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Lega Nord Lazio apre le porte alla provincia di Latina

Prima o poi arriva il momento in cui ci si pone il problema se lasciare il nostro futuro, quello dei nostri figli, della nostra città, del nostro territorio nelle mani dei soliti noti, della politica inquinata dal malaffare o decidere di provare a cambiare le cose. Il nostro è un progetto che è partito dal basso, ascoltando lo scontento, negli ambienti di lavoro, tra gli amici, tra la gente comune nella vita di tutti i giorni; percependo il senso di impotenza nei confronti di una prassi di governo del territorio e della cosa pubblica che non piace più a nessuno, una rassegnazione che ha portato ad un generale scadimento del comune senso civico. La nostra scelta non risponde ad interessi personali, agli interessi di lobby d’affari. Lo ribadiamo ancora una volta, noi pensiamo che la politica debba partire dai cittadini, noi crediamo che la politica debba essere al loro servizio: UN IMPEGNO VIRTUOSO ASSUNTO IN NOME DEL BENESSERE DEI CITTADINI. E’ scandaloso che i diritti siano gestiti come favori e merce di scambio dalla politica. In questi anni la LEGA NORD ha dimostrato in maniera inconfutabile di essere il movimento che più di ogni altro ha saputo stare tra la gente. La LEGA NORD ha saputo e sa essere il megafono che amplifica le richieste, le necessità delle persone comuni presso le Istituzioni. 76 anni dopo la nascita della città, sul un terreno fertile delle idee, del desiderio di cambiamento, della voglia di fare è germogliata la Lega Nord. Non siamo tutti uguali, ognuno di noi ha qualcosa che lo rende diverso dagli altri, che lo contraddistingue, che lo rende unico. Una propria fisionomia, un proprio carattere, una propria storia. E così, ogni città, ogni territorio, ogni provincia è differente da ogni altro. I confini non sono solo geografici, ma anche culturali e, appunto, storici. Fino agli anni Venti e Trenta la regione del Lazio, così come la conosciamo, non esisteva. Il Lazio di oggi è nato col Fascismo che, forzatamente, ha aggregato territori prima appartenenti a Umbria, Toscana, Abruzzo e Campania. Prima di allora esistevano semplicemente Roma e la sua provincia, un territorio che la città eterna nel corso dei secoli “ha di volta in volta saccheggiato, dominato e abbandonato”. La bonifica dell’Agro Pontino con la nascita della nuova provincia di Littoria hanno completato in maniera eclatante l’operazione di rottura contro l’egocentrismo di Roma. Non più Roma e il Lazio, come se tutto dovesse ruotare intorno alla città capitale, ma quattro nuove province Viterbo, Rieti, Frosinone e infine Latina – quattro spighe come quelle del simbolo che presentiamo stasera – create per dare un nuovo equilibrio, un nuovo ordine e una nuova identità ad un intero territorio. Un’operazione che ha dato impulso ad una situazione – e non è un gioco di parole – “stagnante”, che per secoli è stata ancorata a situazioni economiche e sociali immutabili e arcaiche. In questo vasto territorio, l’immigrazione di circa 30 mila coloni destinati a popolare i poderi realizzati dall’ONC ha comportato un’ulteriore profonda modificazione. Fu infatti in questa provincia che è stato realizzato uno dei più incredibili laboratori di convivenza nazionale tra i coloni del Nord Italia, per la maggior parte Veneti, ma anche Friulani ed Emiliani e gli abitanti della zona, a cui si aggiunsero, lo ricordiamo, negli anni ’50 e ’60 i profughi italiani provenienti dalla Tunisia e dalla Libia Fu quella la matrice culturale del nostro territorio, terra d’immigrazione, di lavoro e di agricoltura. Questo per spiegare a chi criticherà la nascita della Lega Nord Lazio che il voler negare lo spazio a questo movimento in nome della suo radicamento essenzialmente “nordico” non è in nessun modo è giustificabile. Anche la Lega Nord ha pieno diritto di cittadinanza e ha pieno diritto di rappresentare questa matrice culturale. Ed è in nome di questa matrice culturale che oggi – dinanzi a coloro che rappresentano il governo e le istituzioni e davanti ai voi tutti – affermiamo che: NON CI RASSEGNAMO ad occupare il 70° posto nel rapporto sulla qualità della vita nelle città italiane; NON CI RASSEGNIAMO ad assistere allo “snaturamento” della fisionomia dei nostri borghi rurali, trasformati in dormitori per pendolari che lavorano nelle città. Case su case, costruite sottraendo terreni destinati alle coltivazioni, in nome delle ragioni dell’edilizia. NON CI RASSEGNIAMO all’insicurezza sempre più diffusa in nome di una tolleranza che è solo indifferenza. NON CI RASSEGNIAMO a pagare prebende sempre più esorbitanti mascherate da servizi solo per arricchire società per azioni. NON CI RASSEGNIAMO alla scarsa attenzione all’ambiente. Di centrali nucleari con “vista mare” ce n’è bastata una; di discariche in una delle zone di maggior pregio agricolo ce n’è bastata una, non ci servono ora anche le centrali turbogas. Bisogna riportare i cittadini nell’agorà della polis, far sentire la loro voce, far sì che siano rispettate le loro legittime richieste. Occorre tornare alla realtà delle cose: valorizzare le risorse ambientali e produttive locali. Non abbiamo bisogno di nuovi centri commerciali, ma di uno sviluppo turistico che si integri con un ambiente unico, che ha il suo attivo chilometri e chilometri di spiagge, il primo parco nazionale riconosciuto in Italia, colline e paesi che nulla hanno da invidiare alla Toscana e all’Umbria, produzioni agricole di assoluta eccellenza, con una vastissima gamma di prodotti tipici caseari, ittici e ortofrutticoli. Sono tutte cose che aspettano solo di essere valorizzate. Siamo stanchi di essere luogo di turismo balneare mordi e fuggi, di avere enti preposti che non sono capaci di far arrivare un solo turista dei milioni che ogni anno la visitano la vicina Capitale. Siamo stanchi di dare spazi e campagne per case abitate da gente che non produce sul nostro territorio. Siamo stanchi di non disporre di infrastrutture che attraggano le industrie. Quante sono quelle che hanno chiuso o stanno chiudendo, quali incentivi abbiamo loro offerto perché restassero, quali alternative si stanno creando? Quale futuro si sta preparando per i nostri ragazzi? Vogliamo che emigrino al Nord per trovare lavoro, servizi e migliore qualità della vita o vogliamo che il Nord lo trovino nella loro terra? Non abbiamo mai voluto essere la “periferia-sud” di Roma ed ora non vogliamo diventare la “periferia-nord” di Napoli, con tutte le conseguenze più negative che possiamo immaginare. Siamo l’Agro Pontino, siamo la Provincia di Latina, padroni in casa nostra e orgogliosi di esserlo.

Da: luigi gallo
Data: 20/12/2008 21.50.00

 

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