La differenza, insomma,  passa per un concetto molto semplice: “fare ciò che si dice”. Se la politica e i partiti riuscissero a metabolizzare questo concetto,  il distacco della gente dagli stessi probabilmente si ridurrebbe se non addirittura annullarsi completamente.

Qualche esempio: il finanziamento pubblico ai partiti ed il ricambio generazionale delle classe dirigente.

Dimezzare una sola voce (quella dei rimborsi elettorali) così come stanno proponendo ora i partiti, significa solo millantare di tagliare i costi della politica. Di contro, si dovrebbero dimezzare tutte le forme di finanziamento pubbliche ai partiti e quindi, oltre al rimborso elettorale, le dotazioni dei gruppi alla camera, le dotazioni dei gruppi al senato, quelle commissioni alla camera ed al senato, le dotazioni dei gruppi consiliari alle regioni.

Parliamo di miliardi di euro che tornerebbero nel circuito economico e che rappresenterebbero, a nostro avviso, il vero taglio ai costi legati al mantenimento dei PARTITI.

Il ricambio generazionale della classe dirigente. Anche questo un argomento di cui tutti si riempiono la bocca, ma che nei fatti non trova tracce concrete.  Invece di cavalcare il populismo di una legge elettorale legata alla preferenza, che poi magari viene penalizzata dai collegi elettorali limitati, perché non introdurre una legge che limiti per ogni politico a due mandati l’esercizio della propria carica? Vuoi fare il consigliere comunale? Puoi farlo solo per due mandati, così come quello regionale, il parlamentare etc.

Riteniamo che solo facendo scelte di questo tipo, la politica e soprattutto i partiti politici, potranno riacquistare la credibilità dei cittadini. Diversamente il distacco tra la società civile e chi dovrebbe rappresentare le sue istanze, sarà sempre più siderale.

Nella vita non siamo ciò che diciamo di essere… ma ciò che facciamo

Fabrizo Cirilli