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Le tavole dei politici e i piatti vuoti dei cittadini

La mattina del 26 giugno distrattamente leggo che, tra la miriade di punti all’ordine del giorno in discussione nel consiglio comunale, si tratterà anche di acqua. Ultimamente, sarà per la calura estiva o per l’influenza che ha avuto su di me la lettura dell’ottimo libro di Roberto Lessio “All’ombra dell’acqua”, mi imbatto spesso in notizie che riguardano questo prezioso elemento, semplice come la formula, H2O, che non si dimentica mai, eppure così complesso nella sua trattazione, che ho l’impressione di non riuscire a star dietro agli eventi. Sento, ogni volta di più, di essere stata defraudata di un diritto. Quando bevo un bicchier d’acqua, non come fa Celentano che se lo sorseggia in diretta televisiva, sottolineando con un rituale collaudato tutte le sue celebri pause, mi sembra doveroso riflettere su un gesto, dall’apparenza tanto banale, per ricondurlo a simbolo dell’essenza stessa della vita e della libertà che l’universalità del diritto alla vita riassume, senza voler scadere nella retorica. Così mi concedo anch’io una pausa di riflessione e decido di curiosare su quanto potrà scaturire da questo dibattito in consiglio comunale.

Il primo punto all’ordine del giorno è l’approvazione schema di convenzione per gestione servizio idrico integrato, approvato dalla conferenza dei Sindaci e dei Presidenti dell'ATO 4 Lazio Meridionale Latina con atto n.4 del 11/11/2011, e fin qui nulla di nuovo sotto il sole, ma ciò che mi incuriosisce di più è il terzo punto, la mozione n. 21/2012 presentata dai Consiglieri Comunali Fabio Cirilli, Fuoco, Tripodi, Ripepi, Chiarato e Bracchi avente ad oggetto: "creazione tavolo volto alla risoluzione disagi presenza arsenico nell'acqua". Non so se intravedervi un barlume di speranza o la solita pantomima del tavolo che viene “apparecchiato” di tutto punto ma alla fine per i cittadini non viene servita alcuna pietanza.  Ci si aspettava molto anche dal tavolo di concertazione volto alla risoluzione del problema della così detta “Metroleggera”, eppure dopo un paio di riunioni con acquisizione di documentazione varia (l’apparecchiamento per l’appunto) le pietanze non sono mai state servite, ovvero non c’è mai stata una seria ed opportuna trattazione del problema, finalizzata alla risoluzione dello stesso nell’interesse della cittadinanza. Di arsenico ne sentiamo parlare da tempo, e così pure di microgrammi di concentrazione nell’acqua, perché l’arsenico è comunque pericoloso per la salute, dei bambini in special modo, e se non ci fosse affatto nell’acqua che utilizziamo sarebbe meglio, invece in tante zone ha superato i 10 microgrammi di concentrazione quando la legge stabilisce che i parametri debbano essere inferiori a 10. Sono dunque necessari i dearsenizzatori, ma per tamponare la situazione di emergenza il gestore ha deciso di immettere acqua con le autobotti nelle zone più colpite con conseguente aggravio di costi. La mozione sulla creazione di un tavolo è stata approvata, il tavolo si farà con due rappresentanti politici per parte. Sarebbe stato quanto meno assurdo precludere l’opportunità di dialogo. Un tavolo politico attorno al quale discutere su come indennizzare la parte di popolazione che ha subito il danno e il disagio maggiori può avere senso, ma trattare la questione in un quadro più ampio, come richiederebbe proprio la natura stessa dell’acqua, che non è una merce, sarebbe più che auspicabile. Prendere in considerazione la volontà popolare che è stata inequivocabilmente espressa con il voto referendario, ritengo sia il preciso dovere della buona politica. Diversamente ci ritroveremo cittadini, davanti alla tavola dei politici, con i piatti vuoti.

                                                                                                                      Francesca Suale

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