa e la compro da un'altra parte. 

    Volere i servizi gentilmente offerti da coloro che continuano regolarmente a pagare e fare l'obiettore (l'evasore) perché l'attuale amministratore è un "ladro" per me è e rimane un furto.

    Cosa c'entra destra e sinistra?

    Giulio

  9. Salvatore ha detto:

    Ok Giulio, in una visione in bianco e nero della vita il tuo discorso non fa una grinza. O pago le tasse e usufruisco dei servizi (buoni o cattivi che siano) oppure cambio pianeta.  Però dobbiamo ammettere che non viviamo in un mondo in bianco e nero; esistono pure, non dico i colori, ma almeno diverse sfumature di grigio (secondo E. L. James 50!). E allora il discorso si complica.

    Sono anche io convinto che la maggior parte degli evasori fiscali sono degli emeriti furbastri che girano col SUV e che mentre fanno la domanda per gli assegni familiari stanno già pianificano la prossima vacanza alle Mauritius… però sono altrettanto convinto che esiste un certo numero di persone che rischiano di essere strangolate da questo "stato canaglia". Per queste persone l'evasione fiscale potrebbe essere l'unico modo per sopravvivere.

    Bada che non sto facendo apologia di evasione fiscale (ho esordito proprio invitando tutti a richiedere sempre lo scontrino fiscale per non essere derubati 3 volte!) però mi chiedo – e ti chiedo – che succederebbe se lo Stato ti stesse uccidendo? Cosa penseresti  di fare se fossi costretto a finanziare i festini della casta (con relative maschere di porci) e non riuscissi più a sfamare i tuoi figli?

    Esiste un punto di rottura oltre il quale lo stato diventa oppressore e i(l) governanti(e) diventa(no) tiranni(o).

    Superato il puntodi rottura,  la lotta contro l’oppressore diventa legitma, e persino il tirannicidio non è da biasimare.

    In Italia forse non abbiamo ancora superato il punto di rottura, ma ci stiamo pericolosamente avvicinando ad esso.

    Salvatore

  10. giucap ha detto:

    Mi riconosco un milione di difetti, ma di essere manicheo proprio no. In genere eccedo in relativismo.

    Il singolo affamato che evade per dare da mangiare ai figli mi sembra un esercizio di stile, dato che da noi c'è un reddito minimo esente da imposte. Ma, seguendoti nell'esempio, io dico che in tal caso l'evasione "per sopravvivenza" è legittima a prescindere, non soltanto perché quei due soldini evasi finiscono nelle mani dei vari politicanti di turno. Anche in Svezia sarebbe legittima.

    Quello che trovo inaccettabile è l'alibi "siccome i miei soldi sono spesi male io non glieli do".

    E' solo la terza volta che lo scrivo, quindi evidentemente non riesco ad essere sufficientemente chiaro.

    Passo e chiudo.

    Giulio

     

  11. massimo74 ha detto:

    Ciao a tutti,

    sarò lunghissimo, noioso e anche stavolta estremamente impopolare.

     

    1) L’affermazione precedente che recita “Il singolo affamato che evade per dare da mangiare ai figli mi sembra un esercizio di stile, dato che da noi c'è un reddito minimo esente da imposte” a mio avviso è generalista e tralascia più di qualcosa.

    Vero è che c'è un minimo garantito esente da imposte ma altrettanto vero è che non tutti godono di un reddito minimo “garantito”. A tal proposito basterebbe informarsi un po’ di più sul vasto regno dei piccoli imprenditori, piccole imprese e piccoli commercianti, per trovare delle sorprese interessanti. Ma sulla questione si sono soffermati così al lungo anche i mass media nazionali che non credo serva aggiungere altro. 

    Poi ci sono di certo anche quelli che chiamiamo “furbastri evasori”, ma che in tanti non riescono a distinguere come si dovrebbe dai primi, in linea con la reclame ingannevole dell’erario statale. Su questo punto mi rifaccio a quanto detto di condivisibile da Salvatore. 

    2) Nei precedenti post volevo incardinare un discorso ancora diverso e che verte sulla fine che fanno i nostri soldi quando vanno a finire nelle mani di quella che Friedman chiama con molta benevolenza e tralasciando la corruzione e le ruberie “macchina parassitaria ed improduttiva dello Stato”. 

    L’idea che personalmente mi sono fatto si può racchiudere in questa domanda:

    – Siamo così sicuri che il denaro che va dai cittadini all’erario poi si distribuisca poi in percentuale ai servizi al cittadino? 

