Archivio Giornaliero: Luglio 31, 2007

L’emigrato ritorna e….

Inviato da Antonella Finotti: 

 

Istituto di Storia e di Arte del Lazio meridionale

Palazzo di Bonifacio VIII
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Morolo 2008

L'emigrato ritorna e …

Come è noto, l'emigrazione è uno dei principali mezzi di trasmissione
culturale fra popolazioni e civiltà diverse. Particolarmente nel passato
l'incontro tra forme culturali relative a popoli differenti è avvenuta in
modo eclatante con l'emigrazione di piccoli o grandi gruppi di persone. Tale
fatto è stato molto rilevante per le diverse aree che compongono il Lazio
meridionale che, nel passato, ha vissuto diverse forme di emigrazione (ad
esempio quella stagionale degli artisti di strada della Valle di Comino, o
delle compagnie che andavano a lavorare nella Campagna Romana oppure
praticavano la grande transumanza); più recentemente, ma il fenomeno risale
già alla seconda metà dell'Ottocento, si è verificata un'emigrazione che è
diventata maggiormente stabile con lo spostamento pressoché definitivo di
interi nuclei.

Gli emigranti però o sono tornati, a volte molto regolarmente, a volte solo
sporadicamente, oppure hanno mantenuto i contatti con la realtà d'origine
(parenti e amici, soprattutto coi familiari più stretti) epistolarmente e,
più recentemente, coi moderni mezzi di comunicazione di massa (telefono,
fotografie, filmati, etc.).

L'incontro con altre culture ha determinato diverse "posizioni" fra gli
emigranti: chi si è totalmente adeguato ai nuovi stili di vita, chi li ha
adottati in parte o per solo qualcuna delle cose che servivano (ad esempio
per il lavoro e per la lingua, ma non per le abitudini alimentari o del
vestiario, etc.). Molti sia che abbiano accettato o non accettato la nuova
vita, l'hanno comunicata, resa nota, fatta conoscere alle persone lasciate
nel luogo d'origine attraverso i diversi mezzi sopra ricordati.

E' questo il campo che si vorrebbe esplorare con una inchiesta ampia e
pluriarticolata. Da usare come "base" per il convegno morolano del 2008.
Infatti si chiede a quanti vorranno partecipare di comunicarci una o più
testimonianze relative a quello che l'emigrazione ha prodotto nella propria
realtà d'origine con modificazioni più o meno stabili, influenze anche
superficiali, e quant'altro sia riscontrabile nella società locale. Ci
interessano tutti i campi: linguistico, fonetico, lessicale,
comportamentale, del vestiario, della mentalità, degli usi e costumi più
diversi, della comunicazione interpersonale, della propaganda di idee
politiche, sindacali, religiose, economiche, di atteggiamenti, mode,
locuzioni, cibo, opinioni, e così via.

Le testimonianze possono esser presentate o sotto forma di documento (ad
esempio una intervista a chi usa determinate locuzioni, oppure fotografie,
filmati, etc.) o come propria elaborazione intorno a una o più questioni di
nostro interesse e pertinente ai campi d'osservazione richiesti.

Tutte queste testimonianze ci devono pervenire entro i primi di
*ottobre*del corrente anno perché devono essere vagliate per poter
essere impiegate
nel convegno predetto. Ancora non è stata fissata la forma organizzativa che
potrebbe coinvolgere anche direttamente quanti collaborano con l'inchiesta.
Si pensa di sottoporre il materiale a studiosi del settore che ne possano
tracciare un profilo introduttivo per pubblicare quanto raccolto (previa
selezione in ordine a quanto di più significativo e rappresentativo si potrà
avere).