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Cappelletti: PDL destra o non destra?

Il Pdl sarà un partito di destra. Così ha sentenziato l’avvocato, onorevole
e ministro della difesa Ignazio La Russa al terzo ed ultimo congresso di An,
convocato per sancire il passaggio nel Popolo delle Libertà. Il colonnello
(inteso come sottogrado al generalissimo Fini) La Russa non ha fatto in
tempo a gustarsi l’applauso dei delegati, esibendo come spesso gli capita,
un gran sorriso, che il suo capo, il presidente della camera Gianfranco
Fini, appena salito sul palco, lo ha subito smentito. Ma quale partito di
destra, a detto Fini, il Pdl sarà cosa diversa, mettetevelo in testa, una
volta per tutte. Applausi scroscianti anche da parte di coloro che negli
interventi precedenti avevano fatto a gara a chi si richiamava ai valori
fondanti della destra, in modo particolare a quella sociale. Che bel esempio
di coerenza. Ma tantè. Uno spettacolo di basso livello. Il tentativo
iniziato a Fiuggi nel ‘94 di far nascere una destra moderna, si è rivelato
per quello che avevano già allora in mente i post-missini di An. Potere,
potere, potere. Quella destra che doveva essere l’alternativa al liberismo
sfrenato, ai partiti di plastica è stata definitivamente fatta morire. Tra
gli interventi al congresso di An c’è stato un delegato che ha espresso le
sue perplessità sul metodo di “entrata” di An nel Pdl. Anche per questo,
tutti ad applaudire. Allora c’è da domandarsi. Ma cosa ci stavano a fare li
tutti coloro i quali non erano d’accordo sul metodo, ed altri addirittura
sulla fusione con Forza Italia? Sono quelle stesse persone che fuori dalla
Fiera di Roma, tornati nelle loro città e paeselli, ti incontrano e ti
chiamano ancora camerata. Che pena. Tralasciando tutti gli altri episodi
tragico-comici, tentiamo di capire meglio quello che ha inteso dire Fini,
quando ha affermato che il Pdl non sarà un partito di destra. Certo che non
sarà un partito di destra, non ci saranno i valori della destra. Questo però
non vorrà dire che la destra scomparirà dal panorama politico italiano. L’ex
giovanotto bolognese se lo tolga dalla testa. Non tutti, per fortuna,
entrarono nel Msi perchè gli fu impedito di vedere il film Berretti Verdi.
Molti ragazzi del Msi hanno pagato con il sangue la loro militanza, hanno
difeso quei valori che certo non rappresentava John Whein. A quei giovani
l’onorevole Fini deve tutto. Le loro foto dovevano essere li, sul palco del
congresso di An, con i loro nomi, il loro sacrificio. C’erano invece dei
applaudenti colonnelli che poco hanno dato alla paese e molto hanno ricevuto
dalla politica. Si sono sciolti. Finalmente. Con Alleanza nazionale si
scioglie un equivoco durato quasi quindici anni. Ora che confluiscono nel
mare berlusconiano, qualcuno di loro si sentirà libero e svincolato dal Fini
pensiero, e magari riscoprerà le origini missine, senza sentirsi un brutto e
nero ratto pronto a tornare nelle fogne. Certo, sarà dura affermare dentro
il Pdl la cultura della cosa pubblica. Sarà durissima far passare il
concetto di capitalismo temperato, del decisionismo dello Stato, della
centralità del Sacro. Tutti valori riconducibili alla destra sociale, che
difficilmente troveranno dimora nella casa del padrone. Quel senso dello
Stato che ci hanno trasmesso i nostri padri, si perderà nel partito organico
voluto da Berlusconi, e che da Berlusconi sarà guidato fino a che il buon
Dio lo vorrà mantenere su questa terrà. Anche per questo, Fini, si rassegni.
Per come procede il Presidente del Consiglio, l’attesa potrebbe essere
lunga. E allora, cosa porteranno di destra, dentro il Pdl, i post- missini
ed ex alleanzini? I contenuti ideali ereditati dai Romualdi, dagli
Almirante? Poco o nulla, e saranno costretti a vedere i loro alleati
leghisti, questi si, sempre più spostati a destra. Certo, una destra
populista, anni luce distante dalla destra sociale, ma che farà breccia in
tutti quegli strati di popolo (parola desueta, ma tanto cara a noi) che
hanno bisogno di giustizia sociale. Se, come è probabile, una volta dentro
il Pdl, gli ex alleanzini non riusciranno a reimpadronirsi di temi e tratti
storicamente di destra, allora non ci sarà per loro che una scelta,
ritornare alla casa del padre, lasciando quella del padrone, e insieme alla
tenace pattuglia, di donne e uomini di destra, rimasti volutamente fuori
dalla macedonia politica del Pdl, riprendere il cammino verso l’essere se
stessi.
Nando Cappelletti

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