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Riflessioni sul disagio civico nei quartieri Q4 e Q5

Gentile direttore Ferdinando,
le sollecitazioni di alcuni nostri concittadini, le amarezze che quotidianamente sperimentiamo vivendo, in tutte le sue dimensioni, il nostro sfortunato ambiente sociale, pur vocato ad una vita comunitaria autenticamente solidale, civilmente attrezzata, responsabilmente predisposta e disponibile a concorrere all'adeguamento della nostra civiltà a quelle di altri centri urbani del nostro Paese; la carenza di strutture socializzanti e stimolanti lo spirito comunitario (sola eccezione pregevole la nostra Parrocchia, vivaio di autentiche relazioni umane, nel cui ambito l'umanità dell'uomo trova spunti per l'affinamento dello spirito e per i buoni sentimenti) mi inducono a sottoporre alla tua cortese attenzione la noterella che segue, e che potrai pubblicare se di intersse generale. Sempre a te vicino, solidale con la tua nobile e disinteressata politica culturale, che si materializza elegantemente e con rigore etico nel tuo portale, ti saluto caramente 
Saro Borgia
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Le inadempienze e le promesse vacue di chi ha responsabilità di governo, quotidianamente denunciate dai tuoi attenti lettori, amareggiati per le carenze strutturali, sistemiche, estetiche dei nostri quartieri; le iniziative improvvisate e poco o punto  programmate collegialmente coinvolgendo i diretti interessati, che si configurano spesso come attività rapsodiche, non ben ponderate, non inserite in un progetto condiviso, che sfociano inesorabilmente in esiti estetici (marciapiedi arlecchino; fontane alla rovescia; giardini scolastici bonificati da generosi volontari facenti parte della benemerita associazione "quartieri cionnessi", segnaletica stradale inadeguata ecc.ecc,) e funzionali non in linea con le legittime aspettative dei cittadini, la cui sensibilità civile e sociale viene messa a dura prova, mi  inducono a dubitare della vocazione politica dei responsabili del governo della città.
La sorpresa, amara e deludente, è ancora maggiore se penso ad alcuni operatori politici, facenti parte dei vari schieramenti ideologici esistenti in città, di cui ho avuto modo di apprezzarne il rigore morale e l'impegno civile.
A che cosa dunque attribuire il calo di tensione civile, di intelligenza programmatoria, che è dato rilevare nelle azioni di governo dei nostri quartieri? La risposta è possibile dedurla dalle premesse di questa noterella, che vuole aprire un dibattito franco e rispettoso tra i cittadini del nostro territorio, prescindendo da condizionamenti ideologici, di per sè legittimi, ma da mettere sempre tra parentesi, (come responsabilmente suggerisce il nostro direttore  Cedrone) allorquando si affrontano questioni di carattere meramente amministrativo  e/o  organizzativo, allo scopo precipuo di individuare  insieme possibili soluzioni  finalizzate al miglioramento strutturale, dei servizi, e degli aspetti estetici della nostra  periferica  zona, pur ricca di talenti raramente coinvolti nel governo del bene pubblico.
Mi sovviene ora il famoso decalogo che il grande e chiaroveggente Don Sturzo aveva proposto come profilo ideale del retto e probo uomo politico, ancora oggi di estrema attualità, e che trascrivo integralmente qui di seguito per i tuoi giovanissimi lettori, come spunto di ulteriore meditazione, e di valutazione dell'antropologia politica attuale, anche nella prospettiva delle scelte che fra non molto saremo tutti chiamati a fare per la selezione dei responsabili del governo della nostra provincia e della nostra amata Europa.
Decalogo del buon politico
  1. E' prima regola dell'arte politica ESSERE  FRANCO e fuggire l'infigimento; promettere poco e mantenere quello che si è promesso;
  2. IL SILENZIO E' D'ORO, specialmente  in politica: oggi si parla troppo, e quindi si usano verità, mezze verità, verità apparenti, infigimenti e menzogne;
  3. AVER CURA DELLE PICCOLE ONESTE ESIGENZE del singolo cittadino come se fosse un affare inportante è un buon metodo di politica.
  4. NON TI CIRCONDARE DI ADULATORI. L'adulazione fa male all'anima, eccita la vanità e altera la visione della realtà.
  5. RIGETTA, fin dal primo momento che sei al potere, ogni proposta che tenda alla inosservanza della legge per un presunto vantaggio politico.
  6. LA PAZIENZA dell'uomo politico deve imitare la pazienza che Dio ha con gli uomini. Non disperare mai, ma cogliere il momento buono per il premio o per la punizione.
  7. Dei tuoi collaboratori al governo fai, se possibile, degli amici; mai dei favoriti.
  8. E' MEGLIO TENERE LONTANO I PARENTI DALLA SFERA DEGLI AFFARI STATALI, a meno che non siano già nella carriera per meriti propri.
  9. Non è da disdegnare IL PARERE E L'AUSILIO  DELLE DONNE SAVIE che si interessano ai pubblici affari. Esse vedono le cose da punti di vista concreti che possono sfuggire agli uomini.
  10. Fare ogni sera L'ESAME DI COSCIENZA è buona abitudine soprattutto per l'uomo politico.  

……………..si parva licet………………aggiungerei  :

 11. Il politico autentico deve assolutamente possedere la virtù della CHIAROVEGGENZA;

12. Deve infine essere  disponibile all'ascolto,saper discernere le richieste e/o proposte d'interesse generale,e prima di accoglierle, valutarne la fattibilità con i mezzi a disposizione,per non creare attese destinate ad essere  deluse. A coronamento  del profilo ideale del politico aggiugerei il famoso monito sturziano: servire e non servirsi ……..del prossimo!

Saro Borgia

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Nessuna risposta

  1. Salvatore ha detto:

    Caro Saro,

    leggendo il decalogo di don Sturzo ci si rende conto della distanza siderale tra quello che dovrebbero essere i Politici e quello che sono  nostri politicanti.

    Salvatore