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Florestano di Fausto: l’architetto sfortunato

Florestano di Fausto, l'architetto della demolita Casa del Contadino di Latina pare proprio essere un architetto sfortunato. Dopo la scellerata demolizione di Latina del 63, nel 1973 Gheddafi demolì l'arco dei Fileni costruito in Libia.

Oggi hanno abbattuto la facciata dell'ex centrale del Latte di Pescara, per realizzarvi un nuovo edificio. Una vicenda complicata in cui sembrerebbe che un dirigente del comune di Pescara come libero professionista ha fatto i calcoli del cemento armato del nuovo edificio, e il vicepresidente dell'ordine degli Architetti ne è il progettista…

Una vicenda da seguire per evitare che anche a Latina si demoliscano in futuro edifici non vincolati degli anni 30.

http://www.pagineabruzzo.it/notizie/news/Pescara/30571/Wwf_vergogna_abbattuta_l_ex_centrale_del_latte_di_pescara.html

Wwf:"Vergogna! Abbattuta l'ex Centrale del Latte di Pescara"

Pescara – Preziosa architettura del 1932 di Florestano Di Fausto. Architetto del Ministero degli Esteri nel Ventennio e poi eletto nella Costituente, autore di decine di opere nei paesi del Mediterraneo e di molte ambasciate italiane

Wwf:

PESCARA – Vergogna! è l'unica parola che per le associazioni può essere usata a commento dell'avvenuto abbattimento dell'ex Centrale del latte di Pescara, edificio del 1932 di enorme rilevanza architettonica, opera di Florestano Di Fausto, per far posto ad un palazzo (progettista, secondo il cartello esposto, l'Arch. Mario D'Urbano).

Florestano Di Fausto è stato per venti anni, a cavallo delle due guerre, l'architetto ed ingegnere del Ministero degli Esteri fascista. Autore di decine di interventi edilizi ed urbanistici nei paesi del Mediterraneo, dalla Libia al Cairo, da Rodi all'Albania. In Italia ha realizzato, tra l'altro, Predappio nuova per ordine di Mussolini e lo stesso Cimitero Monumentale della cittadina romagnola. Recentemente una monografia sulla sua figura di architetto del Mediterraneo è stata pubblicata sul giornale di italianistica della California dal Prof.Sean Anderson (“La luce e la linea: Florestano Di Fausto e la politica della mediterraneità”). Non da ultimo, Florestano Di Fausto è stato anche uno dei padri della costituzione italiana, eletto alla Costituente nelle fila della DC.

WWF, Italia Nostra e Comitato Abruzzese per il Paesaggio esprimono la propria totale  indignazione per quanto avvenuto, chiedendo le dimissioni del Sovrintendente regionale Maggi, in considerazione del fatto che la sovrintendenza non ha vincolato il bene nonostante una nota scritta di Italia Nostra del 7 giugno scorso (prima della concessione edilizia rilasciata il 14 giugno) che, tra l'altro, aveva anche messo in guardia dall'immediato pericolo di abbattimento del Bene. Un intervento di ieri pomeriggio della sovrintendenza si è rivelato non solo tardivo ma anche velleitario.

Le associazioni puntano il dito sul sindaco Albore Mascia che, evidentemente troppo impegnato a magnificare le sorti del festival dannunziano, non è stato capace di spendere neanche una parola e, soprattutto, di muovere un dito per tutelare uno dei primi edifici dell'epoca dannunziana di Pescara. Anzi il Comune di Pescara ha rilasciato l'autorizzazione senza “accorgersi” dell'importanza dell'edificio e senza adoperarsi per farlo vincolare.  Il dirigente Silverii ha l’ardire di dichiarare che l’abbattimento è stato legittimo mentre l’assessore Antonelli sostiene che è stata una “svista collettiva”. Incredibile. Intanto due errori non fanno una cosa buona, se qualcuno nel passato non è stato in grado di capire il valore dell’edificio non per questo si può continuare a perseverare nell’errore.  I volontari delle associazioni (che teoricamente potrebbero anche decidere di non occuparsi della cosa pubblica visto che ci sono dirigenti e amministratori pagati per fare questo!) si accorgono in poco tempo del valore storico dell’edificio mentre i dirigenti del Comune, ingegneri ed architetti pagati per esprimere valutazioni di merito, non si sono accorti di nulla nell’esame della pratica che, per loro stessa ammissione, è durata anni.  Perché non hanno segnalato alla sovrintendenza le informazioni su questo edificio avvertendo al contempo gli amministratori?  Anche loro dovrebbero dare le dimissioni.

