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Intimidazione contro Saviano a Sabaudia

Sabaudia (LT). Il 23 agosto sono state trovate venti cornacchie morte congelate, disposte con un significato logico apparentemente incomprensibile. Tuttavia, non è stato difficile scoprire il senso di quel ritrovamento. Roberto Saviano, lo stesso giorno, faceva il bagno su quel pezzo di litorale laziale, ospite in una villa privata del lungomare di Sabaudia. Lui, Saviano, che come quegli uccellaci neri gracchia e con il suo gracchiare infastidisce chi, ad ogni livello, anche nel Lazio, spara, traffica di droga e donne, ricicla il denaro sporco in quelle “lavanderie” fatte di cemento e bei locali di ristoro. Ma, soprattutto è assai scomodo perché raccontando rischia di far cadere il velo da quel terzo livello di professionisti e politici compiacenti, i quali consentono alle mafie il sacco delle nostre terre. “Come queste venti cornacchie, Saviano stramazzerai congelato”. Sembra questo il rantolo vigliacco esalato da chi ha voluto piazzati lì, ad un'ora da Roma, gli uccelli senza vita.Ma chi ha eseguito quest'ordine? Personaggi della criminalità locale o soldati di mafia di cui, già alla metà degli anni Novanta, alcuni pentiti di camorra indicavano come operanti nel territorio compreso tra il confine con la Campania e Roma? Quanto ci vorrà perché taluni politici e amministratori della terra pontina sbraiteranno affermando che “le mafie da noi non ci sono”? Probabilmente non ci vorrà molto prima che si torneranno a definire “pezzi deviati dello Stato” quei prefetti, carabinieri, funzionari di polizia e magistrati che fanno solo il loro dovere. Forse, bisognerà attendere solo la prossima indagine. Chissà se qualche consiglio comunale di questa nostra bella terra emanerà un'ordinanza con la quale si decida di querelare chi danneggia il turismo e lo sviluppo economico poiché denuncia, in modo documentato e serio, che le mafie esistono. Chissà che tutto ciò non sia già successo. Si tratterebbe di un incubo.Ma il sogno angosciante svanisce se noi, tutti nessuno escluso, cittadini onesti e indignati, coscienti di essere innumerevoli, ognuno con le proprie sensibilità e le proprie competenze, faccia in modo che tutte le cornacchie continuino ad emettere i loro suoni che, ad alcuni, sembrano un gracchiare fastidioso e pericoloso. Solo così, tenendo noi gli occhi aperti ed unendoci  a quel verso, nessuno riuscirà a congelare  i tanti Roberto Saviano, anche quelli incommensurabilmente meno famosi. Ma, soprattutto non riusciranno a convincerci che chi     gracchia le sue denunce non lo fa per prestare una cattiva pubblicità alla propria terra, bensì perché profondamente la ama e non vuole che sia imputridita da mani sporche di    sangue, veleni e compromesso.  Antimo Lello Turri – referente Libera Latina.

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