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EUCALYPTI E CIMITERI

Pare si sia riaperta la caccia agli eucalypti. Come ne vedono uno in giro per Latina, gli sparano a bruciapelo: “Muori, disgraziato!”. In Q5 è una strage. Stavano lì dalla bonifica, poverini. Superstiti dai poderi. Erano riusciti a sopravvivere all’assalto del cemento, dei condomini e della speculazione. Anzi, erano l’unica nota lì in mezzo – in mezzo a quell’inurbazione anodina e straniante – che rendesse un minimo d’estetica della città. Erano l’unico elemento difatti che desse al disgraziatissimo cittadino l’idea di stare in un posto ben preciso – Latina cioè, Agro Pontino – e non in un non-luogo, privo di senso proprio come tutte le più alienanti periferie del mondo. Ma adesso stanno ammazzando pure questi. Dice che danno fastidio alle fogne. Ma ti ci metterei a te, in una fogna. Ma chi era arrivato prima, lì: l’eucalipto o le fogne? E falla più in là sta fogna, no? No: ogni scusa è buona, per questi qua, per assassinare gli eucalypti. Gli stanno antipatici. Poi dicono d’essere i veri eredi dei bonificatori, i sacerdoti della città di fondazione. Falsi e spergiuri come farisei.
Contemporaneamente pare che il martedì non si potrà più andare al cimitero (dice: “E che c’entra con gli eucalytpi?”. C’entra, c’entra: sono ambedue segni dell’abiezione in cui è caduto il governo della città. Ma pure l’opposizione. Che non fa una piega). Sarà chiuso per riposo settimanale. Dice: “Il cimitero? Ma stai a scherzare?”. No: riposo settimanale. “E che è, un barbiere?”. Ah non lo so, chiedilo a Zaccheo.
Mo’ il cimitero pare che lo gestisca un privato. Non più il comune. E quindi è una bottega. Apre e chiude quando gli pare. Dice: “Ma siete matti?”. Mi sa di sì. Neanche si potrà più entrare dal portale vecchio, quello che in fondo, dopo la croce, c’è la Medaglio d’oro Carturan, morto a diciott’anni a Gibellina. Un eroe nostro. Dovrai girare dall’altra parte. Non si entra più da lì. Dice: “Ma gli usi e le consuetudini? E la storia di un popolo che dalla fondazione i suoi morti se li è andati a venerare entrando da quel portale? Tu mi cambi tutto?”. Ahò, le botteghe oggi sono così: mo’ va un arredamento e domani ne va un altro. Cambio e giro le vetrine come mi girano le cervella. Dice: “Ma la Soprintendenza?”. La Soprintendenza? E che roba è? Mica è roba che si mangia. “Ma quello è un portale storico, lo ha fatto Frezzotti, è il cimitero di fondazione, l’anima della città, il sacrario degli antenati: che puoi cambiare gli usi e consuetudini come ti pare e piace?”. Ahò, si può fare anche di peggio: tu pensa che all’inizio del viale – dove per tanti anni da ragazzini, in processione, coi preti ci andavamo ogni 2 novembre tutta la città, pure Zaccheo mannaggiallui, sfilando per ore tra le due file di cipressi – per fare più spazio al palazzo suo che sennò gli davano fastido ai balconi, l’impresario ha tagliato giù anche i cipressi: “Tie’! E che ti credevi d’essere, meglio di un eucalypto?”
Poi dice sta città: “Altro che i mercanti nel tempio, è il project-financy, business is business”. I morti un business? Una bottega? La discarica dei rifiuti? “Ciabbiamo i morti da smalti’: un prodotto come un altro, 2400 euro – cinque milioni di una volta – solo per andare sotto terra”? E il riposo settimanale, sennò lavori troppo e gli operai costano? Dio abbia pietà di noi.
Il culto dei morti è un culto religioso. E’ “religio” nella accezione più antica. E’ lì – nei morti – che nasce la religione. Prima delle Chiese – prima di Cristo e di Allah – l’essere umano ha cercato il trascendente nel culto dei propri morti. E tu arrivi e dici: “Riposo settimanale”. Ma s’è mai vista una chiesa, un luogo di culto, che fa riposo settimanale? Un luogo di culto deve essere sempre aperto, affinché ciascuno possa appunto entrare a “cultare” quando voglia. Non lo fanno più manco Panorama e Gusto il riposo settimanale – i centri commerciali – e tu lo fai fare al cimitero? E quando a S. Marco?
Ma a tutti quelli che da Latina sono andati a vivere altrove e ogni tanto all’improvviso – magari perché se la sono sognata la notte – gli viene in mente di salire in macchina: “Fammi anda’ fino a Latina a dire una preghiera e cambiare i fiori a povera mamma”, tu gli fai trovare chiuso per riposo settimanale? Ma quando mai s’è visto che se uno vuole mettere una candela davanti a S. Antonio o S. Maria Goretti, prima si deve informare sulla pagine gialle, come le pizzerie o i ristoranti, se è aperto o chiuso? Telefona all’infopoint (quell’aborto che hai voluto fare per forza davanti alla stazione di Mazzoni, ma che adesso sta chiuso pure lui, peggio di un cimitero chiuso pure lui)? Ma dove è andato a finire il cervello di questa città? Io vorrei solo sapere che ne pensa il vescovo, visto che Zaccheo parla sempre – oltre che di Frezzotti e fondazione – di chiesa e cristianità. Sempre che anche lui oramai – il vescovo – non stia a pensare anche lui solo all’8 per mille. Business is business, in fin dei conti.