    Un esempio numerico mi aiuterà a spiegarmi meglio:

    – Se lo stato ora prende 100 e da 50, siamo sicuri che se domani prendesse 200 darebbe 100?

    A questa domanda, bizzarra e soggettiva, io rispondo NO. Io credo infatti che lo stato continui a ridistribuire al cittadino sotto forma di servizi sempre e comunque il minimo indispensabile appena sopra la soglia di innesco della "rivoluzione civile", cioè il 50 di prima appunto, e il resto, che sia 50 o 150, sparisce comunque nel nulla, o meglio va ad ingrossare ed ingrassare il sistema politico corrotto e ladro e la macchina amministrativa parassita ed improduttiva, di cui noi tutti siamo più o meno consapevoli. Se la soglia del rischio rivoluzione invece per un mutamento della società civile si alzasse ad esempio a 60, anche i servizi aumenterebbero a quel livello a prescindere dal totale effettivamente introitato.

    Con una discreta certezza è possibile affermare, a mio avviso, che seppure lo stato recuperasse più denaro dall’aumento iperbolico delle tasse tuttora in atto o dalla lotta sfrenata all’evasione fiscale, nessun servizio per i cittadini verrà conseguentemente efficientato.

    Potremmo semmai inquadrare il tutto in una questione di civiltà ed equità sociale, forse, ma ciò non toglie che il surplus ricavato andrà al Fiorito, al Lusi o al Belsito di turno, o al meglio a tutto quel sistema clientelare e corrotto di appalti truccati e inutili che in Italia va sempre per la maggiore.

     3) Infine per nessuno, tranne forse per i defunti, è possibile dire che sia esente dal contribuire alla grossa pancia dello stato (ad onor del vero noi sappiamo da esperienze locali che lo stato, o l’amministrazione di turno che dir si voglia, è capace di lucrare anche sui morti). Infatti dal neonato, al povero disoccupato con sostegno assistenziale, fino all’evasore totale, tutti contribuiamo in un modo o nell’altro all’erario statale.

    A tal proposito bisogna far mente locale che: 

    Quando andiamo al supermercato il 21% della spese va allo stato.

    Quando mettiamo benzina più del 60% va allo stato.

    Quando paghiamo una bolletta il 10% va allo stato.

    Quando prendiamo l’aereo o la nave, andiamo al cinema o al mac donald, contribuiamo all’erario dello stato.Quando compriamo sali, tabacchi, marche da bollo, alcolici, paghiamo lo stato.

    Quando effettuiamo una compravendita (immobile, auto, ecc.) una buona parte va allo stato.

    Quando paghiamo il bollo auto l’importo va allo stato (alla regione per la precisione).

    Se hai intestata una casa contribuisci allo stato (e poco anche ai comuni).

    Sulle donazioni o successioni contribuiamo allo stato.Una parte di eventuali vincite vanno allo stato.

    Insomma per farla breve ogni qualvolta compriamo qualcosa e ogni volta c’è un qualsiasi passaggio di denaro contribuiamo allo stato, non solo mediante l’iva, le imposte, le accise, ma anche in virtù di un processo indiretto (il venditore che poi pagherà le tasse).

    Anche senza ricevere scontrino in una compravendita contribuiamo involontariamente ma ugualmente all’erario statale, poiché chi vende qualcosa poi dovrà pur ricomprarlo. 

    Nulla si muove senza che lo stato tragga da un qualsiasi movimento, a meno che questo non possa essere annoverato sotto la voce di “baratto”.

    La conseguenza è evidente: per nessuno, neanche per l’evasore, risulta propriamente applicabile la visione laica di totale estraneazione ai servizi. 

    In ogni caso lo stato italiano non permette, giustamente, neanche la fattispecie opposta a quella paventata. Cioè chi si serve della sanità privata, pratica istituti scolastici privati, o ha una truppa di bodyguard personali, aspettando di poter volare per aria per non usufruire delle strade con asfalto millimetrico, non è affatto dispensato dall’obbligo di pagare le imposte in relazione alla propria capacità contributiva a prescindere dai servizi effettivamente usufruiti.

    PS: O, naturale che questa sia solo una mia personalissima opinione e rispetto massimamante quella di tutti gli altri.

  12. Salvatore ha detto:

    massimo74 ha scritto:

    (…)

    – Se lo stato ora prende 100 e da 50, siamo sicuri che se domani prendesse 200 darebbe 100?