Ovviamente le associazioni chiederanno una verifica scrupolosa delle procedure seguite e in particolare sull'azione della sovrintendenza, visto che il risultato non è interpretabile: un edificio di indiscutibile valore storico-architettonico è sparito per sempre. La città di Pescara, che aspira a definirsi città mediterrannea, è riuscita a perde l'unica testimonianza di un architetto mediterraneo che, nel 1939, costruì la moschea di Tripoli. In altre città e in altri paesi l'opera sarebbe stata vanto delle amministrazioni pubbliche, perfettamente conservata. In Albania fervono gli interventi per la tutela delle sue opere. A Pescara ne hanno abbattuta una per costruirci sopra un palazzo.

http://www.leggimi.eu/quotidiano/politica/4298-quello-che-temevo-e-accaduto.html

L’abbattimento della ex-Centrale del Latte è l’ennesima pagina nera della storia pescarese. Quello che temevo è accaduto.
Se non fosse troppo forte l’amarezza verrebbe da ridere rispetto al paradosso di una città che spende centinaia di migliaia di euro per un festival dedicato a D’Annunzio e che contemporaneamente consente che si abbatta un edificio risalente proprio al periodo in cui il fascismo rendeva omaggio al Vate realizzando opere architettoniche della sua città.
Ci sarebbe ancor più da sorridere sul paradosso di un’amministrazione di destra che non si preoccupa di salvaguardare l’opera di uno dei principali architetti italiani del regime.
Ma non ho alcuna voglia di fare sterili e facili polemiche perché questa vergogna è il frutto di incompetenza e di molti comportamenti omissivi e complici.
Innanzitutto non si capisce di cosa si occupino gli uffici della Sovrintendenza se per anni hanno dimenticato di procedere d’ufficio alla tutela di questo immobile.
Ancor più grave che la Sovrintendenza non sia intervenuta immediatamente avendo ricevuto lo scorso 7 giugno da Italia Nostra un’allarmata richiesta di attivarsi visto il pericolo di imminente demolizione (faccio presente che il permesso di costruire è stato rilasciato dal Comune di Pescara il 14 giugno).
Ancor più assurdo il comportamento dei dirigenti del Comune di Pescara. Nelle ore frenetiche in cui cercavo di salvare l’immobile dell’architetto di Fausto sono venuto a conoscenza di una vicenda che fa rabbrividire e dalla quale emerge come dirigenti ben pagati non sappiano neanche dove sta di casa la tutela dei patrimonio storico – architettonico. Altro che “clamorosa svista collettiva”, come la definisce l’assessore Antonelli. Effettivamente l’importanza storica dell’edificio abbattuto non è mai stata oggetto di particolare attenzione nel dibattito cittadino, ma da due anni l’impresa cerca di ottenere il permesso per la demo ricostruzione! Possibile che, constatato che l’immobile non era sottoposto a vincolo, a istruttori e dirigenti non sia venuto in mente di richiedere ai sensi del Codice dei Beni Culturali l’intervento della Sovrintendenza? L’assessore Antonelli è stato informato della pratica in itinere? Se sì è corresponsabile, altrimenti proceda a sostituire i dirigenti. Non pretendo che conoscessero l’architetto Florestano Di Fausto, ma potevano chiedere lumi alla nostra facoltà di Architettura o ad associazioni come Italia Nostra.
Il dubbio che quell’immobile del 1932 meritasse di essere vincolato neanche li ha sfiorati.
Anzi l’attuale dirigente nominato dal sindaco Mascia mi ha detto che in qualità di libero professionista ha fatto il calcolo del cemento per il nuovo progetto che comunque conserva i mattoncini rossi (sic)!
Pare che due anni fa la precedente dirigente avesse fatto una circolare che in qualche maniera disincentivava la demo-ricostruzione perché prevedeva di mantenere comunque la stessa sagoma e lo stesso volume.
I dirigenti Pasqualini e Silveri poi hanno superato quella direttiva con una nuova che consentiva la “ristrutturazione innovativa”.
La commissione edilizia esamina il progetto e dà parere favorevole: anche questi tecnici lottizzati evidentemente ignoravano l’architetto Florestano Di Fausto! A nessuno di loro viene in mente di approfondire il tema del valore storico-architettonico dell’edificio né di sfogliare il Codice dei Beni Culturali.
Telefonando in giro per raccogliere informazioni ho scoperto che tra gli architetti da tempo circolava la voce di questo nefasta demolizione, ma l’Ordine degli Architetti non dice nulla forse perché il vicepresidente è il progettista dell’intervento.

L’assessore Antonelli, preso atto che i comunisti in precedenza non hanno vincolato l’edificio, se ne lava le mani come se queste questioni non lo riguardassero. Una buona scusa per lavarsene le mani. Probabilmente anche lui ignora il Codice dei Beni Culturali.

Da lungo tempo sostengo che a Pescara è indispensabile una variante di salvaguardia degli edifici storici e di pregio perché la lista contenuta nel PRG, frutto dello studio troppo stitico del professor Bartolini Salimbeni realizzato neglianni ’90, lascia senza tutela troppi immobili che non dovrebbero essere abbattuti.
Nel caso di questo edificio non c’era bisogno neanche del lungo procedimento che comporta l’approvazione di una variante. Per le caratteristiche di questo edificio sarebbe bastato pungolare con un po’ di determinazione la Sovrintendenza sulla base del Codice dei beni Culturali.
Purtroppo a nessuno di coloro che hanno avuto tra le mani la pratica è venuto in mente.
Come al solito sembra che la storia e la memoria sono buone per qualche convegno del Presidente del Consiglio Comunale, ma guai a infastidire gli interessi che si muovono intorno all’edilizia.

Maurizio Acerbo, consigliere comunale PRC

 

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