Antonio Pennacchi
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Nessuna risposta

  1. davide ha detto:

    Eh si, mi ero scordato di segnalare che avevano segato da un paio d'anni anche i cipressi di accesso al cimitero…  proprio all'angolo con Viale Kennedy.

    Chi è il costruttore? Ma chi se non lui!! Roberto Bianconi! Si proprio lui! Quello che ha costruito Panorama, lo Shopping Center di borgata Carrara, il palazzo contestato del centro Lestrella, e  che stà realizzando il grattacielo Torre Pontina.

    Segnalo che costruirà anche un palazzo di 3 piani su Via Epitaffio, al posto di un vecchio capannonne abbandonato da anni, proprio in un lotto di terreno  nei pressi del semaforo di Via Gionchetto.

    Sono già comparsi i cartelloni da un paio di mesi…

    Che dire se non la solita frase: EVVIVA BIANCONI E I SUOI PALAZZONI!! 

    In rosso il palazzo Bianconi senza più i cipressi eliminati per fare un marciapiede, mentre poco lì vicino in magenta si segnala una minidiscarica di calcinacci, che in parte ostruisce la scolina…

    Ecco in giallo l'area di Via Epitaffio (poco prima di Bricofer) dove invece costruirà un palazzo di 3 piani sempre a forma di C posizionato come queste di 7 piani di Viale Kennedy:

     

     

     

     

  2. davide ha detto:

    Segnalo a Pennacchi ed ai lettori che anche la Provincia di Latina non si è fatta mancare niente riguardo il taglio di eucalipti…

    All'ex Rossi Sud, su Via dei Monti Lepini nell'ultimo anno hanno asfaltato tutto e dico tutto il terreno rimasto libero, abbattendo per giunta decine e decine di eucalipti…

    Per farci cosa? I parcheggi della fiera di Latina… Ma quale fiera.. dell' Est…  Quanti miliardi di fondi europei sono stati spesi dalle giunte Martella e Cusani per ristrutturare il vecchio stabilimento e fare questa enorme colata di cemento??

    Possibile che la Forestale non abbia avuto niente da dire??? 

    20-30 miliardi di lire?? Ma tanto sò fondi europei… Come se Bruxelles i soldi li caca…

    Ecco l'area della Rossi Sud prima e dopo la cementificazione (pardon asfaltazione) dell'intera superficie (alcuni ettari di terreno).