    A questa domanda, bizzarra e soggettiva, io rispondo NO. Io credo infatti che lo stato continui a ridistribuire al cittadino sotto forma di servizi sempre e comunque il minimo indispensabile appena sopra la soglia di innesco della "rivoluzione civile", cioè il 50 di prima appunto, e il resto, che sia 50 o 150, sparisce comunque nel nulla, o meglio va ad ingrossare ed ingrassare il sistema politico corrotto e ladro e la macchina amministrativa parassita ed improduttiva, di cui noi tutti siamo più o meno consapevoli. Se la soglia del rischio rivoluzione invece per un mutamento della società civile si alzasse ad esempio a 60, anche i servizi aumenterebbero a quel livello a prescindere dal totale effettivamente introitato.

    Con una discreta certezza è possibile affermare, a mio avviso, che seppure lo stato recuperasse più denaro dall’aumento iperbolico delle tasse tuttora in atto o dalla lotta sfrenata all’evasione fiscale, nessun servizio per i cittadini verrà conseguentemente efficientato.

    (…)

    Portando all’estremo il tuo ragionamanto potremo dire che lo stato italiano ha comprato  la pace sociale elargendo denaro a pioggia. Se ad esempio prendeva 100 di tasse, tolte i 10 di spese vive, e i 50 di corruzione e similia, avrebbe potuto spendere solo 40. Ma 40 erano ben sotto la soglia della rivoluzione civile, per cui lo stato ha speso 140, distribuendo sovvenzioni, sussidi, contributi, posti di lavoro etc. etc. Ed ecco spiegato l’enorme debito pubblico che  ci ritroviamo sul groppone.

    Salvatore

  13. giucap ha detto:

    In effetti il mio ragionamento estremista e manicheo non teneva in conto dell'imposizione indiretta. Al netto dell'evasione dell'IVA, che assurge agli onori della cronaca solo quando supera le sette cifre, sono un bel po' di soldi che lo Stato ladrone ci estorce. Per cui se li faccia bastare. Un po' come andare al ristorante, fare un pasto completo (al quale si ha naturalmente diritto) e poi pagare solo pane e coperto. Mica si sta rubando niente, un po' di soldini li si paga comunque.

    Ma la teoria del chiudere il rubinetto al magna magna mi piace.

    Perché chi non contribuisce in proporzione alle proprie possibilità, come richiede la vetusta Costituzione, non lo fa mica perché vuole tenersi quei soldini in saccoccia, magari solo per nutrire i figliuoli (o il SUV, che è lo stesso); in realtà chi evade lo fa per evitare di foraggiare la casta.

    La quale casta è tutta uguale, non si sa da dove venga né chi l'abbia messa lì. Con ogni probabilità, è il ruolo che corrompe chiunque si trovi ad essere eletto rappresentante del popolo sovrano. Sicché, a fronte delle migliaia di parassiti che mangiano i nostri soldi, abbiamo sessanta milioni di potenziali parassiti che, qualora eletti, si comporterebbero nell'identico modo. Dev'essere un difetto genetico degli italiani.

    Comunque, con queste nobili motivazioni, oggi stesso scriverò al mio ufficio retribuzioni, affinché la smetta di trattenermi tasse dalla busta paga, ché io di rendermi complice della casta proprio no.

    Qualora quei servi del sistema dovessero negarmi un mio sacrosanto diritto, procederei con il piano B: non far pagare le tasse a chi può evitarlo. Fare la spesa in piccoli esercizi che non rilasciano scontrini, servirmi da operatori economici e professionisti che non fanno ricevuta, e così via.

    A me non verrebbe direttamente un gran vantaggio, ma almeno così contribuirei a sottrarre parte dell'ossigeno ai ladroni di stato, sostenendo la benemerita campagna di coloro che solo superficialmente si possono chiamare evasori, ma che più propriamente dovremmo indicare con il loro vero nome: patrioti!

    Giulio

     

  14. Freddy ha detto:

    Vediamo se ho capito (spero di non andare troppo fuori topic)

    Abbiamo un malato, non un malato qualsiasi, un caro, uno di famiglia con il quale abbiamo sempre vissuto ed al quale siamo molto affezionati.

    Ma il nostro caro (un genitore) non ha una malattia che si può curare facilmente, forse ha un cancro, rischia la vita.

    Il malato si chiama "democrazia", senza di lui non siamo abituati a vivere…

    Proviamo a curalo con medicine diverse, ma nulla da fare.

    Allora cambiamo il medico, ma non funziona, il malato continua a star male, anzi peggiora..

    C'è chi inizia a pensare all'eutanasia, (io non pago più le tasse) chi invece all'accanimento terapeutico (io le pago anche se so che vanno in tasca ai ladroni)…

    Soluzioni più o meno legittime, nessuno sa quale sia davvero quella giusta.

    Poi però cii accorgiamo che il malato sta male per colpa nostra, non è un caso che sia ridotto così, tutti (o quasi) abbiamo un po' di responsabilità, chi per non averlo trattato bene quando era sano, chi per non aver prestato abbastanza attenzione quando la malattia era agli esordi, chi per averlo continuato a sfruttare quando il malato era ormai troppo debole.

    Allora con un  po' di sano "mea culpa" torniamo a ragionare su quale possa davvero essere la soluzione migliore.

    Forse una soluzione non c'è, quanto meno non a breve termine, il malato sta morendo, ad oggi non abbiamo medicine efficaci..

    Magari dobbiamo solamente migliorare noi stessi, per imparare ad essere più attenti agli esordi della malattia, saperla riconoscere prima che vada avanti e provare a curarla subito, magari facendo tanta prevenzione e sperare che gli altri cari (i nostri figli) possano vivere a lungo ed in salute, non per caso, ma perché abbiamo trovato la medicina giusta, semplicemente non li abbiamo fatti ammalare.

    Un obiettivo molto ambizioso, lo so, ma una meta alla quale dobbiamo tendere….

    E poi chissà, magari in un ambiente migliore, con persone migliori, se il malato dovesse riuscire ancora a reggere qualche anno e la malattia non andare troppo avanti, "rischieremmo" persino di guarire il nostro caro.

    E volte i miracoli accadono…

    Freddy

  15. Salvatore ha detto:

    Tornando all’argomento del post…

    Vi è mai capitato di andare al ristorante e di vedervi presentare il conto su un pezzo di carta a quadretti? Immagino di sì! Bene, in Grecia hanno trovato una semplicissima soluzione: è legale non pagare il conto se questo non viene presentato su apposito modello fiscale.

    http://www.tzetze.it/2012/10/non-ti-fanno-lo-scontrino-esci-e-non-paghi-il-conto-lindipendenza.html

    Semplice, no?

    Salvatore

  16. massimo74 ha detto:

    A proposito di tasse, di seguito due semplici ma significativi calcoletti per capire numeri alla mano quanto il nostro malandato ma truffaldino statarello “richiede”-ad esempio- ad un piccolo medio professionista (ricavo lordo pari a circa 30.000 euro/annui).

     

    Ecco come verrà scomposta tra enti pubblici statali, parastatali e il lavoratore, una fattura finale al cliente pari a euro 1.000:

     

             IVA=  € 173,55 (21% dell’imponibile)

             IRPEF=  € 314,05 (38% dell’imponibile)

             Addizionali regionale e comunale=  € 20,91 (2,53% dell’imponibile)

             Irap=  € 39,83 (4,82% dell’imponibile)

             Previdenza=  € 152,89 (18,5% dell’imponibile)

     

    Da cui:

    Totale verso altri Enti: 173,55 + 314,05 + 20,91 + 39,83 + 152,89=  € 701,24

    Totale rimanenza al lavoratore: 1.000 – 701,24=  € 298,76

     

    Insomma, su mille ne rimangono in tasca meno di trecento.

     

    Come si può notare ormai è del tutto fuori luogo la dizione che i lavoratori utilizzavano fino a qualche tempo fa per descrivere la loro condizione lavorativa “sto a lì mezzi con lo stato”.  

    Lo stato richiede più dei due terzi del guadagno del suddito che chiama scherzosamente e un po’ beffardamente cittadino, per poi sperperarne gran parte e soprattutto offrirgli servizi nettamente al di sotto del lauto compenso percepito.

    E per le imprese la situazione non è di certo più rosea.

     

    Adesso è chiaro a tutti il vero significato del primo articolo della Costituzione Italiana che definisce la nostra repubblica “fondata” sul lavoro?

     

    PS: questo non significa che evadere sia bello, ma nel contempo significa sicuramente che lo stato, anzi questo stato con tutti i suoi rappresentanti incapaci succedutisi per lungo tempo, sia un grande ladro.